In moto sulle strade americane
Il nostro sogno si è avverato… finalmente abbiamo realizzato un viaggio, o meglio, il viaggio per eccellenza in moto sulle strade americane attraversando Colorado, Utah, Arizona, Nevada e California.
Abbiamo prenotato con largo anticipo (a gennaio) solo alcune cose: il volo con la Delta, la moto Indian Roadmaster, una notte presso il Goulding Lodge nella Monument Valley e l’auto Chevrolet Camaro cabrio per gli ultimi quattro giorni; tutto il resto deciso al momento.
A Denver ritiriamo presso Eaglerider la nostra Indian Roadmaster: moto estremamente confortevole e comoda con due borse laterali e un baulone molto capienti; manovrarla da ferma risulta piuttosto impegnativa (pesa circa 400 kg a secco) ma in movimento è eccezionale.
Partiamo per Moab dove rimaniamo per due giorni, visitiamo Arches National Park (15$/moto), Canyonlands (15$/moto), Dead Horse Point (10$/moto). All’interno dei parchi non ci sono stazioni di servizio per cui è necessario calcolare bene i km da percorrere.
Da Moab si parte per la Monument Valley su strade secondarie I191-I163, anche qui pochissimi distributori; sosta per una merenda al caratteristico paesino di Bluff e poi via fino a Kayenta (nessun distributore lungo il percorso).
Su questa strada il panorama con lo sfondo della Monument Valley è davvero mozzafiato, ci sono diverse aree dove poter sostare per fare foto strepitose. Prima notte trascorsa a Kayenta, pochi hotel piuttosto cari. Seconda notte al Goulding Lodge prenotato dall’Italia. Questa struttura, decisamente cara, si affaccia direttamente sulla Monument Valley. Lo spettacolo del tramonto e dell’alba però sono impagabili. Abbiamo effettuato un tour di otto ore (135$ a testa) organizzato da loro in quanto alle moto e ai camper non è consentito l’accesso alla Monument Valley. Nei pressi del Lodge è presente una stazione di rifornimento con un supermercato molto rifornito.
La tappa successiva è il Meteor Crater un enorme cratere prodotto dall’impatto di un meteorite. Per raggiungerlo bisogna percorrere la I40 in direzione Winslow; l’ingresso è a pagamento (18$ a testa), la struttura include un bellissimo museo, un negozio e un fast food ben fornito.
Una tappa molto carina sulla Route66 è il paesino di Ash Fork con il caratteristico negozio Zettler (trovato per caso su Facebook) dove vendono gadget di ogni genere relativi alla Mother Road.
Si riparte per il Grand Canyon visitando il South Rim. All’interno del parco ci sono diverse navette gratuite che si fermano in tutti i punti panoramici, noi abbiamo scelto quella della linea rossa.
Percorrendo la Route66 in direzione Las Vegas ci siamo fermati a Seligman al Roodkill Cafe, un tipico locale per fare colazione: occhio alle porzioni sono letteralmente esagerate. I pancake avevano la dimensione delle nostre pizze! Anche in questa zona i distributori scarseggiano, meglio avere sempre metà serbatoio e possibilmente acqua o bevande reidratanti perché il caldo è veramente esagerato.
Prima di arrivare a Las Vegas ci fermiamo a visitare la diga di Hoover sotto un sole cocente (45°C-47°C), per fortuna lungo il percorso ci sono fontanelle che erogano acqua freschissima. Ci sono numerosi parcheggi a pagamento per le auto, liberi per le moto. Giro veloce, foto di rito poi partenza direzione Las Vegas.
Avevamo pensato di andare nella Death Valley ma le temperature proibitive (52°C) ci hanno fatto desistere. In moto non è fattibile, mentre in macchina si fa tranquillamente.
Da Las Vegas, di giorno abbastanza insignificante e di sera un luna park di dimensioni enormi, si parte in direzione Rachel sulla 375 Extraterrestrial Highway zona della tanto famosa Area51.
Ci siamo fermati al negozio Alien un enorme hangar con davanti la statua gigantesca di un alieno; il negozio è davvero molto originale, vendono gadget di ogni genere relativi agli alieni.
A pranzo ci siamo fermati a Rachel, paesino con pochissime case ed un piccolo ristorante (Little A’Le’Inn) con alcune stanze per dormire. In questa zona non c’è segnale di alcun tipo, non funzionano i cellulari, le carte di credito e non c’è internet; inoltre gli unici distributori prima di Rachel sono al paese di Alamo ed Ash Spring dopo di che fino a Benton non esiste più nulla (120 miglia circa).
Ci si rimette in moto sulla US395 direzione Mono Lake, un bellissimo lago con formazioni di tufo. L’entrata è ad offerta libera: c’è una scatola di metallo nella quale sono presenti delle buste di carta, vanno compilate con la targa del veicolo. Il numero di persone ed altre varie informazioni, si stacca una parte di busta che va apposta sul veicolo in segno di “offerta effettuata”, si inseriscono le banconote e si infila la busta nell’apposita apertura.
Dopo la visita al Mono Lake procediamo per Bodie Ghost Town (8$ a testa), una vecchia città mineraria abbandonata, praticamente un bellissimo museo a cielo aperto. Le ultime tre miglia prima di arrivare a Bodie sono di strada sterrata comunque ben percorribile anche dalla nostra Indian Roadmaster.
