Viaggio in solitaria nel Sud-Est asiatico
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Prima di partire mi sono assicurato con Columbus, fortunatamente non mi è mai servito ma consiglio a chiunque di prendere sempre l’assicurazione per viaggi oltreoceano ed informarsi bene sui paesi che si visitano prima di partire. Tutti gli alloggi sono stati presi prima della partenza su booking.com, preferisco averli prenotati in maniera da non perdere tempo a cercare e a preoccuparsi su dove si dormirà.
8 Gennaio: Doah
Parto da Napoli alle 12,00 con Fiumicino Express. Ora la maniera più veloce ed economica di arrivare in aeroporto, 20€ per 3 ore di viaggio con sosta a Caserta Nord e Ciampino prima di arrivare a Fiumicino. Partenza per Bangkok via Doah con Qatar airways a/r 450€ preso 2 mesi prima.
9 Gennaio: Bangkok
L’aeroporto di Doah è a 5 stelle, supermoderno ed enorme. Arrivo a Bangkok dopo 12 ore di volo complessive all’aeroporto Suvarnabhumi. Dopo la lunga fila per l’immigrazione ottengo il visto turistico per un mese (Scadenza 7 febbraio). All’uscita 7 c’è un trasfert gratuito per l’altro aeroporto (Don Muang), basta dimostrare di avere un volo da là anche il giorno dopo. In 40 minuti senza traffico arrivo al Don Muang dove prendo il taxy per l’Hoppers hostel a circa 1,5km dall’aeroporto. Costringete ad accendere il tassimetro o pattuite un prezzo onesto dato che tendono sempre ad approfittarsene, se era per lui avrei pagato 500 bath ma in realtà ne ho pagati 100.
10 gennaio: Luang Prabang
Hoppers hostel ha il trasfert privato per l’aeroporto pattuito l’orario il giorno prima. Partenza per Luang Prabang alle 10,30 con AirAsia pagato 38€ (preso sempre due mesi prima). In un paio d’ore siamo nella vecchia capitale del Regno di Un Milione di Elefanti. Dopo una fila di 30minuti ricevo il mio visto per il Laos al costo di 27 dollari, in caso non avessi avuto due fototessera avrei dovuto pagare 8 dollari in più. Il tempo non è stato dei migliori nei 3 giorni spesi in questa città, al mio arrivo c’erano 15 gradi e tempo nuvoloso. Il taxi, trattando un po’ sul prezzo, per 7 dollari mi accompagna in centro insieme ad altri turisti. Il Laos fin da subito ti da un forte senso di ruralità e immediatamente capisci che i paesaggi di questo paese sono davvero unici. Il Downtown hostel è nel pieno centro della città anzi nel bel mezzo del mercato mattutino (foto1)
Si nota subito l’architettura coloniale francese, alcuni palazzi (mai più di due piani) ti lasciano senza parole. Ma Luang Prabang è famosa per i suoi templi e già nel mio primo giro perlustrativo della città posso vederne alcuni con tanto di giovani monaci. Famosissima e consigliatissima dalla Lonely planet è la cerimonia dell’ elemosina che si tiene all’alba, dove la gente locale dona ai monaci e dove i turisti koreani puntano i loro flash a 3 cm da quest’ultimi. Prenoto un tour escursionistico con la DiscoverygreenLaos conosciuta tramite internet per quando sarò a Vang Vieng, prossima tappa in Laos e mangio al Bouang ,un ristorantino abbastanza turistico conosciuto su tripadvisor, con una buonissima ed economica cucina Lao (dove tornerò anche l’ultima sera).
