Nisyros, un vulcano dormiente in un’isola meravigliosa
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Nisyros è uno di quei posti nel mondo dove poter fuggire quando c’è la necessità di doversi ritrovare. E’ un’isola greca di straordinaria bellezza abitata da gente cordiale e gentile, legata ancora ad antiche tradizioni, che ospita un vulcano attivo, ma dormiente, dove poter godere di quiete e pace, in un ambiente abbastanza selvaggio da far sentire il proprio io interiore vicinissimo al cuore eruttivo di Madre Terra. Trattasi di un’isola del Dodecaneso, posta tra Kos e Rodi, a 18 km di distanza dalla costa sud-occidentale della Turchia, dove fuoco ed acqua, elementi vitali ed opposti, trovano una rara sintonia, configurando un ambiente naturalistico senza eguali. Questa isola vulcanica costituisce, insieme all’isola di Santorini, all’isola di Milos e a quella di Methane, quello che geologicamente parlando viene denominato l’Arco Vulcanico dell’Egeo, ovvero una catena di isole, in cui l’attività eruttivo-sismica-magmatica è tutt’oggi ancora presente, per lo scivolamento della Placca Africana al di sotto della Placca Ellenica. Più specificamente, geologicamente parlando, Nisyros fa parte della Caldera di Kos, un’ampia area vulcanica che comprende la parte settentrionale dell’isola di Kos (Kamari/Kefalos), l’isoletta di Pathia, le Isole di Strogyli e Yali, dove la caldera di Nisyros è, senza dubbio la parte più attiva. Basta pensare che la camera magmatica, dal fondo del cratere Stefanos, nel cuore della caldera di Nisyros, dista solo ¾ Km in profondità. Detto questo, però, va precisato che Nisyros deve considerato certamente un vulcano buono, difatti le eruzioni magmatiche sono, e sono state, non frequenti, tanto che è classificato tecnicamente come vulcano dormiente (nulla a che vedere con Santorini, responsabile del cataclisma eruttivo più famoso dell’antichità). Non è sopito affatto, di contro, il profilo idrotermale di questo vulcano ovvero la sua attività termoidrologica, e di questo siamo certi, dato che i suoi molteplici spot di benefica acqua calda, hanno negli ultimi anni avuto un progressivo rialzo termico. La sorgente di Loutra (tutt’ora attiva e a fruizione controllata dalle autorità comunali a prezzi irrisori), quella di Thermiani e quella della baia di Avlaki, tutte note e famose, sin dall’antichità, come fonti di acque termali assai salutari, soprattutto per le patologie artrosiche, reumatiche o dermatologiche (psoriasi /seborrea), attualmente fanno registrare un range termico tra i 30 e i 60 gradi, comunque in ascesa rispetto al passato. In antichità questo posto era ritenuto il top del termalismo greco, e ciò ci è noto grazie ad alcune iscrizioni, ritrovate in situ, che vogliono il famoso Ippocrate, padre della Medicina e minato da croniche patologie articolari, assiduo frequentatore della fonte Thermiani, ancora presente ed attiva dopo 2000 anni. Per la verità il famoso medico greco, nato a Kos, ad un tiro di schioppo da Nisyros, segnalava e frequentava anche le fonti termali dell’isola di Milos, ma prediligeva Thermiani per la superiore temperatura delle acque e per la composizione di queste ultime spiccatamente sulfuree. Gli abitanti di Nisyros hanno sfruttato il Vulcano, oltre che per i benefici effetti termali, anche per tantissime altre preziosità, non ultima l’estrema fertilità del terreno, ricchissimo di sali minerali, che ha permesso, in passato, una rigogliosa attività di coltura grazie a terrazzamenti con muri a secco che hanno reso fruibile molto terreno vulcanico.
MITOLOGIA
La mitologia ha voluto far nascere Nisyros da un esagerata follia divina: secondo la leggenda, tramandata dallo storico Strabone, Nettuno, signore dei mari, strappò un ampio lembo di roccia dalla vicina isola di Kos, per scagliarlo contro l’odiatissimo gigante Polibote, reo di inammissibile ribellione nei confronti dell’Olimpo. L’obiettivo era di farlo sprofondare in mare sotto il gravame dell’arenaria, ma senza decretarne la morte, affinché continuasse a lamentarsi di dolore in eterno. La parte più alta di questa roccia scagliata, andò a formare le terre emerse dell’isola di Nisyros, mentre i periodici gemiti del gigante sconfitto ne determinarono i ricorrenti eventi tellurici, lamentati in superficie. Essendo Nettuno il dio che ha creato l’isola, da sempre ne è anche il suo protettore e la sua effige è stata ritrovata, a conferma del mitologico, su diverse antiche monete repertate in loco.
STORIA
L’isola è stata popolata sin da tempi antichissimi e questo ci è noto per i resti di un molo dell’età del bronzo non lontano dall’attuale porto. Pochissimo è rimasto dell’epoca minoico-micenea, solo qualche frammento di ceramica. Dei ruderi di torri di guardia sono invece quello che resta del periodo ellenistico. Sotto la dominazione romana l’isola ebbe rinomanza per le sue fonti termali e di quel periodo restano bagni e cisterne. Dall’11^ al 15^ secolo l’isola è stata dominio dei veneziani a cui succedono i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni (Ospitalieri) che costruirono il castello che sovrasta il borgo di Mandraki a cui fu annesso, nel 1600 il Monastero di Panagia Spiliani. A seguire è stata preda ambita da turchi e pirati, per finire, nel 1522, annessa al regno Ottomano con un graduale aumento di benessere e popolazione. Dal 1912 l’isola è conquistata, così come tutto il Dodecaneso, dagli italiani. La dominazione italiana sebbene abbia indotto degli indubbi benefici di evoluzione socio-culturale (vedi scolarizzazione obbligatoria per tutti i bambini) ha però provocato una progressiva diminuzione degli abitanti. Dal 1948 l’isola appartiene alla Grecia.