Un altro luogo che avevamo intenzione di visitare era lo Yosemity National Park ma purtroppo, causa nevicate abbondanti dell’ultimo inverno, non sono riusciti a pulire le strade per cui il tragitto per il Tioga Pass era chiuso.
Per raggiungere lo Yosemity è possibile arrivarci facendo il giro dal Sonora Pass; anche qui i distributori scarseggiano, il primo dopo il passo si trova a Cold Spring (dopo 85 miglia). Passiamo per il Tahoe Lake fino a Emeral bay ma anche qui, trovando un altro passo chiuso per neve, abbandoniamo l’idea di andare allo Yosemity.
La scelta cade quindi sul Sequoia National Park (25$/moto); si gira tranquillamente in moto e a piedi negli appositi percorsi per vedere da vicino queste gigantesche piante. Nel Sequoia c’è un solo distributore di benzina.
Si parte poi per San Francisco, sosta al Pier45 Fisherman Warf, al Pier39, Pier 1-2 Ferry Building, Embarcadero, Finantial District e l’immancabile Golden Gate. Se si intende visitare Alcatraz è bene prenotare con largo anticipo in quanto i tempi di attesa sono molto lunghi (a giugno due settimane).
A San Francisco lasciamo la nostra fantastica Indian Roadmaster, gli ultimi quattro giorni li facciamo con una grintosissima Camaro cabrio.
L’intenzione è quella di percorrere la Pacifica 1 in direzione Los Angeles via Big Sur ma dopo alcuni km troviamo i cartelli di strada chiusa; il brutto tempo e le piogge torrenziali hanno fatto franare la strada rendendola impraticabile; non è dato sapersi quando sarà riaperta.
Si torna indietro fino a Monterey, ci fermiamo a visitare il circuito di Laguna Seca (entrata libera se non ci sono prove) e poi percorriamo la strada interna fino a Morro Bay. Da lì riprende la Pacifica 1.
Lungo la strada ci fermiamo a Pigeon Point Light Station, un piccolo museo che racconta la storia del faro e poi a San Simeon a vedere gli elefanti marini sulla spiaggia, sono tantissimi distesi al sole… loro non temono il vento gelido che soffia insistentemente.
Volevamo cercare ancora alcuni tratti di Route66 prima di arrivare a Los Angeles, per cui abbiamo deviato per San Bernardino percorrendo la Route 66 fino a Claremont.
Oramai il nostro lungo viaggio è terminato, l’ultimo giorno lo passiamo girando per Santa Monica, foto di rito al cartello “END ROUTE 66”, a piedi per Hollywood e in macchina tra le ville di Beverly Hills.
Dopo quasi 6000 km… neve sui passi… caldo atroce nel deserto del Nevada… incontrato persone fantastiche… visto paesaggi indimenticabili… il nostro sogno americano si è avverato.
NOTE
Patente: abbiamo fatto la patente internazionale in quanto alcuni stati non riconoscono quella italiana.
Motel: abbiamo sempre dormito in Motel lungo le strade, li abbiamo trovati sempre puliti dotati di asciugamani e prodotti da toelette, diversi avevano la colazione inclusa; in ogni caso quasi tutti hanno la macchinetta per farsi il caffè americano in camera. Wi-fi gratuita sempre presente.
Nella maggior parte dei Motel sono presenti lavatrici ed asciugatrici ed alla reception vendono il detersivo (visto il nostro bagaglio ultra ristretto, le abbiamo utilizzate alla grande: lavaggio ed asciugatura perfetti).
Pasti: tutte le stazioni di servizio sono ben fornite di cibi e bevande, in alcune si può anche pranzare o cenare; in ogni caso la scelta di ristoranti o catene di fast food in cui si può mangiare di tutto è infinita. Da notare che l’acqua servita al tavolo è sempre gratuita. Per le altre bevande si paga solo la prima consumazione, le altre sono gratuite.
Benzina: i distributori nelle strade secondarie scarseggiano, appena c’è la possibilità fare sempre benzina.
Per fare rifornimento si può: 1. pagare con la carta di credito direttamente alla pompa digitando il pin; 2. andare dall’addetto comunicare quanti dollari si intendono fare e saldare subito in contanti o con carta di credito; se l’importo è inferiore l’addetto darà il resto in contanti se invece si paga con la carta di credito la differenza verrà riaccreditata.
Navigatore: necessario se si prenotano hotel nelle grandi città altrimenti una buona cartina è più che sufficiente.
Casco: non è possibile portarsi il casco utilizzato in Italia perché non è conforme alle normative USA, è necessario quindi noleggiarlo in loco (di solito compreso nel noleggio della moto); inoltre per i turisti stranieri è obbligatorio indossarlo.
Bagaglio: essendo un viaggio organizzato in autonomia senza mezzi di supporto, il bagaglio era ridotto ad uno zaino; consiglio di mettere il vestiario in buste così da rendere più veloce il continuo “togli e metti” nelle borse laterali. Inoltre viste le temperature piuttosto elevate di alcuni stati è bene portarsi una borsa termica in cui inserire il bere.
Mance: nei ristoranti considerate di lasciare un 15% circa di mancia, non è obbligatoria ma sempre ben accettata.