Perù: il Gringo Trail in due settimane

Tra le linee di Nazca e il Machu Picchu, tanti chilometri percorsi, passando dal mare al deserto e dalla foresta alla montagna
Scritto da: holaroby
perù: il gringo trail in due settimane
Partenza il: 17/08/2017
Ritorno il: 01/09/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
Ascolta i podcast
 

17 agosto 2017

Decolliamo alle 7.35 da Milano Malpensa con Air France, breve scalo a Parigi e, dopo 12 ore circa, atterriamo a Lima, ora locale 16.15. Sbrigate le formalità di ingresso, ad attenderci c’è Manuel, amico peruviano che da qualche anno vive in Italia. La corsa in taxi per arrivare al nostro albergo a Miraflores, quartiere elegante della capitale, inizia a mostrarci la realtà del folle traffico peruviano. Dopo una doccia rinvigorente, siamo pronti a uscire per una passeggiata tra le vivaci vie del quartiere, per poi raggiungere il ristorante che Manuel ha prenotato, dove ad attenderci ci sono anche Ramirez, altro amico peruviano, e sua moglie Valentina. Ceniamo con alcune delle specialità della cucina criolla: anticuchos (spiedini di cuore di manzo), pollo a la brasa, lomo saltado (filetto di manzo saltato con cipolle e verdura), papas rellenas (patate ripiene) e chicarrones (costine di maiale fritte). Nonostante la stanchezza, ci lasciamo convincere a spostarci in un locale sulla spiaggia per un Pisco Sour, bevanda nazionale, per poi correre a letto distrutti, dopotutto il nostro fuso orario è ancora quello italiano!

18 agosto

Dopo una bella colazione, durante la quale scopriamo la granadilla (passiflora), delizioso frutto simile al maracuja, usciamo con Manuel per raggiungere in pullman il centro storico di Lima. Passeggiamo per Plaza de Armas e dintorni, ci imbattiamo nello sciopero nazionale degli insegnanti e perfino in una piccola cerimonia diplomatica, con tanto di banda. È ora di pranzo e anche stavolta Manuel ha pensato a noi, mangiamo un ottimo cebiche e un piatto misto di specialità criolle in un bel ristorantino, e chiudiamo in bellezza con il dolce: arroz con leche e masamora morada, ovvero riso dolce cotto nel latte abbinato ad un budino di mais nero e prugne, buonissimo. Verso le 17.00 andiamo alla stazione degli autobus, salutiamo il nostro accompagnatore, e partiamo alla volta di Ica, che raggiungeremo circa 4 ore e mezza più tardi. In albergo acquistiamo una gita per l’indomani e filiamo subito a letto.

19 agosto

La sveglia suona presto, alle 6.30 vengono a prenderci in autobus alla volta di Paracas, piccola cittadina di mare, dal cui porto partono le imbarcazioni per la visita alle Islas Ballestas. Le isole, dette Galapagos dei poveri, sono l’habitat naturale di numerose specie di uccelli, pellicani, pinguini e leoni marini. Dalla barca riusciamo anche a vedere il candelabro, enorme incisione sulla sabbia, e il punto in cui le rocce disegnano il profilo di Cristo. Tornati al porto, dopo uno spuntino a base di empanadas, risaliamo sul bus per visitare la riserva naturale di Paracas, dove paesaggi desertici, spiagge dai mille colori e rocce a strapiombo sul mare si alternano e ci riempiono gli occhi. Rientriamo in hotel nel tardo pomeriggio e ci facciamo consigliare dalla padrona di casa un ristorante, dove mangeremo un ottimo pollo a la leña.

