Norvegia, non solo fiordi
Indice dei contenuti
Norvegia meridionale. Abbiamo percorso molti chilometri, ma non sono pesati per niente, perché mentre in altre gite spostarsi in auto è solo la necessita di trasferirsi tra un posto ed un altro, qui invece è di per sé la gita stessa.
Quella che sta per iniziare è la mia gita per eccellenza, in tutti i sensi. Lo è intanto perché da me fortemente desiderata e poi messa da parte per due anni consecutivi scavalcata da altre scelte prepotentemente fatte da altri in famiglia, ma di buon grado accettate. Il fatto di avere avuto tanto tempo per organizzarla mi ha permesso di prepararla molto accuratamente con ogni dettaglio al suo posto, cosa che per questo genere di gita è fondamentale.
Parto però con una grande incognita, la Norvegia, che cosi tanto entusiasma me, avrebbe avuto lo stesso fascino anche per le mie compagne di viaggio, mia moglie Giusy e mia figlia Irene cosi dubbiose e scettiche su questa destinazione?Riusciranno a sopportare i tanti chilometri da fare i continui spostamenti, il tempo inclemente, le basse temperature e il tutto per ben 11 giorni complessivi di gita?
Lunedì, 24 Luglio 2017
Arrivare in Norvegia non è stato semplice. Alla fine la soluzione migliore, nel senso di più economica è stata quella di prendere all’andata un volo Ryan da Catania per Berlino alle 14, e da qui proseguire con un volo Norwegian per Oslo, molto meno costosi del diretto Norwegian da Catania.Per il ritorno al contrario non ci saranno problemi, per il prezzo conveniente del diretto Oslo Catania della Norwegian.
Oggi l’intera giornata sarà piuttosto pesante tra viaggio in auto, aerei e aeroporti, quindi per il pranzo e la cena ci organizzeremo con dei preziosi bocconcini portati da casa cui si aggiungerà qualcosa acquistata in aeroporto. Abbiamo una certa fretta di imbarcarci e lasciare una Sicilia letteralmente infuocata con temperature vicine ai quaranta. Sarà l’inizio di un’estate molto calda da cui per fortuna per una decina di giorni staremo lontani, ma che ritroveremo al ritorno.
Volo molto tranquillo per Berlino Shonefeld, a parte la durata di quasi tre ore. E’ un aeroporto che conosciamo bene, per esserci stati appena un anno fa. Qui trascorreremo un paio di ore abbondanti tra i vari negozi e consumando in qualche modo la nostra cena.Saliamo a bordo per la prima volta in un aereo Norwegian che, in effetti, si presenta un po’ più moderno ed elegante degli identici modelli targati Ryan.
Partenza alle venti, questa volta il volo è molto più breve e poco prima delle ventidue atterriamo all’aeroporto di Oslo Gardemon che poi è quello principale, vicinissimo alla capitale. Al contrario l’altro aeroporto utilizzato da Ryan è ben più distante e scomodo, anche per questo non abbiamo scelto i voli Ryanair.
Arrivati a Oslo, andiamo alla ricerca delle macchinette automatiche arancioni per i biglietti del Flytojet il veloce treno che in appena 20m porta alla Stazione Centrale di Oslo. Sarà il primo pagamento in terra di Norvegia che eseguiremo con carta di credito, ma ci accorgeremo ben presto che qui è il pagamento elettronico è di gran lunga il sistema di pagamento più usato, tanto che durante tutta la gita avremo modo di maneggiare ben poca moneta.
Acquistati i biglietti per il costoso Flytojet (48€ complessivi), lo prendiamo dopo brevissima attesa poiché partono ogni venti minuti, saremo a Oslo intorno alle ventitré che qui significa che il sole è tramontato non da molto e c’è quindi ancora un po’ di luce naturale. Prima di uscire dalla stazione entriamo in un supermarket ancora aperto per qualcosa da mangiare, l’impatto non sarà da questo punto di vista dei migliori, ma di questo parleremo in seguito.Usciti dalla stazione, ci ritroviamo nella grande piazza antistante, siamo stanchi e ansiosi di recarci in albergo perciò andiamo subito a prendere un taxi che ci porta al PS Hotel.
Curiosamente una volta scesi dal taxi avremo difficoltà a trovarlo nella piccola piazzetta pedonale oramai deserta. In effetti, non era presente nessuna insegna ma solo una vetrofania poco visibile.Abbiamo subito avuto l’impressione di essere in una buona struttura, ma ci sarà tempo per giudicarlo intanto una bella dormita dopo questa intensa giornata di trasferimento è quello che ci vuole.
Martedì, 25 Luglio 2017
Le alte temperature lasciate in Sicilia sono oramai lontane, a Oslo il tempo ci regalerà le migliori giornate. Oggi, infatti, splende il sole e la temperatura è perfetta per girare la città, ventidue gradi circa.
Colazione inclusa nel grazioso PS Hotel scelto per le ottime recensioni e per l’eccellente posizione, anche se per raggiungere il centro storico bisogna affidarsi ai mezzi pubblici.L’impatto con la colazione norvegese non è stato dei migliori come ci aspettavamo del resto.Confortevole e animato il locale per la colazione, ma decisamente povero di cibi dolci, al contrario invece abbondante di salato e molta frutta. Non che non c’è lo aspettassimo, ma è stata dura trovare qualcosa di nostro gusto, alla fine bisognava pur mangiare.
Usciti alla scoperta di Oslo, ci rechiamo in un vicino 7Eleven diffusissimi a Oslo, dove facciamo tre biglietti per il trasporto pubblico validi ventiquattro ore che copriranno l’intero soggiorno a Oslo (29€).
Preso il tram dodici, scendiamo nelle vicinanze di Christiania Tor una piazza di stampo medievale che si fa notare per una strana fontana con un’enorme mano che indica il punto esatto dove nacque la città di Christiania che è l’originario nome di Oslo.Dopo una breve passeggiata entriamo nella fortezza di Akershus risalente al 1300 in posizione leggermente rialzata rispetto alla città e a ridosso del mare. Ci limitiamo alla sola visita degli esterni, che sono poi le parti più interessanti, intervallati da bellissimi prati. Stiamo a lungo seduti su una panchina in un angolo incantevole del parco, ammirando un cane che gioca con la palla con la padroncina, con tanto di bagno del cane nel laghetto presente.
Dalla parte del mare il panorama è fantastico, anche per la giornata cosi limpida e con un cielo azzurrissimo, inoltre il tutto è reso ancor più spettacolare dalla presenza di una nave da crociera la Koningsdam della Holland American Line proprio adiacente alla fortezza, quindi vicinissima e con i ponti più alti praticamente alla nostra altezza. So già che la rincontreremo più in là nel nostro viaggio insieme a tante altre.Ridiscesi da questo grande complesso, giungiamo al vicino municipio, un edificio moderno completato nel 1950, famoso perché nella grande hall ricca di affreschi è consegnato ogni anno a Dicembre il premio Nobel per la pace.
Nella piazza antistante al municipio entriamo nei primi negozi di souvenir, dove vediamo un incredibile assortimento di troll, che del resto ci accompagneranno per tutta la gita. Risalendo verso il vero centro della citta raggiungiamo la via più famosa e affollata di turisti, Karl Joans Gate un lungo viale, dove si trova la maggior parte degli edifici storici della città.
Passeggeremo un bel po’ lungo questa via limitandoci a osservare dall’esterno alcuni edifici di un certo interesse come il Sortinget ovvero il Parlamento, il Teatro Nazionale, la Cattedrale dove pure entreremo, ma non è niente di particolare. La Galleria Nazionale è un museo di una certa rilevanza, famoso perché contiene il celeberrimo urlo di Munch, ma per il poco tempo a disposizione non era stato messo in programma. Karl Joans Gate ha inizio dalla piazza antistante alla stazione centrale e termina dopo una grande scalinata con il Palazzo Reale che ci limiteremo ad osservare da lontano.
Si è fatto tardi decidiamo di mangiare qualcosa di veloce, cosi entriamo da Deli de Luca catena di fast food norvegese presente un po’ ovunque e dove faremo il nostro primo pranzo tutto sommato abbastanza buono e cominceremo a prendere confidenza con i salatissimi conti norvegesi. All’interno faremo il nostro primo bancomat, ne seguirà soltanto un secondo, proprio perché come detto in Norvegia la moneta non si usa più.
Prima di rientrare in hotel, visita all’Hard Rock non paragonabile ad altri visti in passato, ma comunque di buon livello.Nelle vicinanze dell’hotel altre foto su una rilassante e verdissima collinetta, dove in tanti si godono il sole, davvero prezioso a queste latitudini.
