A Tromso fra aurore e balene

Un viaggio immersi nell'incantevole natura della Norvegia
Scritto da: Nino Aufiero
a tromso fra aurore e balene
Partenza il: 14/01/2017
Ritorno il: 20/01/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Volo: andata Roma/Francoforte/Oslo/Tromso – ritorno: Tromso/Oslo/Zurigo/Roma Hotel: Smarthotel Tromso

14 GENNAIO

Partenza da Roma Fiumicino alle 7.05, volo Lufthansa. Parcheggiamo l’auto al ParkinGo verso la mezzanotte, a 5 minuti dall’aeroporto (comodo ed economico, 30 euro per 7 giorni, parcheggio scoperto, navetta immediata, e al ritorno, ti viene a prendere su chiamata), e bivacchiamo, senza riuscire a dormire, nel terminal in attesa dell’apertura del check in, intorno alle 5. Il pacchetto volo/pernottamento, acquistato tramite motore di ricerca, prevede due scali, con tempi di attesa tra i voli di 3-4 ore, per cui ci prepariamo ad affrontare una giornata intera di viaggio. Ma l’entusiasmo di essere finalmente riusciti a concretizzare un progetto messo in piedi da lungo tempo, rende tutto meno pesante. Lufthansa ci porta fino a Oslo, via Francoforte, tutto molto puntuale, ottimo comfort a bordo. A Francoforte troviamo una bakery presso la quale gustiamo dell’ottimo pane, in varie tipologie. Consigliato. Da Oslo a Tromso si viaggia con SAS, la differenza si noterà. Da sottolineare il ‘siparietto’ di dover ritirare i bagagli, e imbarcarli nuovamente, con conseguente nuovo check in. Cosa che al ritorno, invece, non avverrà. Comunque, alle 20,50 arriviamo puntualmente a Tromso.

Tromso è considerata la capitale dell’Artico, una città di circa 76.000 abitanti, il cui corpo principale è su di un’isola al centro del fiordo, che detiene alcuni ‘record’: la Cattedrale più a nord del mondo, l’università più a nord del mondo, e la birra prodotta più a nord del mondo. Appena atterrati, provvediamo a fornirci di un pò di moneta locale al bancomat. Considerate le commissioni applicate, sia per i prelievi, sia per le spese con la carta di credito, il cambio è all’incirca di 1,14 euro per una corona norvegese. Come sempre capita, appena giunti in un posto, nonostante lunghi studi tramite diari di altri viaggiatori, non si è ancora perfettamente capaci di muoversi, per cui vediamo attraverso le ampie vetrate il Flybuss proprio all’uscita (l’aeroporto è molto piccolo e raccolto), e ci fiondiamo per non perdere tempo, pagando il biglietto direttamente al conducente. Scopriremo poi che la tariffa è NOTEVOLMENTE superiore (90 NOK, circa 10 euro), se avessimo acquistato il biglietto presso i distributori automatici, avremmo pagato 60 NOK. E tenete presente che tra l’aeroporto e la città, non ci sono più di 5 km da percorrere! Questo varrà anche per i bus pubblici. Abbiamo così la prima esperienza tangibile che conferma quanto tutto, ma proprio tutto, in Norvegia, sia estremamente caro. Nonostante sia buio, durante il tragitto abbiamo la prima impressione del paesaggio tipicamente ‘artico’, totalmente imbiancato, neve dappertutto, e ghiaccio su strade e marciapiedi. Il bus ferma in centro, ci viene indicata l’ubicazione del nostro hotel, e abbiamo così anche la prima esperienza di ‘camminata sul ghiaccio’, dovendo percorrere una piccola salita, in quanto si trova in una via parallela, più in alto, rispetto alla via principale pedonale (Storgata). Nonostante, da buoni escursionisti, la dotazione di scarpe da trekking, dobbiamo fare molta attenzione per non prendere qualche brutta scivolata, non c’è traccia di pulizia dei marciapiedi, nè delle strade, e le temperature provvedono a formare uno strato più o meno spesso di ghiaccio. L’hotel si presenta carino, un cordiale ragazzo alla reception, un piccolo salottino, e l’ampia sala dove ci si intrattiene, si fa colazione e cena, due schermi a muro che trasmettono programmi di canali norvegesi. La stanza, viceversa, non ci regala la stessa impressione. Per quanto fossimo preparati, per averlo letto nelle varie recensioni, è veramente minuscola: un piccolo corridoio lungo la parete del bagno, in fondo si ‘apre’ con un letto PRESUNTAMENTE matrimoniale, in realtà è a una piazza e mezzo, piazzato sotto la finestra, attaccato al muro, e prende l’intera larghezza della stanza, cosicchè, chi dorme sotto la finestra, e vuole alzarsi, deve per forza scavalcare l’altro occupante il letto. Al muro, lungo il corridoio, degli appendiabiti, a fianco del letto una minuscola scrivanietta con sediolina, al muro un televisore. Stop. Niente armadi, per cui siamo costretti a tenere tutto in valigia, e cacciare di volta in volta il necessario, e UNO PER VOLTA, perchè insieme, è praticamente impossibile muoversi. La scritta sul muro ‘YOU ARE SMART’, appare quasi una presa in giro :). L’adrenalina di essere in quel posto magico, ci spinge ad andare a fare un giro conoscitivo della città, che è davvero carina, con le tipiche case nordiche a tetti spioventi, in legno. La passeggiata lungo il porto e il mare è molto suggestiva, il panorama è mozzafiato. Ma la stanchezza, per non dormire da circa 40 ore, prende il sopravvento, e dopo un’oretta ci ritiriamo.

