Vietnam da nord a sud: un buon caffè dal gusto un po’ amaro
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Dopo la bellissima esperienza in Cambogia nel 2015 c’era rimasta la voglia di visitare il vicino Vietnam e così è stato, e nel 2018 abbiamo dedicato a questo paese il periodo dall’1 al 24 marzo.
Come ns solito abbiamo prenotato il volo aereo con parecchi mesi di anticipo, per la prima volta abbiamo volato con la Turkish, ottimo prezzo (590 € a testa) ed ottimo servizio a bordo.
Questo l’itinerario:
1 marzo: partenza da Bologna
2 marzo: arrivo Hanoi
3 marzo: Ninh Binh e treno notturno per Lao Cai (Sapa)
4 marzo: mercato Bac Ha, trekking e notte home stay
5 marzo: trekking, Sapa, treno notturno per Hanoi
6 marzo: Baia di Halong, notte sulla barca
7 marzo: Baia di Halong e Bai Tu Long Bay, notte home stay
8 marzo: Bai Tu Long Bay e rientro Hanoi
9 marzo: Hanoi e bus notturno per Dong Hoi
10 marzo: tour grotte
11 marzo: treno per Hue e visita cittadella
12 marzo: trasferimento privato Hoi An e visita città
13 marzo: My Son e visita Hoi An
14 marzo: volo aereo da Da Nang a Can Tho, visita Can Tho
15 marzo: tour mercato Cai Rang e bus per Ben Tre
16 marzo: tour barca Ben Tre e trasferimento Ho Chi Minh
17 marzo: tour Cu Chi tunnels
18 marzo: volo per Con Dao
19 marzo: Con Dao
20 marzo: Con Dao
21 marzo: Con Dao
22 marzo: Con Dao e volo per Ho Chi Minh
23 marzo: visita Ho Chi Minh e volo di rientro
24 marzo: rientro a Bologna
Ed ecco il viaggio nel dettaglio:
1 e 2 marzo: arrivo ad Hanoi
Eh sì, siamo proprio partiti nel peggior giorno che questo inverno ci abbia riservato, Bologna sotto la neve sin dalle prime ore notturne; fino all’ultimo non sapevamo se saremmo partiti o meno ma nell’immensa sfortuna di aver scelto un giorno così tremendo per partire… abbiamo avuto la fortuna di essere tra i pochi ultimi voli a decollare prima che l’aeroporto chiudesse. E così inizia questo viaggio che per prima tappa ci porta ad Hanoi dove arriviamo nel pomeriggio del 2 marzo. Ad attenderci troviamo il transfer prenotato tramite l’Hanoi Sincerity Guest House (tramite booking 2 notti 28 USD in totale + 15 USD per il trasferimento). L’Hanoi Sincerity Guest House è una sistemazione molto semplice nel quartiere vecchio, il punto forte della struttura è sicuramente Ann, la proprietaria, davvero in gamba e disponibilissima. Il tempo di una doccia poi ci catapultiamo nel caos del quartiere per un primo “giro di perlustrazione”.
Dal 3 all’8 marzo: tour del nord e delle baie con Ethnic Travel. Il giorno 3 marzo al mattino veniamo prelevati dallo staff dell’agenzia, minuziosamente ed accuratamente scelta dall’Italia, ci portano subito nel loro ufficio dove saldiamo il corrispettivo del tour, lasciamo i bagagli per poi partire per una giornata alla volta di Ninh Binh. La ns guida è molto giovane ed entusiasta, Ninh Binh è un piacevole inizio per questo lungo viaggio, facciamo una piacevole passeggiata tra le risaie, poi percorriamo in barca un tratto di fiume meno famoso di Tam Coc ma sicuramente meno affollato ai turisti, delizioso pranzetto in una fattoria e infine una biciclettata nei dintorni. La giornata finisce verso le 17:30, ci riportano in agenzia e lì possiamo farci una doccia prima di uscire a cena e tornare per farci accompagnare alla stazione del treno. Da questa sera avremo il primo assaggio di quella “cordialità” Vietnamita che come ho scritto nel titolo, ha dato quel gusto un po’ amaro a questo viaggio!
Arrivati in stazione con il voucher dell’agenzia ci mettiamo un pochino per capire dove dobbiamo dirigerci: una donna ci indica una direzione opposta a quella in cui avremmo dovuto andare ma per fortuna un turista ci indirizza al binario giusto, presentiamo il biglietto al personale e… sorpresa, inizia un teatrino in vietnamita in cui l’unica parola che riescono a dirci in inglese è “wait”. Insomma, sembra che il ns biglietto per non so quale motivo non gli vada a genio. Non ci danno spiegazioni e nemmeno ci fanno salire sulla carrozza indicata sul ns biglietto, poi “finalmente” ci dicono di andare verso un’altra carrozza. Non capiamo il perché, ma ci avviamo e notiamo che ci stanno mandando verso una carrozza con le cuccette da 6 e non da 4 come prenotato. Iniziamo a spazientirci e per fortuna una ragazza sempre del personale del King Express ci viene in aiuto e, anzi, ci chiede perché mai ci stessimo dirigendo verso una carrozza diversa da quella del ns biglietto. Increduli le chiediamo di venire con noi e parlare lei con i colleghi perché noi non stiamo capendo più nulla! Con il suo intervento saliamo e ci accomodiamo nella cabina prenotata, vediamo anche che il ns nome era esplicitamente indicato sulla lista di chi inizialmente non voleva farci salire, non l’aveva visto? Strano, cmq ci accomodiamo e subito veniamo praticamente costretti a compilare un questionario di soddisfazione cliente flaggando tutte le caselle positive, ridicoli! Ma non è finita, dopo mezz’ora vengono a dirci che dobbiamo spostarci in un’altra cabina perché devono sistemare una famiglia di 4 persone con 2 bambini e ovviamente non possono separarli. Increduli ci spostiamo e per fortuna capitiamo con una coppia di australiani simpaticissimi e con i quali conversiamo sino a dimenticarci dell’assurdità di quanto accaduto. Il viaggio in treno non è così scomodo, il bagno è qualcosa di indecente ma questo lo si sapeva.