FAMILIARIZZANDO CON L’ISOLA
Abbandonati gli eventi storico-mitologici, resta la realtà di una piccola isola vulcanica di incommensurabile bellezza, che può soddisfare intensamente sia il viaggiatore interessato alla Grecia più antica e genuina, sia il naturalista alla scoperta di elementi e contesti primordiali, sia l’evoluto ed ipertecnologico cittadino del mondo, alla ricerca del proprio ego ormai disperso. Per tutte queste tipologie di afferenti, Nisyros rappresenta il posto giusto. Nisyros, difatti, è un’isola piccola fuori dai classici e gettonati circuiti vacanzieri; ha un’area di 41 Km quadrati, una forma conica ed è costituita da rocce vulcaniche, divenute famosissime in antichità col nome di pietre di Nisyros, dato che da esse si ottenevano le rotondeggianti macine dei mulini. L’attuale aspetto montuoso è stato forgiato da una eruzione avutasi circa 15.000 anni addietro, ed ancora tutt’oggi quest’isola è una miniera a cielo aperto per il prelievo di minerali come il caolino detto anche argilla bianca, la perlite porfirica (usata negli isolamenti termici e come abrasivo) e la leggerissima pietra pomice. Dalla vicina isoletta di Yali si ottiene l’ossidiana, un vetro vulcanico creato dal rapidissimo raffreddamento della lava che nel passato è stata sfruttata per la produzione di lame affilatissime, essendo un minerale facilmente scheggiabile con margini assai taglienti. Nisyros è abitata, odiernamente, da un pugno di anime (circa 1200), concentrate, prevalentemente, nel centro storico di Mandraki, porto di attracco all’isola. Questo è un borgo marinaro delizioso, posto ai piedi di un massiccio roccioso da cui svetta il famoso monastero di Panagia Spiliani (Vergine Maria della Caverna), da cui si gode uno dei tramonti più belli di tutto il Mediterraneo, pari solo a quello che riempie gli occhi ad Oia, sull’isola di Santorini. Il monastero di Panagia Spiliani, a cui si afferisce dopo una lunga gradinata, contiene un icona della Madonna della Grotta assai venerata dai locali. Un’anziana del luogo racconta che, molti e molti anni addietro, l’icona, così come oggi viene venerata, fu ritrovata da un pastore vicino ad una sorgente e sebbene deposta in una chiesa del luogo, miracolosamente, per tre volte sparì per poi essere ritrovata nella grotta sovrastante Mandraki, per cui fu deciso di lasciarla dove era e costruirvi intorno una chiesa. Odiernamente, il 14 e il 15 di Agosto, si svolge una festa per celebrarla, ed è una ricorrenza solenne, la più importante di Nisyros, a cui partecipano fedeli che giungono da tutte le isole vicine.
MANDRAKI LA CAPITALE
È il cuore pulsante dell’isola, sede degli organi amministrativi e del museo Ecclesiastico contenente oggetti religiosi e cimeli sacri. Architettonicamente Mandraki non differisce molto dai classici villaggi greci, strutturati su di un ampio frontemare. Le abitazioni sono tutte costruite con pietre laviche ricavate dalla caldera ed imbiancate con il gesso, minerale a base di solfato di calcio, presente in abbondante quantità nel vulcano per effetto della sublimazione delle fumarole. Questo spiega il candido colore di quasi tutte le case di Nisyros, bianco che contrasta violentemente con il blu con cui vengono ridipinti gli infissi. Ci si è chiesto spesso del perché gli isolani prediligessero dei contrasti cromatici così violenti per le loro case, contrasti che poi sono divenuti una tipicità isolana. Il razionale di tale comportamento è nella necessità dei pescatori di Nisyros, che spesso restavano fuori di casa per giorni, di poter evidenziare dal mare, al ritorno, le loro abitazioni, già da grande distanza. Un comportamento simile, anche se in tono minore, è riprodotto anche in alcuni borghi mediterranei italiani, quale Sperlonga in Lazio e/o Albori sulla costiera amalfitana. Mandraki ha una lunga strada che costeggia l’acqua (paralia) ricca di negozietti pieni di souvenir dall’ottimo rapporto qualità/prezzo e di ristorantini tipici, alcuni votati ad un offerta culinaria di ottimo impatto palatale. Il lungomare finisce, impegnando una strada scolpita nella montagna e lastricata da nero basalto ed a tratti abbellita da opere artistiche, in una delle più belle spiagge del Dodecaneso, quella di Chochlaki, ospitata in una baia selvaggia, e dominata dal cromatismo di migliaia di piccoli sassi neri, come la pece, e levigati da millenni di flussi e riflussi marini. Non approfittare di questo luogo per un bagno ristoratore in un posto così magico, è un assoluto sacrilegio. In estate è ovviamente abbastanza affollata, essendo la spiaggia prospiciente al borgo, ma nella tarda primavera ed