Natale in Israele e Palestina

Un viaggio tra cultura e natura in Israele, con una puntata in Palestina
Scritto da: puremorning1999
natale in israele e palestina
Partenza il: 26/12/2017
Ritorno il: 07/01/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. La prima domanda che ci si pone prima di un viaggio in Israele è quanto sia sicuro andarci. La risposta ovviamente non è semplice: probabilmente se si aspetta un momento di pace assoluta per visitare il paese, si corre il rischio di non riuscire mai ad andarci. Noi abbiamo viaggiato tre settimane dopo la decisione di Trump di spostare l’ambasciata USA a Gerusalemme, in un periodo quindi più caldo di altri, ma abbiamo deciso di andarci lo stesso perché sia la Farnesina che il Ministero degli Esteri UK non lo sconsigliavano, ma si limitavano a suggerire delle precauzioni. In ogni caso, non ci siamo mai sentiti in una situazione di insicurezza.

2. Il periodo da noi scelto, le vacanze natalizie, forse non è ottimale, ma tutto sommato non ha comportato problemi. Certo, ad Eilat il mare non è caldo (siamo riusciti però a fare il bagno lo stesso) ed a Gerusalemme abbiamo avuto mezza giornata di diluvio, un paio di giorni di freddo intenso ed una quantità di turisti impressionante, ma nonostante ciò il viaggio è stato ampiamente godibile.

3. Prezzi. Israele è un paese costoso. In generale, possiamo dire che i prezzi sono più alti di quelli di Milano, con hotel e ristoranti particolarmente costosi, per cui abbiamo dovuto fare un po’ di attenzione per evitare spese folli. Il cambio medio è stato di 0,24€ per 1 Shekel.

4. Quanto ai trasporti abbiamo noleggiato un’automobile per parte della vacanza e preso un volo interno. Non abbiamo utilizzato mezzi pubblici, con l’eccezione del Light Rail a Gerusalemme per visitare lo Yad Vashem. Abbiamo prenotato l’auto, una KIA, con Shlomo Sixt (tramite il sito USA di Expedia; 316,64 €, inclusivo di assicurazione ed eliminazione franchigia) ed abbiamo guidato in totale per 945 km. Nonostante avessimo letto su Tripadvisor, dopo la prenotazione, delle recensioni terribili sulla Sixt, tuttavia non abbiamo avuto alcun tipo di problemi. Diversamente, il sito USA di Expedia aveva “dimenticato” di inserire nel costo totale che ci sono delle imposte locali obbligatorie, per cui dubito che lo utilizzeremo nuovamente. Gli israeliani al volante sono un po’ come gli italiani, per cui… giudicate voi! Non ci è stata richiesta la patente internazionale ed abbiamo evitato di guidare in Cisgiordania perché è possibile solo con pochissime agenzie di noleggio.

Il nostro volo (Milano Malpensa-Tel Aviv Ben Gurion con El-Al; Tel Aviv Ben Gurion – Milano Malpensa con EasyJet; € 343 a testa con spedizione di 1 bagaglio) è stato molto buono, esattamente come il volo interno Eilat-Tel Aviv Ben Gurion con Arkia (46€ a testa).

5. Alberghi: considerati i prezzi elevati, abbiamo preso hotel abbastanza economici e ci siamo trovati sempre bene. A Tel Aviv abbiamo soggiornato in una casa trovata con Airbnb ed è stata un’esperienza positiva. In genere, i prezzi più bassi sono disponibili partendo da www.kayak.it, che rinviava spesso al sito www.agoda.com.

6. Il cibo è lo stesso che si trova nei paesi confinanti: hummus, carne, shwarma, ecc. A causa dei costi elevati siamo andati sempre in ristoranti molto economici ed abbiamo mangiato spesso hamburger. Buono, ma un po’ ripetitivo.

7. Quanto alle guide, abbiamo utilizzato la Lonely Planet del 2015 e la DK Eyewitness per Gerusalemme, entrambe buone.

8. Un consiglio per lo Shabbat: come leggerete ampiamente sulle guide, lo Shabbat comporta la chiusura di moltissime attività: ristoranti, musei, trasporti, in particolar modo. In realtà abbiamo notato che i taxi sono comunque disponibili e che a Tel Aviv e Gerusalemme in centro qualche ristorante era aperto. Inoltre, qualche monumento, soprattutto le chiese a Gerusalemme, resta aperto, per cui il consiglio è di pianificare attentamente la vostra vacanza se non avete moltissimi giorni, in modo da sfruttare al meglio il tempo a vostra disposizione.