15 GENNAIO

Ci si sveglia con calma, l’orario per la colazione, nel fine settimana, è dalle 7 alle 11, durante la settimana, invece, dalle 6 alle 10. Avevamo letto giudizi lusinghieri, la realtà li supera di gran lunga: c’è di tutto e di più, uova in ogni modo, miniwurstel, miniburger, bacon, affettati di salumi e formaggi, salse di ogni tipo, pane e panini di ottima qualità, cereali, yogurt, verdure, frutta (con grande stupore, melone bianco, giallo, anguria…), succhi di mela e di arancia, latte. E caffè, se così si può definire quel liquido scuro insapore… Tutto disponibile fino a sazietà. Questo tipo di colazione, ci sazierà ogni giorno almeno fino al pomeriggio. Decidiamo di andare a visitare il Polar Museet (60 NOK a testa), situato fronte mare, vicino a uno dei moli. Costruzione non eccessivamente grande in legno (niente, lì, è di dimensioni enormi), merita di essere visitato, è tutto ovviamente a tema artico, con reperti, armi, attrezzature ed abiti riferiti alla vita e alle spedizioni artiche, antiche e recenti, animali artici imbalsamati, ricostruzioni a grandezza reali di scene di vita abituali in quelle latitudini. Per chi proviene da tutt’altro stile di vita, molto interessante. La visita finisce intorno alle 14, fuori comincia già a fare buio, la famosa ‘notte polare’ è diversa da quanto immaginavo, in realtà la luce c’è, il picco è tra le 10 e le 12-13, albeggia verso le 8-8,30, alle 14 è già buio, tutto, ovviamente, anche a seconda delle condizioni climatiche, ma il sole non si vede mai, si vede solo il chiarore provenire da dietro le montagne, o l’orizzonte, come se fosse una alba o tramonto. Decidiamo di incamminarci per raggiungere la punta estrema dell’isola, la zona delle spiagge (il sentiero pedonale, che costeggia il mare e passa attraverso case e condomini, che evita la strada trafficata, è di 3,5 km circa), calcolando che, al nostro arrivo sarebbe stato buio, ed essendo uno dei luoghi di osservazione per le aurore, avremmo potuto magari vederne qualcuna. Avevamo letto molti racconti nei quali i turisti dicevano che la spesa per il tour organizzato a caccia delle aurore si poteva evitare, perché esse si potevano tranquillamente vedere in vari posti appena fuori dalla città e dalle sue luci, e in caso di attività intensa, addirittura dal centro città stesso, e sui moli. Il percorso è molto suggestivo, tutto nella neve, si può ammirare l’architettura delle abitazioni, le strutture sul mare, il fiordo, e l’altra parte della città, quella con la funivia e la Cattedrale artica. Di sera, illuminato, lo spettacolo è ancora più attraente. Vi arriviamo intorno alle 16, il panorama è spettacolare, il fiordo si apre e si vedono le coste in lontananza, le montagne innevate, e le città circostanti. La zona di Tromso in particolare, gode di un clima abbastanza mite, perché sfrutta il passaggio della corrente del golfo, per cui il mare non ghiaccia, e le temperature restano abbastanza accettabili. Ma il vento, una presenza pressoché costante durante il nostro soggiorno, è veramente gelido e tagliente. Nei vari racconti di altri viaggiatori, avevamo interpretato una certa ‘facilità’ nell’osservare le aurore, devo dire che noi siamo stati particolarmente sfortunati, perché abbiamo avuto una settimana di quasi totale maltempo, con cielo sempre nuvoloso, e nevicate abbondanti. Ma una delle caratteristiche di quel posto, credo a causa soprattutto del vento, è che le condizioni mutano di continuo, nel giro di un’ora, il cielo si chiude con nuvole basse e nevicate, poi si apre in squarci anche ampi, poi si richiude, e via dicendo, per cui è praticamente impossibile, nonostante tutte le applicazioni scaricate, fare previsioni anche a breve termine. Siamo rimasti lì a girovagare e fare foto fino alle 22 circa, perché ogni volta che il vento squarciava le nuvole, speravamo di vedere l’aurora. E in effetti, abbiamo potuto osservare un paio di attività, anche se molto deboli, per cui, tra le nuvole che si aprivano, si vedeva una blanda formazione di colore verde. Bisogna avere pazienza, noi ne avevamo tanta, purtroppo le nuvole ci hanno giocato un bruttissimo scherzo, non ci hanno mai dato il tempo di vedere l’attività intensificarsi. Alle 22, complice il freddo pungente, nonostante fossimo molto ben coperti, ci arrendiamo, e riprendiamo il sentiero per fare ritorno, sempre col naso all’insù, sperando di ricevere un regalo dal cielo. Ci fermiamo in un locale in centro, Seven Eleven, una sorta di tabacchi/edicola/minimarket/panineria, dove mangiamo velocemente degli hot dog (circa 4 euro a pezzo), e ci dirigiamo verso l’albergo, la giornata è stata piuttosto faticosa, circa 10 km di cammino, nella neve e sul ghiaccio, e il freddo preso sulla costa ci ha sfiancati. In hotel, stazioniamo nella sala della colazione/cena, una simpatica sua caratteristica è che si ha a disposizione 24h caffè, the, acqua e succo di arancia e mela, e ti permettono addirittura di mangiare lì cose che hai comprato fuori, noi abbiamo assistito alla cenetta organizzata da un gruppetto di cinesine, con tanto di pentola elettrica, che hanno cucinato un intruglio composto da verdure, alette e coscette di pollo, e chissà quale altra diavoleria…lascio immaginare l’odore che si è diffuso nella sala :)!

