Tre amiche in Vietnam, zaino in spalla
Mezzi di trasporto:
1) voli: Qatar da Milano a/r, volo interno con Vietnam airlines (se lo volete comprare all’ultimo non guardate skyscanner, ma andate nelle agenzie di viaggi dove spenderete molto meno)
2) sleeping bus per muoversi nel paese (non comprate i biglietti dove dormite, cercate negozi e agenzie dove spenderete meno) (sì, è vero che gli autisti guidano spesso come matti e i lettini sono stretti, ma resta un ottimo modo per muoversi)
3) motorini per esplorare i posti (andate piano e con mille occhi, i vietnamiti sono pazzi alla guida)
4) grab per muoversi in città senza farsi fregare dai taxisti
Dormire: da ostelli a alberghetti, spesa dai 3 ai 7 euro a notte
Itinerario: hanoi, bac ha, sapa, isola di cat ba, Tam Coc, phong nha ke bang, hoi an, hanoi
Ricordati: chiedi sempre il prezzo prima o ti lasceranno in mutande (questo non vale se sei ricco, perché per quanto ti triplichino il prezzo di tutto perché sei europeo, si tratta sempre di pochi soldi)
Racconto:
Il nostro viaggio dura 17 giorni, 2 di viaggio e 15 effettivi nel paese così da non dover fare il visto. voliamo con qatar, balliamo tanto (a mio avviso, che odio volare) sia all’andata sia al ritorno e per 3 voli su 4 non abbiamo nemmeno il caricabatterie alla poltrona! nota positiva è che gli scali a Doha durano poco entrambe le volte. l’intrattenimento a bordo è buono e le hostess cortesi anche con me che vivo nell’ansia di precipitare da un momento all’altro. Appena arrivate ad Hanoi ci spostiamo con uno dei tanti bus che partono dall’aeroporto verso la città. Qui dobbiamo raggiungere la stazione dei Bus My Dinh, dove alle 19 avremo il bus che ci porterà l’indomani a Bac ha. Per trovare questo bus sono diventata matta! online ho trovato, dopo molte ricerche, un link ad una compagnia di autobus la hasonhaivan, che va da Hanoi a Bac Ha diretta, ho provato a prenotare compilando il form ( e traducendo la pagina in inglese) ma al momento di pagare accettava solo bancomat vietnamiti ed io, casualmente, non ne possedevo. il dio dei viaggiatori indipendenti però ha premiato i miei tentativi e l’indomani ho trovato una mail dalla predetta compagnia che mi confermava la prenotazione e ho poi pagato direttamente in stazione. se voleste usarlo anche voi e questa strana coincidenza non avvenisse vi consiglio di scrivere direttamente su facebook alla pagina della compagnia che risponde velocemente… questo l’ho scoperto dopo!
Così prendiamo il primo sleeping bus del viaggio, su questo siamo solo 5 turisti e gli altri tutti locali. arrivati a Bac Ha in piena notte, scendiamo alla fermata sulla piazza, quasi sicuramente non era il capolinea, che era qualche centinaio di metri dopo, credo, ma nessuno parlava inglese perciò non lo scopriremo mai. rubiamo l’ultimo filo di wifi al bus per caricare il tragitto e poi ci buttiamo nel buio totale a cercare l’ostello in cui avremmo dovuto dormire. la strada è così buia che al primo tentativo non vediamo la svolta, abbiamo i frontalini in testa e mentre camminiamo i cani abbaiano da ogni casa, spaventandoci non poco, per fortuna sono chiusi. al secondo tentativo troviamo il posto e la prima avventura del viaggio si conclude bene per fortuna! l’indomani siamo svegliati dai rumori del mercato, facciamo colazione in albergo (bac ha boutique.. ottima scelta!) e iniziamo la vista al mercato domenicale. è stata una delle esperienze più belle del viaggio, partiamo col botto 🙂 saremo stati 15 turisti in mezzo alle migliaia di locali che affollano il mercato domenicale, tante persone arrivano vestite a festa per vendere animali ed ortaggi, molti ci sorridono stupiti della nostra presenza e del nostro pagare spropositatamente 3 banane! siamo tutte e tre convintissime di consigliare a chiunque visiti il Vietnam questa tappa… la nostra visione del paese sarebbe stata diversa e più povera senza questa esperienza.