11 Gennaio: Luang Prabang
L’influenza francese si sente subito in una delle tante caffetterie di Luang Prabang dove mangio un croissant alle mandorle che neanche a Parigi. Elencare tutti i fantastici templi sparsi per la città sarebbe inutile ma sicuramente bisogna soffermarsi sul Wat Xieng Thong, un trionfo d’oro (foto2)
Approfittare dei tanti centri massaggi in città è d’obbligo, la mia scelta ricade sulla Spa Burasari molto professionali. Scelgo il massaggio tradizionale Lao per 35 dollari, durata di un’ora con meno pressioni rispetto al massaggio Thai ma ugualmente efficace. La sera sul lungofiume ci sono 5 ristoranti tutti vicini, comprensibilmente i due segnalati dalla lonely planet erano superaffollati mentre gli altri erano accessibili. La mia scelta è stata il Bamboo Tree,e dopo il confronto con altri turisti (che avevano provato i locali segnalati dalla guida) sulla qualità ed i prezzi la mia scelta si è dimostrata senza dubbio la migliore. Il piatto Lao era molto gustoso con tre tipi di carne, due salse, verdure, sticky rice nero e riso croccante (foto3)
12 Gennaio: Luang Prabang
Prenotato il giorno prima, tramite hotel, un tour alle grotte Pak Ou e alle fantastiche cascate Kuang Si. Oltre alla Greendiscovery (abbastanza cara) non ci sono altre agenzie di cui mi fido particolarmente quindi decido di affidarmi al mio hotel che propone come tutti gli altri hotel del centro diversi tour nei dintorni di LP. Per 15 dollari farò un giro in barca sul Mekong fino a un villaggio dove la gente locale vende vestiti, accessori e whishey di riso insieme a una ragazza americana (foto 4)
Poi unendoci con un altro gruppetto che arrivava al villaggio in elefante rientriamo in barca e arriviamo alle famose grotte (foto 5)
Arriviamo su un’altra sponda del Mekong per il pranzo, pasto a buffet molto abbondante con anche il pesce gatto (tra i cibi più cari perché difficile da pescare), dove sono parcheggiati gli elefanti, sono molto contento di non aver scelto il tour con loro perché sembrano non essere trattati benissimo (foto 6)
Prendiamo quindi il minivan che in un’ora ci porterà alle cascate, posto assolutamente indescrivibile di selvaggia bellezza anche con le miriadi di turisti giapponesi e koreani, purtroppo c’è una temperatura di 15 gradi e cielo nuvoloso quindi non è possibile immergersi. All’ingresso c’è una mini riserva dove sono stati piazzati degli orsi tibetani salvati dai bracconieri. È possibile comprare dei souvenir per aiutare questi bellissimi animali (foto 7)
Ceno di nuovo al Bornuan, covo di viaggiatori solitari dove conosco Laura spagnola di Madrid che ha già attraversato la birmania prima di arrivare in Laos. La vita notturna in Laos non è così sfrenata, solitamente alle 11 chiude tutto, poco male dopo un drink al Ikon con Laura torno stremato in stanza..domani si continua…
13 Gennaio: Vang Vieng
Il bus per Vang Vieng, costato 7 dollari, ha il pick-up in hotel (come sarà per tutti gli altri trasfert di questo viaggio) alle 8.30, dopo aver raccattato tutti i viaggiatori alle 10,10 partiamo col bus dalla stazione posta leggermente fuori città. Gli scenari che si susseguono sono tutti diversi e tutti magnifici, un sali e scendi che in 3 ore ci porta finalmente a Vang Vieng. Appena arrivato sento il forte cambiamento climatico: odore d’estate. Sono in guesthouse stavolta sapendo di dover affrontare varie attività outdoor ho preferito evitare l’ostello.” Molina guesthouse” offre bungalow in legno confortevoli e arieggiati. Confermo il mio tour con la DiscoverygreenLaos per il giorno dopo al costo di 66 dollari (purtroppo ero da solo, essendo un’escursione tosta, se si fossero aggiunti altri partecipanti avrei risparmiato fino a più della metà). Dopo un giro esplorativo con altri viaggiatori sono convinto di essere in un paradiso fragile, e la mia impressione verrà confermata anche nei due giorni successivi. Vang Vieng con il fiume Nam che passa tra fantastiche montagne calcaree è la mecca dell’outdoor dopo essere stato centro di divertimento giovanile estremo. Ora i giovani sembrano più interessati alla natura che ai party, sembrano appunto… basti pensare al tubing: usando ciambelloni galleggianti si passa tra i vari bar sul fiume e si arriva (forse) in centro belli ubriachi. Un paio di giorni prima per questa pratica due ragazzi erano morti andando a finire su delle rocce a tutta velocità.
