Islanda: caccia all’aurora boreale

Un viaggio low cost con l'obiettivo principale di vedere uno dei più incredibili spettacoli della natura
Scritto da: eachdream
islanda: caccia all'aurora boreale
Partenza il: 23/09/2017
Ritorno il: 30/09/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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Questo viaggio si rivela fortunato già prima della partenza. Infatti prenoto il pacchetto volo+hotel con Expedia, che include volo A/R e l’hotel più economico vicino a Reykjavík per una ottima cifra: 580€. Qualche settimana dopo mi contatta Expedia dicendomi che l’hotel ha chiuso per non so quale motivo, così mi propongono delle alternative, tra le quali scelgo un 4 stelle al centro di Reykjavík con colazione inclusa. Il solo prezzo dell’hotel sarebbe stato di 700€, ma non mi fanno pagare alcuna differenza. Complimenti alla serietà di Expedia. Ottimo inizio.

Siamo in 3, quindi decidiamo di affittare un auto per risparmiare sui movimenti e, con meno di 100€ a testa, la prendiamo per tutta la settimana. Ritiro e riconsegna direttamente in aeroporto. Comodo.

23 Settembre

Il volo da Catania è alle 14.20, ottimo orario per fare tutto con calma. Arriviamo a Reykjavík qualche minuto prima delle 22.00 ma dobbiamo ritirare un bagaglio da stiva che abbiamo condiviso, però tutto procede con incredibile velocità e, alle 22.20, siamo già dentro la macchina pronti per partire.

Grazie al roaming gratuito possiamo usare la nostra connessione dati, così arriviamo a Reykjavík con facilità, anche qua tutto procede celermente e alle 23.00 siamo già in stanza. Mi ero programmato di arrivare non prima della mezzanotte e di essere stanco, invece siamo tutti in forze e in anticipo, quindi 3 belle docce calde sono più che sufficienti per prepararci alla movida islandese del sabato sera.

Usciamo nella via principale di Reykjavík, piena di bar e locali pieni. Ci sorprende come una città così piccola abbia una vita notturna così movimentata. Qui, però, subiamo il primo impatto con i prezzi islandesi; una birra al bar costa quasi 10 euro! In ogni caso, passiamo una bellissima serata.

24 Settembre

Missione primaria del viaggio è l’aurora boreale, quindi ci sposteremo seguendo gli ottimi consigli di questo sito: http://en.vedur.is/weather/forecasts/aurora. Per oggi sono previste nuvole ovunque a parte una piccola apertura in una penisola nell’estremo nord dell’isola, in ogni caso, dovremo essere li quando farà buio, quindi niente fretta.

Ci svegliamo con calma, e andiamo a fare quella che abbiamo ribattezzato colazione-pranzo, cioè mangiamo così tanto la mattina in modo da resistere fino a cena. Fortunatamente l’hotel offre una colazione variegata e non abbiamo alcun problema ad ingozzarci come se non mangiassimo da giorni.

Così si parte per la prima caccia all’aurora boreale, direzione nord.

Uscendo da Reykjavík è difficile incontrare altri centri abitati, la natura la fa da padrona, le strade sono in ottime condizioni ma non possiamo superare in 90km/h perché è pieno di autovelox, sono tutte gratuite a parte un lungo tunnel sottomarino che si paga 1000 corone (8 euro). Anche il tunnel è pieno di autovelox, in punti “bastardi”, ma dopo di questo ne incontriamo solo uno o due e poi basta, quindi possiamo concederci qualche libertà al volante.

Alle 4 di pomeriggio facciamo una sosta in un’area di servizio dove c’è un negozio che vende un po’ di tutto, la nostra speranza che i prezzi siano elevati solo a Reykjavík, svanisce in questo posto sperduto nel nulla.

Finalmente il cielo si libera e appare il primo timido sole del nostro viaggio, così decidiamo di rimetterci in marcia. Da qui si dipartono due strade, una che porta alla principale penisola islandese (Vestfjord) e l’altra che va verso la penisola di Vatnsnes, famoso punto per avvistare le foche. La nostra meta ci conduce in quest’ultima direzione e, visto che è ancora presto, decidiamo di tentare l’avvistamento. Seguiamo dei cartelli con delle foche disegnate ma ci portano ad un museo chiuso. In ogni caso nei pressi c’è una bella spiaggetta di sabbia nera. Depistati dai cartelli, decidiamo di cercare in internet un posto dove generalmente si riuniscono questi particolari animali, ne troviamo uno a una 20ina di chilometri a nord. Settiamo, così, il navigatore e partiamo. Ci immettiamo nella strada 711 che inizialmente è buona, ma che poi improvvisamente si trasforma in un pantano pieno di buche da fare invidia ai formaggi svizzeri.

