Lanzarote, l’isola del cactus

Paesaggi lunari, natura ribelle, villaggi pittoreschi, fantasia e sensibilità del suo cittadino più famoso, Cesar Manrique, rendono l'isola assolutamente unica
Scritto da: fedina
lanzarote, l'isola del cactus
Partenza il: 02/10/2016
Ritorno il: 12/10/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Spinti dal desiderio di prolungare l’estate abbiamo scelto una destinazione a medio raggio che potesse concederci giornate di sole e bagni in mare anche a ottobre. La disponibilità di voli low cost da Bologna ci ha indirizzato verso questa particolare isola dell’arcipelago canario.

Una precisazione è doverosa: Lanzarote non è per tutti. Credo sia l’isola con la natura più aspra e inospitale di tutte le Canarie: una geologia oggettivamente straordinaria fatta di paesaggi lunari e oltre 300 coni vulcanici, una vegetazione quasi assente se si escludono i cactus e le piante spinose. Lanzarote poi è bagnata da un Oceano spesso agitato che insieme al vento non agevola la balneazione e inoltre, ha spesso spiagge e fondali scuri che condizionano i colori del mare.

La definizione di isole dell’eterna primavera forse spiega la continua mutevolezza del cielo, che nei primi 10 giorni di Ottobre è stato spessissimo coperto da pesanti nuvole scure. Va detto anche che alcuni paesaggi sono suggestivi ma a mio avviso si tratta di un luogo che si presta più a escursioni naturalistiche che alla vita di mare o più banalmente al riposo considerando la mitezza del suo clima, per il quale sembra richiamare la gran parte dei pensionati inglesi. Se si esclude il mare, gran parte delle attrazioni turistiche si deve a Cesar Manrique, l’architetto originario dell’isola che ne ha valorizzato il patrimonio culturale ma soprattutto naturalistico. Le località più turistiche come Puerto del Carmen, Costa Teguise e in misura minore Playa Blanca che risulta un poco più elegante, sono frutto di una forsennata speculazione edilizia: costruzioni recenti, complessi e residence addossati l’un l’altro senza un apparente criterio, moltissimi cantieri abbandonati in corso d’opera con scheletri architettonici tetri e ormai fatiscenti.

Qualche scorcio più poetico, in particolare nella zona dietro la Marina viene offerto dal capoluogo dell’isola, Arrecife. Anche Teguise Villa può essere identificato come un autentico villaggio spagnolo, a condizione che non andiate di domenica per via del mercato destinato ai turisti. Qualche bella fotografia ve la offriranno anche Yaiza e Haria, con le loro casette bianche circondate da palme. Un vantaggio non trascurabile di una vacanza a Lanzarote, così come in tutte le Canarie, è l’economicità dei servizi offerti grazie anche ad un regime fiscale agevolato. L’IVA è infatti al 7% e quindi, se non si pretende il lusso, si può vivere davvero con poco. Abbiamo scelto come base Puerto del Carmen: centrale rispetto al resto dell’isola, diverse spiagge di sabbia scura solo in minima parte attrezzate, acque calme e un lungo mare ben tenuto. Non appena spostate lo sguardo dal lungomare verso l’interno, ecco materializzarsi una sfilza infinita di locali per mangiare, alternati a negozietti di souvenir dozzinali. Mi ha dato l’idea di un pezzo della periferia di Manchester preso e letteralmente lanciato di fronte alle coste del Marocco, esaltando in questo strano connubio, il peggio di entrambi i luoghi.

A pochi chilometri da Puerto del Carmen, in direzione sud, si trova Playa Quemada, una remota spiaggia di sassolini neri, disposta in discesa sulla montagna. Attorno alcuni ristoranti che sembrano interessanti ma non abbastanza da fermarsi per un bagno.

Prima della partenza, per ottimizzare tempi e spostamenti avevo pianificato cinque itinerari, ciascuno di un giorno. La pianificazione ha dovuto subire successivi aggiustamenti a causa delle condizioni meteo non sempre favorevoli. Nonostante questo è stato impossibile su 10 giorni vedere le spiagge a nord dell’isola con il sole così come pensare di raggiungere la piccola isola de La Graciosa in quanto dal mio punto di vista non aveva senso affrontare una movimentata traversata per vederla avvolta dalle nubi.