20 agosto

Per oggi è previsto il sorvolo delle linee di Nazca, che abbiamo prenotato dall’Italia per assicurarci la compagnia migliore: Aeroparacas. Raggiungiamo la cittadina di Nazca in due ore e ad attenderci c’è l’impiegato addetto, che in un’ora di attesa riesce a venderci un tour del Colca Canyon, per quando arriveremo ad Arequipa, tre giorni più tardi. Raggiungiamo poi l’aeroporto, dove ci aspetta un’attesa interminabile prima di poter effettivamente salire sul piccolo aeroplano a 6 posti (più due per i piloti) che in mezzora di acrobazie riuscirà a mostrarci tutte le famose linee e ad emozionarci tantissimo. Torniamo in stazione giusto in tempo per il nostro bus che ci riporterà ad Ica, stanchi e affamati (abbiamo infatti saltato il pranzo!). Torniamo nel ristorante della sera precedente, per andare sul sicuro, e ordiniamo dell’ottima carne alla griglia e una torta tres leches, prima di fiondarci in hotel per doccia e nanna.

21 agosto

La giornata parte tranquilla, abbiamo infatti deciso di dedicare il pomeriggio alla visita dell’oasi di Huacachina, per il tramonto. Per tirare l’orario passiamo la mattinata nel centro di Ica, che però non ha nulla da offrire, la città è proprio bruttina come ci è sembrata nei giorni precedenti. Dopo una pausa caffè ci spostiamo quindi subito nella vicinissima Huacachina, dove prenotiamo un tour di dune buggy e sand boarding per le 16.00, per poi ingannare l’attesa con una passeggiata per l’oasi ed un pranzo semplice. All’orario stabilito, partiamo per una spericolata corsa su e giù per le dune, fermandoci qua e la per scivolare a pancia in giù su una tavola ben incerata, troppo divertente. Aspettiamo il tramonto nel deserto e torniamo in città col nostro dune buggy. Di corsa torniamo a Ica per una doccia, prima di partire col pullman notturno che ci porterà ad Arequipa.

22 agosto

Arriviamo ad Arequipa in mattinata, dopo un viaggio di 12 ore sul comodissimo pullman “Cruz del Sur”, compagnia che abbiamo scelto per tutti i nostri spostamenti interni. Una breve rinfrescata in albergo e siamo già pronti a scoprire la città. Partiamo dal monasterio de Santa Catilina, una vera e propria città dentro la città, che esploriamo con l’aiuto di Laura, guida locale che parla italiano. Arriviamo fino alla bella piazza, su cui domina la cattedrale. È ora di pranzo e ci dirigiamo in taxi in un ristorante che ci ha consigliato il buon Manuel, anche questa volta senza sbagliare. Assaggiamo la chupa de camarones, tipica zuppa arequipeña a base di gamberi fluviali, e concludiamo con del queso helado, gelato al gusto di latte con note di cannella e cocco. La stanchezza inizia a farsi sentire e decidiamo di riposare un po’. In serata, rinvigoriti, usciamo nuovamente per ammirare la città illuminata, facciamo un po’ di shopping, uno spuntino con vista sulla cattedrale e poi torniamo nei nostri alloggi, per l’indomani la sveglia è alle 2.30!

23 agosto

Ad un orario che non si può neanche definire “mattina”, vengono a prenderci per la gita giornaliera al Colca Canyon. Siamo costretti a questi ritmi serrati perché non abbiamo a disposizione un giorno in più ad Arequipa, che ci avrebbe consentito di diluire il tour del Colca in due giorni. Iniziamo a salire di quota ed il freddo è pungente, anche dentro al pullman. Dopo un paio d’ore di viaggio ci fermiamo a fare colazione, e poi proseguiamo fino al paesino di Chivay, dove abbiamo il piacere di incontrare dei simpatici alpaca con le loro padroncine. Raggiungiamo la cruz del condor alle 10.00 ed abbiamo un’ora di tempo per ammirare il panorama ma soprattutto per cercare di avvistare (e fotografare) i numerosi condor che a quest’ora escono in cerca di cibo. Raggiungiamo poi un altro punto panoramico, da cui possiamo ammirare i numerosi vulcani della regione, in attività. Siamo a circa 5000 metri e il mal d’altura inizia a farsi sentire. Sulla strada del ritorno, dopo un pranzo a buffet a base di prodotti tipici (tra cui proprio l’alpaca!), ci fermiamo in numerosi punti panoramici ad ammirare il Canyon, il quarto più profondo del mondo. Tornati a casa, dopo un po’ di meritato riposo, ceniamo in un bel ristorante di proprietà del famoso chef peruviano Gaston Acurio e poi cediamo al sonno.