Dopo il riposino intorno alle cinque usciamo, questa volta il tram ci porta dopo un lungo giro davanti all’ingresso del parco Vigeland che merita assolutamente di essere visitato.Lo attraverseremo lungo il viale principale tra grandi alberi, prati e aiuole il tutto ovviamente perfettamente curato e pulito. Il sole, che a queste latitudini si mantiene costantemente basso, illumina il parco in maniera perfetta per fare delle foto. Un grande ponte in granito è delimitato ai lati da ben cinquantotto sculture di bronzo, appunto di Vigeland. Poi si prosegue con una grande fontana, quindi salendo ancora, si raggiunge la terrazza del monolite e infine si arriva in cima su una terrazza con splendida vista su tutto il parco. Sono centinaia le statue del Vigeland disseminate lungo il percorso, frutto del lavoro di tanti anni da parte dello scultore norvegese.
Passeremo un paio di ore in questa splendida oasi di pace nel cuore della città, tra tanti turisti, ma anche tanti norvegesi. Riprendiamo il tram che ci riporta verso il centro nella vicinanza del Municipio già visitato. Ci troviamo esattamente ad Aker Brygge, quartiere modernissimo di Oslo recentemente realizzato su una vecchia zona degradata del porto. Oggi si presenta come la zona più raffinata ed elegante della citta che durante la serata diventa il centro della movida di Oslo ricca com’è di locali e pub.
Sono ormai le otto e la zona, in effetti, è già affollata con tanta gente già seduta nei locali a mangiare.Capiamo subito che non sono posti tanto adatti per le nostre tasche, ma almeno uno me lo ero segnato Peppes Pizza catena norvegese dai prezzi si fa per dire accessibili, dove mangeremo tutto sommato abbastanza bene. Prima di rientrare ci resta ancora da vedere l’ultima grande attrazione di Oslo l’Opera House realizzato nel 2007.
L’enorme tetto dell’edificio è nello stesso tempo una grande piazza che si tuffa letteralmente sul fiordo e con una splendida vista panoramica su Oslo. Buona parte della costruzione è coperta da Marmo bianco proveniente da Carrara. Anche se lo visiteremo solo nella parte esterna, si riesce a osservare tramite enormi vetrate la hall d’ingresso anche questa molto raffinata. E’ un colpo d’occhio divenuta ormai una delle icone più rappresentative della città, anche questo a testimonianza del livello di cultura e di benessere raggiunto da queste parti, non so quante altre città in Europa si sarebbero potuti permettere un teatro di tali dimensioni forse solo le grandi capitali, qui stiamo parlando di una capitale di appena seicentomila abitanti.
Sono le 22:30 eppure siamo appena al tramonto, l’aria si è fatta più fresca viene voglia di passare tanto tempo qui in assoluta serenità insieme a tanti altri turisti aspettando che faccia buio, ma per questo bisognerebbe aspettare fino all’una, non fa per noi. Si va a letto, oggi il programma è stato svolto in maniera impeccabile, tutto perfetto, buonanotte.
Mercoledì, 26 Luglio 2017
Oggi sarà una lunga giornata di trasferimento da passare buona parte in macchina, ma che ci darà un primo assaggio della vera Norvegia ben diversa da quella metropolitana conosciuta ieri ad Oslo.
Scendiamo per la colazione, sarà stata la fame ma tentiamo di spingerci in territori a noi sconosciuti, ovvero assaggiare qualcosa che mai avremmo pensato di mangiare a colazione, ma che qui come in tanti altre nazioni e normalissimo, dico solo che alla fine dei wurstel e delle uova andranno a finire nei nostri piatti.
Lasciato l’albergo con il solito tram raggiungiamo la stazione centrale e da qui prendiamo il Flytojet ) che rapidamente ci porta in aeroporto. Alle 11 ritiriamo la nostra auto all’Hertz tutto sommato senza grandi problemi di lingua. Ritiriamo ’auto già prenotata in anticipo indispensabile per il tipo di gita che ci accingiamo a fare. Lasciamo l’aeroporto ed iniziamo un lungo percorso di 400km verso Nord e la destinazione di oggi Odda. Tutti questi km in Italia si potrebbero fare in meno di quattro ore ma di certo non in Norvegia. Qui i limiti rispettati da tutti sono molto ristretti, praticamente lungo tutta la gita non ci capiterà mai di poter superare i 100 se non l’ultimo giorno in alcuni tratti tra Lillehammer e Oslo dove e presente una manciata di km di autostrada. Tutta un’altra concezione di guida.
Tutto questo ovviamente si ripercuote sui tempi di trasferimento che devono essere considerati in maniera corretta in fase di programmazione del viaggio.Aiutati dal bel navigatore presente nell’auto proseguiamo speditamente, si fa per dire, lungo la prima parte del tracciato dove del resto non c’è molto da vedere.
Prima sosta dopo un paio di ore a Fla, ma solo per mangiare. Qui è presente un prezioso Mc Donald lungo la strada principale accanto ad un centro commerciale. Proprio per questo la zona è piuttosto movimentata. Finalmente un po’ di cibo commestibile o per lo meno a noi familiare, non sarà cosi per i prezzi non paragonabili a quelli italiani. Il nostro viaggio verso Nord prosegue fino a raggiungere verso le 16 l’altopiano di Hardangervidda a circa 1000 m di altitudine, il più grande altopiano d’Europa e dove vive la più grande colonia di renne del continente che però difficilmente si incontrano. Il paesaggio ora è completamente diverso totalmente privo di alberi e di vegetazione, un territorio immenso dove non si scorge ne una casa ne qualsiasi altro segnale di colonizzazione dell’uomo, unica eccezione la strada. Quanto di più selvaggio e naturale ci possa essere. La temperatura è scesa parecchio saremo sotto i 10 gradi e a testimonianza di ciò la presenza di macchie più o meno estese di neve bianchissima.
Il cielo che si è oramai coperto e minaccia pioggia, rende l’ambiente ancora più estremo e cosi lontano dalla nostra estate. Di tanto in tanto ci fermiamo per delle foto specie davanti a delle grandi chiazze di neve o in riva ad un laghetto in particolare sull’Orteren dove facciamo conoscenza con i tipici mucchietti di sassi messi uno sopra l’altro a piramide, c’è né sono tantissimi lasciati dai visitatori e li troveremo dappertutto, anche noi faremo il nostro.
Percorreremo per più di un’ora l’altopiano su una strada stretta, sinuosa e che dolcemente asseconda le variazioni del rilievo del territorio, come ad adagiarsi. Intorno le 17:30 giungiamo in perfetto orario alla seconda attrazione della giornata, la prima di una lunghissima serie di cascate grande e piccole che avremo modo di vedere in Norvegia.
Voringfossen è una delle più famose e tra le più alte con i suoi 145mt di sbalzo. La si può osservare da due punti, il primo dove ci recheremo e dal parcheggio dell’ Hotel Fossli qui un bel sentiero apposito permette di osservare la cascata in maniera molto ravvicinata. I norvegesi stanno cercando di sfruttare al meglio queste loro attrazioni naturali e fanno di tutto per renderli più facilmente fruibili per il turista. Qui ad esempio una serie di passerelle e scalette varie permettono di raggiungere diversi punti di osservazione. Pochi km e ci spostiamo dall’altro versante dove si ha una visione frontale della cascata. Un terzo sentiero scende fino al torrente in basso ma è decisamente impervio e non fa certo per noi, ma da li la visione deve essere ancor più spettacolare.
Sono già passate le sei e mezza quando lasciamo le cascate di Voringfossen e abbiamo ancora parecchia strada da fare. Stiamo percorrendo la strada nr 7 che prosegue ancora su continui saliscendi e curve, particolarmente bizzarra una galleria che sale a spirale poco prima di arrivare ad Edfjord.
Ora la strada prosegue costeggiando il fiordo, l’Hardangerfjord, il paesaggio cambia vistosamente. Pur non essendo una bella giornata di sole il panorama è incantevole, con le alte montagne che circondano il fiordo a tratti a strapiombo, si riflettono sull’acqua come in un specchio. E’ il nostro primo incontro con un vero fiordo norvegese è non poteva essere più bello.
Percorreremo per intero il ramo del fiordo che da Edfjord si conclude ad Odda dove si trova la nostra dimora per la sera. Vi giungeremo intorno alle 21. Ora piove intensamente, attraversiamo il paese ormai già deserto e arriviamo alla casa senza grandi difficoltà.Siamo molto stanchi per i tanti chilometri fatti, ma dobbiamo pensare al mangiare, cosi approfittando di un grande supermercato Rema 1000, molto comune e conveniente in Norvegia compreremo qualcosa, tanto che riusciremo ad organizzarci una cenetta italo-norvegese, un accozzaglia di cibo piuttosto discutibile.
Giovedì, 27 Luglio 2017
Oggi i km previsti sono solo la meta rispetto a ieri, ma comunque buona parte della giornata si svolgerà ancora in auto. Sveglia piuttosto presto non abbiamo granché per la colazione speriamo di trovare qualcosa nel supermercato visitato ieri, cosa che si rivelerà una buona scelta perché all’interno scopriamo esserci un bar dove potremo fare la nostra colazione devo dire anche discretamente bene. Ci organizziamo anche per il pranzo a sacco visto che giungeremo a Bergen solo nel pomeriggio.
