Il mare, la lavanda, il lago, la montagna: la Provenza

Il nostro viaggio in famiglia alla scoperta della lavanda in fiore, dei villaggi e della montagna provenzale
Scritto da: Romy Crystal
il mare, la lavanda, il lago, la montagna: la provenza
Partenza il: 21/06/2018
Ritorno il: 24/06/2018
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Vorrei raccontare il nostro weekend lungo alla scoperta della straordinaria Provenza, una regione fantastica. Un viaggio di famiglia, con bambini piccoli piccoli, ma alla portata di tutti, basta non avere fretta…

G1 (CIRCA 500 KM)

Partiamo all’alba in direzione Francia. Un temporale rinfrescante ci accompagna da Genova per tutta la Liguria di Ponente. Ci fermiamo per una sosta poco prima della frontiera in modo da far colazione e nutrire il piccolo. Verso le 8.30 abbiamo già passato Nizza e iniziamo a subire l’aumento del traffico. Per fortuna ci siamo pianificati la giornata in modo da poter far tutto con calma. Ci fermiamo ad Antibes per trascorrere la mattinata in spiaggia e goderci un po’ di mare. Pranziamo in un locale di fronte al Casinò e approfittando della digestione sonnolenta dei bambini ci rimettiamo in marcia verso Aix non prima di aver fatto un giro (in macchina) sulla Croisette di Cannes. Maciniamo diverse ore di autostrada e prendiamo anche un bell’acquazzone all’altezza di Saint Maximin, poco prima di Aix. Arriviamo in hotel nel paese di Puyricard verso le 17.30, sistemiamo le pratiche di checkin e siccome è uscito di nuovo il sole ne approfittiamo per tuffarci in piscina una volta scaricati i bagagli. Dopo esserci rilassati e aver ricaricato un po’ le batterie facciamo cena in appartamento e dopo cena andiamo a conoscere Aix en Provence. Parcheggiamo in centro e siccome c’è il mondiale e sta giocando la Francia il traffico è pressoché inesistente. È veramente piacevole passeggiare lungo il corso Mirabeau partendo dalla fontana fino ad addentrarsi nella città vecchia, con le sue vie irregolari e le vecchie mura. Molto bella la Cattedrale di Aix così come la chiesa di Saint-Jean-de-Malte. La piazzetta del municipio con l’Hotel de Ville è sede di un caratteristico mercato dei fiori ma a quest’ora ha lasciato spazio ai dehors dei bar e ai maxischermi. A fianco del municipio si trova c’è una torre con l’orologio. Torniamo in hotel, sorpresi di quante fontane ci siano nella città vecchia ma solo dopo scopriremo che la chiamano la città delle 100 fontane…

G2 (CIRCA 200 KM)

Partenza dopo colazione con destinazione L’isle sur Sorgue. Questa cittadina merita assolutamente una visita per ammirarne i canali che la attraversano, le ruote idrauliche (qualcuna ancora funzionante), le casette a bordo dei canali le loro persiane coloratissime circondate dall’edera e con i balconi fioriti. Il centro seppur molto caotico visto che non è pedonale offre molti negozietti caratteristici oltre ovviamente ad una gran quantità di bistrot e ristoranti. Le guide consigliavano di vedere la Chiesa Notre-Dame-des-Anges al cui interno sono scolpite le teste di 222 angeli, veramente molto suggestiva.

Lasciata la città a poca distanza si trova Fontaine de Vaucluse. Il paesino è molto piccolo ma ben organizzato. C’è un ampio parcheggio prima e dopo al paese dove con 4€ si può lasciare l’auto per tutta la giornata. Dal parcheggio in pochi minuti si è in paese, tagliato a metà dal fiume Sorgue. Dal paese si può risalire brevemente il fiume verso la montagna e in pochi minuti si giunge alla sorgente della Sorgue. L’accesso alla sorgente è gratuito e si giunge tramite un percorso facile, in ombra e costeggiato da acque turchesi di eccezionale bellezza. Consiglio per chi ha i passeggini: se i bambini camminano lasciate il passeggino in auto, potrebbe risultare più fastidioso che altro soprattutto nel sentiero. Ci fermiamo per fare un breve picnic a bordo del fiume ed all’ombra degli alberi così che dopo pranzo prendiamo la strada panoramica che ci porta fino a Gordes.

Il borgo arroccato di Gordes salta sicuramente all’occhio grazie alle sue case di roccia bianca che a seconda della luce del giorno assumono colorazioni diverse diverse ore della giornata. Gordes fa parte dei paesi provenzali chiamati “Villages Perches”, ovvero i villaggi arroccati. Il colpo d’occhio del villaggio arrivando dalla strada a tornanti merita qualche foto. Caratteristica principale di questi villaggi? Sono tutto un sali e scendi, spesso su stradine di roccia irregolari, l’ideale per chi viaggia con passeggini… Oltre alle sue case di roccia bianca e alla bella vista sul Luberon, Gordes è conosciuto soprattutto per la sua piazza principale dove è stata girata una delle scene del film Un’ottima annata.