24 agosto

Dopo colazione, partiamo col pullman delle 8.30 alla volta di Puno, che raggiungeremo nel primo pomeriggio. Prenotiamo per l’indomani la gita di due giorni sulle isole del lago Titicaca direttamente alla reception del nostro albergo, poi ci dedichiamo al relax e alla scoperta di Puno, che ha giusto una piazza principale carina ed una via piena di negozi e ristorantini. Ci fermiamo in uno di questi, consigliatoci dalla signora dell’hotel, e assaggiamo il cuy chactado (porcellino d’india fritto) e la trucha (trota) del lago.

25 agosto

In spalla uno zainetto con l’essenziale e siamo pronti per l’esperienza sul lago. Saliamo sul pullman che ci lascerà al porto, da cui partirà la nostra imbarcazione. La prima tappa è Uros, isola artificiale, fatta di canne galleggianti. Gli abitanti sono abituati ai turisti, e mettono in piedi uno show che non ci è sembrato molto autentico e non abbiamo apprezzato particolarmente. Interessante comunque conoscere lo stile di vita di questa popolazione. Lasciata Uros ci dirigiamo verso Amantani, dove dormiremo ospiti di una famiglia locale, che raggiungiamo in tre ore di navigazione (il lago Titikaka è enorme ed è il lago navigabile più alto del mondo, a circa 3800 metri). Ci accoglie Inès, che ci guida per un ripido sentiero fino alla sua frugale casa, dove conosciamo sua mamma, sua nonna e suo figlio Roy, di 5 anni. Portiamo dei piccoli doni alla famiglia, e pranziamo con zuppa di quinoa e formaggio fritto che hanno preparato per noi, dopo il pasto beviamo mate de muña caldo: un’erba digestiva molto profumata e simile alla menta. Ci ritroviamo poi col nostro gruppo per il trekking che ci porterà al Pachamama, tempio dedicato alla madre terra, dove, al freddo, aspettiamo il tramonto. Tornati a “casa” ci aspetta Inès con una zuppa calda di mais, riso e patate, oltre all’immancabile muña. Dopo cena i locali hanno organizzato una festa per i loro ospiti turisti e così, dopo esserci vestiti con gli abiti tradizionali dell’isola, andiamo a ballare insieme ad Inès. Scappiamo però quasi subito dalla festa, perché abbiamo intenzione di vedere (e fotografare) l’immensa stellata che solo una notte buia come quella di Amantani è capace di regalare.

26 agosto

Il mattino seguente, dopo la colazione a base di pancakes, dobbiamo salutare la nostra cara Inès, alla quale nel frattempo ci siamo affezionati, perché dobbiamo partire alla volta della terza ed ultima isola: Taquile. Taquile è un’isola dai paesaggi quasi mediterranei e la giriamo in lungo e in largo, osservando le rovine inca, ma anche gli usi e i costumi della popolazione locale. Acquistiamo dei deliziosi manufatti in lana di alpaca e pranziamo su una bella terrazza vista lago. Nel pomeriggio risaliamo sulla nostra imbarcazione e facciamo ritorno al porto di Puno.

27 agosto

Questa giornata è (ahimè) interamente dedicata agli spostamenti: dobbiamo infatti raggiungere Aguas Calientes, o Machu Picchu pueblo. In mattinata partiamo col pullman per Cusco, che raggiungiamo intorno alle 14.30. Non potendo portare bagagli pesanti sul trenino per Machu Picchu, siamo costretti ad una tappa in quello che sarà il nostro hotel a Cusco, per lasciare le valigie. Ci accompagna Santiago, un simpatico tassista che ingaggeremo anche per il viaggio fino a Ollantaytambo, la cittadina da cui parte il trenino. Nella piazzetta principale cediamo ad una pizza (alla maniera peruviana), prima di salire sul traballante treno che ci condurrà finalmente ad Aguas Calientes, giusto in tempo per una doccia e per la nanna.

