Lisbona & Azzorre, un’accoppiata vincente

Da Lisbona, la vivace capitale del Portogallo, alle remote isole dell’arcipelago delle Azzorre, dove la natura più selvaggia e lussureggiante renderà la vostra permanenza indimenticabile
Scritto da: mariapaola79
lisbona & azzorre, un'accoppiata vincente
Partenza il: 12/08/2018
Ritorno il: 27/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Quest’anno la programmazione delle vacanze estive è stata un po’ sofferta.

Per una serie di motivi abbiamo dovuto nuovamente rinunciare ad una meta che puntiamo da tempo, così sotto consiglio di una coppia di amici che ben conosce i nostri gusti abbiamo preso in considerazione una destinazione di cui si sente parlare ancora molto poco: le Azzorre. Non sapevo bene cosa aspettarmi e ammetto che all’inizio ero un po’ titubante, tanto che la pianificazione del viaggio ha preso timidamente forma con l’acquisto di un volo a/r su Lisbona. Alla peggio avremmo ripiegato su un “on the road” in Portogallo e Algarve. Ma quando ho iniziato a documentarmi a dovere ed ho visto le prime immagini in rete sulle Azzorre ho capito che era la scelta giusta ed ora posso affermare con grande soddisfazione che la vacanza è si è rivelata molto al di sopra delle aspettative ed è una destinazione dove mi piacerebbe tornare.

12 AGOSTO

Siamo partiti il 12 agosto alle 15,45 da Bologna con un volo di linea della TAP. Ho acquistato i biglietti direttamente sul sito della compagnia aerea verso la fine di Aprile quando i costi erano, ahimè, già lievitati. La voce Biglietti aerei sarà quella che inciderà maggiormente su questo viaggio, quindi se siete obbligati a viaggiare ad Agosto, tanto prima prenotare quanto meglio. Per darvi un’idea il biglietto A/R Bologna- Lisbona per una persona mi è costato 400 €! Ho cercato altre soluzioni con diverse compagnie ma il risparmio era talmente ridotto che alla fine ho optato per la compagnia di bandiera portoghese.

Il volo dura quasi 3 ore. Una volta arrivati a Lisbona ci siamo diretti subito all’Ufficio del Turismo per acquistare la Lisboa Card. Trovate un Ufficio del Turismo anche dentro l’aeroporto ed è comodissimo.

Fino all’ultimo siamo stati indecisi tra l’acquisto della Lisboa Card e la 7 Colinas. La prima permette di utilizzare tutti i mezzi pubblici e dà diritto all’ingresso gratuito nei siti di maggior interesse turistico. A seconda di quanto lungo sarà il vostro soggiorno potete scegliere tra card della durata di 24, 48 e 72 ore. È valida anche nella cittadina di Sintra e Cascais ma noi la sfrutteremo solo a Lisbona. La card 7 Colinas, più semplicemente è una tessera da usare solo sui mezzi di trasporto pubblico che va ricaricata come una scheda prepagata. Simulando due conti sulla base a quello che avevamo in mente di visitare ci è sembrato che la Lisboa Card fosse per noi più conveniente. Importante: la Lisboa Card non è un biglietto salta coda, anche se avete diritto all’ingresso gratuito dovete mettervi pazientemente in coda come tutti gli altri e vale la regola “chi primo arriva meglio alloggia”. Da questo punto di vista vi confesso che agosto, essendo il periodo di maggiore affluenza turistica, è stato un delirio tanto da dover rinunciare ad alcune attrazioni. Il costo della Lisboa Card da 72 ore è di 40 € a testa e la sua validità scatta dal momento del primo utilizzo, quindi fate bene i conti!

Per raggiungere l’Hotel Turim Restauradores (costo € 395 per 4 notti) prenotato su booking utilizziamo la metro. Non usiamo subito la Lisboa Card ma compriamo un biglietto di corsa singola. I biglietti si possono comprare comodamente ai distributori automatici. La metro di Lisbona sembra pulitissima e ben organizzata. Ci sono 4 linee principali e per raggiungere il nostro Hotel dovremo fare qualche cambio. L’Hotel si trova a due passi da Piazza Restauradores, proprio di fianco all’Elevador da Gracia, in Rua da Gracia, uno dei tanti elevadores (funicolari) della città e che solo Lisbona può vantare. Immaginate la piccola carrozza di un trenino che permette di raggiungere i punti più alti della città senza dover arrancare su salite con pendenze vertiginose. Dovete infatti sapere che Lisbona è stata costruita su 7 colli ed effettivamente camminando tra le sue vie ci rendiamo ben presto conto di questa particolare morfologia. Un continuo sali – scendi che vi garantirà glutei di marmo!

Assicuratevi solo di avere scarpe collaudate e comode, ho visto più di una persona a fine giornata arrendersi e camminare scalza con i sandali in mano ma Lisbona, per quanto affascinante, non è esattamente una città che si può definire pulita.

L’Hotel Turim Restauradores è pulito e dotato di tutti i comfort necessari anche se le camere non sono grandissime. Nei giorni a venire ci renderemo conto della sua perfetta ubicazione, per cui se avete in programma anche solo un week end lungo a Lisbona ve lo raccomando, io stessa ci tornerei.

Nel frattempo si sono già fatte le 20,00. Tempo di mollare le valigie in camera per poi inerpicarci su Rua da Gracia; La salita è impegnativa ma il transito delle due funicolari è talmente affascinante che tra una foto e l’altra siamo in cima al Belvedere senza rendercene conto. Il Belvedere Petro Alcantara è uno dei tantissimi miradouro che caratterizzano questa città così peculiare. Nella mia seppur breve permanenza a Lisbona avrò modo di visitarli praticamente tutti ma questo, forse perché è stato il primo, rimarrà il mio preferito. Ad animare il Belvedere troviamo sia bancarelle con prodotti d’artigianato che chioschi con bibite e panini.

Ci buttiamo nelle strette vie che formano il Chiado, alla ricerca di un ristorantino dove cenare. Ci sono centinaia di locali: dove mangiare, dove bere soltanto, dove ascoltare il fado…la nostra bussola gastronomica interna ci conduce ad una Taverna microscopica di quelle che piacciono a noi: Cheia de Graça. Notiamo un unico tavolino libero da due persone che ci affrettiamo ad occupare prima che sia troppo tardi. La scelta si rivelerà vincente. Cerchiamo di ordinare cose tipiche: baccalà a nata, polipo, pimiento de patron, più tipici della Galizia ma sempre ottimi, vino della casa e caffè. Tutto buonissimo per una spesa totale di 60 euro.

Stanchi dal viaggio cediamo al sonno e dopo cena torniamo subito in Hotel, avremo modo di rifarci nelle sere a venire.

13 AGOSTO

Primo giorno ufficiale di visita di Lisbona. Vi accorgerete da subito che Lisbona è una città slow, volenti o nolenti dovrete arrendervi ai ritmi lenti della capitale lusitana. La colazione non era inclusa nella tariffa dell’Hotel e anche se disponibile pagandola a parte preferiamo una delle tante caffetterie che animano Plaza do Rossio, una delle piazze più famose della città, distante 5 minuti scarsi a piedi dall’Hotel. Qui abbiamo un primo assaggio non solo dei buonissimi pastel de nata, che diventeranno un appuntamento mattutino fisso, ma anche del mood rilassato che caratterizza la vita dei portoghesi.

Plaza do Rossio, ufficialmente Praça Dom Pedro IV, è il centro della Baixa di Lisbona, luogo dove sono soliti darsi appuntamento tanto i locali come i turisti. Al centro della piazza si erge la statua di Pietro IV del Portogallo, il Re Soldato. Sono rimasta quasi ipnotizzata dal lastricato della piazza, una geometria di morbide onde chiare e scure che cullano chiunque decida di attraversarla.

Dopo colazione percorriamo Rua Augusta fino a Praça do Comércio, un’altra piazza fondamentale della città. Rua Augusta è una zona pedonale dove si trovano numerosi negozi e bancarelle di venditori ambulanti, un luogo ideale per lo shopping.

Passiamo davanti l’ elevador Santa Justa, un enorme ascensore di ferro battuto di grande suggestione architettonica che collega la Baixa al Barrio Alto. L’Elevador de Santa Justa è nato come mezzo di trasporto ma è poi diventato una vera e propria attrazione turistica. Già dalla sua inaugurazione nel 1902 aveva riscosso grande entusiasmo del pubblico e visto che dalla sua terrazza si gode di una straordinaria vista sulla Baixa è diventato velocemente uno dei principali belvedere della città. Nonostante fosse ancora presto notiamo già una coda infinita. Per curiosità mi avvicino ad una delle persone in testa alla coda che mi informa di essere in attesa da circa un’ora. Capiamo che mai e poi mai utilizzeremo questo elevador ma non temete, se nemmeno voi volete sorbirvi code cosi lunghe il belvedere è comunque raggiungibile a piedi.

Giunti in fondo a Rua Augusta saliamo sul Grande Arco Trionfale della città, progettato al tempo del Marchese di Pombal ad ornamento del lato nord di Praça do Comércio. Simboleggia la forza di Lisbona che è rinata dopo che la furia della terra, del fuoco e del mare l’hanno rasa al suolo durante il tragico terremoto del 1755. Con la Lisboa Card abbiamo diritto all’ ingresso gratuito e possiamo godere di una bella prospettiva dall’alto del fiume Tago e di Rua Augusta che, come dicevo, è uno dei centri nevralgici della città con la sua tipica pavimentazione di cubi di pietra bianca e nera che si alternano.

A seguire visitiamo il Lisboa Story Center, un interessante museo interattivo con audioguida in italiano che ripercorre la storia di Lisbona dai primi insediamenti fino ai giorni nostri. I principali avvenimenti della città sono spiegati in modo sono chiaro e per nulla noioso, davvero suggestiva la ricostruzione del terribile terremoto che la distrusse nel 1755. È il posto perfetto per cominciare la visita di Lisbona e con la Lisboa Card ingresso e audio guide sono gratuite.

La cultura mette appetito, si sa, cerchiamo di raggiungere il Mercado da Ribeira, il bellissimo mercato coperto della città di Lisbona. Oltre alla vendita di prodotti freschi come carne, pesce, verdure e fiori dal 2014 è diventato un noto food court, famoso con il nome di Time Out Market. Oltre 40 stand severamente selezionati da critici culinari di tutto il mondo dove potrete assaggiare veramente di tutto. Questo in linea teorica, perchè poi dal lato pratico è sempre affollatissimo e il rischio è di trovarsi con ciò che si è ordinato in mano ma senza il posto per sedersi o anche solo per appoggiarsi. Ci rendiamo presto conto che avremmo dovuto attendere un tempo spropositato.

Non ci scoraggiamo anche perché arrivando abbiamo notato Casa da Cid, una trattoria a conduzione familiare come quelle di una volta e dove mangia la gente del posto. I sapori semplici ma genuini, uniti alla freschezza del cibo, sono il loro biglietto da visita. Abbiamo ordinato sardine grigliate accompagnate da un vassoio di insalata, pomodori e cipolla bianca talmente fresca e gustosa che sarei rimasta soddisfatta anche se avessi mangiato solo quella. Con acqua, vino e caffè abbiamo speso un totale di € 26,80. Per quanto potesse essere stato carino pranzare al mercato la nostra scelta non regge il confronto.