LUNEDì 16 GENNAIO

Sveglia, solita megasuperabbontande colazione, e poi si esce, direzione Tromso Museum, che si trova più o meno alla punta dell’isola che avevamo raggiunto ieri a piedi. Decidiamo pertanto di prendere il bus, e memori del Flybuss, compriamo i biglietti dal ‘tabaccaio’ locale, 36 NOK a corsa (il biglietto 24h costa 110 NOK, ma se si è buoni camminatori, probabilmente non serve), per risparmiare qualche energia, avendo programmato il ritorno a piedi. All’ingresso del museo, la gentile ragazza ci mette a conoscenza del fatto che esiste un biglietto combinato col Polar Museum, a prezzo ridotto, 80 NOK, invece dei 60 del biglietto normale. Le dico che l’altro museo lo avevamo visitato il giorno prima, lei ci ha chiesto una ‘prova’ di ciò, le faccio vedere le foto, e ci concede gentilmente lo sconto. Ci descrive più o meno il percorso del museo, io, avendo letto in altri racconti di un interessante documentario sulle aurore boreali, le chiedo dove poterlo vedere, si attiva, ci chiede quale dei due volevamo vedere, se quello di 8 minuti circa che è solo foto e video dell’aurora, o quello di 26 minuti circa che spiega il fenomeno e le leggende ad esso collegate, in due minuti di tempo prepara la sala, e ci fa accomodare per visionarlo, in lingua italiana. Davvero molto interessante, chiarisce perfettamente l’intero fenomeno. Da non perdere. Il resto del museo, è anch’esso molto interessante, c’è la parte ‘naturalistica, che parla delle balene, con scheletro enorme posto al centro della sala, e quant’altro riguarda la fauna locale. E poi c’è la sala dedicata alla etnia SAMI, da cui proviene la quasi totalità della popolazione di Tromso, che è una razza indigena, tipo indiani d’America, che difende strenuamente le sue tradizioni, cultura, lingua, usi e costumi, e bandiera. Anche questo museo, molto interessante. All’uscita, capiamo di essere vicini alle spiagge e coste raggiunte la sera prima a piedi dalla città, decidiamo di tornarci per goderci nuovamente quello spettacolo, questa volta alla luce del giorno che ancora ci rimane. Ci accoglie un vento fortissimo, cerco di fare foto e video, ma è difficile perché mi si congela la mano, a tenerla più di tanto fuori dal guanto. Resistiamo quanto possiamo, perché lo spettacolo della luce che proviene da dietro le montagne innevate, che crea una corona multicolore, è ipnotizzante, non vorremmo mai andarcene, ma il vento sferzante e glaciale ci costringe ad abbandonare, e incamminarci. Tempo 10 minuti, e il cielo si chiude completamente, e comincia una meravigliosa nevicata fittissima, camminare sotto quei fiocchi è magico, il freddo secco non ci fa soffrire più di tanto. Ma a metà cammino, decidiamo di fare una sosta in un grande supermercato, dove acquistiamo dei panini e degli affettati, e la famosa birra locale MACK, per organizzarci un insolito ‘picnic’ nell’atrio appena fuori la porta, suscitando stupore e un pizzico di ilarità tra gli avventori locali, che credo assistessero per la prima volta a una scena simile! Una volta scongelatici, e fatta ‘merenda’, riprendiamo il cammino per raggiungere la città, passeggiamo in centro osservando le vetrine (i negozi chiudono entro le 18, mentre i supermercati restano aperti fino alle 22-23). Avendo preso coscienza che il nostro progetto di vedere le aurore ‘gratis’ dalla città e i suoi punti di osservazione, era miseramente naufragato, a causa delle condizioni avverse del tempo, entriamo in un negozio Tourist Shop, nell’isola pedonale, e decidiamo di prenotare l’escursione guidata per la sera stessa. 990 NOK a testa, appuntamento al porto alle 19,15. Torniamo in albergo per riscaldarci bevendo qualcosa, e rilassarci, è piacevole stare lì, riordini le idee, al caldo, il comfort è massimo con le bevande calde, e riesci a pianificare.

Arrivati all’appuntamento, sotto una abbondante nevicata, siamo una decina, ma la ragazza che deve guidarci, Trina, ci fa capire che le condizioni meteo sono particolarmente avverse (‘storm’, tempesta), e ci lascia la scelta se partire o rimandare al giorno dopo. Dopo un conciliabolo tra tutti, italiani, turchi, francesi, svizzeri, cinesi, si decide di rimandare a domani, le previsioni non sono comunque buone, ma ci sono più speranze che il cielo si apra. Ci salutiamo e stiamo per andarcene, ma Trina ci chiama e ci dice che alle 5 del mattino, la sua applicazione prevedeva una buona probabilità di attività delle aurore, ci consiglia di provare al lago, alla sommità del centro dell’isola, ci dà un bacio, e ci saluta. Solo a noi, l’Italia vince! :)))) Mangiamo qualcosa, passeggiata in città e sul ‘lungomare’, chiaramente sempre sotto una bella nevicata, e torniamo in albergo, l’idea di alzarci alle 5 ci solletica.

