Balcani in camper

Un tour tra panorami mozzafiato, imponenti fortezze e città ricche di storia. 10 giorni, 3.313 chilometri percorsi, 6 nazioni attraversate e qualche piccolo imprevisto
Scritto da: Doc McStuffins
balcani in camper
Partenza il: 21/08/2017
Ritorno il: 31/08/2017
Viaggiatori: 5
Spesa: 500 €
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21/22 AGOSTO

Alle 18 ritiriamo il nostro camper a noleggio; tempo di caricarlo e intorno alle 20 siamo già in viaggio direzione Sarajevo: ci aspetta una notte di viaggio e più di 1000 km. Il programma è di fermarci qualche giorno a Sarajevo per visitare la città e poi andare in Montenegro passando il confine all’altezza di Scepan Polje, visitare il parco nazionale del Durmitor, il lago Skadar e concludere la vacanza con qualche giorno di mare lungo la costa.

Attraversiamo il confine Italo-Sloveno nei pressi di Gorizia, proseguiamo in direzione Liubljana, quindi verso Zagabria. A questo punto lasciamo l’autostrada per attraversare il confine bosniaco a Slavonski Brod: sono le 8 del mattino e siamo super carichi all’idea che tra poche ore saremo a Sarajevo, città che sogno di visitare da anni! Il nostro entusiasmo cade miseramente in frantumi pochi minuti dopo contro il muro della burocrazia bosniaca: i documenti del mezzo non sono originali (ma copie conformi) e quindi non ci lasciano attraversare il confine. Ci dicono che dobbiamo tornare indietro ed entrare in Montenegro passando dalla Croazia. Che fare? Seguire i consigli dei poliziotti bosniaci e farci altri 700 km (con l’incognito che in Montenegro potessero farci gli stessi problemi alla frontiera)… oppure tentare di entrare in Serbia, il cui confine era a soli 40 minuti di strada? Ovviamente scegliamo la seconda opzione, tanto più che sulla guida della Lonely che abbiamo con noi c’è anche un capitolo dedicato alla Serbia. Fortunatamente la Serbia ci accoglie a braccia aperte e questo popolo si dimostra da subito estremamente cortese e accogliente. Stremati dal viaggio puntiamo verso Zemun, alle porte di Belgrado, dove il sito del turismo serbo ci segnala la presenza di un campeggio. Il Camp Dunav, come suggerisce il nome, si trova lungo il Danubio, in zona periferica ma ben servita dai mezzi (ci sono autobus frequenti che portano a Zemun centro e a Belgrado), i servizi sono spartani ma puliti e il personale è gentile; per due notti 5 persone + camper e elettricità spediamo 76,00€. La sera decidiamo di andare a Zemun, cittadina che prosegue praticamente senza soluzione di continuo in Belgrado, famosa per i suoi ristoranti lungo il Danubio. Zemun ha un piccolo centro storico molto carino, ma ciò che conquista è senza dubbio la passeggiata lungo le rive: noi arriviamo al tramonto, quando il bel Danubio blu si tinge di tutte le sfumature del rosa regalando scorci meravigliosi. Dopo aver appagato gli occhi, è ora di appagare anche lo stomaco! I ristorantini sono uno più bello dell’altro e la scelta non è facile; alla fine decidiamo per il Reka: prendiamo delle bruschette, un fritto di calamari (davvero ottimo!) e gli immancabili cevapi spendendo meno di 10€ a testa. Per il rientro decidiamo di prendere un taxi che ci riporta al campeggio.