Dopo pranzo raggiungiamo la Alfama, con lo scopo di visitare il suo dedalo di stradine.

Sempre a piedi attraversiamo nuovamente Plaza do Comercio, saliamo verso la Cattedrale del Se dove ci fermiamo per una veloce visita, per poi raggiungere il Miradouro Santa Lucia, una terrazza meravigliosa che si affaccia sul Tejo. Il piccolo giardino con le panchine e una sorta di porticato adornato da bouganville e tanti tanti azulejos lo rendono uno degli angoli più apprezzati di Lisbona. A soli due passi da qui trovate il Miradouro das Portas do Sol. Nonostante i numerosi visitatori si riesce sempre a ritagliarsi un momento per sé e assaporare una delle viste panoramiche migliori di tutta Lisbona. Qui ci accomodiamo a bere una bibita fresca in uno dei bar che si affacciano sul belvedere, dopo tutto abbiamo appena detto che dobbiamo calarci nei ritmi lenti della citta, giusto?

Ritemprati nel corpo e nello spirito, siamo pronti per buttarci nell’Alfama. Girate a caso, non esiste un percorso migliore di un altro, il bello dell’Alfama è perdersi nel dedalo dei suoi vicoli, tra muri scrostati, panni stesi, azulejos e signore anziane sedute sulla porta di casa. Chi chiacchere con la vicina, chi offre ai turisti la ginjinha fatta in casa, il tipico liquore portoghese a base di amarene, zucchero, acqua e cannella.

Torniamo al Miradouro Santa Lucia e in barba ai pronostici riusciamo a salire sul tram 28, un altro must di Lisbona, lo storico tram giallo che stride e sferraglia per le strette vie dei quartieri di Graca, Alfama, Baixa e Estrela. In alcuni punti le strade sono talmente strette che spesso i pedoni devono cedere il passo al tram o rischiano di venire piastrati. Non faremo il percorso completo perché salire al capolinea e fare il giro completo, almeno ad agosto, è un’impresa impossibile. Noi siamo saliti circa a metà e siamo arrivati fino alla stazione finale di Matrim Moniz e possiamo ritenerci molto soddisfatti dell’esperienza. Prestare solo molta attenzione ai borseggiatori. Anche il costo del biglietto del tram 28 è incluso della Lisboa Card e potete salirci tutte le volte che volete, sempre nei limiti della durata della vostra card (24,48 o 72 ore)

Torniamo in Hotel per una doccia prima di cena, come prima giornata è stata intensa.

Per cena torniamo in una zona dove siamo passati in mattinata, vicino alla stazione ferroviaria del Rossio, facilmente riconoscibile dalla sua imponente facciata. La scelta ricade su Osteria Duque, una minuscola osteria dove i tavoli sono cosi vicini tra loro che si mangia attaccati agli altri clienti ma per noi questo non è mai stato un problema, semmai un plus. Ordiniamo caldo verde (una tipica zuppa locale) e dell’ottimo pesce alla griglia, il tutto contornato da un servizio impeccabile e camerieri cordiali e simpatici. Con acqua, vino e caffè la spesa totale sarà di € 50 euro.

Questa è una zona piena zeppa di locali, avrete solo che l’imbarazzo della scelta. La mia esperienza mi porta ad affermare con una certa sicurezza che qui a Lisbona la qualità del cibo è inversamente proporzionale all’ ampiezza del locale. Cercate quindi le piccole osterie o taverne dove mangiano i locali, sono senza dubbio i posti migliori.

14 AGOSTO

Per il nostro secondo giorno a Lisbona abbiamo in programma la visita del quartiere di Belem. Belem è un piacevole quartiere a 7 km dal centro di Lisbona dove potrete trovare i monumenti più iconici della città e fare una scorpacciata di pastel di nata cucinati secondo la ricetta originale.

Ci svegliamo di buon’ora e andiamo a fare colazione alla Confiteria Nacional in Praca Figueira, la piazza adiacente al Rossio, sempre a 5 minuti a piedi dal nostro hotel. La Confiteria Nacional è la pasticceria più antica di tutta Lisbona e solo per questo merita una visita. Entrando nella Confiteria Nacional vi sembrerà di essere stati catapultati in un’altra epoca tra specchi, cristalli, tavolini vecchio stile e mobili d’epoca. Il vero fiore all’occhiello della pasticceria è la scalinata di legno che porta al salottino del piano superiore, arredato nello stesso stile. Ordiniamo caffè con leche e pastel de nata anche se di lì a poco assaggeremo quelli originali di Belem.

Scegliamo di fare colazione a Praca Figueira non solo per provare questa pasticceria tanto decantata ma anche perché la piazza è il capolinea del tram nr. 15 che ci porterà a Belem. Essendo il capolinea abbiamo più possibilità di sederci, cosa impossibile nelle fermate successive quando il tram viene letteralmente preso d’ assalto dai turisti diretti a Belem, che a breve scoprirò essere la zona più congestionata di tutta Lisbona. Il Tram impiega una mezz’ora abbondante prima di arrivare a destinazione, tante sono le persone che salgono ad ogni fermata.

Il primo monumento che volevamo visitare è il Monastero dos Jeronimos, dichiarato assieme alla Torre di Belem patrimonio dell’Unesco. È un vero gioiello, in perfetto stile manuelino, uno stile artistico tipicamente portoghese che mescola elementi tardo-gotici e rinascimentali e venne costruito per celebrare l’epica impresa di Vasco de Gama, che nel 1497 aprì la strada per le Indie.

Arriviamo a Belem verso le 10,00 e davanti Monastero dos Jeronimos c’è già una coda improponibile. Con la Lisboa card l’ingresso è gratuito ma come già spiegato non dà diritto a fila prioritarie o salta coda. Avevo letto che bisognava arrivare presto ma non avrei mai pensato di trovare così tanta gente. Mi ero già messa l’anima in pace per la Torre di Belem ma al Monastero ci tenevo. Ci mettiamo in coda speranzosi che fosse almeno veloce ma dopo mezz’ora non solo iniziava a fare caldo ma avevamo avanzato di pochissime posizioni. La situazione stava diventando insostenibile e proprio mentre valuto di rinunciare sento due ragazze italiane che confabulano tra di loro. Avevo notato una seconda coda presso il Museo Archeologico, proprio adiacente al Monastero dos Jeronimos. La cosa mi aveva un po’ stupito ma ci possono essere anche persone interessare all’archeologia. In realtà scopro che visitando il Museo Archeologico è possibile fare già il biglietto per il Monastero dos Jeronimos. Dopo aver visitato o fatto finta di visitare il museo archeologico, biglietti alla mano si può entrare al Monastero dos Jeronimos saltando la coda. Non tutti sono a conoscenza di questo trucchetto e quindi la coda è molto più veloce. Purtroppo lo vengo a sapere troppo tardi, ora anche la coda per il Museo Archeologico si è raddoppiata e davvero non ho più energie per stare immobile sotto il sole. Riproverò domani.

Ci spostiamo al Padrão dos Descobrimentos (il monumento delle scoperte) uno dei monumenti più iconici di Lisbona, un’enorme caravella in pietra bianca che si staglia maestosa contro il cielo azzurro di Lisbona. Eretta in onore dei naviganti portoghesi, raffigurati sulla parte ovest del monumento in maniera estremamente realistica. Sul lato opposto sono invece raffigurati i maggiori finanziatori delle spedizioni. È proprio da qui che nel 1497 salpò Vasco de Gama per il suo epico viaggio di due anni che lo portò alla scoperta della via delle Indie, sensazionale impresa che fruttò al Portogallo ingenti ricchezze. Tramite un comodo ascensore è possibile salire sulla cima e ammirare dall’alto il Mosteiro dos Jerónimos, l’estuario del Tago con la silouette rossa del Ponte XIV Aprile, la Torre di Belém e la magnifica rosa dei venti realizzata con un originale mosaico di piastrelle rosa, bianche e nere a decorazione del piazzale di ingresso del Padrão dos Descobrimentos. Con la Lisboa Card il costo del biglietto è ridotto; Un bel panorama senza coda, se siete nei paraggi valere la pena salire.

Scesi dal monumento ci dirigiamo verso la Torre di Belem, un altro monumento simbolo di Lisbona. Riesce difficile pensare che la graziosa Torre di Belem, così riccamente decorata un tempo fosse un fortino difensivo che si ergeva al centro del fiume Tago. In seguito al tremendo terremoto del 1755 il corso del fiume venne deviato e la torre occupò la posizione attuale. Non mi illudevo certo di riuscire a salire ma ci tenevo a scattare almeno una foto a testimonianza del nostro passaggio. Alla torre la situazione coda è anche peggio che al monastero. Credo che l’interno della torre possa essere carino e dare qualche spunto fotografico interessante ma trovo assurdo fare code di ore sotto il sole per una visita che comunque non si avrebbe la possibilità di assaporare a causa dell’elevato numero di persone presenti. Non so come sia la situazione il resto dell’anno, io vi riporto la mia esperienza ad Agosto che non è stata delle più felici.

Un po’ delusi da questa visita al quartiere di Belem, torniamo sui nostri passi per riprendere il tram nr. 15. Per tirarci su il morale volevamo assaggiare i famosi pastel de belem nella Antiga Confeitaria de Belém, la storica pasticceria dove sono nati i famosi pasticcini alla crema (noti anche come Pastel de Nata). Manco a dirlo anche qui la coda per entrare è chilometrica.

Ora l’amarezza lascia il posto alla incazzatura più pura. Torniamo nel centro della città con il tram nr. 15 e anche se abbiamo concluso poco e niente la mattinata è andata ed è giunta l’ora di pranzo. Decidiamo di provare una locanda veramente tipica, dove il giorno prima avevamo visto in coda molti operai in pausa lavoro, una sorta di tavola calda, poco distante dalla Chiesa Do Carmo.

Da Praca Figueira risaliamo verso la stazione dei treni di Rossio, ci arrampichiamo su una delle innumerevoli scalinate che dalla Baixa conducono al Barrio Alto, fino a raggiungere la stessa via dove abbiamo cenato la sera prima per andare a pranzo da Super Mario, Rua do Duque 9

È l’ora di punta e anche qua c’è un po’ da attendere ma mai tanto quanto a Belem. Fatichiamo un po’ a capire il funzionamento di questa tavola calda, anche perché nessuno parla una lingua a me conosciuta. Osservando un po’ il via vai capiamo che ci si siete autonomamente nei primi posti che si liberano, quindi si condivide la tavola con chi è già seduto. Si scrive il proprio ordine su un tovagliolino di carta che si allunga al volo al cameriere e si aspetta pazienti la propria comanda. Ordiniamo pesce spada alla griglia che viene sempre servito con insalatina e pomodori di contorno. Le porzioni sono enormi e il pesce squisito. È un posto molto ruspante ma autentico, per chi vuole assaporare la cucina locale a prezzi veramente modici. Peccato non sapere il portoghese per poter fare un po’ di conversazione con la gente del posto. Ci ho provato con un mix di italo-spanglish ma stava diventando un dialogo tra sordi. Costo € 18.

Usciti dal ristorante andiamo a prendere un caffè nella piazzetta davanti al Convento do Carmo e approfittiamo della quasi assenza di coda per entrare a visitarla. L’ ingresso è incluso nella Lisboa Card.