Il centro di Vang Vieng è nato dal nulla da una pista d’atterraggio usata dagli americani durante la guerra del Vietnam, ora è un susseguirsi di Ristoranti, Guesthouse e banche dove le possibilità sono tante: Trekking, kayak, zipline, mongolfiera ecc. purtroppo gli hotel spuntano come funghi e risalgono il fiume Nam distruggendo le sponde e la naturalità di questo posto, tra qualche anno si arriverà a costruire sempre più a nord raggiungendo anche i vari villaggi di etnia Mon. La sera mangio all “Happy Mango” ottimo mix Thai Lao con staff super cortese, si va poi a dormire per affrontare la camminata del giorno dopo.
14 Gennaio: Vang Vieng
Con un bel sole e 30 gradi parto dalla sede di Greendiscovery con John la mia guida di giornata. Dopo 15min di trasfert arriviamo al villaggio Mon al nord di Vang Vieng, paesino ancora autentico e immerso nella natura, da qui però si comincia a salire lungo la montagna per un buoni 50 minuti con anche una breve sosta in una fantastica grotta carsica (foto 8)
Svalichiamo e arriviamo al Secret Eden, semplicemente qualcosa di indescrivibile, un paesaggio che resterà indelebile nella mia mente quasi da far impallidire alcuni scenari del Costa Rica visto l’anno scorso (foto 9)
Scendiamo a valle e raggiungiamo il fiume per il pranzo dove vedo altre 2 guide che preparano foglie di banano da usare come piatti e tavolo. Conosco un tedesco di nome Christoph anche lui da solo con la guida che incontrerò di nuovo nell’aereo per la Cambogia e in varie altre tappe del mio viaggio. John oltre alle foglie coglie anche il fiore del banano (consistenza simile al carciofo ma con meno sapore) e si sposta in un posto dove il fiume entra in una grotta e dove prepara il barbecue (foto 10)
Dopo pranzo si prosegue in salita per 1 ora e in discesa per buoni 40 minuti fino ad arrivare nei campi di riso secchi molto vicino alla famosa Elephant Cave. Una donna sarda si dice molto delusa dalla grotta e dalle attività di massa intorno Vang Vieng sempre strapiene di koreani, ciò mi fa essere ancora più felice delle mie 3 ore di camminata in paradiso. Tornati in centro a Vang Vieng mi rilasso in un ristorantino a bordo fiume dove il tramonto è sfavillante per un aperitivo, per poi tornare a mangiare al caro Happy Mango.
15 Gennaio: Vang Vieng
Prenotato il giorno prima un tour in Kayak di pomeriggio, al costo di 10 dollari, con VLT (invece della TCK consigliata dalla lonelyplanet che aveva costi più alti, 25/30 dollari, per lo stesso tour ma con molta più gente). Avendo prenotato per le 13 posso finalmente dormire un po’ in più e dopo una colazione con french toast e Mango smoothie si parte. 10 minuti di trasfert per raggiungere il sito di partenza insieme ad altre 7 persone. Fortunatamente le guide lasciano una discreta libertà, non lesinando però di avvertirci quando il fiume diventa un po’ più pericoloso. La cosa più difficile è stata evitare gli ubriaconi in tubing e le orde di Koreani (3 persone in un kayak naturalmente trainato dalla guida). Il tour finisce esattamente sotto il mio ristorantino sul fiume dove approfitto per reidratarmi con una BeerLao. Data la mole di lavoro dei miei muscoli decido di concedermi un massaggio a 7 dollari, molto meno professionale ed efficace rispetto a quello di LP ma ne vale comunque la pena. La sera all’ostello di alcuni amici conosco una tedesca anche lei in viaggio in solitaria, un’anno e mezzo di viaggio con il suo lavoro a Monaco che stava lì ad aspettarla, impossibile non provare un po’ d’invidia. Mangiamo insieme al ADM piccolo ristorantino familiare scovato su Tripadvisor, saluto Michaela e vado a coricarmi, domani si parte per la capitale.