23 AGOSTO

Il mattino, dopo una colazione con vista sul Danubio, partiamo alla scoperta di Belgrado. Grazie al wi fi free presente sugli autobus riusciamo a scendere nel posto giusto, cioè nei pressi di Tgr Republike: a far da cornice alla piazza ci sono i due bei palazzi che ospitano il Museo Nazionale (in ristrutturazione) e il Teatro Nazionale. Da qui parte Knez Mihailova, la via pedonale che conduce fino alla fortezza (cittadella Kalemegdan); lungo la via e nella piazza ci sono tanti locali con i tavoli all’aperto. All’interno della fortezza c’è un parco dedicato ai dinosauri e un museo militare (ad una parte del quale si può accedere liberamente); la parte nord-occidentale dei bastioni regala un bel panorama proprio sul punto in cui la Sava si getta nel Danubio. In lontananza (un po’ meno belli) si vedono i grattaceli e i palazzoni di Novi Beograd. Immediatamente sotto la fortezza si trova lo storico zoo di Belgrado, reso famoso dalla fuga degli animali durante il bombardamento da parte dei nazisti nella seconda guerra mondiale. Per pranzo torniamo in Knez Mihailova e ci fermiamo in uno dei tanti locali: prendiamo degli hamburger e un piatto di assaggi di salumi e formaggi; le porzioni sono abbondanti e il prezzo modico. Dopo pranzo ci concediamo anche un gelato: la cosa super golosa è che ci riempiono l’interno del cono di cioccolato! Rifocillati per bene, proseguiamo la visita della stari grad, visitando la cattedrale di San Michele e la casa della Principessa Ljubica (ingresso 1 euro circa), con i suoi interni in stile moresco. Risaliamo nuovamente verso Tgr Republike e ci inoltriamo nella Skadarska, una pittoresca via in stile Montmartre piena di locali e di negozietti di artisti. Una visita a Belgrado non può dirsi conclusa senza aver visto Sveti Sava, la più grande chiesa ortodossa al mondo; per raggiungerla prendiamo uno degli autobus che passano davanti all’Hotel Moskva, lussuoso palazzo in stile art nouveau, fino alla parte alta della città. La costruzione di questa basilica è iniziata negli anni ’40 è attualmente è ancora in corso; nella parte superiore fervono i lavori…ma la cripta è un tripudio di oro e mosaici, lampadari di cristallo e le immancabili icone: davvero una meraviglia! È ormai quasi buio e noi siamo troppo stanchi per tornare in autobus, quindi fermiamo un taxi che ci riporta al camp. Cena veloce sul camper e nanna. Domattina si riparte!

24 AGOSTO

Oggi ci aspetta una tappa impegnativa: dobbiamo attraversare la Serbia ed entrare in Montenegro da Plijevlja. Facciamo colazione, prepariamo il camper e via! Lungo il tragitto ci fermiamo a Smederevo, cittadina ad un’ora da Belgrado famosa per la sua enorme fortezza dotata di ben 25 torri, una delle più grandi d’Europa. All’interno della cinta muraria c’è un parco in cui si può entrare liberamente; per salire sulle torri della piccola porzione restaurata bisogna pagare un biglietto di ingresso (1 euro circa). Visto il clima particolarmente caldo, pranziamo con un bel gelato e ripartiamo verso il Montenegro. Lungo la strada attraversiamo zone di campagna dove di fronte ad ogni casa vi è un piccolo banchetto per la vendita della frutta e della verdura prodotta: questa sarà l’immagine che più di tutto ci ricorderà questa Nazione. Iniziamo a salire verso le montagne; vediamo posti in cui verrebbe voglia di fermarsi, ma la strada da fare è ancora tanta. Raggiungiamo il confine che già è buio. Fortunatamente la polizia di confine montenegrina è meno rigida di quella bosniaca (o forse vista l’ora hanno avuto pietà di noi) e, pur facendoci notare che non siamo proprio in regola, ci lasciano passare. Sospiro di sollievo! Ora resta il problema di cercare un posto in cui pernottare. Al confine ci dicono che per trovare un autocamp dobbiamo andare fino a Zabljak (altre due ore di strada!), ma fortunatamente dopo 40 minuti di strada scorgiamo, nonostante il buio, il Kamp Miro, proprio di fianco al famoso ponte sul Tara (21,00 euro con elettricità e bagni).