All’albergo chiediamo di organizzarci il trasporto a Sapa e ce ne andiamo intorno alle 13 circa, il mercato si svuota già dalle 12 in poi… il viaggio in un minibus carico di locali dura 3 ore. ci caricano vicino all’albergo e intorno a Lao Cai ci fanno cambiare bus al volo. se vi capita che vi facciano cambiare mezzo al volo state più calmi di come abbiamo fatto noi, perché noi, prese dalla fretta, forse abbiamo perso una fotocamera… i ragazzi urlano in una lingua a noi incomprensibile, ma fate un bel check di tutto perché possono aspettarvi 1 minuto in più senza problemi!
Arrivate a Sapa e recuperata la quarta amica viaggerina che ci aspettava lì, ci siamo dirette all’albergo scelto da quest’ultima (cat cat sunrise, 100k dong a notte con colazione… scelta top!) Sapa è un luogo orribile, noi non ce lo aspettavamo tanto tremendo! qui arrivano camminatori da tutto il mondo e il turismo ha fatto il boom, trasformando quello che forse era un bel paese in una cittadina brutta. ovunque si vendono prodotti North Face ai prezzi più bassi del Vietnam, locali eleganti in ogni dove che sparano musica trash a palla e spazzatura ovunque. la cosa che ci ha più colpito sono le tante signore vestite in abiti tradizionali, che si avvicinano per venderti oggettini, ma soprattutto i tanti bambini che fanno la medesima cosa anche fino a sera tardi, spesso portando sulla schiena i fratellini più piccoli. la nostra guida l’indomani ci ha spiegato che spesso queste donne vengono dai villaggi in alto sulle montagne, dove hanno un’economia inesistente poiché per il troppo freddo riescono a coltivare pochissime cose.
Il giorno seguente partiamo per due giorni di trekking con le sapa sister, il trekking di due giorni costa circa 70€, molto per il Vietnam, ma si tratta di un progetto di sviluppo femminile e locale ed alle guide vengono dati “good money”, inoltre il servizio (comunicazioni, homestay, cibo) è di ottima qualità. Se tornassi indietro cercherei un altro posto a nord per fare trekking, un po’ meno invaso dai turisti.. magari Ha giang.
Da Sapa partiamo alla volta della Halong Bay con un bus notturno diretto che ci porta a Cat Ba, lo prenotiamo direttamente all’arrivo a Sapa, ce ne sono diversi ogni giorno. anche Cat Ba ha avuto un boom turistico negli ultimi anni riempiendosi di locali ed alzando i prezzi, ma rimane obiettivamente una splendida isola, con un villaggio un po’ trash! pernottiamo in un ostello che non vi consiglio perché non mi ha convinto per nulla. il primo giorno affittiamo un motorino per visitare l’isola, esperienza che ripeteremo spesso, li noleggiano ovunque, il prezzo va contrattato un po’. se comprate una sim con internet avrete sempre google maps per decidere gli itinerari migliori. A cat ba una strada attraversa tutto il parco naturale ed è semplicemente uno spettacolo! l’indomani facciamo escursione nella baia dalle 8:30 alle 18:00 con “Cat ba local” con i quali ci troviamo molto bene, siamo una ventina a bordo e l’equipaggio è molto cortese. scendiamo due volte per fare kayak e navighiamo per molto in zone poco trafficate. complice la pioggia battente al mattino siamo gli unici a fare il giro in kayak e così rimaniamo estasiate dai suoni e dalla bellezza della natura.
Una sera dormiamo sul resort di monkey island per viziarci un po’, spendendo ben 27 euro a testa! penso che avremmo potuto trovare qualche altro bel resort più economico, ma consiglio vivamente di concedersi un lusso in mezzo a questa splendida baia!
