Il Vietnam in 25 giorni, diario e consigli utili

Un viaggio abbastanza completo, con tappa balneare nell'isola di Phu Quoc
Scritto da: francogigante1953
il vietnam in 25 giorni, diario e consigli utili
Partenza il: 11/01/2018
Ritorno il: 06/02/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Indice dei contenuti

Io e mia moglie avevamo già visitato altri paesi dell’Indocina, ci mancava il Vietnam, di cui avevamo sentito parlare molto bene, pertanto la decisione di visitarlo è presto presa, inizio quindi a preparare questo viaggio, circa 7 mesi prima.

Prima di iniziare a raccontarvene i dettagli, vi fornisco alcune info utili, di carattere generale.

Voli – per quello internazionale abbiamo scelto Thai perché garantiva la minor durata di volo (14 ore comprese due ore di scalo a Bangkok) e il miglior prezzo (660 €) fra le compagnie più affidabili.

Per i voli interni abbiamo scelto la compagnia di bandiera (Vietnam Airlines) perché, anche se costa il doppio rispetto alle altre (low cost), è abbastanza puntuale e affidabile, i voli delle altre compagnie hanno sempre ritardi, anche di ore.

Taxi – Saigon e Hanoi sono città a rischio truffe, spesso i tassisti non azionano il tassametro oppure lo fanno ma è truccato.

All’aeroporto di Saigon i taxi sono nella parte sinistra del terminal, il costo per il centro (District 1) è fra 150.000 e 170.000 dong.

Le compagnie meno a rischio sono Mai Linh, con taxi bianchi e verdi, e Vinasun (taxi bianchi) però persone con un falso badge o con scritte false sulle auto, possono provare a farvi salire sul loro taxi, non lo fate, vi chiederanno da 250.000 a 500.000 dong; attenzione anche ai tassametri truccati, possono segnare, a fine corsa, anche 700.000 dong!

Comunque sinceratevi che il tassista azioni il tassametro, la tassa d’uscita dall’aeroporto è 10,000 dong, i tassisti aggiungono sempre 10/15.000 dong al vostro arrivo.

Il modo più economico per raggiungere il centro è prendere il bus Pubblico 152 (o altra linea, chiedere all’ufficio informazioni al centro dell’aeroporto) che parte dal centro dell’aeroporto (zona arrivi); il costo è 5000 dong per persona e per valigia.

Cambio – ci sono alcuni affidabili chioschi di cambio dentro l’aeroporto di Saigon, appena fuori dalla zona di sicurezza, sulla destra: anche le banche in tutto il paese generalmente fanno cambi corretti, in questo caso però conviene chiedere in più banche prima di cambiare perché possono esserci differenze di prezzo.

Clima – contrariamente agli altri paesi dell’Indocina (Cambogia, Thailandia, Birmania) dove, viaggiando tra dicembre e febbraio generalmente si trova bel tempo e rarissime piogge, il Vietnam è diverso, noi siamo andati a gennaio e quel periodo è ottimo per visitare la parte inferiore del paese (sino a Danang) perché le temperature non raggiungono livelli elevati (massimo 30 gradi) e il clima è abbastanza secco; oltre Danang, invece, il clima è più simile a quello del nostro inverno, con una maggiore umidità (e qualche pioggia) e temperature che, specie al nord, possono arrivare anche a 10-15 gradi; inoltre in quel periodo i paesaggi sono meno belli sia per il tempo che per il fatto che, ad esempio, le risaie sono ancora incolte, il periodo migliore parte da quando il riso inizia a crescere, colorando di verde e poi di giallo le risaie, da aprile in poi.

D’altra parte scegliendo di visitare il paese da maggio in avanti il clima a sud è molto più caldo e umido, forse un periodo ottimale potrebbe essere tra marzo e aprile, comunque molto dipende anche dalle mete scelte per il viaggio.

Visto: si può fare on line sul sito https://evisa.xuatnhapcanh.gov.vn/home occorre il jpg del passaporto e una foto, sempre jpg.

Viene fornito un codice di registrazione e si pagano 25,96 USD; dopo qualche giorno si ritorna sul sito e, col codice di registrazione precedentemente ricevuto, si scarica e si stampa il visto che va presentato, assieme al passaporto, al controllo all’arrivo in Vietnam.

Persone – a parte qualche tassista disonesto, le ho trovate disponibili e gentili, specie negli hotel, l’inglese è indispensabile.

Agenzie di viaggio – il viaggio (itinerario e prenotazioni alberghiere) l’ho organizzato da solo dall’Italia, tuttavia per la parte centrale del viaggio e per alcune escursioni di due giorni (Delta Mekong, Ninh Binh e mini crociera alla baia di Halong) ho contattate diverse agenzie in loco, alla fine ne ho considerate due, Asiatica e Tonkin Travel, ho scelto Tonkin Travel sia per il prezzo più basso di circa il 20% sia per la pazienza che mi ha dimostrato la persona con cui ho tenuto i contatti prima di partire e anche durante il viaggio, si chiama Quan e parla bene italiano.

Qualche perplessità l’ho avuta però con le guide in quanto, anche se dal punto di vista delle spiegazioni e della lingua (parlavano un buon francese) non mi potevo lamentare, tuttavia, essendo un viaggio con guida personale privata, mi aspettavo un minimo di libertà in più nel decidere cosa vedere, come mi era successo di fare negli altri paesi dell’Indocina.

In Vietnam le guide mi sono sembrate molto più rigide, ad esempio gli orari di partenza alla mattina li stabilivano loro (come nei viaggi organizzati) e lasciavano veramente poco spazio a varianti (anche se di poco conto).

La sensazione che ho avuto è che non vedessero l’ora di finire il loro orario lavorativo, forse perché vedevano il loro lavoro come un mestiere, senza l’entusiasmo e la soddisfazione che, ad esempio, avevo trovato nella mia guida in Cambogia.

Più in generale credo che spesso l’approccio vietnamita al turista sia quello di considerarlo come un mezzo per arricchirsi nel più breve tempo possibile indipendentemente dal fatto che, se trattato bene, possa ritornare.

Vi faccio un esempio molto significativo: avendo avuto una disavventura con un tassista (tassametro truccato), al mio rientro ho scritto sia alla sua compagnia di taxi che a diversi altri indirizzi vietnamiti (ministero del turismo,ministero dei trasporti, ambasciata e consolato del Vietnam in Italia) e da nessuno di questi enti ho avuto la benché minima risposta, giudicate voi!

Conclusioni – indubbiamente il Vietnam merita la visita (baia di Halong, zona di Ninh Binh, ecc.) però se siete al primo viaggio in Indocina, sicuramente vi consiglio prima di vedere Thailandia, Cambogia o Birmania.

Di seguito il diario di viaggio con una parte finale dedicata a hotel e ristoranti, per qualsiasi ulteriore informazione la mia mail è francogigante1953@gmail.com

11/01/2018, Giovedì: GENOVA – MILANO MALPENSA ore 13.05 volo TG 941 per BKK

12/01/2018, Venerdì: Arrivo a SAIGON ore 9.15 con volo TG 550 da Bangkok

Dopo aver cambiato in valuta locale e acquistato una scheda telefonica, prendiamo un taxi della compagnia Mai Linh che all’arrivo ci chiede 750.000 dong, il bello è che la cifra appare anche sul tassametro che aveva azionato all’inizio della corsa: al mio rifiuto inizia a dire che il prezzo è dovuto in buona parte alla tassa d’uscita dall’aeroporto ma è una storia perchè la tassa è pagata a mano (10.000 dong soltanto) e non appare certo sul tassametro che era palesemente truccato.

Alle fine, stanco del viaggio, contratto una cifra più bassa ma ben più alta dei 150.000/200.000 dong che avrei dovuto pagare!

Arriviamo in hotel intorno alle 12, essendo stanchi per il viaggio, decidiamo di vedere poche cose però quelle più lontane rispetto al nostro hotel che si trova nella zona del Palazzo della Rifondazione.

