Gerusalemme express

Come organizzare un weekend a Gerusalemme Est con escursione in Palestina
Scritto da: pil
gerusalemme express
Partenza il: 01/06/2018
Ritorno il: 03/06/2018
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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Ormai a corto di nuove destinazioni dove poter passare un long weekend, questa volta è stato il turno di Gerusalemme, in particolare Gerusalemme est (Città vecchia) con una veloce escursione a Betlemme, nei Territori Palestinesi.

Come di dovere la Farnesina sconsiglia i viaggi in queste zone, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti (spostamento dell’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme), anche se a posteriori posso dire di non aver percepito nessuna sensazione di pericolo, anzi, soprattutto fuori dalle mura, si respirava un’atmosfera decisamente vacanziera.

La moneta corrente è lo shekel (ILS). Al cambio attuale (giugno 2018), 1 euro vale circa 4,20 shekel.

Per l’ingresso nel Paese è sufficiente il passaporto. Il visto di ingresso viene rilasciato in aeroporto su un tagliando da conservare fino al rientro. Stessa cosa per il visto di uscita. Controlli di sicurezza piuttosto approfonditi quindi bisogna arrivare in aeroporto con un buon anticipo.

Lingua parlata da molti, oltre ovviamente l’israeliano, è l’inglese, quindi non ci sono problemi di comunicazione. Nei territori palestinesi è parlato l’arabo ma anche l’inglese.

Scritte in israeliano, quindi incomprensibili, ma quasi ovunque con traduzione in inglese, soprattutto per quanto riguarda le indicazioni di natura turistica.

COME ARRIVARE

Gerusalemme non è servita da un aeroporto proprio (lo aveva, ma in seguito alla seconda Intifada è chiuso dal 2001 trovandosi in territorio palestinese). L’aeroporto internazionale più vicino è quindi quello di Tel Aviv a circa 50 Km da Gerusalemme. Dall’Italia, oltre che essere servito dalle Compagnie di bandiera, è da poco servito anche da Rynair con voli da Bergamo e da Roma. Tariffa a/r di circa 100/120 euro se comprato con anticipo.

Io ho volato da Bergamo con arrivo a Tel Aviv poco dopo mezzogiorno (+1 ora) del venerdì e sono rientrato la domenica pomeriggio con partenza alle 14.15.

COME MUOVERSI

Dall’aeroporto Ben Gurion a Gerusalemme ci vuole circa un’ora. In taxi la corsa costa più o meno 200 ILS, in sherut (pulmini collettivi a 8 posti tipo taxi, si viene lasciati dove si vuole) costa 64 ILS, in autobus 16 ILS.

Trascorrendo un fine settimana, è importante sottolineare come da venerdì pomeriggio a sabato dopo il tramonto, i mezzi pubblici non circolano per lo Shabbat. Il sistema più economico per arrivare in città, ma anche più comodo, è quindi prendere uno degli sherut della Nesher Tour, appena fuori dagli arrivi, che partono continuamente non appena si riempiono. Basta dire all’autista la destinazione e si viene scaricati in prossimità se non davanti l’albergo.

Nella Città vecchia ci si muove a piedi, anche perché non esistono alternative, vista la conformazione della città. Per muoversi a Gerusalemme ovest esistono gli autobus e una nuova linea di tram.

Per raggiungere Betlemme in modo autonomo, si può utilizzare l’autobus della linea n° 231 in prossimità della Porta di Damasco, che, essendo una linea araba, circola anche il sabato.

DOVE SOGGIORNARE

Israele, e soprattutto Gerusalemme, è una meta tutt’altro che economica. Il costo della vita si allinea con il nostro, se non di più. Viaggiando da solo, una camera singola in hotel avrebbe inciso troppo sul budget, quindi ho optato per la scelta di un ostello. Fuori le mura ce ne sono diversi. Io ho optato per lo Stay Inn Hostel (King George road, 21, www.stayinnhostel.com), un ostello recentemente rinnovato a 10 minuti a piedi dalla città vecchia.