Nella pianificazione delle giornate e ancor di più in alta stagione occorre tener presente che le attrazioni più turistiche (Parque Nacional de Timanfaya) vanno visitate il mattino presto oppure dopo le 15.00.

Inoltre, se si intende visitare un certo numero di attrattive gestite dall’amministrazione di Lanzarote conviene comprare fin da subito un biglietto cumulativo che può comprendere da tre a sei siti tra i quali: Jameos del Agua, Cueva de los Verdes, Jardin de Cactus, ecc.. Questa soluzione consente un notevole risparmio e il biglietto cumulativo può essere acquistato presso tutte le biglietterie dei siti, valido 14 giorni.

1. Arrecife, Fundacion Cesar Manrique, Villa Teguise , Monumento al Campesino

Vista la vicinanza con Puerto del Carmen, oggetto della nostra prima uscita è stato il capoluogo Arrecife. Più simile a un grande paese che ad una città, semplice e apparentemente poco modaiola, si può comodamente visitare in una mezza giornata. Arrecife ha anche una bella spiaggia, Playa del Reducto con acque sorprendentemente pulite se si considera che siamo in zona urbana.

Uno degli scorci più pittoreschi è il Charco de San Gines, la laguna occupata da barche variopinte, gabbiani e circondata da locali dove mangiare e bere qualcosa respirando un’atmosfera più autentica rispetto alle zone maggiormente turistiche dell’isola. Non ci siamo negati una visita alla Iglesia de San Gines e al mercato La Recova, un luogo ombreggiato dove bere qualcosa anche se le bancarelle ormai sono davvero poche.

A seguire in direzione nord, se avete voglia di fare un bagno, si può fare tappa a Costa Teguise magari a Playa de las Cucharas. L’agglomerato di Costa Teguise in se è totalmente insignificante: un sussegguirsi di appartamenti per turisti tutti tra di loro simili e attività commerciali a misura di turista poco pretenzioso.

Molto interessante è invece la Fundacion Cesar Manrique, (Taro de Tahiche, 5 km a nord di Arrecife-ingresso h 10.00-18.00 per 8 €). Si tratta di una delle abitazioni dell’artista, costruita in un campo di lava con alcuni ambienti assolutamente sorprendenti. Il piano superiore ideato secondo i canoni dell’architettura tradizionale di Lanzarote ospita gli ambienti più domestici (cucina, sala da pranzo ed un lussurreggiante bagno) . Ancora più interessante il piano sotterraneo, ricavato in cinque bolle vulcaniche naturali, collegate de Manrique tramite stretti corridoi scavati nel basalto della colata lavica con spazi destinati allo svago e originali arredi colorati.

Consiglio di conservare il biglietto di ingresso se intendete visitare anche la Casa Museo Cesar Manrique di Haria perchè avrete diritto ad uno sconto, seppur modesto. Terminata la visita alla casa museo, abbiamo quindi raggiunto Villa Teguise, uno dei pochi luoghi urbani di Lanzarote con un po’ di carattere, qualche negozio di artigianato carino, una bella biblioteca pubblica (fateci un giro dentro se la trovate aperta perchè è molto, molto spagnola). La Villa è l’antico capoluogo dell’isola, prima che alla fine del 1800 lo diventasse Arrecife ed è anche la prima città europea delle Canarie. Se poi capitate a Teguise in orario di pranzo o cena consigliamo il Ristorante “La Cantina” che, oltre alla scelta di vini, offre taglieri per tutti i gusti. Sulla via del ritorno per Puerto del Carmen, all’altezza di San Bartolomè impossibile non vedere il Monumento al Campesino, l’attrazione turistica inspiegabilmente più segnalata di tutta l’isola.

2. Guatiza, Jardin de Cactus, Cueva de los Verdes, Jameos del Agua e Charco de Palo

Di buon mattino e con la fedele compagnia dei nuvoloni neri partiamo in direzione nord. Prima tappa il Jardin de Cactus (h 10.00-17.45, € 5.50), un enorme giardino botanico realizzato in una vecchia cava che ospita oltre 1500 varietà di cactus, progettato e ideato da Manrique. A seguire, poichè pioveva, abbiamo raggiunto in pochi minuti di auto la Cueva de los Verdes (h 10.00-18.00, € 9.00), una cavità abissale lunga circa 1 km che vi darà l’impressione di compiere un viaggio al centro della terra.

