Sardegna in bici

Da Macomer a Carbonia con deviazione a Carloforte
Scritto da: Silvioinbici
sardegna in bici
Partenza il: 28/05/2018
Ritorno il: 08/06/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Sardegna in bici 2018: costa ovest soft da Macomer a Cagliari

Dal 28 maggio 2018 al 8 giugno 2018

12 giorni di cui 8 in bici, 2 di viaggio e 2 di sosta a Roma

Km totali: 460

Silvio e Morena

PREMESSA

La motivazione del viaggio è stata rivedere e vivere dalla bicicletta una parte di Sardegna che conosciamo e amiamo particolarmente, cioè la costa ovest dove la natura selvaggia resiste. E dove appaiono evidenti i problemi e la storia della zona ex mineraria del Sulcis.

Il fatto è che il concetto di pianura da quelle parti equivale a pendenze intorno al 3% e il resto è tutta salita, per non parlare del vento. Per queste ragioni avevo progettato un percorso il meno duro possibile, con il maestrale a favore, con due pernottamenti in ogni tappa in modo da avere tempo per escursioni in loco nel giorno di sosta.

Sapevo però che il viaggio sarebbe stato percepito soggettivamente impegnativo dalle nostre gambe e dai nostri polmoni. Tutte le misure sono influenzate dallo strumento.

GIORNO 1 (Si parte coi mezzi pubblici)

28-05-2018, da Faenza a Olbia

Il gusto di partire da casa in bici in autonomia mi fa sentire in viaggio già alla stazione di Faenza e anche la sistemazione in treno e l’attesa all’imboccatura del traghetto aggiungono quel pizzico di originalità che qualifica la vacanza come viaggio.

In treno da Faenza a Livorno via Firenze e poi nave Moby per Olbia. Non abbiamo trovato una cabina da 2 e ci siamo accontentati delle poltrone, per fortuna la nave non era piena e ci siamo sdraiati. Dormito un po’ così, però abbiamo speso solo 64 Euro in due. Volendo c’erano ampi spazi per bivaccare.

Alla stazione di Olbia monto l’asta con le bandierina italiana dell’armatore e quella sarda di cortesia e inizia la navigazione. L’avevo preparata dal 2011 e non ero riuscito a concretizzare fino ad ora questo progetto, ma adesso si comincia.

GIORNO 2 (chi parte in discesa è già contento)

29-05-2018 da Olbia a S. Giovanni di Sinis km 70 +210 -780

Appena scesi dalla nave a Olbia facciamo lo slalom tra le pozzanghere e ci confermano che la notte e il giorno prima ha piovuto tanto. Bene così, magari ora fa bello, ma vedremo che ci sarà qualche controindicazione entomologica.

Scegliamo di prendere il treno che in un’ora ci porta a Macomer in modo da partire da 540 metri di altitudine e vedere un poco l’entroterra boscoso. Particolare a Macomer la piazza della stazione, anzi delle due stazioni perché di fronte a quella Trenitalia c’è quella ARST della linea a scartamento ridotto che va a Nuoro.

Molto suggestivo lungo la strada il luogo della chiesa di San Leonardo de Siete Fuentes ricco di acqua e ombra. Pedaliamo un poco in salita lieve e boscosissima fino a 750 metri e poi lunga e panoramica discesa fino a San Vero Milis, passando per Santu Lussurgiu, paese dove fanno bellissimi coltelli decorati, merita la visita a uno dei laboratori.

Per la sosta panino a pranzo approfittiamo della tettoia della cooperativa pescatori di Cabras appena fuori paese ospitati gentilmente all’ombra. Ne abbiamo già bisogno perché il sole si fa sentire.

Arriviamo a San Giovanni di Sinis verso le 15 ci riposiamo e facciamo due passi verso le rovine di Tharros dove ci rendiamo conto che la pioggia, il primo caldo e gli stagni tutti insieme hanno favorito un’esplosione di zanzare. Di corsa ci barrichiamo al B&B implorando qualche spruzzatina di repellente.

