Weekend di primavera a Palermo

Tra i mercati, i monumenti e il buon cibo del capoluogo siciliano
Scritto da: pandemonia57
weekend di primavera a palermo
Partenza il: 24/03/2017
Ritorno il: 27/03/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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24 marzo

Da tempo desideravo visitare Palermo e finalmente ci sono riuscita. Partenza con volo Ryanair dall’aereoporto di Treviso, dato che la mia amica con cui ho trascorso questo piacevole week-end, abita a Marghera. Volo pieno (sembra che sia sempre pieno) e arrivate con un leggero ritardo di 15 minuti. All’arrivo abbiamo preso un pulmino condiviso con altri passeggeri. Ne è valsa la pena, ci ha portate all’inizio della via dove si trovava il b&b prenotato. Il tempo di lasciare le valigie, essere istruite dal titolare del B & B circa le chiavi, la 1a colazione, i luoghi da visitare vicini e qualche indicazione sui ristoranti, e usciamo impazienti di vedere e conoscere la città. Del resto il b&b è situato a neanche 200 mt da via Roma, comodissimo per visitare il centro storico che é molto raccolto, abbiamo girato sempre a piedi. Ci siamo trovate benissimo in questa struttura, palazzo Corvino, sia per la sua posizione centrale, sia per l’accoglienza e la disponibilità del titolare, un ragazzo giovanissimo, e della sua dipendente, simpaticissima, disponibile, cortese. Prima colazione: dolce e salata. I dolci, ogni giorno diversi. La mia amica ha urgenza di fare uno spuntino e ci imbattiamo quasi subito: all’Antica Focacceria S. Francesco, dove imperano i fritti palermitani: panelle, cazzilli. Rifocillata, si prosegue o meglio si inizia la visita. A neanche un’ora dal mio arrivo a Palermo compro la mia prima coppola, in un negozietto strapieno di coppole in via Paternostro, dove ci sono tanti negozietti artigianali. Sfociamo sulla lunga via V. Emanuele e ci dirigiamo verso Piazza Pretoria, con la famosa fontana, detta della Vergogna, per la nudità delle figure. In questa piazza c’è anche il Municipio. Lì vicino in p.za Bellini 3, arriviamo appena in tempo per visitare la chiesa di San Cataldo, con le sue tre cupole rosse. L’interno è privo di decorazioni eppure è molto bella nella sua purezza e semplicità, non per nulla è una di quelle chiese da non perdere. Purtroppo l’adiacente chiesa Martorana è già chiusa (la visiteremo il 26/3). Arriviamo alla cattedrale. Io mi attardo a fare foto alla bella statua nello spiazzo antistante la cattedrale. Si può fare una passeggiata sulle mura della cattedrale, forse alla prossima visita. Scendiamo, percorrendo via V. Emanuele ai 4 Canti. Questa piazza è il salotto buono di Palermo, a pianta circolare, costituita dalle facciate concave di 4 palazzi (da cui il nome). Sarebbe ancora più bella se fosse ripulita. Notiamo sull’angolo sinistro il bistrò Bisso che riporta l’insegna dell’antica libreria che c’era in precedenza: libreria Dante. Ci fermiamo per un aperitivo, chiacchierando. Il posto si comincia a riempire di gente per la gente, turisti come noi, perché i palermitani cenano più tardi. Se andate il week-end vi consiglio di prenotare 20.00-20.30, dovreste trovare facilmente, dalle 21.00, i palermitani. Abbiamo cenato bene, spendendo poco. Solo dopo esserci state abbiamo scoperto che il titolare di questo bistrò: il sig. Bisso appunto ha avuto per anni un ristorante alla Vucciria dove ha subito di tutto perché non pagava il pizzo. Stanco dei vari soprusi ha lasciato la Vucciria e ha aperto questo posto: un motivo in più per andarci.

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25: marzo

Dopo una bella colazione si parte verso il mercato Ballarò. Adoro i mercati e almeno uno a Palermo va visto e se avete poco tempo Ballarò da vedere. La Vucciria ha perso nel tempo il suo smalto e non è più come è stata rappresentata nel famoso quadro di Guttuso. Per me che abito al nord i prezzi visti al mercato erano bassissimi. Chiesa di San Giovanni degli Eremiti: è la prima giornata del week-end Fai e ci fanno da guida delle ragazze delle scuole medie. La Chiesa ha una chiara impronta orientale , con le caratteristiche cupole rosse semisferiche e arabeggianti. L’accesso avviene attraverso un giardino di agrumi. Proseguiamo verso l’Oratorio di San Mercurio e qui sono i bambini delle scuole elementari che ci fanno da guida: bravi, deliziosi. Opera giovanile di Giacomo Serpotta, ricco di putti che si arrampicano sulle finestre, arricchito dallo splendido, anche se parziale, pavimento maiolicato. Un grande il Serpotta. E via verso la Cappella Palatina. Ingresso costa € 12,00 ma ne vale la pena. E’ uno dei gioielli dell’arte arabo-normanna. Le pareti sono rivestite di mosaici dorati che raffigurano scene della Bibbia. Alzate gli occhi perché il soffitto in legno della navata centrale é un capolavoro dell’arte musulmana. Alcuni dicono che la Cappella Palatina è un duomo di Monreale… in piccolo. Sempre a piedi arriviamo in p.za G. Verdi dove c’è il teatro Massimo, uno dei più grandi teatri d’Europa. Ingresso € 8,00, ma ben € 20,00 per salire sulla terrazza del tetto con guida. Rinunciamo anche se mi sarebbe piaciuto. Pranziamo in una trattoria in una delle viuzze che si affacciano sulla piazza. Dopo esserci rifocillate proseguiamo verso piazza della Magione: immensa e piena di verde. Non visitiamo l’omonima chiesa e ci dirigiamo alla ex chiesa di Santa Maria dello Spasimo, siamo nel cuore del quartiere La Kalsa, dove sono nati Borsellino e Falcone.