Come abbiamo appreso ieri presso il Lisboa Story Center, il suggestivo complesso del Convento do Carmo di cui oggi rimane solo lo scheletro, è stato distrutto dal terremoto del 1755 che il 1 novembre, durante la festa di Ognissanti colpì la città di Lisbona riducendola ad un cumulo macerie e provocando anche innumerevoli incendi. Dopo il terremoto e i vari incendi, il mare per effetto del sisma si ritirò per alcuni metri e un violento tsunami si abbatté sulla città, mietendo altre vittime e distruggendo altri edifici.

Durante questi tragici eventi il tetto e le volte del Convento do Carmo crollarono rovinosamente, lasciando l’edificio scoperto. Da subito vennero presentati diversi progetti per ricostruirla ma poi per scelta non è mai stata ristrutturata, a memoria di quella tragedia. La visita di questa chiesa, o dei suoi resti, è molto suggestiva, le sue arcate gotiche sembrano sorreggere il cielo, che tra quelle rovine grigie appare ancora più azzurro del solito. Annesso al Convento do Carmo si trova il Museo Archeologico (MAC), ma il nostro vero interesse sono i resti della chiesa e ammetto di non essermi soffermata a visitare il museo.

A poca distanza dalla chiesa potete raggiungere il famoso belvedere dell’elevador de Santa Justa. Come vi avevo anticipato senza fare ore e ore di coda potete gustarvi ugualmente l’incredibile panorama che si gode dalla terrazza.

Scendiamo nuovamente verso Rossio per prendere la metro e dirigerci all’Oceanario, fermata Oriente. L’Oceanario di Lisbona sorge nel quartiere Parque das Nações, un quartiere costruito in occasione di Expo ’98 da un progetto dell’architetto americano Peter Chermayeff, una zona moderna della città dove vale la pena prendersi un momento di pausa dalla Lisbona storica, ricca di fascino ma talvolta un po’ caotica. Stufa delle continue code durante il pranzo ho acquistato i biglietti on line (costo € 18 a persona), ho presentato il mio voucher elettronico direttamente dal cellulare e siamo entrati in tempo zero. L’ Oceanario di Lisbona viene celebrato come uno dei più grandi acquari del mondo. Avendo visto quello di Genova, di Valencia e Barcellona questo mi è sembrato più piccolo rispetto agli altri ma ciò non vuol dire che non sia bello. La visita si concentra intorno alla vasca centrale che è immensa e ospita una quantità e varietà di pesci incredibile tra cui razze, mante e squali! Fa sempre un certo effetto vedere uno squalo cosi da vicino, anche se io ero all’asciutto e uno spesso vetro ci separava. In uno spazio aperto avrete modo di vedere i pinguini, le pulcinelle di mare e le lontre che ci hanno deliziato con uno spettacolo tenerissimo, nuotando di schiena mentre si grattavano la pancia. Per il giro completo calcolate circa 1 ora e mezzo – 2 ore. La visita è stata molto piacevole ma c’era parecchia gente e la calca di adulti e bambini urlanti attorno alle vasche ha reso l’esperienza un po’ sofferta.

Torniamo a prendere la metro per fare ritorno in Hotel. Anche oggi è stata una giornata intensa.

Per Cena ci attende uno spettacolo di Fado presso il ristorante Sr. Vinho, in Rua do Meio a Lapa, proprietà del poeta José Luis Gordo e della cantante di fado Maria da Fé che oggi è il direttore artistico degli spettacoli. La prenotazione è obbligatoria per cui mi ero organizzata prima di partire mandando una email. Questo ristorante era segnalato nel diario un altro TPC e guardando il sito mi sembrava carino. Avevamo il desiderio di cenare ascoltando il Fado ma non volevamo finire in una trappola per turisti e Sr. Vinho è considerato una delle migliori case di fado di Lisbona. Se da un lato ero curiosa di assistere ad uno spettacolo di Fado dall’altro lato temevo potesse risultare noioso, invece la serata si è rivelata estremamente piacevole e positiva. Un po’ meno il conto, decisamente al di sopra della media, ma adeguato al contesto e al livello di quanto offerto. C’era qualche turista ma la clientela era prevalentemente portoghese, a dimostrazione che non era assolutamente un posto turistico e se siete interessati ad uno spettacolo di Fado di un certo livello ve lo consiglio.

15 AGOSTO

Ultimo giorno a Lisbona, abbiamo ancora tante cose da vedere ma prima ho un conto in sospeso da saldare, il Monastero dos Jeronimos.

Forte dell’esperienza della giornata precedente mi organizzo per essere davanti alla biglietteria alle 8.30, esattamente un’ora e mezza prima dell’apertura. Ho anche modo di fare colazione con tutta calma con i famosi pastel de Belem nella Antiga Confeitaria de Belém ancora vuota. Ho provato altre pasticcerie in città ma i pastel de Belem sono i più buoni in assoluto. Vi assicuro che, se anche non fossi riuscita ad entrare nel Monastero, quei pasticcini caldi appena sfornati già da soli valevano l’alzataccia.

A quest’ora davanti al monastero non c’è ancora nessuno, una sensazione davvero strana se ripenso a ieri mattina. Faccio una veloce visita alla chiesa di Santa Maria, adiacente alla biglietteria. Una luce soffusa che entra dalle finestre illumina l’interno gotico di questa chiesa dove è sepolto l’esploratore Vasco de Gama e il poeta Luís Vaz de Camões. Alle 9,00 in punto mi piazzo davanti alla biglietteria dove c’erano due turiste francesi con le quali ci scambiamo uno sguardo di intesa e anche un po’ di compatimento perché bisogna essere davvero motivati per mettersi in coda un’ora prima della apertura della biglietteria. Alle 9,30 inizia a formarsi una coda più consistente, e mano a mano che si aggiungono persone su persone credo che la mia idea sia stata quella vincente. Sarò la terza ad entrare e avrò il chiostro tutto per me. Un momento che durerà poco ma avrò il tempo di scattare qualche foto senza nessuno tra i piedi. Ho dedicato una mezz’oretta alla visita del monastero che valeva davvero la pena.

Rientrando in città mi sono voluta togliere il secondo sfizio della giornata fermandomi alla LX Factory.

La LX Factory è ubicata proprio sotto il Ponte rosso XV Abril, nel quartiere di Alcantara. È un ex complesso industriale un tempo sede Companhia de Fiação e Tecidos Lisbonense, una delle stamperie portoghesi più importanti. Dopo anni di totale abbandono e inutilizzo l’area è stata riqualificata e portata a nuova vita, pur mantenendone la struttura originale. Oggi si trovano atelier, negozi di design, spazi creativi, uffici e ristorantini di ogni genere. Un luogo dove la creatività fa da padrona e ogni forma artistica è incentivata. Passeggiando tra gli edifici che compongono la LX Factory troverete murales di ogni tipo che sono delle vere opere d’arte ma potrete anche imbattervi in decori ancor più fantasiosi.

Per chi come me ama follemente i libri lo spazio più interessante è sicuramente la libreria Ler Devagar, una libreria indipendente fondata nel 1999. Gli scaffali stipati di libri di ogni genere in lingua portoghese ed inglese occupano ben tre piani collegati tra loro da scale in ferro. E se la mole di carta non fosse sufficiente a lasciarvi a bocca aperta, dal soffitto pende un enorme bicicletta alata che si sicuro non lascia indifferenti.

Uscendo dalla libreria veniamo avvolti dal profumo che esce dai ristoranti dislocati lungo il corridoio centrale e visto che nel frattempo si era fatta ora di pranzo decidiamo di assecondare la gola. Ci sediamo ad un tavolo del ristorante CANTINA quello che tra tutti i ristorantini presenti mi aveva colpito maggiormente. Pesce alla griglia, seabream (orata) formaggino di capra, € 40,50.

Sempre con il tram nr. 15 torniamo a Praca Figueira. La prossima tappa è il castello di Sao Jorge, fortificazione costruita dai Mori a metà del XI secolo che tutt’oggi domina dall’alto la città di Lisbona.

Attraversiamo Rua Madalena per prendere l’elevador da Baixa, un moderno ascensore che semplificherà la nostra ascesa al castello. Nel dirigerci verso l’ascensore ci imbattiamo nel Escadinhas de S. Cristóvão, dove un gruppo di artisti hanno realizzato un impressionante murales dedicato al Fado, regalando a Lisbona un angolo davvero unico che vale la pena essere immortalato.

Al castello c’è coda ma scorre veloce. Con la Lisboa Card abbiamo diritto a uno sconto sul costo di ingresso. Vi sarete ormai accorti che questa carda è davvero conveniente. La visita del castello è abbastanza veloce anche perchè sono rimaste solo le mura ma vale la pena visitarlo per la spettacolare vista a 360 gradi su Lisbona che offre il Mirador Sao Jorge, si vede bene anche il ponte del XV Aprile (molto simile al Golden Gate di San Francisco ) in tutta la sua lunghezza incluso il Cristo di Lisbona.

Fatto un giro attorno ai bastioni ci addentriamo all’interno della fortezza per visitare la camera oscura. La guida è stata bravissima nel mostrarci come con un sapiente gioco di specchi si può avere una veduta di Lisbona a 360 gradi in tempo reale. Impressionante come la lente riuscisse a mettere talmente a fuoco che in certi punti si distinguevano chiaramente le persone camminare o le fronde degli alberi muoversi con il vento.

Finita la visita del castello raggiungiamo il Mirador da gracia e da Mirador da Monte che in linea d’aria sono vicini sopra il castello ma essendo tutto in super salita gambe e polpacci hanno un po’ sofferto. Il Mirador da gracia è forse il belvedere più conosciuto dai turisti, situato nell’omonimo quartiere Gracia, proprio di fronte alla chiesa. Nel piazzale antistante la chiesa trovate un piccolo chiosco con tavolini a cui sedersi per godersi la vista in tutta tranquillità. A breve distanza dal Miradouro de Graça ma bisogna guadagnarselo. Se siete a piedi come noi dovrete inerpicarvi per una bella salita, si trova il Mirador Nossa Senhora do Monte, il punto panoramico più alto di Lisbona. Qui non ci sono chioschetti ma solo un paio di panchine. Da quassù avrete Lisbona letteralmente ai vostri piedi.

Per tornare verso la Baixa non rifaccia la stessa strada dell’andata ma ne prendiamo un’altra che ci fa entrare nel cuore di Mouraria. Mouraria è un quartiere popolare di Lisbona che si estende tra la zona di Intendente, Martim Moniz e il Castello di São Jorge. Vie strette e tortuose che si snodano tra case ricoperte da azulejos e panni stesi ad asciugare. È una zona che non è ancora stata stravolta dal turismo di massa e non è più il quartiere malfamato che si vocifera fosse un tempo, dove poveri ed immigrati venivano relegati in case anguste che a faticava vedevano la luce del sole. Mouraria è ancora oggi un crogiolo di razze. Cinesi, pakistani, cingalesi, indiani, arabi ed africani popolano Mouraria con i loro negozi e ristoranti. Per un attimo vi sembrerà di essere stati catapultati in Asia. Non mancano gli individui dallo sguardo truce che potranno mettervi in suggestione ma non temete, sono inoffensivi. Oggi Mouraria da quartiere malfamato, fulcro della micro criminalità è un quartiere da riscoprire, grazie alla riqualificazione portata avanti dal comune. E se siete amanti della Street Art qui avrete da divertirvi.

Da qui abbiamo ripreso la metro fino a Rossio.