25 AGOSTO

La mattina mettiamo la testa fuori dal camper e rimaniamo sbalorditi dal panorama: proprio sotto di noi scorre il fiume Tara. Il ponte su cui siamo passati la sera precedente, che collega le due estremità del canyon, è alto 150 mt: facciamo una passeggiata su di esso per scattare qualche foto e ci tramano un po’ le gambe. Riprendiamo il nostro viaggio risalendo la montagna in direzione Zabljak, per visitare il famoso Crno jezero (Lago Nero) e avere un piccolo assaggio del Parco Nazionale del Durmitor. Per arrivare al lago si parcheggia lungo una strada (non molto ampia, ma ci passano le corriere, quindi ci infiliamo anche noi), poi si prosegue a piedi con una passeggiata di 10 min che porta al lago. Da qui partono tutta una serie di sentieri escursionistici più o meno lunghi, tutti molto ben segnalati. Noi ci addentriamo seguendo uno dei sentieri per fare una passeggiata di un’oretta e poi torniamo verso il lago. Ci sono molte persone che fanno il bagno; il color smeraldo dell’acqua è davvero invitante, ma noi ci limitiamo a “pucciare” un po’ i piedi e poi, su insistenza delle bambine, noleggiamo una delle barche a remi (8 euro/1 ora). Verso metà pomeriggio iniziano ad arrivare orde di turisti sui pullman dei viaggi organizzati; per noi, fortunatamente, è venuto il momento di rientrare, ma il consiglio per tutti è di visitarlo al mattino in modo da evitare la calca di gente, che rovina un po’ l’atmosfera di questo posto fatato. Dopo esserci districati tra auto e corriere parcheggiate lungo la stradina, ritorniamo verso il centro di Zabljak per cercare il punto panoramico, dal quale è possibile vedere il canyon creato dal fiume Tara, il più grande del mondo dopo quello del Colorado. Trovare il posto non è semplicissimo, perché non è ben segnalato, in ogni caso uscendo dal centro di Zabljak prendendo la strada che va verso il Crno jezero (ci sono le indicazioni), appena fuori dal centro abitato c’è una stradina con indicazione “Momcilov Grad”: bisogna seguire le indicazioni per questo posto e, più avanti, quelle per “Tepca” e poi “Curevac”; la strada è stretta e a curve, ma noi la abbiamo fatta con 7 mt di camper, quindi è alla portata di tutti. Continuate a salire (anche quando avrete quasi perso le speranze) e alla fine arriverete al punto panoramico. Per accedere bisogna pagare 3 euro. Noi abbiamo fatto solo la prima parte del percorso che porta al primo punto panoramico, ma se avete a disposizione più tempo il tragitto completo dura all’incirca 1 ora e mezza/ 2 ore tra andata e ritorno. La sera pernottiamo al camp Eko Oaza Suza Evrope (ha anche alcuni piccoli bungalov): bagni puliti e possibilità di avere una cena ottima e abbondante. Per raggiungerlo torniamo verso il ponte sul Tara e proseguiamo verso valle lungo il corso del fiume: un bel percorso tra le alte pareti del canyon.

26 AGOSTO

Lasciamo a malincuore l’Eko Oaza (se avessimo avuto qualche giorno in più a disposizione ci saremmo volentieri fermati un’altra notte) e ci dirigiamo verso Podgorica attraversando la gola del Moraca, con i suoi stupendi panorami. Lungo la strada ci fermiamo a visitare il monastero di Moraca: un luogo di pace e serenità; peccato che faccia davvero caldissimo (un’ora fa avevamo addosso i pile ed ora ci sono più di 36 gradi!). Arrivati a Podgorica risaliamo verso Danilovgrad, per raggiungere il Monastero di Ostrog. Questo monastero, famoso per essere incastonato nella roccia, è il luogo di culto più visitato del paese e ce ne rendiamo subito conto dal gran numero di corriere parcheggiate al Monastero Inferiore. I fedeli vengono scaricati qui e percorrono gli ultimi 2 km verso il Monastero Superiore a piedi nudi; noi saliamo fino al parcheggio che si trova a poche centinaio di metri dal monastero principale.