GIORNO 3 (Quarzo e zanzare)

0-05-2018 escursione a Is Aruttas e Mari Ermi km 40 +50 -50

Le zanzare non danno tregua e anche i locali ne sono più infastiditi del solito seppure abituati a conviverci tant’è che le zanzariere c’erano anche prima. Devo dire che ronzano molto, ma beccano pochissimo. In ogni caso la sera ci cospargiamo completamente e siamo veramente repellenti.

San Giovanni merita per la chiesa paleocristiana, le rovine di Tharrros che sono anche sott’acqua e le spiagge, ma non è un vero paese. Attenzione che in questa stagione i vari ristoranti fanno servizio completo a pranzo, mentre la sera sono di fatto dei bar e riusciamo a mangiare soltanto una pizza, credo surgelata, e un’insalata.

Restiamo a San Giovanni due notti in modo da fare l’escursione in bici lungo la costa fino a Mari Ermi verso nord, tutta sterrata e lungo la spiaggia bianca di quarzo di Is Aruttas. Posto molto affascinante con stagni e fenicotteri. Sono stati bravi e hanno costruito alcuni punti ristoro lungo il percorso fatti tutti allo stesso modo. Nel pomeriggio facciamo anche un giro all’interno dello stagno, anzi peschiera, che va verso Cabras nella zona che chiamano mare morto dove hanno sistemato un bel percorso e vediamo parecchi fenicotteri.

Passo parte del pomeriggio ad aiutare la signora Sonia del B&B a montare un armadietto di plastica portascope.

GIORNO 4 (Paura di forare)

31-05-2018: da S.Giovanni di Sinis a Marina di Arbus, km 70 +360 -330

Sorpresa, la mia bici ha una gomma a terra con la valvola rotta e mi tocca cambiare la camera d’aria. Almeno il peso dell’officina non lo porto invano, ma ora sono senza ancora di salvezza e ho paura di forare finché non ne compro un altra. La mia teoria di riparare quella forata ed avere sempre una scorta non sempre è praticabile. Provo comunque a riparare la valvola e sembra che tenga.

Passiamo da Marceddì per il ponte a una sola corsia lungo più di un km che taglia la laguna. Lo facciamo avendone i diritti, mentre le auto e le moto non potrebbero, infatti qualcuno rinuncia, ma altri no. Finito il ponte ci si trova nel cortile di un’azienda e si esce sulla strada attraverso un ex cancello dietro la casa che trovo ma non subito. Ad Arborea trovo un gommista e compro finalmente la camera d’aria così sono più tranquillo.

Tappa di trasferimento aggirando Cabras e Oristano (alcuni km di ciclabile).

Primi 50 km monotoni in piano nella bonifica strapiena di allevamenti di mucche e poi salite finali su e giu fino all’arrivo, più faticosi ma bel paesaggio. Le nostre bici arrivano stanche a Gutturu e Flumini ultimo avamposto prima delle dune di Piscinas dove ci facciamo la prima birra al limone del viaggio in attesa della camera. B&B annesso al ristorante unica soluzione possibile. Ci si sta bene e si mangia bene.

Faccio il bagno nella spiaggia sottostante e a sorpresa l’acqua non è fredda come mi aspettavo.

PS: una delle migliori sabbie mai calpestate.

GIORNO 5 (Guadi e sterrati)

01-06-2018: escursione a Piscinas, km 30 +220 -220

Piscinas è sempre Piscinas e si assapora, nel nostro piccolo, il fascino avventuroso di essere fuori mano in un posto selvaggio e accessibile solo con qualche impegno. Arrivandoci da nord ci sono due guadi percorribili bene adesso che c’è poca acqua, ma hanno il fondo poco compatto e scivoloso, per cui auto basse e camper rischiano se non rispettano i cartelli di divieto.

Da est la strada da Montevecchio è uno sterrato impegnativo e molto sconnesso, quella da Ingutrosu è meglio però passa sotto una volta bassa ok solo per le auto e furgoni piccoli. Tutta questa zona mineraria ha un’archeologia industriale impressionante come per esempio Naracauli. Io ne ho vista solo una parte; ci sono moltissimi insediamenti abbandonati, interi paesi con infrastrutture importanti e strade sterrate in abbondanza.