Abbiamo ancora una missione prima di salutare Lisbona, l’Elevador da Bica, la funicolare più fotografata di Lisbona, collega Largo do Calhariz a Rua de São Paulo, una discesa vertiginosa che attraversa case colorate con il fiume Tago sullo sfondo, regalando uno scorcio davvero unico. Grazie alla Lisboa Card potete divertirvi a salire e scendere anche più volte gratuitamente.

Ceniamo in zona presso il Ristorante A Floresta da Estefânia, in Rua Cidade da Horta 39. Una trattoria frequentata prevalentemente da portoghesi e devo dire che il cibo era ottimo, il servizio veloce e puntuale e il conto ancora una volta modesto. Come d’abitudine ordiniamo tutto a base di pesce, per una spesa di 47 € totali. Non è un posto turistico e i camerieri parlano solo portoghese ma non avrete problemi a farmi capire. Se amate l’atmosfera delle vecchie osterie a conduzione famigliare è il posto giusto.

16 AGOSTO

Oggi lasciamo Lisbona per spostarci a Sintra, dove pernotteremo due notti presso la Guest House Cosy Sintra prenotata tramite booking al costo di € 180 con colazione. L’ho scelto grazie alle numerose recensioni positive e non posso che confermarle. Ma prima dobbiamo tornare in aeroporto per recuperare la macchina presa a noleggio tramite il sito rentalcars, è una delle più grandi agenzie online di autonoleggio a breve termine che mette a confronto le diverse tariffe proposte dai diversi operatori della località di interesse. Mi era stato consigliato da un amico e anche se in rete si leggono recensioni di tutti i tipi, mi sono fidata del suo consiglio e mi sono trovata molto bene. Il costo del noleggio per due giorni è stato di € 188. Se viaggiate tra Luglio e Agosto, periodo di altissima stagione è quasi obbligatorio prenotare l’auto prima della partenza per non rischiare di rimanere a piedi per overbooking.

Raggiungiamo l’aeroporto sempre con la metro e con grande disappunto ci troviamo a fare una fila chilometrica ai banchi della Europecar dove dovremo attendere più di un’ora per ritirare l’auto. Questo non vuole assolutamente essere una critica alla compagnia di noleggio, solo una conferma di quanto vi ho appena detto, in alta stagione tutte le compagnie di noleggio, nessuna esclusa, solo letteralmente prese d’assalto e abbiamo visto più di una persona appiedata per non avere nessuna prenotazione.

Finalmente a bordo di una Renault Clio ci spostiamo verso Sintra che dista solo 40 km da Lisbona. In alternativa molti turisti raggiungono Sintra in treno, c’è addirittura chi si limita ad una gita di una giornata ma a noi piaceva l’idea di essere indipendenti e avere il tempo di visitare anche la costa.

Se come noi siete automuniti prima di arrivare a Sintra vi consiglio una breve visita al Palazzo Nazionale di Queluz, noto anche come la “Versailles” del Portogallo, anche se il paragone forse è un po’ azzardato. Un bel palazzo di fine Settecento, nato come residenza estiva reale. Dall’esterno la struttura sembra enorme ma il palazzo in realtà non è grandissimo. Merita una visita non solo per i suoi interni con ampie sale affrescate ed eleganti saloni ma anche per gli splendidi giardini, con fontane, piante di varie specie e bellissimi azuleios. Biglietti acquistati on line con scontati (15% nel periodo del mio acquisto) sul sito www.parquesdesintra.pt mentre acquistavo i biglietti per il Palazzo Da Pena e il Castello Moresco che visiteremo a Sintra.

Arrivati a Sintra, in attesa che di poter fare check in (possibile dalle 15,30 in poi), inganniamo il tempo mangiando qualcosa in una graziosa piazzetta poco distante dalla Guest House ma in tempo zero il bel sole che ci ha accolto al nostro arrivo lascia spazio ad una fitta nebbia che potrebbe tranquillamente competere con quella che avvolge la Pianura Padana a novembre. Lo avevo letto su molte guide ma non pensavo che anche ad Agosto potesse essere un fenomeno così frequente. La visita del Palazzo da Pena e del Castello Moresco è necessariamente rimandata al giorno successivo.

Seguiamo il consiglio della titolare della Guest House e ci spostiamo verso Cascais, distante solo 15 chilometri ma essendo ubicata su un altro versante è certa che troveremo bel tempo.

Per raggiungere Cascais facciamo la strada litoranea, un po’ più lunga ma molto panoramica dove troviamo scorci fantastici. Vediamo una stradina secondaria che indica spiaggia Do Abano. Non abbiamo idea di dove stiamo andando, semplicemente assecondiamo la nostra curiosità che ci conduce ad un fortino abbandonato ma dove la natura selvaggia, aspra e variegata della costa del Portogallo ci lascia a bocca aperta. Abbiamo ritrovato il sole ma il vento è così forte che non appena scendiamo dall’auto per scattare qualche foto quasi non riesco a stare in piedi, si camminare a fatica per il forte attrito. Nella spiaggia adiacente i surfisti sfruttando il forte vento per divertirsi sulle onde. Questo è sicuramente l’angolino ideale per romantici tramonti solitari ma oggi rischiamo di venire spazzati via.

Scendendo verso Cascais facciamo un’altra tappa fotografica alla Boca do Infierno. Un’alta scogliera dove l’acqua del mare entra all’interno di una fenditura naturale, chiamata appunto Boca do Infierno. Quando il tempo è brutto e il mare è agitato ci sono onde alte anche 10 metri che si infrangono contro la scogliera, rendendo questo posto sicuramente d’effetto. Oggi nonostante il forte vento non era nulla di speciale ma, se siete di passaggio a Cascais, vale la pena venire sino a qui ad ammirare il paesaggio e a scattare qualche fotografia. Ovviamente non è possibile fare il bagno, perché ci sono solo dirupi e pareti a precipizio. Cascais un tempo era un piccolo paesino di pescatori, oggi è una popolare meta di villeggiatura. Il vivace centro storico è molto carino, ordinato, ricco di negozietti e ristoranti, mi ha ricordato la nostra Milano Marittima. L’ unica pecca, per i miei gusti, è che è davvero molto molto “turistico”. Decidiamo di fermarci per cena e dopo avere consultato Tripadvisor identifichiamo il Pica Pica Tapas, un locale dal servizio rapido, cortese e con un eccellente rapporto qualità-prezzo. Ordiniamo crocchette di baccalà, sardine, pesce alla griglia, birra, caffè, totale 35€!

Facciamo ritorno a Sintra dove, svuotate le tasche da tonnellate di sabbia, andiamo a dormire sperando che domani il meteo sia migliore.

17 AGOSTO

Le previsioni oggi dovevano essere positive ma appena svegli il cielo è coperto, tira vento e c’è una fitta nebbia. Ce la prendiamo con più calma rispetto al previsto ma è l’ultimo giorno a disposizione per vedere il Castello dei Mori e il Palazzo da Pena per cui, anche se il cielo non dovesse rischiararsi, ci dovremo accontentare. Raggiungiamo il centro di Sintra con un bus di linea, la fermata è a due passi dalla Guest House. Raggiunta la stazione ferroviaria dobbiamo cambiare bus e prendere un altro bus di linea, il 434 che collega la stazione ferroviaria con il centro della cittadina, il Castello dei Mori e il Palazzo de Pena ma con stupore e disappunto vediamo una fila chilometrica di persone in attesa. Non credevo ai miei occhi. Oltre ai numerosi turisti che hanno pernottato a Sintra ci sono anche tutte le persone che hanno raggiunto Sintra in treno da Lisbona per una gita giornaliera.

Mi renderò ben presto conto che Sintra è presa d’assalto da un turismo selvaggio inimmaginabile: strade congestionate da pullman, tuk tuk e auto che cercano invano di parcheggiare e nel tentativo di fare manovra creano dei veri e propri ingorghi. Gente ovunque e code per qualunque cosa. Se siete stati a Sintra in pieno Agosto sapete che questa descrizione non è esagerata ma uno spaccato della realtà. Non vi dico di non andare, ma voglio che siate ben coscienti di cosa vi attende. Per ottimizzare i tempi compro al volo 2 biglietti per il turistico bus hip hop, che costa molto di più del bus di linea ma in 10 minuti sarebbe partito. Il costo sarà di 20 € a testa, il biglietto permette di sfruttare la linea rossa che fa solo il centro e quella blu che porta fino a Cabo da Roca.

Sintra ha una conformazione molto particolare, il Castello dei Mori e il Palazzo da Pena sono arroccati su una collina raggiungibile in due modi: a piedi ma è una bella scarpinata o con auto/bus ma, come dicevo prima, al momento la strada è congestionata da ogni mezzo possibile di locomozione. Il bus impiega circa tre quarti d’ora prima di raggiungere Castello dei Mori. Da casa avevo comprato i biglietti on line sul sito www.parquesdesintra.pt, avrete così diritto non solo ad un sconto sul prezzo di ingresso (15% nel periodo del mio acquisto) ma anche la priorità salta fila. Il Castello dei Mori era un avamposto di controllo costruito nel corso del IX secolo dai Mori nordafricani per proteggere la costa atlantica e le zone interne di Sintra. Cadde in rovina dopo la conquista cristiana del Portogallo. Oggi rimane la cinta muraria tutta in pietra e ben conservata, fatta di muri, scale, camminatori e torrette da cui si apprezza una vista panoramica eccezionale su tutto il territorio circostante, in particolare il Palazzo Nazionale di Sintra e sul Palazzo da Pena. Dalla biglietteria si percorre un selciato immerso nel bosco e una volta entrati nel castello, ma ripeto non aspettatevi un castello vero e proprio, potete proseguire con una piacevole passeggiata lungo la cinta muraria. Certo se ci fosse stata meno gente sarebbe stata ancora più piacevole. Il vero problema di Sintra è che attrazioni turistiche sono mal gestite, basterebbe davvero poco per rendere le visite ai turisti più gradevoli. Ma il peggio deve ancora venire.

Il Palazzo da Pena si trova a meno di 200 m dall’ingresso del Castello dei Mori e decidiamo di raggiungerlo a piedi visto che la situazione traffico in strada non è cambiata. Il Palacio da Pena è un castello unico al mondo, un tripudio di forme e colori sgargianti, circondato da un immenso parco e arroccato sulla cima di una collina. Sarebbe l’ambientazione perfetta per una nuova favola della Walt Disney. Questa sua unicità lo ha reso uno delle destinazioni turistiche più popolari nei dintorni di Lisbona, rendendone la visita nei periodi di alta stagione un vero incubo. La coda alla biglietteria è imbarazzante, ma per fortuna avevo acquistato i biglietti on line. Dal cancello di ingresso si può salire al castello piedi, in circa 15 minuti, oppure prendere un minibus che vi porterà quasi davanti all’entrata ma sono altri 3 euro a persona che andavano pagati al momento dell’acquisto del biglietto. Non ci rimane che salire a piedi perché non avevo ben capito a cosa facesse riferimento la voce transfer e quindi l’avevo ignorata. Poco male, penso, l’importante è aver evitato la coda in biglietteria ma mi illudevo. La terrazza è talmente gremita di persone che faccio quasi fatica ad osservare l’architettura ed i decori che rendono questo palazzo unico nel suo genere.