Prima di distruggere la nostra piccola auto, fermiamo una jeep che incrociamo in direzione opposta e chiediamo se hanno visto foche. Loro ci dicono di essere stati proprio nel punto dove stavamo andando noi ma che non avevano visto niente. Inversione ad U e torniamo subito nella strada principale per continuare il nostro viaggio.

Finalmente arriviamo nella metropoli di Skagaströnd, 500 anime . C’è un solo posto per mangiare per mangiare ma è chiuso. Fortunatamente avevamo previsto queste difficoltà, così abbiamo riempito metà valigia comune con cibo di emergenza. Troviamo un angolino buio sulla costa e ceniamo con carne in scatola e pane bianco, in attesa dell’aurora.

C’è un vento e un freddo da paura, avevamo delle birre comprate in un supermercato per strada, bastava uscirle pochi minuti dalla macchina che le riprendevamo congelate. Dietro di noi c’erano nuvole ovunque, davanti solo il mare di Groenlandia e un cielo liberissimo. Quel sito funziona alla grande.

Appena cala il buio vediamo una flebile striscia verde solcare il cielo.

è appena visibile e ci chiediamo: ma sarà questa l’aurora?

La risposta non si fa attendere molto. Poco dopo si trasforma in una serie di incredibili lampi di luce che sembrano danzare nel cielo per noi. Sfidiamo il freddo e usciamo dalla macchina per assistere a questa meraviglia. Proviamo a fare delle foto ma avevo dimenticato la macchina professionale in hotel e con i telefonini si vedeva tutto buio. Ce ne freghiamo e ci godiamo lo spettacolo che comunque non dura più di 10 minuti. In ogni caso un’esperienza indimenticabile.

Vorremmo attendere per vedere se potevano formarsi altre aurore ma siamo troppo infreddoliti e lontani dall’hotel. In più lo spettacolo, al quale avevamo appena assistito, era stato talmente bello da renderci più che soddisfatti. Decidiamo di tornare a Reykjavík. Il cielo viene totalmente coperto dalle nuvole appena usciti dalla “nostra” penisola. Arriviamo in hotel a notte inoltrata.

25 Settembre

Oggi non ci sarà un punto dell’isola sgombro da nuvole, così dedichiamo la giornata alla visita della capitale islandese. Dopo la solita colazione-pranzo, visitiamo la città che comunque non offre molto in termini di attrazioni turistiche. Da segnalare la chiesa di Hallgrímskirkja dalla forma particolare, carina anche se l’interno è troppo spoglio. Visitiamo anche il Museo Fallologico Islandese, un posto molto bizzarro, però pagare 1500 corone (12 euro) per una stanza è un po’ troppo.

In mattinata terminiamo, in pratica, la visita di Reykjavík. Tornando in hotel, vediamo per caso un giardino botanico, entriamo e alla fine si rivela essere la parte più interessante della nostra visita.

Di pomeriggio, anche se il cielo continua ad essere nuvoloso, non piove. Leggiamo che c’è un posto dove i reykjavikiani(si dice così?) vanno a fare il bagno a mare. E anche se siamo “fuori stagione” (dal 15 Luglio al 15 Agosto), vogliamo provare a fare un bagno nel Mar Glaciale Artico. Indossiamo i costumi e arriviamo in una piccola spiaggia che sembra abbandonata da anni. Tocchiamo l’acqua ed è gelida ma non demordiamo. Togliamo i giubbotti e veniamo spazzati da un vento gelido che ci congela i peli del naso all’istante. Siamo pazzi ma non stupidi, rischiamo l’ipotermia se usciamo bagnati in questa condizione, anche perché non abbiamo nulla per asciugarci. Così abbandoniamo i nostri progetti di portare un po’ d’estate in Islanda.

Decidiamo di andare a visitare il faro di Reykjavík (Grótta) che si trova su una piccola penisola che con l’alta marea diventa un isolotto. Panorama suggestivo.