1° giorno

Partiamo puntuali alle 11:30 da Malpensa con il volo El Al. Consigliamo a tutti di recarsi in aeroporto con un anticipo di circa tre ore, perché i controlli sono davvero approfonditi. Dopo un volo piacevole atterriamo a Tel Aviv con qualche minuto di anticipo. I famigerati controlli alla dogana sono in realtà poco più che una formalità, nonostante sul nostro passaporto ci sia un visto turistico dell’Iran. Ritirata la macchina (ci fanno anche un upgrade gratuito) andiamo a Netanya e lasciamo il nostro bagaglio in hotel (Hotel Orit, Shderot Chen 21; ILS 280 la doppia con bagno in camera e colazione; bello l’hotel e molto cortese il proprietario). Andiamo in centro e ceniamo a base di hummus e fish & chips presso il Pundak Hayam; 135 ILS; buono).

2° giorno

Dopo una buona colazione arriviamo a Cesarea. All’inizio il sito non ci sembra niente di eccezionale, ma dopo averlo girato per bene, cambiamo opinione e, pur non essendo all’altezza dei più famosi siti romani, è sicuramente una sosta piacevole se siete da quelle parti. In tarda mattinata arriviamo ad Akko. Questa cittadina, al contrario, ci colpisce sin dall’inizio. Cominciamo dalla Hall dei Cavalieri, davvero splendida, proseguiamo con la visita del bagno turco (bello, ma rovinato da una rappresentazione cinematografica davvero troppo kitsch) e della Moschea Al-Jazzar, seguita da un giro sulle mura e da una visita al “Treasures in the Wall Museum”, un museo di folclore situato all’interno delle mura, molto più interessante di quanto non sembrerebbe. Bellissima anche la passeggiata vicino al mare sulle mura a sud della città, nonché del bazar turco. Akko è una città davvero splendida, che non dovrebbe mancare in nessun itinerario. Nel tardo pomeriggio decidiamo di cenare a Nazareth. Facciamo appena in tempo a sbirciare all’interno della Cattedrale dell’Annunciazione, che ci sembra davvero orribile, e della chiesa di San Giuseppe, che non ci sembra niente di che. Per fortuna la cena è davvero molto buona (Abu Ashraf; falafel, hummus, schwarma di pollo ed insalata per ILS 150), anche se all’uscita del ristorante due ragazzini ci danno un bel po’ di fastidio perché vogliono dei soldi, che ovviamente non diamo. In circa mezz’ora raggiungiamo il nostro hotel (Bet Alfa Kibbutz Country Lodging; Ha-Yeduot St 3, Bet Alfa; Tel.: +972 4 6533026; € 75,94 la doppia con bagno e colazione; buono).

3° giorno

Dopo la nostra notte in kibbutz, visitiamo il mosaico della sinagoga Bet Alfa. Molto semplice, ma altrettanto interessante. Carina anche l’esposizione, con un video e dei giochi di luci che consentono una migliore comprensione dell’opera. Ci dirigiamo quindi a Beit She’an. Le rovine romane sono estremamente interessanti, così come anche la forma urbis. È sorprendente come solo una piccola parte della città sia stata portata alla luce. Anche se le rovine sono un po’ fuori mano, un viaggio fin qui merita sicuramente. Dopo un paio d’ore, senza trovare miracolosamente traffico, arriviamo a Tel Aviv. Ci fermiamo un’oretta al vecchio porto, adesso ristrutturato, per una sosta mangereccia e poi, dopo aver parcheggiato l’auto in un parcheggio privato del teatro nazionale, depositiamo i bagagli nella casa che abbiamo trovato con Airbnb (€ 131,39 per due notti per una stanza doppia e bagno condiviso; buona). Usciamo subito dopo ed arriviamo al Bauhaus Center, dove prendiamo due audio guide e facciamo il giro guidato, anch’esso molto interessante. Nel tardo pomeriggio ci fermiamo per una sosta al Miznon (King George 30; 160 ILS per due pite, una ‘runover potato’ ed una quantità illimitata di pane arabo con salsine; ottimo). Chiudiamo la serata con una lunga passeggiata su Sderot Rotschild, una delle principali arterie cittadine, con molti locali, ristoranti e gente che passa la serata in giro.