Per il pranzo abbiamo scelto il ristorante El Almanacer ad Arrieta, specializzato in pesce e assolutamente consigliato. Una fugace apparizione del sole ci ha permesso di riposare una mezz’ora a Playa de la Garita, una gradevole spiaggia di sabbia battuta da forti onde. Neanche il tempo di riscaldarsi che il cielo torna a farsi plumbeo e ci dirigiamo quindi a los Jameos del Agua (h 10.00-18.30, € 9.00). Questo sito, anch’esso opera di Manrique, rappressentato su molti dépliant turistici di Lanzarote, è divenuto con il tempo un po’ il simbolo dell’isola. Deve il suo nome alla presenza di un lago azzurro all’interno di una grande grotta ed è molto gradevole l’architettura dei luoghi di ristoro costruiti attorno al lago, nelle cui acque vive una specie unica di granchietti bianchi. Nella stessa giornata, se le condizioni meteorologiche lo avessero concesso, avremmo visitato anche il villaggio di Orzola e soprattutto Playa Caletones, Playa de la Canteria o Punta Preita di cui avevamo letto descrizioni interessanti ma in realtà infreddoliti e stanchi abbiamo ripiegato verso casa.

3. Parque Nacional de Timanfaya ,El Golfo, Charco de los Clicos, Salinas de Janubio, Playa Blanca

Di buon mattino partiamo per il Parque Nacional de Timanfaya (h 9.00-17.00, € 9). Il parco è un’attrazione oggettivamente imperdibile di Lanzarote. Si tratta di uno spettacolare e incontaminato sito di origine vulcanica che si estende per circa 50 kmq creatosi in seguito ad una violentissima eruzione avvenuta nel XVIII secolo. Purtroppo la visita si esaurisce con un percorso turistico ad anello a bordo di un pullman e a tre dimostrazioni molto turistiche che testimoniano il calore del terreno sottostante: un geyser, un mucchietto di paglia che prende fuoco e la possibilità di maneggiare dei sassolini che scottano. Un’altra scena interessante è offerta dal Ristorante El Diablo (neanche a dirlo progettato da Manrique) dove carne e patate vengono arrostite su barbeque naturali alimentati dall’attività vulcanica.

A seguire ci dirigiamo verso El Golfo, un ex villaggio di pescatori adagiato su una bella baia a mezzaluna. Nel paese si respira un’atmosfera rilassata, le casette bianche sono molto curate nei dettagli ma la spiaggia non è nemmeno affrontabile tanto il mare è agitato. Decidiamo quindi di pranzare al ristorante El Caleton, buono ma un po’ più caro della media. A poca distanza da El Golfo si trova il Charco de los Clicos, uno stagno color verde smeraldo che troviamo però molto ritirato rispetto alle immagini viste in foto. Ciò che lo rende particolare olre alle alghe presenti nell’acqua è il paesaggio lavico che lo circonda. Percorrendo la strada costiera si arriva a Los Hervideros, una serie di grotte a strapiombo sul mare, dove questo entra e gorgheggia. Sei chilometri più a sud si trovano le Salinas de Janubio, una gigantesca scacchiera nei toni del bianco-beige sulle quale si innalzano piccole piramidi di sale marino acquistabile in loco. Poiché il sole è ancora alto decidiamo di finire la giornata a Playa Blanca, una spiaggia gradevole, non nera ma nemmeno bianca, circondata da strutture turistiche di buon livello.

4. Mercato domenicale di Villa Teguise, spiaggia di Famara

In una domenica di cielo plumbeo e nonostante il malcelato sconforto di chi mi accompagna non ci resta altro che recarci al mercato di Teguise Villa: le infinite bancarelle offrono ben poco di originale ma esiste anche una sezione destinata al cibo dove acquistare dolci freschi prodotti sull’isola. Facciamo quindi rotta per Famara, dove è molto nuvoloso ma i surfisti non mancano su questa spiaggia lunghissima con acque trasparenti e onde altissime. Sarebbe divertente giocare con i cavalloni ma le condizioni meteo sono avverse. Mangiamo qualcosa al Caffè Esquina e ritorniamo a Puerto del Carmen dove finalmente rivediamo il sole.

