Islanda fai da te con bambino al seguito

Vacanza fly & drive alla scoperta dell'ovest e del sud dell'isola
Scritto da: pisy23
islanda fai da te con bambino al seguito
Partenza il: 10/06/2017
Ritorno il: 18/06/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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Abbiamo pianificato questo viaggio a partire da novembre e siamo partiti a Giugno 2017: una settimana con un bimbo di 3 anni alla scoperta dell’isola ai confini dell’europa.

L’organizzazione tutta fai da te è stata cosi anticipata perché avevamo delle necessità legate alla tipologia di viaggio con bimbo piccolo per le quali volevamo essere sicuri: abbiamo quindi prenotato il volo a novembre, prenotato le 3 strutture dove abbiamo dormito a fine gennaio e poi prenotato la macchina a marzo.

In Islanda tutto è molto costoso, in media il triplo rispetto all’italia (3 hamburger al tavolo in un bar di Reyk ci sono costati 90€!) – anche se ne eravamo a conoscenza, ci abbiamo messo un po’ ad abituarci.

Costi

Autonoleggio: Opel Astra con cambio manuale e assicurazione extra – Sixt – 900€.

Pernotti (periodi dal 10 al 18 giugno 2017)

– Keflavik: Guesthouse con colazione inclusa GG Guesthouse 95€

– Akranes: Airbnb (monolocale)– 3 notti – 436€

– Hella: via Booking: Vikinsg cave (monolocale) – 3 notti – 450€

Itinerario:

Partiti da Ancona nel pomeriggio siamo arrivati a Keflavik a mezzanotte (con scalo a Monaco), cittadina sonnolenta che abbiamo utilizzato come base per la nostra prima notte. Siamo arrivati alla GG Guesthouse con un taxi e la mattina seguente il titolare ci ha riaccompagnati in aeroporto per prendere la macchina. La Guesthouse era una delle poche strutture con colazione inclusa (l’unico posto dove non avevano i POS). Sistemazione abbastanza anonima ma con colazione libera e abbondante, che quindi faceva al caso nostro.

Siamo poi partiti con tutti i nostri bagagli alla volta dell’aeroporto: ci siamo portati: 1 valigia grande per me e Sauro, 1 valigia grande per Simone (3 anni) piena di pannolini e scorta di pasta e sugo; lo zainetto portabimbi, il passeggino leggero, 2 bagagli a mano à insomma un’enormità per il nostro standard ma passare da 28 gradi a 10° con un bimbo che è il classico italiano “pastasciuttaro” non è cosi semplice!

Breve tappa a Reykjavik per il pranzo e poi diretti alla nostra prima base ufficiale – Akarnes, 60km nord di Reyk. Dove abbiamo pernottato per 3 notti un Airb&B con vista sull’oceano (host: Sigridur). Ottima scelta/ottima location/ottimo tempo… il sole di mezzanotte è bellissimo e avere una casa proprio sull’oceano dove vedere “non” tramontare mai il sole ancora di più!

A giugno le giornate cosi lunghissime e le abbiamo sfruttate molto, facendo passeggiate fino a mezzanotte come se fosse tardo pomeriggio, senza nessuno in giro! (anche se generalmente non c’è comunque nessuno).

Il tempo in Islanda è molto variabile: noi siamo stati fortunati perché i primi 4 gg c’è stato un sole pieno e il cielo era blu, di un blu intenso che qui in italia non ho mai visto (e anche molto vento – tanto che io giravo sempre con la cuffia). Poi gli ultimi 3 gg invece è stato nuvoloso con qualche pioggia – devo dire che la pioggia vera e propria ci ha colpito solo quando stavamo in macchina, quando di fermavamo c’era una leggera pioggerellina per la quale bastava il cappuccio delle nostre giacche a vento.

