Marocco andaluso
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Novembre, mese triste e grigio. Una voglia improvvisa di colori e di tornare in Marocco. Pochi giorni, da dedicare al Marocco Andaluso, quella parte nord che sembra poco Africa, ma ha un fascino tutto suo. Il Marocco è un Paese che offre panorami talmente diversificati, da meritare ritorni e ritorni…
Sbarchiamo a Rabat, con la solita e puntuale ryanair, temendo le lungaggini dei controlli, che invece sono sì rigorosi, ma organizzati in maniera molto scorrevole. Cambiamo gli euro, senza i soliti problemi dei cambi aeroportuali, vale a dire no commissioni come ovunque e cambio sovrapponibile a quelli delle agenzie cittadine. Dall’aeroporto, prendiamo il bus che con 40 dirham a testa ci porta in meno di un’ora davanti alla Gare Rabat Ville, la stazione ferroviaria centrale di Rabat. Sono circa le 21.30, la temperatura è piacevolissima, e lungo il viale Mohamed V della bella città, procedendo verso la Medina, è tutto un via vai di persone a passeggio. Il viale, praticamente finisce davanti alla porta centrale della Medina e, superatala, entriamo nella zona più antica e suggestiva. Dobbiamo cercare il nostro Riad. Anche qui gente seduta all’aperto a cenare, mercato e negozi aperti: sembra ancora estate. Dopo pochi passi, svoltando a sinistra in una silenziosa stradina a fondo cieco, arriviamo al Riad Dar Yanis : 57 euro con una sontuosa colazione.
La mattina seguente è dedicata alla visita della tranquillissima e ordinata Medina, il centro della antica Rabat, risalente al 17° secolo. Non intricata come le medine di altre città marocchine, ha il respiro del mare, su cui si affaccia dalla Kasbah degli Oudaias. Questo è un punto stupendamente panoramico, con una doppia visuale tra il fiume e la spiaggia. Per arrivarci, bisogna attraversare la porta Bab Oudaia, in meraviglioso stile moresco. E qui si attraversa la Kasbah, straordinariamente simile a un villaggio cicladico, giungendo poi al punto panoramico che si apre improvvisamente.
Avendo già visitato Rabat in un precedente viaggio, ci riteniamo soddisfatti dalla bella passeggiata, e possiamo iniziare a pensare al bus per Tetouan, dove resteremo un paio di notti. Solitamente si pensa ai bus della CTM, quelli dedicati principalmente ai turisti, ma esistono molte altre compagnie, che fanno la differenza nel numero delle corse. Oltre quindi a consultare il sito della CTM, ho cercato anche le corse alternative sul sito Mosafir.ma. Tra l’altro questi bus di compagnie come Transport National, Najme Chamal, Bokhayar, Wissam Dahabi, ecc., sono notevolmente meno cari.
A Rabat ci sono due principali stazioni bus: Agdal e Kamra, per cui bisogna sapere da dove parte il vostro bus. Nel nostro caso siamo diretti alla stazione Kamra, che si può raggiungere con un bus cittadino al costo di 4 dirham o con un petit taxi giallo al costo di 30 dirham (3 euro). Poi ci sono gli sconquassati taxi blu, che fanno salire chiunque durante il percorso, non sapendo bene in quanto tempo arriverete a destinazione. La stazione è molto ordinata, con le biglietterie divise per destinazione, come tutte le stazioni marocchine. Alcune, come quella di Tetouan, hanno anche dei begli e ampi giardini con bar.
TETOUAN
Arriviamo al tramonto. E’ suggestivo vedere la “Colomba Bianca” (così è detta Tetouan), posata proprio come una colomba con le ali spiegate, bianchissima sotto il cielo rosato..
Anche qui ci sono due stazioni bus: quella centrale, dove arriviamo, e quella della CTM, posta a poca distanza. Entrambe sono nella parte bassa della città, da cui bisogna salire per arrivare nel centro. A piedi sarebbero circa 15 minuti, ma preferiamo prendere un taxi che ci accompagni al punto concordato con il gestore del Riad: la Piazza El Feddane, nel cuore della città, da cui poi dovrebbe essere semplice entrare nella Medina e trovare il nostro alloggio. Seguiamo le indicazioni, ma ci perdiamo. Capiremo poi che il taxista non ci aveva portato nel luogo concordato… Con l’aiuto di un signore che si offre di accompagnarci, facendoci fare per un’ora giri assurdi in tondo nella Medina, (tanto poi per giustificare la sua richiesta di 40 dirham) alla fine riusciamo ad arrivare al Riad Dar Rehla. Bello, ma soprattutto con una impareggiabile vista sui tetti della città e sulle montagne che la racchiudono, come in una conca. Tetouan, covo di pirati, distrutta dagli spagnoli per difendersi dai loro attacchi, fu poi ricostruita dai mudejar in fuga dalla Reconquista Cristiana in Andalusia. Ha quindi una fortissima impronta architettonica andalusa, specie nelle fortificazioni cittadine, ma è comunque una città in cui convivono stili e religioni, ottomane e cristiane. Al di fuori della Medina, meravigliosamente integrata col resto della città, si percepisce un modo di vivere molto vicino a quello che si respira nella vicina Andalusia. Così le piazze, le strade e gli edifici, in stile coloniale spagnolo, offrono motivo di piacevolissime passeggiate.