Il 4 marzo arriviamo di buon mattino a Lao Cai, subito troviamo ad attenderci lo staff di dell’agenzia, ci dirigiamo verso Bac Ha per visitare il famoso mercato ma prima facciamo un’ottima colazione a base di pancake in un ristorante in paese. Il mercato è coloratissimo e affollato nonostante, come ci spiega la guida, essendo una bellissima giornata di sole molti ne abbiano approfittato per dedicarsi alla coltivazione piuttosto che scendere al mercato. Abbiamo l’opportunità di riconoscere ed identificare dalle loro vesti, gli abitanti dei diversi villaggi limitrofi, nel mercato c’è davvero di tutto, dalla frutta e verdura, alle spezie, agli animali da compagnia come cani e gatti, a quelli da combattimento come i galli, al bestiame. Siamo davvero contenti di aver potuto assistere a tutto ciò, il tempo scorre veloce tra foto ad ogni genere di mercanzia poi ci aspetta una tranquilla camminata tra i villaggi. Ne approfittiamo per chiedere alla ns guida qualcosa di più sulle tradizioni popolari, sul TET appena trascorso e sullo stile di vita delle persone. Pranziamo nello stesso ristorante dove avevamo fatto colazione e poi ci trasferiamo verso il punto di inizio del trekking che ci porterà nel villaggio dove passeremo la notte. Per tutto il pomeriggio ci accompagnano un sole cocente e una temperatura davvero estiva, sinceramente non ce lo aspettavamo! Camminiamo tra risaie e foreste di bambù, verso la fine si unisce a noi una donna vestita con i tipici indumenti dei villaggi, arrivati a destinazione la guida ci dice che se vogliamo possiamo acquistare qualcosa da lei ma non ci dobbiamo sentire assolutamente obbligati. La ns sistemazione sarà la casa della ns guida, è appena fuori dal villaggio, molto semplice ma molto accogliente così come lo sarà tutta la sua famiglia con la quale passeremo una delle più indimenticabili serate di tutto il viaggio tra ottimo cibo, chiacchiere fatte di sorrisi e risate, e tanti tanti brindisi con liquore di riso!
Il 5 marzo di buon mattino facciamo colazione sul terrazzo con vista sulle risaie poi di nuovo in marcia per qualche ora. In tutto il ns trekking incontriamo davvero pochissimi turisti, pranziamo in una sorta di “rifugio” e notiamo che gli altri turisti che giungono qui sono accompagnati oltre che dalla guida, da minimo 2 o 3 donne dei villaggi che una volta arrivati, gli espongono tutta la loro mercanzia. In confronto a loro, il ns “adescamento” (la donnina che il giorno prima si è unita al ns trekking) è stato davvero molto molto più discreto e questo credo sia merito di aver scelto E.T. che accompagna i turisti tra sentieri e villaggi un po’ meno turistici. Ci vengono serviti ottimi noodles poi un’ora di cammino ed eccoci prelevati dal van, dobbiamo salutare la ns bravissima guida e via diretti alla poco distante Sapa. Qui abbiamo modo di farci una doccia e sistemarci in una stanza d’albergo, poi abbiamo un po’ di tempo per noi, cosa che non ci dispiace affatto, gironzoliamo per la città che però non ci fa una buona impressione. Insomma, sembra davvero che stiano costruendo ovunque ma soprattutto lo stiano facendo “male”, enormi hotel che si affacciano sulle campagne e sui terrazzamenti di riso: una città in preda ad una crescita smisurata e poco oculata. La cosa più carina è il piccolo mercato dove le donne dei villaggi producono a mano i loro coloratissimi prodotti, così ne approfittiamo di comprare qualcosa a prezzi davvero bassissimi.
Ed eccoci pronti per il trasferimento a Lao Cai da dove dovremo riprendere il treno notturno per Hanoi. A Lao Cai abbiamo la cena inclusa in un ristorante proprio accanto alla stazione, dove tra l’altro ci vengono consegnati anche i biglietti per il treno, veniamo accolti benissimo come sempre durante questi giorni gestiti dall’agenzia. Per fortuna questa volta saliamo sul King Express senza difficoltà, la nottata però sarà più insonne rispetto alla precedente perché nella ns cabina si alterneranno, durante la notte, diversi passeggeri.
Il 6 marzo arriviamo ad Hanoi all’alba. Anche qui l’impeccabile servizio della ns agenzia fa sì che possiamo farci una doccia e far colazione in un hotel proprio accanto alla stazione. Purtroppo la colazione sarà davvero pessima: buffet enorme ma praticamente esclusivamente vietnamita. Pollo, brodo, verdure, patate sembra più un pranzo che una colazione! Cmq puntualissimo ecco il van della Ethnic che ci preleva con destinazione Baia di Halong! Il viaggio è lungo ma ne approfittiamo per riposarci un po’ vista la nottata non proprio riposante. Arriviamo ad Halong circa verso ora di pranzo e già dal molo iniziamo a renderci conto di come sia dal vivo uno dei luoghi più famosi del Vietnam. Con una barchetta ci portano sulla ns “nave” che confronto a quelle che vediamo attorno a noi è decisamente più discreta e contenuta e questo, per noi, rappresenta sicuramente un punto a favore! La ns cabina è carinissima ed accogliente, il tempo di sistemarci poi subito ci viene servito un pranzo con i fiocchi ed eccoci pronti per la navigazione, subito il tempo è piuttosto coperto ma poi nel tardo pomeriggio le nuvole lasciano il posto al cielo sereno e l’ora di kayak al tramonto e in una zona solo per noi, saranno uno dei ricordi più belli del ns viaggio! Cena ottima e poi relax ad ammirare le stelle.
7 marzo
Colazione degna dei pasti precedenti poi di nuovo navigazione fino ad un punto dove veniamo fatti salire sulle bamboo boat, ecco questa esperienza non è stata entusiasmante, troppo turistica e soprattutto in un tratto della baia davvero invasa dai rifiuti. Ancora navigazione, pranzo ed ecco giunto il momento di scendere dalla barca per continuare il ns tour verso Bai Tu Long Bay. Torniamo al porto con la solita barchetta e da lì ecco il van che ci porterà alla prossima destinazione. Il viaggio è molto lungo e purtroppo il tempo peggiora sempre di più, ci imbarchiamo che quasi non vediamo cosa c’è attorno e sarà sempre peggio. La nebbia non ci fa godere del paesaggio e le temperature sono piuttosto rigide… e pensare che al mattino prendevamo il sole sulla barca ad Halong Bay. Approdiamo a Quann Island e qui prendiamo le bici per raggiungere l’home stay. Durante il tragitto sosta ad una spiaggia che con il sole doveva essere meravigliosa, peccato davvero. L’homestay è nel paese ma non ci colpisce, è molto anonima e anche la ns guida a Bai Tu Long non ci piace quanto la guida ad Halong Bay. Cmq la serata passa piacevolmente a tavola chiacchierando con gli altri viaggiatori provenienti un po’ da tutte le parti del mondo.