all’inizio dell’autunno è un vero paradiso, spesso assolutamente deserto. L’interno del borgo di Mandraki è un dedalo di viuzze, bellissime, con il fascino classico ed intramontabile dei villaggi marinareschi. Il colore acceso degli infissi dipinti di blu o talvolta di ocra, contrasta con i candidi esterni delle case per perdersi nell’azzurro del cielo quando si alza appena la testa verso l’alto, appagati da tale naturale cromoterapia. Passeggiando senza meta, una tappa imprescindibile è la sosta alla piazza Likiomeni all’ombra dei grandi alberi di agrumi, ristorati da fresche granite. E’ possibile, anche, temporeggiare nelle cose antiche di negozi vintage, che talvolta offrono cose stupefacenti a prezzi ridicoli (pizzi e merletti di squisita fattura, argenti antichi ecc.). Da non dimenticare, inoltre, di dare un occhiata al monumento ai combattenti defunti e alla Piazza del Municipio abbellita da mosaici a pavimento di notevole fattura. Durante lo shopping nel villaggio, è imprescindibile l’acquisto di quattro cose da riportare assolutamente a casa : a) il tipico miele al timo (arbusto a crescita spontanea di cui l’isola è piena) di produzione locale, b) una bottiglia di soumada, una bibita diffusa anche in altre parti delle Grecia, il cui sapore ricorda da vicino la nostra orzata ed ottenuta dalla lavorazione del succo delle mandorle frammista a miele c) le pietre laviche del vulcano, di cui quelle pomice hanno anche un concreto utilizzo cheratolitico, come rimedio desfoliante per calli e duroni d) un infuso di rosmarino chiamato sapsycho.
La stragrande maggioranza dei visitatori che afferiscono all’isola ne ottiene, alla fine dell’escursione, una conoscenza molto marginale, e questo è un gran male. Giungono, difatti, quasi sempre, per una fugace visita organizzata di poche ore, giungendo da Kos o da qualche altra isola vicina; arrivati al porto, spesso con pittoreschi natanti che ricordano antichi velieri, vengono caricati molto frettolosamente su di un bus, a prezzi salati, e portati nella caldera nel vulcano, foraggiati di ninnoli e gadget vari, e riportati sul loro traghetto, dopo una fulminea visita al lungomare di Mandraki. Questo è il modo più errato per approcciare Nisyros, che necessita di una visita attenta ed oculata, affinchè possa offrire le sue tipicità e preziosità. Non è possibile dire di aver visitato Nisyros senza aver visto il piccolo porticciolo di Pali, il semideserto villaggio di Emborios, situato a circa 700 metri di altezza, con vista mozzafiato della caldera, ed il fantastico villaggio di Nikia, al cui centro vi è la più bella piazza di tutta la Grecia, che prende il nome di Porta.
ITINERARIO FONDAMENTALE DI SCOPERTA DELL’ISOLA: MANDRAKI – PALI – EMPORIO – NIKIA
Un itinerario di scoperta di Nisyros necessita innanzitutto di un mezzo di trasporto. Al porto di Mandraki è possibile affittare un auto ma consiglio, per una maggiore duttilità di impiego, una moto, almeno da 125 di cc. (l’isola è montuosa e vi sono salite a pendenza significativa). Partendo da Mandraki ed impegnando la via verso il porticciolo di Pali, la prima tappa deve essere fatta alle terme comunali di Loutra, attive e di economica fruizione. Qualora soffriate di artrosi con poliartralgie o di psoriasi cutanea con ipercheratosi esfoliativa, una sosta è, e deve essere, imprescindibile e soprattutto quotidiana, protratta per tutti i giorni che resterete a Nisyros. Abbinerete, in tal modo, al piacere degli occhi e dell’anima, prodotto da un isola incantevole, un benessere anche per il corpo, con terapie idrotermali antiche e di provata efficacia. Da reminiscenze di medicina termale ricordo che le fonti sorgive di acqua calda ad alta concentrazione sulfurea, ed i fanghi e le argille naturalmente intrise di tali acque, risultano straordinari mezzi terapeutici, tramite la sola applicazione cutanea. Le modifiche biologiche apportate derivano, secondo i più moderni studi di idrologia, dall’azione combinata sia del calore, sia dei componenti ionici in varia concentrazione disciolti nell’acqua, sia dell’humus ovvero della quota organica presente nel fango, e rappresentata da microrganismi ed alghe naturalmente generatisi. Certa è, biologicamente parlando, un’azione antiossidante ed antiinfiammatoria, con stimolo della rigenerazione cellulare e della biosintesi riparativa del collagene. Un toccasana, in altre parole, per tutti quelli che hanno ormai superato la metà della propria vita biologica e cominciano a convivere con acciacchi cronici, dolorosi e fastidiosi. Dopo il corpo ristoriamo la mente e gli occhi, afferendo al piccolo porticciolo di Pali o Paloi.
PALI O PALOI
È un microscopico borgo, sorto sulle rovine di un antico villaggio di epoca romana, approdo nautico del sovrastante villaggio di Emporio, dove non è difficile con la mente, far rivivere la presenza del vecchio Ippocrate, che arrancava dolente per le sue stradine, per afferire alle terme Thermiani, site ad un tiro di schioppo. Attualmente è un porticciolo vivace per diportisti, in fase di rapida crescita, approdo anche di diversi locali pescatori, fornito di cinque o sei ristoranti, dalla discreta offerta enogastronomica, di minimarket e di una preziosità di notevole importanza, una panetteria, che sforna prodotti di grano e frumento, buonissimi. Ve lo segnalo, Pali, perché lo ritengo un posto ideale per prendere alloggio, se vogliate configurare una vacanza di assoluta pace fatta di quiete e mare. Già mare… dimenticavo la tipicità logistica più importante di Pali… è vicinissimo alla spiaggia di Lies e non molto distante dalla spiaggia di Pachia Ammos, raggiungibile a piedi, tramite un sentiero che parte da Lies, con una camminata, piacevole, di un 40 minuti abbondati. Sono spiagge bellissime e selvagge che valgono da sole l’intera vacanza. Non ultima la possibilità, imperdibile, di affittare un natante per trasferte alle spiagge delle isole vicine. Qualora quindi non siate interessati al periodico putiferio dei turisti che quotidianamente afferiscono a Mandraki, Paloi, borgo marinaro di non più di 100 anime, è una buona idea alternativa, e Mammis apartment www.mammis.com, una buona soluzione abitativa dall’ottimo incontro qualità prezzo. Esiste in loco, comunque, un discreto hotel a gestione familiare, qualora non vogliate rinunciare a qualche agio vacanziero.
EMPORIOS
È un vecchio villaggio costruito sul punto più alto della caldera, a cui si afferisce da Pali attraverso una tortuosa stradina. E’ quasi integralmente sgarrupato, in esiti del terremoto del 33, ma merita assolutamente una visita, non tanto per i 16 caparbi greci che continuano ancora ad abitarci, in una desolazione quasi spettrale (me lo sono immaginato la notte: deserto, ricco di rovine e con il vulcano attivo sotto i piedi), ma per un balcone, quello della omonima taverna Balkoni, che permette una delle viste panoramiche più belle del Dodecaneso. Il cibo non è all’altezza delle migliori taverne greche, ma la location resta lo stesso qualcosa di imperdibile, come è imperdibile (sic!) la tappa, discendendo a valle, appena fuori dal villaggio, ad un sito di sauna naturale, identificato da un mitico cartello con scritto appunto sauna. E’ una piccola caverna in cui emergono dei naturali sbuffi di vapori vulcanici, di cui si può godere seduti su di un improbabile appoggio. Da medico, ho qualche dubbio sull’effettivo benessere apportato, specie in estate, al viandante affaticato e tutto sudato, che è costretto a respirare aria viziata, ad alta concentrazione sulfurea. Ma lascio ad una valutazione più tecnica un giudizio di competenza, per un sito che mostra un sapore chiaramente turistico e si può certamente saltare, a piè pari, senza lamentare perdita alcuna. Emporios, di contro, è un posto ideale per far conoscenza con gli autoctoni isolani. Potreste scoprire, con meraviglia, che pur non conoscendo una parola di greco, e neanche di inglese, è possibile interloquire amorevolmente con i più anziani, … perché parlano tutti, gli ultraottantenni, un buon italiano. Non dimenticate che in epoca fascista quest’isola era dominio italiano, ed il duce impose che, nelle colonie del Dodecaneso, tutti i bambini imparassero l’italiano e lo parlassero quotidianamente. Approfittate quindi se riuscite ad entrare in contatto con qualche anziano di Nisyros, della loro cordialità infinita per fare un tuffo nel passato, andando a saggiare un mondo ormai in fase di oblio. Vi parlerà di un epoca, ormai andata, fatto di pesca, agricoltura e profondo senso religioso, dove olivi, vino, agrumi e solenni festività liturgiche, scandivano un ritmo di vita legato al timore, sempre presente, di un vulcano amico, ma comunque pericoloso. Vi parlerà di un passato fatto di duro lavoro per la preparazione dei terrazzamenti con muri a secco (tavles), che a prezzo di sudore e fatica ha reso possibile l’agricoltura in quasi 20 Km2 di isola, prima scoscesa e aspra. Oggi tutto è mutato ed il turismo mordi e fuggi, altamente remunerativo, ha portato all’abbandono massiccio della florida agricoltura.
NIKIA
Quello che Oia è per Santorini, Nikia rappresenta per Nisyros. Un borgo magnifico decantato da sempre. E’ un piccolo villaggio, non lontano da Emporios, che sembra una bomboniera. Un posto bellissimo per la presenza della più incantevole piazza di tutta la Grecia e per una vista sulla caldera assolutamente unica ed indimenticabile. La piazza sembra un luogo magico dove il tempo si è fermato e dove tutto va a rilento, anche odiernamente. La chiesa dalle candide pareti, gli anziani sornioni che siedono placidi a vecchi tavolini, i mosaici bellissimi della pavimentazione, descrivono al turista curioso, che si affaccia per la prima volta a Porta, (così si chiama questa celeberrima piazza), un acquerello d’altri tempi. Confesso che Nikia e la volontà di immortalarla in un immagine fotografica, è stato uno dei motivi principali che mi ha condotto, la prima volta a Nisyros. Successivamente ci sono tornato perché ritengo che un posto così tipico non esista in tutto il Mediterraneo. Presso questo villaggio ogni 21 novembre si celebra la festa per la celebrazione della Presentazione della Vergine Maria, Vergine a cui è dedicata la chiesa della piazza Porta. La piazza è circondata da un dedalo di viuzze strette, incantevoli, dove non è difficile incontrare un barbuto prete ortodosso, o devote isolane con il capo coperto da sgargianti scialli.
