Sul tetto della Sardegna
Punta la Marmora (Pedras Carpìdas in Sardo, letteralmente “pietre spaccate”) è la cima più alta del Massiccio del Gennargentu (letteralmente “porta d’argento”), nonché, con i suoi 1834m, il monte più alto della Sardegna. Il nome in Sardo deriva dalla natura scistosa delle sue rocce, soggette ad erosione, che appaiano per l’appunto “spaccate”. Il nome in Italiano, invece, è in onore del generale piemontese Alberto La Marmora che per primo ne misurò l’altitudine.
Di buon mattino arrivammo e parcheggiammo al rifugio S’Arena (letteralmente “la sabbia”) a circa 1500m (agro di Desulo). Da lì parte il sentiero denominato “Gennargentu T-721”. L’escursione si mostra abbastanza facile e confortevole. Il sentiero, lungo circa 5,3km, si presenta ben segnalato, battuto e ribattuto da migliaia di appassionati. Il nostro scarso allenamento non si fa attendere, ogni scusa è buona per fermarci ed abbeverarci nelle fonti d’acqua fresca che si trovano lungo il tragitto come funtana is bidileddos così, dopo 2 ore circa e dopo esserci imbattuti anche nei ruderi dell’antico rifugio La Marmora, arrivammo a “Arcu Gennargentu” a quota 1659m. Qui tutti i sentieri presenti per raggiungere la cima si intersecano a formano un unico cammino verso la salita finale! Perdemmo parecchio tempo, in piccole pause, per riprendere fiato e superare i 200 metri di dislivello. Finalmente, verso mezzogiorno, era lì davanti a me: la vetta! Subito fissai la grande targa con scritto “Comune di Arzana, Punta La Marmora 1834 m.s.l.m.” e la grande croce posta sopra di essa. Notai inoltre che la targa subì dei danneggiamenti (visibile il danneggiamento del nome Arzana e sopra di essa un vano tentativo di incidere il nome Desulo). Si sa, da tempi la cima è contesa sia dal comune di Desulo che di Arzana. La vetta si presenta molto disomogenea con tanti piccoli “culmini”, mi sedetti sopra uno di quelli e fissai l’immensità dell’orizzonte: ad ovest il golfo di Oristano, a est/sud-est l’Ogliastra con le sue immense foreste, a sud/sud-ovest Il Campidano e il golfo di Cagliari, a nord la Gallura. Si dice che nelle giornate terse invernali siano visibili anche le cime della vicina Corsica. Con un sorriso beffardo restai una mezz’oretta buona a contemplare quell’orizzonte che si scaglia intorno alla Sardegna e mi ricordai una citazione di Nietzsche che da ragazzino lessi su un libro delle medie: “Chi sale sulla montagna più alta ride su tutti i drammi seri e faceti”…
Sempre con lo stesso sorriso, stanco e soddisfatto, ripercorsi la strada per il ritorno…
CONSIGLI: scarpe, bastone e abiti da trekking; borracce d’acqua; capellino; occhiali da sole.
PERIODO CONSIGLIATO: fine primavera, inizi autunno
VISITA: settembre 2014
DIFFICOLTÀ DEL PERCORSO: bassa
LINK UTILI: http://www.sardegnaambiente.it/foreste/foreste_parchi/sentieri.html