16 Gennaio: Vientiane
Oggi scopro che bisogna stare attenti alla compagnia di bus che si prende. Pick up alle 8.30 con partenza dalla stazione a 300m dal mio hotel alle 10; c’è un americano che avendo il volo da Vientiane alle 15 prova a dare una mazzetta al conducente per accelerare il pick up di tutti i viaggiatori, naturalmente risulta inutile. Costo 8 dollari, se si prende una compagnia che costa anche 4 dollari in più si viaggia più larghi e più sicuri. Importante è poi vedere dove fermerà la vostra compagnia nella nuova città, se avete già un hotel prenotato provate a prendere una compagnia con sede il più vicino possibile al vostro alloggio. Consiglio per le mappe offline l’applicazione Maps.me, vi sarà molto utile. Arriviamo dopo pranzo tra caldo e traffico (considerando che arrivavo da Vang Vieng ma comparato al traffico di Phnom Penh e Saigon è un paradiso), un tuk tuk per 2 dollari mi porta al mio nuovo ostello, molto carino e pulito con staff super cortese: Sayloem hostel. Vientiane è molto a misura d’uomo per essere una capitale asiatica, la viabilità è scorrevole e non è troppo difficile attraversare. Il lungofiume è incantevole ed al tramonto è uno spettacolo vedere i locali fare ginnastica o ballare insieme nella parte verde. Oltre il fiume c’è l’Issan, regione rurale della Thailandia. Mangio in un ristorantino sul lungofiume con Maji una ragazza laotiana che mi introduce ai gusti locali, forse un po’ troppo piccanti per noi europei ma sempre interessanti.
17 Gennaio: Vientiane
Alle 9 sono pronto per visitare al meglio la capitale Vientiane, il mio ostello è molto vicino al centro ma anche all’arco di trionfo (Monumento alla Vittoria). La città è molto viva e nella mia camminata in direzione del COPE mi imbatto in diversi mercati e mercatini. Il COPE (Cooperativa di Ortesi e Protesi) aiuta da sempre le vittime di mine antiuomo, ancora copiosamente presenti in Laos (si dice che ci vorranno altri 100 anni per ritrovare tutte le mine) ma è anche una sorta di museo della guerra. Consiglio vivamente la visita di questo luogo che offre anche vari documentari sulla guerra e lo sminamento attuale, potrete contribuire comprando qualcosa al souvenir shop: io optato per il caffe, buono e solidale (foto 11)
La capitale è anch’essa strapiena di templi dorati che non sembrano stonare con l’anima moderna della città. Una visita d’obbligo merita il Wat Si Muang dove sono riuscito a vedere un’autentica donazione delle persone locali ai monaci, non c’erano le miriadi di turisti con le loro fotocamere a rovinare il momento. In questo templio è anche possibile vedere la colonna d’oro dove si poggia l’intera Nazione (foto 12).