8 marzo
Ci svegliamo decisamente riposati ma purtroppo con la pioggia e rinunciamo alla visita del mercato locale, colazione e poi direzione porto per imbarcarci. Il viaggio in barca è decisamente migliore rispetto al giorno prima, almeno non c’è la nebbia e nonostante il cielo nuvoloso possiamo almeno godere del panorama. Alcuni fanno anche kayak, noi ci siamo decisamente tolti la voglia nella baia di Halong. Pranziamo sulla barca ma il trattamento non è minimamente paragonabile alla qualità della crociera ad Halong Bay. Arrivati al porto vorremmo avere un po’ di tempo per fare qualche foto al bellissimo panorama, ai faraglioni, alle centinaia di barca e villaggi galleggianti ma la guida ha fretta, non ce ne da il tempo ma per contro aspettiamo poi 20 minuti sul mini van prima di partire. Il viaggio di rientro è molto lungo, arriviamo ad Hanoi verso le 18:00. Torniamo alla ns fidata Sincerity guest house. Ceniamo a pochi euro, noodles e spiedini in uno dei numerosi locali sulla strada.
9 marzo: Hanoi
Dedichiamo questa giornata alla visita della città, purtroppo oggi il Mausoleo di Ho Chi Minh è chiuso. Giriamo cmq nei dintorni poi ci dirigiamo verso il bellissimo tempio della Letteratura, il lago Hoan Kiem e dopo essere sfiancati dalla confusione di questa grande città rientriamo in hotel e attendiamo il pick up per il bus notturno verso Dong Hoi. Il pick up è puntuale e confusionario, ci lasciano ai bordi di una strada. Si ferma un bus della Sinh Tourist, saliamo in fretta e furia, ci sistemiamo nei pochi posti liberi e fortunatamente vicini. Inizia così questa notte da incubo che, almeno a me, farà sicuramente rimpiangere il viaggio in treno. Clima soffocante, clacson ad ogni ora, brusche frenate, pilota e copilota che chiacchierano continuamente ad alta voce, fermate per il bagno in posti davvero indecenti.
10 marzo: Dong Hoi, parco delle grotte
Alle 5 circa arriviamo a Dong Hoi. L’autista molto carinamente ci dà circa 30 secondi per scendere dal bus. Ci troviamo nel bel mezzo della notte sul marciapiede di questa città sconosciuta, ma per fortuna i taxi conoscono bene le dinamiche e tempo 5 secondi se ne presenta uno che ovviamente non possiamo rifiutare. Ci va cmq bene perché non spendiamo nemmeno un dollaro per raggiungere il Nam Long Hotel. La porta è aperta, avevamo avvertito che saremmo arrivati di notte e avevamo anche chiesto la disponibilità per poter farci una doccia e far colazione prima del tour alle grotte delle ore 8.00. Un giovane assonnato ci da il benvenuto e ci dice di andare all’ultimo piano dove possiamo usare i bagni del dormitorio.
Entriamo in questa stanza piena di gente che dorme e già ci sentiamo in colpa per disturbare tutti nel bel mezzo della notte, ci chiudiamo in bagno per la doccia e sorpresa…l’acqua è chiusa, torniamo di sotto, chiamiamo per mezz’ora il ragazzo che nel frattempo era tornato a dormire. Si sveglia, ci apre l’acqua. Torniamo di sopra aspettiamo qualche minuto ma l’acqua è freddissima. Avvilita perdo ogni speranza di potermi sistemare dopo una notte d’inferno. Per non disturbare ulteriormente gli ospiti del dormitorio ci mettiamo nel corridoio e ci cambiamo lì. Torniamo di sotto e speriamo almeno di poter fare colazione, io ammetto… sono un po’ scocciata, avevo scritto giorni anzi settimane prima all’hotel proprio per chiedere se il fatto che arrivassimo di notte fosse un problema o meno. Mi avevano rassicurato in ogni modo sul fatto che avremmo avuto cmq tempo e modo per rassettarci prima del tour, arrivare e trovarli così impreparati mi ha piuttosto indisposto. Il ragazzo forse nota la mia stanchezza “fisica e mentale”, ci offre un buon caffè e poi ci dice che prima della colazione ci daranno provvisoriamente una camera (la nostra sarà pronta in tarda mattinata come da orari del check in…). Finalmente posso lavarmi via tutto lo stress di una nottata insonne e la colazione è davvero squisita!
Alle 8 inizia il tour guidato da una ragazza che ci spiega di far parte sempre della famiglia del Nam Long Hotel, in pratica è tutto a gestione familiare. Il tour che abbiamo scelto comprende Paradise Cave e Phanm Gha Cave. Per fortuna non abbiamo scelto grotte che comprendessero attività come bagno nel fango o zip line con tutti nel fiume perché il clima è mite ma le temperature non sono così estive! Paradise Cave ci sorprende per la sua maestosità ma Phang Na Cave ci conquista per il fascino e la suggestione. Il percorso in barca al suo interno è meraviglioso e vorremmo non finisse mail. Non da meno il contesto e il tratto in barca per raggiungere la grotta. L’unica nota dolente della giornata è il pranzo in un ristorante riservato a tutti i gruppi di turisti in visita alle grotte, cibo davvero mediocre. La sera facciamo un giretto a piedi per Dong Hoi che è davvero bellissima e con un’atmosfera che si allontana di gran lunga dal caos di Hanoi. Ceniamo al Tree Hugger Café, localino delizioso!
11 marzo: Hue
Ultima ottima colazione e poi con un taxi raggiungiamo la stazione ferroviaria. Tramite il Nam Long Hotel abbiamo prenotato due posti sul treno per Hue delle 7.30. Il viaggio in treno scorre lento ma comodo, ennesimo punto di vista da cui osservare questo popolo, il treno è piuttosto malmesso e sporco. Dopo nemmeno 3 ore arriviamo a Hue, taxi dalla stazione ed eccoci al “Sala Homestay”. La posizione è perfetta e l’hostel è molto semplice ma accogliente. Ci sistemiamo poi usciamo subito in direzione Cittadella, a piedi saranno circa 20 minuti forse qualcosa di più, deviamo 10 minuti per addentrarci nel mercato ma sarà il caldo e il caos. Gli odori sono davvero troppo forti, impensabile fermarsi per pranzo, proseguiamo e troviamo un posticino dove servono noodles proprio fuori dalle mura della cittadella. E dopo un buon caffè vietnamita eccoci dentro questo suggestivo perimetro ricco di storia e di fascino. Non avevamo grandi aspettative e rimaniamo davvero piacevolmente colpiti da questa visita. Gironzoliamo per tutti gli angoli di questa antica città e vi ci perdiamo per ore. La sera Hue è piena di vita, ci prendiamo un aperitivo sul terrazzo del DMZ poi una cena in uno dei tanti invitanti ristoranti, peccato che la cena sia davvero una delusione ma pazienza considerando quello che abbiamo speso non ne facciamo un dramma, gironzoliamo tra le strade, i negozi, i gruppi di adolescenti che si esibiscono contribuendo alla vivacità di questa città.
12/13 marzo: Hoi An
Ottima colazione e poi trasferimento a Hoi An. Trasferimento prenotato tramite l’homestay e che scopriamo essere gestito dal marito della proprietaria, anche qui… tutto in famiglia! Il transfer è privato e comodissimo (50usd), l’alternativa è il bus che però passa per il tunnel e non per la strada panoramica che, a detta dei più, merita di essere percorsa. Nel ns caso l’entusiasmo è molto moderato, sarà che il tempo bellissimo del mattino lascia il posto alle nuvole, la sosta decisamente più meritevole è quella alla laguna: meravigliosa!!! (Peccato non aver comprato lì una perla come ricordo, le perle vengono coltivate nella laguna e lavorate sul posto!). Il vantaggio di avere il transfer privato è ovviamente quello di non dover sottostare ai bisogni/voleri di un gruppo. Ottimizziamo le fermate e arriviamo a Hoi An verso l’ora di pranzo. Abbiamo scelto il B&B accomodation service, la struttura è molto molto carina, la stanza grande e pulita, l’unica con il box doccia incontrata in Vietnam. Sembra una sciocchezza ma in viaggi come questo ogni piccola comodità in più diventa un lusso! Per pranzo facciamo pochi passi e scegliamo un ristorantino proprio lì accanto, ampio menù e prezzi bassi. Eccoci pronti per avviarci verso la città vecchia, città che ci riempie il cuore, e lo farà ancora di più mano a mano che giungerà la sera e si accenderanno tutte le lanterne, l’atmosfera è decisamente magica!
Il 13 marzo abbiamo prenotato il tour a My Son con partenza all’alba, per noi è stata una delusione. Non ci aspettavamo di certo il fasto di Angkor, ma questi pochi templi semidistrutti non ci hanno trasmesso molto. Unica nota positiva avere avuto una guida per avere qualche info in più e soprattutto essersi uniti ad un gruppo ed aver speso davvero poco (8 usd a testa + entrata, l’alternativa era un taxi privato spendendo almeno il doppio). Per il resto questi due giorni a Hoi An rappresenteranno una parentesi di relax in un luogo che si distingue decisamente da tutti quelli incontrati in questo viaggio. Mangiamo divinamente in un paio di ristoranti ubicati di fronte al fiume, gironzoliamo, visitiamo case e templi, il mercato notturno, ci godiamo due splendide giornate di sole in mezzo ai colori di questo luogo così suggestivo. Peccato che anche qui ci sia la piccola nota dolente del modo di fare di un ristoratore che non appena ci siamo seduti nel suo locale, nonostante fosse vuoto, ha iniziato a pressarci per ordinare subito con un modo di fare decisamente scortese, ma come abbiamo imparato a fare, non vale la pena innervosirsi, molto meglio lasciar correre e cambiare aria. E così abbiamo fatto. Ci è bastato fare due passi per trovare un ristorantino decisamente delizioso ed accogliente!
14 MARZO: CAN THO
Dopo un’ottima e abbondantissima colazione in stile B&B accomodation service, prendiamo un transfer per l’aeroporto di Danang. Il volo vietjet per Can Tho è puntuale, tutto ok tranne la solita confusione dei Vietnamiti. Il ragazzo accanto a me si agita tutto il viaggio per parlare con l’amico di fronte e quello dietro. Insomma, anche qui l’educazione sembra non essere di casa. All’aeroporto è semplice prendere un taxi per l’hotel Hai Dang Mekong Guesthouse (circa 9usd/notte). Sistemazione spartana, nemmeno troppo pulita…ma per una notte va bene e cmq costa 7 euro! Purtroppo nel mentre ci arriva il messaggio di Susan di Can Tho Touring, la quale ci informa che causa il basso livello dell’acqua nei fiumi ci sconsiglia l’indomani di fare il tour lungo ai due mercati e ci consiglia di accontentarci del tour al mercato di Cai Rang. Sinceramente ci rimaniamo un po’ male, soprattutto perché da mesi l’avevamo contattata e ci aveva sempre rassicurato sul fatto che sarebbe stato fattibile (al limite anticipando la partenza) fare il tour lungo e rientrare in tempo a Can Tho per prendere il bus dell’una per Ben Tre. Proviamo anche a chiedere qualche info alla reception per capire che tipo di tour offrono loro, ma sinceramente ci danno zero fiducia e a fatica parlano inglese. Non abbiamo voglia di passare il pomeriggio a contattare agenzie e trovare alternative e così ci rassegniamo. Can Tho è grande e anonima, non ci dice davvero nulla, anche il lungofiume non trasmette molto se non la voglia di fare una lunga passeggiata e ammirare il mekong al tramonto. L’unica cosa positiva di Can Tho è che qui la gente sembra davvero più cordiale e aperta. Beviamo qualcosa poi ceniamo in un caratteristico locale storico dove mangiamo degli ottimi crispy noodles con i gamberi! Per quanto riguarda il mercato notturno, aspettative alquanto deluse (anche in merito al famoso street food tanto che infatti optiamo per il ristorante!).