LA CALDERA
L’interno del vulcano è la tappa tipica di tutti i turisti. La vista è spettacolare e la possibilità di scendere nel fondo della caldera, ad un passo da buchi fumanti, vicinissimi a pozze di fango ribollenti e circondato da un penetrante odore sulfureo, è un esperienza indimenticabile, anche per chi, come me, vive a pochi chilometri dal Vesuvio. Un po’ di attenzione, nella discesa esplorativa, è, comunque, indispensabile, perché è assolutamente sconsigliabile avvicinarsi alle pozze ed alle fumarole, dato il terreno franoso, come è proibitissimo toccare i bellissimi depositi gialli di cristallo di zolfo e le rocce, per la presenza di sostanze altamente caustiche sulla loro superficie che potrebbero causare dolorose ustioni. Il vulcano è stato eletto dall’Unione Europea sito di particolare interesse geologico e naturale. E’ presente sul bordo della caldera un buon centro di informazione che fornisce notizie attraverso immagini e dépliant in diverse lingue. Un approfondimento geologico è possibile farlo al Museo dei Vulcani a Nikia o sul sito www.nisyrosvolcano.com che però al momento della redazione di questo articolo risulta in riallestimento.
SPIAGGE ED ESCURSIONI
Si è spesso letto superficiali lamentele di turisti distratti che denunciano in Nisyros una carenza di spiagge fruibili, dato che gran parte della costa dell’isola è inaccessibile da terra, ma un attento sopralluogo valutativo, mirante a controbattere tale tesi, ci documenta, con fatti, che il bagnante esigente non ha proprio di che lamentarsi; potrebbe iniziare da Chochlaki, spiaggia contigua a Mandraki, la sua scoperta di spiagge godibili e continuare con la spiaggia detta White beach (Gialiskari beach) vicino Pali, o con quella di Lies; per non parlare della spiaggia di Pachia Amnos, grande e bella da lasciare senza fiato (spiaggia per nudisti), per finire a quella stupenda di Avlaki, sotto il villaggio di Nikia, caratterizzata da nere rocce vulcaniche. E’ chiaro che si ambisce a chilometriche spiagge dorate, a fine granulometria, con ombrelloni ampi e solleciti servizi in spiaggia, qui sei nel posto sbagliato, dato che la maggior parte delle spiagge qui assomigliano a quelle di Santorini con sabbia nera o rossa, spesso frammista a ciottoli. Per completezza segnaliamo anche, tra Pali e la spiaggia di Lies, una spiaggia con sabbia mista a sassi con la presenza di una interessante grotta che prende il nome dal promontorio dove insiste, trattasi di trattasi di Katsouni beach. Qualora tale offerta non dovesse bastare c’è sempre la possibilità di affittare un natante al porto di Mandraki o di Paloi, con una ridicola spesa, per ricercarsi dal mare quanto da terra è difficile raggiungere, ed allora un salto all’isola di Giali, a Korfos o a Nisyda, diventano tappe obbligatorie. Un’escursione assolutamente indimenticabile è, invece, quella alla contigua isoletta di Sant’Antonio. Descrivere a parole la bellezza di questo piccolo scoglio disabitato, che contiene una baia paradisiaca con acque cristalline, è difficile, per cui affido a più di qualche immagine l’illustrazione del contesto. Basterà solo dirvi che è la meta prediletta di tutte le escursioni che partono dal porto di Kefalos a Kos e che sono indirizzate a Nisyros. Una sosta di qualche ora nella baia dell’isola di Sant’Antonio è divenuta odiernamente imprescindibile, specie se si abbina al bagno ristoratore un sostanzioso barbecue di carni miste, così come fanno diversi traghetti, tra la gioia dei turisti accaldati.