Nel parcheggio faremo delle foto, siamo esattamente nel punto in cui termina il ramo dell’Hardangerfjord appunto ad Odda e malgrado il cielo coperto il paesaggio è magnifico.Sotto una leggera pioggerellina raggiungiamo in direzione Sud la cascata di Latefossen una delle più note e sicuramente più accessibile visto che è proprio adiacente la strada. Si osserva quindi dal basso, l’acqua scende impetuosa passando poi sotto il ponte della strada che passa vicinissima tanto che è costantemente bagnata dagli spruzzi d’acqua portati dal vento, dall’altra parte della strada invece scorre il torrente dove la cascata termina la sua corsa.
Ritorniamo verso Odda e poi ancora fino quasi ad Edfjord sulla stessa strada fatta ieri. Sbucando fuori da una galleria ci ritroviamo sull’ Hardangerbrua un fantastico ponte sospeso tra le due pareti del fiordo. Di realizzazione recente è lungo 1370m è il 12° nel mondo per lunghezza e cosi come inizia con una galleria, termina in un’ altro lungo tunnel dove addirittura troveremo una rotonda al suo interno, stranezze delle strade norvegesi.
Facciamo una breve deviazione per raggiungere la cascata numero tre del nostro tour, le Skjervsfossen, che si possono vedere prima dal basso, dalla strada stessa, e poi dopo una serie di tornati dall’alto, prendendo un breve sentiero a piedi. Inutile perdere ulteriore tempo per cercare di descrivere anche questa cascata ma non perché siano tutte uguali come qualcuno direbbe, ma perché vanno solamente visitate, solo la presenza in questi posti può restituire emozioni che ovviamente la sola descrizione non può trasmettere. Un particolare curioso che non dimenticheremo è la presenza di un bagno pubblico dal cui wc si ha la possibilità di osservare le cascate che scorrono sotto il pavimento, davvero geniale, il più bel wc publico del mondo!
Riprendiamo la strada principale questa volta tramite una lunga galleria che ci riporta sulla 7. Costeggiamo ancora a lungo il versante settentrionale del fiordo, questo tratto è davvero bello e ci ricorda il lago di Garda. Raggiunta Norheimsund ci fermiamo a un supermercato Spar per comprare qualcosa per completare il nostro pranzo a sacco tra cui delle buonissime baguette.
Superato Norheimsund poco dopo le 14 arriviamo alla nostra quinta cascata, Steinsdalsfossen qui troveremo all’interno del parcheggio delle panchine e tavoli in cemento, un posto ideale per consumare il nostro pranzo. La pioggia intanto si concede una pausa permettendoci di pranzare tranquillamente con quello che eravamo riusciti a recuperare al supermercato.Il posto è parecchio affollato con parecchi camper presenti, e non mancano i negozi di souvenir. La particolarità di questa cascata è data dalla possibilità di passare dietro di essa tramite la solita passerella creata ad hoc. Visibile dalla strada non si può fare a meno di visitarla.
Dopo un’oretta di sosta complessiva ripartiamo, siamo parecchio in ritardo sulla tabella di marcia per questo motivo decido di saltare l’ultima cascata prevista per oggi la Fossenbratte. Acceleriamo il passo si fa per dire visto che più di 60 70 non si può andare ma anche perché ora la strada allontanandosi dal fiordo si fa meno interessante. Alle 16:30 giungiamo a Bergen in effetti con un paio di ore di ritardo sul previsto. Entriamo da nord questo ci permettere di vedere la città dall’alto e di vedere subito il porto dove notiamo una nave da crociera che sta lasciando la città e di nuovo la Koningsdam vista a Oslo.
Finalmente il sole prende il sopravvento dando una bella luce alla città perfetta per le foto, ma questa è una prerogativa della Norvegia dove il sole mantenendosi sempre basso anche a mezzogiorno come se fosse sempre al tramonto le condizioni ideali appunto per fotografare. L’Augustin Hotel prenotato su Booking si trova proprio nei pressi del porto e quindi in pieno centro.Il riposino in albergo sarà questa volta breve in modo da recuperare il ritardo accumulato in precedenza, quindi dopo le sei usciamo per visitare il mercato del pesce.
Anche se le navi da crociera hanno lasciato la città, ci sono ancora molti turisti in giro. Passiamo sotto i tendoni del famoso mercato del pesce pieno di bancarelle che espongono prodotti ittici di ogni genere dall’aspetto decisamente invitante, dal salmone, allo stoccafisso, ai baccalà e ai granchi reali, che poi sono i tipici pesci delle acque norvegesi. Notiamo a malincuore la vendita anche di carne di balena che in seguito ci rifiuteremo di mangiare.
E’ una vera attrattiva turistica che come avevamo letto è gestita in buona parte da ragazzi italiani che tanto per cambiare ci riconoscono subito, molti sono addirittura siciliani.Ovviamente c’è una vera competizione fra di loro per accaparrarsi i preziosi turisti tentandoli con degli assaggini. Per il momento desistiamo anche perché è ancora presto è abbiamo ancora alcune cose da vedere.
Poco oltre il mercato si estende il Molo (Bryggen in norveges e) anseatico, un quartiere medievale fatto di casette in legno coloratissime più volte ricostruite dopo rovinosi incendi l’ultimo nel 1955.La lega anseatica era una associazione tra le grandi citta marinare del Nord Europa che durò parecchi secoli, Bergen era una delle città più importanti.
Qui il tempo sembra essersi fermato tutto è rigorosamente in legno ed è bello passeggiare attraverso gli stretti vicoletti interni di questo quartiere dichiarato patrimonio Unesco. Ritorniamo al mercato per la nostra cena, decidiamo di mangiare qui malgrado molti la considerano la consueta trappola per turisti, con prezzi molto cari e dei piatti prodotti in serie in larga scala.
In realtà abbiamo mangiato benissimo, il pesce erano sicuramente freschissimo e preparato molto bene, insomma siamo rimasti soddisfatti, mi sento di dire che non si può lasciare Bergen senza aver mangiato almeno una volta al mercato, insieme a tantissima gente proveniente da ogni dove e infine dubito che in un ristorante avremmo mangiato molto meglio e probabilmente avremmo pagato di più.
Pagato il pesante conto con cifre a cui noi di certo non siamo abituati raggiungiamo la vicina stazione di partenza della Floibanen (29,30€) la funicolare che permette rapidamente di salire sul monte Floyen che domina Bergen con i suoi 320m .Favorita dalla bellissima giornata, cosa piuttosto rara a Bergen che è considerata la città più piovosa al mondo con i suoi trecento giorni di pioggia all’anno, il panorama è meraviglioso, sulla città, sul frastagliato mare dalle mille insenature e isolette.
Malgrado siano passate le nove il sole seppur basso è ancora lontano dal tramontare, passeremo un’oretta quassù passando il tempo a fotografare tra tantissimi turisti, a tal punto che faremo un po’ di fila per ridiscendere con un po’ di timore visto che erano le ultime corse, dopo saremmo dovuti scendere a piedi.
Passeggeremo ancora un po’ nella zona del porto e del mercato, io nel tentativo di fare delle difficili foto ai gabbiani in volo, altri alla disperata ricerca di un gelato che non troverà e altri ancora alla disperata ricerca di un bagno. Poco dopo le dieci la stanchezza ci fa rientrare, ma come si fa a dormire sotto il sole di mezzanotte.
Venerdì, 28 Luglio 2017
La colazione al Augustin Hotel non poteva essere tanto diversa da quella di Oslo, ora ci fa meno impressione, Giusi mangia se non proprio da norvegese almeno da continentale, Irene invece si rifiuta di adattarsi a queste strane colazioni.
Oggi lasceremo Bergen su cui il giudizio non può che essere positivo, anche se la visita è stata di poche ore, ma comunque sufficienti per vedere le attrazioni più interessanti. Per la verità in mattinata era in programma uscendo dalla città la visita al Gamle Bergen Museum, dove è stato ricostruito un villaggio che riproduce la Bergen del 1800 e del 1900, ma oggi erano in programma tante cose per cui per sicurezza ho preferito tagliare la parte meno interessante.
I kilometri da fare oggi per fortuna non sono tantissimi, circa 160 tutti sulla E16 in buona parte percorsi nella mattinata per raggiungere Voss. L’attrazione principale di questo paesino sono le gole di Bordalsgjelet, la nostra sesta cascata. In realtà è una stretta gola che si attraversa tramite un sentiero a tratti piuttosto scosceso e un tantino pericoloso anche perché reso viscido dalla pioggia che anche oggi si fa notare. Il percorso è piuttosto breve, interessante, ma niente di paragonabile ad altre gole viste in passato con torrenti ben più tumultuosi.