All’alba del terzo giorno partiamo con un bus per Tam Coc (Nin Binh), dove arriviamo intorno all’ora di pranzo, avevamo prenotato un homestay lontano dal paese e poi decidiamo di dirigerci in un altro molto carino con bungalow da 450k dong/notte (6€ a testa) purtroppo non ricordo il nome ma ce ne sono molti tutti più o meno simili, anche se direi che meritava di più cercarne uno lungo fiume. questa zona è magica, qui passiamo due giorni, nel primo noleggiamo una bici con la quale attraversiamo la pianura e le risaie per dirigerci alla pagoda vicina. il secondo noleggiamo uno scooter e attraverso stradine secondarie che attraversano villaggi privi di turisti, andiamo a visitare Hoa lu e la Bai Dinh Pagoda… è valso più il giro in scooter che le attrazioni! (ATTENZIONE: prima di Trang An c’è una vecchia pagoda mezza abbandonata, lì la vecchia custode pazza si è indebitamente intascata il mio cell cadutomi dal casco e si è nascosta con esso, siamo dovute tornare nel pomeriggio con google translate e tanta fede per riuscire a riaverlo, dietro pagamento di un compenso!). A fine giornata abbiamo fatto il giro sul sampan (barchetta a remi) sul fiume di Tam coc che è la vera attrazione da vedere qui e infatti siamo rimaste folgorate dalla bellezza del fiume coltivato a riso e delle sue grotte. abbiamo amato questo angolo di paese e la sua natura. qui abbiamo mangiato entrambe le sere al family restaurant… spettacolare! le specialità della zona sono capra e anatra, animali onnipresenti nella natura circostante, che danno il loro meglio sulla brace <3
Da tam coc prendiamo l’ennesimo sleeping bus per Phong Nha ke bang, notte tremenda perchè è presente una puzzolentissima toilette a bordo… il bus arriva a destinazione alle 4 del mattino, se prenotate prima dove dormire controllate che vi facciano fare gratuitamente l’early check in! qui dormiamo al super economico ma piacevolissimo Gecko hostel, e passiamo due belle giornate, ma siamo concordi nel dire che è l’unica tappa che potevamo evitare. anche qui affittiamo lo scooter, dal Rose Hotel che si trova sulla strada principale, fate tanta benzina perché a noi ed a molti altri capita di rimanere senza in mezzo al parco, lontano da chiunque… e sono cattsy! il primo giorno facciamo una camminata di un paio di ore al giardino botanico, bello e divertente, ma la giungla è così fitta che non riusciamo quasi mai a vedere nulla. al pomeriggio ci dirigiamo verso il pub with cold beer ma la strada è davvero brutta, vi consigliamo piuttosto il crater bomb bar per rilassarvi sulla riva del fiume… l’indomani visita delle grotte partendo dal tourist centre di Phong Nha.. ricordatevi di dividere la barca con chi trovate lì! e al pomeriggio nuovo giro in scooter nel parco, avremmo dovuto andare alla Dark cave a fare attività sul fiume… ma l’abbiamo mancato!
Penultima tappa, ci dirigiamo verso HOI AN, città storica ed affascinante. per noi è stata una sorpresa obiettivamente, ci aspettavamo una cittadina molto turistica ed in effetti lo è, ma è turistica perché è proprio bella! adagiata sul fiume, con un piccolo centro storico pieno di antiche dimore. l’amore per hoi an è dovuto anche all’amore per la sua cucina: caolao, whiterose e tanto altro… andate al mercato del cibo a pranzo e scofanatevi tutto! per la sera vi consiglio invece di cenare sui tavolini sul fiume dal lato opposto del night market. se volete andare in spiaggia andate di mattina perché dopo le 14 il tempo si rannuvola e si alza il vento. abbiamo fatto una capatina anche alle rovine di my son che ci sono piaciute, ma la zona è davvero calda. noi abbiamo soggiornato al cucumber hostel, struttura molto carina, gestione decorosa, la ragazza alla reception tirava un po’ a fregarci… ma noi siamo di Genova! a Hoi an abbiamo comprato il volo interno per tornare nella capitale in un’agenzia vicina al fiume per circa una ventina di euro, mentre su skyscanner stavano a 100 ed anche di più. per muoversi verso l’aeroporto di Danang abbiamo chiamato un taxi che ci costò circa 300k dong.
E così ci ritroviamo all’ultima tappa Hanoi l’incasinatissima capitale! qui avevamo prenotato 3 letti in camerata femminile in uno degli ostelli con i voti più alti della città, arrivati molto tardi in serata, stavamo per avere una crisi di nervi a vedere quanto fosse invivibile! i 6 letti erano incastrati tra di loro, coprendo totalmente le finestre. in caso di incendio saremmo crepati come i topi e ormai abbiamo un’età per la quale notiamo con interesse cose come le uscite di sicurezza e gli estintori… e qui ci sentivamo in trappola! così siamo uscite ed abbiamo trovato lì vicino lo splendido Suki Hostel, che oltre ad un paio di camerate ha anche alcune stanze private semplici e carinissime. visitiamo la città per un paio di giorni, vediamo lo spettacolo delle marionette sull’acqua (nel teatro al chiuso e non sul lago come credevo), beviamo l’egg coffe e facciamo colazione con la buonissima zuppa BUN CHA.
E poi un pomeriggio, tocca ripartire, cariche di cappelli di paglie e mille altri souvenir. ora ogni tanto al mattino penso, fortissimamente penso, che vorrei proprio gustarmi un caffè con latte condensato in mezzo ai hmong a fiori del nord… “