5. La Geria

In una mattina nuvolosa facciamo rotta per La Geria, il lungo tratto stradale costeggiato dai particolari vigneti rasoterra tipici di Lanzarote (la parte più meritevole di una visita è quella compresa tra Mozaga e Yaiza). Poiché il vento rimane molto forte non rimane che ripararci nella piscina del nostro residence, che si è rivelata davvero utile e gradevole.

6. Spiagge del Sud

Dopo un attento studio del meteo, abbiamo atteso il giorno climaticamente più favorevole per vedere le famose spiagge della costa Papagayo: Papagayo appunto, Playa de las Mujeres e Puerto Mueles. Si tratta di una riserva naturale protetta per cui è previsto il pagamento di 3 € a veicolo per percorrere uno sterrato di circa 3 km. Arrivando prima delle 10.00 siamo riuscirci a goderci Playa Papagayo, che è una delle più meritevoli, senza troppa ressa. Sull’ora di pranzo ci siamo concessi uno spuntino con vista magnifica a Casa Barba (uno dei tre locali che fanno ristorazione a Papagayo) e nel pomeriggio ci siamo spostati a Playa Mujeres, concedendoci numerosi bagni in mare. Lasciate le spiagge ormai al tramonto ci siamo fermati per la cena al ristorante Casa Emiliano a Fermes, ottimo cibo, prezzi onestissimi e vino traditore.

7. Passeggiata nel nord, Haria e Mirador del Rio

Nell’ennesimo mattino nuvoloso e freddo prendiamo la direzione nord. La prima tappa è il villaggio di Haria, un’oasi moresca dove si ritrova una grande concentrazione di palme. Tappa d’obbligo è la Casa Museo di Cesar Manrique: impressionanti i bagni e anche il suo laboratorio dove tutto sembra rimasto fermo nel tempo al giorno della sua morte.

Nel centro di Haria sono attivi diversi laboratori artigiani e un piccolo mercato coperto dove abbiamo trovato un ambiente molto piacevole e per nulla turistico per mangiare qualcosa. Raggiungiamo l’estremo nord dell’isola, dove si innalza un’altra creazione in pietra lavica di Cesar Manrique: il Mirador del Rio (10.00-18.00, € 4,50). Dal Mirador si ha una magnifica vista che spazia sulla colata lavica, sull’Isla Graciosa e sugli isolotti vulcanici circostanti. El Rio è il braccio di mare che separa Lanzarote dall’isola La Graciosa che, contrariamente al programma originale, ci limitiamo a salutare da lontano. Per chi fosse interessato e trovasse le condizioni giuste per raggiungerla esistono otto collegamenti giornalieri con partenza da Orzola al costo di 20€ a/r.

Informazioni pratiche

Volo Ryanair Bologna-Arrecife acquistato quattro mesi prima al costo di 560 € (!) per due con un bagaglio in stiva.

Pernottamento presso il residence la La Laguneta a Puerto del Carmen al costo di 30€ al giorno.

Puerto del Carmen è un’ottima base perché centrale e vicina all’aeroporto, il mare che bagna le sue spiagge è fra i più calmi dell’isola e (non chiedetemi perché) statisticamente meno nuvoloso rispetto all’estremo nord ma anche al sud.

La Laguneta è un complesso di medie dimensioni composto da appartamenti veramente grandi. Il mare è raggiungibile anche a piedi ma non vicinissimo (circa 10 minuti). La posizione relativamente defilata consente però di trovare parcheggio facilmente. All’interno dell’appartamento lo spazio è davvero tanto: camera da letto con un grande armadio a muro e numerosi ripiani su cui appoggiare le cose, sala, cucinotto e bagno. Il bagno è un po’ datato, la tenda per la doccia non è di mio gradimento e la pressione dell’acqua della doccia è davvero bassa. Alcuni dettagli come le prese di corrente che sono tante, ma fissate alla parete con il nastro adesivo, potrebbero essere migliorati. Manca l’asciugacapelli e gli asciugamani sono di un materiale che non asciuga.

