Lisbona, dolce città di mare

Bisogna viverla per amarla, trasmette continuamente emozioni
Scritto da: Enzo Battaggia
lisbona, dolce città di mare
Partenza il: 07/05/2018
Ritorno il: 12/05/2918
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Quando l’abbiamo vista per la prima volta ci siamo sentiti subito a nostro agio. Sarà stato il fado, questa tipica musica locale che mette vibrazioni nell’animo e che viene diffusa in tanti angoli della città, sarà stata la predisposizione dei suoi abitanti a rispondere con calma ed educazione alle informazioni richieste, sarà stato il leggero vento che verso sera si alzava e che trasportava l’odore della salsedine sino a riempire le nostre narici, insomma, questi elementi e tanti altri ci hanno indotto ad amarla dal primo momento.

1° giorno

Lisbona di notte, vista dall’aereo, tutta illuminata, sembra una città “al caramello”. Strabiliante! Arriviamo al Grande Pensao Alcobia verso le 23,50 situato in Poco do Borratem (vicino a Praca da Figueira) dove, un gentile addetto alla reception ci accoglie in modo cordiale. Al primo impatto, l’hotel a cinque piani, un po’ vetusto in stile art déco, ci lascia perplessi, ma quando entriamo nella stanza assegnataci, rimaniamo soddisfatti nel vederla ultra moderna e funzionale.

Il giorno dopo, la prima attrazione che visitiamo è l’elevador di Santa Justa in zona Baixa dove ci si arriva dal nostro albergo in cinque minuti. Dopo un’attesa di venti minuti, entriamo nell’ascensore di questa struttura ferrosa utilizzando la Lisboa card acquistata nell’ufficio turistico dell’aeroporto. Usciamo dalla torre e rimaniamo estasiati da ciò che vediamo: tutti i tetti di Lisbona, il Castello di Sao Jorge, il fiume Tago e le rovine della chiesa del Carmo con annesso museo archeologico che raggiungiamo passando davanti a un ristorante-caffè. Il museo (1863) conserva numerose opere d’arte recuperate in edifici e conventi abbattuti in passato. I resti delle altissime arcate a semicerchio e delle porte della chiesa del Carmo in stile gotico, distrutta da un terremoto nel 1755, sono di una bellezza sorprendente.

Lasciamo questo luogo e ci inoltriamo verso Rua Augusta. Al centro della via diventata zona pedonale, notiamo tanti eleganti negozi e numerosi ristoranti con i loro tavolini posti al centro della stessa, dove i camerieri cercano di attrarre presso il loro locale più clienti possibili mostrando con veemenza i vari menù. Alla fine della via passiamo sotto il portale finemente decorato ed ecco la più grande piazza di Lisbona: Placa do Commercio. Ai suoi lati raffinati palazzi di colore giallo che ricordano, come struttura, le procuratie di Piazza San Marco di Venezia.

Dopo essere stati perquisiti (giustamente) per entrare per motivi di sicurezza (si teneva un evento parallelo all’Eurovision song contest) abbiamo pensato di fare un giro veloce e una volta usciti, arriviamo al terminal fluvial de Ceis do Sodre e qui prendiamo il traghetto che attraversa il fiume Tago e arriva sulla sponda di Cacilhas dopo quindici minuti (quartiere Alameda). Un bus ci aspetta e ci porta all’entrata del parco, dove è situata la statua del Cristo Rei. Simile a quella di Rio de Janeiro sembra dominare con i suoi 28 metri altezza e situata su una base di 75 metri tutta la città che si trova di fronte. Imponente, maestosa. Prima di salire nell’ascensore, notiamo le quattordici cappelle della via Crucis, dove il senso della religiosità si percepisce in ogni angolo del percorso. Una volta arrivati sulla sommità, notiamo, per merito della limpida giornata soleggiata anche se ventosa, il ponte del 25 aprile e quasi tutti i quartieri di Lisbona. Panorama impareggiabile.

Ritornati vicino a Praca di Commercio, ci fermiamo a pranzare (ormai erano le 15,30) in uno dei tanti locali della zona e precisamente (senza farlo apposta) al “Non solo Italia”. Locale con i posti a sedere all’esterno da cui si gode la bellezza di una parte del fiume e della piazza in tutta la sua vastità.

La sera non possiamo fare a meno di assaggiare il famoso bacalao con patate che, a nostro parere, quello cucinato all’italiana è più appetibile.

II° giorno

Con l’autobus arriviamo a Belem. Subito ci appare il Monastero dos Jeronimos dove una fila inverosimile di persone attende d’entrare. Decidiamo di metterci in coda più tardi e, nel frattempo, arriviamo davanti ala Torre di Belém, patrimonio dell’umanità come dichiarato dall’Unesco. Inizio costruzione di questa fortezza a difesa della popolazione nel 1515, a tre piani e in ognuno ci sono torrette, logge e arcate da cui si ammira un bel panorama. Passiamo davanti al Padrao dos Descobrimentos di recente costruzione (1960) a forma di caravella, dedicato a tutte le persone che partirono alla ricerca di nuove terre. Al suo interno un ascensore conduce su un belvedere ed anche qui, il panorama è stupendo. Ci mettiamo in fila per entrare al Monastero dos Jeronimos e dopo un’ora e mezza abbondante, eccoci all’interno di questo monumento molto rappresentativo per Lisbona (anche questo dichiarato patrimonio dell’Umanità) in stile gotico-rinascimentale, il cui interno è a una sola navata con diverse cappelle, mentre il chiostro con arcate decorate e giardino impeccabile, sono di una bellezza unica. All’interno del monastero si trovano le tombe del navigatore Vasco da Gama e del maggiore scrittore poeta portoghese Fernando Pessoa. Il pomeriggio lo dedichiamo a visitare il Jardin Botanico Tropical situato a pochi passi dal Monastero di Jeronimos. Interessante vedere molteplici tipi di piante esotiche e fiori dai mille colori.