Per la cena, visto che siamo orientati al risparmio, compriamo dei noodles liofilizzati che tanto abbiamo imparato ad apprezzare durante i nostri viaggi in transiberiana. http://turistipercaso.it/russia/63971/da-mosca-a-pechino-in-treno.html

26 Settembre

Oggi il programma prevede un’escursione con le motoslitte sul ghiacciaio Langjökull. Dopo la solita colazione dei campioni, raggiungiamo in quasi due ore il campo base a Húsafell. Da qui un autobus, con gomme adatte, ci porta su fino ad un rifugio ai piedi del ghiacciaio. Il panorama è sorprendente, sembra di attraversare un paesaggio lunare.

Dentro il rifugio ci danno tutto il necessario per l’avventura, tute impermeabili, caschi, copriscarpe etc.

Una volta vestiti, saliamo su di una jeep con le ruote più alte di Brunetta per addentrarci definitivamente sul ghiacciaio e raggiungere le motoslitte. Molti del nostro gruppo sono in coppia ma, fortunatamente per noi, ci sono abbastanza motoslitte per averne una ciascuno. La parte iniziale è puro ghiaccio, quindi ci raccomandano di dosare il gas per evitare di scivolare. Poco dopo, invece, ci ritroviamo sulla neve e possiamo accelerare e azzardare i primi sorpassi. In ogni caso non possiamo superare o perdere di vista la guida, anche perché la visibilità non supera i 10 metri e perdersi su un ghiacciaio non sarebbe il massimo.

La guida procede piuttosto lentamente così ci accodiamo fino ad arrivare all’ingresso di una grotta artificiale, scavata all’interno del ghiacciaio. Non l’avremmo voluta nella nostra escursione, in quanto la ritenevamo una semplice trappola per turisti e, col senno di poi, avevamo ragione, però sulle motoslitte faceva un freddo mai provato in vita mia. Nonostante i guanti, non sentivo più le dita delle mani e la tuta non era proprio “impermeabile”, avevo metà pantaloni bagnati. Stavo congelando, quindi entrare nella grotta è stato provvidenziale.

La guida ci fa visitare i tunnel della grotta e ci racconta storie, più o meno, interessanti ma noi, una volta riscaldati, abbiamo già voglia di risalire sulle motoslitte. Finita la visita, usciamo per primi, perché vogliamo prenderci le ultime motoslitte. Purtroppo, aspettare che tutto il gruppo risalisse sui mezzi, è stato massacrante. Questa volta, oltre alle dita delle mani, mi si era congelato metà corpo. Fortunatamente ripartiamo e provo a non pensare che mi sto trasformando in un ghiacciolo concentrandomi sulla guida.

Ormai abbiamo preso dimestichezza con le nostre motoslitte, siamo ultimi, così usciamo dal percorso scavato dalle altre motoslitte e gas a martello! Superiamo, una ad una, la lunga colonna del gruppo fino a rimetterci dietro la guida. La sua lentezza, però, mi ricorda immediatamente che mi sto congelando. Per fortuna il più è fatto e, una volta parcheggiato il nostro mezzo, saliamo subito sulla calda jeep, senza aspettare che arrivino tutti gli altri.

Ridiscesi al campo base, rimontiamo sulla nostra auto per poi fermarci poco dopo per visitare le stupende cascate Hraunfossar. Fermandoci qua e la per ammirare il paesaggio islandese, arriviamo in hotel col buio. Anche questa sera tutto nuvoloso.

27 Settembre

Le previsioni meteo dicono che domani ci sarà bel tempo, quindi programmiamo la visita del Cerchio d’Oro, nella quale cammineremo parecchio. Visto che ieri ci siamo congelati e che domani sarà impegnativo, oggi optiamo per un tour “da vecchi” per riprenderci un po’. Visiteremo il sud dell’isola.

L’autobus ci viene a prendere direttamente in hotel. Qui facciamo la conoscenza della più pallosa guida sulla faccia della terra, ogni parola che esce dalla sua bocca è seguita da un profondo respiro, sembra un peso insopportabile per lui. In ogni caso va bene così, volevamo riposarci e ci siamo trovati la guida-sonnifero. Prima tappa, il ghiacciaio Sólheimajökull. Abbiamo scelto questo tour proprio perché non ha la passeggiata sul ghiacciaio, esperienza già fatta in Norvegia. http://turistipercaso.it/caponord/67515/dalla-sicilia-a-capo-nord-e-ritorno.html Lo visitiamo alla base, dove c’è un piccolo fiume creato proprio dallo scioglimento del ghiacciaio nel quale galleggiano piccoli pezzi di iceberg. Vista affascinante.

Le visite hanno un tempo determinato, quindi risaliamo in breve sull’autobus per la prossima tappa Vík. Qui c’è un enorme spiaggia nera, dalla quale è possibile ammirare alcuni faraglioni creati dalla distruzione di un pezzo di costa, dovuta alla potenza dell’Oceano Atlantico. Anche qui, un panorama suggestivo. Vicino Vík visitiamo anche la spiaggia di Reynisfjara, dove vi sono delle colonne basaltiche che mi ricordano molto il Giant’s Causeway in Nord Irlanda.

Prossima tappa Skógafoss, una maestosa cascata. Prima, però, visita al museo di Skogar, vicino ad essa. Il museo contiene un’infinità di utensili islandesi di varie epoche. Nei dintorni del museo c’è un sentiero che porta a delle case coloniche restaurate, c’è anche una chiesetta e una scuola. Dopo il museo visitiamo la cascata, sulla sua destra c’è un scalinata che porta in cima ad essa. Un po’ faticosa però ci fa ammirare l’inizio del salto.

Ultima tappa del tour, un’altra cascata, Seljalandsfoss. Questa è meno maestosa di Skógafoss ma è altrettanto bella, anche perché c’è la possibilità di passare dietro il getto della cascata. Vi bagnerete ma ne varrà la pena.

Torniamo a Reykjavík di sera, e notiamo che pur se c’è qualche nuvola, il cielo è abbastanza sereno. Decidiamo di andare per la seconda volta a caccia dell’aurora boreale. Cercando in internet leggiamo che il posto migliore per avvistarla è il faro di Grótta, proprio dove eravamo stati 2 giorni prima. Così raggiungiamo il faro e vediamo una moltitudine di persone già piazzate con treppiedi e fotocamere. Ci uniamo a loro e non dobbiamo aspettare molto prima che l’aurora come un’artista professionista si esibisca per noi. Questa volta la parte di cielo interessata è maggiore della prima, e dura anche molto di più, inoltre, ho con me la macchina fotografica buona e riesco pure a fare delle bellissime foto. Caccia all’aurora 2 su 2! Niente male.

La sera usciamo per una degustazione delle birre islandesi, qualcuna molto buona, altre imbevibili.

28 Settembre

Oggi finalmente ci svegliamo col sole. Ci siamo riservati il più popolare dei percorsi turistici islandesi, talmente bello da essere stato rinominato il Cerchio d’Oro. Le principali tappe sono 3, noi siamo autonomi e veloci, così ne programmiamo 5.

Procediamo in senso orario, quindi la prima tappa è il Parco nazionale Þingvellir. Si ci trova un po’ di tutto; un lungo canyon, una cascata, un lago e una bella pianura. Ci mettiamo circa un’ora e mezza per la visita ma è imperdibile.

La seconda tappa invece serve per rigenerarsi dopo la lunga camminata al parco, ci fermiamo al Laugarvatn Fontana, una stazione termale con vasche con calde acque geotermiche in riva ad un lago. Ci sono anche delle saune e un piccolo molo dal quale tuffarsi nel lago, noi l’abbiamo fatto ma l’acqua era ghiacciata e siamo subito corsi a riscaldarci nella vasca con l’acqua a 50°. Non è grandissimo ma a differenza della laguna Blu non c’è quasi nessuno e costa meno della metà.

Dopo un’oretta usciamo rigenerati dalle terme e procediamo con la terza tappa, la valle di Haukadalur dove si trovano i geyser Geysir, che ha dato il nome a questi getti d’acqua bollente ma che erutta di rado, e il geyser Strokkur che erutta regolarmente. Noi siamo stati qui mezz’ora e l’avremo visto eruttare circa 7-8 volte. Spettacolare!

Durante il tragitto per la quarta tappa, riusciamo pure a farci delle foto con i cavalli, per nulla intimoriti da noi turisti. Raggiungiamo così le cascate Gullfoss, se per Seljalandsfoss, vista ieri, avevo usato il termine maestosa, per questa non so cosa usare. E’ impressionante. Tra l’altro credo di non essere mai stato così vicino ad un arcobaleno in vita mia, potevo praticamente toccarlo. Gli schizzi provenienti dalla cascata sono così potenti che, nonostante non ci sia una nuvola in cielo, sembra piovere. Ci bagniamo ma è senza dubbio la cascata islandese più bella.

Quinta ed ultima tappa del nostro tour è il cratere vulcanico Kerid, nel quale si è formato un piccolo laghetto, è abbastanza caratteristico e si possono fare delle foto pittoresche, ma non capisco perché pagare 400 corone visto che tutto il resto era gratuito. In ogni caso per 3 euro ne vale la pena. Si può visitare comodamente in un quarto d’ora.