Siamo in compagnia di pochissimi turisti a dimostrazione che questa gola non è indicata e pubblicizzata molto bene, ma a noi non sfugge quasi niente. Pur essendo un piccolo centro notiamo che qui sono presenti tanti supermercati per cui ne approfittiamo per fase delle scorte per oggi visto che saremo tutto il giorno in giro e anche stasera prevedo essere difficoltoso trovare un posto per mangiare. In un supermercato Spar continuiamo a migliorare la nostra cultura sulla strana cucina norvegese, alla fine bene o male qualcosa riusciamo a comprare bisogna pur mangiare.
Proseguiamo il nostro tour, dopo pochi chilometri raggiungiamo la nostra settima cascata, Tvindefossen. Essendo proprio adiacenti alla E16 non si può fare a meno di visitarle, un breve percorso e si ritrova ai piedi della cascata davvero impetuosa e con un altezza di 152m. proprio per la possibilità di vederla cosi da vicino l’apprezzeremo come una delle più belle in assoluto. Irene poi si intestardisce a voler fare una foto mentre spicca un salto con lo sfondo della cascata, perderemo una mezzoretta prima di fare quella giusta.
Riprendiamo il nostro viaggio verso la destinazione finale di oggi, Gudvangen, pochi chilometri ma visto che si è fatto tardi e la fame comincia a farsi sentire, ci fermiamo nei pressi di Vossestrad dove una spiazzo accanto ad un rifornimento fa proprio al caso nostro con tanto di panchine e tavolo.
Quello di mangiare cosi alla buona in stile picnic immersi nella pace e nella natura norvegese sarà uno dei ricordi più belli che ci porteremo dietro. Qui in particolare sotto un pallido sole con il solo rumore dello scorrere di un fiume, mangeremo il cibo pronto comprato a Voss tra cui incredibilmente della buona pasta.
Fatto benzina al rifornimento accanto dopo una ventina di chilometri lasciamo la scorrevole E16 per avviarci sulla vecchia strada la Stalheimskleiva talmente stretta da essere a senso unico. E davvero una strada d’altri tempi piena di tornanti da percorrere in discesa talmente ravvicinati da quasi sovrapporsi l’uno sull’altro, pochi chilometri, ma da percorrere con velocità molto ridotta e spesso in prima, visto le pendenze anche del 18%. E’ il panorama stesso che poi invita a fermarsi nei rari punti dove è possibile, solo cosi potremo osservare da lontano la nostra settima e ultima per oggi cascata la Staleimfossen, in effetti per vederla da vicino bisogna percorrere un sentiero di 900m che non faremo. Oltre a questa per la verità lungo la strada notiamo la presenza di altre cascate minori.
Consiglio comunque di fare questa deviazione sulla vecchia strada perché anche se allunga parecchio i tempi è di per se una attrazione vera e propria.Ripresa la E16 una decina di chilometri ci separano da Gudvangen dove dormiremo oggi, che raggiungiamo intorno le 15 con un po’ di anticipo sulla tabella di marcia.
Gudvangen Camping è il nostro primo campeggio in Norvegia. Non si può dire che sia stato economico ma non dormiremo di certo in tenda viste anche le temperature, ma utilizzeremo le Hyttie casettine in legno molto piccole e diffusissime nei campeggi norvegesi. Molto accoglienti e complete di tutto, mi sento di dire che sono la sistemazione ideale in Norvegia ovviamente per chi non ha troppe pretese, si abbinano molto bene con il tipo di viaggio cosi a contatto con la natura.
Il posto è meraviglioso, il campeggio sempre adiacente alla strada è immerso in una vallata percorsa da un torrente impetuoso e delimitata da alte montagne prive di vegetazione, ma verdissime e disseminate da piccole cascate che sbucano da ogni dove. Davvero un paesaggio da brividi, anche perché nel pomeriggio pioverà un bel po’ e la temperatura è freddina.
Per fortuna il tempo migliora si fa per dire, i nostri impegni per oggi non sono ancora finiti, infatti ci dobbiamo recare alla vicina Flam dove abbiamo un treno prenotato con largo anticipo che ci aspetta per le 18:45. Flam dista da Gudvangen appena 19 chilometri tutti praticamente in galleria, parcheggiamo nel comodo parcheggio della stazione. Giungiamo con un po’ di anticipo tanto che abbiamo il tempo di entrare in un supermercato per organizzarci la cena per stasera in campeggio, anche perché a Gudvangen non c’è assolutamente nulla.
Flam è un villaggio posto al termine di un ramo del famoso Sognafjord, patrimonio Unesco. E un punto di approdo delle grandi navi da crociera, quando arriviamo noi sta salpando la solita Koningsdam che evidentemente sta facendo più o meno lo stesso nostro giro.Inoltre Flam è famosa per una delle attrazioni turistiche norvegesi più famose, la Flamsbana, un percorso di 45 minuti ferroviario lungo 20km che dal livello del mare porta fino ai 865m di altezza di Mistral il tutto con un treno d’epoca con eleganti vagoni in legno. Un percorso tortuoso e tra i più ripidi al mondo senza l’uso di cremagliera. Anche se si passa attraverso diverse gallerie alcune addirittura a spirale, tutto di un tratto si aprono panorami meravigliosi sulle montagne adiacenti tra torrenti e cascate varie in un paesaggio decisamente invernale con le più alte cime innevate. Ad un certo punto il treno sosta nei pressi della nostra ottava cascata la Kjosfossen permettendo ai passeggeri di scendere. Da un rifugio in alto accanto la cascata escono delle danzatrici che sfidando il freddo intrattengono gli spettatori piuttosto sorpresi con un breve balletto.
Io pur sapendolo ho mantenuto il segreto cosi che anche Giusi e Irene sono rimasti increduli davanti a codesta visione. Peccato per il freddo e il vento che sospingeva gli schizzi della cascata verso di noi. Un altro spettacolo involontario ma piuttosto divertente avviene poi all’interno del treno dove una giapponesina seduta accanto a noi sprofonda rovinosamente a terra nel momento di sedersi visto il sedile ribaltabile, cerchiamo di soffocare le nostre risate. Il viaggio termina a Mistral dove arriva anche la linea Oslo Bergen, pochi minuti di sosta e il treno riprende la sua lenta discesa verso Flam, quindi complessivamente l’intero viaggio dura circa 90m. Siamo rimasti assolutamente soddisfatti da questa escursione, anche se il costo è davvero esagerato (130€). Comunque mi sento di consigliarla anche se probabilmente anche sulle nostre Alpi ci sono percorsi ferroviari che non sono certo da meno. Indispensabile prenotare parecchio tempo prima, perché si rischia di non trovare posto soprattutto durante le ore di sosta delle navi.
Ritornati a Flam girovaghiamo per negozi vari ma ci limiteremo a qualche piccolo souvenir. Poco prima delle dieci siamo già di ritorno a Gudvangen dove ci rintaniamo e del resto non possiamo fare altro, nella nostra bella hyttie dove prepariamo la nostra bella cenetta a lume di candela, poi a dormire nella nostra micro stanzetta con letto a castello per tre, incredibile come non si senta freddo all’interno, fuori ci saranno meno di dieci gradi, a luglio, fantastico…intanto da noi in Sicilia boccheggiano con 40 gradi.
Sabato, 29 Luglio 2017
Si è dormito davvero bene negli hyttie, nel silenzio più assoluto, sono cosi bene isolati che non si sente ne il freddo ne i rumori della vicina strada. Colazione fai da te, ma ormai siamo ben attrezzati per poterla fare come se fossimo a casa. Non piove è questo è già tanto, a tratti spunta il sole.
Il programma di oggi prevede la crociera sul Naeroyfjord (70€), in particolare, raggiunto il porto di Gudvangen dove lasceremo l’auto prendiamo un battello che ci porterà a Flam percorrendo un tratto del fiordo particolarmente bello. L’escursione è stata anch’essa prenotata prima, ma ho preferito scegliere una nuova compagnia difficile da trovare anche su internet, perché questa proponeva prezzi più bassi oltre al fatto che sarebbe stata sicuramente poco affollata. In effetti saremo in pochi sopra al battello a differenza dell’altro ben più affollato.
Partenza alle 9:30 durata un paio di ore scarse, dopo aver ammirato i fiordi dalla terra ferma ora avviene il contrario, inutile che mi ripeta, i paesaggi sono davvero da cartolina. Il cielo a tratti sereno e la presenza del sole insieme alla superficie perfettamente liscia e calma dell’acqua ci da la sensazione di essere in paradiso. Qualcuno ci fa notare la presenza di alcune foche e visto il loro stupore capisco che non è una cosa cosi normale vederle cosi a Sud. Giungiamo a Flam contenti di aver fatto anche noi un breve tratto dei consueti itinerari da crociera, certo con la differenza che noi non abbiamo mangiato a bordo, mentre i crocieristi non fanno altro. Ma tra poco scenderemo a terra e proseguiremo il nostro tour che i crocieristi possono solo sognare.