Aavendo le gambe e il fiato giusti per la MTB ci sarebbe da divertirsi tanto. Comunque sia facciamo i nostri 20 km di sterrato e insabbiato molto gustosi.

Torniamo al B&B dove lavo e lubrifico le bici.

Da qui per andare verso sud c’è comunque da salire e passo la sera studiando le curve di livello.

GIORNO 6 (Manovra di aggiramento)

02-06-2018: da Marina di Arbus a Domusnovas, km 75 +890 -770

I ripidi saliscendi del Fluminense li conosco e so che in camper ho messo spesso la seconda per cui scelgo di andare a Montevecchio che la salita è lunga ma non troppo impegnativa e poi scendere direttamente a Guspini aggirando il massiccio montuoso da est attraverso Villacidro.

Cosa c’è di più bello dopo una salita? Ovvio, la discesa che viene dopo. Passiamo per la miniera di Montevecchio e sosta per il pic-nic alla cascata di sa Spendula. Potendomelo permettere avrei fatto invece la strada verso Fluminimaggiore deviando per il tempio di Antas dopodiché sterrato per Domusnovas. Rimando a quando tornerò con la e-bike. Invece ci godiamo, si fa per dire, i lunghi rettilinei col caldo e il vento contro. Siamo ai margini del Campidano e dopo un po’ anche questa zona, apparentemente monotona, ha il suo fascino, ma ne ha di più l’eucalipto isolato che fa una bella ombra. Ci fermiamo a un incrocio, specie di oasi per noi, e compriamo 4 arance di numero. Il peso sulla bici deve essere sempre controllato. La sete ci impone di mangiarcele in meno di due km.

In questa stagione la fioritura è abbontante, varia e invadente, persino a bordo strada sotto al guard rail insieme alle cicche di sigarette prorompono delicatissimi fiorellini rosa.

Domusnovas non offre molto, ma andiamo in un comodo, nuovo, economico B&B gestito da un simpatico idraulico che sta al piano di sopra e mangiamo nell’unico ristorante carne buonissima.

GIORNO 7 (In grotta con le bici)

03-06-2018: da Domusnovas a Carloforte, km 65 +250 -400

Un paio di km a nord di Domusnovas c’è la grotta naturale di San Giovanni che fino a qualche tempo fa era utilizzata come galleria stradale e percorribile in auto. Dal 1989 è sottoposta a vincolo e ci si va a piedi o in bicicletta. Scarsamente illuminata, e li sta il fascino, ci vuole la pila per alcuni tratti piu bui, ma essendo una rarità, nel mondo ce ne sono solo tre messe cosi, vale la pena fare la deviazione.

In seguito passiamo per Iglesias e andiamo a sbirciare la miniera di Monteponi, che anche se recuperata a museo lascia un certo magone. Cè anche una ex fabbrica di biciclette attiva fino agli anni 60.

Oggi è l’unico giorno dove la pioggia prova un paio di volte a cadere, ma senza convizione e non ci bagniamo.

Si fa anche un tratto di costa prima di Portovesme che è bello e panoramico, arriviamo al porto quando il traghetto per Carloforte sta per alzare la rampa. Ci aspettano e lo prendiamo al volo.

Siccome siamo arrivati presto a San Pietro ne approfittiamo, dopo essere andati al B&bB, per fare un giro in bici fino alla scogliera delle colonne e intorno alle saline. Sempre ricche di fenicotteri.

Solitamente non indico ristoranti perchè dipende dai gusti, dalle aspettative, dai periodi e dagli eventuali cambi di gestione, ma stavolta mi sento obbligato a segnalare la Pescheria Sandolo all’estremità sud del porto dove ambiente, qualità e prezzi sono ottimi. In particolare il filetto di tonno era superlativo.

GIORNO 8 (Carloforte non delude mai)

04-06-2018: l’isola dell’isola è più isola, km 45 +570 -550

Come tutte le location cine-televisive recenti anche Carloforte è rincarata, ma l’offerta è ampia e volendo si riesce a difendersi bene, basta dormire almeno a un km dal centro.