Da Akranes siamo andanti a nord ovest alla penisola di Snaefellsnes – dove si trova il celebre vulcano che ha ispirato “Viaggio al centro della terra” di J. Verne. Ci sono scogliere a picco sull’oceano, piccoli paesini dai fantastici hot-dog, porti nascosti all’ombra di vette innevate, cascate qua e là… Una giornata all’insegna del bel tempo e rigenerante per gli occhi: Simone è stato molto buono, fortunatamente in macchina ha dormito quasi sempre, cosicché ci siamo potuti godere il viaggio.

Il gg seguente abbiamo effettuato il Golden Circle – tappa d’obbligo per lo spettacolo del Geysir. Emozione unica e le cascate (dicono le più grandi d’Europa). Simone è sempre stato nello zainetto che coprivano con la sua cerata trasparente cosi eravamo sicuri che non scivolasse/si avvicinasse troppo ai pericoli, ed era riparato dagli schizzi delle cascate.

Per il pranzo ci siamo preparati quasi sempre panini con prosciutto e formaggio oppure hamburger portandoci qualche frutta come snack e poi la sera quando tornavamo a casa preparavamo un piatto di pasta con i sughi pronti (sì, lo so, questo è tipico da italiani e va “contro” il mio personale approccio al viaggio, ma devo dire che con il bimbo che tutto il gg mangiava piatti veloci, la pasta la sera era una salvezza!).

Non abbiamo fatto il classico giro dell’isola, ma abbiamo utilizzato due punti appoggio (Akranes a 60 km a nord di Rek e Hella a 150 a sud Est) che ci hanno permesso di girare la parte sicuramente più visitata. Nonostante questo, non abbiamo incontrato praticamente nessun italiano (eccetto un ragazzo che aveva finito l’erasmus e lavorava come cameriere a Rek. per la stagione estiva), molti turisti americani à l’islanda in generale è molto “americans”.

Spostandoci verso la seconda base del nostro viaggio abbiamo fatto una tappa d’obbligo alla Blue Lagoon: FENOMENALE! Primo perché è uno spettacolo unico, poi perché siamo entrati quando il cielo era grigio e mentre facevamo il bagno si è aperto ed era bellissimo galleggiare in mezzo ai campi di lava. Inoltre nonostante lo sbalzo termico importante (da 10° fuori a più di 30° in acqua) nessuno si è ammalato! Post bagno, Simo si è addormentato subito in macchina cosicché le altre 3 ore di guida sono passate tranquille per arrivare alla nuova destinazione – una “men’s cave” – ovvero un ex garage di una fattoria dispersa a 15 km da Hella, paesino da 750 abitanti, che il padrone aveva adibito a sala giochi, corredata di tavolo da biliardo, freccette, dvd, chitarra, altalena e ovviamente letti/bagno/cucina. “The Viking Cave” è stata una bella sorpresa! (prenotata tramite booking.com). Usciti dalla porta solo campi verdi con cavalli che pascolavano liberi sullo sfondo di montagne innevate… WOW!

Da Hella ci spostavamo verso sud alla ricerca di cascate, sulla strada ce ne sono ad ogni curva, e di faraglioni a picco sull’oceano davanti a spiagge di sabbia nera. La strada qui è molto trafficata (per gli standard islandesi) – il che significa incontrare 2 o 3 macchine consecutive 🙂

L’escursione più impegnativa è stata alla laguna ghiacciata di Jokulsaron (700km a/r in giornata). Ci abbiamo impiegato tanto ad arrivare (circa 5 ore) facendo tappe per foto e andatura tra i 70 e i 90km/h (sono molto rigidi i limiti e la polizia fa multe a molti turisti che non li rispettano) e poi ci sono i ponti ad una corsia che guadano le foci dei fiumi create con il disgelo delle calotte glaciali, sui quali si va a senso alternato. Anche qui Simo ha dormito per quasi tutto il viaggio, solo l’ultima oretta si è svegliato e abbiamo dovuto tenerlo a bada considerando che si era abbastanza stancato. Arrivati a destinazione… uno spettacolo magnifico… Blocchi di ghiaccio che si girano su se stessi e vanno incontro all’oceano. Per la felicità del piccolo abbiamo preso il mezzo anfibio per fare un giro all’interno della laguna. Una bella esperienza (peccato che eravamo finiti in un gruppo di canadesi francofoni, quindi la guida era francese e traduceva solo per noi a richiesta). Il rientro è stato un po’ più impegnativo perché il tempo, tutta la giornata, è stato brutto e quando dico nuvoloso in Islanda vuol dire che non si vede proprio nulla considerando che la strada costeggia praticamente la costa e molto vicino ci sono le montagne/altipiani che “fermano” le nubi limitando di molto la visibilità. Abbiamo solo percepito le lingue di ghiaccio che scendevano dalle montagne. Ci siamo fermati a mangiare qualcosa in una delle poche stazioni di servizio presenti per spezzare un po’il viaggio e far “sfogare” Simone.

L’ultimo giorno avevamo l’aereo la sera alle 23 quindi ce la siamo presa con comodo perché avremmo immaginato che la partenza tarda avrebbe agitato il bimbo, che è rimasto ovviamente sveglio fino alla fine per poi crollare immediatamente in aereo.

È stata una vacanza molto bella, piena di natura, aria pulita e paesaggi rilassanti (anche con il cielo plumbeo la solitudine metteva tranquillità). Abbiamo fatto altri viaggi con Simo ma più ”light” – in montagna o all’estero ma con la macchina, o in aereo ma da amici – ma possiamo dire che con un bimbo di 3 anni , questo tipo di viaggio è possibile se si mette in conto di portare più bagagli del solito e organizzare bene la giornata. Ovviamente la parte nord est dell’isola (la meno battuta, per la quale sarebbero stati necessari spostamenti giornalieri con cambio di pernotti) abbiamo deciso di non visitarla concentrandoci sulla zona ovest e al sud.

Suggerimenti per chi ha intenzione di spostarsi con bimbi piccoli:

– Fondamentale lo zainetto (permette di fare escursioni su sentieri) ma garantisce che il bimbo non cada ne si faccia male in siti come le cascate, le scogliere o il geyser

– Ok al passeggino leggero: ero molto indecisa per via della quantità dei bagagli da trasportare in aereo ma devo dire che è stato comodo sia in aeroporto (abbiamo avuto uno scalo lungo soprattutto al ritorno dove si è dimostrato fondamentale) sia durante le passeggiate più tranquille che comunque si sono fatte non avendo organizzato trekking “ufficiali”

– Fondamentali le coperture trasparenti anti-acqua del passeggino e dello zainetto per pioggia

– Ombrello: effettivamente non serve. Uno piccolo ce l’ho sempre con me ma considerando il vento se l’avessimo aperto si sarebbe subito rotto

– Ok a trapuntine assorbenti per il mal di macchina (a noi sono servite un paio di volte)

– Giochi: sì ma con moderazione. Ne avevamo portati alcuni nel suo zainetto più altri di scorta, ma devo dire che non sono serviti molto. I più usati: un mazzo di carte, un libro e un pupazzo.

– Pasta e sughi pronti: ahimè devo ammettere che sono serviti e sono stati iper apprezzati

In generale:

– Tutto si può pagare con carta di credito: inclusi i bagni pubblici nelle principali attrazioni e i baracchini di hot dog

– Prenotare tutto con largo anticipo (le strutture sono poche e i costi salgono velocemente)

– Wifi sempre e ovunque

– Hot dog/hamburg/fish and chips: piatti principali (oltre ovviamente a zuppe di pesce)

– Inglese parlato da tutti

– Dall’aeroporto alla stazione dell’autonoleggio è presente un bus navetta, tuttavia non si conoscono bene gli orari e farla a piedi alcune volte può risultare comodo (dalla SIXT dove avevamo la macchina noi ci saranno ca 500m vs il terminal)



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