In questo mio giro per la città mi imbatto in un’altra sede della Greendiscovery e dopo un ottimo pranzo Lao al “Lao Kitchen Restaurant” mi concedono un appuntamento per poter parlare con uno dei responsabili. Il mio lavoro è quello di Guida Escursionistica in Costiera Amalfitana ed ero molto curioso di come quest’agenzia riesca a gestire i più di 100 tours che hanno per il Laos. La mia avventura in Laos finisce al fantastico Bor Bar al quarto piano di un edificio che affaccia sul lungo fiume. Il giorno dopo mi aspetta l’aereo alle 7,15 di mattina per Siem Reap, Cambogia. Non prima di avere goduto di un fantastico tramonto e un’ultima BeerLao: (foto 12)
18 Gennaio: Siem Reap
Volo con Lao Airlines compagnia di Bandiera laotiana, volo pagato 36€ preso sempre due mesi prima Incontro come previsto Cristoph, il tedesco conosciuto a Vang Vieng, al gate e dopo 3 ore compreso lo scalo a Pakse sono a Siem Reap. Se non avete preso la e-visa come me in anticipo (30 dollari) dovrete fare una piccola fila e pagare 27 dollari più altri 8 se non avete una coppia di fototessere. Il visto turistico come in Thailandia dura un mese (scadenza 16 febbraio). Io e Cristoph per i miei 3 giorni ai templi divideremo le spese per gli spostamenti. La mia guesthouse si trova all’entrata nord della famosa Pub Street (Una strada molto turistica dove potete trovare di tutto) ma fortunatamente un po’ nascosta in maniera di avere il silenzio necessario per riposare: “Kok Meng Lodge”. Appena fuori la strada c’è l’Asia Market (una sorta di family mart con prodotti locali) dove parcheggiano stabilmente dei tuk tuk. Ingaggiato il più simpatico della compagnia attendo Cristoph che arriva dal suo ostello e contrattiamo col conducente 45 dollari per tutti e tre giorni di visita ai templi. Alle 4 di pomeriggio partiamo per i templi che distano circa 6km dal centro di Siem Reap. Compriamo i ticket di tre giorni al costo di 66 dollari (il giorno 0 è gratuito )in maniera da evitare la fila alla biglietteria la mattina dopo e ci dirigiamo alla collina Phnom Bakheng, lo spettacolo del tramonto e la priva vista del Angkor Wat sono indescrivibili. Il tempio centrale Phnom Bakheng dove è possibile avere la perfetta visuale dell’Angkor Wat ha un accesso limitato a 300 persone e quindi una fila chilometrica. Tornati in centro e dopo aver mangiato in uno dei tanti ristoranti sulla pub street andiamo a dormire per immergerci il giorno dopo al meglio nell’Impero Khmer.
19 Gennaio: Angkor Wat (Piccolo Circuito)
La mattina il cielo è un po’ coperto ma non pioverà mai durante il giorno. In complesso spendo 10 ore all’interno dei templi. Io e Cristoph prendiamo una guida all’ingresso del Templio Centrale suggeritaci da Stal, il nostro amico conducente di Tuk-tuk, al costo di 15 dollari totali per un’ora e mezza nella quale ci spiegherà tutto sul tempio centrale (compresi i tantissimi bassorilievi) e un accenno sugli altri templi più importanti. Per visitare gli altri templi ci muoviamo in tuk tuk date le enormi distanze. In una giornata spesa a girare con solo un’ora di sosta per il pranzo riusciamo a completare il famoso piccolo circuito. Compro tutti i miei souvenir cambogiani all’interno dei templi in maniera da far finire i miei soldi direttamente nelle tasche dei locali che vivono nelle campagne circostanti (foto 13)
20 Gennaio: Angkor Wat (Grande Circuito)
Il giorno dopo in circa 5 ore riusciamo a terminare il grande circuito, nel complesso suggerirei a chi decide di visitare i templi di Angkor di restarci almeno tre giorni, se si hanno almeno un altro paio di giorni a disposizione prolungare la permanenza perché c’è ancora molto da vedere in più. La sera dopo un’ottima cena Khmer a base di zuppa di pesce con amok in un ristorantino sulla Pub Street (Khmer Kitchen Rest) saluto Christoph, che rincontrerò dopo pochi giorni, e vado a letto (foto 14)
21 Gennaio: Phnom Penh
