Immersi nella natura delle isole Visayas
Si viaggia non per cambiare luogo, ma idea (Hippolyte Taine)
Partiamo con volo Etihad (913 euro in due), nonostante i disagi per uno sciopero incombente, il nostro volo sarà in orario. Atterrati ad Abu Dhabi, considerata la prevista sosta di 8 ore, decidiamo di tentare un’uscita dall’aeroporto per un breve tour della città ma desistiamo subito quando ci rendiamo conto che il costo è proibitivo a partire dal taxi per il centro, quindi rientriamo, dove ci aspettano i controlli doganali. Dopo aver cenato andiamo a riposarci nella zona “Sleep” su comode poltrone relax, il secondo volo partirà alle 3 del mattino!
Dopo 8 ore di volo in un aereo pienissimo, arriviamo a Manila in anticipo di un’ora! Usciti dall’aeroporto cerchiamo un taxi (ufficiale) di colore giallo con tassametro che per poco più di 2 euro ci porta al vicino hotel in circa 10 minuti. Notiamo che non c’è il solito e tipico assalto asiatico di taxisti per accaparrarsi i clienti. Il Nichols Airport Hotel, prenotato da casa, è discreto anche se subito ci facciamo cambiare la camera perché l’A/C è molto rumorosa. Dopo un doveroso pisolino, essendo giunta ormai la sera, saliamo in terrazza, all’ultimo piano presso il ristorante dell’hotel, dove mangiamo bene e troppo, assaggiando tutti piatti filippini dai sapori particolari, molte verdure alcune a noi sconosciute, ottima la zuppa con tamarindo e maiale, il tutto accompagnato con della buona birra locale San Miguel. La vista di Manila dalla terrazza è molto bella e il personale del ristorante è gentile e disponibile.
La mattina dopo raggiungiamo di nuovo l’aeroporto dove prendiamo un volo della Cebu Pacific Air (150 php a testa) alle 11.45 per Tagbilaran nell’isola di Bohol.
Il taxi dall’hotel all’aeroporto è meglio prenderlo per strada perché quello dell’hotel chiede molto di più, 300 php invece di 100 php. L’aeroporto domestico è piccolo e molto affollato. Dall’alto Manila si presenta immensa, un’infinita distesa di costruzioni, un dedalo di strade e quartieri, una città tanto grande che il suo sorvolo dura un tempo incredibilmente lungo. La vista delle isole è magnifica, si vedono macchie verdissime in una distesa di mare blu! Arrivati nell’isola di Bohol atterriamo all’aeroporto di Tagbilaran, scendiamo dall’aereo e a piedi raggiungiamo il terminal attraversando la pista, anche i bagagli vengono scaricati a mano. All’uscita tanti taxisti che si propongono ma senza insistere e più ci allontaniamo dall’entrata e più i prezzi calano, ci accordiamo per 400 php per raggiungere l’hotel che dista circa 30 km, situato nella Panglao Island in località Alona. L’hotel Paragayo, non si trova sulla spiaggia ma la si può raggiunge in 5 minuti di piacevole passeggiata. La camera è piccola ma funzionale, sono già le 14 quindi lasciamo gli zaini e andiamo a pranzare sul mare. Ristorante Trudi’s, buono con menu vario e birra San Miguel a 90 php al litro, pranziamo con 500 php compresa la mancia. Dopo pranzo facciamo una passeggiata lungo la spiaggia che si presenta non tanto grande e affollata di barche da pesca e da diporto per turisti. La sera, dopo aver vagato per il lungomare e con calma aver verificato i vari menu dei tanti ristorantini, decidiamo per un locale gestito da alcuni Trans, che presenta all’entrata e ben esposto, tanto pesce fresco che scegliamo ad uno ad uno, facendocelo cucinare come desideriamo, il tutto condito da insalata di mango … memorabile. Dopo cena ci fermiamo in un locale sulla via principale dove ragazze filippine vestite da cowgirl servono ai tavoli e dove suonano musica dal vivo, tutto fino alle 23 circa… molto bello!
La mattina dopo andiamo a far colazione in un vicino locale, anche questo gestito da alcuni trans (evidentemente in questa zona è una consuetudine) e anche qui ci accorgiamo che per loro è normale non portare esattamente ciò che il cliente chiede ma più o meno, adattandosi tra quello che hanno e quello presente in menù. Ovviamente ci lamentiamo con il cameriere, ma l’unico risultato è un piccolo sconto non richiesto! Trascorriamo la mattinata in spiaggia, davanti ad un mare splendido e tranquillo. Per pranzo torniamo da Trudi’s, poi ancora spiaggia e mare fino a sera. Il mare e pieno di stelle marine coloratissime… meritano un book fotografico! Al rientro in hotel ci fermiamo a comprare una sim card filippina da 400 php. Per cena torniamo al ristorante della sera precedente, dove mangiamo molto e ancora benissimo (2210 php), chiudiamo la serata a bere un drink da Trudi’s dove c’è un gruppo che suona dal vivo musiche di Santana e come la sera precedente alle 23.30 circa, tutto chiude.
