Yucatan, Chiapas e Guatemala in autonomia
Introduzione
Questo racconto sarà così organizzato: all’inizio raccoglierò una serie di consigli utili per coloro che vogliono organizzare un viaggio simile, cercando di rispondere a quelle che erano le mie perplessità prima del viaggio. Per i più pazienti, seguirà il diario del mio viaggio, che rappresenta anche per me un modo per poterlo rivivere anche in futuro. Non descriverò i singoli siti o cosa abbiamo visto nel dettaglio, compito per cui le guide cartacee sono sicuramente più adatte di questo diario.
Indice dei contenuti
Nel diario, per dare al lettore un’idea delle mete che mi sono piaciute di più e quelle che invece sono ‘sacrificabili’, utilizzerò la seguente scala:
- ***** = imperdibile
- **** = molto interessante
- *** = interessante
- ** = medio
- * = si può saltare
Era qualche anno che tra le mete che prendevo in considerazione per il viaggio estivo c’era sempre anche il Messico. E questa volta è stata quella buona: il Messico è sempre stato la destinazione dei sogni di mio padre, ultra 60enne solo anagraficamente, e dopo che quest’anno abbiamo avuto un lutto in famiglia, con mia sorella gli abbiamo proposto se avesse voglia di accompagnarci nelle nostre scorribande estive. Ne è nato un trio un po’ strano: due fratelli con la propria vita indipendente ma inseparabili compagni di viaggio e il padre con oltre 30 anni di più. Il risultato è stato una vacanza splendida, a dimostrazione che quando c’è l’amore per il viaggiare le differenze d’età contano ben poco. E ovviamente al ‘troppo banale’ Messico abbiamo deciso di aggiungere una destinazione altrettanto bella ma meno battuta come il Guatemala, per 16 giorni davvero intensi.
Cambi al momento del viaggio: 1€ = 1,16$ = 22 MEX (Pesos messicani) = 8.5 Q (Quetzal guatemaltechi)
QUALCHE CONSIGLIO PRATICO
Visto e voli
Abbiamo volato con American Airlines Roma-Dallas-Cancun e al ritorno con Iberia Città del Guatemala-Madrid-Roma per 1050€ a testa, con volo acquistato a fine Gennaio: non pochi ma il Centro America è notoriamente caro e ci era comodo arrivare in Messico e ripartire dal Guatemala. Il volo di American Airlines si è rivelato molto meglio di quanto ricordavamo dalla nostra passata esperienza, sicuramente migliore rispetto a quello Iberia. Acquistato a Maggio un volo interno Città del Guatemala – Flores per circa 90€ a testa con TAG: aereo da 32 posti a elica ma servizio impeccabile e nessun problema.
Guidare in Messico e auto a noleggio
Abbiamo prenotato l’auto per 7 giorni dall’Italia con Europe Car: l’auto era una Chevrolet Aveo a 3 volumi che in Italia è scomparsa da qualche decennio: in Messico tuttavia il livello delle auto è questo e per le nostre esigenze è andata benissimo. Costo intorno ai 30€ al giorno a cui aggiungere quasi 250€ di tassa one-way per riconsegna in luogo diverso dal ritiro. Avere l’auto rimane comodissimo e ti permette di vedere molte più cose, soprattutto in Yucatan dove le distanze sono molto ridotte. Non è possibile andare fuori dai confini del Messico con la macchina a noleggio e guidare in Guatemala è comunque sconsigliato. Nessun grosso problema alla guida: ci avevano consigliato di fare la patente internazionale ma non ce l’hanno mai chiesta. I vostri peggiori nemici saranno i topes, sorta di rallentatori seminati davvero ovunque (anche a distanza di 10-20 metri l’uno dall’altro) che vi costringeranno praticamente a fermarvi e ripartire ogni volta. C’è molta polizia lungo le strade, ma normalmente se si accorgono che siete turisti vi fanno ripartire senza troppi fastidi. Molto utile avere un navigatore satellitare offline per spostarsi in auto senza spendere niente.
Meteo e alghe
Caldo-umido con temperatura anche di 35°C con l’esclusione di San Cristobal, il lago Atitlan e, in misura minore, Antigua che, essendo a un’altitudine elevata, sono molto più fresche. Spesso ci sono stati scrosci di pioggia molto intensi ma di breve intensità nel pomeriggio. Su 15 giorni abbiamo comunque avuto almeno 10 giorni essenzialmente di sole. Nella zona di Tulum è pieno di alghe quindi NON ANDATE lì per fare il mare. Ci è stato detto che le uniche zone a salvarsi sono le isole nei dintorni di Cancun.
Itinerario
L’itinerario prevedeva una prima parte con il classico tour dello Yucatan in auto (Tulum-Chichen Itza-Merida-Uxmal, vari cenote e altre destinazioni minori) per poi spostarsi in auto a Campeche e restituire l’auto a Villahermosa. Da qui ci siamo spostati con bus di linea o pullmini per visitare Palenque, San Cristòbal de las Casas e il Guatemala (Lago Atitlan, Antigua, Flores e Tikal).
Sicurezza
Non abbiamo mai avuto la sensazione di pericolo, adottando le normali precauzioni di sicurezza e un po’ di buon senso. Le uniche zone un po’ a rischio sono le grandi stazioni di bus in località meno turistiche, dove è necessario stare con gli occhi aperti. Non siamo stati a Città del Guatemala se non per prendere l’aereo, ma tutti ci hanno confermato che alcune zone sono poco sicure e vanno quindi evitate.
Spesa
Per 16 giorni voli compresi abbiamo speso 2400€ a testa. Abbiamo soggiornato in B&B di buon livello (sempre con bagno privato e spesso con aria condizionata) solitamente in camera tripla e a cena siamo andati sempre a mangiare fuori in locali caratteristici ma comunque di fascia intermedia. A pranzo ci siamo quasi sempre arrangiati con qualcosa di veloce.
Diario
MARTEDÌ 07/08 (VOLO)
Partiamo da Livorno verso le 16 del Lunedì in direzione Fiumicino, dove arriviamo prima delle 20 alla Guest House Il Faraone (85€ la tripla). Cena a ‘L’angolo delle meduse’ con antipasto misto di mare e spaghetti alle telline per meno di 30€ a testa. La mattina dopo sveglia presto per lasciare l’auto al King Parking (45€ per 16 giorni) e essere in aeroporto per il volo delle 9.15 per Dallas (circa 11 ore di volo). Qui, dopo circa 5 ore di attesa, prendiamo la coincidenza per Cancun (volo di circa 2 ore). Arrivati a destinazione ritiriamo la nostra auto a noleggio e, piazzato il navigatore, ci dirigiamo al B&B Casa Tzunum, a circa 7km dall’aeroporto (prenotato da AirBnb a 32€ per la tripla). Quindi meritato riposo.