4° giorno

Ci svegliamo molto presto, perché il padrone di casa ci ha consigliato di recarci al Carmel Market di prima mattina. Alle otto però siamo praticamente quasi da soli! Dopo un giro nell’interessante quartiere di Neve Tzedek, raggiungiamo la vecchia stazione ferroviaria, interessante complesso di edifici che attualmente ospita ristoranti e bar e concludiamo il giro con la visita del mercato delle pulci a Jaffa, in realtà non particolarmente interessante. Alle 11 inizia il tour gratuito guidato della Sandeman’s (http://www.neweuropetours.eu/telaviv/en/home), che ci porta in giro per la città vecchia di Jaffa. La nostra guida, Ori, è in gamba, per cui il tour è affascinante. Dopo una sosta in un negozio di pita e falafel nei pressi della torre dell’orologio, iniziamo a percorrere il lungomare. La giornata è molto bella, anche se di tanto in tanto cade stranamente qualche goccia d’acqua. Il tramonto sul mare è davvero splendido. Nel tardo pomeriggio continuiamo il nostro giro a caccia di edifici Bauhaus: in piena vigilia dello Shabbat Tel Aviv è una città incredibilmente tranquilla. Ceniamo con un ottimo Schnitzel Wrap in un locale dal nome non meglio identificato all’angolo tra Nag’ara ed Allenby (al modico prezzo di 60 ILS) e, dopo un altro giro in Rotschild, torniamo a casa.

5° giorno

Sveglia molto presto perché ci vogliono circa due ore per arrivare a Masada. In realtà, complici una cattiva gestione dei sistemi di navigazione disponibili (Waze e maps.me), facciamo una strada più lunga perché, dopo aver rischiato di finire nei Territori Occupati, abbiamo dovuto ripercorrerla in parte. Il consiglio è quindi quello di controllare sempre la destinazione finale nella sua interezza per essere certi di non finire in zone dalle quali non si potrebbe passare. Masada è una meta davvero affascinante e, anche se un po’ affollata, merita il viaggio. Un po’ meno l’annesso museo, simpatico ma datato. Nel primo pomeriggio riprendiamo l’auto e raggiungiamo Ein Bokek, la nostra destinazione sul Mar Morto (Leonardo Inn Hotel Dead Sea; € 125,50 la doppia con bagno, cena e colazione; molto buono). Il simpatico receptionist ci dice di avere due fratelli che lavorano in Italia e di esserci stato lui stesso da poco. Nel giro di pochi minuti siamo in spiaggia: fuori si sta bene, ma l’acqua è fredda, tanto che anche tedeschi e americani hanno le loro difficoltà! Comunque è impossibile resistere, per cui con un po’ di coraggio ci immergiamo nelle splendide acque del Mar Morto. Al tramonto ci trasferiamo nella spa del Leonardo Hotel (non è il nostro, ma appartiene alla stessa catena ed abbiamo diritto di accesso), dove ci aspetta una piacevole sorpresa: le piscine termali sfruttano le acque del Mar Morto, ma riscaldate. Cena dignitosa in hotel e poi a letto presto.

6° giorno

Ci alziamo presto per fare una passeggiata lungo il Mar Morto, bellissimo nella pace e nella luce del mattino. Dopo colazione raggiungiamo poi in tre quarti d’ora i resti della città nabatea di Mamshit, che visitiamo in un’oretta. La città è interessante, in particolar modo le due chiese e la diga. Proseguiamo poi per l’altra città nabatea di Avdat, anch’essa patrimonio Unesco. Questa città si trova in una posizione scenografica ed è davvero bella, per cui la decisione di venire fin qui è stata ripagata. Come meravigliosa è anche la tappa successiva, vale a dire Mitzpe Ramon: visitiamo il Makhtesh Ramon con un tour in Jeep organizzato dal signor Eyal (http://www.explore-il.com/info/; 800 ILS la jeep, che condividiamo con due turisti svizzeri. Questo tipo di tour non è economico, ma se si è fortunati come accaduto a noi e si riesce a risparmiare qualcosa, è un’esperienza molto bella). La nostra sistemazione è nell’HI Hostel Mitzpe Ramon (http://www.iyha.org.il/hostels/south-hostels/mitzpe-ramon/?lang=en; 83€ la doppia con bagno e colazione; buono). Ceniamo al vicino Havit (ILS 160 per due hamburger ed una birra; buono) e torniamo in hotel, dove aspettiamo mezzanotte per brindare con una birra. Purtroppo la TV israeliana non dà spazio ai festeggiamenti per il nuovo anno, per cui dobbiamo utilizzare un sito internet con l’ora esatta per capire quando arriva mezzanotte!