Scopro inoltre che per vistare l’interno c’è un’altra lunga, lunghissima coda. Mi rassegno e mi armo di pazienza, se non altro è abbastanza scorrevole, in mezz’ora siamo dentro ma realizzo un dettaglio che avevo trascurato, l’intera visita si svolge in coda! c’è talmente tanta gente che l’unico modo per vedere l’interno del castello é in fila indiana lungo un percorso obbligato senza possibilità di godersi nulla o potersi soffermare un attimo su qualche dettaglio che magari ha attirato la vostra attenzione e stando ben attenti a non far cadere niente per terra perché sarebbe stato impossibile recuperarlo se non triturato dalle migliaia di piedi che seguono. È davvero troppo. Alla terza stanza giro i tacchi e non so bene come riesco a tornare alla porta di ingresso per uscire definitivamente. Dal mio sguardo torvo la ragazza che controlla i biglietti non ha avuto il coraggio di chiedermi nulla, se non farmi uscire quanto prima.

Mai visto niente di simile. Il flusso in entrata dovrebbe essere regolato come spesso accade nelle attrazioni molto visitate e basterebbe poco per rendere l’esperienza vivibile, ad esempio regolando gli ingressi ad un certo numero di persone e per fasce orarie. Ma è palese che pensano solo al guadagno e puntano a far entrare più gente possibile. Eravamo talmente incazzati che non ci siamo nemmeno soffermati a visitare il Parco, avevamo solo voglia di uscire da lì e che fosse prima possibile.

Il mio spassionato consiglio è quello di arrivare prima dell’apertura della biglietteria per essere tra i primi ad entrare, altrimenti il Palazzo da Pena va evitato con cura. Ovviamente questa è la mia esperienza ed è relativa al mese di Agosto, spero che in altri periodi dell’anno la situazione sia più gestibile.

Ci fermiamo a mangiare presso la Taverna Dos Trovadores. Vista la vicinanza con il Palazzo da Pena temevo fosse la classica trappola per turisti invece si è rivelato un locale onesto e di buona qualità. Da subito il personale può dare l’idea di avere modi rudi ma è solo apparenza, alla fine il servizio è veloce, decoroso e cortese. Come di consueto ordiniamo pesce alla griglia, birra e caffè per un totale di 42€.

Dopo pranzo torniamo alla Guest House e riprendiamo la macchina. Vogliamo scappare da questa pazza folla e ci dirigiamo verso la costa.

Visitiamo Playa Agrada, considerata una delle spiagge più belle della zona, circondata da alte scogliere e sorvegliata da due grandi falesie ricamate dai capricci del mare. La spiaggia è pulita e spaziosa ma l’oceano poco praticabile, sia per l’acqua fredda che per le forti correnti, è invece ideale per i surfer. Non resistiamo però alla tentazione di mettere in ammollo almeno i piedi ma sarà un pediluvio davvero veloce, l’acqua è gelata e il mare talmente mosso che il rischio di fare un bagno completo è pressoché inevitabile.

Successivamente ci dirigiamo verso Playa das Macas (Apple Beach) così chiamata perché una volta le mele che cadevano dagli alberi a monte del fiume Ribeira de Colares, che scorre lungo il lato meridionale della spiaggia, arrivavano fin qui.

È una spiaggia molto popolare anche perché facilmente raggiungibile con il tram storico che durante i mesi estivi e per pochi euro collega Praia das Maçãs a Sintra. Trovandosi sulla costa atlantica anche qui il vento spazza tutto e solleva fastidiosamente la sabbia. Le onde possono essere molto potenti rendendo difficile le uscite in mare anche dei surfer. Il piccolo paesino dalle caratteristiche case bianche scavate nella roccia che si affaccia su Praia das Maçãs è Azenhas do Mar. Attorno alla spiaggia sono sorti numerosi ristoranti, caffè bar e negozi di artigianato locale che hanno trasformato l’area in un gettonato punto d’incontro per gli abitanti di Sintra che sia in inverno che in estate frequentano i numerosi ristoranti famosi per il buon pesce. Alle due estremità della spiaggia ci sono piattaforme di roccia da cui si può pescare in sicurezza e una grande piscina all’aperto di acqua salata attrezzata con scivoli e trampolini dove è possibile notare quando il mare non lo consente. Da qui è possibile percorrere tutta la strada costiera fino Cabo da Roca.

Cabo da Roca è un promontorio aspro e selvaggio, un paesaggio desolato che acquista ancora più fascino se pensiamo che ci troviamo nel punto più ad ovest d’Europa. È possibile passeggiare lungo la scogliera per immortalare il paesaggio da più prospettive. Prestaste sempre attenzione a dove mettete i piedi, alcuni punti sono protetti, altri completamente esposti e la prudenza in certi frangenti non è mai troppa. Da non sottovalutare nemmeno il forte vento che è un po’ una costante di questo luogo, motivo per cui vi suggerisco di portarvi una giacca antivento e qualcosa di pesante.

Ceniamo nel centro di Sintra, ristorante Taberna. Forse un locale un po’ troppo turistico ma quale locale nel centro di Sintra non lo è? Purtroppo i due ristoranti che ci avevano consigliato erano già al completo e cosi per evitare di girare a vuoto abbiamo optato per questa taverna che da fuori non si presentava male. Ordiniamo risotto di pesce e pesce alla griglia. Servizio veloce e cortese, la qualità del cibo inferiore a quella testata fino ad ora. Il conto più o meno in linea con la media, 45 € con vino, acqua e caffè.

A Sintra ci sarebbero ancora molte altre attrazioni da vedere come il Palazzo Nacional de Sintra, la Quinta da Regaleira, il Palacio de Monserrate e il Convento dos Capuchos. Servono due giorni pieni per un tour completo che noi avevamo ma stanchi delle code chilometriche abbiamo preferito intermezzare la cultura alla costa, più solitaria e selvaggia.

Domani voliamo sulle Azzorre dove speriamo di trovare finalmente un po’ di pace.

18 AGOSTO

Rientriamo a Lisbona dove, dopo aver restituito l’auto, attendiamo il volo delle ore 15,00 delle Azzorre Air Line che in due ore e 45 minuti ci catapulta in un mondo a parte, siamo ad Horta, capoluogo dell’isola di Faial.

Faial è una piccola isola vulcanica sperduta in mezzo all’Oceano Atlantico, la prima cosa che ci ha colpito appena atterrati, oltre alla cortissima pista d’atterraggio, sono i suoi colori brillanti dove il verde e il blu fanno da padroni. Avvertiamo un clima leggermente più umido rispetto a Lisbona ma la temperatura è comunque piacevole.

Recuperati a bagagli a tempo di record, essendo il nostro l’unico volo in arrivo, ci dirigiamo ai banchi della Europecar per ritirare la nostra auto sempre noleggiata sul sito rentalcars.com (costo € 275).

Gli addetti ci accolgono con un sincero sorriso e ci danno il benvenuto sull’Isola di Faial. Su questa isola incontreremo sempre persone gentilissime e cordiali anche quando non ci sarà nessuna lingua parlata nota che ci accomuna.

A Faial pernottiamo 3 notti, alloggiando presso Villa Belgica, prenotato su booking (costo € 267 con colazione). Vila Belgica è un piccolo angolo di paradiso, che ha contribuito a rendere il nostro soggiorno ad Horta indimenticabile. Yvette, la padrona di casa dai vivaci occhi azzurri, ci accoglie con calore fornendoci ottimi consigli pratici sulla zona. Da Villa Belgica si gode di una vista pazzesca, sia sulla Marina che sull’isola di Pico l’isola di fronte. Ancora mi sogno le deliziose colazioni preparate con amore da Yvette mentre ancora un pò assonnata contemplo il Pico che mi dà il buongiorno. Quando l’operatore della Europcar mi ha chiesto dove avremmo alloggiato ed ho risposto Villa Belgica è scoppiato l’entusiasmo, mi ha detto che è uno dei migliori posti dell’isola ed ora che sono arrivata capisco a cosa faceva riferimento.

Ormai si è fatta ora di cena, domani avremo modo di andare in perlustrazione dell’isola con tutta calma.

Per ora ci limitiamo a raggiungere la zona del porto, dove si trovano un paio di ristorantini consigliati da Yvette. Optiamo per la Taverna del Pim, affacciato sulla Baia di Porto Pim, è un grazioso locale sempre molto affollato e gettonato. Il cameriere ci avvisa che i tempi di attesa sono lunghi ma non ci lasciamo scoraggiare, anzi nell’attesa facciamo amicizia con una simpatica coppia di Milano che ci fornisce ottimi consigli sull’isola e con cui alla fine ceneremo assieme. A parte il tradizionale antipasto di hummus e olive, ordiniamo una zuppa del giorno e una steak di tonno, vino caffè, per un totale di 50€.

La coppia milanese, ormai in partenza, ci conferma che le nostre prime impressioni su Faial sono corrette. È un’isola molto tranquilla, con poco traffico, strade perfette, villette bianche, placide mucche al pascolo ed enormi cespugli di ortensie, un luogo unico che accomuna i benefici di una vacanza di montagna e di mare.

19 AGOSTO

Oggi abbiamo un’intera giornata da dedicare alla visita di Faial.

Essendo un’isola piccolina se ne potrebbe percorrere l’intero perimetro in un’ora e mezza ma non è questo lo scopo della vacanza. Muniti di cartina, fornitaci da Yvette decidiamo di affrontare il giro in senso anti orario, fermandoci in diversi punti di interesse. La prima tappa sarà il Morro de Castelo Branco, un promontorio formato da rocce laviche scavate nel tempo dai capricci del mare. Un piccolo sentiero conduce ad un punto panoramico molto suggestivo.

Proseguendo incontriamo Zona Balnear do Varadouro, una delle località estive più frequentate di questa bellissima isola. Si tratta di piscine naturali di rocce basaltiche formatesi dalla solidificazione di lava incandescente nel mare, una zona di grande fascino e bellezza, dove il colore scuro della roccia vulcanica contrasta graziosamente con il blu intenso del grande Oceano Atlantico. Qui è possibile fare il bagno al riparo da onde e correnti. A supporto dei visitatori si trovano varie strutture, dai servizi igienici alle docce, servizio bar e sorveglianza. Tutto gratuito!

Proseguiamo verso il punto più occidentale dell’isola di Faial dove si erge il vulcano Capelinhos. Anche in questo caso la natura ci offre uno spettacolo unico! Il vulcano è stato attivo tra il 1957 e il 1958, 13 mesi in cui la lava che si andava accumulando, accompagnata da continue scosse sismiche, diede vita ad un isolotto che si saldò con la terraferma dando vita ad una nuova porzione dell’isola. Nonostante siano passati circa 60 anni dalla fine dell’eruzione la vegetazione è ancora bassa e diradata, quasi inesistente. Qui il paesaggio cambia drasticamente, la ricca vegetazione che contraddistingue l’isola lascia il posto a un terreno lavico brullo e quasi lunare. Sembra di essere stati catapultati in un altro mondo. È impressionante come l’eruzione abbia trasformato questa parte dell’isola. Per ammirare ancora meglio questo angolo surreale dell’isola vi consiglio di salire sul faro ormai in disuso. Visitiamo poi il Centro di Interpretazione del Parco Naturale. Un interessante video in 3D, pannelli interattivi e grafici raccontano l’eruzione che ha dato vita a questo sito. Un paradiso per gli esperti di geologia ma molto interessante anche per meno dotti. Il costo di ingresso al Museo è di €10 a persona e include la salita al faro. Se invece siete interessati solo ed unicamente alla salita al faro potere fare un biglietto a parte al costo di € 1. E se la vista di tutta questa lava vi ha fatto venire caldo, nelle vicinanze, trovate delle belle piscine naturali dove poter fare un piacevole bagno.