MERCOLEDÌ 08/08 (TULUM, GRAN CENOTE)
Dopo una piccola colazione al B&B con caffè e pane tostato ci dirigiamo al sito archeologico di Tulum*** (circa 2 ore di auto) lasciando Cancun e le sue spiagge, parzialmente invase dalle alghe, ai turisti americani. Ritiriamo i soldi a un bancomat e, pagati l’esoso parcheggio e l’ingresso, accediamo al sito. Il sito è indubbiamente bello, ma certamente la sua caratteristica migliore è la posizione, a picco sul mare. In poco più di due ore completiamo la visita al sito (purtroppo letteralmente invaso dai turisti) mentre si accanisce su di noi il classico acquazzone tropicale che ci bagna non poco. Vista la scarsa colazione mangiamo a El Salchicon con una sorta di hotdog con patatine per poi dirigerci al Gran Cenote** (180 MEX/pp). Qui è possibile esplorare questa ampia cavità naturale con acqua cristallina, considerata sacra dai maya. Ci siamo portati l’attrezzatura per fare snorkeling da casa ma complessivamente il sito ci delude un po’: l’acqua è bella ma è molto affollato e se non si fanno immersioni il sito da visitare è piuttosto ridotto. Una volta usciti proviamo a dirigerci al Cenote de Ojos (circa 30 min in auto di distanza), ma decidiamo di rinunciare perché è tardi e il biglietto d’ingresso abbastanza esoso.
Rientriamo a Tulum per fare una passeggiata a Playa Paraiso, un tempo una delle spiaggie più belle del Messico ma ora, come previsto, praticamente invasa dalle alghe. Verso le 18.30 arriviamo al nostro hotel, la Posada Yum Kin (tripla a 60€), immersa nel verde, dove facciamo anche un breve bagno in piscina. L’hotel ci piace molto, ma è necessario avere un auto. Per cena andiamo al semplice ristorante Il Barracude dove mangiamo gli immancabili nachos e un’abbondante grigliata di pesce e frutti di mare per circa 11€ a testa: senza infamia e senza lode. Rientriamo quindi in hotel e andiamo presto a letto.
GIOVEDÌ 09/08 (COBA, EK BALAM, CENOTE X’KEKEN)
Sveglia presto e buona colazione a buffet in hotel con pane tostato, pancake,cereali a frutta. Ci dirigiamo quindi a Cobà*** (45min in auto), un altro bel sito maya immerso nella giungla. Le distanze all’interno del sito sono abbastanza estese e quindi in molti affittano una bicicletta: noi ci siamo spostati comunque a piedi. Belli il Campo per il gioco della pelota, il gruppo Cobà e il Gruppo Nohoc Mul, che comprende la Grande Piramide, su cui si può salire e da cui si gode di una bella vista sulla giungla dall’alto. Gli altri gruppi di rovine sono di interesse minore. Completiamo la visita in poco più di 2 ore. Ci trasferiamo quindi in auto a Ek Balam***, antica città maya con una bella acropoli e una piramide principale. Anche questo sito, poco affollato, è molto interessante, nonostante alcune delle rovine siano ancora invase dalla vegetazione. Belle foto si possono scattare dalla sommità della piramide principale.
Sono le 2 passate e quindi decidiamo di mangiare un gelato (acquistato in una farmacia!) sulla strada verso il Cenote X’kenek****, nostra prossima tappa. Il complesso è formato da due cenote, ma per ragioni di tempo decidiamo di visitarne solo uno (ingresso circa 4€). Lo X’kenek è a ragione considerato uno dei cenote più spettacolari di tutto lo Yucatan: si scende in una grotta dentro la quale un fascio di luce proveniente dall’alto illumina debolmente un paesaggio fatto di stalattiti e da una piscina scenografica. Davvero spettacolare, anche se non offre grandi possibilità di immersioni per gli appassionati.
Verso le 17.00 ci riteniamo soddisfatti e riprendiamo l’auto in direzione Valladolid***, dove abbiamo prenotato alla Casa Tia Micha, splendida dimora coloniale con un bel giardino che si rivelerà la miglior sistemazione dell’intera vacanza. Facciamo quindi un giro nella cittadina: piacevoli sia la piazza principale che la Calle de los Frailes, dove si susseguono diversi edifici coloniali. Questa porta infine a una delle principali attrattive della cittadina, il Templo de San Bernardino, davanti al quale un gruppo di ragazzini ha ingaggiato una partita di calcio. Ci rechiamo quindi a cena, dietro anche il consiglio dello staff dell’hotel, all’Hosteria del Marques (17€/pp), nella piazza principale, locale molto curato dove mangio un’ottima Cochinita Pibil (maiale marinato con lime, annatto e altre spezie) dopo un antipasto con formaggio fuso e salsicce sbriciolate. Da dimenticare i dolci e migliorabile il servizio. Dopo cena breve giro in centro e a letto: siamo in posizione di sparo per andare domani a Chichen Itza!
VENERDÌ 10/08 (CHICHÈN ITZÀ, IZAMAL, MERIDA)
Sveglia presto, colazione in hotel con frutta, pancacke e marmellata e un ottimo succo al mango e partenza per Chichèn Itzà***** (ingresso 12€ circa), dove arriviamo per le 8:40 circa, in tempo per evitare il grosso della folla. Entriamo e subito siamo accolti dallo splendido El Castillo, la piramide a gradoni icona di tutto lo Yucatan e annoverata tra le 7 meraviglie del mondo moderno. Ce la godiamo da tutte le angolazioni (fortunatamente con pochi altri turisti nei paraggi), leggendo la nostra guida e rimanendo ammaliati dalla sua perfezione e dalla sua particolare acustica. Continuiamo il giro del sito visitando il Gran Juego de Pelota (di dimensioni colossali) con il Templo del Barbado a una delle estremità, le piattaforme (probabilmente sacrificali) de los Craneos e de las Aguilas y los Jaguares e il Cenote Sagrado. Anche la parte orientale del sito è molto interessante con il Grupo de las Mil Columnas e il suo Tempio de los Guerreros, che può purtroppo essere visto solo da lontano essendo l’accesso interdetto. Tra le molte strutture viste ci ha particolarmente colpito anche El Caracol, edificio a pianta circolare probabilmente utilizzato come osservatorio astronomico. Considerate 3-4 ore per la visita completa del sito. Il nostro programma prevede quindi il trasferimento a Merida ma lungo la strada decidiamo di anticipare la deviazione a Izamal****, la città gialla, un piccolo centro coloniale nel cui centro gli edifici sono tutti pitturati di giallo.