15 MARZO: TOUR CAI RANG E BEN TRE
Sveglia alle 4:30 perché alle 5:30 abbiamo l’appuntamento con Quann, il collaboratore di Susan e ns guida al mercato di Cai Rang. Per raggiungere il porto prendiamo un taxi (compreso nel costo del tour), ad attenderci, come speravamo, una piccola barca per il ns tour privato. Quann è giovanissimo e in gamba, sta studiando inglese e collaborare con Susan gli serve per impratichirsi. Trascorreremo con lui qualche piacevolissima ora tra il mercato galleggiante, un’escursione a piedi in un villaggio e la visita ad una fabbrica di noodles. Il mercato per quanto turistico è cmq da vedere e arrivando presto l’atmosfera del luogo non è poi così contaminata, diverso è quanto ripassiamo per il rientro: i grandi barconi dei turisti si sono moltiplicati! Le dinamiche del mercato cmq sono ancora quelle tradizionali e la navigazione tra queste merci e contrattazioni “galleggianti” ci rapisce. Facciamo colazione acquistando dalle barchette ed è tutto squisito! Unica delusione: il tour finisce alle 9.00 (non alle 10.00/11.00 come preventivato da Susan e Quann) per cui non può non rimanermi il dubbio che ci fosse davvero il tempo per raggiungere anche il secondo mercato che è sì molto lontano ma in fondo per stare sul sicuro si poteva anticipare la partenza. Il fatto è che a Can Tho non c’è nulla da vedere e quindi avremmo preferito ottimizzare al meglio il ns tempo in questa città. Il ns bus per Ben Tre parte all’una e queste ore potevamo utilizzarle per concordare un tour più lungo. Cmq ormai è andata, ringraziamo Quann, andiamo in hotel e ne approfittiamo per riposarci, farci una doccia e prepararsi psicologicamente allo spostamento con il bus locale che ci attende.
A mezzogiorno ci facciamo chiamare un taxi, speriamo che il biglietto del bus ce l’abbia già acquistato la ragazza della reception perché così ci aveva fatto intendere il giorno prima e invece no. Ma da come ci spiega sembra tutto molto semplice. Arriva il taxi al quale lei spiega la ns destinazione, ci avverte che oltre alla tariffa del taxi (50.000 dong) dovremo pagare anche 10.000 dong per far sì che il taxi possa entrare nel “gate” della stazione. Sinceramente non capiamo, ma visto l’importo soprassediamo e saliamo. Arrivati in stazione capiamo subito che la situazione non è “facile”, il tassista entra davvero tra le corsie dei bus e subito un tizio inizia a rincorrere il taxi battendo sui finestrini. Non capiamo, ma il tassista lo ignora e prosegue. Ecco che si ferma da un altro tizio agitatissimo che ci fa scendere in fretta e furia, ci fa pagare il taxi poi ci spinge affannosamente verso il ns bus, visto che alla partenza mancano tre quarti d’ora non capiamo questa agitazione, abbiamo tempo 10 secondi per salire sul bus con i bagagli e pagare questo “procacciatore di clienti abusivo” al quale malauguratamente diamo 200.000 dong per avere il resto di 60.000 che ovviamente non ci da, adducendo scuse che non capiamo. Siamo gli unici occidentali sul bus, che al momento è vuoto… anzi siamo gli unici turisti in tutta la stazione e questo è l’unico mezzo che abbiamo per raggiungere Ben Tre, ci rassegniamo a tutta questa assurda situazione e aspettiamo che questo cavolo di autobus sporco e distrutto parta! Il viaggio dura 3 ore e l’unico aspetto positivo è che si attraversano ponti e canali tra i quali si intreccia la vita sul fiume. Raggiungere Ben Tre è un sollievo, solito taxi ed eccoci alla Ben Tre Farmstay (booking 20 usd/notte), una vera oasi di pace. Consci del fatto che resteremo solo una notte vogliamo goderci ogni secondo di queste 24 ore in un luogo che sembra davvero una parentesi di tranquillità in un mondo di smog, caos e confusione. Il bungalow è davvero carino, tutta la struttura si snoda in un giardino di fiori tropicali attraversato da tanti piccoli canali. A discapito di quanto temessimo, zanzare zero! Ci rilassiamo finalmente! La sera prenotiamo la cena completa, si tratta di un menù a prezzo fisso che comprende involtini primavera, gamberi, frittelle di fiori di banana, una zuppa, della carne…e lo squisito pesce “orecchie d’elefante”.
