Hydra, il lusso di un tuffo nel passato

Tra silenzio e mondanità
Scritto da: marimila
hydra, il lusso di un tuffo nel passato
Partenza il: 09/08/2018
Ritorno il: 21/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Il 10 Agosto in mattinata siamo partiti da Venezia alla volta di Atene. Siamo poi saliti sul treno suburbano che dall’aeroporto in un’ora e mezza arriva al Pireo. Poi verso le 17:30 siamo salpati con l’aliscafo che ci ha portati in un’altra ora e mezza sull’isola di Hydra. Ciò che ammalia avvicinandosi dal mare è la distesa di bianche casette che dalla collina dietro il paese digrada verso il porto a ferro di cavallo e che rispecchia perfettamente l’idea classica di isoletta del Mediterraneo. Appena scesi dall’imbarcazione ci accomodiamo al Bandera, uno dei tanti bar/ristorante lungo la bella passeggiata del porto. Ci facciamo un aperitivo con insalata greca e birra ed ammiriamo il vivace viavai di turisti e la lunga fila di asinelli a disposizione di chi volesse fare una comoda gita turistica o dovesse trasportare bagagli pesanti fino al proprio alloggio. Durante la breve siesta veniamo avvicinati da alcuni simpatici gattoni che non disdegnano coccole e magari qualche bocconcino. Di questi felini l’isola pullula, specie nei pressi dei ristoranti. Non sono molesti né invadenti e sono ben tollerati e rispettati da tutti i gestori dei locali. Non so se tutti i turisti siano felici di questa presenza ma per una gattara come me la cosa non può che essere fonte di immenso piacere. E poi… di topi nemmeno l’ombra! Raggiungiamo a piedi il nostro alloggio che si trova in una zona tranquilla ma non lontana dal porto. Per il nostro soggiorno abbiamo affittato un appartamento al Perakis Studios. La sistemazione è comoda, luminosa e pulitissima. Consiste in un ampio soggiorno con cucina, un bel bagno funzionale, una camera spaziosa e un delizioso terrazzino per fare colazione. Pulizie quotidiane e cambio asciugamani e lenzuola. I proprietari, Christos e Katerina, disponibili ma discreti. Sul tardi ceniamo da Psinesai a base di polpo, fava, tzatziki, dolmades e vino bianco. Per chiudere la serata un ottimo Metaxa in un bar lungo il porto nel quale torneremo durante tutto il soggiorno: ci affezioniamo tanto al gattone bianco e nero che gironzola tra i tavoli e a volte si gode una pennichella sulle nostre ginocchia. Sarà il “nostro gatto” della vacanza.

L’atmosfera che si respira sull’isola è un misto tra pacata mondanità (gli avvistamenti vip sono all’ordine del giorno) e nostalgiche suggestioni di un passato che ha ormai abbandonato la maggior parte di queste terre. La peculiarità è data dal fatto che, ad eccezione delle imbarcazioni, i mezzi a motore sono vietati. Quindi niente moto e scooter che scorrazzano giorno e notte. Tra le calli della cittadella e lungo le agevoli mulattiere che la percorrono, soltanto turisti a piedi o sugli asinelli. Anche le bici si vedono raramente. Dunque il silenzio notturno è praticamente assicurato. Poi, per raggiungere le spiagge più remote, ci sono sempre i taxi boat.

Il primo vero giorno di vacanza comincia con una passeggiata di circa mezz’ora lungo la mulattiera che correndo alta lungo la costa, passa per Kamini e giunge a Vlichos, dove affittiamo lettini ed ombrellone e trascorriamo la giornata tra bagni di sole e mare. Le acque sono limpide e tiepide e facendo un po’ di snorkeling gli avvistamenti ittici sono assicurati. Nel pomeriggio pranziamo da Enalion, una delle due taverne adiacenti. Mentre la sera ceniamo da Xeri Elia, vicino a casa, in una piazzetta, sotto alberi secolari.