Sono le 14 passate e mangiamo rapidamente in un locale sulla piazza principale con tacos di carne asada e flan casero. Visitiamo quindi la cittadina, che ci affascina molto: bello il convento di San Antonio, anch’esso giallo (ovviamente), nel cui cortile porticato stanno allestendo le strutture per la festa della Vergine in programma il 15 Agosto. Soprattutto l’esterno è davvero fotogenico e scattiamo molte fotografie. Passeggiamo anche tra le vie del centro, dov’è possibile scattare belle foto e dove sono presenti numerose botteghe artigiane. Arriviamo anche alla Kinich-Kakmò una delle 12 piramidi maya della città, che però a paragone delle altre rovine viste non è granché. Dopo circa un’ora e mezza di visita riprendiamo l’auto in direzione Merida. Nonostante non offra bellezze di prim’ordine Izamal ci è decisamente piaciuta e la consigliamo.
Arriviamo a Merida** alle 17,30 e prendiamo possesso della nostra camera a Casa Carmita (42€/notte per la tripla), sistemazione che non ci ha soddisfatto: pulizia non impeccabile e abbiamo avuto in due giorni sempre problemi con il wc (che lo staff non è riuscito a risolvere). Dopo una breve pausa di una mezz’ora iniziamo l’esplorazione della città: questa ci appare subito molto più grande e trafficata rispetto alle altre città visitate fino ad ora. Procediamo lungo Calle 60, una delle vie principali, fermandoci al bel Parque Santa Lucia, dove vengono spesso ospitati concerti e dove osserviamo il Teatro Peòn Contreras, l’Università e l’Iglesia de Jesus. Arriviamo quindi alla Plaza Grande, dominata dalla bella cattedrale e ricca di verde. Qui vediamo anche il Palacio de Gobierno (i cui murales ci lasciano tuttavia un po’ delusi), il Centro Cultural Olimpio e il Palacio Municipal. Infine ci soffermiamo sull’esterno della Casa de Montejo, ormai chiusa vista l’ora tarda. Andiamo a cena alla Chaya Maya (17€/pp), ristorante tipico in centro città, dove mangio un piatto tipico (di cui non ricordo il nome) costituito da carne di manzo con salsa piccante, fagioli e guacamole. Concludo la cena con un flan a uno strano frutto: comunque buono. Breve passeggiata per tornare all’hotel e a letto.
SABATO 11/08 (UXMAL, RISERVA DI CELESTUN, MERIDA)
Per colazione andiamo alla sede originale del Chaya Maya, nato proprio come locale per la colazione, che è aperto dalle 7: colazione robusta con uovo strapazzato con salsiccia sminuzzata, frutta, caffè e uno strano succo. Quindi in auto in direzione Uxmal****, dove arriviamo verso le 9:30 dopo circa un’ora di viaggio. Il sito archeologico è meno affollato di altri e ce lo godiamo con più tranquillità in una bella giornata di sole: imponente la Casa del Aldivino e spettacolari le perfette proporzioni del Cuadrangolo de las Monjas. Dopo aver osservato alcune rovine minori si arriva quindi a una piattaforma rialzata che ospita la Casa de las Tortugas e al bellissimo Palacio del Gobernador, con una facciata di quasi 100m. Saliamo sulla vicina Gran Piramide e diamo un’occhiata a El Palomar (piuttosto rovinato) e dopo circa 2 ore e mezzo concludiamo, molto soddisfatti, la nostra visita.
Per il pomeriggio abbiamo in programma una visita alla Riserva Naturale di Celestun***, a ovest di Merida. Dobbiamo però rifornirci di benzina e l’impresa non è facile perché nella zona i dsitributori scarseggiano: riusciamo finalmente a farla a Muna, insignificante paesino dove pranziamo con un gelato. Quindi il trasferimento a Celestùn si rivela particolarmente lungo, per le pessime condizioni delle strade. Ci fermiamo al ponte all’ingresso della città da dove partono molte escursioni ma ci dicono che il costo è di 1500 MEX a barca, circa 75€. Aspettiamo quindi finché non vediamo una coppia con cui dividere il costo. Alle 15.15 partiamo per l’escursione (durata 1 ora e mezzo) con un barcaiolo che parla solo spagnolo, ma che si rivelerà molto preparato.
La prima tappa è per la visione dei fenicotteri, che pur non essendo in gran numero rimangono molto affascinanti. Ci fermiamo quindi all’isola degli uccelli (dove ci sono numerose specie diverse), attraversiamo l’inestricabile tunnel delle mangrovie (davvero affascinante!) e arriviamo quindi a una sorgente d’acqua, che dovrebbe essere pulitissima ma non lo è a causa dei detriti portati dall’alta marea. Complessivamente comunque il tour è molto piacevole. Facciamo un breve salto in spiaggia, dove sono presenti soprattutto turisti messicani: non aspettatevi spiagge caraibiche ma non ci sono praticamente alghe. Ci rimettiamo quindi in auto verso Merida (90 minuti) facendo uno stop al Nuovo Museo del Mundo Maya, struttura ultramoderna che affascinava mia sorella, studiosa di architettura: la sua forma dovrebbe ricordare la ceiba (albero sacro dei maya), ma forse la cosa a cui somiglia di più è lo stadio a nido costruito in Cina per le olimpiadi. Interessante per gli appassionati, non visitiamo l’interno perché già chiuso. Arrivati in hotel facciamo una breve sosta e quindi usciamo per un giro in centro e una passeggiata verso il Paseo Montejo, definiti come gli Champs-Élysées di Merida: ci sono dei bei palazzi europei lungo la via, ma la posizione un po’ fuori dal centro li rende non certo imperdibili. Torniamo in centro e andiamo a cena al Portico del Pellegrino (14€/pp), segnalato anche dalla Lonely Planet: bene, non andateci per alcun motivo. Forse è cambiata gestione o forse hanno cambiato strategia commerciale, sta di fatto che i piatti tipici segnalati dalla guida non ci sono più e sono stati sostituiti da piatti internazionali sciatti e di basso livello: cerco di limitare i danni con un’entrecote al pepe e un creme-caramel, ma la qualità è davvero bassa. Sconsigliato. Un po’ delusi ce ne torniamo in hotel.
DOMENICA 12/08 (CAMPECHE)
Andiamo a colazione in centro a un locale di catena che ci rifila dei pessimi uovo montenos con succo d’arancia. Alle 9:00 siamo in partenza con la nostra auto per Campeche***, facente parte dell’omonimo stato, dove arriviamo in meno di due ore. Parcheggiamo vicino all’Hotel Lopez (43€ la tripla) dove soggiorneremo e dove faremo il checkin più tardi e iniziamo a esplorare la cittadina. Questa ci accoglie con strade con edifici colorati a tinte pastello e un centro storico ricco di monumenti coloniali. Partiamo dall’Ex Templo de San Josè che offre la possibilità di fare belle foto con gli edifici colorati delle strade vicine. L’interno ospita invece un mercato artigianale non particolarmente interessante.