Alle 13 usciamo diretti alla zona di Da Kao, un pezzo della vecchia Saigon nel cuore della moderna HCMC.

Anzitutto vediamo il Museo militare o meglio, solo la parte esterna (il museo era chiuso per restauri) con alcuni aerei e uno dei carri armati che nel 1975 abbatterono i cancelli del palazzo presidenziale, poi il Museo di storia (ingresso 30.000 dong) con alcuni reperti di Angkor e una mummia di donna di fine 1800 trovata a Saigon durante alcuni scavi; gli oggetti Khmer non meritano granchè (sono esposte solo alcune sculture), in compenso ci sono dei bellissimi vasi cinesi.

Particolare, ma poco visitata, è la pagoda dell’imperatore di giada, un pò lontana dal centro; è dedicata al dio supremo della natura e frequentata da tantissime persone del posto che si recano qui a pregare.

Chiudiamo la giornata con una cena al ristorante Beefsteak Nam Som prima di rientrare in hotel.

13/01/2018, Sabato: Visita di SAIGON

Oggi visitiamo la zona centrale di Saigon, partiamo dal Parco 23/9, passeggiamo nella strada pedonale dei negozi Le Loi e visitiamo il mercato di Ben Tranh (da visitare al mattino, si vende di tutto, contrattare è d’obbligo, entrate dalla parte della torre dell’orologio, uno dei simboli di Saigon), poi passiamo davanti alla statua equestre del generale Tran Nguyen Han (non era visibile perché l’area è chiusa per i lavori della metropolitana), visitiamo il mercato e la Bitexo Financial Tower (salite al 52mo piano, all’Alto Heli Bar x una birra, si spende meno del biglietto di entrata x il tour che vi porta al 49° piano e costa 200.000 dong a persona); immortaliamo poi il sontuoso Majestic hotel (requisito durante la seconda guerra mondiale dai giapponesi e utilizzato come caserma) e la statua di Tran Hung Dao, l’eroe che sconfisse i mongoli.

Proseguendo lungo il fiume, visitiamo il museo di Ton Duc Thang (ingresso libero, da mar a dom 8-11.30 e 13.30-16.30), dedicato al secondo presidente del Vietnam; ritornando indietro passiamo dalla Moschea centrale e dal Brodard Cafè, immortalato nel romanzo di Graham Green “un americano tranquillo”.

Incontriamo poi il Caravelle hotel (una sua parte nel ’59 ospitava gli uffici dei giornalisti stranieri), sull’altro lato della strada c’è il Teatro Municipale, una deviazione porta all’hotel Continental che ospitava i giornalisti stranieri durante la guerra, Graham Greene alloggiava alla camera 214.

Davanti al Teatro c’è il parco di Lam Son, dominato dalla statua di Ho Chi Minh, situata proprio davanti al bel Palazzo del Comitato del Popolo (l’ex Municipio, chiuso al pubblico).

Da qui, deviando a sinistra, c’è il Museo di Ho Chi Minh City (30.000 VND, aperto tutti i giorni, 7.30-18, illustra cose interessanti ma non è imperdibile, anche qui, all’esterno sono esposti alcuni mezzi militari, ci sono anche i bunker sotterranei ma se ne può vedere solo un piccolo tratto) mentre, deviando a destra, al n.ro 22 di Ly Tu Trong si può vedere l’edificio dove operava la Cia sotto copertura.

Ritornando sulla via principale, cioè Dong Khoi, si arriva alla cattedrale di Notre Dame (info da lun a sab 9-11) e alla Posta centrale, progettata da Eiffel e con una grande foto di Ho Chi Min; proseguiamo per il vicino Hard Rock Cafè e poi andiamo a cenare vicino al nostro hotel, all’ottimo Cyclo Resto.

14/01/2018, Domenica: DELTA del MEKONG (pag. 398) SAIGON – BEN TRE – CAN THO.

Alle 8.30 la guida e l’autista, prenotati con Tonkin Travel, ci vengono a prendere al nostro hotel, arriviamo a Ben Tre verso le 10.30; dopo aver visto una fabbrica artigianale per la produzione di mattoni, saliamo su una barca per un’escursione sul Mekong, con una sosta x vedere la lavorazione delle caramelle al cocco, che costituiscono una produzione tipica della zona.

Scesi dalla barca andiamo a vedere un laboratorio per la produzione di tappeti artigianali dove ci viene offerta frutta esotica e poi prendiamo un’ape car (una lambretta italiana col pianale x trasportare turisti), chiamata “xe lôi”, e attraversiamo i campi di riso e altre piantagioni di verdura per arrivare al ristorante.

Dopo la pausa pranzo (ottimo il pesce elefante pescato nel Mekong), a bordo di una tradizionale imbarcazione a remi, percorriamo un altro tratto di fiume con piccoli canali immersi nella vegetazione tipica del Mekong.

Navigando lungo il canale Cai Coi facciamo ritorno alla città di Bến Tre, infine ci trasferiamo in auto a Can Tho (più di 110 Km) dove, con la guida, visitiamo la pagoda Khmer di Munireangsey prima di venir accompagnati in hotel (l’ottimo IBIS Can Tho).

Il tempo di lasciare le valige (sono le 17 passate) e usciamo per andare a vedere il tempio cinese di Ong (chiude alle 20) e il museo di Can Tho che, fortunatamente per noi, al sabato e alla domenica è aperto sino alle 21.

Il museo non è niente di eccezionale (racconta la storia di Can Tho) ma visto che l’ingresso è libero, tanto valeva vederlo.

Vediamo anche il market notturno ma non ne vale la pena, non ci sono souvenirs, solo abbigliamento e affini, di bassa qualità.

15/01/2018, Lunedì: Continuazione tour DELTA MEKONG e rientro a SAIGON

Dopo un’ottima colazione in hotel partiamo per visitare il mercato di Cai Rang, uno dei più grandi mercati galleggianti del delta del Mekong; merita perché è autentico, anche se la presenza degli ormai numerosi turisti gli toglie un po’ d’atmosfera.

Scendiamo a terra e visitiamo un altro mercato alimentare, poi con l’auto andiamo a vedere l’antica casa del mandarino Binh Thuy (set di “L’amante”), sempre nei dintorni di Can Tho.

Sulla strada del ritorno, a My Tho, facciamo una sosta per visitare la pagoda di Ving Trang, con un’architettura molto interessante e che, pur essendo buddhista, integra anche elementi religiosi del taoismo e del confucianesimo.

Dopo una pausa pranzo in una sorta di autogrill nel quale abbiamo mangiato piuttosto male, ripartiamo alla volta di Saigon dove arriviamo verso le 16; il tempo di posare i bagagli e siamo ancora “on the road”, passeggiando per il Parco di Tao Dan, arriviamo alla Pagoda di Xa Loi e poi torniamo indietro passando davanti al monumento al venerabile Thich Quang Duc, il monaco che si è dato fuoco nel 1963 per protestare contro le repressioni del governo sudvietnamita.

Chiudiamo la serata cenando ancora all’ottimo Cyclo resto, spendendo pochissimo, 400.000 dong, mancia compresa

16/01/2017, Martedì: Escursione a CU-CHI e volo per DANANG (VN0136 ore 18.00)

Abbiamo prenotato l’escursione nell’agenzia vicina all’hotel, 320.000 dong a persona, compresa guida e ingresso (110.000 dong); vengono a prenderci alle 8:30 e poi raccolgono altre persone, verso le 9 si parte, dopo poco più di un’ora facciamo una sosta in una trappola per turisti, prezzi 10 volte più cari che al mercato di Saigon; considerando questa perdita di tempo arriviamo a Cu Chi (circa 50 Km da Saigon) alle 11.20 (quasi 3 h. di viaggio compresa la sosta di oltre mezz’ora): la visita col tour organizzato si rivela brevissima perché il tour vero e proprio comincia alle 11.40 e alle 13 siamo già sul bus.