È già tempo di spostamenti, dopo una scarsa colazione cerchiamo un taxi per raggiungere la località di Loboc a circa 35 km di distanza, situata nell’entroterra, in una zona attraversata dall’omonimo fiume. Concordiamo per il viaggio 1000 php, con un taxista contattato fuori dal ristorante, il quale ci verrà a prendere dopo mezz’ora in hotel, sarà un viaggio di 1 ora circa. Raggiungiamo così l’hotel Stefania Grece di Loboc, situato sul fiume, bello e con una piccola piscina, la stanza e un po’ datata ma spaziosa e luminosa, il personale è cortese e molto disponibile. Alle 13.00 circa ci rivolgiamo alle ragazze della reception per chiedere informazioni per la gita in barca sul fiume e subito due di loro inforcano i motorini e ci portano al porto sul fiume, davanti alla biglietteria e ci indirizzano dove fare la fila per i biglietti dell’escursione sul fiume. Alle 13.30 siamo già a bordo di un barcone dove hanno allestito un buffet e apparecchiato i tavoli. Si inizia a pranzare a barca ancora ormeggiata, siamo in tanti e noi siamo gli unici occidentali, mangiamo bene, solo le bevande non ci soddisfano, c’è solo del tè compreso nel prezzo e poca birra in lattina e a pagamento. Dopo circa 30 minuti la barca lascia il piccolo pontile ed inizia a risale lentamente il fiume, tutto intorno foresta verdissima, a bordo un complesso suona musica pop e la gente inizia a ballare cantare e fare tante foto, una bella situazione. Lungo il percorso e prevista una sosta in un porticciolo di un villaggio dove, per i turisti di passaggio, un gruppo di bambini balla canta e suona strumenti tipici. La barca risale il fiume fino ad una cascata, poi con una lenta manovra inverte la rotta e torna indietro. Il tour finisce verso le 15.00, il costo compreso il pranzo è di 900 php in due. Una volta sbarcati, rientriamo in hotel a piedi, una passeggiata di circa 15 minuti. Prima di cena, prenotata presso l’hotel e prevista per le ore 20, abbiamo il tempo per un tuffo nella piccola piscina dove sorseggiamo un aperitivo. Ceniamo in hotel perché siamo un po’ isolati e raggiungere il porto non è comodissimo. A tavola siamo in tanti, praticamente tutti gli ospiti dell’hotel. Dopo cena facciamo comunque una passeggiata ma la strada sterrata, solitaria e poco illuminata non offre granché.
Sveglia alle 7.30, colazione e alle 9 ritiriamo lo scooter prenotato il giorno prima in hotel per 350 php tutto il giorno, dopo aver preso appunti sul percorso da fare seguendo i suggerimenti della reception, partiamo. È una bella giornata e la prima tappa è allo zip-line dove proviamo l’emozione di attraversare il fiume appesi alle carrucole, a circa 100 metri di altezza (800 php per due), bello ed emozionante. Seconda tappa un parco (120 php ingresso per due), per vedere i tarsi, piccolissimi animali con occhi grandissimi che vivono solo in quest’isola. Verso le 11 raggiungiamo le Chocolate hill (100 php ingresso). E’ un caldo opprimente e ci sono più di 200 ripidi gradini da salire per raggiungere una piattaforma dove si può ammirare un bellissimo panorama di tutte le colline circostanti, che il terreno e la luce del sole danno loro un magnifico color cioccolato. Pranziamo in un ristorante del complesso, nulla di speciale (135 php). Dopo pranzo inforchiamo il motorino e vaghiamo per le campagne, attraversando campi di riso e piccoli villaggi, raggiungendo il lago di Pilar, dove facciamo un sosta prima di continuare il viaggio che ci porterà sulle colline circostanti, raggiungendo anche gli 800 mt slm e dove si può ammirare una meravigliosa natura.
Rientrando in hotel ci fermiamo alla stazione dei bus per prenotare il bus per il giorno seguente per Anda. Alle 18.30 giungiamo in hotel per cenare non prima di avere fatto un tuffo in piscina. Nel nostro girovagare in motorino abbiamo visto che nelle vicinanze non ci sono particolari locali o ristoranti.
Dopo colazione restituiamo caschi e motorino alla reception e prenotiamo una motobike per le 9.00 che ci porterà in paese a prendere il bus per Anda delle 10.00. In realtà veniamo informati da un addetto che il bus per Anda e già passato alle 8.00 e che non ci conviene aspettare il prossimo ma ci consiglia di prendere il bus per Guindulman (128 php) e da lì farsi portare ad Anda con una motobike… e così faremo.
Il viaggio in bus dura circa 2 ore, il mezzo è pienissimo e si ferma ad ogni fermata a far salire gente! Arrivati a Guindulman saliamo su una motobike che ci porterà ( 200 php ) al La Petra Beach Resort. La strada per il resort è sterrata e piena di buche, il drive è seriamente preoccupato per il suo mezzo, ma riesce comunque a portarci a destinazione così gli lasciamo una meritata mancia! Il bungalow che ci assegnano è pessimo, ma con una splendida vista sul mare e sulla sottostante spiaggia. Al momento ci facciamo cambiare il bungalow senza spostarci di posizione per via del panorama, ma quando ci rendiamo conto che tutti i bungalow sono nelle stesse condizioni, andiamo alla reception e dopo aver prenotato un massaggio e il motorino per tre giorni chiediamo di cambiare la sistemazione con una camera nella struttura principale in muratura, più arretrata ma decisamente più bella. Siamo gli unici clienti… forse non è stagione… poi verso sera però arriveranno altre due coppie. Pranziamo (530 php) in hotel e visto che non abbiamo mezzi per spostarci prenotiamo anche la cena a base di pesce, (850 php)… cena veramente buona! La spiaggia dell’hotel è di sabbia bianca ma è molto piccola e l’importante bassa marea rende impossibile fare il bagno, per fortuna c’è la piscina.
Sveglia alle 9 e dopo colazione recuperiamo il motorino prenotato, (1800 php per tre giorni) e quindi partiamo alla scoperta di Anda. Alle 10 fa già molto caldo e visto che siamo gli unici ad indossare il casco, siamo facilmente riconoscibili come turisti e tutti al nostro passaggio ci salutano. Andiamo in centro ad Anda a vedere l’hotel ristorante Old Castle, che da casa avevamo scartato nella scelta, ci rendiamo subito conto dell’errore; si trova in centro paese su una bella e ampia spiaggia con tanta gente e alcuni ristorantini vicino al mare, proprio un bel posto!
Dopo un giro in moto nella zona e un doveroso cambio di moneta, andiamo a cercare una spiaggetta segnalata dalla ragazza della reception. La spiaggia è piccola ma molto carina, facciamo snorkeling e prendiamo il sole, per pranzo torniamo al Old Castle dove mangiamo bene in riva al mare (765 php). Dopo pranzo ritorniamo alla piccola spiaggia dove vi restiamo fino al tramonto, abbiamo anche l’occasione di vedere uno spaccato di vita filippina poiché quel luogo è frequentato solo da gente del posto! Gente sempre sorridente con tanti bambini, che vivono a contatto con il mare tra le loro barche e il loro pescato. Rientriamo in hotel dove abbiamo prenotato un massaggio, (500 php) manicure e pedicure (600 php), poi cena sempre in hotel a base di spaghetti al pesce! Dopo cena con il motorino torniamo in centro ma alla sera non c’è granché, solo al ristorante del Old Castle c’è un po’ di movimento. Rientriamo in hotel verso le 23 con un po’ di apprensione perché le strade sterrate sono molto buie e con poca segnaletica. Nota sulla strada principale: di giorno c’è sempre un posto di blocco con militari che chiedono il pagamento della tassa di ingresso al paese, 20 php, si paga una volta sola ma il tagliando va mostrato ogni volta!
Oggi giornata dedicata al mare, prima tappa la spiaggia bianca del resort perché al mattino è possibile fare il bagno prima della bassa marea, poi partiamo con il motorino diretti alla spiaggia centrale di Anda, prima però facciamo tappa ad una grotta nelle vicinanze. Si tratta di una caverna profonda dalla quale ci si immerge in una piscina naturale di acqua salata limpidissima. Per entrare in acqua ci si può tuffare dall’apertura con un salto di qualche metro. Ai bordi del cratere un filippino chiede 50 php per fare il bagno, credo che tale compenso sia richiesto solo ai turisti. Pranziamo all’Old Castle (765 php) che sempre di più si rivela il miglior locale della zona, poi ci godiamo la grande spiaggia guardando il ritirarsi del mare che con il passare del tempo lascia scoperte delle isolette di sabbia. Ci si può stendere in zone dove ci sono pochi centimetri di acqua, guardando la riva, sullo sfondo il paese di Anda e le campane della chiesa che suonano… mooolto bello, rilassante e suggestivo. Ceniamo in hotel dove mangiamo ancora meglio della sera precedente con tanta varietà di pesce.