Sbarcati, notiamo che a Flam c’è parecchio movimento malgrado non ci sia nessuna nave. Il rientro per riprendere l’auto a Gudvangen grazie ad un autobus già prenotato per le 13:20, abbiamo così la possibilità di mangiare tranquillamente. Tra le diverse soluzioni alla fine sceglieremo un camioncino ambulante di cucina thai piuttosto affollato dall’immancabile comitiva giapponese.
Fish and chips, pollo grigliato e un fritto misto di pesce, tutto sommato abbastanza gustoso, poi io e Irene completeremo il pranzo con dei buoni.
Ancora un giretto tra i tanti negozi di souvenir e abbigliamento dove Irene comprerà e indosserà una felpa con la scritta Norway (27€) poi ci sediamo in prima fila sul bus e torniamo a riprendere la nostra Hyunday a Gudvangen. Ripresa l’auto ripassiamo per l’ennesima volta per la lunga e noiosa galleria che ci riporta questa volta solo di passaggio a Flam poi raggiungiamo Aurland dove le opzioni sono due, proseguire sulla E16, che rapidamente porta a Laerdal tramite la galleria stradale più lunga del mondo (ben 27km) di per sé una vera attrazione anche perché illuminata in maniera molto originale. In realtà già in fase di programmazione ho poi scelto anche questa volta la seconda opzione, la vecchia strada la fv 243 lunga 47km facente parte del circuito della strade nazionali turistiche norvegesi. Ovviamente i tempi si allungano ma ne vale assolutamente la pena. La strada stretta e contorta con i soliti tornati dove non si può fare a meno di fermarsi nell’incontrare altre auto nelle piazzole appositamente create. La strada si inerpica sulla montagna, prima sosta per il punto di osservazione di Stegastein, 650mt sopra il fiordo. Qui è stata realizzata una passerella a sbalzo di 30mt che permette di osservare uno degli angoli più belli e fotografati del mondo con la visione della parte del fiordo incastonato nelle montagne, in un tratto che in mattinata avevamo percorso con il battello. Tutto semplicemente fantastico. Non dico altro e proseguiamo su questa strada che continua a salire fino a circa 1300mt. Quindi, ora il paesaggio si fa brullo e tipicamente invernale, ci ricorda l’Hardangervidda. Qui, però, la neve sarà molto più abbondante e questo, per noi che veniamo dalla Sicilia e raramente ci capita di vederla, è una vera festa.
Ci fermeremo più volte per giochicchiare sulla neve, sosta particolare a Vedahaugane dove un breve percorso pedonale porta dentro una galleria con una strana opera d’arte moderna con un orso disteso sopra una massa di rifiuti. La strada poi continua con un lenta discesa lungo la vallata tra torrenti e piccole cascate, in una di esse riempiremo le nostre bottiglie. La strada termina a Laerdal, qui una breve deviazione sul nostro tragitto per raggiungere Borgund e la sua famosa chiesa. E’ la classica chiesa tipica norvegese detta Stavkyrkje, completamente in legno. Ne sono rimaste solo 28 in tutta la nazione. Questa è la meglio conservata, risale addirittura al 1200. Certo è lontana dalla nostra concezione di chiesa e in effetti, oggi è in realtà un museo, ma è indubbiamente molto bella esternamente con l’immancabile cimitero e nella tranquillità del posto. Tra l’altro con pochi turisti fai da te, dà complessivamente una bella immagine. Non entreremo all’interno non tanto per il costoso biglietto, ma perché avevo letto che in effetti dentro non c’è molto da vedere.
Ritornati a Laerdal raggiungiamo Fodnes per il nostro primo traghetto. Ci capiterà spesso di prenderli in genere con una breve attesa, sono indispensabili per attraversare i fiordi e ritrovarsi dall’altra parte in pochi minuti. In genere si paga sul posto, ma in alcuni casi avviene tutto in automatico con addebito sul su carta di credito abbinata alla nostra auto.
Fodnes-Manheller (12,30€) è cosi la nostra prima tratta in traghetto sul fantastico Sognefjord, patrimonio Unesco. Poi raggiungiamo direttamente la nostra casetta per oggi, Lunden Ferie. Si trova lungo la strada principale, facile quindi da trovare. All’arrivo, intorno le diciotto, in realtà la casa è disabitata, non c’è nessuno. Poi in qualche modo ci capiamo al telefono e dopo pochi minuti ci raggiungono. Ci consegnano la nostra sistemazione al secondo piano di una casa in legno posta proprio in riva al Sognefjord in una minuscola penisola con tanto di banchina personale e barca a disposizione, un posto meraviglioso già solo per la posizione, peccato davvero che il tempo sia peggiorato, con il bel tempo chissà mi sarei avventurato anche in barca. Nel frattempo la casa si riempie perché sopraggiungono un gruppetto di orientali. Anche l’interno è piuttosto spazioso, pulito con una bella vista sul fiordo. Unica piccola pecca l’essere in un posto sperduto, ma a breve distanza c’è Sogndal, cittadina di discrete dimensioni, dove c’è tutto per mangiare. È quello che faremo in serata dopo un bel riposo. Ci spostiamo a Sogndal dove mi ero segnato qualche posto dove mangiare. Prima passiamo per un Rema 1000 per le solite scorte alimentari. In Norvegia però non ci riuscirà praticamente mai di poter acquistare delle birre, poiché dopo le otto non è possibile farlo. Da non crederci. Avevamo nostalgia di un bella pizza, ovviamente sapevamo che difficilmente avremmo trovato qualcosa di paragonabile alle nostre, ma volevamo tentare. La città e già completamente deserta e non credo sia per la solita pioggia. Tentiamo da Pizza Bakeren catena di pizzerie norvegesi, ma vediamo che non c’è nessuno, malgrado ciò ci sediamo e visto che dopo diversi minuti non si avvicina nessuno, scappiamo. Continuiamo la nostra ricerca, per la verità la scelta è piuttosto limitata, infine tra i locali da me annotati ci decidiamo per Den Gamle Nabo Sogndal. La scelta sarà azzeccatissima, locale ottimo, dove mangeremo delle ottime pizze in una tranquilla splendida atmosfera. Si sono fatte le dieci quando usciamo dal locale sazi e soddisfatti malgrado il conto una capricciosa praticamente è costata 14€. Fatto rifornimento rientriamo nella nostra bella casetta in riva al fiordo aspettando che faccia buio, questo sconosciuto, anche questa volta non lo vedremo, crolleremo prima.
Domenica, 30 Luglio 2017
Fino ad oggi la gita è filata liscia come l’olio, nessun imprevisto, programma svolto quasi completamente. Oggi non sarà cosi.
Colazione dietro le finestre ad osservare il fiordo. Non piove, ma il cielo e coperto, la Norvegia continua a non volerci regalare una bella giornata di sole. Lasciamo la casa intorno le nove, oggi ci sarà da fare un bel po’ di strada, 270km.
Direzione ancora verso Nord. Lasciamo il Sognefjord e lungo la strada 5 incontriamo una mandria di mucche libere che sostano sulla strada (incontro non rarissimo da queste parti). Inoltre potremo osservare da lontano un rilievo dagli strani colori azzurro-violacei che poi capiremo essere un vasto ghiacciaio perenne: il Boyabreen Glacier. Dopo un centinaio di kilometri ecco presentarsi l’imprevisto. La strada Fv60 è incredibilmente chiusa per lavori. Cerco di trovare delle strade alternative, rischiando di finire in delle strade sterrate che ci riportano sempre allo stesso punto. Tra tanto nervosismo e perdita di prezioso tempo ci rendiamo conto che siamo costretti a fare un giro lunghissimo con traghetto incluso per ritornare sul nostro percorso. La conseguenza sarà che saremo costretti a saltare la prevista escursione sul ghiacciaio Briksdalsbreen dove ci sarebbe stata la possibilità, dopo un percorso a piedi, di toccare con mano un ghiacciaio perenne. La delusione è tanta anche perché non mi spiegavo il motivo della strada chiusa non segnalata neppure da Google Maps. Soltanto parecchie settime dopo facendo delle ricerche scoprirò che da questa parti qualche giorno prima del nostro passaggio c’era stato un’alluvione piuttosto violenta che ha provocato seri danni alla strada. Siamo perciò costretti a proseguire sulla E39, prendere il traghetto Anda-Lote con cui attraversiamo il Nordfjord. Giunti sull’altra sponda svoltiamo quasi involontariamente sulla 613 un stradina piuttosto stretta ma bella perché costeggia dall’alto il fiordo questo ci regala degli splendidi panorami complice il fatto che era spuntato il sole e la mancanza di vento creava il caratteristico effetto specchio sull’acqua.