La guida ci fornisce buone spiegazioni e percorriamo anche un breve tratto dei tunnel strettissimi però, ad esempio, saltiamo l’interessante filmato esplicativo, inoltre non abbiamo neppure la possibilità di fare una sia pur minima pausa pranzo, tantomeno il tempo di curiosare tra i negozi di souvenir.

Ci vengono lasciati 10 minuti di tempo solo davanti al poligono di tiro dove si possono affittare armi dell’epoca e sparare a bersagli ma attenzione, ogni cartuccia costa circa 3 USD, sparando con un’arma automatica ci lasciate un piccolo capitale.

Alle 15 siamo di nuovo a Saigon, la guida ci fa scendere all’aeroporto che è sulla strada: questo consiglio ce lo ha suggerito la persona dell’agenzia ed è stata un’ottima idea perché abbiamo preso un taxi in una zona vicina all’aeroporto spendendo molto meno, naturalmente alla mattina avevamo già portato con noi tutto il nostro bagaglio.

Il volo per Danang è in orario ma, a causa ritardi dei voli delle altre compagnie, subiamo un’attesa al decollo di quasi 50 minuti.

Atterriamo a Danang quasi alle 20, prendiamo un taxi ma anche qui occorre fare attenzione, una persona qualificatasi come addetto ai taxi, per una corsa che sapevo essere sui 60.000 dong ci ha sparato 15 USD, poi quando me ne stavo andando è sceso a 10 USD, gli ho detto che gli avrei dato al massimo 100.000 dong e allora ha parlato col tassista che mi ha fatto salire.

Però quando sono sceso e ho visto il tassametro che segnava 63.000 dong non mi andava giù di essere preso in giro e allora gliene ho lasciati 80.000, nonostante qualche tentativo di protesta da parte dell’autista.

Come al solito, un rapido check-in in hotel e poi subito a cena, al Quan Com Hue Ngon, buon ristorante la cui specialità è il cibo (carne e pesce) cotto alla brace, la cosa curiosa è che il cibo lo cuoce direttamente il cliente, a cui portano un piccolo braciere.

17/01/2017, Mercoledì: Mattina visita DANANG, ore 14 partenza per HOI AN

Vediamo prima la cattedrale, poi il Ponte del drago (che la sera prima avevamo visto illuminato) e il museo Cham (9-17 60.000 dong), che si trova a circa 550 mt a sud dell’hotel Avora e che ospita un’eccellente collezione: le sculture (Shiva, garuda, naga, leoni, ecc.) sono quasi tutte in pietra arenaria, l’esposizione è interessante, ma solo se siete appassionati della materia.

Poi rientriamo in hotel a prendere le valigie e ad aspettare l’auto, prenotata in loco (agenzia Han Travel) a 300.000 dong, che ci porterà a Hoi An (circa 30 Km.) in meno di 1 h.

Hoi An è patrimonio mondiale dell’UNESCO, il centro è chiuso al traffico.

Prima delle 15 siamo già in hotel, una rapida sosta e via a comprare i biglietti per effettuare le prime visite a pagamento; lungo la strada visitiamo la pagoda di Phac Hat (cinese buddista), il cui giardino è ornato con molti bonsai; i biglietti si acquistano nella zona del ponte giapponese, dall’altro lato del ponte nuovo, costano 120.000 dong e danno diritto a visitare 5 distinte attrazioni senza limite di tempo.

Noi nell’ordine visitiamo la Sala della Congregazione cinese di Canton (sul retro, nel giardino, c’è una statua di drago spettacolare), la casa di Quan Thang (ci sono alcune pareti intagliate in legno ma niente di esaltante), il museo del commercio della ceramica (forse è più interessante la casa antica che lo ospita piuttosto che le ceramiche esposte), il tempio cinese di Quan Cong (dedicato al generale cinese Quan Cong) e la Sala Riunioni della Congregazione cinese di Hainan (costruita nel 1851, è dedicata a 108 mercanti cinesi uccisi per errore, credendo fossero dei pirati.

Purtroppo intorno alle 17 quasi tutte le attrazioni chiudono, pertanto girovaghiamo per le strade piene di bei negozietti e poi andiamo a mangiare nel buon ristorante Miss Ly.

18/01/2017, Giovedì: Mattina visita MY SON, Pomeriggio visita HOI AN

Oggi iniziamo il tour più lungo (6 giorni) prenotato anch’esso con la Tonkin Travel, con la stessa guida e autista per i 6 giorni.

Alle 8.30 ci vengono a prendere in hotel per visitare le rovine Cham di My Son, la capitale del regno cham (maleo-polinesiano) che dominò la parte centrale del Vietnam tra il IV e il XIII sec, che si trova a circa 45 min. da Hoi Han (40 Km).

Questa località circondata da colline nel cuore della foresta tropicale è un insieme di templi che, purtroppo, presentano notevoli danni per la guerra, pertanto merita la visita solo se siete appassionati di storia perché il livello di deterioramento è altissimo.

Verso le 12 ritorniamo ad Hoi An, alla periferia visitiamo la pagoda cinese buddista di Chuc Than (la più antica di Hoi An, costruita da un monaco cinese nel 1454), poi andiamo a vedere come si fabbricano le lanterne, anzi ci insegnano a farne una che poi ci offrono, o meglio, ci offre la nostra agenzia come souvenir.

Dopo una rapidissima pausa pranzo continuiamo la visita di Hoi An visitando prima il mercato locale, suddiviso in zone (pesce, carne, souvenirs, spezie, cibo di strada, ecc.) e poi la Sala riunioni della Congregazione cinese del Fujan, in seguito trasformata in tempio: a mio parere è molto interessante e merita la visita più di ogni altra attrattiva.

Altrettanto interessante è la casa di Tan Ky, una bellissima casa abitata dalla stessa famiglia da 7 generazioni.

Proseguiamo col Ponte coperto Giapponese (su un lato c’è una piccola pagoda in stile giapponese eretta a tutela dei marinai oltre a statue di cani e scimmie che dovevano proteggere il ponte dalla divinità marina che con i suoi colpi di coda provocava le inondazioni) e con la Casa di Phung Hung: questa casa mi è piaciuta di meno perché anche se di per sé sarebbe interessante, tuttavia è stata trasformata in un negozio dove si vendono souvenir e tovaglie.

Concludiamo le visite con quella di un atelier artigianale, anche qui chiedono il ticket ma ne resto stupito perché la visita in gran parte diventa un percorso tra banchi di vendita di ogni tipo, con addetti piuttosto invadenti, è quindi da evitare, conviene utilizzare il ticket per vedere qualcosa d’altro; terminate le visite, salutiamo la nostra guida e ritorniamo in hotel.

Dopo una breve sosta comprensiva di doccia ritorniamo in centro per pranzare al Morning Glory, un ristorante che secondo me è oggi al di sopra della sua fama, comunque non si mangia male anche se ci vogliono almeno 250.000 dong a testa.

Terminiamo la giornata con una passeggiata dall’altro lato del fiume, sull’isola An Hoi, sino al Lantern Market, un piccolissimo mercato notturno, e poi a nanna in hotel.

19/01/2017, Venerdì Mattina visita HOI AN Pomeriggio partenza per HUE

Iniziamo con la Cappella della famiglia Tran (molto interessante, con una raccolta di vasi e altri oggetti di famiglia risalenti anche a 2 secoli fa), poi col pozzo Ba Le (è un pozzo millenario la cui acqua si attinge ancora adesso), con la Sala riunioni di tutte le Congregazioni cinesi (interessanti le decorate tegole del tetto) e con quella di Chao Zhou.

Da qui ritorniamo in hotel a prendere le valigie e con autista e guida partiamo per Hue verso le 11 (130 Km – 2 h e 30 min., escluse soste).

Prima di uscire da Hoi An visitiamo il tempio di Phuoc Lam; lungo la strada, prima di Danang, facciamo una sosta per visitare le montagne di Marmo, che prendono il nome dai 5 elementi dell’universo: metallo, legno, acqua, fuoco e terra; quella di Thuy Son (acqua), è aperta al pubblico (7-17, 15.000 dong).

La visita si rivela molto interessante sia per la presenza di alcuni bei templi (un tempietto in una grotta risale all’epoca Cham) che per la presenza di alcune grotte, nella più grande delle quali, quella del Paradiso, ci sono diversi altari votivi molto suggestivi.

Ci rimettiamo in marcia e, dopo una breve pausa pranzo a Danang, ci inerpichiamo attraverso la strada mandarina sino al Colle delle Nuvole.

La strada è molto panoramica, sostiamo al colle che un tempo costituiva la frontiera tra il regno vietnamita a nord e il regno Cham a sud; in epoca coloniale i francesi ci avevano eretto un forte, si possono anche vedere due bunker retaggio della presenza degli americani in Vietnam.

Purtroppo dobbiamo fare a meno della vista panoramica perché il colle è attraversato dalle nuvole (e così si spiega il suo nome) da cui scende una bella pioggerellina.

Scattiamo ugualmente qualche foto e poi puntiamo, senza più soste, verso Huè dove arriviamo intorno alle 16.30.

Questa volta ce la prendiamo comoda, usciamo per ora di cena e mangiamo da Gecko, vicino al nostro hotel: mojito molto buoni ma servizio un pò lento, prezzi nella media ma porzioni un pò scarse.

20/01/2018: Sabato Visita di HUE

E’ stata la capitale della dinastia Nguyen dal 1802 al 1945, dichiarata patrimonio storico dell’umanità dall’Unesco nel 1993; alle 8 partiamo, anzitutto visitiamo la casa di An Hien, un mandarino di alto lignaggio che dimorava in questa bella abitazione, ancora ben conservata, vicino alla Cittadella, poi è la volta della pagoda Thien Mu o pagoda della signora celeste, molto interessante, con una torre ottagonale alta 21 mt.,una grande tartaruga in marmo e una grande campana; sul retro è esposta la Austin del monaco Thich Quang Duc, che per primo si bruciò a Saigon in un gesto estremo di condanna al governo del sud.

Proseguiamo con la visita alla tomba di Minh Mang (è imponente, ci sono ben 40 edifici), di Khai Dinh (contrariamente agli altri complessi tombali, questo si trova su una collina, le parti esterne sono abbastanza brutte, le tecniche di costruzione sono più recenti, visto che questo complesso è stato costruito negli anni 20 del secolo scorso: ci sono voluti ben 11 anni per terminarlo, il perché si capisce entrando nell’edificio che ospita la tomba di questo imperatore, una magnificenza di mosaici e dipinti che cancella la brutta impressione avuta per l’aspetto esterno) e di Tu Duc.

Quest’ultimo complesso, a differenza degli altri, è servito all’imperatore anche da vivo, infatti egli trascorse qui, in un’oasi di pace, gli ultimi anni della sua vita, intrattenendosi con le concubine e componendo poesie; vi morì a 55 anni.

Sulla strada del ritorno a Huè andiamo a vedere la terrazza di Nam Giao (4, pag. 208) che una volta era il sito religioso più importante di tutto il Vietnam, poi la nostra guida ci lascia all’entrata della Cittadella Imperiale.

Dopo una pausa pranzo di circa 40 min., alle 13.30 iniziamo la visita facendo un giro di circa 2 ore con la nostra guida che ci fa vedere tutti gli edifici importanti fornendoci esaurienti spiegazioni, poi ci prendiamo un’ora e mezza per rivedere il tutto facendo altre foto: tenete presente che, per vedere bene la cittadella, dovete calcolare almeno 3 ore, meglio se 4.

La Cittadella fu costruita a partire dal 1804 per volere del primo imperatore Gia Long; la località fu scelta con cura interpellando anche degli astrologi; peccato che quasi tutta sia andata distrutta dalla guerra, quello che si vede è stato infatti quasi completamente ricostruito, la stessa cosa si è verificata per la maggior parte delle tombe reali, questo toglie buona parte del fascino alla visita e non si capisce perché questa cittadella rifatta sia stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco!!

Alle 17 rientriamo in hotel e poi andiamo a cenare da Hanh, dove gustiamo una discreta cucina locale a prezzo fisso in un ristorantino frequentato anche da gente del posto.

21/01/2018 Domenica: Distretto di ALUOI e Trekking HAMBURGER HILL (4 Km A/R)

Alle 8 partiamo per il distretto di Aluoi per il trekking ad Hamburger Hill e la visita della valle di Ashau, luoghi tristemente venuti alla ribalta durante la guerra in Vietnam.

Raramente arrivano qui turisti, ad eccezione di alcuni reduci americani o dei loro figli che vengono qui, in tempo di pace, per vedere i luoghi dove hanno combattuto.

Nel mio caso non era certo questa la motivazione, semplicemente volevo approfondire meglio, anche vedendo i luoghi della guerra, i motivi e le ragioni di questo inutile conflitto i cui echi mi arrivavano, a volte distorti, negli anni della mia giovinezza.

Per arrivarci percorriamo circa 80 Km su strade tortuose, finalmente giungiamo nella cittadina capoluogo del distretto di Aluoi dove incontriamo la guida locale che ci accompagnerà, con un permesso speciale, al monte Ap Bia, 8 Km. da Aluoi.

Questa zona era di importanza strategica per i vietcong, trovandosi sul sentiero di Ho Chi Minh utilizzato per il flusso di truppe e rifornimenti verso Hue e Danang, a nord c’era una base dell’NVA (Nord Vietnam Army), nota come Base Area 611.

Per questo motivo gli americani decisero di occupare quest’area; gli attacchi furono particolarmente cruenti nella zona della collina Ap Bia (a quota 937, 2 Km. dal confine col Laos) e videro coinvolte le truppe della 101.ma divisione aerotrasportata e quelle dell’NVA.

Dopo 10 giorni di battaglia (dal 10 al 20 maggio 1969), gli americani presero la collina, a costo di 72 morti e decine di feriti, le perdite tra i vietcong furono altissime, più di 500 morti, i cadaveri erano sovrapposti gli uni sugli altri, per questo motivo la collina fu soprannominata “Hamburger Hill”.

Il trekking si rivela meno impegnativo del previsto, diventa una breve escursione di circa 4 Km. A/R in quanto è stata costruita una stretta strada percorribile dalle auto che consente di risparmiare 8 Km. A/R; ciò nonostante l’escursione è abbastanza impegnativa non tanto per il dislivello di più di 400 metri. ma soprattutto per l’umidità che è vicina al 100%.

Non si riesce ad arrivare sino in cima perché la foresta ha di nuovo preso il sopravvento, si arriva sino ad un piccolo spiazzo circa 100 mt sotto la cima, dove c’è un piccolo tempietto con una stele che ricorda i caduti vietnamiti; in ricordo di tutti i giovani che qui persero la vita, bruciamo un bastoncino d’incenso, diciamo una preghiera e riflettiamo sull’assurdità delle guerre.

Dopo una breve pausa pranzo, sulla strada del ritorno, andiamo a vedere la valle di Ashau dove c’era lo Special Forces Camp con una base di elicotteri USA; anche qui ci furono aspri combattimenti, della vecchia base non è rimasto nulla, ma si vedono ancora adesso tantissimi crateri di bombe che rendono l’idea del campo di battaglia.

Terminata anche questa visita facciamo ritorno a Hue dove arriviamo verso le 16 in tempo per un giro al mercato locale.

22/01/2018 Lunedì HUE – DMZ – DONG HOI

Partenza per la zona DMZ, una fascia demilitarizzata di circa 5 Km. che faceva da cuscinetto tra il nord e il sud durante la guerra, più o meno all’altezza del 17.mo parallelo: in realtà questa zona fu una delle più bombardate dell’intero conflitto e fu il teatro di alcune delle più cruente battaglie combattute in Vietnam negli anni ‘60.

Passando per Quang Tri, una delle cittadine rase al suolo dagli americani durante il conflitto (avremmo voluto vedere lo scheletro della chiesa di Long Hung e la chiesa/santuario di La Vang, la cattedrale meta di pellegrinaggi cristiani più importante del Vietnam, unico monumento intatto dopo i bombardamenti che hanno distrutto la città, ma non c’è stato il tempo), puntiamo verso l’interno fermandoci a fotografare Rockpile, una formazione rocciosa utilizzata come osservatorio dalla Marina americana.

Poi visitiamo la Khe Sanh Combat base con un piccolo museo contenente interessanti fotografie dell’epoca e con alcuni aerei e mezzi terrestri abbandonati dagli americani prima di evacuare la base; qui i soldati Usa, a partire dall’aprile 1968, sostennero un assedio di ben 79 giorni.

Ritornando indietro facciamo alcune foto al ponte sul Dakrong su cui passava la strada di Ho Chi Minh, di importanza strategica per le truppe nord vietnamite, e poi prendiamo una strada secondaria che ci porta, dopo circa 3 Km., a Camp Carroll, una base di artiglieria pesante con pezzi da 175 mm. con una gittata di circa 20 Km.

Avrei voluto vedere anche la Con Thien Base e il Truong Son National Cemetery, ma la guida, adducendo la scusa che questi due siti distavano più di 20 Km. (ma non era vero, il navigatore le dava a pochi Km.), ce le ha fatte saltare; pertanto proseguiamo per la base di Doc Mieu (non c’è più niente, nel punto più alto c’è solo un monumento ai soldati nordvietnamiti addetti alle comunicazioni) e per il ponte Hien Luong sul Ben Hai river (era la demarcazione tra Nord e Sud, a livello del 17 parallelo); in realtà i ponti sono 2, noi attraversiamo, a piedi, quello in ferro, ormai in disuso, costruito dai francesi, il fatto che metà fosse stata dipinta in giallo e l’altra metà fosse stata dipinta in blu rimarcava la linea di confine tra il nord e il sud del paese.

Sulla sponda dell’allora Vietnam del nord c’è anche da vedere un piccolo museo con foto d’epoca.

L’ultima tappa la facciamo ai tunnel di Vinh Moc che ho trovato più interessanti e più facilmente percorribili di quelli di Cu Chi, fermo restando che i primi erano destinati ad ospitare le famiglie di un villaggio mentre i secondi, ben più lunghi, costituivano un complesso sistema di tunnel destinati alla guerriglia.

Rientrati a Dong Hoi, facciamo un salto in hotel e poi andiamo a mangiare al Thai Food restaurant che però non mi ha entusiasmato più di tanto.

23/01/2018 Martedì DONG HOI – grotte di PHONG NHA e di THIEN DUONG – DONG HOI

Alle 8 partiamo per Phong Nha a circa 50 km da Dong Hoi per visitare la Grotta Paradiso (Thien Duong), in mezzo alla foresta.

Lasciata l’auto al parcheggio prendiamo un car elettrico e poi camminiamo 570 metri in salita, dopodichè scendiamo nella grotta che poi è tutta in piano: più che la bellezza delle formazioni calcaree colpisce la dimensione della grotta, oltre a tutto siamo i primi visitatori, pertanto possiamo fare foto in tutta tranquillità (sembra che la lunghezza complessiva della grotta sia di 31 Km.).

Poi torniamo indietro e, dopo un rapido spuntino, prendiamo la barca diretti alle grotte di Phong Nha, situate nel parco nazionale Phong Nha-Ke Bang, classificato come Patrimonio mondiale Unesco: questa complessa rete di grotte è composta da 14 grotte sotterranee, alte dai 10 ai 40 metri, si stima che lo sviluppo sia di 13 Km., noi ne percorriamo in barca solo un Km., il resto lo esplorano solo gli speleologi.

Rientrati a Dong Hoi, salutiamo la guida e l’autista che ci hanno accompagnati in questi 6 giorni e poi facciamo una passeggiata sul lungofiume sino al vivace mercato del pesce e ai ruderi della chiesa di Tam Toa bombardata dagli aerei USA durante la guerra; dopo un rientro al nostro hotel, andiamo a mangiare al 7th Heaven (ottima bistecca con patatine).

24/01/2018 Mercoledì DONG HOI – HANOI (VN 8590 09.45 – 11.05)

Alle 8 ci facciamo chiamare un taxi che ci porta all’aeroporto in 15 min.; all’arrivo ad Hanoi ci attende l’autista inviato dalla Tonkin Travel che ci accompagna al nostro hotel, il Golden Art, in una posizione strategica nel quartiere vecchio.

Anche in questo caso facciamo una breve sosta in camera e alle 13 siamo nuovamente in giro ad esplorare il quartiere vecchio.

Nell’ordine, facciamo un giro nei quartieri dei venditori di erbe, dei ferramenta e dei fabbri, poi entriamo nel mercato di Dong Xuan (si vende di tutto, anche souvenir) e varchiamo la Porta orientale (niente di che), infine arriviamo al ponte di Long Bien e percorriamo un tratto della vicina Hanoi Ceramic Road che detiene il Guinness dei primati come mosaico in ceramica più grande del mondo.

Ritorniamo sui nostri passi sino alla Porta orientale per visitare il tempio di Bach Ma (forse il più antico di Hanoi), poi curiosiamo tra le gioiellerie di via Hang Bac dove, al n.ro 102, si può visitare un tempio dentro una casa e visitiamo una casa museo in legno abbastanza interessante (ingresso 10.000 dong) in Pho Ma May.

A questo punto ci immettiamo in Pho Hang Be e, passando per innumerevoli negozi di calzature, arriviamo al Teatro Municipale delle marionette per comprare i biglietti per assistere allo spettacolo; purtroppo per quel giorno non c’è più posto, pertanto compreremo il biglietto quando ritorneremo ad Hanoi per starci 3 notti.

Ci godiamo lo spettacolo del lago Hoan Kiem illuminato e poi ritorniamo verso il nostro hotel.

Cammin facendo ceniamo da Cha Ca Tang Long dove viene fatto cucinare il pesce direttamente su un fornello portato sul tavolo dei clienti: la cosa però non ci piace più di tanto sia per il miscuglio di erbe con cui viene cucinato sia per il fatto che i pezzetti di pesce sono veramente pochi.

25/01/2018 Giovedì: HANOI – NINH BINH

Alle 8 la nostra nuova guida per questi due giorni ci viene a prendere in hotel e poi partiamo alla volta di Ninh Binh; la prima tappa la facciamo alla pagoda di Bai Dinh (costruita nel 2014, è la più grande del Vietnam); in realtà, più che una pagoda, è un complesso di edifici e pagode, tra le quali spicca una torre-santuario a 12 piani da cui si gode una bella vista su tutto il complesso e i monti circostanti.

Dopo una pausa pranzo in un ristorante tipico, andiamo a Tam Coc, un luogo caratterizzato da enormi formazioni calcaree che si stagliano tra piccoli fiumi e risaie; qui facciamo un’escursione in barca a remi tradizionalmente condotta da donne, sul fiume Ngo Dong, attraversando tre grotte (Tam Coc significa, appunto, 3 grotte) con la barca.

Questo posto, la cui bellezza per alcuni supera quella della baia di Halong, è detto “Halong terrestre”, in effetti il percorso è molto suggestivo e vale la pena effettuarlo.

Dopo le due ore di barca, con l’auto andiamo alla vicina pagoda di Bich Dong, un complesso di templi rupestri del 17.mo secolo molto suggestivo, in particolare il secondo tempio è incastonato in una grotta e dal terzo si gode una bella vista sulle risaie e sulle formazioni calcaree.

Dopo una breve visita al villaggio di Van Lam, famoso per le tovaglie ricamate, ci dirigiamo a Ninh Binh dove pernottiamo.