Oggi pensavamo di riposarci girovagando per l’isola fino al faro di capo Sandalo, vedi la foto simbolo di questo viaggio, e fino alla Punta a nord. E dire che ci ero gia stato in bici anni addietro, ma si vede che la memoria ha fatto cilecca oppure abbiamo preso il percorso sottogamba, oppure causa il vento contro. Le pendenze per andare a capo Sandalo non scherzano e anche per la Punta si sale. Insomma, avevo fatto meno fatica nei giorni scorsi. Va detto che entrambe le mete meritano la gita.

Nel pomeriggio andiamo alla spiaggia di Girin vicinissima al paese e facciamo il bagno. Carloforte ci è sempre piaciuta e torniamo volentieri, non è solo per il mare e i panorami che da soli meriterebbero la gita, ma anche la sua storia di abitanti di origine ligure emigrati prima a Tabarka in Tunisia e poi a San Pietro; l’atmosfera serale della piazzetta centrale coi quattro ficus giganti sotto I quali giocano i bambini; per la lingua e usanze non sarde che fanno uno strano effetto; per vedere la tonnara dispiegata alla Punta, e poi non siamo subacquei se no ce ne sarebbe ancora. Insomma l’isola dell’isola è più isola.

GIORNO 9 (Stupiti dalle ciclabili e dalle salite)

05-06-2018: da Carloforte a Cagliari via Carbonia, km 65 +350 -200

A questo punto abbiamo diverse alternative per i prossimi giorni:

1: andare a Cagliari in due giorni passando per la costa fermandoci a Chia, ma il percorso è un insieme di strappetti durissimi per un dislivello totale sopra I 1000 metri, troppi per le nostre possibilità. Inoltre da Pula a Cagliari la strada promette traffico veloce per cui scartiamo l’ipotesi.

2: andare a Carbonia e da lì in treno tornare a Sassari per fare in due o tre giorni Alghero – Stintino – Asinara – Porto Torres e traghetto per Genova.

3: andare a Carbonia e da lì in treno per Cagliari poi a Civitavecchia in nave per una variante a Roma dove abbiamo due amiche da salutare.

Vorremmo fare la numero 2, ma il meteo da domani butta male in tutta la Sardegna per cui opzione numero 3. Però, essendo l’ultimo giorno pedalabile, decidiamo di imbarcarci per Calasetta, fare il giro di Sant’Antioco in senso antiorario e una volta arrivati a Cagliari in treno da Carbonia ci godiamo il giro delle saline fino alla fine della ciclabile del Poetto.

Fino ad ora siamo andati quasi sempre su strade normali, ma con pochissimo traffico a parte una decina di km in tutto di traffico. Fa eccezione a Oristano e Arborea qualche km di ciclabile sconnessa.

Oggi a sorpresa stiamo da Sant’ Antioco a Carbonia quasi sempre su una bellissima ciclabile fatta sulla vecchia ferrovia Calasetta – Carbonia e devo dire che oltre a costruirla la stanno anche manutenendo segando l’erba ai lbordi. Gli operai forniti di decespugliatori aggressivi riempiono la pista di erba tagliata e temo di forare con gli spini provenienti dai rovi, ma siamo fortunati e la scampiamo. Anche nelle saline di Cagliari bella ciclabile con immancabili fenicotteri e anche dal Poetto per la città. Unico neo hanno nascosto bene dove inizia la ciclabile e dove si raccordano alcuni tratti, ma chiedendo o seguendo ciclisti si trova.

PS: abbiamo sempre avuto molta gentilezza e disponibilità, chissà se a fine stagione saranno ancora tutti cosi’ rilassati!?

Anche oggi come ieri la progettazione del percorso non è stata accurata e ci sorprendono un paio di ripidi tratti a Ssnt’Antioco, quel puntino blu in cima alla salita è la schiena di Morena.