VITICOLTURA ED ENOLOGIA A NISYROS
Attualmente grande parte di tale attività agricola è stata abbandonata dagli abitanti che trovano nel turismo, in assoluta crescita, una fonte di reddito ben più remunerativa. Resta però elevata la coltivazione di vigne e la produzione di vini locali di alta qualità, anche perché tale attività richiede un impegno lavorativo basso e porta un alto rendimento, soprattutto perché, da sempre, viene utilizzata la tecnica delle culture associate, ovvero, vengono, in contemporanea fatte crescere nel medesimo appezzamento agricolo, fichi e vino e talvolta olivo (tale pratica è documentata già in epoca micenea nelle tavolette di Knosso e Pilo Salviat 1993 pag.152). Ricordiamo inoltre che, da sempre, il vino, a Nisyros, è stato necessario, oltre che per il consumo quotidiano, anche come elemento socializzante nei riti religiosi e nelle riunioni conviviali e la quota prodotta in eccesso veniva destinata per l’esportazione. E’ ormai conoscenza acquisita il fatto che i Greci nell’antichità non bevevano vino assoluto, così come viene utilizzato odiernamente, ma diluito in acqua e che quasi sempre fosse addizionato alla resina dei pini di Aleppo, per garantirne una più lunga conservazione e bloccarne la prematura ossidazione. L’archeologia ci ha confermato con fatti tali narrazioni, per il ritrovamento sul suolo isolano di officine per la produzione di anfore (che venivano prodotte anche per la vicina Rodi), contenitori fondamentali per il trasporto e la conservazione del vino. Queste anfore erano particolarissime sia per la forma, sia perché portavano un tipico bollo che informava dell’anno e del sito di produzione e tali caratteristiche le resero famosissime, in tutto il bacino del mediterraneo, in epoca ellenistica. La principale merce di scambio del vino prodotto sull’isola fu il grano, di cui l’isola abbisognava fortemente, e l’Egitto fu per Nisyros il più prestigioso cliente, insieme alla Sicilia. Gli scambi però avvenivano a Pozzuoli, città campana, nell’Italia Meridionale, che nel II sec. A.C era il più importante centro di smistamento del grano egiziano e siciliano. Di tutto questo retaggio del passato attualmente resta una più che discreta produzione enologica, improntata su vini strutturati, dal carattere unico dato dalla forte presenza in minerali, così come deve essere per una vite impiantata su un terreno lavico. La tipologia dei vini, così come nel resto della Grecia, segnala una prevalenza dei bianchi rispetto ai rossi ed ai passiti. Tra le viti a biacca bianca viene coltivato il Saviatano (vitigno da cui si ottiene la celeberrima Retzina), ma anche l’Assyrtiko e il Robola (che avrebbe, secondo la tradizione orale, italiche origini essendo stata portata in Grecia dai veneziani). Fra le uve rosse più importanti troviamo il Xynomavro, Mavrodaphne e l’Agiorgitiko, vitigni da cui si ottengono vini dall’impatto palatale davvero pregevole. Attualmente l’attività enologica non solo a Nisyros, ma un po’ in tutta la Grecia, è in fase di assoluta ascesa, grazie a giovani imprenditori che con amore, stanno investendo massicciamente per il futuro, andando a riproporre vini classici e di quotidiano consumo come il Retsina, in soluzioni enologiche molto più curate.
TREKKING E ITINERARI ESPLORATIVI
Nisyros per la sua conformazione geologica è il posto ideale per un escursionismo di lieve e medio impegno fisico. Gli spostamenti a piedi nell’isola su terreni agresti o mediamente elevati possono essere altamente gratificanti, sia per la tipicità del terreno vulcanico, sia per la bellezza del panorama marino che sempre accompagna gli spostamenti, sia per la presenza di una significativa avifauna e per una variegata flora. Piante di olivi e mandorli tappezzano l’isola ma si pensi che è stata documentata la presenza di ben 7 rettili, 85 specie di avifauna e 450 specie di piante. Inoltre vi è la presenza ricorrente della foca monaca lungo molte delle inaccessibili zone della costa. Motivi, quindi, per allacciarsi le scarpe e iniziare percorsi esplorativi ve ne sono a iosa.
ALCUNI CONSIGLI
Munirsi sempre e comunque di un localizzatore GPS, informare sempre i gestori dell’Hotel o dello Studios del percorso che si intende fare, e specie se fa caldo, è indispensabile portare con se un litro d’acqua per ogni ora prevista di attività escursionistica. Se è possibile, conviene condividere l’escursione con un compagno perché andare da soli, può rilevarsi rischioso, anche se si è prudenti. Il terreno è quasi sempre accidentato e dolorose distorsioni possono essere sempre un insidiosa eventualità possibile. La scelta di calzature adeguate diviene indispensabile. Conviene portarsi almeno 2 paia di scarpe da trekking (non tutti i percorsi richiedono le stesse scarpe!), la prima a tipologia pesante con alta protezione al tripode di appoggio plantare, suola scolpita e stabilizzatore alla caviglia, l’altra intermedia con caviglia libera e suola più leggera (scarponcino mid leggero). Se non siete provetti escursionisti lasciate a casa tutti gli altri tipi di scarpe, soprattutto quelle con pomposi e rinomati marchi, belle da vedere ma inutili su terreni roccioso-lavici. Proteggete la cute a ridosso del piede con un calzino sottile di filo, su cui inserirete un calzino di lana (anche in estate).
Sentieri suggeriti: attualmente, oltre alle strade carrabili, sull’isola di Nisyros sono stati tracciati circa una quarantina di sentieri, nessuno dei quali però ha una elevata difficoltà e, quindi, non necessitano di una esperienza escursionistica massiccia, ma solo di una grande volontà di andare per godere, del luogo e della natura. Il primo percorso che suggerisco è certamente quello più impegnativo, perché permette di scalare il picco più alto dell’isola ovvero la montagna chiamata Profitis Elias alta 698, partendo, a piedi, dal monastero di Evangelistria, punto in cui si può afferire tranquillamente con la macchina. Si percorre in circa un’ora, con un sensibile dislivello, ed è possibile, volendo, una volta guadagnata la cima, continuare l’escursione indirizzandosi verso Lakki per giungere fino all’interno della caldera, al cratere Stefanos. Il secondo percorso che segnalo parte sempre dal monastero di Evangelistria, per percorrere il bordo settentrionale della caldera in direzione di Emporios dove sarà possibile godere dei resti di un castello medioevale e di un balcone spettacolare.