Proseguiamo quindi verso la vicina Piazza della Cattedrale, con begli alberi e un chiosco centrale. Sulla piazza si affaccia la bella cattedrale con due campanili, l’interessante Centro Cultural Casa Numero 6 (dov’è stata ricostruita una casa di Campeche arredata come nel passato – ingresso meno di 1€) e la Biblioteca di Campeche. Arriviamo anche alla Mansion Carvajal per poi dirigerci ai baluardi per fare il giro delle mura. Il Baluarte de San Pedro è chiuso, ma dal Baluarte de San Francisco è possibile salire (15 MEX) e fare una lunga e piacevole passeggiata sulle mura, con la possibilità di osservare la cittadina dall’alto. Una volta scesi pranziamo al Cafè la Paroquia (vicino alla Plaza Principal) con sandwich prosciutto e formaggio e patatine. Rinfrancati facciamo un bel giro per le vie della cittadina dando un’occhiata alle porte e ai baluardi che non avevamo ancora visto dal basso.
Ci dirigiamo quindi verso il Malecòn, il lungomare, dove sono in corso ingenti lavori di ammodernamento che non permettono di godere a pieno del luogo. Anche le statue segnalate dalla nostra guida non valgono granché. Fa molto caldo e avendo camminato quasi 4km sul lungomare decidiamo di tornare in hotel con un taxi (40MEX in tre). Alle 17 circa facciamo il checkin.
Campeche è una cittadina assolutamente carina ma con spazi ridotti, che si riesce a vedere tranquillamente in meno di una giornata. Facciamo un bagno in piscina per rinfrescarci e attendiamo il termine del classico acquazzone pomeridiano che si abbatte puntualmente sulla cittadina. Alle 18:30 usciamo per un nuovo giro in centro, fermandoci sulla Plaza Principal dov’è in corso un concerto tipico. Andiamo a cena al ristorante Marganzo (poco lontano) dove ceniamo di pesce con un ottimo ceviche negro e quindi polpo grigliato aromatizzato con lime. Concludo l’ottima cena con una buona cheese cake. Breve passeggiata per il centro e a letto.
LUNEDÌ 13/08 (VILLAHERMOSA, PALENQUE)
Oggi sarà una giornata essenzialmente di spostamento. Dobbiamo lasciare l’auto a Villahermosa (il che ci fa allungare non poco la strada, ma purtroppo la riconsegna era possibile solo in alcuni aeroporti) e prendere il bus da lì a Palenque. Colazione in hotel con toast, frutta e uovo. Partenza alle 8:30, breve sosta nel terribile paesino di Frontera per un pranzo con gelato e arrivo all’aeroporto di Villahermosa alle 14:30 per la riconsegna dell’auto (fortunatamente senza sorprese). Da qui ogni ora c’è un bus 19 posti della ADO (carissimo – 350 MEX/pp – ma molto comodo) per Palenque, in Chiapas, dove arriviamo con una ventina di minuti di ritardo alle 17:40. Sistemazione all’hotel Chablis Palenque (55€ la tripla), in zona Canada, la migliore della cittadina, che è molto turistica. Classico acquazzone e giro per il centro (piuttosto brutto) utile per acquistare i biglietti per il bus ADO per San Cristobal dell’indomani (250 MEX/pp, assai meno del minibus di 2h da Villhaermosa a Palenque!). Questo impiega circa 9h, facendo il giro lungo per Villahermosa e Tuxla Gutierrez senza tagliare per i monti (5-6h). Tuutavia, vista la strada tortuosissima e le difficoltà ad organizzare con agenzie di minibus, decidiamo di scegliere questa soluzione piuttosto di buon grado. Cena a Las Tinajas (11€) con tacos e una sorta di pane con pomodoro e salsa piccante di antipasto e poi pollo alla veracruzana (con pomodoro, olive, capperi, cipolle, peperoncino, origano, cannella e non so che altro). Le porzioni sono enormi, il locale rustico e i piatti casalinghi: non male.
MARTEDÌ 14/08 (PALENQUE, SAN CRISTÒBAL)
Oggi dobbiamo sfruttare al meglio la mattinata per visitare le rovine archeologiche perché alle 12 abbiamo il bus per San Cristòbal. Facciamo colazione alle 7:15 al vicino Cafè Jade con un muffin, un dolcetto e succo di arancia. Prendiamo quindi un taxi (90MEX in 3 per circa 15min di tragitto) fino al sito archeologico di Palenque****, dove arriviamo alle 8:20.
Anche questo sito, immerso nella giungla, è spettacolare: data l’ora mattutina non ci sono troppi turisti e ci possiamo godere a pieno le rovine. Partiamo da quello che forse è il complesso più bello dell’intero sito, il Templo de las Inscriptiones, all’interno del quale si trova una tomba che non è purtroppo visitabile. Altri edifici davvero degni di nota sono El Palacio e il Grupo de las Cruces, ma anche altri siti minori sono comunque interessanti. Seguendo il percorso di visita arriviamo nei pressi di una cascatella (praticamente secca) e quindi lasciamo il complesso da un’uscita a circa 2km dal punto di ingresso al sito, quando sono circa le 10:30. Prendiamo al volo un combi per il centro città (20MEX/pp), recuperiamo le valigie in hotel e ci rechiamo con buon anticipo alla stazione dei bus, poco lontana. Alle 12 partiamo puntuali con il bus della ADO, di buon livello.
Torniamo a Villahermosa, per poi arrivare a Tuxla-Gutierrez dopo un’oretta di strada a curve e infine a San Cristòbal, dove arriviamo alle 21.15 circa. Ci facciamo portare da un taxi (40MEX) in hotel, La Posada El Zaguan (63€/notte per una singola e una doppia), ottima struttura a poche quadras dal centro e in stile ‘montano’: questa città si trova infatti a oltre 2000m e l’aria è decisamente frizzante (portatevi una felpa!).
Alle 22 siamo a cena a Sensaciones de Chiapas (13€/pp), uno dei ristoranti più rinomati che si trova sulla piazza principale, dove mangio un eccezionale stinco con una salsa locale con peperoncini rossi e verdi e spezie: davvero sublime. Facciamo due passi in centro, con un paio di strade illuminate con lucine e tanti giovani nei locali. San Cristobal ci ha fatto un’ottima impressione e non vediamo l’ora di scoprirla meglio domani!