Ci dirigiamo ora verso il centro dell’isola, occupata dalla Caldeira, un grosso cratere del diametro di 2 km e profondo circa 400 metri. La Caldeira si raggiunge attraverso una strada abbastanza tortuosa ma durante la salita sarete deliziati da un susseguirsi ortensie in fiore, talmente grandi che non crederete ai vostri occhi. Ad un’estremità del parcheggio principale, è ben visibile l’imbocco di un piccolo tunnel che conduce a una terrazza panoramica che si affaccia sul cratere del vulcano, incorniciata dalla verdissima vegetazione e cespugli di ortensie che lo ricoprono fino sul fondo. Ma il modo migliore per assaporare la Caldeira da diverse angolazioni e percepirne la vastità è attraverso un suggestivo trekking lungo 8 km con poco dislivello che si snoda lungo l’intero perimetro. (più o meno 2 orette e mezzo di camminata tranquilla). Il sentiero non presenta particolari difficoltà, certo bisogna essere un minimo allenati e indossare scarpe adatte, in alcuni punti il terreno è un po’ sdrucciolevole e se ha appena piovuto può essere fangoso. Fate attenzione soprattutto alle condizioni atmosferiche, come abbiamo già detto il clima cambia in maniera repentina e la Caldeira è spesso avvolta da nuvole e fitta nebbia che ostacolano totalmente la visibilità ed oltre ad essere poco piacevole potrebbe diventare anche un po’ pericoloso.

Questa splendida giornata si conclude degnamente con una cena al Peter Cafè, una vera e propria istituzione a Faial. Luogo di ritrovo di marinai e lupi di mare nel passato, oggi ci sono solo turisti che siedono ai tavoli di legno di questo colorato Pub ma l’atmosfera che vi si respira è ancora in grado di evocare grandi traversate e avventure. I piatti erano molto buoni anche se più cari della media.

20 AGOSTO

Oggi si va a Pico. È la seconda isola più grande per estensione dell’arcipelago delle Azzorre, ma il percorso turistico più battuto percorre metà isola e, anche avendo solo una giornata a disposizione, riusciamo a visitare i principali centri di interesse. Ovviamente, visto il poco tempo è fondamentale avere a disposizione una macchina per spostarsi in autonomia. Anche in questo caso la vettura era stata precedentemente prenotata con largo anticipo dall’Italia, sempre utilizzando il sito rentalcars, il costo per una giornata è pari a € 140, caro ma una spesa necessaria.

Raggiungiamo Pico in traghetto, con una breve traversata di poco meno di mezz’ora. Pico è ben collegata a Faial con diverse partenza giornaliere, noi abbiamo optato per il traghetto che salpa da Faial alle delle 9,00 della mattina. Vi era un collegamento anche prima ma siamo pur sempre in vacanza.

Pico è soprannominata l’“Isola montagna” per la presenza del Pico, il vulcano che raggiunge i 2.351 metri di altitudine e che sovrasta l’intera isola. Va da sé che una delle attività principali a Pico è proprio l’ascesa del vulcano e per degli amanti del trekking come noi l’occasione era ghiotta ma dopo aver letto in rete varie esperienze, e tenuto comunque conto del poco tempo a disposizione, abbiamo rinunciato, ma vi confesso un po’ a malincuore. La salita in cima al Pico è solo una delle possibili di attività che offre l’isola di Pico. Vediamo quindi cosa potete fare a Pico se come noi decidete di NON scalare il Pico.

Una volta giunti al piccolo porto di Maddalena, principale attracco di tutti i traghetti provenienti da Faial, raggiungiamo gli uffici della Europcar per recuperare la nostra auto. Gli uffici sono a 2 minuti a piedi dal porto.

Cartina alla mano visitiamo da subito i vigneti che dal 2004 sono stati dichiarati Patrimonio dell’Unesco e rappresentano un altro valido motivo, oltre al Pico, per cui l’isola è cosi famosa. Il clima caldo e secco e il terreno di origine vulcanica ricco in minerali hanno favorito la coltivazione e produzione del “verdelho” un vino secco, leggero e dal sapore fruttato. Un vino molto pregiato un tempo ampiamente esportato in Europa e in America. I vigneti hanno conferito al paesaggio un aspetto davvero particolare, grazie ad un mosaico di muretti a secco in pietra scura che proteggono le vigne dal vento e dalle acque del mare.

Ci spostiamo ora verso il piccolo centro abitato di Lajes dove, l’attrazione principale è il Museo dei Balenieri (Museu dos Baleiroos). Oggi la caccia alle balene è vietata e ci fa orrore anche solo pensare che un tempo fosse giustificata ma è stato per un lungo periodo la maggior fonte di sostentamento degli abitanti dell’isola e in questo piccolo ma interessante museo potrete capire meglio la dura vita dei balenieri e ripercorrere le principali tappe che hanno contraddistinto questa attività.

Proprio a Lajes a fine Agosto si celebra tutt’ora la semana dos baleiroos, una ricorrenza molto sentita a cui non potremo prendere parte ma assistiamo alla preparazione di questa festa imminente. Stand gastronomici, concerti e altre manifestazioni animeranno per una settimana intera questa località.

A Lajes trovate anche diversi centri che organizzano escursioni in barca per ammirare delfini e, quando è periodo, balene. Visto il poco tempo a disposizione rimandiamo questa attività a quando saremo a Sao Miguel.

Dopo Lajes ci dirigiamo verso il centro dell’isola, più precisamente facciamo tappa al Lagoa do Capitão. Un piccolo specchio d’acqua ai piedi del vulcano Pico. Il lago si raggiunge comodamente percorrendo la ER3, fino ad imboccare una stradina secondaria ma ben segnalata. Arrivati al lago potete lasciare l’auto nel comodo e ampio parcheggio e con una breve passeggiata sulla collina che sovrasta il Lago potrete ammirare un incantevole vista sulla costa nord dell’isola e su Sao Jorge. Complice il meteo favorevole che abbiamo incontrato ho amato questo angolino di bucolico, da cui si gode di una magnifica vista sulla cima del pico. Se equipaggiati potete gustarvi questo angolino per un tranquillo pic nic immensi della natura.

Puntiamo ora sulla cittadina di Sao Jorge, ma la vera meta saranno le piscine naturali di San Antonio, un posto strepitoso. Se andate a Pico vi consiglio di trascorrerci almeno un paio d’ore, ne uscirete rigenerati, con il caldo che fa queste acque vi rimettono al mondo.

Si conclude qua la nostra escursione all’isola di Pico.

Volendo si poteva includere anche la visita a la Gruta das Torres, un grande tunnel lavico lungo circa 5 km impreziosito da vari tipi di stalattiti e stalagmiti. L’ingresso è a pagamento e le visite possono essere solo guidate, vanno quindi prenotate con anticipo. Io non amo particolarmente calarmi delle viscere della terra, preferisco le attività in superficie ma se voi al contrario vi sentite degli speleologi mancati può essere un’attività divertente.

Tornati a Faial facciamo un giro alla Marina, dove rimango letteralmente incantata alla vista dei colorati murales opera di navigatori di tutto il mondo che una volta approdati a Faial lasciano un disegno come testimonianza del loro passaggio.

Per cena non avendo nulla di prenotato abbiamo avuto più difficoltà perché tutti i ristoranti (che non sono tantissimi) erano al completo. Troviamo per caso Canto da Doca, dove si era appena liberato un tavolo. Qui potrete far cuocere pesce o carne o, a seconda del menu che più vi aggrada, su una pietra incandescente. Noi abbiamo optato per il menu misto (pollo, manzo, maiale, calamari, pesce spada, tonno e gamberoni) e devo dire che la qualità era ottima sia del pesce che della carne. Come contorno vengono servite patatine fritte o insalata e diverse salsine con cui potrete condire il vostro piatto principale. L’ho trovata un’idea simpatica, i prezzi sono nella media, con vino abbiamo speso intorno ai 50 euro.

21 AGOSTO

Oggi ci spostiamo sull’isola di Sao Miguel, ultima tappa della nostra vacanza.

Il nostro volo è nel pomeriggio abbiamo ancora un po’ di tempo da dedicare a questo piccolo paradiso galleggiante. Dopo una sveglia comoda facciamo una visita al Jardim Botânico dos Flamengos. Piccolo ma mantenuto con grande cura. Dopo un breve filmato introduttivo si visitano le varie sezioni del giardino botanico dove sono presenti sia le specie autoctone sia quelle introdotte in seguito alla colonizzazione. Vi è anche una zona dedicata alle piante aromatiche ed officinali e una serra di orchidee, purtroppo ad agosto non erano fiorite. Scopro cosi che le ortensie che hanno reso cosi famosa l’isola sono considerate infestanti! Il giardino botanico di Horta è estremamente importante, l’unico di tutto l’arcipelago, dedicato allo studio scientifico, classificazione e conservazione di tutte le specie botaniche. È una sorta di “grande archivio” in cui sono catalogate tutte le piante presenti alle Azzorre e in caso di necessità può aiutare alla reintroduzione di esemplari a rischio estinzione, come è recentemente accaduto con i fiori “non ti scordar di me”. La visita vi terrà occupati per circa un’oretta.

Alle 16,30 un volo Sata con scalo tecnico a Terceira ci trasporta a Ponta Delgada. Questa volta il noleggio auto, sempre sul sito di rentalcars.com è stato fatto con Varela, un’altra ottima compagnia (costo € 268 dal 21 al 26 agosto).

Sao Miguel è l’isola principale dell’arcipelago delle Azzorre, la più grande e battuta. Pensate che molte persone che vengono per la prima volta alla Azzorre si limitano alla visita di Sao Miguel, tante sono le cose da fare e vedere.

L’arrivo a Faial è stato magico a tratti mistico, l’arrivo a Sao Miguel molto diverso. L’autrice della guida Marco Polo di cui mi sono avvalsa per questo viaggio scrive che per chi arriva da Faial o da una qualsiasi delle altre isolette più remote, l’arrivo a Sao Miguel potrebbe essere quasi uno shock culturale. Cerco sempre di non prendere troppo per oro colato quello che scrivono sulle guide, ma in questo caso condivido lo stato d’animo dell’autrice al 101% e se potessi salire sul primo volo di ritorno a Villa Belgica non esisterei un secondo. A Sao Miguel si rientra nella civiltà, a darci il benvenuto non ci sono più le mucche che pascolano placide in mezzo a tappeti di ortensie ma auto che si superano su superstrade trafficate, a tutti gli effetti Sao Miguel è un’isola nettamente più urbanizzata. Dopo 3 giorni immersi in un silenzio siderale, cosi perfetto da far quasi male alle orecchie, ora tutta questa civiltà mi stona. Ma sono solo sensazioni iniziali, non voglio essere prevenuta.

Alloggiamo nella località di Lagoa presso l’Hotel Arcanjo (€ 352 per 6 notti con colazione), a 15 minuti d’auto da Ponta Delgada, scelta mirata e consapevole. Si tratta di un Hotel a conduzione famigliare in posizione strategica per visitare tutta l’isola, punto forte di questo Hotel assieme alla gentilezza ed ospitalità del personale e alla pulizia dell’intera struttura. Purtroppo la nostra camera era minuscola e con una finestra microscopica che impedivano anche il minimo ricircolo di aria. Da booking le camere sembravano più spaziose ed accoglienti, alcune addirittura con terrazzino. Non mi sento assolutamente di sconsigliarlo, anche perché ho molto apprezzato Lagoa come base per il nostro soggiorno, vi consiglio però al momento della prenotazione di specificare che volete una camera con terrazzino.

Ci facciamo una doccia per poi uscire a cena. Chiediamo consiglio in reception e ci prenotano un tavolo presso O Capitao, un ristorantino molto carino nel Porticciolo di Lagoa, proprio di fronte alle piscine naturali, poco pubblicizzate ma avremo modo di testarle e sono spettacolari. Il Capitano in realtà è il titolare che veste appunto da capitano ma credo sia una trovata per i turisti e niente più. Di certo è simpaticissimo e decisamente amichevole, cosi come il resto del personale. La specialità della casa che invitano ad ordinare è la zuppa di riso con pesce, un piatto comune alle Azzorre ma qui eseguito in modo superlativo. Un posto che consiglio assolutamente. Non ricordo esattamente quanto abbiamo speso ma con antipasto della casa, vino, acqua, caffè non abbiamo superato i € 50.

Da domani avremo 4 giorni pieni per esplorare l’isola da cima a fondo, vediamo se Faial continuerà a detenere il primato o dovrò ricredermi.

22 AGOSTO

Oggi vedremo uno dei luoghi più iconici di Sao Miguel, siamo infatti diretti verso Sete Cidades.

Imbocchiamo la super strada che da Lagoa conduce verso ovest, superiamo l’aeroporto di Ponta Delgada, e appena dopo Relva seguiamo le indicazioni per il Miraduoro do Camino Novo, uno dei tanti Miradouro presenti lungo la strada prima di arrivare a destinazione. La miglior vista in assoluto sui due laghi di Sete Cidades la si può apprezzare dal Miraduro del Rei, ovviamente sempre molto affollato e trovare un buco dove parcheggiare con è immediato. Sao Miguel offre panorami da cartolina, ma siamo lontani dall’atmosfera rarefatta di Faial. Come per tutte le attrazioni naturalistiche delle Azzorre il tempo è una variabile fondamentale per apprezzarle al meglio, talvolta la presenza di nuvole basse impediscono la vista. Oggi siamo molto fortunati, il cielo è sgombro da nuvole e di un azzurro accecante, questo ci permette di apprezzare al meglio la bellezza dei laghi e le loro gradazioni cromatiche. Il Lagoa Verde e Lagoa Azul sono laghi vulcanici le cui acque hanno un colore caratteristico verde e azzurro, circondati da un paesaggio di un verde intenso.

Ci spostiamo ora alle piscine naturali di Ferraira, piscine naturali molto particolari dove le acque calde termali si mischiano a quelle dell’oceano che invade l’insenatura creando una miscela di acqua dalla temperatura variabile dove lasciarsi cullare grazie anche alla presenza di corde e funi posizionate in maniera strategica che permettono di stare “in ammollo” senza essere strattonati dalla corrente o finire spiattellati sulle rocce. Una serie di ripidi tornanti conduce alle Termas da Ferraria, dove posteggiamo l’auto. Da qui un sentiero conduce alle piscine naturali. È presente un bar, docce e spogliatoi ad uso gratuito. Fate attenzione a camminare scalzi sugli scogli, io vi consiglio di acquistare prima di partire le classiche scarpette da scoglio, si trovano di vari modelli e prezzi anche alla Declathon. Belle anche se non ho veramente percepito questa sensazione di acqua calda. Secondo la guida la si può provare quando c’è bassa marea. Non so giudicare il livello della marea al momento del nostro passaggio, diciamo che per quanto sia stato un bagno molto piacevole non ho percepito temperature particolari.

Proseguiamo verso Mosteiros, una delle zone che ricordo con più piacere.

Mosteiros offre sia una spiaggia di sabbia e sassolini dove l’acqua dell’oceano non è troppo profonda sia una spiaggia tra le rocce vulcaniche dove si formano alcune piscine naturali, alcune hanno una profondità tale che è possibile tuffarsi. Proprio di fronte alla spiaggia, in mezzo al mare si ergono due massi granitici giganteschi che hanno dato il nome al paese. Tutto il comprensorio è sorvegliato dai bagnini a differenza di Ferraira dove non c’era alcun tipo di sorveglianza. Ci sono anche alcuni chioschi con tavolini dove è possibile acquistare bibite, toast o gelati.

Ultima tappa della giornata Capelas, a nord di Mosteiros, ex villaggio di balenieri. Sono principalmente due le maggiori attrazioni di Capelas, una recente ed enorme piscina naturale collegata al mare ma sovra affollata per i nostri gusti e il piccolo ex porticciolo dei balenieri, raggiungibile grazie ad una stradina tortuosa e cosi stretta che a fatica passa una macchina. Vi consiglio di lasciare l’auto all’inizio della discesa e farvela a piedi, in alcuni punti avrete 10 cm di spazio per lato e se arrivasse un’auto in senso opposto potete solo mettervi a piangere.

Per cena, rientrati alla base e sempre sotto consiglio della reception che ancora una volta ci ha gentilmente riservato un tavolo, ci rechiamo al ristorante Borda d’Agua, molto gettonato soprattutto dalla gente del posto. Abbiamo mangiato pesce fresco a volontà, che volendo si può scegliere direttamente dal banco del pescato del giorno. Le porzioni sono talmente abbondanti che vi consiglio, avendone la possibilità, di ordinare la mezza porzione. Mangiamo pesce alla brace con contorno di verdure, il tutto accompagnato dall’ottimo vino bianco della casa. Il locale è tanto rustico quanto caratteristico, affacciato su un porticciolo di Lagoa. Il servizio è cordiale e simpatico e anche se non parlano perfettamente inglese cercheranno di soddisfare ogni vostra richiesta. Andate e non rimarrete delusi. Il conto si aggira attorno ai 50 Euro ma non li supera.

23 AGOSTO

Oggi ci dirigiamo nella direzione esattamente opposta a quella di ieri.

Siamo diretti alle Piantagioni di the ma prima facciamo una sosta fotografica presso il Miraduoro de Santa Iria, un magnifico belvedere a 10 minuti d’auto da Ribeira Grande in direzione est. Si raggiunge direttamente dalla strada principale ed è dotato di ampio parcheggio. È possibile re immettersi in strada in entrambi i sensi di marcia. Stupenda la vista sull’oceano e sulle scogliere e nonostante oggi il tempo sia molto incerto e minaccia di poggi con un meraviglioso contrasto di colori tra il blu dell’oceano e il verde della vegetazione e delle piantagioni di the della zona.

La piantagione di tè Cha Gorreana dista pochi minuti d’auto dal Miraduoro. È la più antica dell’isola, fondata nel 1883, qui cresce l’unico tè d’Europa e solo per questo merita una visita. Dopo un video introduttivo in cui viene spiegato come il tè è arrivato fino all’isola di Sao Miguel, è possibile visitare in autonomia la fabbrica, sempre del rispetto dei macchinari e dei lavoratori presenti. Si possono osservare le macchine che setacciano le foglie di tè appena raccolte, l’essiccatore e quelle che le sminuzzano prima di essere impacchettate nelle singole bustina. Entrando nella fabbrica si è subito pervasi dall’aroma caldo e avvolgente delle foglie di tè. Dopo la visita è possibile gustare una tazza di tè all’interno della fabbrica stessa o nella zona adibita a punto vendita. Ma la vera attrattiva di questa fabbrica sono le piantagioni vere e proprie, all’interno delle quali si snodano dei veri e propri sentieri e non è difficile imbattersi negli addetti che tagliano le siepi o raccolgono le preziose foglie. Vi consiglio di percorrere il sentiero ad anello che gira attorno a tutta la piantagione, si tratta di 4 km che vi terranno occupati per circa 1 ora e mezza ed offre scorci panoramici molto particolari.

Proseguiamo sempre più a Nord, verso il paesino di Nordeste, un paesino che come suggerisce il nome stesso di trova nella parte più estrema dell’isola di Sao Miguel. Una manciata di casette bianche, una chiesa e una piazzetta piena di fiori colorati. Un angolo pittoresco che, per quanto piccolo, sarebbe un peccato perdere.

Ci fermiamo per pranzo in una trattoria a conduzione familiare suggerita dalla guida, la Casa De Pasto O Cardoso, è un bar trattoria frequentato soprattutto da gente del posto. Offre piatti semplici ma preparati molto bene, tra le specialità della casa spicca il bife cardoso, è ufficialmente il primo piatto di carne mangiato da quando siamo partiti dall’Italia. La carne era cosi tenera che si scioglieva letteralmente in bocca. Per due portate principali, acqua birra e caffè la spesa è stata di € 22, a riprova che il prezzo basso non implica una minore qualità, come si è spesso indotti a pensare, o almeno cosi funziona alle Azzorre. Il personale parla poco l’inglese ma ci si capisce tranquillamente.

Da Nordeste la strada costiera è letteralmente puntellata Miradouro, che offrono una vista più spettacolare dell’altra. Tra tutti vi segnalo il Miradouro da Ponta do Sossego, caratterizzato da un giardino molto curato con fiori e piante di mille colori attrezzato con gazebi in legno dotati di acqua corrente, barbecue, tavoli in legno, contenitori per la raccolta differenziata, insomma tutto l’occorrente per una grigliata in grande stile. Merita una visita.

Dopo aver fatto il pieno di Miradouro decidiamo di tornare indietro ripercorrendo a ritroso tutta la strada percorsa fino ad ora. Impostiamo il navigatore in direzione di Caldera velha dove mi illudevo di poter concludere la giornata con un bagno rilassante. Caldera velha è una delle immagini più ricorrenti quando si cercano informazioni su Sao Miguel. Due vasche di acqua termale caldissima, una con tanto di cascata, immerse in una foresta lussureggiante. L’ingresso è a pagamento, 3 € per la sola passeggiata, 8 € per chi vuole fare anche il bagno. Nulla da obbiettare su questo punto, i soldi sembrano ben spesi per la manutenzione dell’intera area ma visto che si paga, dovrebbero anche regolare il flusso di turisti per evitare il sovraffollamento! La location è sicuramente suggestiva, ci sono anche due vasche con acque la cui temperatura è compresa tra 60 e 100 gradi e un apposito cartello invita a non avvicinarsi troppo. Purtroppo quando sono capitata io le piscine erano talmente piene di gente che difficilmente si vedeva l’acqua e volendo anche solo passeggiare il sentiero che conduce alla piscina con la cascata finisce subito. Ho ben inteso la potenzialità del posto ma in estate c’è semplicemente troppa folla e le piccole vasche perdono ogni poesia. Non ci tornerei e non mi sento di consigliarlo.

Un po’ amareggiati proseguiamo verso Lagoa do Fogo. Avevo letto sulla guida che spesso la vista del Lago era oscurata dalle nuvole basse e mi avevo già messo in conto di dover tornare in un altro momento, invece quasi a riscattarci dalla delusione di Caldera velha la vista è spettacolare. Ci si arriva comodamente in auto e potete parcheggiare in un piccolo spiazzo poco lontano dal Miradouro, da qui un sentiero scende fino alle sponde del lago ma noi ci siamo limitati ad ammirarlo dall’alto.