GASTRONOMIA A NISYROS
L’offerta culinaria presente a Nisyros, come di qualsiasi altra isola del Dodecaneso, è incentrata principalmente su di un’offerta ittica, figlia del pescato quotidiano, ricco di pesce azzurro, di fondale e di scoglio ed arricchito da crostacei e calamari. Il pesce è poi integrato con gli altri elementi tipici della dieta greca ovvero i cereali, i legumi, il miele, l’olio di oliva e, in minore misura, dalle le carni, prevalentemente ovini, caprini, che, da sempre sono allevati, in primis, per la produzione del latte. Il latte difatti è fondamentale per la produzione di yogurt e feta. Sin dall’antichità gli isolani hanno consumato grandissime quantità di formaggi con la produzione di tipicità uniche, quali il trigias un formaggio locale stagionato e conservato nel vino rosso. Erbe, quali rosmarino e timo, e piante spontanee, facilmente repertabili sul territorio isolano, hanno da sempre insaporito pietanze e bevande. Segnaliamo la presenza di capperi di straordinaria qualità, che, per bontà, competono con quelli di Pantelleria. Anche fichi e mandorle sono prodotti in notevole quantità e da essi derivano le famose Pastellaries, un dolce a base di frutta secca fatto da fichi imbottiti con mandorle e sesamo. I ceci sono un’altra produzione di altissima qualità. Con essi vengono prodotte le arcinote polpette di ceci dette Pithia o revithokeftedes, la cui notorietà da decenni ha ormai superato i confini isolani e della stessa Grecia, per divenire patrimonio culinario di eccellenza del Mediterraneo. Tale preparazione sembra avere prime radici turche, dove questo piatto prende il nome di falafel e si accompagna con una salsa detta thain, ottenuta frullando in un mixer semi di sesamo con l’olio di sesamo. Nisyros ha un rinomato e gustoso piatto tradizionale chiamato boukounies; trattasi di maiale cotto nel suo grasso a cui si affianca la kapamas, ovvero la capra ripiena. Una leccornia locale che è facilmente riproducibile nelle nostre cucine, è la salsa di aglio con le mandorle. Anche in questo caso a ben vedere, tale preparazione non è autoctona ma deriva dalla tradizione medio-orientale e precisamente dall’Arabia Saudita, ma è stata integrata benissimo nei menù isolani. La preparazione è molto semplice: in un frullatore immettere 4 fette di pane raffermo + 250 gr di mandorle + 8 spicchi d’aglio + ½ tazza di aceto + ½ tazza di olio di oliva con una spruzzata di succo di limone. Attivate il mixer e agite sino ad ottenere una salsa densa simile alla maionese. Sposa magnificamente con le patate bollite e fatte a fette. Per un approfondimento sulla cucina di nisyros ed egea in generale afferite al sito www.aegeancuisine.org.
RISTORANTI
Irini in Mandraki (+30)2242031365 Facebook: www.facebook.com/RestaurantIrini. Aperto dal 1981 è un ristorante a gestione familiare sito a Mandraki in piazza Ilikiomeni. Si mangia all’ombra di antichi alberi degustando piatti tipici della cucina isolana con ingredienti spesso coltivati dagli stessi proprietari. L’offerta culinaria è di buona qualità anche in preparazioni semplici come il tyrokafteri una crema al formaggio piccante fatta con feta, yougurt e olio in cui è stato fatto bollire del peperoncino. La capra in umido non si può perdere.
Bacareto Margarita sul lungomare di Mandraki. Taverna gestita da un italiano ma con un menù che rispecchia la tradizione greca. Buon incontro qualità/prezzo. Posizione straordinaria con un esborso in linea con le contenute pretese delle altre taverne.
Astradeni a Pali. email: astradeniplace@gmail.com Se avete seguito il mio consiglio ed avete eletto Pali come luogo di residenza, risolvere l’atavico e quotidiano problema della nutrizione risulterà cosa semplice e assai gratificante per le vostre papille gustative. Siamo in un porticciolo di mare quindi una taverna di pesce, con ottimo incontro qualità prezzo, dove degustare il meglio che dio Nettuno possa offrire, sarà il nostro desiderio più grande. La taverna Astradeni è la soluzione dei nostri problemi… e che soluzione. Io sono di parte le taverne greche sull’acqua dove ben riempi occhi e pancia, mi fanno morire. Chiedete per cominciare i loro antipastini di mare ed a seguire la zuppa di pesce, che qui prende il nome di Kakavia e qualche fiore di zucca fritto con il classico ripieno di formaggio: sarà un tripudio di sapori genuini. Io consiglio di tornarci più volte per poter afferire a tutta la poliedrica offerta culinaria, il portafoglio non soffrirà di certo ed il palato ne gioverà alla grande.
Balkoni ad Emporios. Di questa taverna ne abbiamo già parlato per la straordinaria posizione del suo balcone con vista sulla caldera. Qualità dell’offerta culinaria buona ma con prezzi leggermente più alti della media Nisyros (comunque irrisori rispetto all’Italia)
Panorama quando sei in un posto nuovo ti viene sempre da chiederti… ma l’autoctono se deve mangiare fuori casa dove va? A conferma della regola che vuole le preziosità gastronomiche lontano dai punti turistici più affollati, anche in questo caso la taverna delle taverne la troviamo defilata nella zona alta di Mandraki.
Panorama è una bella taverna tradizionale dove si rifugiano gli isolani per un pranzo o una cena luculliana. Si pranza sotto un fresco pergolato bene ed a prezzi ridicoli.