Si è fatto tardi, il tempo che avremmo dovuto dedicare al ghiacciaio se n’è andato tutto per la deviazione. Meno male che in Norvegia, guidare sulle sue strade è un vero piacere. Abbiamo visto paesaggi così belli che l’arrabbiatura e la delusione ci è passata in fretta. Cerchiamo un punto adatto per fermarci per un altro fantastico picnic e lo troviamo sul lago di Oppstryn mangeremo alla buona con lo sfondo di un paesaggio d’incanto.
Dopo le 14 riprendiamo il nostro tragitto per un po’ sulla 15 fino alla deviazione per un’altra strada turistica nazionale la 258.
Altro percorso con una serie di stretti tornanti che salgono sulla montagna e ci portano alla nona cascata, Bildrefossen. In realtà e più un torrente in un tratto particolarmente scosceso che si riesce a seguire attraverso un percorso ad hoc. La violenza dell’acqua fa paura. Nei pressi si trova un’altra cascata Videfossen adiacente ad un hotel, ma in verità non riusciremo a trovarla, probabilmente visto che l’hotel era chiuso anche la cascata non era accessibile.
Riprendiamo la 15 e successivamente svoltiamo sulla 63 direzione Geiranger. Bellissima anche quest’altra strada turistica nazionale sempre in quota intorno ai 1200m. Il tempo peggiora nuovamente, piove, la temperatura precipita a non più di 8 gradi è il paesaggio si fa invernale con tanta neve e a tratti nebbia.
A questo punto era previsto il Dalsnibba, a 1500mt, le condizioni sono davvero proibitive. Questa eventualità in verità era già stata messa in preventivo e visto che ripasseremo tra qualche giorno sulla 63 durante il ritorno, avremo un’altra possibilità di visitarlo. Stessa cosa faremo passando dal Flydalsjuvet altro punto panoramico sopra Geiranger. Man mano che la strada scende ripidamente su Geiranger la visibilità però migliora e davanti ai nostri si apre un panorama fantastico sul fiordo già tante volte ammirato in foto. Per Geiranger è stato un problema trovare una sistemazione. E’ forse in assoluto il posto più turistico dell’intera Norvegia, qui fanno sosta tutte le navi da crociera e anche se queste non influiscono sui pernottamenti e ovvio che i turisti come noi on the road non possono non fermarsi qui. Alla fine non trovando altre soluzioni, anche perché la zona è piuttosto isolata e le disponibilità alberghiere non sono tantissime ho scelto l’Hotel Geiranger pagando una cifra decisamente elevata per le nostre tasche. In compenso la sistemazione è veramente eccezionale soprattutto considerando i normali standard a cui siamo abituati. Dal nostro balcone abbiamo una vista e il caso di dire impagabile, su uno degli angoli del nostro pianeta più belli in assoluto, da brividi e questa volta non per la temperatura.
Usciamo nel piccolo paesino che malgrado l’assenza di crocieristi è comunque piuttosto affollato.Andiamo in cerca di un posto per mangiare che sia adatto anche alle nostre tasche, tra quelli che avevo segnalato alla fine la scelta cadrà sull’affollato Naustkroa Bistro dove mangeremo decisamente bene. Prendiamo la nostra auto e risaliamo per qualche chilometro sulla 63 sino al Flydalsjuvet, il punto panoramico sopra Geiranger facile da raggiungere essendo adiacente alla strada. E’ da qui che vengono scattate le classiche foto sul Geiranger e della cui bellezza abbiamo già parlato. In realtà c’è un altro punto di osservazione più esclusivo e nascosto che è esattamente quello che Irene sta cercando. Scavalcando la recinsione con un po’ di cautela passando sotto la fitta vegetazione si raggiunge uno sperone di roccia a strapiombo si riescono a fare delle foto davvero belle con lo sfondo del fiordo che danno davvero la sensazione del vuoto e del pericolo. Non solo l’intraprendente Irene ma anche io raggiungerò questo punto, mantenendomi a debita distanza dal precipizio, certo nulla a che vedere con chi si fa fotografare mentre salta o seduto sull’orlo come farà Giusi…sto scherzando, lei sarà quasi nel panico e ci stresserà continuamente avvertendoci di continui pericoli che vedeva solo lei. Ritorniamo a Geiranger quando sono quasi le undici, ma ovviamente non ne vuol saper di fare buio, ah quasi dimenticavo, abbiamo visto durante la discesa velocemente le nostre decime cascate le Fossevandring che terminano il loro percorso proprio a Geiranger. In albergo ci sediamo in balcone ancora ad osservare e fotografare il fiordo reso ancor più bello dalla presenza di due bellissimi velieri e dalle prime luci del calar della sera…che non arriverà mai, buonanotte.
Lunedì, 31 Luglio 2017
Ci svegliamo molto presto oggi naturalmente non Irene. Sbirciando fuori ci accorgiamo dell’arrivo di una enorme nave da crociera, la Mein Shiff 1, che si avvicina lentamente pronta per ancorarsi. Una massa di croceristi, i più mattinieri scendono sfidando il freddo o si affacciano sui ponti ad ammirare il paesaggio. Svegliata Irene con i soliti modi più dolci possibili, scendiamo nella grande sala piena già di gente per la colazione, questa volta la scelta è piuttosto ampia e soddisferà la nostra fame. Nell’albergo in cui ci troviamo sono state girate delle scene del recente film The wave che narra dell’episodio della frana che nel ramo adiacente del fiordo provoco uno tsunami che ovviamente in un fiordo ha conseguenze piuttosto devastanti. Quello delle frane è un fenomeno qui molto temuto e si cerca di tenerlo costantemente monitorato, devo dire che una certa ansia vedendo queste ripide montagne si avverte. Lasciamo la nostra bella camera d’albergo e ci dirigiamo al molo dove ci attendeva un battello per la nostra seconda crociera, questa volta sul Geirangerfjord (80€). Il percorso di 90 minuti si spinge fino all’imbocco con l’altro ramo del fiordo in un continuo susseguirsi di cascate piccole e grandi che scendono dalle montagne. In particolare il battello accosterà in prossimità delle Sette Sorelle, poi alle Bridal Veil e in altri punti caratteristici che hanno reso anche questo fiordo, patrimonio Unesco, un vero e proprio spettacolo della natura. Malgrado il tempo faccia nuovamente i capricci, di tanto in tanto ci disturberà la pioggia, ma soprattutto in alcuni punti il forte vento. Spettacolo nello spettacolo il sopraggiungere di un’altra nave da crociera, questa volta la Costa Favolosa, che sta raggiungendo Geiranger. Rientrati, prima di salire in auto facciamo un ultimo giro nel paesino, troviamo in Geiranger Bakery un ottimo posto per comprare dei fantastici dolci e degli altri souvenir in un grande negozio sotto il nostro albergo .
Riprendiamo l’auto e proseguiamo nel nostro viaggio verso Nord sempre sulla fantastica Rv63 che in questo tratto prende il nome di Strada delle aquile. Subito si inerpica sulla montagna con una serie infinita di estenuanti stretti tornanti fino a raggiungere il punto panoramico Ornesvingen a 620mt di altezza sul fiordo. Qui troviamo tanta gente, qualche difficoltà per parcheggiare. Anche qui i norvegesi hanno reso ancor più spettacolare il punto di osservazione realizzando una terrazza a sbalzo che permette di osservare dall’alto Geiranger, le navi da crociera in rada e tutta la parte del fiordo che abbiamo attraversato in crociera. Facciamo le nostre belle foto su quest’altra cartolina del mondo famosissima.
Riprendiamo il viaggio quando si è fatta già l’una, ma per oggi il programma è già stato svolto. A Eidsdal prendiamo l’ennesimo traghetto questa volta per Linge (16€) e da qui direttamente ci rechiamo nei pressi di Alesund, sede della tappa di oggi. Prima di trovare la nostra casa ci fermiamo in un grosso centro commerciale, finalmente ci troviamo in una grande città ed in particolare approfittiamo della presenza di un McDonalds per pranzare. Intorno le quindici prendiamo possesso della casa di Alexander prenotata su Airbnb e che casa ragazzi. Mai c’era capitata una casa cosi bella, ampia, pulita, moderna arredata e curata in ogni particolare. Di sicuro era una casa di normale abitazione che chissà perché ora veniva affittata, lo dimostra il fatto di aver trovato armadi ancora pieni di vestiti.Per non parlare del posto, della grande veranda con vista sul mare ed in lontananza su Alesund. Peccato ancora una volta per i capricci del tempo a queste latitudini, con una bella giornata sarebbe stato tutto ancora più bello. Essere arrivati cosi presto ci permette di riposare abbondantemente, poi nel tardo pomeriggio usciamo per visitare la vicina Alesund città di 50000 abitanti e quindi per gli standard norvegesi una metropoli. Faremo un giretto in macchina, ma la città non ci fa una grande impressione, poca gente in giro, negozi che stanno già chiudendo. Notiamo soltanto la presenza di alcuni edifici come avevo letto in Art Neveau, ma nulla di più per cui decidiamo che non è il caso di fermarci di più a conferma del fatto che le eccellenze in Norvegia non sono da ricercare in città ma nelle sue immense bellezze naturalistiche.