26/01/2018 Venerdì: NINH BINH – HANOI

Partenza alle 8.30 con la prima tappa alla pagoda di Tai Vi, la pagoda è abbastanza bella, al suo interno ci sono le statue dei re locali, ma la cosa che la rende più interessante è la festa che vi si sta preparando con decine di cavalli e divinità di cartapesta coloratissimi collocati dentro e fuori dal tempio, appositamente per questa festa; la nostra guida ci dice che le feste di questo tipo sono organizzate da persone ricche (il costo varia tra i 1000 e i 2000 euro!) per avere felicità e scacciare il malocchio.

Poi visitiamo la caverna di Mua, attorniata da risaie e da cime calcaree; andare in questo luogo solo per vedere la caverna non varrebbe la pena, ma alla base della caverna c’è un sentiero panoramico che, con circa 400 scalini, raggiunge un punto molto panoramico da cui si ammira tutta la bellezza di Tam Coc, merita davvero!

L’ultima tappa della mattinata la facciamo a Trang An dove prendiamo una barca a remi che ci porta lungo il fiume passando dentro alcune suggestive grotte; facciamo anche alcune soste per visitare templi molto suggestivi raggiungibili solo in barca e il set di alcune scene di un villaggio e della giungla circostante ripresi nel film King Kong.

Dopo una breve pausa pranzo, continuiamo in direzione di Hoa Lu, l’antica capitale fondata nel 968 dal re Dinh Tien Hoang.

Della cittadella non resta nulla ma si possono visitare due templi (risalenti però al 17.mo sec.), il primo dei quali è dedicato al re succitato e il secondo è dedicato al suo successore, il re Le Dai Hanh, che sconfisse i cinesi, entrambi i re sono ancora venerati dalla popolazione locale che depone offerte davanti alle loro statue.

Alle 14.40 ripartiamo per ritornare ad Hanoi, arriviamo in hotel quasi alle 17.

27/01/2018 Sabato: HANOI – HALONG BAY

Avevamo prenotato la crociera di due giorni alla Baia di Halong (Ha Long significa “dove il drago scende in mare”), sito Unesco dal 1994; col transfer della compagnia di navigazione, la Swan Cruise, alle 8.15 vengono a prenderci, puntuali, al nostro hotel e in 4 h e 30 min. (per fare circa 160 km!!!), alle 13, siamo al molo per imbarcarci, con 40 min. circa di ritardo rispetto al programma: in effetti, anche se i depliant dicono che la crociera dura 2 giorni, in realtà dura meno di 24 ore, perché arriviamo a bordo alle 13.30 e il giorno dopo sbarcheremo a mezzogiorno.

Indubbiamente la baia è bellissima e merita di essere vista (ma nei mesi invernali il cielo è quasi sempre grigio e pioviggina) però occorre affrontare un viaggio di circa 9 ore tra andata e ritorno, per giunta su autobus con sedili poco confortevoli.

Il trattamento a bordo è buono (non aspettatevi però delle cabine belle come sulle navi da crociera), c’è il pranzo appena arrivati, il tè prima di cena, la cena e, il giorno dopo, la colazione e il brunch servito alle 11 circa, prima di sbarcare.

Al pomeriggio saliamo sul tender, ci sono dei kayak a disposizione, alcuni li prendono per fare un giro tra le isole carsiche, poi verso le 17.30 rientriamo tutti a bordo e alle 18.30 ci servono un tè con frutta tropicale e, a seguire, un’ottima cena.

Attenzione però, le bevande non sono comprese e a bordo costano più del doppio rispetto alla terraferma.

28/01/2018 Domenica: HALONG BAY – HANOI

Anche oggi il cielo è coperto e, a tratti, pioviggina; alle 6.30 siamo già sul ponte per fare Tai Chi, una pratica di esercizio fisico vietnamita che ci insegna la nostra guida.

Dopo la colazione saliamo sul tender e approdiamo su un’isoletta per visitare una grotta abbastanza bella in cima ad uno sperone roccioso; anche il paesaggio intorno all’isola, con le isolette carsiche e le giunche in mezzo al mare, è bellissimo.

Rientrati a bordo liberiamo le camere e poi prepariamo da soli i nostri springs roll (involtini primavera) che mangiamo come antipasto; terminato il brunch, lasciamo il battello e alle 12.30 saliamo sul bus che alle 16.30 ci lascia al nostro hotel di Hanoi.

Ci riposiamo un pò e poi andiamo a prendere i biglietti per lo spettacolo dei water’s puppet, uno spettacolo di burattini sott’acqua che vedremo il giorno dopo; restiamo a zonzo per un pò in cerca di souvenirs e poi ceniamo all’ottimo Aubergine Cafè dove mangiamo benissimo spendendo poco.

29/01/2018 Lunedì: HANOI Visita guidata (non effettuata) con Chao Vietnam

La giornata comincia male, la studentessa di Chao Vietnam che doveva farci da guida, non arriva.

Dopo 15 min. di attesa telefoniamo all’organizzazione per capire il motivo del ritardo: candidamente ci rispondono che le studentesse quel giorno avevano lezione e non potevano accompagnarci: benissimo, peccato che, pur avendo la mia E-mail e conoscendo, ovviamente, il nome del nostro hotel, non si siano degnati di avvisarci: una bella prova di serietà!

Comunque non ci perdiamo d’animo e iniziamo da soli la nostra visita.

A piedi andiamo al Tempio della letteratura (ingresso 30.000 dong), dedicato a Confucio, rende omaggio a studiosi e letterati vietnamiti, nel 1076 divenne sede della prima università del Vietnam.

Al suo interno si trova un cortile che ospita 82 stele, ognuna appoggiata sul dorso di una tartaruga simbolo di forza e longevità, dove sono indicati i nomi di coloro che nei secoli hanno superato gli esami per diventare mandarino.

Uscendo, poco distante, c’è il Museo di Belle Arti del Vietnam (ingresso 40.000 dong) che andiamo a visitare sia per gli interessanti reperti a piano terra che per i dipinti al primo piano.

Sulla strada per il Lago dell’ovest o Ho Tay passiamo davanti al Palazzo Presidenziale (solo i giardini sono aperti al pubblico, il palazzo non è visitabile), usato per i ricevimenti ufficiali.

Arrivati al lago andiamo a vedere il Tempio di Quan Than, costeggiando il Lago Truc Bach incontriamo la lapide commemorativa dell’abbattimento del pilota Mc Caine, in seguito senatore USA, e poi la Pagoda di Tran Quoc, la più antica di Hanoi.

Sempre costeggiando il lago, ritorniamo verso il quartiere vecchio ed entriamo nella Cattedrale di S. Giuseppe, quindi arriviamo al Lago di Hoan Kiem o Lago della Spada Restituita e fotografiamo la Thap Rua o Torre della Tartaruga, infine visitiamo il Tempio di Ngoc Son o della Montagna di Giada (non è granchè, oltre a tutto è stato completamente ricostruito) e fotografiamo il Monumento ai Martiri.

Facciamo ancora un giro tra i molti negozi di souvenir e poi entriamo a teatro per vedere lo spettacolo delle marionette sull’acqua, dove le marionette “navigano” nell’acqua, è uno spettacolo con musica e coreografia molto belle e merita davvero!

Ceniamo ancora al vicino Aubergine Cafè e poi rientriamo subito in hotel perchè il giorno dopo ci aspetta un tour de force.

30/01/2018 Martedì: HANOI, Continuazione visita

Iniziamo col Mausoleo di Ho Chi Min (lun,ven e ai pomeriggi chiuso), si fa la fila ma scorre veloce.

I controlli sono rigorosissimi, si devono lasciare gli zaini e le borse all’ingresso e poco oltre anche le macchine fotografiche, il corpo di Ho Chi Minh è esposto, imbalsamato, in un sarcofago di vetro.

Nella stessa zona vediamo la Pagoda a Pilastro unico (costruita dall’imperatore Ly Thai Tong in riconoscenza per aver avuto un erede, ma non ne vale la pena perché è stata ricostruita ex novo una cinquantina di anni fa) e il Museo di Ho Chi Min (40.000 dong l’ingresso) che ne documenta la sua vita con cimeli e foto d’epoca.