Visitare il monastero di Ostrog è un’esperienza surreale, che ci lascia tutti a bocca aperta: i fedeli, che secondo l’usanza devono passare una notte al monastero per ottenere le grazie richieste, sono accampanti ovunque con materassini e coperte, tanto che per passare c’è uno stretto corridoio; la coda per entrare all’interno del monastero è davvero infinita (ci dicono più di un’ora), quindi ci accontentiamo di comprare dei ricordini al negozio di souvenir (anche questo preso d’assalto dai pellegrini) e ripartire. Nonostante la delusione per non aver potuto vedere gli interni, Ostrog resterà l’esperienza più incredibile e autentica del viaggio. Un’ultima indicazione: per raggiungere il monastero prendete la strada nuova (la prima che trovate provenendo da Podgorica). Ripreso il nostro mezzo, ripercorriamo la strada in direzione Podgorica e quindi seguiamo le indicazioni per Cetinje; a metà strada circa puntiamo verso Rijeka Crnojevica su una strada molto panoramica (ma molto stretta). Rijeka Crnojevica è un sonnolento un po’ decadente villaggio, dove un tempo si rifugiavano i reali montenegrini per sfuggire ai rigidi inverni di Cetinje, antica capitale. Il campeggio, l’unico del posto, ha una bella posizione in riva al fiume ma servizi molto easy: docce fredde all’aperto, chiuse da una tenda; idem per i bagni. La corrente elettrica è una presa multipla che arriva in mezzo al prato: asciugarsi i capelli è un’esperienza adrenalinica…non sai se sopravviverai! La proprietaria in compenso è molto gentile e il prezzo basso (10 euro). La sera ceniamo nel ristorante consigliato dalla proprietaria del camp, che si trova proprio sotto il vecchio ponte.

27 AGOSTO

La giornata di oggi è dedicata alla scoperta del fiume Cnojevica e del lago Skadar. Iniziamo con una gita lungo il fiume che in un paio d’ore ci porta fino all’imbocco del lago, attraversando distese di ninfee (peccato non essere nel periodo della fioritura). Nel pomeriggio, dopo aver percorso con il camper una strada altrettanto tortuosa e panoramica di quella della sera precedente (con qualche incontro che ci ha costretto a manovre ardite), arriviamo a Vizpazar, principale città del versante montenegrino del lago, dove proprio in riva al lago è possibile ammirare i resti della fortezza di Lesandro. Nel tardo pomeriggio ripartiamo verso la costa, più precisamente verso Petrovac, dove la guida Lonely Planet ci segnala il Camping Maslina come il migliore del Montenegro. Ancora una volta la mitica Lonely non ci delude: camping vicinissimo alla spiaggia di ciotoli (ci si arriva attraverso un sentiero di un centinaio di metri circa), bagni sempre puliti e personale cortese (spesa: 25 euro a notte per 5 persone + camper + elettricità)

28 AGOSTO

Ci godiamo il mare cristallino di Petrovac in totale relax.

29 AGOSTO

Si riparte: direzione Kotor, alla scoperta del fiordo più grande del Mediterraneo. Lungo la strada non possiamo non fermarci ad ammirare il panorama e fare qualche foto dall’alto all’isola di Sveti Stefan (inaccessibile ai comuni mortali perché trasformata in un resort di lusso). Kotor è una bellissima città cinta da mura, con strade lastricate di lucido marmo bianco; peccato che sia invasa di turisti (al porto sono attraccate 4 navi da crocera!), il che non ce la fa apprezzare al meglio; meglio sarebbe stato arrivarci di sera quando le navi sono già ripartite o comunque la maggior parte degli ospiti sono risaliti a bordo. Facciamo una passeggiata e pranziamo in uno dei numerosi bar. Ci sarebbe piaciuto inerpicarci sulle mura, dalle quali, avevamo letto, si gode di una vita mozzafiato sulla baia, ma la giornata è davvero molto calda e desistiamo. Nel primo pomeriggio ripartiamo verso Perast: qui l’afflusso dei turisti non è eccessivo come a Kotor; riusciamo a parcheggiare il camper in una rientranza della strada e scendiamo a fare il bagno nella piccolissima spiaggetta con vista sulle isole che si trovano di fronte alla città. Dopo esserci rinfrescati facciamo una passeggiata per la cittadina, famosa per i suoi numerosi palazzi dal sapore veneziano. Aperitivo nella piazzetta centrale all’ombra delle palme e si riparte in direzioni Morinj per pernottare all’Autocamp Naluka: anche qui bagni puliti, piazzole ombreggiate e personale cortese. Poco distante c’è una spiaggetta (della quale però non abbiamo usufruito perché il giorno segente siamo ripartiti presto). La mattina c’è anche una signora che passa con il cestino a vendere crapfen ancora caldi!