MARTEDì 17 GENNAIO

Sveglia alle 4.30, guardo dalla finestra, il cielo è completamente chiuso, non si vede neanche l’arrivo della funivia sul monte di fronte a noi. Comunico la cosa al mio amico, e ci infiliamo di nuovo sotto la coperta. Ma l’adrenalina persiste, alle 5,30 mi affaccio di nuovo, si vedono le stelle! Scattiamo in piedi, ci prepariamo velocemente, scendiamo, prendiamo solo un po’ di crostata e un succo, e partiamo. Anche qui c’è un sentiero pedonale che parte proprio da vicino l’albergo, molto ben segnalato, tutto in salita, segna 1,8 km. Camminiamo sul ghiaccio, per evitare cadute, ci infiliamo delle speciali suole antighiaccio da applicare agli scarponi, molto efficaci. Il buio è totale, man mano che si sale tra i boschi, si apre il panorama sulla città illuminata. Lo spettacolo è talmente suggestivo, che non ci accorgiamo che stiamo camminando… in un cimitero! Nel bosco che sovrasta la città, senza alcuna recinzione, a sinistra e a destra della strada, ci sono dappertutto lapidi dei defunti che spuntano dalla coltre di neve, e ci sono case abitate in mezzo alle tombe, col loro giardinetto vista lapidi… un panorama surreale, da noi sarebbe impossibile vederlo! Arrivati in cima, entriamo in un altro bosco, al cui centro c’è il lago, questo, ghiacciato. La sensazione di essere comunque in un altro mondo, è continuamente alimentata, questa volta (alle 6!) incrociamo persone che fanno JOGGING per i sentieri innevati, con fasce catarifrangenti, nel buio totale, altri che fanno sci di fondo portando a spasso il cane, altre che portano i bimbi in carrozzine con minisci… che spettacolo! Temerariamente, proviamo a tastare lo spessore del ghiaccio che copre il lago, per fortuna regge, la nostra ‘voglia di avventura’ ancora una volta, non ci mette nei guai. Il cielo alterna nuvole a stelle, ci sediamo su una panchina (al gelo…) e ci mettiamo naso all’insù. Anche questa volta, nella oretta che il cielo ci concede di apertura alternata…nulla. A parte le stelle cadenti, nitide, e frequenti, che abbiamo visto dappertutto. Cominciamo a pensare di essere sotto effetto di una maledizione, scoraggiati, facciamo rientro in albergo, dove ci ‘vendichiamo’ facendo la solita abbondantissima colazione. Intorno alle 11, usciamo di nuovo, direzione Polaria, un centro scientifico affacciato sul mare (130 NOK a testa), in una struttura molto accattivante, da fuori sembrano i pezzi del domino nell’atto di cadere uno sull’altro. In esso, spiegazioni sugli effetti del clima che causano lo sciogliemento dei ghiacci, un bellissimo video sulle isole Svalbard nel cinema panoramico della struttura, un percorso artico, una serie di acquari con ogni specie ittica presente in quelle latitudini, e la grande vasca delle foche barbute, con tunnel trasparente che lo attraversa, dal quale le vedi passarti sulla testa, e giocare con te. E poi, c’è il loro nutrimento, che tutti, noi compresi, possono confondere come una attrazione da circo, per gli esercizi, i giochi di intelligenza e le acrobazie che fanno, ma che in realtà è, come spiegato da chi si occupa di loro, un esercizio giornaliero di cui hanno bisogno, per essere stimolati a pensare, a muoversi, a stare in attività. Molto istruttivo, e vedere quegli animali è emozionante. Finita la visita, torniamo in città, per fare un pò di shopping, qualche souvenir, il migliore, a nostro giudizio, è il negozio a lato della Domkirke, la chiesa in legno al centro di Tromso. Molto fornito e vario, ci trovi di tutto, è al fianco di un negozio di sport. Noi abbiamo praticamente acquistato tutto lì. Alle 19 ci rechiamo all’appuntamento con la nostra guida Trina, che ci attende col suo