16 marzo: Ben Tre e trasferimento Ho Chi Minh
Facciamo un’ottima e abbondante colazione poi si parte per il tour tra i canali. Siamo solo in 5 più la guida, la navigazione è davvero rilassante ed interessante, vediamo una fabbrica di mattoni, una di dolcetti (quanti assaggi squisiti!) ma forse la cosa che ci colpisce di più è proprio navigare in questa zona davvero poco invasa dal turismo dove la vita locale si manifesta così com’è nella sua autenticità. Il rientro lo facciamo in bici con qualche altra piccola sosta tra le realtà locali. Siamo contentissimi dell’esperienza. Alle 12.30 finisce la ns parentesi di pace, abbiamo il pick up per il trasferimento con FUTA BUS, destinazione Ho Chi Minh. Il viaggio è confortevolissimo con tanto di salvietta e acqua, in un’ora e trenta siamo di nuovo catapultati nel caos vietnamita!. Per queste 2 notti ad Ho Chi Minh abbiamo scelto la Snow House (36 usd per 2 notti). Si trova nella via dei “backpackers”, in sostanza una via piena di ostelli e sistemazione low budget. La camera è pulitissima e molto funzionale. Usiamo subito per perlustrare un po’ la zona ed accomodarci a bere qualcosa in uno degli innumerevoli locali che si susseguono su Phang Gu Lao. La prima impressione è che Ho Chi Minh sia molto più “occidentalizzata” ma soprattutto più “americanizzata” rispetto ad Hanoi. Anche qui come ad Hanoi il traffico e lo smog sono “sfiancanti”. Per cena ci infiliamo in una sorta di centro commerciale dedicato al cibo, qui si trova dalla pizza all’hamburger, alla cucina vietnamita, asiatica, pesce, carne, vegetariano, insomma davvero di tutto e di più a prezzi davvero economicissimi. Mangiamo bene con i ns soliti 6 euro in due compresa la birra…
17 MARZO: CUNICOLI CU CHI
Colazione con pane e marmellata poi ecco il pick up per l’escursione di oggi prenotata tramite la Snow House: i cunicoli di Cu Chi. Siamo nel classico pulmino pieno di turisti. Non è che la situazione ci entusiasmi, ma era il modo più economico per raggiungere Cu Chi. Il viaggio è lunghino, classica sosta in un luogo di artigianato poi eccoci ai famosi cunicoli. Purtroppo oggi è sabato per cui l’afflusso turistico è maggiore, l’area è piuttosto estesa, ma per forza di cose in gruppo si è costretti a un itinerario scelto e predefinito, fossimo stati soli mi ci saremmo sicuramente soffermati di più sulle cose che destavano il ns interesse. Troviamo inoltre di pessimo gusto i continui spari in sottofondo e provenienti dall’aria di tiro dove si può provare l”ebrezza” di sparare con munizioni originali del periodo della guerra. Arriviamo al punto saliente di questa mattinata e cioè l’ingresso ai cunicoli. La guida ci spiega che il tragitto è più di 100 metri ma ogni 20 si ha la possibilità di “riemergere”. Io purtroppo sono claustrofobica e nonostante l’intento di provare l’esperienza… mi blocco non appena vedo l’ingresso. Rinuncio mentre Emanuele entra ed esce solo alla fine del tunnel confermandomi il fatto che per un claustrofobico non è proprio il caso di entrare. Il senso di “chiuso”, di soffocamento, di essere intrappolati, è fortissimo e lo si legge sulla faccia di tutti quelli che riescono a terminare il tunnel! Al rientro purtroppo siamo costretti alla sosta forzata per il pranzo, non compreso nel tour. Noi non abbiamo voglia di chiuderci in questa sorta di magazzino adibito a ristorante e preferiamo comprare un po’ di frutta in una piccola baracchina per strada. Una volta rientrati ad Ho Chi Minh ci facciamo lasciare al mercato di Cho Ben Thanh, diamo solo un’occhiata veloce poi tornando verso l’hotel ci fermiamo a stuzzicare qualcosa in una sorta di coloratissimo festival dello street food dove ci fermeremo anche per cena per provare qualche “stuzzicheria” locale.
18 – 22 marzo: Con Son (Con Dao)
Tramite il simpaticissimo proprietario della Snow House, prendiamo un transfer per l’aeroporto, non vediamo l’ora di arrivare a Con Son, nell’arcipelago delle Con Dao, unica tappa “lunga”(ben 4 notti!) di questo viaggio ed unica tappa di riposo che, arrivati a questo punto, dopo aver cambiato sistemazione quasi ogni giorno e aver preso ogni sorta di mezzo di trasporto, ci sembra davvero strameritata! Voliamo con Vietnam Airlines, per questo volo andata e ritorno abbiamo speso circa 180 euro a testa, davvero tanti in confronto con quella che sarà la spesa totale di questo viaggio, ma come constateremo ne varrà la pena! Il volo dura appena 45 minuti, arriviamo verso le 10.30 e con il transfer prenotato tramite il Songqui hotel arriviamo in venti minuti al ns alloggio. L’entusiasmo per questi giorni “al mare” inizia già sull’aereo quando per atterrare si sorvola a pochi metri dal suolo una delle spiagge più belle dell’isola, non vediamo l’ora di buttarci in questo mare cristallino e così con molto fatica aspettiamo che arrivi l’ora del check in. In questa ora a disposizione gironzoliamo un po’ nelle vie attorno all’hotel, capiamo subito che Con Son non è molto viva e al turista offre ben poco oltre alle sue spiagge. Oggi non noleggiamo lo scooter ma ci limitiamo a sdraiarci un po’ sulla spiaggia del paese e una poco distante, già ci paiono un buon “indizio” su come potranno essere le altre. È domenica e non capiamo se sia questo il motivo di così poca gente in giro o se sia proprio l’isola a essere così poco affollata. Pensavamo di trovare facilmente qualche posticino dove mangiare frutta o bere qualcosa e invece vediamo solo un piccolo paese in una cornice di mare e silenzio. Questi 4 giorni sull’isola sono dedicati al relax assoluto, peccato solo che l’isola offra così poco. Non dico come intrattenimento, ma anche solo come locali dove mangiare o semplicemente fare colazione. Il QSongqui offre la colazione a pagamento e una mattina tentiamo (anche se non ce la metterà in conto e ci rimarrà il dubbio fosse compresa o meno), ma è praticamente solo vietnamita, scelta tra uova o noodles. Proviamo le uova ma sono pessime. Molto meglio affidarsi sempre all’Infinity dove è un’impresa far capire alla cameriera cosa si vuole, ma una volta vinta l’impresa, si può godere di ottime colazioni a base di pancake, crepes, yogurt, frutta. Proviamo a cenare anche la prima sera, ma dopo averci portato il menù non si vede nessuno per mezz’ora, così ripieghiamo sullo street food e mangiamo un ottimo pesce alla griglia in uno dei tanti locali “open air” che espongono sui banchetti il pesce appena pescato.
A Con Son anche lo street food è decisamente più caro che nel resto del Vietnam. In generale si può dire che qui i prezzi di hotel, bar e ristoranti siano circa raddoppiati rispetto alla terra ferma. Per le nostre cene andiamo dai 10 euro in due dello street food ai 15 euro, spesa massima al Bar200 per squisiti Hambuger o al ristorante dove mangiamo ottimi noodles. Nel pomeriggio ci faranno spesso compagnia gli shakes al mango o papaya del Ngo caffè! Una sera ci concediamo anche un costoso aperitivo a Lacasa, cocktail squisiti ad un prezzo altissimo per il vietnam (circa 4 euro). Lo scooter è comodissimo, anzi indispensabile, per esplorare l’isola, probabilmente conveniva noleggiarlo già dal primo giorno perché le spiagge del paese non sono nulla a confronto con le altre. Costa 120.000 dong al giorno (tramite QSonqui Hotel) e con 3,5 euro di rifornimento ci giriamo per 3 gg interi.