Un letto in camerata mista da 6 persone con bagno privato è costato circa 25 euro/notte, senza colazione. La colazione costa 7 dollari, ma, essendo servita dalle 8.00, non ho mai avuto la possibilità di farla. L’ostello è sicuramente da consigliare, pulitissimo, nuovo, personale molto simpatico, veramente un bell’ambiente. Ci tornerei sicuramente. A disposizione ci sono sempre the, caffè e acqua. Possibilità di prepararsi i pasti nella cucina condivisa, super fornita.

DOVE MANGIARE

Non sono mai andato al ristorante. Ho mangiato cibo tipicamente mediorientale take away come shawarma, falafel, hummus, kifta a prezzi ragionevoli. Essendo tutto chiuso per lo Shabbat, sono andato in locali arabi nei pressi della Porta di Damasco, ma fuori dalla Città vecchia. Consiglio di mangiare fuori dalle mura perché i prezzi sono leggermente più bassi. Più economica è Betlemme. Come in altri paese mediorientali, sono molto diffuse le spremute di frutta fresca o limonate con menta; non proprio economiche (bicchiere 20 ILS).

COSA VEDERE

Venerdì pomeriggio. Diciamo subito che tre giorni sono molto tirati e bastano solo per farsi un’idea delle principali attrazioni della città, e non sono sicuramente sufficienti per una visita approfondita e completa. Più che fare una descrizione dei siti turistici, mi sembra quindi più utile dirvi cosa si riesce a vedere, da soli, nell’arco di 3 giorni scarsi, camminando ad un ritmo decisamente sostenuto, cosa che probabilmente in compagnia risulterebbe più difficile fare.

Viaggiando con solo bagaglio a mano, mi sono fiondato fuori dall’aeroporto a prendere lo sherut. Alle 15.30 sono arrivato in ostello, alle 16.00 ero fuori dalla porta di Jaffa, la principale porta di accesso alla città vecchia lungo le mura occidentali. Superata la porta mi sono diretto verso la Via Dolorosa, passando attraverso il quartiere cristiano. Sono quindi arrivato abbastanza agilmente alla Basilica del Santo Sepolcro. La Basilica è presa ovviamente d’assalto da centinaia di persone, c’è una confusione incredibile e sicuramente il luogo è ben lontano da essere pervaso da atmosfere mistiche. Dal punto di vista architettonico non mi ha particolarmente impressionato; è un luogo con all’interno tanti luoghi, tra tutti l’Edicola vera e propria del Santo Sepolcro alla quale si accede dopo una lunga coda. Essendo venerdì sera sono capitato mentre veniva celebrata la Via crucis.

Uscito dalla Basilica, ho ripreso la Via Dolorosa e sono sbucato, non senza difficoltà, alla Porta dei Leoni. Essendo periodo di Ramadan, dopo le 18.30 il quartiere arabo si anima in maniera esagerata e non è facile passare tra le vie del suq senza venire travolti dalle orde di gente che vanno a comprare il cibo nei negozi lungo la via.

Uscito ad est dalla Porta dei Leoni, una via in discesa porta verso la vallata dove poi una strada in ripida pendenza si inerpica sul Monte degli Ulivi, sul quale però rimangono ben pochi ulivi essendo diventato un enorme cimitero tappezzato di tombe ebraiche a perdita d’occhio. Da lì si gode di un’ampia visuale sulla città e soprattutto sulla Spianata delle Moschee; l’unico problema è che, tramontando il sole di fronte, non si percepisce il colore rosato delle mura e degli edifici della città: secondo me è consigliabile la salita al mattino presto, o aspettare il tramonto verso le 20.00.

Ridisceso verso la città, ho preso la strada che gira esterna le mura e sono rientrato da sud nella città vecchia, attraverso la Porta delle Immondizie (Porta del Letame, Porta di Dung), dalla quale si accede, dopo pochi metri, alla zona del Muro Occidentale, il Muro del Pianto. Superato il controllo di sicurezza, si arriva in uno dei punti nevralgici della città, frequentato da centinaia di Ebrei che si raccolgono in preghiera alla base del muro che non è altro che il muro di contenimento del terrapieno dove sorgeva il Tempio di Salomone, poi distrutto, e dove ora sorge la spianta delle Moschee.