GIORNO 10 (Quel treno per Roma)

06-06-2018: da Civitavecchia a Roma

La notte in nave è andata benissimo anche perché ci siamo permessi, con 50 euro di differenza, di prendere la cabina. Gli spaghetti alle vongole e bottarga e l’Ichnusa al limone restano in Sardgena e noi affrontiamo la battaglia del treno per Roma. Carico all’inverosimile di enormi turisti americani, spagnoli di taglia media, giapponesi e altri, ma dalle valigie comunque gigantesche che occupano tutto il vano biciclette. Ci pensa il capotreno a convincerli a riformattare il carico e ci sistemiamo tutti.

Improvvisamente il caldo ci assale e finalmente arrivati a Roma Termini non aspettiamo la coincidenza per Tiburtina facendo tre km in bici. Temevo il traffico in zona Castro Pretorio e Università, ma abbiamo fortuna e non abbiamo problemi. Pensavo di utilizzare i marciapiedi per evitare il traffico e le famose buche, ma la strada, almeno in quella zona, è buona.

Il pomeriggio vado a piazza di Spagna e dopo la Sardegna ovest che è piuttosto selvaggia e poco frequentata l’impatto con il bivacco della moltitudine in vacanza è veramente scioccante.

GIORNO 11 (Ritorno al turismo di massa)

07-06-2018 in giro per Roma

Giornata romana, la mattina giro per negozi del quartiere Nomentano, qualche bricolage in casa dell’amica che ci ospita e poi il pomeriggio traversata a piedi dal Circo Massimo al Vaticano a vedere i turisti stranieri. A parte gli scherzi la passeggiata per Trastevere è piacevole ed è una Roma, seppure turistica, un po’ diversa, la Basilica di Santa Maria non la ricordavo così bella. Il Vaticano, nonostante non siamo certo soli, è sempre emozionante e consideriamo la breve visita come il richiamo periodico del vaccino contro le cose brutte.

Ma quanto si cammina in una grande città? Ci vuole un fisico bestiale e a sera sono sfatto.

GIORNO 12 (Ritorno a casa e al caldo)

08-06-2018 da Roma a Faenza

Oggi dobbiamo solo stare in treno. Va bene con il regionale da Roma a Firenze, invece affollatissimo ( sarà per via del pomeriggio di venerdì di fine anno scolastico?) da Firenze a Faenza. Siamo a casa intorno alle 4 di pomeriggio e smontiamo tutti I bagagli, laviamo le bici, soffriamo il caldo e ci guardiamo intorno: è finita!

COMMENTI

Pioggia e fortuna: è vero che avevamo studiato tanto il meteo, ma la situazione di instabilità non ci ha dato sempre previsioni affidabili, fortunatamente è stato meglio del previsto.

Siamo arrivati a Olbia che aveva appena smesso di piovere e il giorno prima in gran parte della Sardegna avevano avuto temporali in abbondanza, in 8 giorni solo il 3 giugno ha provato a fare qualche goccia diverse volte ma senza bagnarci più di tanto. Ha fatto due temporali però di notte e ha ricominciato a piovere il giorno dopo che siamo ripartiti. Più di così non potevamo pretendere.

La Sardegna è in discesa: abbiamo fatto 2900 metri di salite e 3300 di discese, quindi abbiamo dimostrato che da nord a sud la Sardegna discende.

Integratori ammessi: da escursionisti di matrice dolomitica siamo abituati a dissetarci e reintegrarci con il radler che però si dovrebbe bere solo parlando in tedesco. Ci ha salvato la birra Ichnusa al limone che essendo fatta ad Assemini è un integratore ammesso in terra sarda.

PS: in realtà c’è il trucco perché l’Ichnusa ora è dell’Heineken.

Altri integratori ammessi dalla IADA, ma solo in Sardegna: mostaccioli, arance dal produttore al consumatore, bottarga e filetto di tonno.

Costi

Ristoranti Dai 10 ai 25 euro a testa

B&B Mediamente 60 euro a camera. Posto meno caro Domusnovas, più caro Carloforte.

Traghetti 64 euro andata e 123 il ritorno

Treni Purtroppo con la bici non smontabile si va solo nei regionali e a conti fatti si può spendere di più che su intercity o alta velocità se prenotati in anticipo. Inoltre abbiamo trovato solo dai 2 ai 4 posti per bici disponibili sui convogli, si potrebbe migliorare.



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