Alle 8 ho il Pick-up in hotel e per le 9 siamo in viaggio, non ricordo il nome della compagnia ma ero con soli altri due turisti insieme a tutti autoctoni in un bus da 30 posti. In genere si impiegano circa 4 ore, compreso il traffico per entrare in città, per arrivare nel centro della capitale. Dalla stazione del bus condivido un Tuk-tuk con un tedesco (lui era nella capitale per dirigersi il giorno dopo nella giungla Ratakiri, altro posto che visiterò quando tornerò in questa nazione) al costo di 2 dollari. Il mio Ostello, lo One Stop Hostel, è davvero carino e proprio al termine del lato nord del lungofiume. Mi affretto a visitare il palazzo presidenziale,che alle 16 chiude i battenti. Pago 3 dollari un tuk-tuk per 2.5km di tragitto (contrattate sempre sul prezzo) e 9 dollari l’entrata al palazzo. Posto stupendo specialmente la famigerata Pagoda d’Argento con un pavimento di vero argento (completamente coperto da tappeti), un buddha di smeraldo e un altro d’oro con collana di migliaia di diamanti. All’interno purtroppo non è possibile fare fotografie. La sera ceno al Puddy Rice ottimo Pub Sport sul lungofiume dove mangio un autentico Cottage Pie irlandese e posso godere della vittoria del Napoli sull’Atalanta (foto 15)
22 Gennaio: Sihanoukville
Il mio bus per Sihanoukville parte alle 15,00 così da avere il tempo di visitare il toccante museo del Genocidio il quale è sicuramente un posto in cui soffermarsi e riflettere e ,se volete, parlare con qualche reduce dell’orribile ex S-21. Phnom Penh dà l’impressione di una piccola Bangkok per un turista di passaggio, ma credo sia comunque una città abbastanza vivibile nonostante il caldo asfissiante. Compro un biglietto per Saigon per il giorno 26 gennaio alla Sapaco bus suggerita da lonely planet (essendo vietnamita le pratiche durante il passaggio alla frontiera sono più svelte) al costo di 12 dollari. Alle 3 parto con Mekong express (che ha la sede non al centro di Sihanoukville ma nonostante ciò verremo accompagnati alla piazza dei due leoni con delle auto) per la costa in un 3 ore fantastiche di bus dove posso vedere la Cambogia più vera (foto 16).
A Sihanoukville sarei potuto arrivare anche da Siem Reap con un bus notturno ma è notoriamente un tragitto pericoloso da come si evince dai commenti sui vari forum. Arrivato a destinazione compro subito un biglietto per il traghetto del giorno dopo, si va a Koh Rong Sanloem (costo 22 dollari a/r). Mi appoggio in un’ostello vicino al porto dove mi accoglie un bell’acquazzone, mangio a volo in ostello e mi ritiro nella mia stanza. Sihanoukville per quel che ho sentito non è una città sicurissima specialmente la sera, in ogni caso nonostante la bellezza di Otres beach consiglierei a chi viene in questa zona di fiondarsi direttamente sulle isole.
23 Gennaio: Koh Rong Sanloem
Il biglietto del traghetto comprende anche il pick up in hotel anche se non ne ho bisogno. In poco più di un’ora siamo a Koh Rong Sanloem da non confondere con la più grande Koh Rong anch’essa molto bella ma più incline ai party e sicuramente più affollata. Su quest’isola non sono presenti ATM e solo pochi hotel/ristoranti accettano carte di credito (con 3% di commissione). Approdo a Saracen bay, la lunghissima lingua di sabbia bianca che affronto zaino in spalla, con sosta per pranzo causa pioggia,fino all’imbocco del sentiero per Sunset beach. Bisogna seguire le indicazioni per i vari alloggi, fortunatamente il cartello del mio è il primo che compare: Sleeping Trees. Dopo 45 minuti di salita e poi discesa su un sentiero nella giungla reso più impervio dalla pioggia arrivo in quella che per due giorni sarà la mia casa (foto 17 e 18)
Su Sunset beach ci sono 5/6 alloggi che collaborano come una piccola comunità cercando di non pestarsi i piedi, ad esempio il mio si occupava solo di immersioni mentre quelli affianco solo di kayak o di pesca. Il tramonto in questo posto è fantastico e l’atmosfera su questo lato dell’isola è magica, riesci facilmente a dimenticare tutto e goderti il momento. La sera lo Sleeping Tree organizza la cena familiare, la prima sera pago 6 dollari per una quantità infinita di lasagna con (ci tengo a precisarlo ai presenti) sugo alla bolognese. In generale è un’ottima scusa per conoscere tutti gli altri viaggiatori che alloggiano con me.