Non vediamo invece la Palafitta di Ho Chi Min (ci visse dal ’58 al ’69 in modo discontinuo) perché arrivarci è un’impresa, non ci sono indicazioni, eravamo riusciti ad individuarla tramite il navigatore ma alle 11 tutta l’area viene interdetta al pubblico e quindi è quasi impossibile visitarla, peccato perché l’organizzazione potrebbe essere migliore!

Usciti da quest’area visitiamo il vicino Museo di Storia militare del Vietnam, interessante la gamma dei veicoli e degli aerei sovietici, cinesi, francesi e americani esposti nell’area esterna e il documentario con la spiegazione della strategia adottata per conquistare Diem Bien Phu; accanto al museo svetta la Torre della Bandiera, uno dei simboli di Hanoi.

Alle 14 visitiamo la Cittadella Imperiale di Thang Long, attenzione perchè è indicata solo quando siete all’entrata, dal museo occorre continuare dritti e poi girare a destra, l’entrata praticamente coincide con quella di un ristorante!!!

Terminata la visita, a piedi (circa 30 min.) andiamo a visitare il Museo della prigione di Hoa Lo dove, ultimamente, erano detenuti i piloti americani abbattuti, che, ironicamente, la chiamavano “Hanoi Hilton”.

Rientriamo in hotel per un’ora di relax + doccia e poi ceniamo ancora all’ottimo Aubergine Cafè.

In questi due giorni di tour de force praticamente abbiamo visto quasi tutto quello che c’era da vedere ad Hanoi, sono rimasti fuori soltanto il Museo storico o Museo nazionale di storia vietnamita e il Museo delle donne vietnamite.

31/01/2018 Mercoledì: HANOI – PHU QUOC (VN1233 09.30 – 11.40)

Sveglia alle 6, alle 7 arriva puntualissimo il taxi prenotato e già pagato la sera precedente tramite l’hotel (18 $); a quell’ora non c’è ancora molto traffico, in meno di 40 minuti siamo in aeroporto, in anticipo sull’orario cautelativamente previsto.

Arriviamo a Phu Quoc puntualissimi, ad attenderci c’è l’autista che ci porta all’hotel dove arriviamo alle 12.

Sistemati i bagagli ce ne andiamo alla vicina spiaggia dove c’è un bar che mette a disposizione lettini (in legno senza cuscini) e ombrelloni, in cambio di una consumazione; facciamo subito un bagno, l’acqua è più calda che da noi, si sta proprio bene.

Sulla spiaggia ci sono altri italiani, con cui parliamo più di un’ora.

Ci passa il tempo senza che ce ne accorgiamo, sono le 17 passate, torniamo in camera per una doccia e poi andiamo a mangiare; c’è l’imbarazzo della scelta, quasi tutti i locali offrono pesce, ci fermiamo in uno di essi che ci ispira e ceniamo bene.

01/02/2018 Giovedì: Soggiorno balneare a PHU QUOC

Oggi ce la prendiamo comoda, ci svegliamo alle 8 e, dopo una lauta colazione, scendiamo in spiaggia dove, ad eccezione di una breve pausa pranzo in hotel, restiamo sino alle 16.30.

Dopo la doccia usciamo e, con una passeggiata di circa 2 Km., raggiungiamo la cittadina più grande dell’isola, Duong Dong, con un caratteristico porto di pesca.

L’attrazione più interessante, a parte il tempio di Cau, dedicato alla dea del mare Thien Hau, situato sul promontorio, è costituita dal mercato notturno, uno dei più interessanti che abbiamo visto, con alcuni banchi che vendevano prodotti tipici dell’isola, tra i quali il pepe.

Anche qui per il pesce c’è l’imbarazzo della scelta, andiamo in un ristorante all’inizio del mercato notturno che espone frutti di mare e pesci vivi tenuti in grandi vasche, optiamo per i gamberoni che vengono venduti a peso, circa 21 euro al chilo: ce li facciamo cucinare grigliati, una vera delizia!

02/02/2018 Venerdì: Soggiorno balneare a PHU QUOC

La sera prima avevamo prenotato un tour nella parte sud dell’isola, per 12 USD a persona; alla 9 ci vengono a prendere al nostro hotel: visitiamo un’azienda che produce e vende perle, un’azienda che coltiva gli alberi del pepe, un’azienda che produce vino ma non dalla vite bensì dalle bacche di un arbusto (niente a che vedere col nostro vino!) e un’azienda che produce miele.

Poi andiamo a vedere un villaggio di pescatori con un molo che si protende sul mare ai cui lati sorgono innumerevoli e modesti ristorantini su palafitte che servono frutti di mare, infine ci fermiamo un paio d’ore sulla spiaggia bianchissima di Sao.

Sulla strada del ritorno visitiamo una fabbrica di salsa di pesce che i vietnamiti usano per insaporire il cibo (tipo il garum degli antichi romani) e la prigione Nha Tu Phu Quoc dove, i francesi prima e il governo sudvietnamita e gli americani poi, rinchiudevano i detenuti politici.

Il tour termina verso le 15, pertanto abbiamo ancora il tempo di andare in spiaggia a fare un bagno aspettando il tramonto.

Concludiamo la giornata andando a cena all’ottimo ristorantino Hien’s Family.

03/02/2018 Sabato: Soggiorno balneare a PHU QUOC

Oggi è l’ultimo giorno di mare pertanto cerchiamo di sfruttarlo al meglio, oltre tutto è una bellissima giornata di sole, senza una nuvola, pertanto restiamo in spiaggia sino alle 16, poi con un taxi andiamo a Duong Dong per vedere il caotico mercato cittadino e infine ci facciamo l’ultima cena a base di pesce del viaggio, questa volta ho provato i bocconcini di squalo, veramente ottimi!

04/02/2018 Domenica PHU QUOC HO CHI MINH CITY (VN1824 08.50 – 09.55)

Sveglia alle 6, perché alle 8.50 abbiamo il volo per Saigon.

Il taxi lo avevamo già prenotato e pagato la sera prima all’hotel per 140.000 dong, arriviamo in aeroporto in 15 minuti, anche l’aereo parte in orario, alle 11 siamo già in hotel a Saigon; il tempo di sistemare i bagagli in camera e andiamo a visitare il Museo delle Belle Arti (ingresso 30.000 dong, da mar a dom, orario 9-17) che però, ad esclusione di qualche discreto dipinto, non è granchè, forse la cosa più interessante è costituita dall’edificio che lo ospita, con i bei vetri colorati delle finestre ed un antico ascensore al suo interno.

Facciamo poi gli ultimi acquisti nel vicino mercato di Ben That (attenti ai prezzi, molti sparano cifre pazzesche, un banco onesto è quello governativo che si trova, entrando dall’ingresso principale, subito verso sinistra, gli addetti hanno una divisa azzurra).

A questo punto andiamo a vedere la cattedrale di Notre Dame: è domenica ed è appena iniziata la messa, in vietnamita, decidiamo di restare sino alla fine, è stato molto bello.

Poi andiamo al vicino Hard Rock cafè a comprare 2 magliette x i nostri figli e concludiamo le visite con quella al Tempio hindu di Mariamman vicinissimo al nostro bell’hotel, l’Alagon.

Un salto in camera per una doccia e via a cena ancora al Cyclo Restò, poi a nanna, perché domani sera ci aspetta il volo intercontinentale di rientro in Italia.

05/02/2018 Lunedì: HO CHI MINH CITY (ancora qualche visita) e volo serale per l’Italia

Oggi è il nostro ultimo giorno in Vietnam, abbiamo ancora due interessanti luoghi da visitare, dedichiamo la mattinata a quello che richiede maggior tempo, cioè il Museo dei Residuati Bellici (ingresso 40.000 VND, aperto tutti i giorni, 7.30-12 e 13.30-18) che vale il viaggio; si tratta sostanzialmente di una mostra strutturata su 3 piani che si avvale di documentazione, soprattutto fotografica, per evidenziare gli orrori delle guerre subite dal popolo vietnamita, in particolare quella con gli americani che hanno bombardato e irrorato di sostanze chimiche (in particolare il cosiddetto “fattore arancio”) vastissime aree colpendo anche i civili.