La particolarità dell’ex-chiesa è che non ha il soffitto, sì è completamente scoperchiata, tranne l’abside. E’ stata ristrutturata e trasformata in un centro culturale per mostre e concerti. Ci dirigiamo verso il mare e giriamo a piazza Marina, al centro il giardino Garibaldi con imponenti ficus magnolides che nel tempo hanno raggiunto dimensioni enormi, impressionanti e notevoli le radici di questi alberi. Ci sono bancarelle di antiquariato e oggetti artigianali tutt’attorno. Non vi sò dire se ci sono sempre, noi comunque le abbiamo trovate sia il venerdì che il sabato. Andiamo a visitare il Museo Internazionale delle Marionette, a mio parere e gusto: imperdibile, straordinario, per grandi e piccini. La mia amica mi ha accompagnato un pò restia ma anche lei é rimasta molto soddisfatta della visita. Non troverete solo i pupi siciliani ma marionette e burattini tradizionali del nord d’Italia e di altri paesi europei, marionette create da famosi artisti contemporanei: Enrico Baj, Renato Guttuso. Ombre greche e turche, marionette del Mali, della Birmania, giavanesi. Le più stupefacenti: le marionette acquatiche del Vietnam. Ci concediamo un aperitivo in p.za della Rivoluzione , prima di andare a cena in un ottimo ristorante su via V. Emanuele, già prenotato in mattinata.

26/03

In mattinata visitiamo la Martorana, conosciuta così ma il nome esatto sarebbe chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, decorata con stucchi e smalti. Tante foto: al pavimento ad intarsi, ai mosaici, non ho osato per il tabernacolo in lapislazzuli.

Usciamo e ci dirigiamo, come il giorno prima, in p.za Marina. Qualche acquisto alle bancarelle e poi visitiamo, comprando un biglietto cumulativo e pertanto scontato, Palazzo Abatellis e Palazzo Mirto. Ce ne sono di palazzi da vedere in questa città, noi abbiamo dato priorità a questi due. Palzzo Abatellis é di proprietà della Regione, restaurato meravigliosamente da Carlo Scarpa. E’ sede della Galleria d’Arte Antica e Moderna. Le opere più conosciute: il quadro “L’Annunziata” di A. da Messina, l’affresco medioevale “Il Trionfo della Morte”, ma anche tante belle madonne: dipinti e sculture, tutte ritratte nell’atto di allattare. Non c’é né un bookshop, neé una caffetteria, ma solo un distributore automatico di bevande. Chiedete se avete sete perché il distributore è ben nascosto. Palazzo Mirto: ci tenevo a vedere almeno una dimora palermitana nobiliare e questo palazzo ne è un bell’esempio. Salone finemente arredati, una stanza si affaccia su una terrazzina in cui troneggia una scenografica fontana rococò: una bellezza! Pranziamo in un ristorante che si affaccia su p.za Marina, c’è vento ed è in ombra, ma sono gentili e ci allestiscono rapidamente un tavolo all’interno. Ci siamo rese conto solo la sera prima che tantissimi posti (monumenti, Orto Botanico) sono chiusi la domenica pomeriggio, ma ci salvano le giornate del FAI.

Ci sono due cose da vedere alla Vucciria e ci andiamo. Una chiesa sconsacrata, S. Eulalia, credo dove ora c’è la sede dell’Istituto Cervantes. Anche qui bambini delle scuole elementari. All’interno una bella mostra su Don Quisciote. E poi, a pochi passi, il rudere della chiesa di S. Eligio, diventata anche discarica, ora c’è un progetto di rinascita per salvare quel poco di salvabile.

Usciamo dalla Vucciria e andiamo all’Oratorio di San Lorenzo, il capolavoro del Serpotta. È l’unico posto visitato dove è vietato scattare foto.. Compriamo in via Alloro dei souvenir… alimentari. Torniamo al b & b per riposarci un po’. A cena all’Osteria Mangia e Bevi: delusione! Troppo turistica per i nostri gusti e poi qui abbiamo trovato porzioni nordiche non quelle perfino troppo abbondanti del sud. Ultime foto notturne in piazza Pretoria ecc. e a nanna.

27/03

Si parte, giusto il tempo di fare con calma la colazione, di salutare la ragazza del b&b, uscire e aspettare il taxi condiviso. Andando verso l’aeroporto, questa volta vedo all’incrocio con l’uscita di Capaci, il monumento commemorativo a coloro che perirono nella strage di Capaci. Emozione. E mi chiedo perché non sono venuta prima a visitare questa bella città: ricca di cultura, dove si mangia e si beve bene, con buoni prezzi.

Non abbiamo visto tutto, ma ciò che ho visto l’ho amato, mi è piaciuto. Ritornerò a Palermo e in Sicilia per vedere e conoscere altri posti.

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marionetta di E. Baj

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la Pupa

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graffito palermitano

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aereoporto Falcone Borsellino

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le cassate

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la terrazzina a palazzo Mirto

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la Vucciria



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