Colazione e via di nuovo in motorino diretti a una cascata in un paesino dell’entroterra, prima però andiamo al terminal dei bus per cercare informazioni per lo spostamento del giorno dopo. C’è poca gente ma tanti poliziotti. Parlando con uno di loro capiamo che ci sono stati dei disordini in una zona a circa 30 km da noi. Il poliziotto cerca di farci cambiare idea sul viaggio programmato per il giorno dopo perché ci avverte che può essere pericoloso ma ci conferma che comunque i bus partiranno regolarmente. Per arrivare alla cascata seguiamo le indicazione della nostra mappa sul cellulare ma la strada consigliata non è praticabile con il motorino, nel girovagare raggiungiamo una sorgente molto bella, ingresso 20 php a testa per fare il bagno, qui vi sono unicamente persone del posto e la nostra presenza è decisamente al centro dell’attenzione di tutti, quindi non ci fermiamo molto, solo il tempo di un bagno.
Ritorniamo sui nostri passi alla ricerca della strada che conduce alla famosa cascata. Torniamo sulla strada principale perché ci siamo accorti di avere una gomma sgonfia e ci fermiamo in un’officina sulla strada, praticamente una baracca in legno a lato strada. Proseguendo, seguendo le indicazioni del meccanico, imbocchiamo finalmente la via giusta, una strada sterrata che porta alla cascata. Il luogo è molto bello, attraversiamo grandi risaie e arriviamo alla biglietteria posta in mezzo ai campi, all’entrata c’è anche un ristorante dove bisogna prenotare in anticipo il pranzo scegliendo anche il menù. Ticket ingresso 50 php, scendiamo una ripida e lunga scalinata in discesa e dopo circa 15 minuti si arriva ai piedi della bella cascata, alta 60 metri e ricca di acqua dove si può fare il bagno e passare sotto, il tutto molto sorvegliato dai guardiani. Il ritorno è molto faticoso, gli oltre 500 gradini sono impegnativi. Arriviamo al ristorante un po’ trafelati dove mangiamo un ottima zuppa di pesce allo zenzero pagando pochissimo (450 php). Dopo pranzo rientriamo in hotel perché il tempo sta peggiorando e minaccia pioggia, appena arrivati infatti inizia a piovere ma durerà poco. Ceniamo in hotel e la ragazza della reception ci comunica che la titolare dell’hotel ci propone di accompagnarci il giorno dopo a Talibon, perché anche lei si deve recare da quelle parti ed inoltre è un po’ preoccupata per i disordini che ci sono stati due giorni prima. Accettiamo, anche perché la cifra che ci chiede è ragionevole (1000 php) inoltre ci porterà direttamente al porto dove prenderemo la barca per Jao island. Dopo cena andiamo in paese dove facciamo sera in riva al mare poi rientriamo in hotel per preparare gli zaini per l’indomani.
La titolare dell’hotel è una donna molto gentile e pratica, di nome Ines, partiamo con lei dopo aver salutato tutti e fatto le foto di rito con il personale della reception. Durante il viaggio Ines ci racconterà che ha vissuto in Germania per 26 anni per poi tornare nelle Filippine e aprire l’hotel. Dopo aver fatto e ricevuto diverse telefonate ci spiega che è in contatto con un centro di “crisi” che la tiene informata sui vari disordini politici o di pirateria che si possono manifestare nella zona, ci avverte che c’è stato un attentato terroristico di matrice islamica a 30 km da Talibon, proprio come aveva tentato di spiegare il poliziotto del giorno prima. Ines ci accenna alla possibilità di cambiare meta ma ormai abbiamo già prenotato tutto e siamo un po’ indecisi, anche perché l’isola non è stata coinvolta dai disordini. A questo punto Ines si mette in contatto telefonico con la titolare del Jao Bay Resort di Jao Island, per chiedere com’è la situazione, quest’ultima rassicura tutti perché conferma che nell’isola è tutto tranquillo. Ines ci porterà direttamente sulla banchina del porto dove ci lascerà anche il suo numero di cellulare per poterla avvisare in caso di difficoltà. E’ una donna veramente gentile ed affidabile e rappresenta a pieno il carattere ospitale del popolo filippino, rimarrà per sempre nei nostri ricordi di viaggio come una persona fantastica. Dopo i calorosi saluti partiamo con la barca inviata dal Jao Bay Resort appena giunta al porto con le insegne dell’hotel ben in vista. Alle 11.30 circa giungiamo alla piccola Jao Island, dove ci accoglie la titolare Windy, un’altra persona fantastica che ci offre il cocktail di benvenuto. Il bungalow davanti al mare è in bamboo, spartano ma pulito ed efficiente. Nel resort ci siamo solo noi e un’altra coppia di stranieri, siamo completamente isolati dal mondo! La spiaggia è piccola e il mare non ha colori particolari ma ci sono escursioni da fare in atolli lì vicino. Mangiamo bene, pranzo 710 php e cena 1070 php. La sera, prima di andare a dormire ci avvisa che, visto i recenti attentati e i pirati del mare, è meglio non lasciare le luci esterne del bungalow accese… per non essere troppo visibili! È sicuramente una situazione strana e anomala ma siamo in ballo e dobbiamo ballare.