Martedì, 1 Agosto 2017
Oggi i chilometri saranno tanti, in totale 250. Direzione ancora verso Nord per raggiungere la famosa Strada Atlantica che rappresenterà per noi una sorta di Capo Nord, il nostro punto più settentrionale mai toccato. Dopo la colazione, lasciamo a malincuore la splendida casa di Alexander, davvero una casa da cinque stelle, ripercorriamo la E39 in parte fatta anche ieri, poi a Vestnef prendiamo il traghetto per Molde in una tratta un po’ più lunga e quindi più costosa ben 32€. A Molde per il momento non ci fermiamo ma lo faremo successivamente visto che ripasseremo da qui. Poco prima di mezzogiorno siamo sulla Strada Atlantica, altra strada turistica nazionale che in effetti è quanto di più strano ed originale in fatto di strade. Oramai avevamo visto di tutto in Norvegia, dalle strade strettissime a quelle contorte come un budello alle buie e angosciose gallerie, ma questa le supera tutte. Qui la strada saltella tra i vari isolotti con degli innaturali cavalcavia che sembrano andare nel nulla o che danno l’impressione di catapultarti in acqua. Lungo il percorso si ha la possibilità di fermarsi nei punti più caratteristici. Sette i chilometri da percorre lentamente, assaporandone ogni metro. Appena giunti nuovamente sulla terraferma, ci fermiamo, come dicevo è la nostra meta più settentrionale mai raggiunta e credo che difficilmente ci capiterà di andare ancora più a Nord. Da qui ovviamente c’è chi si spinge fino a Capo Nord, ma la distanza è ancora tanta ed un’altra Norvegia ancora più naturale, selvaggia e fredda, ma di certo non meno bella con le fantastiche Lofoten e il fascino dell’avventura fino a Capo Nord duemila chilometri più su. Prima di lasciare la Strada Atlantica ci fermiamo in un punto per poter finalmente toccare per la prima volta l’acqua dell’Oceano Atlantico che seppur freddina tutto sommato ci aspettavamo di peggio considerando che dalle nostre parti nelle giornate di tramontana la temperatura non è di certo tanto diversa da questa. Certo di fare il bagno non se ne parla proprio e non solo perché non abbiamo il costume.
Inizia da questo momento il nostro lunghissimo ritorno verso Sud che trascorrerà soprattutto in macchina. Ritornati a Molde ci fermeremo per il pranzo. Lasciata la macchina in dei costosissimi parcheggi comunali.Qualche titubanza su dove mangiare poi la scelta va su Egon catena di ristorante e pizzerie piuttosto diffuse in Norvegia con discreta reputazione sulla rete.
Mangeremo devo dire molto bene in un locale tutto in legno davvero carino, ma dai costi che pensavo più umani (tre pizze e tre bicchieri di coca per ben settanta euro). Resteremo a Molde fino alle 16, io mi farò una bella passeggiata nel viale principale e nella bella piazza del municipio che ha il tetto ricoperto di piante di rose, Molde infatti è denominata la citta delle rose. Irene e Giusi manco a dirlo si dedicano allo shopping.
Lasciamo la città anche questa di una tranquillità unica, poca gente e pochissimo traffico in giri nel silenzio più assoluto, niente a che vedere con le nostre città.
Uscendo da Molde facciamo un corposo rifornimento, poi dalla E39 svoltiamo sulla 64 che ha inizio con un tunnel sottomarino costruito di recente che permette così di evitare almeno qui il traghetto. Inevitabile prenderlo invece poco dopo a Solsnes per sbarcare ad Afarnes (16,90€) infine procederemo piuttosto speditamente, stiamo parlando di non più di 70 all’ora lungo la strada che costeggia sempre il fiordo fino alla nostra destinazione per oggi Andalsnes dove giungiamo poco dopo le 17. Qui avevo prenotato un camping tra l’altro molto bello, in riva ad un fiume. Con nostra grande sorpresa ci dicono che purtroppo la nostra prenotazione non era stata più presa in considerazione visto il nostro orario di arrivo e che avremmo dovuto avvisare prima. Mi altero un po’ perché mi sembra un agire piuttosto scorretto una sorta di overbooking che ci mette in ansia, anche perché vedo che la zona è piuttosto affollata di turisti e sarebbe stato difficile trovare un’altra sistemazione. Forse perché ci vedono cosi sconsolati alla reception fanno un po’ di telefonate, finché non ci trovano un’altra sistemazione. Innervositi partiamo alla ricerca di questa casa piuttosto sperduta in verità e non sarà facilissima da trovare. Finalmente arriviamo a destinazione, una gentile signora ci fa vedere le opzioni possibili, alla fine accettiamo per una dependance a primo piano tutta il legno, unico ambiente, che tutto sommato troveremo ottima. E’ la prima volta che stranamente ci richiedono un pagamento in cantante, che ovviamente non abbiamo, ma gentilmente ci danno la possibilità di pagare successivamente. Sembra di essere fuori dal mondo, ancor più che in altri posti essendo lontano anche dalle strade principali, in una fattoria circondata da meravigliosi prati e campi coltivati attraversati da piccoli torrenti e l’immancabile neve sulle cime delle montagne. Il tempo di sistemarci e ritorno nel paesino di Andalsnes alla ricerca di un bancomat.Inoltre visto la difficoltà di trovare un buon posto per mangiare, decidiamo di andare in un supermercato e organizzarci la cena nella nostra casetta.
Mercoledì, 2 Agosto 2017
Penultima giornata in Norvegia, oggi i chilometri saranno ben 350 lungo la nostra discesa verso Oslo. Quasi totalmente da fare nel pomeriggio, perché al mattino saremo sul Trollstigen, una delle attrazioni più conosciute della Norvegia. Oggi la giornata non si presenta male c’è il sole e qualche nuvola di passaggio, speriamo bene. Fatta colazione, prima di ripartire facciamo dell’ultime foto nel spazio antistante la casa tra bellissimi fiori e prati di un verde che tra un paio di giorni sarà per noi solo un lontano ricordo.La strada dei Troll ovvero la nr 63 già percorsa in altri tratti ha il suo inizio o fine a seconda del senso di marcia proprio nei pressi di Andalsnes ed è probabilmente la direzione di marcia più giusta per affrontare il Trollstigen salendo sui suoi undici tornati ripidissimi. E’ una strada che ovviamente rimane chiusa per molti mesi all’anno impercorribile per la neve, poi viene riaperta in genere a maggio.Anche qui inutile tentare di descrivere le sensazioni provate e anche se abbiamo percorso tratti di strade simili, questo non attenua minimamente il nostro stupore. Salendo si ha la possibilità di vedere una bella cascata, l’undicesima per noi: la Stigfossen. Arrivati su a 700m parcheggiamo l’auto negli abbondanti spazi previsti. E’ ancora abbastanza presto fa piuttosto freddino, le cime dei monti sono sempre innevate ma in compenso la massa di turisti, ma anche crocieristi non è ancora arrivata. Una lunga serie di sentieri realizzati anche qui per meglio sfruttare anche questa attrazione premettono di raggiungere vari punti di osservazione, solo ora ci si rende conto di quanto sia contorta la strada. Anche qui costruiamo un piccolo ometto di sassi impilati uno sopra all’altro, che si aggiunge cosi ai migliaia già presenti di tutte le dimensioni e chissà come realizzati anche nei punti più pericolosi. Passeremo più di un’ora in questo straordinario posto, che lasceremo a malincuore. Ripartiti la successiva fermata sarà sempre sulla 63 per la visita della dodicesima e ultima cascata del nostro tour, Gudbrandsjuvet. Averne viste tante probabilmente ci ha procurato un po’ di assuefazione, è normale, ma di certo non fino al punto di saltarla, tra l’altro questa non si vede proprio dalla strada e quindi anche la curiosità ci spinge verso il sentiero prima naturale e poi artificiale con una serie di passerelle sopraelevate rispetto alla cascata ma meglio dire il torrente dove l’acqua percorre un percorso tortuoso e stretto e quindi scorre con particolare violenza e frastuono. Comunque anche questa non è male. Incredibilmente qui abbiamo trovati tanti italiani, croceristi in escursione da Geiranger che poi avrebbero raggiunto il Trollstigen. Prima di ripartire ci compriamo un bel cestino di ciliegi che insieme alle fragole sono molto diffuse da queste parti, molto di frequente lungo le strade abbiamo visto venderli su piccole bancarelle.