Poco distante da Gordes si trova l’Abbazia di Senanque e qui finalmente si inizia a vedere la famosa lavanda fiorita. L’abbazia è infatti immersa e circondata dai campi di lavanda seppure devo ammettere mi aspettavo un colpo d’occhio più violento. Facciamo qualche acquisto nel negozio dell’abbazia e ci rimettiamo in marcia verso Roussillon.

Il colpo d’occhio arrivando a Roussillon è sicuramente notevole. Le rocce argillose rossastre si confondono con le case del borgo tanto che sembrano uscite da un’unica pennellata. Non riusciamo a fermarci nel paese a causa della mancanza di parcheggio quindi non riusciamo a percorrere il sentiero delle Ocre. Proseguiamo comunque il viaggio verso l’ennesimo villaggio arroccato.

Bonniuex, come Gordes, è stato teatro delle riprese del film Un’ottima annata. Questo borgo è costruito su vari livelli nascosto da una parete di roccia. Le chiese, le mura e le viuzze caratteristiche sono tutte da scoprire e ovviamente tutte in salita. A poca distanza c’è la foresta dei cedri ma abbiamo scelto di non andarci. Per chiudere virtualmente l’anello di strada che ci riporterà all’albergo ci siamo prefissati di visitare ancora il paese di Lourmarin.

A differenza dei villaggi della zona questo borgo non è arroccato e questa è già una buona notizia. Molto belli i suoi tre campanili e le sue viuzze caratteristiche. Leggermente fuori dal paese c’è il maestoso castello medievale con la sua famosa scala a chiocciola di 93 gradini realizzata a partire da un pezzo unico. Lasciato alle spalle anche questo borgo, dopo circa mezzora di auto arriviamo in hotel. Una doccia, e via a rilassarci in piscina. Dopo la cena in appartamento torniamo a Aix per trascorrere nuovamente una serata in questa bellissima cittadina.

G3 (CIRCA 300 KM)

Terzo giorno, carichiamo l’auto, facciamo il checkout e percorriamo una buona ora di autostrada in direzione Valensole. Arrivati sul Plateau de Valensole è impossibile non rimanere a bocca aperta. Ci troviamo circondati da campi di lavanda, distese viola a file regolari intervallate da qualche campo di girasoli o da qualche pianta isolata che sembra messa li apposta per fare ombra a chi lavora nei campi. In questi campi regna il silenzio (nonostante la miriade di turisti) e si sente solo il brusio di fondo delle api, dei bombi e di tutti gli altri insetti che raccolgono dai fiori di lavanda il prezioso polline. Dopo le innumerevoli foto di rito torniamo in auto e ci fermiamo a Valensole. Valensole è sicuramente una tappa obbligata se si organizza un viaggio in Provenza. Paese in salita anche questo, con le sue vie strette che portano tutte alla piazzetta con la fontana del 1700. Per la città oltre ai classici negozi di souvenir dove la lavanda fa da padrona, si trovano diverse distillerie e anche qualche gelateria che propone fra i vari gusti anche il gusto di Lavanda. Noi l’abbiamo provato, buono ma da non esagerare perché a nostro parere un po’ nauseante. C’è anche un museo dedicato all’Ape, al miele ed alla lavanda. Stiamo per abbandonare l’altopiano di Valensole per dirigerci verso un’altra zona molto caratteristica, il Parco naturale del Verdon.

Prima di arrivare a questo parco naturale transitiamo per Riez, una delle più antiche città della zona, di origine romana. Purtroppo non riusciamo a fermarci in quanto è giorno di mercato e l’intero centro cittadino è invaso da bancarelle, da normali avventori e da moltissimi turisti. All’uscita del paese si trovano alcuni siti archeologici con resti romani. Prima di raggiungere il Parco del Verdon ci fermiamo a Sainte Croix du Verdon dove raggiungiamo in macchina il lago da cui prende il nome. Il lago di Sainte-Croix è un lago artificiale, balneabile, molto frequentato ed è assolutamente da vedere e fotografare visto il suo particolare colore verde brillante. Ci fermiamo al lago per fare pranzo all’ombra di una pianta. Ci troviamo in una vera e propria località balneare, con noleggio di imbarcazioni, chioschi, spiaggia. Visto il caldo non possiamo fare a meno di tuffarci nelle acque fresche del lago. Terminato il bagno, terminato il pranzo e ricaricate un po’ le pile ripartiamo alla volta di Moustiers S.te Mairie abbandonando la costa del lago e risalendo verso la montagna. Ed eccoci di fronte all’ennesimo meraviglioso villaggio arroccato. Questo si trova nel mezzo di due costoni di montagna, collegati tra loro da un’insolita catena. Al centro si trova una stella, vero orgoglio del borgo, che sta a vegliare sulle teste degli abitanti scintillando al sole del tramonto. Non l’abbiamo fatto vista la scomodità dei passeggini al seguito e soprattutto visto il caldo, ma dal paese si può raggiungere a piedi la trecentesca Chapelle Notre-Dame de Beauvoir costruita su uno dei due versanti della montagna, proprio sotto la stella. Le guide, ma anche i locali, consigliano comunque di affrontare questo percorso alla mattina quando il versante della montagna non è esposto direttamente al sole.