7° giorno

Veniamo svegliati alle 7 del mattino da un martello pneumatico impegnato a risistemare l’esterno dell’ostello, per cui dopo colazione iniziamo in anticipo i trekking nel Maktesh Ramon. Il primo è il brevissimo trek al Carpentry, seguito da quello di un’ora e mezzo all’Harut Hill ed alla Ardon Valley e concluso con quello di quasi due ore al caravanserraglio ed alla sorgente di Saharonim. Gli ultimi due in particolare sono molto belli e non molto impegnativi e consentono di vedere aspetti tra loro differenti del Maktesh Ramon. Nel primo pomeriggio lasciamo questo luogo splendido, che non dovrebbe mancare nei viaggi in Israele se amate la natura, e ci mettiamo in auto con destinazione Eilat. Depositiamo i bagagli nel nostro alloggio (Custo Guest House, Mishol Shoshan 2; guesthousecusto@gmail.com; 40€ la doppia con bagno condiviso; bello) e, dopo un breve giro nella Marina e nella Laguna, che non sono male, ceniamo in un locale chiamato Omer’s https://www.tripadvisor.com/Restaurant_Review-g293980-d9858471-Reviews-Omer_s-Eilat_Southern_District.html; 160 ILS per due hamburger e due contorni; ottimo).

8° giorno

La giornata è dedicata al mare, complice un tempo magnifico. Prendiamo a noleggio due maschere e, su consiglio del ragazzo che gestisce la Custo Guest House, raggiungiamo la spiaggia libera di fronte al Princess Hotel, che al momento è chiuso per ristrutturazione, preferendola alla più nota spiaggia Coral Beach. Dopo aver superato il timore causato dalla vicinanza al Sinai (è proprio a ridosso del confine con l’Egitto), ci rendiamo subito conto che si tratta di un posto molto bello: c’è un pontile che consente di calarsi a pochi metri dalla barriera, che qui è proprio a ridosso della spiaggia. Se da un lato i coralli non sono moltissimi, dall’altro sono meravigliosi e circondati da una moltitudine di pesci – vediamo anche un pesce scorpione, una quantità impressionante di pesci siluro ed un polipo! L’unico aspetto non proprio positivo è che, essendo gennaio, la temperatura dell’acqua non è piacevolissima, per cui le singole immersioni non durano tanto. Nel tardo pomeriggio restituiamo l’auto ed al banco check-in del volo Arkia per Tel Aviv ci viene chiesto se vogliamo prendere un volo che parte un po’ prima del nostro. Noi accettiamo e così, dopo un’altra ottima cena da Omer’s ed un volo in compagnia di simpatiche hostess per l’aeroporto Ben Gurion, arriviamo con lo shuttle della Nesher (ILS 64 a persona) nella nostra sistemazione (Barkai Studios, HaNevi’a, Hulda HaNevi’a St., Tel.: 972-2-501-7307; ; €72 la doppia con bagno e cucinino e caffè/tè per la prima colazione; buono).

9° giorno

Oggi è una giornata molto impegnativa: sappiamo che per riuscire ad entrare al Temple Mount, che ha degli orari piuttosto limitati, è necessario essere lì verso le 6:30 del mattino, ragion per cui lasciamo la nostra abitazione alle 6:10. Il primo impatto con la città vecchia di Gerusalemme è meraviglioso: vediamo l’alba sorgere su una città quasi completamente deserta, mentre i primi fedeli della giornata si recano verso il Muro del Pianto. Arrivati alle 6:45 all’ingresso del Temple Mount, vediamo con piacere che non c’è quasi nessuno in coda e scopriamo che l’orario di apertura è alle 7. Pochi minuti dopo inizia a formarsi una fila che alle 7 diventa già abbastanza consistente. Inutile descrivere nei minimi dettagli il nostro tour in questa città spettacolare. In poche parole, dopo la visita al Temple Mount, seguiamo l’itinerario suggerito dalla Lonely Planet nel quartiere Cristiano e proseguiamo con una interessante visita alla Tower of David (molto consigliato il tour gratuito in inglese alle 11). Dopo una rapida, ma soddisfacente sosta nel limitrofo Tala Hummus and Falafel (https://m.facebook.com/photo.php?fbid=323186601150275&id=160073840794886&set=a.160731537395783.35796.160073840794886&refid=13&__tn__=%2B%3E; poco più di 100 ILS per due hummus e falafel; ottimo), visitiamo il quartiere ebraico, seguendo il tour suggerito dalla guida DK Eyewitness e concludiamo con una visita al quartiere musulmano e alla Via Dolorosa. Gerusalemme vecchia è davvero un posto straordinario, solo in parte minima rovinato dalle orde di turisti, in gran parte gruppi organizzati dalle parrocchie. Cena un po’ insolita a base di zuppa e di shakshuka nel ristorante Hamarakiya (4 Koresh; 115 ILS; ottimo).

10° giorno

Iniziamo la giornata con la visita alla vicina chiesa etiope e con un giro nel quartiere ebreo ortodosso di Mea Shearim. Per quanto interessante possa essere questo quartiere, va detto che guardare delle famiglie ebree ultraortodosse andare in giro con gli abiti tradizionali, non è quell’esperienza sconvolgente che pure abbiamo letto in alcuni resoconti. Proseguiamo con il mercato di Mahane Yehuda, carino ma non memorabile e con il quartiere di Nahla’ot. Con una mezz’ora di cammino passando vicino alla Knesset, raggiungiamo quindi il Monastero della Croce: se siete nei paraggi, una visita va bene, ma non venite apposta fin qui. Segue una lunghissima visita all’Israel Museum, molto grande ed altrettanto interessante, anche se l’organizzazione delle sale a volte è un po’ confusa. Torniamo quindi al Jaffa Gate, dove ci aspetta la Night Spectacular nella Torre di David. È uno spettacolo un po’ stile Las Vegas, ma davvero godibile. Dopo un’altra cena al Tala Humus & Falafel (170 ILS), torniamo nel nostro B&B.

11° giorno

Oggi è previsto brutto tempo, anticipato dalla forte pioggia e dal vento notturni. Al mattino la situazione sembra migliorare un po’. Andiamo quindi a visitare con la Light Rail lo Yad Vashem, Il museo dell’Olocausto. Ogni descrizione è superflua e bisognerebbe davvero visitarlo. La nostra visita è stata molto intensa, nonostante la quantità terrificante di gente. All’uscita il maltempo torna ad imperversare, per cui decidiamo di ritornare nella nostra stanza dalla quale usciamo solo per una rapida cena (hamburger da Iwo’s, Hillel St.; 86 ILS per un hamburger, patatine e due bibite; ordinario) e per goderci un po’ della città nella calma surreale dello Shabbat.

12° giorno

Abbiamo prenotato con la Abraham Tours (https://abrahamtours.com/tours/best-of-the-west-bank-tour/) un tour nei Territori Occupati per 375 ILS a testa, che ci porterà a Betlemme, Jericho e Ramallah. Ci è sembrata infatti la soluzione più sicura e rapida, considerato che l’alternativa sarebbe stata arrivare a Betlemme in bus e poi negoziare con un tassista la visita alle tre città. Iniziamo da Ramallah, dove visitiamo il centro e la tomba di Arafat e raggiungiamo poi Jericho per visitare le rovine di Tell Es Sultan. In realtà non c’è tantissimo da vedere, ma se si pensa che il silos è dell’8500 a.C… Proseguiamo quindi per Betlemme e, dopo una sosta allo Shepherds’ Tower per il pranzo (molto buono, peraltro), arriviamo alla Chiesa della Natività. Oggi è il 6 gennaio e domani alcune chiese ortodosse celebrano il Natale, per cui c’è una folla incredibile e non si riesce a visitare la Grotta. Ciononostante, l’atmosfera è magica e vedersi circondati da fedeli copti mentre un religioso assiro ortodosso celebra la messa, non è da tutti i giorni. Dopo un’altra breve sosta culinaria per un dolce ed un caffè, arriviamo a vedere il muro vicino al negozio di Banksy. La nostra guida, come ha fatto anche nel corso del viaggio finora, ci fornisce una serie di informazioni politico-sociali sulla questione palestinese, le quali ci consentono di vedere la situazione in un’ottica differente. Il tour alla fine si rivela soddisfacente, per cui lo consigliamo a tutti. Tornati a Gerusalemme, dopo un’ultima visita al Muro del Pianto, torniamo dalle parti di Jaffa Street, per una birra ed un ottimo dessert al Barood (http://www.rol.co.il/images/sites/barood/eng.html; ILS 150 circa).

13° giorno

Giorno di partenza: la proprietaria del B&B ci prenota un taxi collettivo con la Nesher, che ci porta a Ben Gurion. Dopo un rapido check-in (che contrasta con le descrizioni di altri turisti sul nostro stesso volo, i cui bagagli sono stati meticolosamente passati al setaccio), prendiamo il nostro volo Easyjet, che ci porta in orario al terminal 2 di Milano Malpensa.

Israele non è un paese semplice da capire, ma è affascinante e molto interessante, per cui il nostro consiglio è di mettere da parte le proprie paure e visitarlo, certi che sarà un’esperienza splendida.



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