Raggiunta Valldal, vista la presenza di un prezioso supermercato scendiamo per preparaci per il nostro pranzo che, visto i tanti chilometri ancora da fare, sarebbe stato a sacco. Giunti a Linge prendiamo il nostro ultimo traghetto verso Eidsdal (16€) già preso nel senso opposto qualche giorno prima. Poi si apre nuovamente lo spettacolo dall’alto sul Geirangerfjord. Per noi non è più una novità, ma continua a incantarci. Notiamo la presenza di due navi da crociera. Quindi, raggiunta Geiranger alla 12:30 ci fermiamo per una breve sosta per altre foto con la Msc Magnifica e la Queen Elizabeth, poi proseguiamo perché la strada da fare è veramente tanta. Ripercorriamo a ritroso ancora la 63, ma questa volta il tempo è decisamente migliore, cosicché il paesaggio ora ci appare in tutta la sua bellezza nascosta dal maltempo all’andata. Una deviazione dalla 63 porta ad una fantastica attrazione naturale della Norvegia, in pratica l’ultima che visiteremo.
All’andata non era stato possibile farla per il maltempo ma oggi siamo più fortunati. Si tratta di salire fino ai 1500m del monte Dalsnibba con una stretta strada di montagna a pagamento (14€). In cima troviamo tanta gente in buona parte crocieristi che come noi ammirano il panorama sulla vallata che scende fino a Geiranger e il suo fiordo. E’ il punto più in alto che raggiungeremo in Norvegia. Fa freddo, siamo circondati dalla neve ma per fortuna di tanto in tanto spunta il sole. Proprio di recente poi è stata realizzata una balconata in vetro che rende il tutto ancora più scenografico e spettacolare. Quello che stiamo osservando da qua su è un po’ la sintesi di tutto quello che abbiamo visto in questo straordinario viaggio in Norvegia: montagne, mare, fiordi, cascate, neve, natura, tutti insieme nello stesso momento, nello stesso posto a rappresentare lo spettacolo della natura in tutte le sue sfaccettature.
Ridiscesi dal Dalsnibba rimaniamo in zona e ci fermiamo appena sopra un laghetto la cui acqua doveva essere gelida, e ai bordi della strada consumiamo il nostro pranzo al sacco, che non sarà stato indimenticabile per il cibo, ma lo è diventato per l’ambiente dove l’abbiamo consumato.
Il nostro viaggio finisce sostanzialmente qui. Ora solo tanti chilometri per il lungo ritorno verso Oslo, intervallata da Lillehammer dove dormiremo questa sera, ma da cui ci separano ben 250km circa. Arriveremo un po’ prima del previsto anche perché la strada in alcuni tratti era stata migliorata e accorciata, modifiche non ancora presenti nelle mappe del navigatore che in alcuni momenti ci dava come dispersi in aperta campagna. Intorno le 19 saremo a Lillehammer cittadina di poco più di ventimila abitanti ma famosa per le Olimpiadi invernali del 1994.Alloggiamo presso un hotel proprio sopra la stazione dei treni appunto lo Stasjonen Hotel . La stanza è davvero piccola, ma per fortuna ci dormiremo bene e per niente disturbati dal passare dei treni. Anche se siamo particolarmente stanchi, facciamo la nostra passeggiata in paese, siamo in pratica già in entro. Lillehammer è la classica cittadina che dà il suo meglio durante i mesi invernali dove sicuramente ci sarà molto movimento per le settimane bianche, ma in estate di movimento c’è né davvero poco. Percorriamo la via principale ricca di negozi ovviamente già abbondantemente chiusi, insieme a pochi altri turisti tutti come noi alla ricerca di un buon posto per mangiare. Per la verità noi avevamo già deciso di andare da Peppes Pizza per concludere la nostra ultima cena con una pizza norvegese . Sarà che noi non siamo molto esigenti e ci adattiamo facilmente a quello che troviamo, usciremo soddisfatti e sazi, abbiamo mangiato davvero delle ottime pizze considerando dove ci troviamo.
Poco prima delle undici rientriamo in hotel, dove non ci resta che farci una bella dormita.
Giovedì, 3 Agosto 2017
Oggi giornata sostanzialmente di trasferimento, la nostra gita in terra di Norvegia è finita. Dopo una discreta colazione risaliamo in camera per fare per l’ultima volta il bagaglio, quindi ripresa l’auto ci avviamo sulla E6 per Oslo, in un paio d’ore siamo in aeroporto, finalmente una strada dove è stato possibile superare i cento, incredibile. Giunti in aeroporto, abbiamo tutto il tempo per fare le cose con assoluta calma. Come al solito quasi ci dimentichiamo di fare l’ultimo rifornimento, ma per fortuna proprio in aeroporto c’è una stazione di servizio. Andiamo a riconsegnare l’auto che viene accuratamente ricontrollata e tutto sembra essere a posto. Poi l’attesa per l’aereo, Irene preferisce sedersi mentre noi girovaghiamo per l’aeroporto e pensando per il pranzo che dovevamo consumare prima di partire. Rimedieremo in qualche modo con dei sandwich e poco altro . Poi l’aereo Norwegian per le 13:35 questa volta diretto per Catania dove arriveremo dopo un lungo volo intorno le 17:30.Indescrivibile l’impatto con le temperature africane che ritroviamo nella nostra terra, uno sbalzo di una quindicina di gradi rispetto a Oslo davvero traumatico.
In serata siamo a casa, siamo di nuovo in mezzo al caos alla confusione alla disperata ricerca di un parcheggio in un bagno di sudore, ah com’era diversa la Norvegia.
Considerazioni finali
Si può disquisire sul fatto che andare a vivere in Norvegia non sia il massimo della vita, con il suo inverno rigidissimo e per la maggior parte da passare al buio. Un numero così ridotto di abitanti in uno spazio immenso fa sentire probabilmente troppo isolati e lontani dal mondo reale, un ambiente e uno stile di vita a cui ben poca gente come noi proveniente da un mondo cosi diverso difficilmente si potrebbe adattare. Tutto questo si ribalta se invece si va in Norvegia semplicemente per visitarla e ancor di più in estate.
Se nel primo caso quello che ho espresso è solo una sensazione, un pensiero e non avendolo mai provato, posso anche sbagliarmi, nel secondo caso posso parlare per esperienza diretta e posso affermare che ho trovato una nazione straordinaria.
Dal punto di vista naturalistico credo sia il posto più bello mai visto, per il solo fatto di avere ancora immensi territori pressoché intatti alterati solo dalla minuscola e umile strada che li attraversa, basti pensare all’altopiano di Hardangervidda.
Qui si ha ancora la possibilità di vedere il nostro pianeta cosi come è giunto ai nostri occhi senza nessuna alterazione dell’uomo. Cascate, montagne, laghi, il mare che tramite i fiordi arriva dovunque, la fanno da padrone.
Sono queste le eccellenze che abbiamo ammirato di più in assoluto, splendidi angoli del mondo da proteggere a tutti i costi.
Non meno belli altri posti, certamente più turistici e diventate delle vere proprio icone famosissime grazie alle crociere, Flam e Geiranger su tutte.
Delle città visitate, Oslo e Bergen sono state gradevoli da visitare per la grande tranquillità e serenità che traspare, niente traffico, niente rumori, a misura d’uomo tutto raccolto in un piccolo spazio, nulla a che vedere con i ritmi frenetici e lo stress degli spostamenti delle grandi metropoli.
Allo stesso tempo Oslo non può essere minimamente paragonata alla bellezza di certe capitali europee cosi ricche di arte che evidentemente qui mancano. Bergen ha un carattere che ho trovato più norvegese rispetto ad Oslo, per questo mi è piaciuta ancora di più, il mercato del pesce e il quartiere anseatico sono attrazioni originali ed esclusive molto belle da vedere.
A tutto questo poi si aggiunge il livello di civiltà e di benessere economico che ha pochi eguali nel mondo.
Il rovescio della medaglia per un tenore di vita cosi alto è che ovviamente viaggiare qui è molto costoso. Dall’affitto della macchina, ai ristoranti ai pedaggi, ai pernottamenti e un bagno di sangue continuo, per lo meno per le mie tasche, ma è stato un sacrificio che una volta tanto abbiamo voluto fare.
Una considerazione a parte per i pernottamenti dove siamo riusciti almeno in parte ad abbattere i costi grazie ai camping e ai loro graziosi hytte che rispecchiano lo spirito della Norvegia e della sua meravigliosa natura.
Abbiamo percorso molti chilometri, ben 2230, ma non sono pesati per niente, perché mentre in altre gite spostarsi in auto è solo la necessita di trasferirsi tra un posto ed un altro, qui invece è di per se la gita stessa.
L’osservare i vari paesaggi che si andavano susseguendo sotto i nostri occhi, hanno reso i tanti chilometri, indimenticabili, un viaggio d’ altri tempi, in strade e paesaggi d’altri tempi.