Da un paese arroccato ad un altro, Castellane. La città possiede un centro medievale, le consuete viuzze strette che si aprono sulla bella piazza principale. Guardando in alto, verso uno sperone di roccia si può ammirare la la Chapelle Notre-Dame du Roc che sembra messa lì quasi a delimitare l’accesso alle Gorges du Verdon. Il parco naturale del Verdon prende appunto il nome dal fiume Verdon, che scorre al fondo delle profonde gole che spaccano la terra per 25 chilometri creando un canyon tra i più famosi d’Europa. Le strade che costeggiano le gole offrono paesaggi mozzafiato e così, dopo una bella ora di strada e di tornanti a strapiombo sul fiume giungiamo nei pressi di un altro lago artificiale, il Lac de Castillon. Anche questo lago dal color verde smeraldo è balneabile, adatto a sport acquatici e molto frequentato. Ci fermiamo in un’area di sosta in posizione panoramica per dare merenda ai bambini intanto che ci prepariamo all’ultimo strappo. Quando si utilizzano i navigatori per pianificare un viaggio è buona regola verificare comunque dove intendono farti passare. Noi non l’abbiamo fatto e ci siamo ritrovati quindi a percorrere 20km di strada impiegando più di un’ora. Ne ha risentito la stanchezza, ne ha risentito un po’ la macchina e ne hanno risentito sicuramente le mie vertigini ma il trasferimento da Castellane a Barcelonnette passando per Saint-Julien du Verdon e per le località sciistiche di Thorame Haute, Villars Colmars e Colmars (da non confondere con la Colmar alsaziana) ci ha fatto percorrere la strada del Colle dell’Allos. Fino a quel giorno ne ho ignorato tranquillamente l’esistenza ma devo ammettere che percorrere questo valico alpino che collega la valle del Verdon con la splendida valle dell’Ubaye è stato tanto faticoso quanto gratificante a livello di paesaggi. Si passa dai 900 metri di Castellane ai 2248 del Colle dell’Allos per poi ridiscendere nuovamente ai 1135 metri di Barcelonnette. Senza parole.

Con molta stanchezza e tensione finalmente arriviamo a destinazione: Barcellonnette. Questa bizzarra città con i suoi moltissimi richiami architettonici in stile messicano è piccolina ma ordinata e tranquilla nonostante molto frequentata. Ci sistemiamo in albergo, proprio nella via principale, sistemiamo i bagagli, ci rimettiamo in sesto e andiamo a far cena in un locale tipico… messicano.

G4 (CIRCA 300 KM)

La mattina seguente carichiamo la macchina per l’ultima volta prima di tornare a casa. Partiamo da Barcelonnette con destinazione Embrun (Lago di Serre-Ponçon). Embrun, con il suo centro storico abbarbicato su uno sperone roccioso che domina la valle, vanta anche pregevoli monumenti tra cui la Cattedrale di Notre Dame du Réal. Nel centro storico si trovano anche tre antiche fontane di pietra e subito vicino alla cattedrale si può vedere la “Tour Brune”, usata in passato come torre di guardia e come carcere. Il lago di Serre-Ponçon è un lago artificiale alimentato dal fiume Durance ed è fra i laghi artificiali più grandi d’Europa. Anche qui gli sport d’acqua la fanno da padroni, oltre ovviamente a tutte le altre attività tipiche della montagna. Scegliamo di fare pranzo a base di crepès in un locale poco fuori dal centro storico ma comodo al parcheggio così che appena terminato possiamo affrontare il trasferimento verso Briançon approfittando magari del riposino dei bambini.

Briançon si trova ai piedi della discesa del Colle dell’Izoard e del Colle del Monginevro ed è stato proclamato patrimonio UNESCO. Il centro storico è circondato da una doppia cinta muraria. Si entra solitamente dalla parte alta attraversando la “Porte de Pignerol”. Il centro storico si sviluppa tutto intorno alla via centrale in forte pendenza caratterizzata da un canale di scolo per le acque piovane che la taglia a metà dall’alto verso il basso. Il centro storico finisce al Pont d’Ansfeld, che scavalca il fiume Durance con una unica arcata e che consente di scendere verso il Parc de la Schappe oltre che alla parte nuova della città. Salutata Briançon e passato il valico del Monginevro scendiamo a valle verso verso l’autostrada e percorriamo gli ultimi 200km che ci porteranno fino a casa.

Stanchi ma con ancora negli occhi e nella testa le mille sfaccettature di questo lungo weekend, dal mare della Costa Azzurra alle profumate distese di lavanda, dai laghi artificiali alle spettacolari gole del Verdon. Mare, Campagna, Lago, Montagna, le abbiamo fatte tutte! A la prochaine…



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche