Thailandia, antico regno del Siam
Riusciamo a prenotare il volo MI-Bangkok a un buon prezzo, il viaggio dura circa undici ore e arriviamo a destinazione la mattina presto. A Bangkok, “Porta d’Oriente” o “Città degli Angeli”, ci attende un nostro amico chef italiano, Angelo, che vive in Thailandia da una quindicina di anni, dove ha aperto un ristorante italiano molto quotato. Questa metropoli con i suoi quindici milioni di abitanti è vivace e caotica in continua evoluzione. Il traffico è arrivato al limite, a volte si è fermi in coda, ma i thailandesi hanno creato il “moto taxi” che ti porta ovunque in poco tempo. Durante la nostra tappa a Bangkok ci concediamo un giro serale in battello sul fiume Chao Phraya, che la volta precedente avevamo saltato per mancanza di tempo. Questa rilassante gita sul fiume è una piacevole alternativa rispetto alle strade trafficate della capitale e offre una visione diversa e gradevole della città, accompagnata da una brezza fresca che sale dall’acqua. Tra i monumenti più interessanti che ammiriamo lungo il fiume notiamo il Tempio dell’Alba, il Grand Palace e l’Università Thammasat. Una gustosa cena thailandese viene offerta a bordo, mentre il vaporetto scivola sulle acque scure del fiume e le note della musica a bordo ci accompagnano.
Dopo due giorni di sosta nella capitale thailandese prendiamo un volo interno diretto a Chiang Mai, detta “La Rosa del Nord”, capitale del Regno medioevale di Lanna (letteralmente “un milione di risaie”) e ricca di templi (wat). La città ha una posizione incantevole sulle rive del fiume Ping che scorre in una fertile valle cosparsa di risaie e circondata da morbide colline. Ci fermeremo tre notti e abbiamo prenotato in un grazioso albergo in centro a dieci minuti a piedi dalla zona dei templi.
Il mattino seguente visitiamo il centro storico della città che abbonda di vestigia del passato, i resti delle mura medievali hanno portali maestosi e i numerosi templi diffondono nell’aria l’aroma dell’incenso. Col termine “wat” s’intende un complesso di costruzioni adibite a scopi religiosi e culturali, dove i giovani monaci sono accolti e studiano. Al loro interno gli stupa e le statue rievocano il passato glorioso del regno di Lanna. Siamo circondati da preziosi legni intagliati, affreschi, bassorilievi e pagode dalla particolare forma a campana. Statue di elefanti, pagode bianche e dorate piramidali, immagini di Buddha venerate dai fedeli ci appaiono come uscite da un mondo passato, ma che è tuttora vivo per i thailandesi. Il tempio più antico è il Wat Chiang Man del 1296. È famoso per la raffinata pagoda adornata da file di statue di elefanti posti a contrafforte. In una bellissima cappella è conservata l’immagine del Buddha Phra Kaeo Khao, piccola statua di cristallo che si crede abbia il potere di portare la pioggia.
Altro tempio splendido è il Wat Phra Sing del 1345 che conserva il Buddha Phra Phutthasihing molto venerato. Il complesso comprende una pagoda a forma di campana, l’incantevole cappella Lai Kham arricchita da preziosi legni intarsiati e da affreschi e una magnifica collezione di manoscritti con straordinari bassorilievi.
Visitiamo il Wat Chedi Luang costruito nel 1461 con la più grande pagoda di Chiang Mai alta 98 metri e larga 54. Una magnifica scalinata Naga adorna il portico frontale della cappella. Significativo è il tempio Suan Dok costruito nel XIV secolo all’interno dei giardini del parco di Re Lanna con le sue numerose pagode bianche, di forma piramidale, che conservano le ceneri mortali dei membri della prima famiglia reale. In una cappella secondaria è conservata gelosamente una statua di Buddha di bronzo risalente a circa 500 anni fa, una delle più grandi della Thailandia. Girovaghiamo tutto il giorno e ritorniamo soddisfatti in hotel al tramonto. Abbiamo fatto un tuffo nella storia in un luogo di rara bellezza, sospeso nel tempo e nel mito.
Per il giorno seguente abbiamo prenotato un tour per visitare il famoso tempio Phrathat Doi Suthep non raggiungibile a piedi dal nostro hotel. Situato a 15 km dalla città, posto a 1676 metri s.l.m., costruito nel 1383, è raggiungibile attraverso una rampa di 290 scalini o, per i più pigri, una comoda funicolare raggiunge la cima in una manciata di minuti. Mentre saliamo lentamente i gradini ci accompagna il suono vibrante delle campane, e improvvisamente ci appare lo stupa d’oro che contiene alcune sacre reliquie di Buddha e che svetta luminoso verso il cielo terso. Da quassù il colpo d’occhio sulla città e sulla campagna circostante è sorprendente. Un grande pannello di legno scolpito illustra la leggenda del Tempio. Suthep era un monaco che consegnò la reliquia del Buddha all’elefante bianco che da Sri Lanka la portò a Chiang Mai sul monte. Suthep non vide mai il Tempio costruito in suo onore. Oggi è frequentato dai fedeli buddisti e a settembre i ragazzi dell’Università di Chiang Mai fanno la processione sino quassù. La guida ci mostra un libro antico: chiede a ognuno di noi l’anno di nascita al quale abbina la posizione del Buddha. Io sono il Buddha sdraiato relativo alle ultime ore trascorse prima di raggiungere il Nirvana. Chissà quale arcano significato avrà mai. Firmiamo anche un rotolo di seta gialla a ricordo della nostra visita. Proseguendo sulla strada dai piedi del Tempio incontriamo il Palazzo Phu Phing, la residenza reale d’inverno costruita nel 1961. Sontuosi giardini e splendidi parchi sono aperti al pubblico ogni giorno, tranne quando la Famiglia Reale è all’interno del palazzo.
Il nostro tour comprende anche la visita al villaggio tribale Doi Pui. Questo villaggio Hmong è abitato da 120 famiglie provenienti una settantina di anni fa dal Tibet. All’epoca coltivavano oppio, poi, quando il re visitò la zona nel 1979, proibì la coltivazione di questa droga e convinse i contadini a coltivare prodotti agricoli biologici. Entriamo nel giardino botanico con fiori tipici della zona, vediamo campi di succose fragole e piantagioni di caffè profumato. Oggi vivono di turismo, preparano costumi tradizionali, oggetti tipici e vendono frutta. Sulla terrazza panoramica beviamo un buon caffè espresso che coltivano e tostano loro artigianalmente. Il gusto e il profumo non sono niente male anche per noi italiani amanti di questa bevanda.
Visitiamo qualche casa/museo per vedere come vivono: sono case di bambù, al centro i fuochi della cucina e due pareti di legno ai lati costituiscono le due camere da letto. Il pavimento è di terra battuta. All’esterno una terrazza di legno completa la piccola struttura. Ovunque galline e pulcini razzolano nell’erba. Entriamo in una scuola infantile, dove i bambini aspettano i genitori sulla scalinata esterna perché le lezioni sono finite. Le facce rotonde e sorridenti, gli occhi a mandorla, gli zigomi alti e i capelli scuri denotano l’origine di questi bimbi.
Chan Mai è anche un centro conosciuto per l’artigianato locale costituito da manufatti in seta, legno, argento e ceramica. Numerosi mercati sono sparsi ovunque e gli aromi del cibo invadono ogni angolo della città. La sera ci attende il giro nel mercato notturno (night bazar market) illuminato da lanterne che espone oggetti eccentrici in seta, legno teak e gioielli. Dalle ore 18.00 aprono i locali disposti in un reticolo di vie, dove si cena accompagnati da musica thai.
La mattina seguente, come nostra consuetudine, visitiamo un mercato cittadino: andiamo al mercato Warorot, dove gli abitanti di Chiang Mai vengono a comperare di tutto. È situato in un edificio di tre piani con un’incredibile varietà di merce posta su bancarelle stipate una accanto all’altra. Ci perdiamo nei corridoi tra spezie, tessuti e curiosità varie. Questa città ha un fascino particolare, l’atmosfera incantata colpisce il viaggiatore che viene accolto con cordialità dalla popolazione locale. Nella piazza principale di Chang Mai
Dietro le mura medioevali assistiamo allo spettacolo di alcune ragazze che cantano e ballano per festeggiare la Festa della Donna. Molti giovani dediti al volontariato si sono dati appuntamento qui per una festa molto sentita da tutti.
Il 9 marzo riprendiamo il viaggio verso il mare diretti a Krabi, che vuol dire “spada”. Una leggenda racconta che un’antica spada fu dissotterrata prima della fondazione della città e più tardi divenne il simbolo di Krabi. Con un volo di due ore atterriamo a Krabi. La città si estende sul mare e le sue coste sono ricche di spiagge e baie famose. Si pensa che Krabi fosse una delle più antiche comunità thailandesi, risalente all’epoca preistorica. La provincia di Krabi è un universo di piccoli arcipelaghi e candide spiagge, popoli nomadi, grotte e luoghi che hanno fatto da scenario a film famosi. Al largo numerose isole tropicali ci fanno l’occhiolino. Sono oltre 150 isole nel Mare delle Andamane, giganti calcarei dalle molteplici forme e grandezze che sono stati a lungo habitat ideale per pirati. Sembra che un gigante burlone abbia gettato per gioco questi massi nell’oceano trasformandoli in isole. La foresta vergine è caratterizzata principalmente da mangrovie e alberi di cassia. Qui ci fermeremo una decina di giorni per visitare la zona e in barca approderemo su alcune isole.
La pianura intorno a Krabi è coltivata ad aranci, banani, cocco e caffè. Il fiume Krabi attraversa la città e scorre per cinque km sfociando in mare. Abbiamo prenotato in un albergo molto bello sulla spiaggia di Ao Nang, animata località marina. La baia di Nang si trova a circa 20 km dalla città. La spiaggia bianchissima si estende ai piedi di un’imponente catena di rocce calcaree. Sul lungomare si trovano alloggi e negozi per immersioni, noleggio barche ed escursioni in canoa.
I luoghi d’interesse sono molti e decidiamo di visitare alcune isole in barca. Le tipiche barche thailandesi sono le “longtail” di legno, snelle e lunghe, dotate di motori assordanti. Noi prenotiamo due gite in giorni diversi per goderci una parte della zona circostante. Durante i tours facciamo snorkeling sulla barriera corallina, passeggiamo sulla spiaggia e scattiamo fotografie senza sosta. Dall’oceano emergono giganteschi faraglioni che ornano l’orizzonte. Foreste di mangrovia circondano quest’area ricca di fauna. L’acqua presenta pennellate che vanno dall’azzurro-turchese al verde-blu brillante.
Il giorno seguente visitiamo il famoso Arcipelago di Phi Phi, a circa 40 km da Krabi, che è formato da sei piccole e grandi isole con scogliere e rocce calcaree. Alcune hanno belle spiagge e barriere coralline. Partiamo alle h 8,30 la mattina da Ao Nang su una barca veloce diretti a Bamboo Island per una passeggiata sulla magnifica spiaggia candida.
Poi arriviamo alla Viking Cave (Grotta Vichinga), rinominata Grotta Phaya Nak cioè “Grotta dei Serpenti” dal Re Bhumibol Adulyadej a causa di una roccia che gli ricordava la creatura mitologica che il Re vide in occasione della sua visita nel 1972. La grotta è considerata sacra dagli abitanti del luogo che vengono qua per raccogliere i nidi di rondine. All’interno sulle pareti della grotta si vedono alcune pitture colorate che rappresentano elefanti e vari tipi di barche a vela araba, europea, un sampang, una giunca cinese e un battello a vapore. Questo prova che questa zona era un punto di sosta per tutte le imbarcazioni in cerca di riparo.
Phi Phi Leh è una deliziosa isola circondata da montagne calcaree e da colline piuttosto elevate con rocce sporgenti. La profondità media dei fondali marini è tra i 20 e i 34 metri.
Entriamo nell’incantevole laguna di Pileh Bay e subito dopo Maya Bay, dove Di Caprio girò il film “The beach”, magnifico luogo che sembra uno spot pubblicitario. Effettivamente è spettacolare: appena si entra nella baia notiamo spiagge bianche, dune e palme di cocco. Lo sguardo non sa dove posarsi e restiamo abbagliati. A pranzo ci fermiamo in un ristorante sulla spiaggia a Phi Phi Don e per godere un po’ di relax.
Riprendiamo il nostro giro verso Monkey Bay ed esploriamo la spiaggia deserta e, in alternativa, l’affascinante barriera corallina muniti di maschera e boccaglio. Ultima tappa per oggi Hin Pae per snorkeling in mare aperto. Il tour termina verso le h 16.00 e occorre una buona oretta per rientrare sulla terraferma.
Ao Nang è una località pittoresca, molto frequentata e vivace, ricca di locali, negozi, bancarelle di “street food” e una moltitudine di gente sempre in movimento. Ci godiamo il tramonto sulla spiaggia come spettacolo che ogni sera la natura ci offre sempre diverso nei colori.
Non contenti, dopo qualche giorno, decidiamo di fare il tour “tramonto di Krabi” che ci dicono molto suggestivo. Partiamo verso le ore 14 diretti a Poda Island, Chicken Island, Tup Island, Door, Talu e MaeUrai. Noi arriviamo proprio quando la maggior parte dei turisti lascia le isole per ritornare in albergo e quindi possiamo godere questi luoghi senza la massa di persone che di solito affollano l’arcipelago.
Durante questo tour è possibile fare snorkeling sulla barriera corallina sempre emozionante e camminare sulle spiagge di sabbia bianchissima. Quando la marea si ritrae davanti all’isola Tup, appare lentamente una striscia di sabbia bianca che ci permette di raggiungere a piedi Chicken Island. Uno spettacolo naturale! Per terminare la giornata facciamo un bagno notturno in mezzo al plancton fluorescente. E’ la nostra prima volta e la sensazione è irreale: sembra di essere astronauti e volare in un cielo punteggiato di stelle. L’acqua è nera e il plancton luccica di un color blu/verde elettrico.
Tutti queste escursioni in barca, prenotate in un’agenzia locale, sono possibili perché economiche per noi occidentali ed è l’unico modo di conoscere le isole. Nel prezzo della gita è compreso il tragitto dall’hotel al porto d’imbarco e ritorno. I gruppi dei partecipanti sono in base alla grandezza della barca e consentono di godere la gita in modo confortevole. Il prezzo comunque è sempre trattabile, come d’uso in Thailandia.
Questo mare thailandese è costellato da una miriade di isole disabitate che sembrano sorgere dall’acqua per magia con baie e insenature orlate di spiagge cangianti che sono state per secoli riparo di pirati e mercanti. Mi rendo conto che descrivere la bellezza di queste isole è difficile perché si ricade nelle espressioni triti e ritrite come “incantevoli” o “magnifiche”. La sabbia fine, bianca e soffice, l’acqua trasparente e tiepida, la vegetazione tropicale verdeggiante che si estende sino al mare, le rupi verticali, le scogliere a picco e le baie sono il biglietto da visita della provincia di Krabi. Alcune piccole isole sono l’ideale per vivere la sensazione di un naufragio, anche solo per un giorno. Ognuna ha qualcosa di unico: spiagge appartate, snorkeling e giri in kajak, immersioni subacquee, foreste da esplorare, lagune nascoste, caverne marine e l’oceano con i suoi colori.
Dopo una decina di giorni è ora di ripartire verso l’isola di Koh Samui, nel golfo della Thailandia. E’ la terza isola più grande della Thailandia e negli ultimi anni è diventata una meta gettonata dai turisti anche perché dispone di un piccolo aeroporto. Noi prendiamo il Vip-bus per arrivare a Surat Thani, capoluogo sulla terraferma. Dopo due ore circa arriviamo al traghetto che ci porterà all’isola. Attraversiamo tranquilli villaggi, piantagioni di palme da cocco, banani e alberi di caucciù e passiamo davanti a montagne in lontananza. Si dice fosse abitata già nel VI secolo da pescatori provenienti dalla Malesia perché appare già su una mappa cinese del 1687. Il suo nome deriva dal malese “Porto sicuro”. Il villaggio principale è Nathon, animato porto sulla costa occidentale dell’isola. L’architettura caratteristica delle sue case di legno ricorda la cultura dei coloni e i mercati propongono frutta e pesce freschissimi.
Abbiamo prenotato in un piccolo hotel sul mare, dove resteremo una settimana in relax.
La caratteristica di quest’isola è la strada ad anello di 50 km che corre intorno all’isola costeggiando le meravigliose spiagge a nord, a est e sulla costa occidentale.
Il taxi che ti porta dove vuoi per brevi percorsi non è troppo costoso. Per cinque Euro si può noleggiare un motorino per tutto il giorno, ricordando però che si viaggia a sinistra e che i guidatori sono molto indisciplinati. Il traffico è “allegro”, ha delle ore di punta e nessuno si ferma davanti alle strisce pedonali.
Il mezzo di trasporto più economico è il taxi collettivo, autovettura con cassone che ospita due panche per i passeggeri. Simili a piccoli bus girano l’isola dal mattino alla sera. Non ci sono fermate fisse, basta fare un cenno perché si fermino. Quando si sale si dice dove si vuole andare, si tratta e si paga a fine corsa. Non sono mancati episodi farseschi, come quando il ragazzo al volante non sapeva dov’era il ristorante “Pepenero”, ma comunque ha taciuto e ci ha fatto fare il giro dell’isola “by night.” Dopo circa un’ora lo abbiamo messo in contatto col proprietario del ristorante, Paolo, per spiegargli dove realmente si trovava e finalmente siamo arrivati a destino alle h 20,30 in tempo per la cena. Su questa isola si è trasferita anche la cugina di Angelo, Camilla, moglie di Paolo, che ha aperto un suo locale “Salefino” sul mare vicino al Grande Buddha. Siamo andanti a salutarla e da lei abbiamo avuto molti suggerimenti utili per visitare l’isola.
Per visitare la miriade di isole in questo golfo di Thailandia scegliamo un itinerario completo di un giorno. Si parte molto presto la mattina e dal porto di Nathon si arriva in un paio d’ore al Parco Marino Nazionale di Angthong. Durante la traversata ci offrono la colazione e bibite calde e fredde. A bordo di una “longtail boat” (lancia di legno) o, chi vuole, in kajak si approda sull’isola di Mae Koh. Saliamo una ripida scala che ci porta sino in cima per ammirare la vista fantastica della laguna di Talay Nai, un lago di acqua salata color verde smeraldo circondato da rocce a picco. La fatica di salire fin quassù con una temperatura di 34° è ripagata dal panorama spettacolare. Sembra una cartolina a colori vividi ritoccati.
Risaliamo affamati a bordo del nostro battello per un semplice pranzo composto di riso, pollo e verdure, frutta e bevande a volontà per reidratarci.
Dopo il pranzo riprendiamo il viaggio verso l’isola Wua Ta Lap. Una salita di 500 m ci porta all’impressionante pittoresco panorama di tutte le piccole isole disabitate che riusciamo a vedere in mezzo all’oceano. Dopo un bagno ristoratore con maschera per ammirare la barriera corallina che si stende orizzontalmente alla spiaggia, decidiamo di salire sino alla “lotus cave” detta “Bua Boke”, grotta ornata di belle stalattiti e stalagmiti. Alla fine ci rilassiamo sulla bella spiaggia bianca e soffice come talco e ci sentiamo un po’ Robinson Crusoe lontani dalla civiltà. Lasciamo l’isola verso le h 15.00 e rientriamo nel porto di Nathon dopo le h 17.00, dove un minibus ci riporta in hotel.
Mu Koh Angthong National Marine Park è un arcipelago situato nel golfo di Siam a Nord-Ovest di Koh Samui, copre un’area di 102 km e comprende 42 isole coperte dalla foresta sempreverde circondate dalla barriera corallina, ornate di candide spiagge, dove vivono indisturbati animali. Infatti, l’ultimo saluto lo danno un gruppetto di scimmie nere dagli occhi bordati di bianco che stanno sgranocchiando frutti selvatici sulle piante in spiaggia.
La scelta di costituire Parchi Nazionali su alcune isole è stata molto oculata evitando così la cementificazione dell’habitat. A volte la Forestale crea campeggi o strutture di legno per ospitare qualche notte i visitatori in numero molto ridotto.
L’elenco delle spiagge dell’isola Koh Samui è infinito. La più bella è la spiaggia Chaweng Beach lunga sette km, con soffice sabbia bianca e fine lambita dal mare iridescente e orlata da palme da cocco. Lungo la strada principale troviamo negozi e locali per vacanze di ogni tipo. Proseguendo arriviamo alla Lamai Beach circondata da tante piccole spiagge isolate dove poter riposare all’ombra delle palme da cocco.
Dietro la spiaggia sorgono diverse stazioni termali, dove sottoporsi a massaggi rilassanti, o saune con erbe aromatiche. E’ il posto ideale per una cenetta romantica sulla spiaggia immersi in una piacevole atmosfera orientale e cogliamo l’occasione al volo. Il mare ci regala un tramonto con effetti speciali nei toni del rosa e rosso. La giornata non sarebbe completa se non si saluta il sole che si nasconde dietro l’orizzonte. L’atmosfera è surreale.
Sulle coste meridionali e occidentali dell’isola ci sono alcune spiagge isolate, ma con accesso comodo per chi desidera tranquillità. A Laem Set giganteschi massi lisci sulla spiaggia e le palme da cocco piegate dal vento selvaggio le donano un aspetto spettacolare come nei film. La spiaggia di Taling Ngam è ideale per una passeggiata lungo il mare perché è spesso deserta. Ovunque ti giri, tutto è splendente.
La legge locale vieta costruzioni che superino l’altezza degli alberi da cocco, e quindi ha preservato Samui dalla costruzione di grattacieli, riuscendo a mantenere un rapporto equilibrato tra urbanizzazione e ambiente naturale. Le spiagge sono sempre libere, orlate da piante che procurano ombra. Data la conformazione geografica dell’isola sono numerosi gli alloggi che si affacciano direttamente sul mare.
Il giorno seguente abbiamo prenotato un tour nella giungla. Sono luoghi difficilmente raggiungibili senza una guida locale. A sud della spiaggia di Lamai ci sono le famose rocce di Hin Ta- Hin Yai meta di tutti i turisti. I loro nomi significano “Roccia del Nonno” e “Roccia della Nonna”. Sono scogli dalle forme bizzarre, che, con un po’ di fantasia, ricordano i genitali femminili e maschili che sorgono dal mare imponenti e magici. La leggenda racconta di una vecchia coppia di coniugi, Ta Kreng e Yai Riem che vivevano col figlio nella provincia meridionale di Nakhon Si Thammarat. Quando il figlio raggiunse l’età di sposarsi, i due genitori decisero di navigare sino alla vicina provincia di Prachuap Khiri Khan per chiedere la mano della figlia di Ta Monglai. Durante la traversata però la loro barca fu colta dalla tempesta e loro, incapaci di nuotare, morirono in mare e si trasformarono nelle rocce come prova ai parenti della sposa delle loro buone intenzioni. Le rocce sono ancora lì oggi.
Siamo comodamente seduti su un fuoristrada 4×4 e ammiriamo il panorama. Arriviamo alle cascate di Na Muang formate da due cascate vicine una all’altra. Na Muang 1 è alta una ventina di metri e raggiungibile in auto. Un fresco laghetto si apre sotto questa prima cascata, dove è possibile fare il bagno nell’acqua fresca. Na Muang 2 invece fa un salto di 80 metri e si raggiunge a piedi in circa mezz’ora percorrendo una ripida salita. Restiamo in silenzio di fronte all’acqua scosciante e ci sembra di sentire la voce della natura.
In mezzo alla giungla spunta il monte Khao Pom di 635 metri che domina tutta l’isola. La nostra jeep scorazza sulla strada sterrata che porta in cima per consentirci di ammirare il panorama della pianura e dell’oceano all’orizzonte. Ci fermiamo in un punto della collina, dove hanno creato la “Zip Line”, un percorso di sette linee che corrono tra gli alberi e dove, imbragati, si può immaginare di essere Tarzan nella giungla. Lo spasso è assicurato.
A pranzo è prevista la sosta in un ristorante in montagna con terrazza a vista sulla giungla. E’ un locale antico con una raccolta di statue di elefanti di ogni misura e foggia in bella mostra all’ingresso. Il menu è composto di riso con verdure, pollo e patate, bocconcini di verdure e frutta.
Dopo il pranzo ci fermiamo in una piantagione di alberi da gomma. Filari di alberi dal fogliame verde scuro svettano verso il cielo azzurro. Un taglio obliquo viene fatto sulla corteccia e alla base una piccola ciotola raccoglie il lattice bianco che sgorga lentamente. Questa pianta è diffusa in tutta la Thailandia che attualmente è uno dei principali esportatori mondiali di caucciù.
Ovviamente anche su quest’isola i templi non mancano. Wat Phra Yai e il Grande Buddha che è visibile a chilometri di distanza con i suoi 12 metri di altezza, dorato e maestoso. La spiaggia di Bang Rak viene spesso chiamata “Spiaggia del Grande Buddha” che si trova all’estremità della spiaggia e particolarmente suggestiva al tramonto.
Nel tempio di Kunaram è esposto il corpo del Monaco Mummificato, Loung Por Daeng, morto più di quarant’ anni fa, seduto in posizione di meditazione. Il corpo è rimasto quasi intatto e nella stessa posizione di quando morì. E’ molto venerato dai fedeli. E’ conservato in una teca di vetro circondato da fiori, bastoncini d’incenso e offerte di frutta. Si narra che, nato nel 1894 a Koh Samui, praticasse in modo eccellente la meditazione e predisse la sua morte all’età di 79 anni. Ordinò ai suoi seguaci di cremarlo dopo la sua morte se il corpo si fosse deteriorato, ma in caso contrario, di essere conservato in una teca di vetro nel tempio come fonte di ispirazione per le generazioni future. Durante la sua ultima settimana di vita il monaco non mangiò, non bevve e non parlò con nessuno. Il suo corpo oggi è perfettamente conservato. Un miracolo per alcuni, per altri pare che abbia influito il basso metabolismo del suo corpo e la riduzione di ossigeno indotti dalla meditazione profonda.
Terminato il nostro soggiorno a Koh Samui ritorniamo in aereo a Bangkok per un paio di giorni. Il 27 marzo ripartiamo per l’Italia.
I thailandesi hanno una calma invidiabile e il sorriso illumina sempre i loro visi. Sono disponibili e gentili. Si rimane affascinati dal saluto thailandese tradizionale. Si chiama Wai ed è utilizzato ovunque in Thailandia. Un leggero inchino e mani giunte all’altezza del petto sia per donne che uomini. Amanti del divertimento, possiedono una grande tolleranza che dona un senso di libertà. Infatti, Thailandia significa “Terra degli uomini liberi”.
Un altro vantaggio di questo Paese è la sicurezza che si avverte ovunque. Nessuno ruba o rapina, si possono lasciare le porte di casa aperte o smarrire un oggetto e ritrovarlo dopo qualche ora. Ci hanno spiegato che probabilmente è la paura di “perdere la faccia o l’onore” che frena gli istinti peggiori.
La cucina Thai è gustosa, ma bisogna chiedere di limitare il peperoncino, se non si ama troppo il piccante. Il pesce e i crostacei sono cucinati in modo semplice e gustoso. La varietà di frutta è vasta: ananas dolcissimi, banane gustose, papaya e mango succosi, angurie fragranti, fragole saporite, meloni, uva, dragon e altri frutti tropicali. I colori, i sapori, e i profumi sono sorprendenti. Si trovano sulle bancarelle dai venditori ambulanti e costano anche poco. Ottimi i frullati di frutta a scelta, serviti con ghiaccio in bicchieroni da mezzo litro, al costo di un Euro, che si gustano tranquillamente camminando o in spiaggia.
L’emblema della Thailandia è l’orchidea, fiore di rara bellezza, dal profumo dolce e dal fascino misterioso. La chiamano “la Venere della giungla” per celebrare l’amore e il rispetto per questo fiore delicato e sensuale. Viene coltivata in tutto il Paese ed esportata in tutto il mondo. In pochi anni la Thailandia è diventata la prima esportatrice mondiale di una varietà di orchidea (Dendrobium). La storia di questo fiore è affascinante. Gli inglesi lo consideravano un segno di lusso e di prestigio riservato ai ricchi perché rappresentava l’esotico Oriente e difficile da reperire. Poi nel tempo le cose sono cambiate per la gioia dei nostri occhi.
Un altro piacevole modo di passare qualche ora è il massaggio thailandese. La cultura del massaggio in Thailandia è quasi un mito che risale fino a 500 anni a.C. E’ considerato una pratica spirituale legata a Buddha e ancora oggi è insegnata all’interno dei templi. Nel 1836 il Re Rama III fece scolpire sessanta lastre di ardesia raffiguranti il corpo umano, i punti terapeutici e i punti energetici del trattamento. Alla base dello stile di vita Thai la filosofia buddhista è basata sull’armonia tra materia e spirito e il massaggio Thai è il mezzo ideale per raggiungerla. Noi abbiamo provato il massaggio tradizionale per un paio di volte e lo consigliamo come esperienza rigenerante che scioglie le tensioni. Il costo dei trattamenti è basso rispetto a quello europeo e i terapisti sono molto professionali provenienti da Scuole Nazionali.
La Thailandia è il luogo ideale per una fuga sulle splendide spiagge bianchissime, ma anche verso la giungla rigogliosa all’interno, cascate scintillanti, templi buddisti e palme di cocco.
Il dolce sciacquio delle onde del mare, il ritrovarsi la mattina presto con i piedi fuori dal bungalow immersi nella natura tra palme vigorose e uccelli mai visti prima, di fronte la spiaggia deserta e l’acqua limpida dell’oceano. Un momento bello è il tramonto con i suoi colori caldi e mistici. Da queste parti la natura esce sempre vittoriosa, ricca di profumi e colori. Dalla Thailandia si torna a casa cambiati, più calmi e col sorriso sulle labbra, una grande lezione di vita. “Kob Khun Ka” (Grazie)