MERCOLEDÌ 15/08 (SAN CRISTÒBAL, SAN JUAN CHAMULA)
Colazione in hotel con yogurt, succo di arancia, toast, frutta e omelette e siamo quindi pronti per andare alla scoperta di San Cristòbal****. Attraversiamo parte del centro per visitare innanzitutto l’interessante Mercado Municipal, che riserva una bella esperienza sensoriale tra frutta, verdura, ogni tipo di carne e animali vivi. Il mercato è frequentato quasi esclusivamente dai locali.
Ci dedichiamo quindi alla visita del centro città, dopo aver comprato in un agenzia i biglietti per il transfer a Panajachel (Guatemala) di domani per 400 MEX$/pp. Visitiamo innanzitutto il Templo ed Ex-Convento de Santo Domingo de Guzman, circondato da bancarelle artigianali, che presenta una bella facciata barocca molto particolare che osserveremo meglio nel pomeriggio con la luce del tramonto. Proseguiamo quindi con il Templo de la Caridad, per poi tornare sulla Piazza 31 de Marzo, che ospita la cattedrale. Questa, circondata da barriere decorate con murales, è in realtà chiusa per lavori, ma la facciata che dà sulla piazza è comunque interessante.
Ci dirigiamo quindi a piedi al Cerro de Cristobal, una collinetta con chiesa in cima da cui si gode una bella vista su tutta la città: la salita offre dei bellissimi murales sulle pareti laterali e vi consigliamo quindi di farla a piedi. Dall’alto la vista permette di avere un’idea più precisa sulla planimetria cittadina. Scendiamo quindi in centro, attraversiamo l’Arco del Carmen e diamo un’occhiata alla chiesa di San Francesco. Percorriamo quindi tutta Real de Guadalupe: questa è la strada principale, piuttosto turistica, ma che permette di avere un’idea più precisa sul genere di persone che frequentano la città, che spaziano da artisti, bohemien, hippy, alternativi oltre, ovviamente, a un po’ di turisti “classici”. Arriviamo così al Cerro de Guadalupe, a cui si accede tramite una breve scalinata: sia la chiesa che la vista di cui si gode dalla collinetta sono però meno belli rispetto a quelli del Cerro de San Cristobal. Scendendo passiamo da Na Bolom dove purtroppo scopriamo che è possibile accedere al cortile solo a pagamento. Pranziamo quindi in una cioccolateria (Cacao Maya o qualcosa di simile) che scopriamo avere diverse sedi in città: sia la cioccolata fredda che i dolci al cioccolato mangiati erano davvero buoni, se pur non economicissimi. Dopo pranzo decidiamo di visitare San Juan Chamula****: prendiamo un colectivo (18 MEX$/pp solo andata) nei pressi del mercato: questi sono furgoncini che partono quando sono pieni e che in 30 minuti circa conducono al paese. San Juan Chamula è abitato dai chamula, un gruppo tzotzil indipendente che celebra nella chiesa del paese riti a metà tra il cattolicesimo e una sorta di animismo. Il paese si sviluppa intorno alla piazza principale, unico vero luogo di interesse, dove si trova la bella chiesa su tonalità verdi e blu. Ma è una volta varcato l’ingresso (25 MEX$/pp) che si entra davvero a contatto con la spiritualità dei locali: la chiesa è vuota, senza panche ed è cosparsa sul pavimento da aghi di pino. Qui i fedeli, riuniti a gruppi, ognuno con un guaritore che celebra il rito, accendono gruppi di candele, che sono l’unica fonte di luce. I riti praticati sono complessi e comprendono sacrifici di animali (essenzialmente polli a cui viene tirato il collo) e sorta di purificazioni durante le quali il corpo della persona sottoposta al rito viene massaggiato con animali morti, uova o altre sostanze. Contemporaneamente ci sono offerte che vengono versate sulle candele accese, che comprendono anche la Coca Cola, bevanda che assume significato di ricchezza nelle tradizioni locali. Inutile dire che l’intera atmosfera è estremamente coinvolgente. Rimaniamo nella chiesa per circa 30-40 minuti, fino a quando un gruppo di una gita organizzata non arriva a incrinare l’atmosfera.
Dopo un breve giro in paese, che non offre granché, riprendiamo quindi il colectivo per San Cristobal. Facciamo una breve sosta in hotel per poi uscire alle 18.45 per un breve giro in città, per osservare di nuovo alcuni edifici con una luce migliore e fare qualche acquisto. Per cena andiamo al ristornate LUM (19€/pp circa), che in una bellissima atmosfera ci regalerà quella che si rivelerà la miglior cena di tutta la vacanza: io prendo una spigola con una salsa di capperi e lime e un dolce al cioccolato con granella, mirtilli, fragole e pezzi di cioccolata, entrambi splendidamente presentati. Anche le altre portate erano davvero buone. Contenti torniamo in hotel dove domani ci preleveranno per il trasferimento in Guatemala.
GIOVEDÌ 16/08 (TRASFERIMENTO IN GUATEMALA A S. ANTONIO PALOPÒ, LAGO ATITLAN)
Oggi giornata di trasferimento in Guatemala. Colazione in hotel simile a ieri e attesa del pullmino per le 8.00 che, secondo le migliori abitudini messicane, arriva solo alle 8.40. L’autista decide di fermarsi quasi 45 minuti a colazione e così arriviamo alla frontiera solo alle 13 circa. Le operazioni sono piuttosto lente (oltre un’ora) sia sul versante messicano che su quello guatemalteco: chi ha soggiornato per più di 7 giorni in Messico deve pagare una tassa di uscita di 500 MEX$/pp: mi sono informato e pare che la tassa esista, per un momento abbiamo temuto fosse una fregatura. In Guatemala ci riorganizzano insieme al gruppo di un’altra agenzia su due pullmini scarcassati guidati da un autista pazzoide.
Tra curve e sorpassi ai famosi chicken bus (scuola bus statunitensi riadattati a autobus extraurbani) per le 18 locali (le 19 messicane) siamo finalmente a Panajachel (chiamata da tutti Pana), principale centro del lago Atitlan: abbiamo impiegato quasi 11 ore contro le 8/9 previste. I mezzi per i trasferimenti verso gli altri paesi del lago sono però operativi fino alle 17.30 e, visto che sta calando il buio, dobbiamo appoggiarci a un’agenzia locale che, dopo lunga contrattazione, ci porterà per 150 Q (quasi 20€, che qui è un’esagerazione) a S. Antonio Palopò, dove abbiamo prenotato per due notti. In mezz’ora siamo finalmente all’Hotel Terrazas del Lago (46€/notte per la tripla), semplice ma con una meravigliosa vista sul lago. Ceniamo in hotel con un semplice ma ottimo pesce alla griglia (circa 12€/pp). Domani inizierà la scoperta del Guatemala.