Il giorno seguente salpiamo con una delle due imbarcazioni che ogni giorno fanno la spola con le due spiagge più belle ma più lontane dell’isola. Oggi ci fermeremo a Bisti Beach, una magnifica insenatura color turchese con una piccola spiaggia orlata di vegetazione. Affittiamo lettini ed ombrellone e ci tuffiamo in un mare limpido e pescoso dove non sono rari incontri sottomarini con aguglie, castagnole e qualche simpatico polpo. Chi come noi ama nuotare può costeggiare la baia lungo gli scogli sulla destra oppure verso sinistra raggiungere una piccola insenatura dominata da una graziosa chiesetta bianca. Per placare la fame prendiamo birre e panini nel chioschetto della spiaggia. La sera ceniamo da Pseropoula, un ristorante con terrazza che si affaccia sul porto, dove assaggio un trancio di salmone alla brace che è la fine del mondo.

Il 13 partiamo a piedi direzione Mandraki. La passeggiata dura circa mezz’ora ma è molto piacevole e la vista dall’alto della mulattiera che costeggia il versante verso destra ripaga del piccolo sforzo atletico sotto il solleone. Giungiamo quindi in questa stretta insenatura che ospita soprattutto catamarani e scegliamo di stare nella piccola spiaggia adiacente l’Hotel Miramare. Qui si trova la sabbia, ma per il semplice fatto che lo stabilimento ha scelto di farla portare da fuori. Affittiamo due comodi letti in legno con soffici materassi e ombrellone. L’inserviente dell’hotel ci offre teli mare, un secchio con bottiglia d’acqua e ghiaccio e una mini granita di benvenuto. Mica male come servizio! Pranziamo alla taverna dell’hotel poi facciamo un bagno un po’ deludente perché il mare qui, così affollato di barche non è all’altezza degli altri posti. Poi pigiando il pulsante che si trova sull’asta dell’ombrellone facciamo giungere il barista che in pochi minuti ci recapita un delizioso caffè shakerato, che qui tutti chiamano “freddo espresso”. Aggiungo che anche questi servizi sono alla portata di tutte le tasche… La sera ceniamo da O Milos, appena fuori dal porto, piccolo ristorante con terrazzina a picco sul mare.

Il giorno dopo torniamo a Vlichos, sempre a piedi perché, ad eccezione delle spiagge veramente lontane, preferiamo approfittare della vacanza anche per fare un po’ di moto. Ovviamente per i più pigri i taxi boat sono sempre disponibili sia per l’andata che per il ritorno e fanno la spola a tutte le ore. Stavolta pranziamo nell’altra taverna della spiaggia, da Marina. Per cena invece andiamo al Veranda, magnifico ristorante con terrazza e vista sul porto e sui tetti della città.

Il giorno di Ferragosto prendiamo la barca per Aghios Nikolaos. Dopo mezz’ora di navigazione giungiamo in una magnifica baia color smeraldo dove ci accomodiamo su due lettini sotto l’ombrellone e nel pomeriggio ci facciamo qualche nuotata in un mare limpido e pescoso dove avvistiamo una delle creature più belle del Mediterraneo: la medusa Cassiopea, giallo limone a pois viola. Elegante ed innocua. Pranziamo con degli ottimi panini alle sardine acquistati prima della partenza al bar Bandera. Per cena andiamo da Ostria, un locale piuttosto spartano in una piazzetta un po’ defilata.

Il 16 in mattinata decidiamo di cercare quella che fu la casa di Leonard Cohen, poeta, scrittore e cantautore. Abbiamo scoperto che negli anni 60, ancora giovanissimo, l’aveva acquistata col denaro dell’eredità lasciatagli dalla nonna. Stanco della pioggia londinese e desideroso di trovare un luogo nel quale cercare nuove ispirazioni, rimase stregato dai ritmi e dalle suggestioni di quest’isola in cui il tempo pareva essersi fermato da qualche secolo. Percorriamo così le strette calli che tra le bianche casette si inerpicano lungo la collina retrostante il porto. Dopo una ventina di minuti, aiutati anche dal navigatore, giungiamo nella via che, dopo la sua morte, è stata ribattezzata col suo nome. La casa è lì, davanti a noi, imponente col suo magnifico terrazzo alberato. Corrisponde alle descrizioni che lo stesso autore fece in alcune lettere ad un amico. Finito il breve “pellegrinaggio”, ci fermiamo a scattare qualche foto dalla terrazza della Casa Kountouriotis, una delle dimore storiche di Hydra e poi scendiamo al porto a fare shopping di souvenir e pranzare in uno dei tanti ristorantini. Il pomeriggio è un po’ uggioso quindi mio marito decide di riposare a casa mentre io mi accomodo a leggere un libro sugli scogli di Spilia, il posto più vicino per trascorrere un paio d’ore e concedermi un bagno nonostante un breve temporale. La sera ceniamo da Piato, sul porto. Il ristorante col miglior rapporto qualità/prezzo.