DOVE DORMIRE A NISYROS
Nisyros ha molteplici soluzioni abitative da offrire agli occasionali visitatori. E’ possibile scegliere un albergo, oppure un classico studios ovvero una camera con annesso angolo cottura, oppure una dimora in un agriturismo, o infine una lussuosa guest house intendendo con tale termine inglese una casa per gli ospiti, ovvero un abitazione privata riadattata per l’affitto temporaneo. La scelta della propria sistemazione abitativa dipende da che tipo di vacanza ci si ripropone di fare ed anche dal budget economico che si è in grado di disporre. Abitare a Mandraki è assai conveniente se non si ha voglia di sposarsi, e si vuole disporre di tutto a pochi passi. Per una vacanza lontano dal caos, tutta sole e spiaggia conviene cercare uno studios o approfittare dell’Hotel a Pali. Se in una totale tranquillità si vuole disporre di lusso ed agiatezza, in un ambiente squisitamente etnico, conviene contattare la guest house Melanopetra sita nel villaggio di Emporio, che con un buon incontro qualità prezzo offre un ambiente da sogno.
Melanopetra Guest house Emporios www.melanopetra.gr
Porfyris hotel in Mandraki 38. Camere www.porfyrishotel.gr Email: porfyrishotel@hotmail.com
Armonia Luxury Vacation Home in Mandraki Tel. +30 2241 020861
La casa di Irene in Mandraki Email: m_markaki@hotmail.com Tel. 6981649263 Trattasi di una casa su due piani circa 120 mq sita a cinque minuti a piedi dal centro del borgo ed a 400 metri dal porto. Presenza di copertura WIFI.
Tree brothers Tria Adelphi (tre fratelli) http://nisyros3brothers.com/ Tel. 22420.31344 piccolo hotel a gestione familiare in strategica posizione, con camere vista mare, sito vicinissimo al porto accanto all’ ipercromatica chiesa di Agios Nikita
Fournario in Mandraki www.fournario.com Disponibile casa in pietra tradizionale con possibilità di accogliere sino a 6 persone con 2 camere da letto.
Romantzo in Mandraki vicinissimo al porto sito dietro al Tree brothers www.nisyros-romantzo.gr. Variegata offerta di camere anche con vista mare o monolocali familiari Email: info@nisyros-romantzo.gr tel.+30 2242031340
Pali Hotel in Pali village http://gr.nisyrospalihotel.eu Email: palihotel@gmail.com Tranquillo e spartano hotel a gestione familiare (possibile anche camere con angolo cottura) Tel. +30 22420 31 357
Mammis apartment in Pali www.mammis.com
Villa Daphne Nikia village
Anaema agrotourism www.anaema.gr Email: info@anaema.gr
AFFITTI DI MOTO O AUTO
Manos K. Reant a Car www.nisyros-rentacar.gr Email: manos-Ka@otenet.gr
Diakomichalis Travel agency Rent a Car Tel. 22420 31459
Eagle’s Nest car and bike rental
Informazioni su Nisyros da Internet
Www.nisyrosvolcano.gr – www.nisyros.gr – www.visitnisyros.gr – www.nisyrosinfo.com – www.anaema.gr (è il sito web di un agriturismo isolano ricchissimo di notizie).
Https://youtu.be/VJvtxhRMqTQ è l’indirizzo un filmato di Nisyros su you tube di Robert Polasek, bellissimo.
COME ARRIVARE A NISYROS
La via più rapida per raggiungere Nisyros dall’Italia è con l’aereo volando sino all’isola di Kos. Successivamente si afferisce al porto di Kardamena e quotidianamente vi è un traghetto che conduce a Nisyros. Esiste anche la possibilità di giungere a Nisyros da un altro piccolo porticciolo a Kos, che prende il nome di Kefalos, posto bellissimo dove ho personalmente alloggiato. Qui però i traghetti non partono quotidianamente però hanno un vantaggio straordinario, fanno tutti tappa per qualche ora alla piccola isola di Sant’Antonio, prima di condurvi a Nisyros. E’ un eventualità che, se possibile, non dovete perdere per nessun motivo al mondo. La traghettata avviene a prezzi irrisori se considerate che contempla anche un annessa grigliata di carne da consumare sulla spiaggia dell’isola di Sant’Antonio. Qualora vogliate farvi molto male, vi informo che è possibile anche afferire a Nisyros in nave partendo dal Pireo, dopo essere giunti ad Atene con l’aereo. Si tratta di una traghettata che può durare dalle 7 alle 10 ore, a seconda delle tappe che il traghetto espleterà prima di giungere a destinazione. Se disponete di una settimana vi consiglio di alloggiare un paio di giorni a Kefalos sull’isola di Kos, per dedicare poi quattro giorni pieni a Nisyros. A kefalos porto, in Kamari, vi consiglio senza remora alcuna l’Albatros studios (thealbatrossteam@gmail.com), posto meraviglioso sul porto, a gestione familiare, con piscina , vista mare e gentilezza a profusione, a prezzi ridicoli. Assicurano persino la navetta al vostro arrivo a Kos e parlano un inglese perfetto. Tale soluzione abitativa ha il vantaggio di essere a pochissimi passi dall’imbarco per Nisyros.
Testo del dott. Raffaele Amato www.raffaeleamato.it