24 Gennaio: Koh Rong Sanloem
La mattina mi sveglio pigramente e prenoto per la sera lo snorkeling notturno. Affronto nuovamente il sentiero che mi porta a Saracen bay non goduta a pieno il giorno prima causa pioggia. Dopo un bagno da cartolina e un pranzo a base di pesce decido di tornare a Sunset beach per aspettare il tramonto (foto 19)
Riposo pigramente sul mio tratto di spiaggia e attendo la sera per il Kayak notturno con snorkeling tra il plancton fluorescente. Al costo di 10 dollari, il complesso di bungalow affianco al mio organizza questo tour tutte le sere (se siete soli pagherete 15dollari). Esperienza sicuramente stupenda quella di partire col kayak di sera nel silenzio più assoluto per raggiungere il punto dove il plancton è più visibile, già remando riesco a vedere i primi riflessi fluorescenti. La guida ci assicura che non ci sono squali date le innumerevoli reti da pesca che ci sono più al largo. Ci vengono fornite le maschere per entrare in acqua o meglio in un mondo magico subacqueo, ad ogni nostro movimento il plancton si illumina. Dopo una mezz’oretta in acqua ci avviciniamo a un lato della costa dove sembra esserci una sorta di albero di Natale: sono decine di lucciole che si concentrato solo uno specifico albero. Tornando verso la spiaggia basta puntare una torcia in acqua per vedere milioni di piccoli gamberetti saltare e tutta una serie di pesci dargli la caccia, il più interessante e aggressivo è sicuramente il pesce siringa. Dopo un abbondante cena Khmer in famiglia vado a coricarmi per affrontare presto il giorno dopo il sentiero che mi riporterà a Saracen bay e di nuovo sulla terra ferma.
25 Gennaio: Phnom Penh
Questo è stato un giorno principalmente di viaggio,in totale ho impiegato 6 ore da Sihanoukville. Entrare a Phnom Phen da sud è molto più lento rispetto a quando si arriva da Siem Reap causa il traffico che si concentra specialmente dalle 17 alle 21. Un’ottima compagnia per muoversi in Cambogia è la “Giant Ibis”, parte dei soldi del ticket vanno alla protezione dell’Ibis gigante, specie di uccello protetta in quest’area. La sera mangio in un ristorante, dove sono l’unico turista, trovato per caso; l’unico incontrato in Cambogia che ha i prezzi sul menù solo in moneta locale: Lego Restaurant. Incontro di nuovo Christoph arrivato il giorno prima da Siem Reap ed insieme ci godiamo una birra al favoloso Eclipse bar, sulla cima di un palazzo di 30 piani, senza fare troppo tardi perché domani si va in Vietnam (foto 20)
26 Gennaio: Saigon
Pick-up alle7,30 ed alle 8 si parte dalla stazione della Sapaco. Come previsto alla frontiera tra Cambogia e Vietnam siamo i primi a passare, io il primo in assoluto avendo l’ e-visa pagata 23 dollari online, ma per noi europei non c’è bisogno della Visa per soggiorni di meno di 15 giorni. In totale per arrivare ad Ho Chi Min impieghiamo 7 ore, a 3km dal centro scendiamo dal bus e gratuitamente ci accompagnano con dei taxy fino all’ingresso della walking street. Consiglio di non alloggiare troppo vicino questa strada se si vuole sperare di dormire. Mangio in un ristorante molto economico e buono: il Pho Ba La, al costo di 4400 Don (2 dollari) mangio zuppa di maiale con noodles di riso e una buona birra Saigon. Dopo un giro esplorativo della città capisco che ci sono più motorini che in ogni altro posto al mondo, in alcuni tratti non è possibile camminare a piedi perché anche il marciapiedi è di proprietà degli scooter. Incontro fuori dal centro Dung una dolcissima ragazza conosciuta su Couchsurfing, ceniamo assieme al clocksteaks (caro ma buono) e poi mi porta in un grazioso bar tutto in legno dove una band suona pezzi internazionali tradotti in vietnamita: “Soi Da bar”.
27 Gennaio: Saigon
Prenoto un tour per il delta del Mekong per il giorno dopo e mi accingo a visitare la principale attrazione di Saigon: il museo della Guerra o anche il museo della barbarie statunitense. In alcune aree del museo mi è stato difficile trattenere le lacrime; sulla guerra in Vietnam si è detto tutto ma le foto che vedrete qui vi faranno perdere le parole e vi faranno ragionare per giorni, quelle più impressionanti sono sicuramente quelle che riguardano l’agente Orange. Dung il giorno prima mi aveva avvertito di una finale di calcio importante, scopro essere Vietnam-Uzbekistan Coppa d’Asia under-23. Se la città è caotica normalmente potete immaginare cosa possa essere durante quest’evento, del resto anche se perderanno all’ultimo minuto dei supplementari scenderanno lo stesso tutti in strada per festeggiare per almeno una decina di ore. La sera ribecco Christoph e insieme assaggiamo delle ottime birre artigianali al Ong cao sulla walking street.
28 Gennaio: Saigon
Pick-up per il tour al delta del Mekong alle 7,30 con partenza effettiva alle 9, il costo è di 15 dollari preso in una agenzia sulla walking street. Le guide dividono noi dagli altri viaggiatori che affronteranno più di un giorno sul delta. In 2 ore siamo a Ca Be, la giornata in sé è stupenda e ci sono molte attività. Iniziamo subito con un Thè locale per poi passare a vedere la lavorazione dei vari dolci come ad esempio il riso soffiato mischiato a zenzero, vaniglia e altro. Dopo qualche cicchetto di rice whishey prendiamo la barca dove ci fermeremo a fare la conoscenza di alcuni locali che vivono letteralmente su delle barche di legno (foto 21)
Approdati su un’altra sponda del fiume ci forniscono di biciclette e dopo 2km fantastici siamo al luogo del nostro pranzo, in una vecchia casa con legno intarsiato. La barca ci conduce ad un’altra casa dove dopo avere bevuto altro Thè vieniamo allietati dalle canzoni rurali del posto, fantastici i nostri cantanti/attori che ci rappresentano la vita locale attraverso la musica. Dopo una passeggiata di 20 minuti siamo su un piccolo affluente dove ci aspettano delle mini-barche in legno, ci vengono forniti cappello tipico e remi e dopo 30minuti emozionanti raggiungiamo di nuovo il Mekong dove la nostra barca ci riporterà al bus (foto 22).
La sera ho giusto il tempo per salutare Christoph, la mattina dopo ho il mio aereo per Phuket dove avrò una settimana di mare e relax. Il Taxi per l’aeroporto impiega 45 minuti dal centro al costo di 12 dollari.
29 Gennaio – 7 Febbraio: Phuket
Il mio viaggio itinerante termina in Thailandia, da Phuket è possibile raggiungere molte isole e luoghi stupendi. Il mio volo da Ho Chi Min con VIetjet air è stato pagato 25 euro preso sempre due mesi prima. Sull’isola consiglio di fermarsi a Nai Harn beach (lato sud) e Surin beach (lato centro-ovest). Attorno Phuket ci sono le famosissime Phi Phi islands (Maya bay è uno spettacolo), vi consiglio di alloggiarci almeno una notte e prendere una long tail boat privatamente e magari partire presto all’alba per evitare i turisti cinesi. Ancora meglio secondo me è la zona di Ao Nang da dove potete visitare varie isole stupende e non troppo affollate (Chicken is.,Poda is. e Hong is.). Da Phuket arrivando alla baia di Chalong sempre con una long tail Boat potete arrivare a Raya e Coral Island (molto affollate) oppure potete scegliere di prendere dei tour in giornata per le isole più lontante: Le Similian islands sono ora invase dai cinesi quindi consiglio due isole molto più a sud: Koh rok (il miglior snorkeling in Thailandia) e Koh randan (Emerald cave).
Il 7 sera parto per Bangkok con volo Thai red Lion pagato 18 euro, preso 2 mesi prima. Alle 8 del’8 febbraio il volo Qatar parte e il mio viaggio giunge al termine.
Il mio lavoro è quella di guida escursionistica, nonostante abbia viaggiato un po’ è la prima volta che provo a scrivere dei miei giri. www.cartotrekking.com
Giovanni Caci