Il giorno successivo torniamo in barca ad Ag. Nikolaos, pranziamo sotto l’ombrellone con la deliziosa greek salad che fanno al chioschetto e passiamo il pomeriggio tra mare e sole. Al ritorno ceniamo nuovamente da Pseropoula dove mi accompagnano nelle cucine per farmi scegliere tra il pescato del giorno: decido per due squisite oratine alla brace che annaffiamo con un ottimo Moschofilero, vino bianco del Peloponneso.

Il 18 agosto camminiamo lungo la mulattiera in direzione Kamini e dopo 40 minuti arriviamo a Plakes, la spiaggia del Four Season. Qui l’hotel è una palazzina di dimensioni compatibili con il territorio e si articola in tanti lussuosi villini tutti intorno alla bella baia sassosa. Lettini ed ombrellone hanno sempre prezzi accessibili e diverso personale addetto è disponibile a servire su ordinazione caffè e bevande agli ospiti stesi al sole. Nel primo pomeriggio pranziamo nel suo ristorante terrazzato. La sera Roberto torna a piedi mentre io devo salire su un taxi boat perché entrando in mare senza scarpette da scoglio mi sono ammaccata un mignolo del piede. Per cena andiamo di nuovo al Piato.

Il giorno seguente torniamo a Plakes, stavolta facendo andata e ritorno in taxi boat perché il piede mi duole ancora. Pranziamo sempre al Four Season. La sera proviamo quello che sembra il ristorante più alternativo dell’isola, il Technè. Si trova lungo la mulattiera a dieci minuti di passeggiata dal porto. Ceniamo in un bel cortile alberato e gustiamo piatti molto buoni ed originali.

L’ultimo giorno di vacanza lo riserviamo a quella che è indubbiamente la spiaggia più bella di Hydra: Bisti Beach. La seconda volta però partiamo entro le 11 di mattina per poter scegliere il posto che più ci aggrada e scegliamo uno degli ombrelloni sulla parte estrema della baia, verso la scogliera. Purtroppo oggi la corrente marina sta portando diversi rifiuti plastici dalle imbarcazioni di alcuni maleducati vacanzieri da diporto. La cosa mi irrita al punto da tuffarmi immediatamente in mare a raccogliere, bicchieri e sacchetti per riportarli a riva e gettarli nell’apposito bidone, subito imitata da altri bagnanti… e in men che non si dica la baia torna ad essere quel paradiso terrestre che tutti ci meritiamo. Ci facciamo le ultime nuotate di questa bella estate calda e facciamo uno spuntino con insalata greca e panino del chioschetto. La cena invece la consumiamo in quello che è diventato il nostro locale preferito, il Veranda, con la sua terrazza a lume di candela. Ci attardiamo poi al solito bar del porto con caffè, Metaxa e il nostro gattone preferito sulle ginocchia. La mattina del 21 salpiamo alle 7:20 con la Hellenic Seaways. Arrivati al Pireo ci dirigiamo alla stazione ferroviaria dove dopo un’ora prendiamo il treno che ci porta comodamente all’aeroporto. Col volo del pomeriggio atterriamo a Venezia alle 16:30.

Siamo felici di aver conosciuto un’altra isola greca della quale peraltro ignoravamo l’esistenza fino a pochi mesi prima. Ne ero venuta a conoscenza per caso leggendo un articolo di giornale e mi aveva incuriosito subito. Hydra non ha deluso le aspettative, abbiamo trascorso una magnifica vacanza godendo del suo mare caldo e pulito, dei suoi cieli azzurri, dei suoi sapori mediterranei e delle sue atmosfere rilassanti.

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Agios nikolaos

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Antonella

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Bisti beach

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Chiesetta a bisti

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Con medusa cassiopea

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Orejo

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Ospitalità gattara

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Pausa pranzo

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Sentiero per mandraki

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Roberto al technè

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Tavoli con vista

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