Facciamo ritorno a Lagoa percorrendo una strada a serpentina che scende giù dalla montagna. Ci sono molte curve ma la vista sulla località di Villafranca è estremamente suggestiva.

Per cena visto che la giornata è stata parecchio piena rimaniamo a Lagoa e replichiamo il ristorante Borda d’Agua, dove abbiamo cenato la sera prima. Questa volta non abbiamo nessun prenotazione e dovremo pazientare un po’ prima che si liberi un tavolo ma ne è valsa sempre la pena. Questa volta ci hanno sistemato fuori nella verandina ed è stata una serata molto piacevole.

24 AGOSTO

Il meteo è ancora molto incerto ma se anche fosse peggiorato oggi siamo diretti a Furnas, essendo una stazione termale saremmo riusciti comunque a sfangarla.

Sull’onda dell’entusiasmo di ieri decidiamo di visitare l’altra piantagione di tè dell’isola, la Fábrica de Chá Porto Formoso, più piccola e molto meno pubblicizzata ma a mio avviso imperdibile. Dopo tutto quando vi ricapita di visitare una piantagione di tè in riva all’oceano atlantico? Grazie al fatto che la fabbrica è piccola e poco affollata si respira un’aria che richiama i tempi coloniali. Qui a differenza di ieri non è possibile visitare la fabbrica in autonomia, ma lo ritengo un plus, un addetto vi accompagnerà spiegandovi i diversi processi di lavorazione del tè e le differenze tra le varie tipologie. Seppur breve la visita guidata è stata molto utile. Alla fine del tour guidato, che è gratuito, viene offerta una tazza di tè della tipologia broken leaf in una saletta raccolta e accogliente. Qui è anche possibile acquistare le 3 varietà di te nero prodotte a prezzi minori di quelli del supermarket e ovviamente non me lo faccio ripetere due volte. Non lasciate la fabbrica prima di essere saliti sulla terrazza panoramica dove potrete godere della vista della piantagione che degrada verso l’oceano offrendo un paesaggio da cartolina. Consiglio a tutti la visita alla fabbrica e piantagioni di Porto Formoso, non solo agli amanti di questa straordinaria bevanda.

Terminata la visita guidiamo senza più soste fino a Furnas.

Da subito ci rechiamo a visitare le celebri calderas, una zona dell’isola dove la terra letteralmente ribolle. Qui la gente del posto ma soprattutto i ristoranti portano a cuocere il Cozido das Furnas, un piatto tradizionale di carni miste e verdure che viene cotto sfruttando il calore del sottosuolo. Si scavano delle buche dove vengono depositati enormi pentoloni che rimangono sotto terra per 6/7 ore. Ogni buca è contraddistinta da un cartellino con il nome del ristorante (o del proprietario in caso di privati). Fatevi trovare alle caldeiras attorno alle 12- 12,30 quando i diversi ristoranti vengono a recuperare il proprio pentolone. Le fumarole si intravedono subito e grazie a passerelle in legno è possibile passeggiare in sicurezza in mezzo a questa cucina a celo aperto, vedere l’acqua che ribolle nel sottosuolo e il fumo che fuoriesce. Sembra di essere in un girone dantesco, davvero suggestivo. Si paga un biglietto di ingresso ma la cifra è irrisoria, 1 € a testa e vale per tutto il giorno, quindi potrete anche tornare in diversi momenti della giornata. È decisamente uno spettacolo naturale tutto da vedere.

In genere amo assaggiare i piatti della tradizione ma il bollito è anche un piatto tipico delle mie zone e di cui non sono una estimatrice. Inoltre un piatto di bollito non è esattamente consigliato quando si ha in programma di trascorrere un pomeriggio alle terme! ci concediamo invece un pranzo leggero e veloce al Pub 3 Bicas, un pub proprio a due passi dal parco. Abbiamo preso un toast, un’omelette, una coca cola, una birra e 2 caffe e volete sapere quanto abbiamo speso? € 10,10!

È finalmente tempo di entrare al Parque Terra Nostra, sono davvero curiosa. Il costo di ingresso è di €8 a persona e potete rimanere anche l’intera giornata. È un parco molto grande con diverse vasche con acqua caldissima e i getti per la cervicale. Ovviamente dotata di bagni, docce e spogliatoi, docce e bagni. La vasca più grande al centro del parco essendo acqua ferrosa ha un colore giallino poco invitante, ma una volta dentro non vorreste più uscire. Attenzione che macchia i costumi, quindi non indossate e anche un po’ la pelle ma nulla di permanente. Abbiate magari l’accortezza di usare un costume dai colori scuri e magari non il vostro preferito. Una volta lavato con sapone torna come prima ma non si sa mai. Il parco è veramente molto bello e ben curato, con una vegetazione rigogliosa. L’unico aspetto negativo è la presenza di un solo un bar ristorante molto caro, quindi vi consiglio di portarvi tutto dall’esterno, soprattutto se avete intenzione di fermarvi per pranzo. Passiamo un paio d’ore in ammollo, trascorrendo in pomeriggio particolarmente piacevole e rilassante.

Per cena ci rechiamo a Ponta Delgada, vivace capoluogo dell’isola.

Optiamo per il Restaurante Mercado do Peixe, posizionato sul lungomare. Non lasciatevi ingannare dalla posizione. Si tratta di un buon ristorante con un ottimo rapporto qualità prezzo. L’ambiente è piacevole e il personale molto gentile. Abbiamo ordinato una zuppa del giorno e a seguire pesce alla griglia, tutto estremamente gustoso e saporito.

25 AGOSTO

Ultima giornata completa da trascorrere a Sao Miguel e nella lista delle attività che avevamo stilato manca ancora all’appello il Trekking della caldera di Sete Cidades, uno dei percorsi di trekking più gettonato dell’isola. Puntiamo la sveglia all’alba anche per sfruttare le ore più fresche della giornata. Ci aspettano 12 km lungo il crinale del cono vulcanico che ci regalano una vista panoramica su Sete Cidades unica. Il dislivello è minimo ma sono sempre 12 km e un minimo di allenamento è richiesto. Per conoscere l’imbocco esatto del sentiero (Mata do canario) ho consultato il sito azzorretrails dove potete anche scaricare la mappa del percorso, anche se non vi servirà perché è tutto perfettamente segnalato.

Il sentiero parte poco sotto il Lago do canario in località Mata do Canario, in prossimità di un vecchio acquedotto ben visibile anche dalla strada. Qui potete lasciare la vostra auto ma ricordate che il sentiero non è circolare, una volta arrivati a Sete Cidades dovete mettere in conto di prendere un taxi per tornare alla macchina. In alternativa dovrete farvela a piedi ma è lunga e la strada parecchio trafficata, ve lo sconsiglio.

Nel pomeriggio torniamo a Mosteiros dove semplicemente ci rilassiamo in spiaggia, tra un bagno e un sonnellino. La levataccia si fa sentire.

Per cena torniamo a Ponta Delgada e ceniamo presso il ristorante A Tasca, considerato uno dei migliori ristoranti di Ponta Delgada, motivo per cui è necessaria la prenotazione, meglio se con qualche giorno di anticipo perché altrimenti è impossibile trovare posto. Offre piatti curati cucinati con materie prime di alta qualità, in un ambiente informale e giovanile. La fama che si è guadagnato è tutta meritata.

26 AGOSTO

E come in ogni vacanza arriva anche il tanto odiato “ultimo giorno”.

Sfruttiamo la mattina per fare visita alla vicina località di Villa Franca e iniziamo dal Santuario di Nossa Senhora da Paz. Il santuario merita di essere visto non tanto per la piccola chiesetta che per altro ho trovato chiusa ma per la particolare scalinata in cui sono riprodotti su meravigliosi azulejos tutte le scene della via crucis. La scalinata è inoltre circondata da una miriade di ortensie e dalla chiesetta si può apprezzare un panorama mozzafiato, compresa l’isoletta vulcanica che sorge di fronte alla città. La leggenda narra che un pastore avesse trovato in questo punto l’immagine di una Madonna e l’avesse portata in una chiesa giù in paese. L’ indomani l’immagine era ricomparsa nel luogo del ritrovamento e cosi per alcune volte. Fu chiara la necessità di costruire un santuario dedicato alla Madonna proprio in questo punto. Leggende a parte se siete in zona merita una visita. È un angolo molto scenografico.

Ci rechiamo poi alla Marina dove si trovano diverse compagnie che organizzano uscite di whale watching. Scegliamo a sentimento la compagnia Terra Azul, che ho trovato seri e ben preparati. Abbiamo tenuto questa attività per ultima perché sapevamo che non è il periodo migliore per andare a “caccia” di balene ma avendo ancora del tempo a disposizione tentiamo la sorte. L’uscita dura circa 3 ore, si parte dopo un briefing introduttivo in cui viene spiegato quali cetacei si potrebbero incontrare a seconda della stagione.

È stata una bella esperienza durante la quale abbiamo avvistato parecchi delfini la cui vista è sempre emozionante ma purtroppo nessuna balena. Come sapevamo l’avvistamento dei cetacei dipende dai cetacei stessi e la compagnia per quanto impegno ci metta non può dare nessuna garanzia.

Per pranzo scoviamo la piccola taverna Sabores da Vizinha, dove ci gustiamo l’ultimo pranzo della vacanza a Sao Miguel e forse proprio questa consapevolezza me lo fa gustare più del solito. Riusciamo a sederci nei tavoli esterni e ordiniamo dei buonissimi calamari alla griglia, a giudicare delle ordinazioni degli altri tavoli uno dei piatti forti di questo ristorante e sono buonissimi. La spesa si aggira attorno ai € 30. Devo mettermi nell’ordine delle idee che da domani quello che qui normalmente spendiamo in totale tornerà ad essere il costo a persona.

Il paese è letteralmente in fermento per la processione che si sarebbe tenuta la sera. Pensate che molte persone hanno già posizionato in strada le sedie su cui hanno appiccicato un cartellino con il proprio nome per assicurarsi la prima fila. Peccato dover partire stasera, credo sarebbe stata un’esperienza incredibile assistere ed unirci ai festeggiamenti.

Nel tardo pomeriggio a malincuore ci rechiamo in aeroporto dove il volo della TAP delle 19,00 ci riporterà a Lisbona, dove trascorriamo l’ultima notte presso lo Star inn Lisbon Airport (costo € 126 per una notte) e l’indoma mattina sempre con la TAP torneremo in Italia.

Non sapevo bene cosa aspettarmi dalle Azzorre, ora posso dire di aver trovato un piccolo eden galleggiante con vulcani, laghi, piscine termali naturali, filari di ortesie a perdita d’occhio e l’immensità dell’oceano. In due parole una natura selvaggia e affascinante. La sensazione a conclusione di questa vacanza è quella di essere stata via dal mondo per un mese e più. Ho perso totalmente la cognizione del tempo, mi sento rilassata e rigenerata come non mai. Se amate la natura e la tranquillità le Azzorre sono il posto che fa per voi, vivrete una vacanza indimenticabile.

Se vi è piaciuto il mio diario e lo avete trovato utile vi invito a passare sul mio blog, dove trovate un’ampia galleria fotografica o a mettere un mi piace sulla mia pagina facebook. Se avete dubbi o domande non esitate a scrivermi, sarò felice di rispondervi. http://civediamoquandotorno.it

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Miradouro das Portas do Sol



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