III° giorno

Giornata dedicata a Sintra-Cabo de Roca e Cascais. Dalla stazione Rossio prendiamo il treno per Sintra. Dopo circa un’ora si arriva al centro della cittadina. Prendiamo il bus per arrivare al Palacio de Pena e, circa cinquecento metri prima del palazzo, l’autista ci lascia al capolinea. In lontananza si vede qualche guglia di questo palazzo e allora, decidiamo di salire a piedi, anche se si può usufruire del servizio di bus navetta. Dopo aver percorso due facili tornanti con il bosco da entrambi i lati, lo vediamo spuntare. Più che a Disney come ci raccontavano, ci sembra di essere davanti ad un palazzo arabo, da com’è riccamente decorato. E’ dipinto di verde, giallo, azzurro, blu, rosso… con le cupole dorate e le torrette merlate. Questa era la residenza estiva del re del Portogallo, Don Ferdinando II e l’interno, molto sontuoso, ha stanze anche con mobili e suppellettili indiani, arabi, cinesi. Pavimenti esterni ricoperti dalle azulejos, piastrelle dal tipico colore blu e bianche. All’esterno l’esteso parco con piante e alberi secolari di ogni specie, è meritevole di una visita.

Ritorno a Sintra centro e nuovo bus per Cascais. Percorso abbastanza lungo su una strada tortuosa con deviazione a Cabo de Roca. Per arrivare in questo luogo si attraversano basse colline quasi senza alberi ma ricoperte di fiori. E’ il punto più occidentale d’Europa ed anche il più spettacolare. Luogo battuto dal vento con coste rocciose a picco sul mare. Il faro è uno dei pochi punti di riferimento di questo luogo e il vento, che immancabilmente si fa sentire forte, ci entra nel corpo sebbene siamo muniti di giacche a vento. Cascais ci sembra una cittadina balneare come le nostre e quindi, dopo un breve giro decidiamo di far ritorno a Lisbona con il treno.

IV° giorno

Finalmente prendiamo il tram 28 dal colore giallo e bianco (anche se nei giorni precedenti eravamo saliti su altri simili). Anche qui ci sono tante persone in fila per salire. L’interno della carrozza è quello dei primi anni del ‘900 con i sedili di legno e le maniglie in ferro. Lo stridere delle ruote della carrozze sui binari è un rumore che rimane impresso. A tratti le rotaie sembrano finire dentro le case situate lungo la via talmente sono vicine alle mura. Esperienza che senz’altro ricorderemo. Scendiamo in prossimità del Castello do Sao Jorge situato sul colle (Lisbona è fondata su sette colli e forse anche qualcuno di più) più alto della città. Il giro delle mura merlate e dei suoi viali alberati è molto affascinante perché si assapora il panorama da un altro punto di vista, in pratica si spazia su tutta la capitale. Molto emozionante è vedere questa fortezza di sera quando le luci che la illuminano cambiano colore (dal rosso al giallo). Lì vicino visitiamo la Sé Patriacal (inizio XIII secolo) cattedrale in stile romanico con due torri poste ai lati e rosone centrale nel cui interno si trova il tesoro formato da numerosi oggetti di arte sacra.

Usciamo e ci concediamo un caffè in un chiosco posizionato in maniera incantevole in prossimità del Miradouro de Santa Luzia. La vista si ferma sull’oceano che si vede di laà di un terrazzo con il muretto di cinta ricoperto di azulejos. Più tardi effettuiamo una breve visita alla Chiesa di Sant’Antonio da Padova. Infatti, il Santo era originario di Lisbona e questo edificio di culto a lui dedicato, sembra sia sorto sui resti della sua casa natale. Sull’altare maggiore una statua lignea lo rappresenta.

Dopo un pranzo con il piatto principale di sarde ai ferri, pensiamo di salire sul bus turistico a due piani da cui, con audio guida in italiano, riusciamo ad ammirare e apprezzare ancora una volta, tutte le meraviglie di questa città. Sono quasi le diciassette, ora ideale per un tè. Scorgiamo in Rua Augusta una caratteristica pasticceria e una volta entrati, ordiniamo oltre la calda bevanda, anche le pasteis de nata che gustiamo per l’ultima volta seduti su un comodo divano al piano superiore del locale.

Il giorno dopo partenza di buon’ora per l’aeroporto con un po’ di tristezza, ma con tanta soddisfazione nell’aver visitato una splendida città per niente malinconica, ma viva.

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