Un aspetto molto positivo è la piscina, pulita, piacevolmente silenziosa e dotata di lettini il che, in occasione di forte vento può salvarvi la giornata. La zona comune esterna è la più gradevole. Il complesso è abitato da due gatti molto teneri che cercano compagnia umana.

La connessione wi-fi è gratis ma lentissima.

Noleggio auto presso Autoreisen che ci ha fornito una Citroen C3 in ottime condizioni e con copertura assicurativa completa al costo di 10 € al giorno. Credo sia difficile fare di meglio.

Noi abbiamo ritirato l’auto direttamente in aeroporto, in alternativa per raggiungere Puerto del Carmen che è una delle destinazioni turistiche più comuni si può optare per la navetta aeroportuale (pubblica) che parte ogni 45 minuti ed impiega circa 30 minuti.

Altra soluzione è il taxi autorizzato che costa circa 15 € per una corsa della durata di circa 15 minuti (nelle ore di punta i prezzi e la durata del tragitto potrebbero variare).

– Clima a ottobre: documentandomi in Rete avevo letto che nei mesi di settembre e ottobre il vento è più debole e la temperatura dell’acqua particolarmente gradevole. Effettivamente nelle giornate di bel tempo ci siamo concessi numerosi bagni in mare soprattutto a Puerto del Carmen, Costa Pagayo e Playa Blanca. A nord abbiamo sempre trovato molto nuvoloso a conferma del fatto che si tratta di una zona dove le nuvole stazionano maggiormente, così come nella ventosissima Famara.

– Cibo e specialità

Papas arrugadas: patate rugose

Gonfio: farina fatta con vari tipi di grano, ne risulta una consistenza cremosa di colore marrone accompagnata da spicchi di cipolla cruda. Solo per duri e puri.

Mojo: Salsa a base di aglio

Rancho canario: carne

Bicuda: barracuda delle Canarie

Puchero: minestra di verdura

Conejero: formaggio locale

Ron Miel: Rhum al miele

Bienmesabe: dolce tipico con biscotti, mandorle e accompagnato da gelato alla vaniglia.

Birre locali: Tropical, Dorada e Reina

Vino: malvasia secco

– Ristoranti a Puerto del Carmen

TJS Carribean tapas, Calle Teide 8 (dietro al porto), poco turistico per la zona, hanno anche tapas vegetariane, buoni i dolci, prezzi nella media.

La Carmencita del Puerto, Avenida de las Playas 55 (dopo una lunga sequenza di posti orribili alla fine della via). Fanno Hummus verde.

Himalaya Restaurant, indiano, Avenida de las Playas 5. Buon prezzo e piatti ben preparati.

Everest, Ristorante Indiano-Nepalese, stessa proprietà dell’Himalaya, buona qualità e ottimo prezzo con uno dei migliori Naan che io abbia mai mangiato.

Il Palio, Calle Cesar Manrique, offre piatti italiani e spagnoli da asporto, può essere una soluzione se avete poco tempo e volete mangiare in appartamento.

– Ristoranti in giro per l’isola

Cantina Teguise , Calle Leon y Castillo 8, La Villa de Teguise, famoso per i taglieri (anche vegetariani).

El Amanecer, Calle de la Garita 50, Arrieta (è un piccolo paese di pescatori), il locale propone pesce (parrilada mista e mariscos con contorno di papas arrugadas), validi i calamares a la plancha, consigliamo di andare presto perchè è molto frequentato da turisti e locali, quasi sempre pieno. I prezzi sono onesti.

El Lago, Calle Morros 27, Punta Mujeres, Arriete. Ottimi piatti di pesce e porzioni abbondanti. Sevizio veloce e cortese.

El Caleton, Avenida Maritima 5, El Golfo, pesce e paella e Bienmesabe. Ottima qualità del pesce, pranzo con vista, forse un po’ più caro della media. La sera chiude alle 21.30.

Casa Emiliano, Calle la Vista 34, Fermes, Playa blanca (su in collina). Ottimi piatti della tradizione, buoni i gamberoni e anche la paella ma attenzione: chiude alle 21.30.

Caffè Esquina, Famara, uno degli ultimi locali che dalla spiaggia porta all’interno del paese. I piatti sono buoni, il servizio è un po’ lento, i prezzi nella media.

Buona Lanzarote a tutti.

F&M

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