van. Siamo in tutto una quindicina, si parte alle 19,30 verso nord, all’interno, dove c’è più probabilità di vedere qualche aurora. Durante il tragitto, ci viene mostrato il solito video sulle aurore, per noi, così sfortunati, una vera tortura! Le strade sono completamente ghiacciate, il vento è forte, ma Trina guida e corre come se fosse sull’asfalto, questa è una caratteristica che ho notato in tutti gli automobilisti, bus, ciclisti, da noi sarebbe impensabile, credo abbiano delle ruote termiche particolari, non come le nostre, perchè hanno una aderenza incredibile, non può essere solo una questione di abitudine, frenano in discesa e partono in salita come se il ghiaccio non ci fosse… Dopo circa un’ora, e dopo aver attraversato un tunnel che passa sotto un fiordo, arriviamo in un posto completamente buio ed isolato, con due/tre casette in legno, e una sorta di capanna/tenda lappone, o meglio, Sami. Trina ci spiega che è la vecchia fattoria della sua famiglia, di origine Sami, lei abita una di quelle case, il fratello l’altra. E’ pieno di neve, una distesa bianca, se esci fuori dai tracciati, affondi fino al ginocchio. Ed è completamente buio, le uniche luci provengono da quelle di Tromso in lontananza che si rifrangono sulle nuvole, dalla luna quando si apre il cielo, e dalla casetta qualche metro più in là. E’ talmente buio, che neanche ci accorgiamo di essere praticamente su una spiaggia, col fiordo di fronte a noi, e la terraferma dall’altra parte. Entriamo nella capanna in attesa che si apra il cielo, Trina ci offre the, caffè, un dolce al cioccolato fatto in casa, marshmallows, e ci spiega un pò le tradizioni del posto. Di tanto in tanto esce per vedere se il cielo è aperto, tanto per cambiare, il tempo è brutto. La tenda è molto carina, base in pietra, si chiude in alto con travi in legno, e camino centrale con canna aperta proprio al centro, quando nevica, la neve passa dal tubo e arriva sul fuoco. Decidiamo di uscire, per il freddo, nonostante siamo molto ben coperti, indossiamo una ulteriore tuta termica. All’improvviso, Trina si agita, in uno squarcio piuttosto ampio, si vede una specie di nuvola gassosa, molto diversa dalle nuvole circostanti: è una aurora, molto vasta, ma debole, a occhio nudo appena appena si percepisce il colore, ma dallo schermo della fotocamera di Trina, che scatta foto, è perfettamente visibile. Ci mettiamo in posa per fare ognuno di noi foto ricordo, di corsa, perchè puntualmente il cielo si richiude, e comincia una forte nevicata con vento. Corriamo di nuovo nella capanna, a chiacchierare attorno al fuoco. Dopo un pò, usciamo di nuovo, nuovo squarcio, nuova aurora debole. Altre foto, e nuovamente il cielo si richiude, e parte un vento fortissimo con nevicata. Di nuovo in capanna. Altre chiacchiere, altra convivialità, poi Trina, in contatto con altri colleghi, decide di spostarci ancora più a nord, ci sono colleghi arrivati fino in Finlandia, ma stasera il tempo è particolarmente inclemente. Ma proviamo ugualmente. Lei come al solito guida con estrema scioltezza sul ghiaccio, sguardo al cielo, e si ferma un paio di volte sul ciglio della strada quando vede squarci. La seconda di queste volte, in due minuti, si chiude il cielo, e parte una vera tempesta di vento e neve, che in realtà era ghiaccio, dei veri proiettili che ti colpivano in faccia, facendoti male. Condizioni impossibili, di corsa nel van. Si è fatta l’una di notte, si decide di rientrare. La sfortuna continua a perseguitarci, ma devo dire che l’atmosfera, le condizioni climatiche, il senso di avventura che si vive, ci fanno dimenticare l’amaro delle aurore che continuano a non farsi vedere perfettamente.

