Vilnius, la perla del Baltico
Siamo, nonno e nipote, alla scoperta delle terre dell’ambra da alcuni giorni e, dopo aver visitato Tallinn e Riga, ci attende Vilnius, la ‘perla del baltico’. Ma, prima di arrivare in città, un temporale accompagna i sinistri racconti durante il passaggio dalla Lettonia in Lituania e crea un cupo orizzonte in vista della Collina delle Croci, a Siauliai, una piccola altura sulla quale si trovano migliaia di croci di ogni forma e dimensione lasciate dai pellegrini, ma anche da moltissime coppie appena sposate che raggiungono la collina dopo la cerimonia nuziale, secondo una tradizione popolare tramandata per secoli. Croci preziose o povere, di legno o di metallo, lineari o con elaborati lavori di intaglio, capolavori dell’arte popolare della Lituania. Tra di esse anche i tradizionali koplytstulpis lituani, statue racchiuse in nicchie di legno e sculture raffiguranti il Cristo Addolorato. La Collina delle Croci fu visitata nel 1993 da papa Giovanni Paolo II e il crocefisso da lui donato fu posto ai piedi della collina. Lasciamo, non privi di emozione, questo luogo simbolo dell’identità nazionale lituana e raggiungiamo a Vilnius l’accogliente hotel Radisson Blu Lietuva, con una bella vista sulla città.
Vilnius fu fondata nel 1320. Una cinta di mura, un fossato e una torre sulla Collina di Gediminas nei secoli XIV e XV vanificarono gli assalti dell’Ordine Teutonico e nel secolo successivo fu eretta un’altra cinta muraria difensiva, lunga oltre due chilometri, con nove porte e tre torri, contro le incursioni delle tribù dei Tatari. In seguito alla conversione della Lituania al cattolicesimo, furono edificate a Vilnius numerose chiese che tuttora caratterizzano il centro storico. Alla fine del XVI secolo Vilnius figurava tra le città più grandi dell’Europa orientale. Dopo l’occupazione della Germania, l’annessione alla Polonia, una seconda occupazione tedesca, le tragiche vicende legate al secondo conflitto mondiale, la conquista della città da parte dell’Armata Rossa e l’annessione all’Unione Sovietica, alla fine degli anni ’80 Vilnius fu al centro delle iniziative che portarono all’indipendenza dall’URSS.
La città, riconosciuta capitale europea della cultura nel 2009, si può visitare a piedi partendo dalla Piazza della Cattedrale di San Stanislao (1779-1783) e il suo campanile, alto 57 metri, al cui interno è allestita una mostra di antiche campane. La maggiore attrazione della cattedrale è la secentesca Cappella di San Casimiro, sormontata da una cupola barocca e ornata da marmi policromi e affreschi raffiguranti la vita del santo. Alle spalle della piazza sorge la Collina di Gediminas, dominata dalla torre di mattoni rossi risalente al XIII secolo, che si può raggiungere risalendo una scalinata che inizia dietro alla cattedrale, oppure con la funicolare. Proseguendo si raggiunge il centro storico, sviluppatosi tra il XV e XVI secolo, il più grande e meglio conservato centro barocco dell’Europa orientale e centrale, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Lungo l’acciottolata Via del Castello (Pilies gatvé) che collega la piazza della cattedrale al centro storico, sorgono negozi, bancarelle di souvenir, caffè e s’incontrano artisti di strada. Nelle vicinanze l’Università di Vilnius, fondata nel 1579, che vanta 23.000 studenti e la biblioteca più antica della Lituania, con oltre cinque milioni di volumi.
La Porta dell’Aurora (1503-1522), l’unica rimasta delle nove antiche porte murarie, ospita la cappella della Madonna Nera, con un dipinto miracoloso conosciuto come Madonna della Porta dell’Aurora, risalente pare al XVII secolo, mèta di pellegrinaggio dell’Europa orientale. Dopo la seconda guerra mondiale, il culto della Madonna della Porta dell’Aurora si diffuse nelle comunità lituane e polacche di tutto il mondo e trova seguito nei santuari mariani in Europa e nelle Americhe.
Notevoli le chiese dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Apostolo (1387) e quella dei Santi Pietro e Paolo, il Palazzo Presidenziale in stile neo classico russo, dove soggiornò Napoleone durante l’avanzata verso Mosca. Ma quella che è ritenuta la più bella chiesa di Vilnius, è la chiesa gotica di Sant’Anna (1495-1500), in mattoni rossi di diversi tipi, accanto all’imponente chiesa e monastero di San Bernardino. Pare, secondo una leggenda, che l’imperatore Napoleone, dopo aver ammirato la chiesa durante la campagna di Russia nel 1812, avesse espresso il desiderio di portarla con lui a Parigi “sul palmo della sua mano”.
A una trentina di chilometri da Vilnius, sorprendente la visita al Castello di Trakai, in posizione molto scenografica, su un’isola del lago Galvé, accuratamente restaurato, risalente al XIV secolo. Il castello, all’epoca di rilevante importanza strategica, durante il dominio di Sigismondo II Augusto, nel XVI secolo, fu utilizzato come residenza reale per un breve periodo e poi come prigione. Il castello è collegato alla riva da un ponte pedonale e un fossato separa il cortile dalla torre principale. Alcuni saloni ospitano il Museo Storico di Trakai. Nel periodo estivo l’ampio cortile del castello ospita concerti e spettacoli teatrali.
Il mattino seguente raggiungiamo il centro di Vilnius e, mentre il gruppo di disperde a negozi per acquistare gli ultimi souvenir, nonno e nipote ci guardiamo negli occhi e decidiamo di salire la collina di Gediminas. La teleferica non è ancora in funzione e quindi ci inerpichiamo a piedi lungo la scalinata rocciosa. Il castello si trova in posizione dominante alla confluenza dei fiumi Neris e Vilnia, costruito all’inizio del XV secolo dal granduca Vitoldo. Le sue mura furono danneggiate durante l’occupazione russa (1655-61) e restaurate nel 1930. Dall’alto della torre, che ospita il museo del castello, con esposizione di armature dal secolo XVI al XVIII e plastici che riproducono il castello nei secoli scorsi, si può ammirare l’intera città. Sulla torre, uno dei simboli della città e del Paese, quando nel 1919 la Lituania riacquisto l’indipendenza, sventolò per la prima volta la bandiera nazionale.
Prima del rientro in aereo, una rilassante passeggiata per le viuzze di Vilnius e tra i fioriti parchi che costeggiano il fiume di questa vivace città molto ospitale.