Particolarmente raccapriccianti sono le foto che mostrano le deformità delle persone, dovute a questi agenti chimici.

Nel cortile sono esposti mezzi corazzati e aerei e una documentazione del regime carcerario a cui erano assoggettati i vietcong fatti prigionieri.

Il pomeriggio lo dedichiamo al Palazzo della Riunificazione (ingresso 40.000 VND, aperto tutti i giorni, 7.30-11 e 13-16), con i tank esposti in ricordo del 30 aprile 1975 quando, sfondando i cancelli del palazzo allora sede del governo, le forze del nord presero possesso del sud ponendo fine alla guerra.

Il palazzo è molto interessante, è rimasto, nelle sue parti più rappresentative, come allora, in quanto il nuovo governo decise già nel 1975 di adibirlo a museo; molto interessante è stata anche la visita dei bunker costruiti sotto al nuovo palazzo, dopo che il precedente fu pesantemente bombardato nel 1962 dall’aviazione vietnamita: ci sono sale riunioni, una cucina, centri di comunicazione, un corpo di guardia, uno studio ed una camera per il presidente.

Terminata questa visita torniamo in hotel a prendere i bagagli e poi, con l’auto che ci mette a disposizione l’hotel (pagando un’onesta tariffa di 200.000 dong), andiamo in aeroporto dove, alle 20.55, in perfetto orario, parte il nostro volo per l’Italia, con scalo a Bangkok.

06/02/2018 Martedì: Arrivo in Italia a Milano Malpensa ore 7.10

Il volo con la Thai, un’ottima compagnia, arriva addirittura in anticipo, atterra infatti alle 6.45. Prendiamo i bagagli e, con un bus Terravision (biglietti acquistati su internet ai primi di gennaio), raggiungiamo la stazione Centrale e da qui, via treno, la nostra città di Genova.

HOTEL

Saigon:

Sanouva, centrale (vicino al mercato Ben Tranh), non male, staff molto gentile, circa 40 € senza colazione.

Alagon Saigon Hotel &Spa, centrale, nella stessa via del Sanouva, camere molto belle anche se un pò piccole, camera a 42 € compresa un’ottima colazione e una bevanda di benvenuto al nostro arrivo.

Can Tho:

Iris Can Tho, molto bello, camere molto spaziose, le migliori del tour, una buona colazione, molto varia.

Danang:

Avora, a circa 700 mt dal centro, personale gentilissimo, camere nello standard, circa 30 € con colazione.

Hoi An:

Vinh Hung Library Hotel, personale gentilissimo, buona colazione, camere un pò piccole ma con tanti accessori, persino gli accappatoi di seta e la frutta in camera, a poche centinaia di metri dal centro, 35 € compresa la colazione.

Huè:

La Perle, molto buono e centrale, bevanda e cesto di frutta di benvenuto, personale splendido, ottima colazione, possibilità di prendere gratuitamente frutta e altro ancora al bar in qualsiasi momento del giorno, asciugamani sul letto ogni giorno con forme diverse, petali in bagno, 24 € colazione compresa: unica pecca, la stradina interna per arrivarci è piuttosto sconnessa.

Dong Hoi:

Nam Long Plus, proprietari molto gentili e camere belle e molto spaziose però l’wi-fi non funzionava in camera ma nella reception, vista sul fiume, 15 € senza colazione.

Hanoi:

Golden Art hotel, personale gentilissimo, camera un po’ piccola ma dotata di ogni confort, frutta fresca tutti i giorni e computer portatile con internet a disposizione in camera, anche la colazione era molto valida, 30 € colazione compresa.

Ninh Binh:

Ngoc Anh Ninh Binh, proprietario molto gentile, camera e bagno nella media, a 600 mt. dal centro, 29 € colazione compresa, non molto varia ma sufficiente.

Phu Quoc:

Sandy, internet scadente, discreto solo nella hall, spiaggia (non privata) a pochi passi dall’hotel che forniva solo gli asciugamani; fortunatamente il bar sulla spiaggia metteva a disposizione lettini e ombrellone a patto di consumare qualcosa.

L’hotel era abbastanza squallido, circondato da cantieri, senza alcun giardino, che in un posto sul mare mi sarei aspettato.

La colazione era abbastanza buona e il personale era gentile, però mi sono spariti oggetti dalle camere e si sono guardati bene dal rifondermi il danno subito (hanno tergiversato aspettando che partissi), pertanto non lo consiglio.

La camera costava 33 € a notte compresa la colazione.

RISTORANTI

Saigon:

Beefsteak Nam Son, nella zona a nord del Palazzo della Riunificazione, bistecche con contorno e birre a 280.000 dong in due.

Cyclo Resto, si cena a prezzo fisso, bevande a parte; sono previste 5 portate, gustose ed abbondanti, alla fine portano pure un’ottimo caffè, noi ci siamo andati 3 volte, rapporto qualità prezzo molto buono, abbiamo speso in 2 sempre sui 400.000 dong.

Danang:

Quan Com Hue Ngon, la specialità è il pesce (o carne) cotto alla brace, direttamente dai clienti a cui portano un braciere sul proprio tavolo, la spesa si aggira sui 300.000 dong in due.

Hoi An:

Miss Ly, ai margini della strada pedonale, gestito da Ly col marito americano, ambiente semplice, personale gentile, ottimi gli White Rose (ravioli con gamberi al vapore) e gli Spring Rolls Fried con gamberi, spesa sui 400.000 in due.

Morning Glory, su 2 piani, abbastanza rinomato (meglio prenotare), non male ma mi aspettavo di più, spesa 500.000 d. in due.

Huè:

Gecko, di fronte al Moonligth hotel, servizio un pò lento, cibo buono ma porzioni un pò scarse, spesa in due 400.000 dong.

Hanh vera e gustosa cucina locale, è frequentato da moltissima gente del posto, prezzo fisso, con bevande 250.000 dong in 2.

Rose 2, nella zona pedonale, buona scelta di pesce (ottimi gamberoni), molto valido ed economico (270.000 dong in due).

Dong Hoi:

Thai Food niente di speciale, 230.000 dong in due, birre comprese.

7th Heaven, ottimo per le carni, buona la bistecca e patatine ma anche il pollo fritto, in 2 spendiamo soltanto 300.000 dong.

Hanoi:

Cha Ca Tang Long, il pesce è cucinato su un fornello portato sul tavolo dei clienti: la cosa però non ci entusiasma sia per il miscuglio di erbe con cui viene cucinato sia per il fatto che i pezzetti di pesce sono veramente pochi, in 2 spendiamo 300.000 d.

Hong Hoai’s restaurant in Bat Dan n.ro 20, posto abbastanza carino, cibo buono e porzioni abbondanti e ben presentate, in 2 abbiamo speso 420.000 dong bevande comprese, ma la cucina è quasi come quelle dove si prepara il cibo di strada.

Aubergine Cafè, 16 Hang Be, ottimi cocktail e ottimo cibo, spesa modica e personale gentile, ci siamo stati 3 sere di seguito e abbiamo speso tra i 400.000 e i 460.000 dong in due compresi cocktail e birra.

Duong Dong (isola di Phu Quoc):

Hien’s Family, è un pò nascosto, per arrivarci bisogna percorrere la strada principale che porta a Duong Dong, tenendosi a destra e poi, all’altezza dell’ostello Canary, occorre imboccare una stretta stradina proseguendo per circa 300 metri.

Ne vale la pena perché il cibo è buono ed i prezzi sono modici, sui 400.000 dong in due, bevande comprese, unica pecca è il servizio, un po’ lento.



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