Inutile dire che per il turista non ebreo la principale attrattiva è l’osservazione dei fedeli che pregano davanti al muro: essendo da poco iniziato lo Shabbat (il pomeriggio del venerdì), nei pressi del muro si stavano riversando intere famiglie con indosso gli abiti caratteristici: degni di particolare nota gli ebrei ortodossi abbigliati con calze nere, pantaloni corti stretti alle ginocchia, palandrana nera, e un particolare cappello di pelliccia, ai lati del quale scendono i caratteristici boccoli (payot).

Sabato. Come detto, essendo sabato, molte attrattive a Gerusalemme sono chiuse, quindi puntuale alle 7.30 ho preso un autobus (n° 231) dalla stazione appena fuori la Porta di Damasco, direzione Betlemme, Palestina (ricordarsi il passaporto per il controllo rientrando in Israele). Per 7 shekel, dopo circa 40 minuti l’autobus mi lascia all’inizio di Betlemme. Proseguendo verso la città vecchia, dopo circa 1 Km si arriva alla Basilica della Natività, alla quale si accede passando attraverso una piccola porta, la Porta dell’Umiltà. Essendo abbastanza presto, circa le 8.15, la basilica era fortunatamente deserta e quindi sicuramente più apprezzabile di quella del santo Sepolcro. Anche dal punto di vista architettonico l’ho trovata più interessante e facilmente leggibile; sono in corso alcuni restauri dedicati alle colonne dipinti, ai mosaici e alla copertura in legno, illustrati da pannelli esplicativi. Vicino l’abside, attraverso una scala, si accede a quella che la tradizione vuole essere la grotta dove nacque Gesù, dove, ogni giorno alle 9.00 si celebra la messa in italiano.

Uscendo dalla basilica, a sinistra, mi sono poi diretto verso la Grotta del Latte, altro importante sito cristiano, architettonicamente però non particolarmente impressionante.

Tralasciando gli altri innumerevoli siti riconducibili ad altrettanti eventi biblici, mi sono quindi dedicato all’altro motivo per il quale mi sono recato a Betlemme, ossia la presenza della Barriera di separazione tra Territori Palestinesi ed Israele, tappezzata di interessanti graffiti, anche di noti artisti, tra tutti il famoso writer britannico Banksy.

C’è da dire che uno dei più famosi graffiti (Il soldato che lancia il mazzo di fiori) non si trova in realtà sul muro di separazione (Muro della vergogna come viene chiamato dai Palestinesi), ma sul più banale muro di un autolavaggio di pullman a circa 2/3 Km dal centro, sulla strada verso Bayt Sahour. Visto come è messo, mi sa che non durerà ancora molto: la vernice si sta sfogliando e i tizi dell’autolavaggio non sembrano molto preoccupati della cosa.

In prossimità della fermata dell’autobus è invece ben visibile il muro vero e proprio per gran parte decorato con graffiti colorati che denunciano, dal punto di vista palestinese, la situazione drammatica in cui versa il popolo arabo. Passando da immagini di Trump e Netanyahu al ritratto della terrorista /eroina Leila Khaled, si coglie tutta la drammaticità, indipendentemente da quale parte si stia, per l’esplosiva situazione in essere, grazie alla grande capacità evocativa dei graffiti. Sicuramente da vedere. A dire il vero una delle cose che mi ha colpito di più del viaggio.

Rientrato nel primo pomeriggio con l’autobus a Gerusalemme, con partenza dal medesimo punto in cui si era fermato arrivando a Betlemme (diversamente dall’andata si devono passare i controlli), mi sono quindi nuovamente immerso nel caos della città vecchia, girovagando a caso per le vie dei vari quartieri (Cristiano, Musulmano, Ebraico ed Armeno).