VENERDÌ 17/08 (LAGO ATITLAN: SANTIAGO ATITLAN, SAN PEDRO LA LAGUNA, SAN JUAN LA LAGUNA)
Colazione alle 7:30 in hotel ancora con una splendida vista sul lago, incastonato tra le sagome di tre meravigliosi vulcani: le donne del posto, nei tradizionali abiti blu e indaco, scendono al lago a lavare i panni o accompagnano i figli a scuola. Abbondante colazione con toast al burro, marmellata, spremuta d’arance, omelette e frutta. Andiamo quindi davanti alla chiesa del paese da dove partono dei pickup collettivi per Pana (5Q/pp): nei pickup sono sistemate orizzontalmente due panche di legno per sedersi e, comprese le persone in piedi, possono prendervi posto anche 20 persone. Inutile dire che siamo gli unici turisti e attiriamo gli sguardi incuriositi dei ragazzini del luogo: l’esperienza è molto bella e “vera”.
In 30 minuti siamo a Pana dove iniziamo il nostro giro per i principali paesini del lago. La tariffa è di 25Q/pp a tratta (circa 3€) e, nonostante esistano dei tour collettivi che permettono di girare per le località principali, consigliamo di organizzarsi autonomamente, per avere maggior flessibilità. La prima tappa, sulla sponda opposta del lago rispetto a Pana e raggiunto in circa 40min di navigazione, è Santiago Atitlan***.
È uno dei paesi in cui le tradizioni locali sono più radicate e, con il fatto che oggi è giorno di mercato, ne possiamo godere a pieno: le donne arrivano al grande mercato all’aperto con abiti tradizionali ed è affascinante vederle aggirarsi tra le bancarelle di frutta, verdure e oggetti vari. Arriviamo anche alla piazza con la chiesa principale (non imperdibile), mentre decidiamo di evitare la principale attrazione del paese, ovvero l’effigie di Maximòn: questo è un dio locale la cui rappresentazione viene ospitata a turno tra le diverse case del villaggio e la cui visita viene fatta pagare profumatamente ai turisti.
Sulla base di altri racconti di TPC abbiamo deciso che potevamo evitare di farci spillare una decina di euro a testa. Dopo un paio d’ore torniamo al porto per prendere una lancia per San Pedro**: questa ovviamente parte solo quando è sufficientemente piena e arriviamo in paese solo alle 12:30 circa. San Pedro, alle pendici dell’omonimo vulcano, è uno dei più turistici ed è famoso per i divertimenti e le scuole di spagnolo. Complessivamente non ci dice un granché, forse anche perché mentre stiamo mangiando in un locale (con una semplice insalata greca) ci prende un forte acquazzone. Abbiamo ancora molto tempo a disposizione e quindi, nonostante l’acqua, decidiamo di visitare anche il vicino paese di San Juan***, che raggiungiamo in tuk-tuk (10Q totali) dopo una decina di minuti su strada sterrata. Questo paese è molto più carino ed è legato alle tradizioni artigiane della tessitura e della pittura, tanto che molte strade presentano numerosi murales oltre che piccole gallerie d’arte. La parte alta del paese offre anche delle belle viste sul lago, purtroppo in parte nascoste dalle nuvole basse. Ci fermiamo per un caffè (fatto con i chicchi delle piantagioni locali) in un locale, ma la pioggia non diminuisce: decidiamo quindi di tornare a Pana. Qui dobbiamo prendere il pickup di ritorno per tornare in hotel a San Antonio Palopò ma si scatena un vero e proprio nubifragio. Il pickup viene coperto da dei teli di plastica che ci coprono parzialmente, ma il viaggio si rivela una vera avventura lungo le vie fangose che conducono al paese: viaggiare in autonomia vuol dire anche questo e noi siamo comunque pronti ad accettarlo di buon grado. Per le 18:30 siamo in hotel, dove ci riposiamo (e asciughiamo!). Decidiamo di provare a sfruttare buona parte di domani per concludere la visita del lago e restiamo quindi a cena (le alternative non sono molte!) in hotel, dove mangiamo in modo molto simile a ieri. Andiamo quindi a letto piuttosto presto per poter sfruttare a pieno la giornata di domani.
SABATO 18/08 (LAGO ATITLAN: SAN ANTONIO PALOPÒ, SAN MARCOS, TZUNUNÀ. TRASFERIMENTO AD ANTIGUA)
Al risveglio la giornata è bellissima e quindi ci godiamo un’altra bella colazione in terrazza (simile a ieri). Decidiamo quindi di fare un breve giro per il paese per scattare qualche foto: il paesino è molto tranquillo e fotogenico e la girata si rivela piacevole. Per comodità, dato che abbiamo con noi i bagagli, decidiamo di evitare gli spostamenti in pickup e chiamiamo tramite l’hotel un taxi per andare a Pana (100Q, circa 12€). In paese prenotiamo lo shuttle delle 16 per Antigua (80Q/pp, circa 10€) e lasciamo i bagagli. Quindi prendiamo la lancia per San Marcos***, dove arriviamo dopo alcune fermate intermedie. Questo è un paesino molto alternativo, dove i turisti vengono soprattutto per meditare, ma è anche uno di quelli che offre le viste più belle sul lago. Dalla piazza principale, con un enorme fico strangolatore, prendiamo quindi un tuk tuk (10Q) per il Cerro Tzankujil, dove c’è un bellissimo belvedere sul lago (ingresso gratuito). Ci fermiamo a scattare numerose foto e ci godiamo il posto insieme a poche altre persone, alcune delle quali ne approfittano anche per fare il bagno, dato che questa è una delle zone con l’acqua migliore di tutto il lago. Purtroppo noi non abbiamo i costumi.
Proseguiamo quindi lungo il sentiero sterrato che conduce a Tzununà**, a cui si arriva in circa 10 minuti dal punto panoramico. Questo paesino, famoso soprattutto per la forma di agricoltura sostenibile che viene qui praticata, è decisamente poco turistico, dato che non ha molto da offrire se non gli abitanti, che spesso indossano i begli abiti tipici in tonalità rosso-magenta. Verso le 13.15 decidiamo così di prendere la lancia di ritorno per Pana, dove arriviamo per le 14. Mangiamo dei burritos per pranzo in un locale sulla via principale e abbiamo anche il tempo per visitare alcuni negozietti caratteristici prima di arrivare puntuali all’agenzia per prendere il minivan per Antigua. Come consuetudine il pullmino parte con circa 45minuti di ritardo e, anche a causa del traffico intenso, impiega circa 2h e mezzo per arrivare a destinazione. Soggiorniamo all’hotel Casa di San Pedro (circa 73€ la tripla) e, data l’ora, andiamo subito a cena a La Cuevita de Los Urquizù. Nonostante sia segnalato dalla LP, lo sconsigliamo: vengono offerti piatti tradizionali rustici tenuti in caldo in recipienti di terracotta e, oggettivamente, non possiamo dire di aver mangiato male (io ho preso delle hiladas, carne sfilacciata in salsa, che erano piuttosto buone). Tuttavia il livello di pulizia era a livelli indecorosi: tovaglia sporca con sugo e avanzi vari, posate non certo immacolate, etc. Dopo una breve passeggiata per la zona in notturna torniamo in hotel.
DOMENICA 19/08 (ANTIGUA. TRASFERIMENTO A FLORES)
Buona, anche se non particolarmente abbondante, la colazione in hotel con yogurt con cereali, frutta e succo naturale. Chiediamo di poter lasciare gran parte dei bagagli in hotel per i prossimi due giorni (causa limitazioni della compagnia con cui viaggeremo per Flores) e cominciamo quindi la visita di Antigua*****, visitabile tranquillamente a piedi. La prima tappa è il Convento de Capuchinas, di cui vediamo solo l’esterno. Molto affascinante invece la vicina Iglesia del Carmen, la cui facciata, piuttosto rovinata, si staglia contro il cielo azzurro alle spalle di un colorato mercatino. Percorrendo le belle vie del centro, organizzate in perfetto ordine geometrico, superiamo il Convento de S. Teresa e arriviamo all’iconico Arco de Santa Catalina, che incornicia una bella via della città con la sagoma di uno dei vulcani alle spalle. La città ci appare davvero molto piacevole, con i tanti resti dell’antica grandezza, disseminati lungo le strade e la vita che scorre tranquilla, senza né gli eccessi, né l’afflusso turistico di alcune delle località messicane visitate in precedenza. A poca distanza dall’arco arriviamo quindi all’Iglesia e Convento de la Merced, con la sua facciata giallo intenso e i suoi decori baroccheggianti. Davanti spesso è possibile vedere persone in abiti tradizionali che si apprestano ad assistere a qualche funzione. Decidiamo di visitare anche le rovine del cortile interno, dominate da una grande fontana a forma di ninfea. Si può salire anche al piano superiore, da cui si può ammirare un panorama della città. In circa 10 minuti siamo quindi al Parque Central, la piazza principale di Antigua, alberata e dominata dalla cattedrale. Diamo un’occhiata anche al Palacio del Ayuntamento e quello de los Capitanes Generales che danno sulla piazza stessa, per poi visitare le rovine della cattedrale. Queste, senza tetto, sono davvero imponenti e sullo sfondo del cielo azzurro forniscono un buono spunto per qualche bella foto.
Proseguiamo quindi la nostra visita con la zona ovest della città, caratterizzata dal mercato (che non visiteremo) e alcune dei siti in rovina più importanti. Proprio le numerose rovine di edifici coloniali è una delle caratteristiche principali di Antigua, che è stata praticamente distrutta dal terremoto del 1773 e ricostruita solo parzialmente dopo la scelta di spostare la capitale a Guatemala City. Vediamo innanzitutto l’Antiguo Colegio de la Compania di Jesus, che rappresenta uno dei pochi tentativi di restauro fatti in città, dato che all’interno sono stati ricostruiti dei piacevoli chiostri che ospitano spesso esposizioni temporanee. Proseguiamo quindi con il Colegio de San Jeronimos (solo dall’esterno) e con la Iglesia e Convento de la Recolèccion, che offre altre belle rovine a cielo aperto, che visitiamo per 40Q/pp. Dopo un rapido pranzo con un gelato ci dirigiamo quindi all’Iglesia e Convento de Santa Clara, che si affaccia su un’altra piacevole piazzetta con dei lavabi pubblici, per poi dirigerci all’agenzia dove abbiamo prenotato il transfer per l’aeroporto: abbiamo optato per un transfer privato per 100Q in totale (circa 12€) perché ci costava quasi la stessa cifra di un minibus, che non ci avrebbe garantito il rispetto degli orari vincolandoci invece nei nostri programmi per la giornata.
La scelta si è rivelata ottima e in un’ora siamo stati lasciati all’aeroporto di Guatemala City, che si trova fuori città, consentendo così di evitare gran parte del terribile traffico urbano. Alle 17.15 abbiamo il nostro volo per Flores (circa 85€/pp) su un piccolo aereo a elica da 32 posti della TAG, la compagnia guatemalteca, che si rivelerà ottimo. In un’ora siamo a Flores e con un tuk-tuk (15Q) arriviamo all’hotel Casa Amalia (67€ per la tripla) che si rivelerà niente di eccezionale. Prenotiamo a San Juan Travel (consigliato dalla LP) l’escursione a Tikal per l’indomani (70Q/pp, circa 9€) e il bus notturno per la sera stessa per Guatemala City di Linea Dorada (la miglior compagnia disponibile) con successivo transfer a Antigua (330Q/pp in totale, circa 41€): avremo problemi con entrambi i servizi e ci sentiamo quindi di sconsigliare l’agenzia. Ceniamo alla steak house Raices, facendo il primo pasto poco tradizionale della vacanza, con una grigliata mista con vista lago: la qualità non è male, ma il locale è molto turistico e le porzioni un po’ scarse. Flores non sarebbe brutta ma è piena di turisti pronti a partire per Tikal, cosa che le fa perdere gran parte del fascino. Andiamo quindi a letto perché l’indomani alle 8 parte il minibus per Tikal.
LUNEDÌ 20/08 (TIKAL, FLORES. TRASFERIMENTO A GUATEMALA CITY)
La colazione non è compresa e quindi la consumiamo al Cafè Dona Goya con frutta, yogurt con cereali, succo, pane tostato e horchata (simile al riso-latte): davvero enorme. Alle 8 puntuali siamo al punto di raccolta del minibus ma, come previsto, c’è un gran casino: turisti che hanno prenotato con agenzie (e prezzi) diversi, guide in spagnolo e inglese che si devono dividere, mezzi di qualità (e età!) imbarazzante. Non ci muoviamo fino alle 8:45, poi ci fermiamo all’aeroporto per fare i biglietti (pare che ciò acceleri i tempi) e invece che alle 9 arriviamo al sito alle 10 passate. Abbiamo scelto di visitare il sito senza guida in autonomia perché, come avrete capito, non amiamo particolarmente essere “intruppati” con altre decine di turisti. La visita di Tikal**** è invece davvero bellissima: arriviamo subito alla Gran Plaza su cui si affacciano i templi I e II, alti e a gradini, insieme all’Acropoli Centrale. È uno degli scorci più belli di tutto il sito e vi consigliamo di dedicargli tutto il tempo necessario, compresa la salita al Tempio II che permette di vedere l’intera zona dall’alto. La visita continua con la Plaza de Los 7 Templos, il templo V (di grandi dimensioni) e l’Acropolis del Sur, dove inizia a cadere una spiacevole pioggerellina. Continuiamo con i complessi del Mundo Perdido, dove vediamo anche numerose scimmie: la pioggia si è ormai trasformata in un vero diluvio, anche se un po’ a intermittenza. Il tempio IV offre la vista più bella del complesso, con i profili dei templi I, II e III che si innalzano dalla giungla. Nonostante rinunciamo al pranzo (solo un pacchetto di patatine da dividere!) per le 15 (orario di ritrovo per il ritorno) abbiamo ancora qualcosa che, anche per via della forte pioggia che ci ha rallentato, non siamo riusciti a vedere. Impressionante il fatto che si stimi che siano state scoperte meno del 50% delle strutture esistenti e che quindi il sito effettivo abbia dimensioni immense. Vi consigliamo comunque di prevedere almeno 6 ore per la visita del sito, di più se pensate di fermarvi a mangiare in uno dei locali presenti.