Resteremo a Tetouan come base anche per una giornata nella imperdibile Chefchaouen, la città blu, utilizzando il bus della CTM, che vi arriva in meno di un’ora e trenta.
CHEFCHAOUEN
La strada che porta da Tetouan a Chefchaouen (Chaouen per i marocchini), salendo sul Rif, si snoda in un paesaggio verde e montano, ricco di acque. Chaouen sono le corna di capra, per cui la città viene così chiamata per le “corna” dei monti che la circondano.
La città dista una breve passeggiata in salita, dalla stazione dei bus. Appena si entra nella Medina, sembra di essere catapultati in un mondo da sogno. Come disse una mia amica vedendo le foto, sembra di camminare sott’acqua. Tutto è azzurro, in un’onirica passeggiata tra scale, muri, vicoli, finestre colorate e fiori. Città di berberi, ebrei e musulmani, una volta città sacra vietata agli stranieri. Invece ora meta turistica davvero entusiasmante. La città è delimitata da un torrente che, una volta superato, uscendo dalla Medina, affianca una strada in salita che porta alla Moschea Spagnola. Da qui, specie al tramonto, si ha una spettacolare vista d’insieme della cittadina: un pugno di azzurro, da cui non si discostano nemmeno le tombe che sono posizionate lungo il fianco della collina. Bellissima è anche la vista dai bastioni in terra rossa della Kasbah, che circondano la Medina.
Appena fuori dalle Mura, non mancano colorati mercati, e bar e ristoranti per una sosta. Una intera giornata è sufficiente per la visita, ma naturalmente le si potrebbe dedicare ben più tempo. Non essendo certi dell’orario in cui avremmo deciso di tornare a Tetouan, non abbiamo prenotato il ritorno, e questo ci è costato più di 3 ore di attesa alla stazione bus, visto che il primo autobus era al completo, e l’ultimo della sera in notevole ritardo. Un ritardo quasi recuperato dall’autista, in una corsa da brivido verso Tetouan: 40 minuti anziché 1 ora e un quarto…
ASILAH: La città degli artisti
All’interno della Medina, delimitata dalle fortificazioni portoghesi, si percorrono stradine abbellite dalle case color pastello. Le porte sono spesso decorate, e addirittura i muri dipinti con vere opere d’arte. Pur piccolina, Asilah è anche una città balneare, con lungomare e mille locali a misura di turista. Molti spagnoli vengono qui a passare le ferie, anche invogliati dai prezzi decisamente bassi e dall’atmosfera rilassata. Vi arriviamo sempre con il bus da Tetouan, della compagnia Transport National, che parte da Tetouan alle 15.45 e arriva ad Asilah alle 18.30 (120 dirham). L’autobus fa sosta a Tangeri, città che non abbiamo avuto il tempo di visitare, dandoci modo di darle almeno un’occhiata da lontano.
Dalla stazione bus di Asilah, è necessario prendere un taxi per il centro, al modico costo di 20 dirham. Pernottiamo al Riad Christina House, in una bella camera, con una splendida sala colazione e una terrazza sul tetto dove potersi rilassare.
Da Asilah dobbiamo tornare a Rabat, per riprendere il nostro volo per l’Italia. Stavolta scegliamo il treno, in teoria più veloce. Anche la stazione è fuori dalla città, abbastanza lontana da essere necessario il taxi, che ci viene a prendere davanti al Riad.
Prima del volo abbiamo ancora tempo per una passeggiata a Rabat lungo il Viale Mohamed V, nella città nuova, in direzione del Palazzo Reale e del Minareto (ciò che rimane della Moschea di Hassan distrutta dal terremoto del 1755). Tempo anche per una cena veloce vicino alla fermata del bus per l’aeroporto. Controlli serrati di polizia già alla discesa dell’autobus, poi all’ingresso stesso dell’aeroporto, infine quelli di routine.
Saremo a Ciampino ben dopo la mezzanotte, quindi pernottiamo in un b&b che mi sento di consigliare, visto il prezzo onestissimo e la gentilezza incredibile dei proprietari, che sono venuti a prenderci in aeroporto a quell’ora (per farci risparmiare la salassata di un taxi). Si chiama Casale Girasole ed è una villa in un bellissimo parco. Inutile dire che il giorno dopo siamo stati riaccompagnati in aeroporto a Ciampino, per prendere il nostro autobus per la città di casa. Il tutto per un totale di 40 euro, con colazione preparata con i prodotti della loro campagna (mail info@casalegirasole.it).
Ottima conclusione di un viaggio breve ma bellissimo, con la fortuna di un tempo tiepido e sereno, che ha reso ancora più luminosi i colori dello straordinario Marocco.
Anche questa non credo sarà l’ultima volta.