MERCOLEDì 18 GENNAIO

Sveglia con calma, si attende il ‘giorno’, solita super colazione, e poi si torna al Tourist Shop per prenotare il tour del mattino dopo in barca per andare a vedere le orche e le balene (1200 NOK a testa). Poi, ci dirigiamo verso il lungo ponte che collega l’isola al lato opposto, dove si staglia in tutta la sua maestosità la Cattedrale Artica, che ha la forma di un iceberg, e che, soprattutto la sera, illuminata, è visibile da ogni lato della città sull’isola, e dove c’è la funivia che porta sul monte che sovrasta la Cattedrale, a 400 mt di altezza. Le distanze, complice il clima, e il ghiaccio dappertutto, possono sembrare grandi e impegnative, ma vi assicuro che, se siete buoni camminatori, tutto è piacevolmente fattibile a piedi. Il ponte è maestoso, a forma di colle, si sale fino al centro, e si scende dalll’altra parte, questo per permettere alle navi di passarci sotto al centro del fiordo. Ovviamente, è molto esposto, basta uscire dal centro, e il vento ti colpisce in ogni dove, quindi bisogna stare ben coperti, e attenti al ghiaccio. Attraversato, arriviamo alla Cattedrale, molto bella, molto particolare nella sua modernità (la più a nord del mondo), ma è sufficiente vederla dall’esterno, e osservare l’interno dalle vetrate, perchè dentro non vi è assolutamente nulla di particolare, e il costo del biglietto (50 NOK) sarebbe davvero sprecato. Il tempo di fare tutte le foto che merita, e comincia una nevicata fittissima, imponente, spettacolare. Senza vento, i fiocchi sembrano palline di polistirolo, sulle strade e i marciapiedi si forma in pochissimo tempo uno strato importante, è una atmosfera meravigliosa. Camminiamo lungo questa parte residenziale facendo foto a volontà, incontriamo un supermercato, e facciamo il bis del famoso ‘picnic’ della prima volta, anche per asciugarci e riscaldarci un pò. Torniamo fuori per raggiungere, sempre a piedi, la stazione di partenza della funivia (170 NOK a testa, a/r). Parte ogni mezz’ora, siamo indecisi se salire o meno, il cielo è completamente chiuso, e nevica forte. Ma alla fine, vince il nostro solito spirito escursionistico di avventura, e saliamo. Vorremmo farla a piedi, ci sono un paio di sentieri, ma la neve è troppo alta. Su, c’è una specie di baita, con bar e ampio ristorante, dove lavorano due giovanissime, simpatiche e belle ragazze, di quella classica bellezza scandinava. Fuori, il bianco totale, lungo la cresta, dovrebbe esserci una passeggiata che porta a un belvedere su Tromso (che OVVIAMENTE, non riusciamo a vedere, perchè nevica in abbondanza), e verso l’interno, a punti di osservazione delle aurore (manco a dirlo…). Ma la neve è troppo fresca e alta, riusciamo a raggiungere a fatica il belvedere. Sono le 14,30, ed è buio pesto. Ci divertiamo a fare dei video sotto la bufera di neve, nel buio più totale, ormai ci nutriamo di quel senso di avventura che è comunque particolare, in quelle condizioni. Scorgiamo strapiombi, spuntoni di ghiaccio con sotto il vuoto… insomma, la natura è affascinante. Rientriamo nella baita, sperando che si apra qualche squarcio, in modo da poter ammirare Tromso illuminata dall’altro, che dalle cartoline sembra essere uno spettacolo notevole. Un caffè (secondo loro…), circa 4 euro, qualche chiacchiera con le ragazze… ma dopo tre ore totali, ci arrendiamo, e riscendiamo. Torniamo, sempre a piedi, in città, andiamo a ricaricarci in hotel, poi usciamo per passeggiare in città (c’è il festival internazionale del cinema, hanno il coraggio anche di allestire un cinema all’aperto in piazza, film rumeno con sottotitoli in norvegese, spettatori ZERO, sembra una situazione fantozziana!), e ci fermiamo a cenare al Burger King (menù classici, 14 euro circa a testa). La sera non c’è molto da fare, c’è molta gioventù, moltissimi turisti, ma o ti chiudi in uno dei tantissimi locali a bere qualcosa, o per strada c’è pochissima gente, per lo più di passaggio da un locale all’altro. Per coloro a cui piace passeggiare, e godere del panorama, la città si presta alla grande.

GIOVEDì 19 GENNAIO

Ultimo giorno di vacanza pieno. Dopo la colazione, si va all’appuntamento per il Whael Safari, il tour delle orche e balene in barca. Le opzioni erano o direttamente in barca, o in gommone, con transfer in jeep. Io propendevo fortemente per il gommone, mi dava più il senso dell’avventura, ed eri anche più vicino ai cetacei. Il mio amico Antonio, invece, era saggiamente più dubbioso. Freddo, condizioni atmosferiche… Alla fine, il dubbio ce l’hanno tolto direttamente loro, era disponibile solo la barca, un 10 metri, una sorta di piccolo peschereccio, con cabina, e spazio sottostante. Molto raccolto. A cose fatte, ancora benedico questa soluzione. Siamo in 6, due cinesine o giapponesine, due signore norvegesi, credo, e noi due, più il conducente, un omone simpatico e accogliente. Cerco di creare un pò di gruppo, mission impossible, le cinesine, timide all’inverosimile, e le due signore norvegesi, una delle due, marcatamente anziana, pensavano a godersi il panorama. Nella cabina, soliti caffè e the, biscotti, una specie di pane già tagliato a fette con affettati di salumi e formaggi, frutta. 4-5 gradini sotto, il bagno e una dispensa. Fuori, affacci laterali e a prua, e una sorta di terrazzo in capo alla cabina, per le osservazioni. Si parte verso le 10 che il tempo sembra clemente, chiuso, nuvoloso, non nevica. Direzione sud, all’interno del fiordo. Dopo un’ora di navigazione, arriviamo in una specie di baia, una insenatura del fiordo, dove ci sono altre 4-5 imbarcazioni. E qui, lo spettacolo assoluto: compaiono le prime pinne, ci sono orche dappertutto che danzano tra le onde. Devi girarti da ogni lato, perché sono dappertutto. Davvero emozionante, scattiamo foto e video in quantità industriale, alcune si avvicinano alla nostra barca, e danzano intorno, sbuffando. Altre due, passano sotto e sbucano dall’altra parte. Incredibilmente bello. Talmente tanto, che neanche ci accorgiamo che in due minuti, forse tre, il cielo si chiude totalmente, le nuvole scendono fino al mare, si alza un vento gelido, con proiettili di ghiaccio dolorosissimi. Tutti scappano in cabina, io resto fuori per filmare questo ennesimo cambiamento, ma per poco, devo restare aggrappato ai ferri per non essere portato via dal vento, e alla fine mi arrendo. Il mare si increspa, il conducente avvia i motori, e parte, con l’ausilio del radar, non si vede più nulla oltre la punta della barca. Le onde ci sballottolano di qua e di là, siamo in una vera e propria tempesta, lui cerca di non farci preoccupare, ma si vede che è estremamente ‘preso’ dalla situazione. Che però diventa sempre di più drammatica, al punto che io, che non mi spavento mai per nulla, comincio a preoccuparmi seriamente, basta che una delle onde enormi fuori ci prenda di fianco, e ci ribaltiamo, e in quell’acqua, quanto puoi resistere? Per buoni 45 minuti siamo nel silenzio più totale, stomaco chiuso, respiro trattenuto. Poi, all’improvviso, appare una costa, lui si mette in navigazione sotto costa, finalmente gli esce un sorriso, e dice ‘qua è più tranquillo’. E anche io, ricomincio a respirare :))). OVVIAMENTE, la zona delle balene, l’abbiamo attraversata in piena tempesta, inutile dirlo… intorno alle 14, rientriamo a Tromso. E’ stata comunque una esperienza meravigliosa, vedere così da vicino quegli animali, e ammirare quei paesaggi artici durante la navigazione, sono ricordi indelebili. Dopo il classico pit-stop in albergo, torniamo ad uscire, sfruttiamo l’ultimo biglietto del bus per tornare dall’altra parte verso la funivia, il cielo si è aperto un po’, e comunque le nuvole sono alte, decidiamo di salire di nuovo per vedere il panorama dall’alto, stavolta è la volta buona. Arriviamo alla funivia carichi ed entusiasti, e… oplà, la funivia è chiusa a causa del forte vento! A completamento della settimana più sfortunata della storia dei visitatori di Tromso… :)))) Torniamo a piedi (se c’è una cosa che non ci è mancata, è il trekking, con tutti i chilometri che abbiamo fatto a piedi…), e prima di imboccare il lungo e alto ponte, dobbiamo indossare le maschere facciali antivento, perché è particolarmente sferzante. Essendo l’ultima sera a Tromso, ci concediamo il ‘lusso’ di una succulenta cena al ristorante. Come accennato, la Norvegia è carissima, qualsiasi cosa tu voglia acquistare, è una vera e propria bastonata. Un panino e una birra in un qualsiasi pub, non viene meno di 25 euro, una birra media alla spina va dagli 8 ai 15 euro, un chilo di pane arriva fino a 9 euro, una mezza bottiglia di acqua arriva fino a quasi 5 euro… lo stipendio medio dei norvegesi, sembra si aggiri intorno ai 3000 euro mensili, quindi per loro non è un grosso problema, e infatti i locali sono sempre pieni. Ma per i turisti, il discorso cambia radicalmente. Tra i tanti locali, scegliamo il KAYA 11, un locale carino che si affaccia direttamente sul mare, di fronte al molo, con vista sul fiordo, sulla cattedrale e sulla funivia. Optiamo, ovviamente, per piatti tipici: due zuppe di pesce, a base prevalentemente di salmone, un piatto di carne di renna e uno di baccalà, e due birre medie, ci vengono a costare circa 55 auro a persona, prezzi assolutamente ‘accettabili’ rispetto alla media. Comunque, tutto davvero molto gustoso, locale che consigliamo. Poi ultima, lunga passeggiata per la città, e ritorno in albergo, l’indomani si parte per casa.

VENERDì 20 GENNAIO

Sveglia, acrobazie in stanza per preparare i bagagli, ultima megacolazione, e alle 10, ovviamente sotto una fitta nevicata, prendiamo il bus pubblico (36 NOK) che ci porta all’aeroporto, il volo è alle 12,45. Concludendo, nonostante non sia andato tutto come speravamo, a causa del tempo particolarmente inclemente, ci rimane un bellissimo ricordo di quei posti, di quei paesaggi, di quelle atmosfere, di quelle avventure, avendo vissuto quanto meno ogni forma di tempesta: vento, neve, ghiaccio, mare! Tanto da pensare di ritornarci, per completare il pacchetto delle escursioni disponibili, e magari essere più fortunati con le aurore.



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