Sbucato nei pressi della Porta di Jaffa, ho preso il biglietto per il giro delle mura (18 ILS): la passeggiata sulle mura si può fare o verso nord (verso la Porta di Damasco), o verso sud (verso la Porta di Dung). Non avendo tempo per entrambi ho optato per il giro verso sud nella speranza di avvicinarmi alla Spianata: in realtà la passeggiata verso sud è del tutto trascurabile: le viste non sono memorabili, anzi, e si interrompe poco prima della porta di Dung non arrivando quindi in prossimità della Spianata. Tempo perso e soldi buttati.

Domenica mattina. Esco dall’ostello alle 6.30 e mi dirigo ancora una volta verso la porta di Jaffa. Da lì proseguo verso il Monte del Tempio passando attraverso le vie quasi deserte della città vecchia percorse solo da pochi ebrei ortodossi in abito tradizionale. Entro nella zona del Muro Occidentale e poi da lì verso l’accesso alla Spianata che apre alle 7.30 in quanto siamo durante il Ramadan (altrimenti in estate è alle 8.00). Per i non musulmani l’accesso avviene solo attraverso una rampa in ferro/legno sulla destra del muro che permette di superare il dislivello del muro; per i musulmani esistono invece altri punti lungo il perimetro del muro ma sono presidiati dalla polizia israeliana che ne impedisce il passaggio.

Entro praticamente per primo sula Spianata deserta e il colpo d’occhio sulla Cupola della Roccia è sicuramente notevole. Complice un cielo azzurro terso, la cupola dorata e il corpo ottagonale rivestito di marmo bianco e le maioliche colorate risplendono nella luce del mattino. Attigua sorge la Cupola della Catena, un luogo di preghiera aperto sormontato da una piccola cupola, sotto la quale dormono alcune donne avvolte in scialli. Nei pressi dell’entrata si passa di fronte alla Moschea di al-Aqsa, il sito musulmano più importante di Gerusalemme, ma come la Moschea della Roccia, interdetto purtroppo ai non musulmani.

Dopo poco ecco arrivare la solita orda di turisti. È tempo di andare.

Altri 3 Km a piedi e mi dirigo verso la Stazione Centrale degli Autobus, in prossimità della quale parte l’autobus per l’aeroporto (n° 485, 16 ILS) che dopo un’ora esatta mi scarica al Terminal 1, partenza delle low cost.

Consigli. Se andate durante il fine settimana bisogna organizzare le visite sulla base delle aperture/chiusure dei siti. Dalla sera di venerdì alle 20 del sabato, tutte le attività gestite da israeliani soni chiuse, così come i mezzi pubblici non circolano, consiglio quindi l’escursione in Palestina che si raggiunge con mezzi arabi: il muro e i suoi graffiti sono sicuramente una metà evocativa che non dovrebbe essere saltata.

Dopo le 20 dello Shabbat riaprono le attività e riprende il movimento: sono rimasto colpito dal turismo giovane presente, che non mi sarei mai aspettato di trovare in una città con una vocazione che credevo prevalentemente religiosa.

Il venerdì e il sabato è chiusa anche la Spianata delle Moschee, quindi l’unica soluzione per la visita (assolutamente da non perdere) è il mattino della domenica.

Per quanto riguarda il tema sicurezza, può subire repentini cambiamenti e bisogna quindi tenersi aggiornati: nella città vecchia ci sono numerosi gruppi di poliziotti ben armati (uomini e parecchie ragazze) che presidiano i punti nevralgici; in generale, sarà per la leva obbligatoria, in giro c’è una moltitudine di ragazzi e ragazze in divisa con il fucile al collo.

Essendo una città molto turistica, il grosso afflusso di gente rovina la percezione dei luoghi: consiglio di alzarsi presto la mattina per passeggiare tra le vie deserte ed evitare la vista dei terrificanti negozi di souvenir che vendono qualsiasi tipo di paccottiglia.

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