Il viaggio di ritorno scorre senza intoppi e alle 16.15 siamo a Flores. Passiamo dall’agenzia per prendere i biglietti per il bus della sera e ne approfittiamo per una breve visita del paesino di Flores**, che si gira tutto in poco più di un’ora. Piacevole il lungolago, con alcune zone completamente sommerse a causa dell’innalzamento delle acque. Strano fenomeno al tramonto quando un numero incredibile di piccoli passerotti scende ogni sera (almeno in questa stagione) sulla città per fermarsi sui fili della luce: uno scenario degno del film Uccelli di Hitchcock. Alle 19 circa andiamo a cena a El Mirador, sulla piazza principale, frequentato esclusivamente da locali: la cucina è semplice (come il locale) ma lo spezzatino di manzo con peperoni e il lombito alla griglia sono entrambi buoni. Spendiamo circa 9€ a testa. Prendiamo un gelato in un locale sul lungo lago e, rifocillati, alle 20 siamo al’appuntamento all’agenzia, da dove siamo portati in auto al terminal del bus di Sant’Elena: qui alle 21 abbiamo il bus per Guatemala City, che parte puntualissimo. Il bus è un po’ mal ridotto e l’autista è un pazzo totale che guida come un indemoniato nonostante la pioggia torrenziale che ci colpisce durante la notte (e che entra copiosamente attraverso il tetto). Arriviamo a Guatemala City alle 5, in perfetto orario. Il bus è considerato di classe deluxe ma se mal vi adattate alle scomodità vi consigliamo di prendere l’aereo.
MARTEDÌ 21/08 (ANTIGUA. VOLO DI RITORNO)
Gli accordi prevedevano un transfer diretto per Antigua ma ovviamente siamo stati convogliati in un unico minibus con i passeggeri di un altro bus che arriverà oltre un’ora più tardi. Dopo lunga attesa in stazione (che comunque appare molto sicura) finalmente alle 6:45 partiamo, per fermarci poco dopo in uno dei peggiori imbottigliamenti mai visti per uscire della città. Per arrivare ad Antigua dovremmo impiegare meno di un’ora ma alla fine arriviamo, piuttosto devastati, solo alle 9:15. Facciamo una breve colazione con muffin e cappuccino per poi completare la nostra visita della città. Innanzitutto andiamo a piedi al Cerro de la Cruz, distante non più di 15 minuti a piedi dal centro. Dalla vetta si gode di una bella vista sulla città, nonostante le nuvole coprano parzialmente le sagome dei vulcani. Decidiamo quindi di fare una bella passeggiata per il centro a caccia di nuovi scorci e per rivedere alcuni dei luoghi che già avevamo visto due giorni fa. Visitiamo anche alcune botteghe artigiane (di vario livello). Pranziamo quindi con l’immancabile gelato, prima di dare un’occhiata all’Iglesia di San Francesco. Quindi passiamo dall’hotel a ritirare i bagagli per essere pronti alle 13:30 per prendere il solito transfer privato per l’aeroporto, che ci lascia a destinazione puntualmente per le 14:20. Alle 17:10 abbiamo il volo Iberia per Madrid che scopriamo fa uno scalo intermedio a El Salvador con scesa e nuovo imbarco di tutti i passeggeri (2 ore perse nell’operazione).
MERCOLEDÌ 22/08 (VIAGGIO DI RITORNO)
Alle 14:20 (+8h di fuso orario) sbarchiamo finalmente a Madrid, con la certezza che Iberia non rientri tra le compagnie aeree da raccomandare. Alle 17 siamo quindi imbarcati puntualmente sull’ultimo volo per Roma, che ci porta a destinazione per le 19:25 sotto il classico temporale estivo. Ci fermiamo per cena nei pressi di Grosseto (che bontà riassaggiare un piatto di tagliatelle al cinghiale!) e poco prima dell’1 arriviamo finalmente a casa nella nostra Livorno.
CONCLUSIONI
Un gran bel viaggio, vario e completo, che ci ha permesso di apprezzare realtà anche molto diverse. Lo Yucatan è certamente più turistico e alla portata di tutti (anche viaggiando in autonomia), regalando comunque alcuni siti davvero magnifici e gli imperdibili cenote. Il Chiapas permette di apprezzare il Messico più vero, con San Cristobal che è davvero una perla da non perdere. Affascinante il Guatemala, con il bellissimo scenario naturale del Lago Atitlàn, il fascino decadente di Antigua e un altro sito imperdibile come Tikal. Questa seconda parte del viaggio è un po’ meno “facile” ma complessivamente abbiamo sempre percepito un buon grado di sicurezza e ci sentiamo di consigliare un viaggio simile a tutti coloro che hanno un minimo di spirito d’avventura.
Come sempre, mi sono infine divertito a fare una classifica dei Top e Flop di questa vacanza:
Flop 5:
1. L’invasione di alghe nelle spiagge della costa orientale dello Yucatan
2. Le strade del Guatemala: mal ridotte, lente e ipertrafficate, soprattutto nei dintorni di Guatemala City
3. L’affollamento di alcuni siti dello Yucatan
4. La scarsa affidabilità delle agenzie di viaggio locali, con trasferimenti perennemente in ritardo di ore
5. La scomodità degli autonoleggio: numero ridotto di agenzie dove riconsegnare l’auto
Top 5:
1. Gli incredibili siti maya di Chichèn Itzà, Uxmal e Tikal: davvero meravigliosi
2. Le bellezze naturali della zona: i cenote e il lago Atitlàn circondato dai vulcani
3. Antigua: una città con un fascino decadente unico nel suo genere
4. La cucina: molto varia, gustosa e che non ci ha mai creato problemi di stomaco
5. Izamal: una piccola cittadina molto caratteristica
Per ogni informazione o consiglio potete contattarmi all’indirizzo e-mail ricky.pittis@hotmail.it