Le spiagge che più ci colpiscono, anzi ci stupiscono letteralmente, sono le calette che si susseguono a Bai Nhat. Sono incredibili e con il mare così calmo e la temperatura dell’acqua così piacevole uscire dall’acqua è sempre un sacrificio.
Nel pomeriggio però l’alta marea fa scomparire quasi completamente queste calette da sogno. Altre spiagge sono la famosa Dam Trau Beach, la selvaggia Bai Canh e la più vicina Bai Lo Voi (Bai Dat Doc, la rinomata spiaggia del Con Dao Resort, a discapito di quanto scritto nelle guide e cioè che non è privata… noi l’abbiamo trovata disseminata, in ogni possibile “entrata” da cartelli che ne reclamavano l’appartenenza al resort con relativo divieto d’ingresso). Proviamo anche a raggiungere un’altra spiaggia verso il nord, ma con la cartina in vietnamita, le segnalazioni quasi inesistenti ad ogni incrocio e la collaborazione della gente del posto che quando ci fermiamo per chiedere informazioni fa finta di non vederci, non riusciamo a trovare la giusta direzione e così abbandoniamo l’impresa. Visitiamo anche il museo (nulla di che) e le più interessanti prigioni, le minori delle quali tenute però in uno stato quasi di semiabbandono. Che peccato! Inoltre, le descrizioni sono quasi esclusivamente in vietnamita ed è brutto trovarsi in questi luoghi così interessanti con la curiosità di volerne sapere un po’ di più ma non avere nessun strumento per farlo, nonostante si sia pagato un biglietto! Ma anche questo è il Vietnam.
Al QSonquci ci troviamo bene, la stanza è al 5°piano senza ascensore ma la pecca maggiore di questo posto è non poter usufruire di una buona colazione. La struttura è piena di turisti vietnamiti, solo un paio delle ragazze che vediamo alternarsi alla reception parlano inglese, tutto il resto dello staff no. L’ultimo giorno purtroppo non ci trattano molto bene. Al ritorno dalla spiaggia nel pomeriggio, dopo aver già fatto check out al mattino, troviamo alla reception una signora mai vista prima. Ci vede entrare e inizia a guardarci malissimo, come se fossimo dei ladri o entrassimo senza permesso nella sua proprietà. Noi vogliamo solo riposarci un po’ in attesa che passi il pick up per l’aeroporto ma lei, forse perché non ci ha mai visto, non pensa siamo ospiti della struttura e continua a fissarci e a parlare di noi con altri turisti vietnamiti. Parla con loro serissima e nello stesso tempo ci lancia occhiatacce fino a che un turista vietnamita non prova a chiederci per quale motivo siamo lì. Allora cerchiamo di spiegare che siamo ospiti della struttura, che abbiamo lì i bagagli ecc.. Anche dopo questa spiegazione non un minimo sorriso, non un cenno di scuse. che fatica reggere questi comportamenti! Cmq è ora di salutare Con Son, le sue spiagge meravigliose e la sua atmosfera un po’ fuori dal tempo. Allo stesso tempo però 4 giorni riteniamo siano il giusto lasso di tempo da passare qui proprio perché oltre al relax e al sole, quest’isola non offre nient’altro. Il volo della Vietnam è puntuale ed eccoci di nuovo nel trambusto di Ho Chi Minh, solita destinazione Snow House e di nuovo giretto serale tra folla, turisti, motorini, locali e insegne luminose!
23 marzo: Ho Chi Minh e rientro
Il volo di rientro parte alle 21.30 per cui abbiamo tutto il giorno per dedicarci alla scoperta della città vecchia. Sarà il caldo opprimente, sarà che di smog e motorini che sfrecciano non ne possiamo più ma la Vecchia Saigon non ci conquista. Seguiamo il percorso a piedi indicato nella lonely in modo da toccare tutti i monumenti principali. Niente di entusiasmante, abbiamo preferito di gran lunga la parte vecchia di Hanoi, per noi non c’è paragone!. Mangiamo qualcosa in una deliziosa “bakery” che ormai conosciamo bene poi rientriamo alla snow house dove nonostante il check out già fatto al mattino. Il proprietario ci dà la possibilità di usare la doccia del dormitorio per sistemarci e cambiarci prima di andare in aeroporto. 21:35 parte puntuale il volo turkish che dopo uno scalo ad Istanbul ci riporterà a Bologna ed ecco finita un’altra intensa e meravigliosa avventura!
IMPRESSIONI E CONSIGLI
Soldi – Noi siamo partiti con euro e carte di credito, inutile avere dollari. Gli euro sono cambiati ovunque (qualsiasi agenzia ve li cambierà e spesso anche gli hotel stessi). Carte di credito accettate in molti hotel ma non tutti! ATM presenti davvero ovunque, a Con Son ce ne sono due. Abbiamo prelevato una sola volta usando una ricaricabile del circuito Visa. Per questo viaggio abbiamo speso un totale di € 1.700,00 a testa inclusi i voli dall’Italia e l’assicurazione sanitaria e annullamento.
Alloggi – Abbiamo scelto sempre camere private con bagno stando su una spesa medio bassa, da un minimo di 9 dollari a camera ad un max di 24 dollari a camera (a Con Son). Tutte sistemazioni più che dignitose, anzi alcune davvero molto molto carine come B&B accomodation Service a Hoi An (ottima colazione) o Nam Long Hotel a Dong Hoi (ottima colazione), Snow House a Ho Chi Minh.
Tour con Ethnic Travel – Assolutamente consigliata come agenzia, certo girando per Hanoi ti rendi conto di come tante agenzie propongano escursioni a prezzi stracciati, il tour questa agenzia ha sicuramente rappresentato uno dei costi maggiori del ns viaggio, ma la loro organizzazione e serietà sono assolutamente indiscutibili. Il servizio offerto è stato impeccabile in termine di logistica, ogni spostamento, ogni pick up, ogni luogo dove poter avere un pasto o dove poter sistemarsi tra un posto e l’altro, niente è lasciato al caso. Le guide sono molto competenti e tutto lo staff è giovane ed entusiasta. L’ufficio stesso è serio e con personale molto efficiente. Il servizio di maggior qualità è stato sicuramente quello della Baia di Halong. L’esperienza sulla barca è stata indimenticabile: cibo ottimo e abbondante, percorsi fuori dal turismo di massa, cabina molto accogliente (ma questo non vuol dire non trovarsi insetti in cabina). Ma è anche vero che per puntigliosa come sono mi sento in dovere di fare anche qualche critica. A Ninh Binh avevo chiesto espressamente, durante la varia corrispondenza email con l’agenzia, di visitare Tam Coc. Una volta sul posto abbiamo fatto questo percorso sul fiume in un tratto poco turistico e molto suggestivo. Pensavo fosse Tam Coc, ma poi passando davanti a un tratto di fiume molto più ampio e pieno di barche, la guida mi ha indicato che quella era Tam Coc… quindi gli ho chiesto come mai avessimo percorso un altro tratto e gli ho anche sottolineato il fatto che avevo chiesto espressamente all’agenzia di quel luogo. La risposta è stata che preferiscono scegliere percorsi meno battuti, meno turistici ma altrettanto suggestivi, rassicurandomi sul fatto che a livello paesaggistico nulla ci eravamo persi. Sono assolutamente d’accordo con la loro filosofia e aver finanziato un’attività non prediletta dal turismo di massa è anche in linea con i miei principi, ma ritengo che questa cosa andasse discussa e definita prima con noi visto che ce n’era stata occasione. La zona di Ninh Binh era davvero invasa da turisti, forse per il weekend o forse per qualche particolar ricorrenza visto che c’erano ovunque bus di vietnamiti e molti sembravano partecipare ad un vero e proprio pellegrinaggio, probabilmente vedere la vecchia città o un tempio sarebbe stato difficoltoso visto il caos, ma credo che avrebbe reso più interessante questa giornata di visita. Ad Halong Bay ci siamo resi conto della ns fortuna soprattutto in un secondo momento, quando parlando con turisti che avevano usato altre agenzie, ci siamo resi conto che molti di questa baia ricordavano solo pattume e l’invasione di barche. Nel ns caso il sovraffollamento di barche è stato assolutamente inavvertito, poi non so se per fare ciò si percorrono zone meno suggestive. Fatto sta che per noi la Baia è stata vissuta in un contesto di assoluta pace e serenità, e l’esperienza del Kayak è stata indimenticabile. I rifiuti sì ci sono e anche tanti, questi purtroppo nemmeno Ethnic può evitarli. Se posso fare un appunto è proprio quello che va bene allontanarsi dal turismo, ma alcune “attrazioni” cmq arricchirebbero l’esperienza. Non abbiamo fatto la sosta ai villaggi galleggianti o potuto ammirare la baia da un qualche punto panoramico. Per quanto riguarda Bai Tu Long Bay avevamo letto pareri entusiasmanti. Purtroppo il mal tempo non ci ha fatto godere appieno di questo luogo, ma quel poco che abbiamo scorto ce ne ha fatto capire il potenziale. Forse con il senno di poi opteremmo per una crociera di due notti, rimanendo nella zona di Halong Bay, magari includendo l’isola di Cat Ba, molto turistica, ma magari eviterebbe il lungo trasferimento in bus da Halong Bay a Bay tu long bay.
IMPRESSIONI GENERALI
Per noi ogni viaggio rappresenta un’esperienza unica. Si tratta di viaggi e non di vacanze, quindi si parla di esperienze a 360° dove ci si mette in gioco in prima persona per cercare di esplorare e integrarsi in luoghi spesso molto lontani, non solo geograficamente, dal luogo in cui si vive. Abbiamo viaggiato in Asia, in centro e Sud America sempre zaino in spalla, sempre arrangiandoci il più possibile autonomamente riservandoci al massimo il “lusso” di qualche tour ma rigorosamente con agenzie locali. Il Vietnam, dobbiamo ammettere, è stato inaspettatamente uno dei viaggi più faticosi, un po’ per la tabella di marcia davvero serrata ma soprattutto per il tipo di popolazione che abbiamo trovato. Un sorriso, un gesto, un segno di cortesia non ti aiutano a salire su un treno, ma ti aiutano ad affrontare meglio la fatica per trovare un mezzo di trasporto. Ti fanno sentire accolto, ti fanno sentire un po’ meno “straniero”. In Vietnam non possiamo non ringraziare le tante persone come Ann dell’hanoi sincerity gust house, o le guide dell’agenzia, o la Snow house. Con loro abbiamo trovato accoglienza e tanta disponibilità, ma non appena ci siamo spostati in luoghi meno abituati al turismo occidentale, abbiamo trovato un atteggiamento non solo di chiusura, ma anche forse un po’ di “fastidio” di “diffidenza”. Non serve parlare l’inglese per comunicare. A volte basta un sorriso per far capire a un turista in cerca di informazioni che purtroppo non lo si può aiutare, ma in Vietnam sorrisi simili non ne abbiamo trovati. E poi c’è il loro modo di fare, assolutamente anarchico e confusionario. Se si è abituati ad un minimo di regole e senso civico, il loro atteggiamento non può non far innervosire.
Detto questo, abbiamo avuto la fortuna di stare in Vietnam abbastanza per capire, accettare, metabolizzare e non farci scoraggiare in quella che si è rivelata una grande esperienza di viaggio e di vita. Il Vietnam è un Paese vario e bellissimo. Girandolo da nord a sud si attraversano e osservano paesaggi, climi, persone completamente diversi. È vero, sotto il profilo “umano” avevamo aspettative diverse, ma le aspettative in un viaggio vengono spesso messe in discussione. Questa “delusione” non ha comunque contaminato le nostre impressioni relativamente agli altri aspetti. A Sapa ci siamo sentiti a casa cenando nella home stay, ore di sorrisi, di brindisi in Vietnamita, ore in cui non ci siamo sentiti turisti ma ospiti. Nella baia di Halong abbiamo esplorato il mare al tramonto e ci siamo persi nella suggestione del luogo;. A Hue, la cittadella ci ha affascinato e rapito per ore, inseguendo le rovine dei tempi che furono. Hoi An ci ha stregato e le sue lanterne riempiranno sempre di colore i nostri ricordi del Vietnam. Il Mekong ha un’aria triste, ma la vita che scandisce affascina e incuriosisce e poi Con Son, l’isola del Diavolo così come la chiamano i Vietnamiti… spiagge meravigliose che incorniciano prigioni oscure e un tragico passato.
Il Vietnam è tutto questo, una meravigliosa, inaspettata ma anche tanto faticosa esperienza.