28 agosto

La sveglia suona alle 4.00 perché l’intenzione è quella di salire prima possibile al Machu Picchu ma, purtroppo, fuori piove. Demoralizzati, decidiamo di aspettare qualche ora e torniamo a letto. Verso le 7.30 decidiamo di fare colazione e uscire, effettivamente la pioggia si è temporaneamente fermata! L’attesa del pullman che sale al sito archeologico non è lunghissima, probabilmente molti temerari sono saliti prima di noi, sfidando la pioggia. Purtroppo il problema meteo ci è costato la salita alla “montaña”, che avremmo potuto fare solo entro le 8.00, ma non ci lasciamo abbattere e ci prepariamo alla visita del sito. Al nostro arrivo una coltre di nebbia ci impedisce la vista delle rovine, quindi decidiamo di salire a piedi verso la “puerta del sol”. La passeggiata è abbastanza faticosa e quando arriviamo in cima ci troviamo di fronte un gruppetto di persone in paziente attesa che la nebbia si alzi, cosa che effettivamente dopo qualche minuto accade, scoprendo a noi per la prima volta la vista della meravigliosa Machu Picchu. L’emozione è grande e ci godiamo lo spettacolo per un po’. Nella discesa, ci accorgiamo che in realtà Machu Picchu era sempre stato sotto di noi, ma a causa della nebbia non lo avevamo visto! Ne approfittiamo quindi per scattare una miriade di foto e pian piano torniamo al punto di partenza, da cui adesso il sito archeologico è visibile in tutto il suo splendore. Facciamo in tempo solo ad entrare frettolosamente al suo interno, perché nuovamente la pioggia ci sorprende, costringendoci a concludere la visita frettolosamente e a rientrare in hotel infreddoliti e bagnati come pulcini, ma con gli occhi ancora pieni della meraviglia vista. Dopo una cena semplice ed un pisco sour andiamo a letto stanchi e felici.

29 agosto

Con calma in mattinata torniamo a Cusco, sempre accompagnati dall’ormai amico Santiago che, lungo la strada, ci porta alle salineras di Maras, spettacolo che altrimenti avremmo perso. Nel tardo pomeriggio arriviamo in città, in tempo per acquistare la gita per l’indomani e apprezzare la deliziosa piazza illuminata.

30 agosto

L’ennesima sveglia nel cuore della notte ci avvisa che è ora di partire per l’escursione più ambita e temuta dell’intera vacanza: quella alla montagna dei 7 colori. Dopo un lungo viaggio in pullman arriviamo al punto di partenza della camminata e, dopo colazione, partiamo. C’è la possibilità di affrontare il percorso a cavallo, ma decidiamo di provare a farlo a piedi, poi si vedrà. La strada non è esageratamente ripida, ma l’aria è rarefatta, siamo a più di 4000 metri, ed il fiato inizia a farsi corto. Dopo 2 ore e mezza e qualche pausa, arriviamo in cima, senza cavallo. La vista è indescrivibile, la montagna arcobaleno è un vero spettacolo della natura, e il paesaggio attorno non è da meno. Il ritorno è più facile e veloce, sarà l’adrenalina per la meraviglia appena vista. Il rientro a Cusco è quasi un peccato, anche perché segna la fine della nostra vacanza.

31 agosto

Dedichiamo la mattinata alla visita della bella Cusco in totale relax e dopo pranzo, accompagnati dal buon Santiago, andiamo in aeroporto per tornare a Lima, dove trascorreremo un’ultima notte prima del rientro in Italia.

Portiamo a casa l’indelebile ricordo delle persone incontrate, dei sapori assaggiati e dei chilometri percorsi, passando dal mare al deserto e dalla foresta alla montagna.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche