Abruzzo da salvare
Partiamo domenica 11 giugno, abbastanza presto, anche se dobbiamo percorrere soltanto 230 km. Vogliamo goderci l’intera mattinata con molta calma, tanto dobbiamo arrivare nel pomeriggio! La giornata è splendida e quindi… si parte! Una prima tappa per un caffè e si continua. Evitiamo di proposito l’autostrada Roma-L’Aquila, così passiamo per Tivoli, poi Oricola, finché un cartello cattura la mia attenzione: è l’indicazione per un paesino che si chiama Rocca di Botte. Facciamo subito una deviazione mentre nella mia mente riaffiorano ricordi di bambina e ragazzetta. Infatti qui venivamo molto spesso con i miei nonni, zii, cugini ed ovviamente la mia famiglia. Mio zio infatti, aveva parenti originari di questo paese ed era l’occasione per una gita domenicale tutti insieme, oppure di un soggiorno un po’ più lungo, quando in estate si affittava un appartamento. Sono avvolta da un turbinio di emozioni: dopo circa trent’anni eccomi di nuovo qui, alla ricerca di qualche traccia del passato. È tutto cambiato e riconoscere i posti di allora decisamente impossibile! Comunque sono contenta di quest’imprevisto. Manca ancora un’ultima cosa: nel vicinissimo paesino di Pereto, salendo in alto a poco più di 1000 metri, c’è il santuario della Madonna dei Bisognosi, che ospita una statua lignea della Madonna. Andiamo: raggiungiamo uno spiazzo con il Santuario e un’area dedicata al picnic. Tutto uguale a com’era anni fa; in questo spiazzo ci sono ancora i tavoli e ciocchi di marmo come sedie: qui abbiamo mangiato e giocato tante volte! Ed ora entriamo in chiesa, piccolina e per fortuna ancora ben conservata. Ed ecco lì la scultura della Madonna. Quanti anni sono passati e soprattutto quante cose sono cambiate! Il mio pensiero va ai miei cari che non ci sono più… Proseguiamo il nostro viaggio con un’altra sosta a tagliacozzo per il pranzo: uno spuntino veloce, un caffè e si riparte. Entriamo in autostrada ed usciamo poi a L’Aquila est, percorrendo ancora altri chilometri fino a trovare l’indicazione per Santo Stefano di Sessanio. Saliamo fino a 1200 metri ed ecco le prime case, mentre con il navigatore arriviamo proprio davanti Villa Valsi. La signora Rita è lì ad aspettarci e ci apre il nostro appartamentino. È al primo piano e vi si accede tramite una scala esterna che gira attorno alla palazzina. Per questi 5 giorni abbiamo disposizione tanto spazio: un bel saloncino con un angolo cottura ben fornito; un’ampia scala porta ad un soppalco a vista che ha un letto matrimoniale ed un lettino. Da un ingressetto si accede ad un’altra camera da letto ed il bagno. Siamo sistemati proprio bene e come ciliegina sulla torta due balconcini che affacciano sul paese e sui monti. Che pace, che aria pura! Annego il mio sguardo in tutta questa meraviglia. La villa si trova fuori del paese, che si innalza davanti a noi e la prima cosa che spicca sono le gru per la ricostruzione dopo il terremoto. Cominciamo subito a fare la cosa per cui siamo venuti e cioè “relax”. La giornata termina così, con una buona lettura davanti il panorama dei monti: che meraviglia! Per cena la signora ci ha indicato un ristorantino molto vicino e così seguiamo il suo consiglio. Eccoci alla “Locanda sul Lago”, un locale molto carino e tranquillo. Ordiniamo un antipasto di formaggi tipici della zona ed è simpaticissimo il cameriere che ci illustra i vari formaggi, la stagionatura ed il modo per assaporarli al meglio, secondo un ordine preciso. Ottimi consigli, abbiamo cominciato bene. Per primo ravioli fatti in casa con ripieno di ricotta, noci e tartufo, che adoro, mentre invece mio marito opta per un secondo: il bis di agnello, cioè un piatto con costolette arrostite, mentre dentro un tegamino in coccio c’e l’agnello stufato con patate. Infine un buon tiramisù della casa un po’ diverso dal tradizionale e decisamente gustoso. Abbiamo cominciato bene!
Ci svegliamo la mattina con il canto del gallo in lontananza, che sensazione piacevole! Questa mattina vogliamo visitare il paese e quindi basta attraversare la strada per addentrarci nei vicoletti tipici di questo borgo che si sviluppa verso l’alto, dove un tempo svettava la rocca medicea, distrutta dal terremoto del 2009. Ci inerpichiamo sui gradini irregolari mentre ci rendiamo conto dei danni del terremoto di ben otto anni fa. Ci sono i cantieri per la ricostruzione finalmente, mentre noi camminiamo tra file di casette puntellate e rinforzate. Mentre camminiamo, incontriamo persone ed operai che ci salutano. Qui mi rendo conto che noi abituati in città o in paesi grandi, non abbiamo questo modo di rapportarci, siamo chiusi nel nostro egoismo. Che semplicità e solarità invece si incontrano qui! A ulteriore conferma di ciò, giungiamo ad una piazzetta e una signora ci invita ad entrare nella sua bottega artigianale. C’è di tutto, è anche un bar e quindi ci prepara un buon caffè con una fetta di crostata fatta in casa. Intanto notiamo tanti altri prodotti come marmellate, biscotti, ma anche un vecchio telaio ancora funzionante con cui intreccia tessuti. Facciamo qualche acquisto genuino e stiamo per andare via quando lei ci propone di farci visitare la biblioteca. Accettiamo subito entusiasti (io sono malata di libri) e quindi lei apre apposta per noi questa stanza… Non ci posso credere! Qui c’è un vero e proprio tesoro! Ci sono, infatti, tanti libri antichi, alcuni addirittura scritti a mano! Ne sfoglio alcuni con tutta l’attenzione possibile, temendo quasi di violare queste pagine ingiallite. Non vorrei più andare via, ma poi la signora ci propone di visitare un’altra camera dove sono riposti tanti attrezzi antichi dei contadini. Notiamo un rastrello, un bigoncio, una bicicletta e tanto ancora che ci lascia a bocca aperta! Non finiamo più di ringraziare questa gentilissima signora, che ci ha fatto fare un tuffo nel passato. I lavori adesso stanno andando avanti, ma certo dobbiamo pensare che il terremoto risale a beo otto anni fa e forse si sarebbe dovuto già fare molto di più. Questo borgo merita sicuramente di tornare al suo splendore per far apprezzare, oltre la bellezza, anche i tesori che custodisce con le sue antichità. Prendiamo la macchina e ci rechiamo verso il vicino paese di Rocca Calascio. Ci inerpichiamo nel paesino dove ormai ci sono pochissimi abitanti. Ma la vera attrazione è il castello, che ha fatto da sfondo a più di qualche film. Da quassù il panorama è incredibile, specialmente in questa bella giornata di sole. Fa molto caldo e salire è un po’ faticoso, ma ne vale la pena! È quasi ora di pranzo e l’arietta frizzantina di montagna ci ha fatto venire appetito. Qui però non c’è nulla, così pensiamo di ritornare e scendere verso Barisciano, dove notiamo anche qui i segni del terremoto. Proseguiamo verso la statale 17 dell’Appennino abruzzese per poi tornare indietro in cerca di un posto dove mangiare. Chiediamo informazioni un’anziana signora di un bar che ci consiglia di andare al ristorante Monte Selva, appena fuori Barisciano. Nell’ampio locale ci sono poche persone e così veniamo serviti subito: un antipasto di salumi e formaggi per cominciare, quindi fettuccine fatte in casa con crema al mascarpone, funghi e tartufo e salsicce alla brace per mio marito. Il cameriere ci illustra l’antipasto, descrivendoci i tipi di formaggio, la loro stagionatura, nonché la provenienza dei salumi. Questa usanza è decisamente originale e simpatica! Mangiamo benissimo e soddisfatti torniamo al nostro appartamento, che scopriamo avere un nome: “Il Soppalco”, mentre l’appartamento vicino si chiama “Il Camino”. Ci prepariamo un buon caffè e ci riposiamo seduti sul balconcino con libri e parole incrociate. Si sta benissimo, immersi nel silenzio assoluto, anche perchè nel frattempo gli operai che stanno facendo i lavori, hanno finito il loro turno. Quando tramonta il sole dobbiamo rientrare e chiudere la finestra: si sente un’arietta fresca, tipica della montagna, ma dentro si sta veramente bene. Prepariamo la cena, questa sera non usciamo più e organizziamo piatti freddi con pomodori, affettati e formaggi. Stiamo veramente bene!
Per la mattina dopo abbiamo in programma di arrivare a Campo Imperatore, non è molto distante da qui e quindi dopo colazione, con calma partiamo. Percorriamo strade quasi in solitudine, incrociando una macchina ogni tanto, ma poi… sorpresa! La strada è invasa da mucche e cavalli. Che spettacolo! Ci fermiamo ad aspettare che magari si scansano, ma poi dalla parte opposta vediamo un’altra macchina che procede adagio tra gli animali che si spostano lentamente. Così ci facciamo coraggio e ci muoviamo con cautela, mentre io filmo e fotografo questo spettacolo. Pian piano gli animali si fanno effettivamente da parte e così passiamo. Saliamo a 2100 metri fino all’hotel di Campo Imperatore che è chiuso. Non c’è nulla, ma la piazza è piena di gente, moto e macchine. Qui si trova un importante osservatorio e noi anni fa, abbiamo avuto la fortuna di poterlo visitare. Gli impianti di risalita sono fermi e ce ne è anche un altro in costruzione. Si sta molto bene, è una meravigliosa giornata di sole.
Peccato non ci sia un bar per sedersi e consumare qualcosa, ma solo uno di questi bar a furgone che prepara anche i tipici arrosticini abruzzesi. Ripercorrendo la strada a ritroso, non troviamo più gli animali in mezzo alla strada, perché sono a pascolare. Intanto si è fatta l’ora del pranzo, quindi pensiamo di tornare allo stesso ristorante di ieri, così siamo sicuri di mangiare bene. Dunque eccoci ancora una volta all’hotel Monte Selva. Oggi ci propongono degli gnocchi scuri con fonduta di pecorino e zafferano, un antipasto di salumi e agnello. Anche questa volta mangiamo veramente bene e concludiamo con un’ottima panna cotta ai frutti di bosco. Facciamo un giro per Barisciano. È difficile riuscire ad immedesimarsi in questa gente e capire che cosa hanno potuto provare in quei terribili momenti, ma è ancora più difficile capire perché a distanza di anni ancora si deve fare molto per riavere un po’ di normalità. Venire in queste zone è sicuramente un’ottima medicina per la gente locale, che tenta di riprendere in mano la propria vita, accogliendo i turisti e coccolandoli con le specialità e le bellezze, molte delle quali purtroppo deturpate dai crolli, o addirittura perse per sempre. Torniamo al nostro appartamentino per goderci ancora un pomeriggio di assoluto relax.
Per l’indomani, giorno del compleanno di mio marito, ho complottato con la proprietaria, per organizzare una cena a sorpresa e festeggiare. Dunque dovrò tenere mio marito lontano per tutto il giorno, per dare modo alla signora di farci trovare la cena pronta. Ci dirigiamo verso L’Aquila. Quando arriviamo, rimaniamo senza parole: buona parte delle strade sono chiuse ed alcune strade periferiche funzionano a senso unico alternato. Ci ritroviamo così in mezzo ad un gran traffico, mentre tutt’intorno ci sono altre strade chiuse, macerie e gru che svettano quasi minacciose. Parcheggiamo tentando di dirigerci verso il centro, ma troviamo solo strade sbarrate e case puntellate o sventrate, come ci appare un palazzo all’improvviso: una sensazione indescrivibile di orrore e tristezza ci assale. Ce ne andiamo, temendo quasi di profanare il dolore di questa gente, che dopo tanti anni ancora si ritrova in queste condizioni! Mai pensavamo di trovarci così a contatto con una simile tragedia, e credo che l’immagine di quel palazzo ancora in piedi, ma quasi in bilico, mi rimarrà sempre nella mente. Andiamo verso il santuario di San Gabriele, ai piedi del Gran Sasso. Visitiamo il vecchio santuario, accanto al quale sorge ora il nuovo santuario che in genere viene aperto nei giorni festivi. Qui arrivano molti pellegrini e soprattutto, cosa curiosa, a cento giorni dagli esami di maturità, arrivano qui i ragazzi che si debbono diplomare, per pregare e benedire le penne che serviranno per gli scritti. Visitiamo anche la tomba di san Gabriele che ospita i suoi resti. Fa molto molto caldo e cerchiamo un po’ di riparo in una pizzeria poco distante, per mangiare qualcosa. Proseguiamo verso la città di Teramo. Anche qui fa molto caldo, ma camminiamo decisi verso la piazza dove c’è la cattedrale di Santa Maria dell’Assunta con la sua splendida torre campanaria. Alta 50 metri, conservò fino al 2011 la sirena antiaerea che avvisava la popolazione delle incursioni aeree durante il secondo conflitto mondiale. La chiesa è però chiusa e non possiamo entrare. Peccato…
Riprendiamo la strada del ritorno, è già abbastanza tardi, quindi troverò tutto pronto per la sorpresa di compleanno. Questa sera mio marito vuole cenare fuori, ma intanto io insisto per rientrare con una scusa. Quando arriviamo, troviamo la proprietaria della struttura ricettiva che mi fa un cenno come per dire “…è tutto a posto!….” Entriamo in casa e… la tavola è apparecchiata, ci sono le candele, una buona bottiglia di vino e un biglietto che ci dice che è tutto in frigo. La faccia di mio marito è incredibile, non dice niente, sembra quasi frastornato, ma si vede che è contento, ed è quello che volevo io! La sorpresa è perfettamente riuscita! Troviamo tante buone specialità: verdurine varie, ovoline al tartufo, formaggi e salumi tipici e per finire una bella tortina al cioccolato a forma di cuore e lo spumante. Non manca davvero nulla! Grazie signora Rita! Trascorriamo una bella serata, mentre arrivano varie telefonate da parenti e amici di auguri. Questi pochi giorni non potevano finire meglio. Domani si torna a casa, è stata una vacanza breve ma ricca di esperienze, non buone per quanto riguarda il terremoto: ci siamo trovati a stretto contatto con la gente che ha vissuto e convive tutt’ora con una grande tragedia, ma sicuramente è servito a noi toccare con mano e capire quello che finora abbiamo visto con distacco in TV. Nello stesso tempo abbiamo smorzato il clima pesante di queste zone con una nota allegra, festeggiando il compleanno in una grande e bella terra che è l’Abruzzo, terra da non dimenticare!