30 AGOSTO

Ormai la nostra vacanza volge al termine: useremo questi ultimi due giorni per il viaggio di ritorno, in modo da renderlo un po’ meno faticoso rispetto all’andata. Percorriamo il periplo della baia fino ad Herceg Novi. Qui visitiamo la fortezza, dalla quale si gode un panorama stupendo e poi scendiamo verso la città vecchia: molto caratteristica, soprattutto la piazza centrale con la piccola chiesa. Un consiglio: noi abbiamo parcheggiato lontanissimo, ma poi abbiamo scoperto che una strada più larga arrivava fin alle spalle della fortezza: credo ci si arrivi dalla prima rotonda che si incontra prima di entrare in città arrivando dalla baia. Pranziamo per l’ultima volta con il nostro amato burek, salutiamo il Montenegro ed entriamo in Croazia. Per la prima parte del viaggio percorriamo la strada litoranea e questo ci permette di vedere dall’alto la stupenda Dubrovnik: ci sono stata molti anni fa e ne ho un bellissimo ricordo! Superata la città, ci fermiamo per caso per una cambio alla guida del mezzo e per caso scopriamo una piccola baia dall’acqua cristallina… impossibile non approfittarne! Dopo aver attraversato il breve tratto di territorio bosniaco all’altezza di Neum (per fortuna qui nessun controllo!), il paesaggio si trasforma e ci troviamo ad attraversare una piana, alla nostra destra un grande fiume: è la Neretva, che ci fa pensare alla Bosnia che non abbiamo potuto visitare e a Mostar; lungo la strada un variopinto mercato di frutta e verdura. Imbocchiamo l’autostrada che percorriamo fino a Sibenik; è ormai sera e usciamo alla ricerca di un campeggio. Dal momento che scendere verso la costa ci avrebbe fatto perdere molto tempo, pernottiamo in uno dei camp che gravitano intorno al parco di Krka (anche qui ero stata tanti anni fa ed è un peccato non potersi fermare…): bella struttura (c’è anche la piscina), bagni puliti; noi abbiamo cenato al ristorante del camp, dove propongono carne o pesce alla griglia: cibo buono e piatti abbondanti.

31 AGOSTO

Ripariamo di buon mattino: la strada da fare è ancora molta! Proseguiamo in autostrada fino a Rijeka (Fiume), qui usciamo per fermarci per un pranzo e una nuotatina a Opatja (Abazia): cittadina elegante dal sapore un po’ retrò, divenuta molto in voga agli inizi del secolo scorso, quando era la località di villeggiatura prediletta dai reali di mezza Europa. Non ci sono vere e proprie spiagge, ma le tipiche banchine con scalette per la discesa; l’acqua è sempre cristallina e con il materassino ci divertiamo a guardare i pesci che nuotano sotto di noi. Dopo un pranzo veloce, ripartiamo, questa volta (ahimè) in direzione casa.

QUALCHE CONSIDERAZIONE FINALE…

I posti che abbiamo visitato ci sono piaciuti molto; fatta esclusione per Kotor, non abbiamo mai trovato un afflusso eccessivo di turisti, il che ci ha permesso di assaporare a pieno l’atmosfera dei luoghi.

Una parola, in particolare, la vorrei spendere per la Serbia, che nell’organizzazione del viaggio avevo “snobbato” e che invece ci ha riservato grandi soddisfazioni e ci ha lasciato la voglia di tonare per visitarla meglio. In tutto il nostro percorso abbiamo trovato persone estremamente cortesi e oneste; non abbiamo mai avuto sensazioni sgradevoli riguardo alla “sicurezza”, nemmeno quando ci siamo mossi nelle ore serali.

Per quanto riguarda la spesa (escluso il costo del noleggio del camper), e il gasolio (circa 500 euro… eh sì: di strada ne abbiamo fatta!) abbiamo speso in totale 1000 euro in 5 persone, tutto compreso (campeggi, ingressi ai vari siti visitati, spesa, ristoranti e bar, autostrada, taxi e mezzi pubblici, ecc…). I campeggi non sono molti, specialmente nell’entroterra e specialmente in Serbia, ma le strutture presso le quali ci siamo fermate erano tutte buone. I ristoranti danno sempre porzioni molto abbondanti.



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