Durante la notte pioverà molto e il mare sarà molto mosso. Al mattino non piove più, ma il cielo purtroppo è grigio, quindi decidiamo di fare una passeggiata nell’unico paese dell’isola. Però c’è un fiume che lo divide dal resort, quindi dobbiamo farci traghettare dal marinaio dell’hotel, lo stesso che ci aveva portato all’isola. Tutti assieme trasportiamo a mano la barchetta dalla spiaggia al fiume dove attraversiamo. Ci lasciamo accordandoci con il marinaio per farci venire a riprendere verso le 13.00. Procediamo per gli stretti camminamenti del villaggio, a volte in cemento a volte in terra battuta dove ci si può muovere unicamente a piedi o con motorini. Il villaggio è un agglomerato di capanne e pochissime case in mattoni, vi sono maiali ovunque, nessun esercizio commerciale se non piccole rivendite in capanne ed una chiesa centrale priva di muri laterali, per essere più areata, apparentemente troppo grande per la popolazione del posto. Tutti salutano, attorno a noi una profonda povertà.
Alle 13.00, puntuali come un orologio svizzero, siamo sulla sponda del fiume per l’attraversamento ma del marinaio nemmeno l’ombra! Tentiamo invano di metterci in contatto con l’hotel senza successo, quindi desistiamo e vedendo passare sul fiume un barcaiolo lo fermiamo e gli chiediamo un passaggio. Giunti sull’altra sponda all’uomo diamo una meritata mancia e lui ringrazia dicendoci che sarebbe bastata una sigaretta! Arrivati al resort Windy e il marinaio non ci sono e la ragazzina tuttofare ci dice che sono andati a Talibon… forse non ci eravamo capiti bene sull’orario. Aspettando l’ora di cena valutiamo l’idea di andare via il giorno dopo pur perdendo i soldi già pagati perché le previsioni del tempo danno ancora pioggia. A cena parliamo con Windy della nostra decisione, lei però ci dice che l’indomani sarà bel tempo! Dopo cena andiamo comunque a preparare gli zaini.
Ci svegliamo alle 7.00 e fuori è una bellissima giornata di sole, cielo azzurro e neanche una nuvola… e adesso? Andiamo da Windy e ci accordiamo di rimanere e andare a fare l’escursione in barca in un vicino atollo, per fare snorkeling (4000 php). Partiamo alle 9.00 a bordo della barca siamo in 4, noi il marinaio e la ragazzina tuttofare che si rivelerà la figlia dello stesso marinaio. Sarà una giornata magnifica ed indimenticabile. Navighiamo per un’ora circa per raggiungere una striscia di sabbia bianca in mezzo al mare, solo sabbia senza vegetazione. Il marinaio ci pianta un ombrellone nel mezzo e apre due bei lettini e via con bagni e sole. Piano piano l’alta marea restringerà la striscia di sabbia. Alle 11.30 ci chiamano a bordo dove hanno preparato il pranzo a base di ottimo pesce. Finito di pranzare torniamo al nostro atollo che nel frattempo si è ulteriormente ristretto, ci stendiamo nei lettini ma da lì a poco il mare inghiotte completamente la striscia di sabbia e rimaniamo con l’acqua alle caviglie. Situazione stranissima, è come fossimo stesi nel bel mezzo dell’oceano, praticamente rimaniamo a mollo fino alle 14.30 poi ripartiamo per andare a fare snorkeling. In 30 minuti di navigazione raggiungiamo una riserva marina e ci tuffiamo tra pesci colorati grandi e piccoli, bello spettacolo. Alle 16.00 facciamo rientro al resort, cotti dal sole ma felici della bellissima giornata. Alla sera un’ottima cena con pesce siningan, (918 php).
Sveglia alle 7, valige pronte, colazione buona come al solito con l’assaggio di un dolce tipico e partenza con una barca arrivata da Talibon, perchè il nostro marinaio è impegnato nell’escursione all’atollo con una coppia di turisti arrivati il giorno prima. Arrivati al porto il marinaio ci accompagna dove partono i minivan per Tagbilaran ogni 20 minuti che durante il viaggio si fermano ovunque ci sia richiesta di salire. Il tragitto dura 2 ore e mezza e gli autisti corrono come dei matti. Caricano continuamente anche se il bus è strapieno, arrivando ad avere all’interno anche 20 passeggeri un neonato e una gallina, in un minibus da 12! I nostri bagagli sono, per l’autista, particolarmente ingombranti e quindi paghiamo come fossimo in 4 (390 php). Arriviamo al terminal di Tagbilaran alle 12.00 circa, poi in tuk tuk (70 php) raggiungiamo il porto. Compriamo i biglietti (1400 php) del traghetto per Dumanghete, nell’isola di Negros e lasciamo i bagagli al personale della compagnia, la Ocean Fast Ferries, che provvederà ad imbarcarli (100php + 40 php di tassa portuale). Abbiamo tempo prima della partenza del traghetto e quindi usciamo dal porto per cercare un ristorante per il pranzo. Nel primo pomeriggio giungiamo all’isola di Negros in perfetto orario, al porto prendiamo un tuk tuk (100 php) per il centro di Dumanghete. Ci accordiamo con il drive per portarci a vedere più hotel che avevamo in precedenza visionato su internet, alla fine decidiamo di fermarci al Palwa Hotel, che si trova in posizione molto centrale e su una via trafficata, forse un hotel più adatto a soste per affari ma ha camere pulite e funzionali. Passeggiata serale sul piacevole lungomare e forse, solo per un po’ di nostalgia, ceniamo in una pizzeria “italiana” (1000 php), pizza discreta.
La colazione in hotel non ci accontenta anche perché è scarsa e solo del tipo filippino cioè a base di riso carne o pesce fritto dal sapore poco gradevole, inoltre il personale non è molto cordiale. Alle 9.30, con mezz’ora di ritardo, ci consegnano il motorino prenotato la sera prima (350 php), un po’ malandato e con i caschi inguardabili ma non ci sono alternative! Partiamo diretti al mercato di Malatapay a circa 25 km da Dumanguete. E’ un mercato caratteristico molto grande che termina in una grande aerea per il bestiame dove la compravendita molto animata di animali è in corso. Riprendiamo la strada sotto un sole implacabile e raggiungiamo Tambobo, all’estremo sud dell’isola. Una zona isolata con un bel mare, ma con una piccola spiaggia priva di strutture ricettive. Ci fermiamo per pranzo nell’unico e trasandato resort, con poche cabane e qualche tavolo per mangiare, un menù scarso e poco invitante (525 php), un posto frequentato da giovani hippy occidentali. Riprendiamo il motorino per tornare in hotel, lungo la strada diamo uno sguardo ai vari resort per vedere se ne troviamo uno con una bella spiaggia per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza, ma non troviamo nulla di particolare. Ceniamo in un ristorante giapponese, discreto (850 php).
Dopo colazione, questa volta fatta in un locale vicino all’hotel dove servono pasti all’occidentale, prendiamo di nuovo un motorino in affitto, ma questa volta chiediamo con decisione che ce ne venga fornito uno migliore, compreso i caschi. Il motorino nuovo è buono, ma come è stato per tutte le altre volte, dobbiamo subito fermarci per far gonfiare le gomme. Partiamo in direzione del parco Balinsasayao dove sono segnalati dei laghi da visitare. La strada è in forte salita e il motorino arranca. A un certo punto devo scendere perché in due non si riesce proprio a salire. Ci fermiamo all’entrata del parco dove si paga il biglietto d’ingresso (212 php) poi si continua sempre in salita fino ad un parcheggio, si lascia il mezzo e si prosegue a piedi, scendendo fino al primo lago dove ci sono delle piccole barche da noleggiare.
Il tour del lago con la piccola barca condotta a remi da un filippino è rilassante (250 php), raggiungiamo l’altra sponda e lì risaliamo a piedi un’ altura da dove si vedono i due laghi gemelli. Questo posto è comunque raggiungibile anche a piedi lungo un sentiero che costeggia il lago ma in barca è decisamente più bello. Riprendiamo il motorino e raggiungiamo San Josè e poi Amian, dove ci fermiamo a pranzo (405 php) nel ristorante di un resort nel quale è in corso anche una festa di compleanno di un gruppo di ragazzi filippini. Rientriamo a Dumanguete facendo tappa al porto per controllare gli orari di partenza del traghetto per l’isola di Siquijor, dove abbiamo deciso di trascorrere gli ultimi tre giorni di viaggio, prenotando in un hotel di “lusso” a 75$ a notte. Cena in un ristorante dove servono il famoso maialino cotto alla maniera tipica filippina (180 php).
Colazione in hotel perché siamo in partenza e abbiamo poco tempo, raggiungiamo il porto con un tuk tuk, dove facciamo una lunga fila per fare i biglietti per il traghetto con la compagnia Aleson Shipping Lines (200 php + 50 php di tassa boat), non è possibile comprarli o prenotarli il giorno prima. Partenza con mezz’ora di ritardo ma le due ore di attraversata saranno piacevoli. Arriviamo a Siquijor a mezzogiorno e con un taxi (500 php) raggiungiamo il Gold View Beach Resort, un bel posto, una struttura nuova in parte ancora da terminare, molto grande ma come ospiti ci siamo solo noi e una coppia di spagnoli. Sul posto scopriamo che il Resort è di proprietà di un italiano emigrato in Australia e al momento assente, il quale ha aperto questo hotel lasciandoci la moglie (filippina) a gestirlo. C’è comunque un impronta molto italiana nel mobilio delle camere e nel ristorante e anche in parte nel menù, ovviamente nelle zone comuni si ascolta musica italiana. Il personale è molto cortese e disponibile e la nostra camera è molto bella e ampia, anche la spiaggia è bella e ampia ma non particolarmente attrezzata, il mare è limpidissimo e caldo ma purtroppo molto influenzato dalla bassa marea e quindi poco balneabile, compensiamo con la bella piscina dell’hotel. Siamo in una zona un po’ isolata lontano dal paese quindi pranziamo e ceniamo nel resort, il menù è vario ma non hanno sempre tutto quello che c’è scritto, i piatti sono curati e il cibo è buono, prezzi nella media.
Il secondo giorno al Gold View Beach Resort è dedicato al relax totale tra spiaggia, bagni in piscina e aperitivo in riva al mare godendosi lo spettacolare tramonto!
Terzo giorno al Gold View Beach Resort, sveglia alle 7, dopo una colazione continentale, ottima e abbondante, si va a visitare l’isola in motorino, prenotato presso la reception, un mezzo ottimo e nuovo! Partiamo alla ricerca della spiaggia di Paliton segnalata sulla LP. Imbocchiamo una stradina che porta al mare con tanto di indicazioni e arriviamo in una piccola spiaggia molto carina con un mare limpidissimo. Trascorriamo in questa spiaggia un paio d’ore, poi scopriamo che girato l’angolo, dietro ad una scogliera, ad un centinaio di metri da noi c’è la vera spiaggia di Paliton, grande almeno dieci volte quella dove siamo noi, quindi ci trasferiamo lì! Per pranzo decidiamo di raggiungere il porto di Siquijor dove sono concentrati tanti ristorantini, scegliamo il “Bell View” (1300 php) affollato di gente del posto. Ordiniamo più di quanto possiamo mangiare e tutti piatti tipici, mangiando troppo e bene, la miglior mangiata del viaggio!
Dopo pranzo andiamo a visitare la chiesa più grande di Siquijor, sempre aperta come tutte le chiese delle Filippine. Proseguiamo il viaggio prendendo la strada che taglia l’isola passando dall’entroterra. La strada è in salita e tutto intorno a noi è verde, attraversiamo piccoli paesi dove tutti ti salutano. Quando inizia la discesa ci imbattiamo in un gruppo di ragazzi che gareggiano sulla strada con lo skateboard. Filmiamo tutto e applaudiamo, allo spettacolo inatteso, i ragazzi sono ben felici di esibirsi per noi e alla fine foto ricordo tutti insieme! Prossima tappa le cascate di Cambugahay, sono pubbliche e quindi si paga solo il parcheggio per il motorino (10 php). Per arrivare si scende a piedi una lunga e ripida scalinata in terra e legno. Alla cascata c’è tanta gente, lo spettacolo è bello l’acqua è invitante e merita un bagno. Alle 17.30 rientriamo in hotel per assistere allo splendido e indimenticabile tramonto sorseggiando un aperitivo.
Passiamo la mattinata in piscina, pranzo in hotel poi ci prepariamo alla partenza, il nostro traghetto delle 17.00 è stato anticipato alle 16.20. Alle 14.30 dopo il check out, salutati tutti, raggiungiamo il porto con un tuk tuk (350 php), saliamo sul traghetto veloce della “Oceanjet” e in 50 minuti siamo di nuovo a Dumanguete. Dal porto, con un tuk tuk (60 php) raggiungiamo l’hotel, sempre il Palwa, perchè considerato tutto ha un buono rapporto qualità prezzo. Per cena torniamo a mangiare il famoso maialino (567 php) ma questa volta sapendo già cosa ci aspetta, ordiniamo con più attenzione e assaggiamo il meglio. Dopo cena andiamo in un locale sul lungo mare dove suonano musica dal vivo e passiamo una bella serata tra un drink, stuzzichini e buona musica, seduti ad un tavolo con l’Asia che ci passa davanti.
Oggi si parte per Manila, la mattinata passa tra fare il check in on line, qualche spesa in città e un pranzo veloce in un ristorantino carino. Raggiungiamo l’aeroporto con un tuk tuk (150 php), il terminal domestico è molto casalingo e le procedure d’imbarco sono molto semplificate! Bisogna pagare una tassa aeroportuale di 300 php, l’aereo è sempre della Cebu Pacific Air e partirà con un’ora di ritardo. Arrivati a Manila c’è subito l’impatto con la grande città, caos e taxi regolari introvabili o con attese lunghissime, ci dobbiamo affidare a quelli abusivi che ti chiedono 700 php ma trattando arrivano a 500 php. Alloggiamo sempre al Nichols Airport Hotel, non è nulla di speciale e il personale della reception non è molto simpatico ma è vicino all’aeroporto e ha un buon ristorante panoramico sul tetto. Depositate le valige in camera andiamo subito a cenare (1300 php).
Giornata dedicata alla visita della capitale. Raggiungiamo il centro in taxi (700 php). Manila è una città immensa, andiamo a visitare la fortezza Santiago con il suo eroe José Rizal (150 php). La giornata è caldissima ma continuiamo il tour della città con un’interessante visita del centro storico chiamato “Intramuro” poi visitiamo chiese e musei. Pranziamo da “Mitre” considerato (a ragione) uno dei miglior ristoranti della zona. Nel pomeriggio visitiamo il parco Rizal e la riproduzione delle Filippine in miniatura all’interno di un laghetto artificiale. Ormai allo stremo delle forze per la calura intensa ci rifugiamo in un centro commerciale. Cerchiamo di rientrare in hotel con un taxi ma non è facile perché il traffico è congestionato e i tassisti non ritengono conveniente fare una corsa fino al nostro hotel perché rimarrebbero imbottigliati per troppo tempo e nonostante siano pochi km sono costretti a chiedere cifre alte, fino a 1000 php! Decidiamo di prendere la metropolitana esterna, è una buona scelta, veloce non eccessivamente affollata e con una minima spesa (40 php). La metro ci lascia a circa 1,5 km dall’hotel, distanza che percorriamo facilmente a piedi attraversando un grande mercato di periferia molto interessante, dove facciamo anche compere. Le strade di Manila distanti dal centro vengono generalmente segnalate come pericolose, probabilmente si riferiscono a particolari quartieri, dove siamo stati noi non ci è sembrato di correre particolari pericoli, ovviamente sempre attenti alle borse. Rientriamo in hotel, dove abbiamo ancora a disposizione la camera perché abbiamo pagato un extra per il check out ritardato e prepariamo i bagagli per la partenza! Ceniamo nel solito ma decisamente buon ristorante sul tetto dell’hotel e alle 22.00 lasciamo la camera e raggiungiamo l’aeroporto in taxi (300 php). Si torna a casa!
All’epoca in cui stavamo organizzando il viaggio nelle Filippine, più persone ci avevano consigliato di andare nell’isola di Palawan ritenendo le Visayas una scelta azzardata. In realtà il nostro viaggio è stato molto bello. Da ciò che ci hanno raccontato, certamente il mare di Palawan è più bello, ma il nostro viaggio è stato diverso, molto interessante e coinvolgente. Abbiamo vistato posti bellissimi, dove il turismo non è ancora un business assoluto e il contatto con le persone del posto è genuino, un’esperienza di viaggio da conservare.
Ernesto e Antonella