Torniamo a Reykjavík e vediamo che non sono previste nuvole in quasi tutta l’Islanda. Quindi decidiamo di tentare la fortuna per la terza volta. Questa volta però preferiamo allontanarci da qualsiasi centro abitato e trovare un posto dove ci sia il buio più totale. Così ci immettiamo su una strada che conduce verso il centro dell’isola e, dopo mezz’ora, qualsiasi segno di civiltà sparisce ma, anche se poco trafficata, i fari delle poche auto che passano ci danno fastidio. Decidiamo, dunque, di imboccare la prima strada sterrata che incontriamo e ci allontaniamo dalla strada principale fino a che troviamo il posto perfetto.

Osserviamo in cielo le classiche luci verdi quasi invisibili e siamo fiduciosi che si trasformino in una fantastica aurora. Aspettiamo e aspettiamo ma niente. Passa più di un’ora ma le luci sembrano sparire del tutto, così, rinunciamo con amarezza e decidiamo di tornare a casa, anche perché ci troviamo in una gelida vallata. «Aspettiamo per un altro quarto d’ora!» propone Daniele. Noi accettiamo ed esattamente 15 minuti dopo, assistiamo ad uno spettacolo che non dimenticheremo per tutta la vita. Il cielo si illumina all’improvviso, oltre alla classica colorazione verde, vediamo anche una striscia rosso-violetto alla base. Tutto il cielo e un festival di colori! «Guarda qua!» mi dice uno, «Guarda là!» dice l’altro. Non so dove guardare perché il cielo è tutto disegnato con le forme più svariate, tutto è in movimento.

Non abbiamo più parole, siamo ammaliati.

Torniamo in hotel consci di aver assistito ad uno dei più straordinari spettacoli che la natura può offrire.

29 Settembre

Oggi non abbiamo niente in programma. Cerchiamo qualcosa da fare qua a Reykjavík perché questa sera vogliamo riprovare la movida islandese che di venerdì dovrebbe essere migliore anche del sabato.

Andiamo al porto e proviamo il famoso whale watching, che non è altro che l’avvistamento delle balene da una nave. Fa freddo e c’è anche una leggera pioggia ma il mare è calmo, così decidiamo di tentare la fortuna anche con le balene. Sulla nave ci forniscono una tuta impermeabile (questa volta lo è per davvero) per proteggerci dagli eventuali schizzi causati dai salti delle balene. In realtà, la tuta ci serve solo per proteggerci dalla pioggia perché di balene non ne vediamo traccia, nonostante siamo stati circa 2 ore sul ponte, spazzati da un gelido vento.

Tornati in porto, si poteva prenotare, gratuitamente, un secondo tentativo per il giorno dopo, ma credo sia del tutto inutile perché non c’è manco l’ombra delle balene nella baia di Reykjavík, almeno a fine Settembre. Meglio provare a Húsavík, per chi ne ha la possibiltà.

La sera abbiamo la conferma che il Venerdì è meglio del Sabato, ogni locale è pieno e l’alcool scorre a fiumi.

30 Settembre

Oggi si riparte ma il volo è in serata, abbiamo, praticamente, tutto il giorno. Non facciamo molto se non passeggiare per le vie di Reykjavík, tornare al giardino botanico e visitare un piccolo zoo, anche perché non abbiamo più 20 anni e dobbiamo riprenderci dalla nottatona di ieri.

Il volo di ritorno è anch’esso abbastanza comodo, anche se, lo scalo di 6 ore a Barcellona è un po’ troppo lungo.

Conti alla mano, abbiamo speso 1300 euro tutto incluso.

Consigli

  • Abbiamo pagato anche per un secondo guidatore. Non c’è bisogno perché non abbiamo mai visto un poliziotto per tutta la settimana.
  • Per risparmiare c’è la catena di supermercati Bonus. Ottimi prezzi.
  • Pagate il parcheggio al parco Þingvellir, abbiamo visto parecchie multe. Costa solo 500 corone per tutto il giorno e si può pagare in contanti all’interno.
  • Lasciate perdere il whale watching a Reykjavík, almeno a Settembre. Andate a Húsavík.
  • Se cercate l’aurora boreale, affidatevi a questo sito: http://en.vedur.is/weather/forecasts/aurora
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Parco nazionale Þingvellir

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Cascate Gullfoss



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