New York, un morso alla grande mela
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Contrariamente a buona parte delle città Americane, qui la bellezza non la si trova solo negli ultimi grattacieli o nei grandi parchi cittadini. Ogni angolo di New York è pittoresco, futurista, curioso o semplicemente cool!
La città è davvero molto grande. Anche solo Manhattan, dove si concentrerà il 90% del vostro tour, è immensa e dispersiva. Anche se vi fermerete una settimana, mettetevi il cuore in pace perché non potrete vedere tutto. Che poi questo non deve nemmeno essere la vostra priorità. New York va vissuta anche solo passeggiando per un quartiere, fermandosi a fare shopping o sedendosi a bere un caffè molto lungo osservando il via vai delle persone.
Per preparare un buon programma di viaggio è necessario farsi un’idea di come è strutturata la città e di dove si trovano le principali attrazioni. Date una lettura alla vostra guida e vedrete che NYC viene suddivisa in quartieri. Visitatene due o tre al giorno e spostatevi solo se necessario con la metropolitana. Se non fa troppo caldo (o freddo), la città è davvero piacevole da attraversare a piedi!
Ritornando a New York dopo 15 anni esatti è stato come visitare una città mai vista prima. Mi aspettavo di abbinare ai luoghi alcune particolari emozioni ma non è stato così. Forse è perché ai tempi ero poco più che maggiorenne e non avevo ancora imparato ad essere un buon turista (chissà se poi oggi lo sono davvero!). Ad ogni modo, NYC mi è piaciuta decisamente di più questa volta. Nell’agosto 2001 tante cose erano diverse: c’erano ancora le Torri Gemelle, la High Line non era un parco, alcune zone non erano state ancora riqualificate e via dicendo. Diciamo che non c’è da annoiarsi qui, nemmeno se si ritorna una seconda o terza volta!
Per spostarvi da una parte all’altra utilizzerete di certo la metropolitana. Le linee sono moltissime e passano diversi treni per cui non potrete farne a meno (anche se si muore di caldo, è sporca e ci girano i topi). Appena arrivate, recatevi presso le biglietterie delle stazioni della metro e acquistate un abbonamento settimanale. Con una cartina nelle mani o un’app dedicata non vi fermerà più nessuno!
Il New York City Pass sarà invece il vostro carnet di biglietti per accedere alle principali attrazioni cittadine. Consente l’ingresso a 6 attrazioni, alcune opzionali (potete scegliere tra l’una e l’altra proposta). Il prezzo è di 116$ che potrebbe sembrare tanto ma, credetemi, ne spendereste molti di più acquistando singoli ticket. I monumenti, assolutamente imperdibili, sono: Empire State Building, American Museum of Natuaral History, MET (Metropolitan Museum of Art), Top of the Rock/Guggenheim Museum, Statua della Libertà e Ellis Island/Circle Line Sightseeing Cruises (crociera), 9.11 Memorial Museum/Intrepid Museum.
Quanto abbiamo speso? Tanto. Anzi, tantissimo! New York non è necessariamente una città cara perché avrete una vasta gamma di scelta di luoghi in cui pernottare o mangiare. Si può spendere tanto o pochissimo. L’hotel però incide notevolmente e, volendo pernottare in centro e nei pressi della metro, il costo a camera si aggira sui 250 euro per notte (categoria 3 stelle). Morale della favola, considerando tutti i costi (volo Alitalia, hotel, metro, ingressi, treno per Washington, volo in elicottero, etc), abbiamo speso sui 1.800-2.000 euro.
Veniamo adesso al racconto del mio viaggio
PRIMO GIORNO
Il nostro viaggio ha inizio la mattina presto. Ci dirigiamo verso l’aeroporto di Milano Malpensa da cui partirà il volo diretto di Alitalia verso la Grande Mela. Il costo è variabile ma prenotando con molti mesi di anticipo si risparmia parecchio (noi abbiamo pagato il volo andata/ritorno circa 450 euro). Me lo aspettavo sfiancante ma è passato più veloce del previsto. Così, dopo un accumulo di ritardi e lungaggini (in aeroporto bisogna sbrigare qualche formalità), possiamo prendere la navetta Go-Airlink (costo 44$ circa prenotando online) che ci porterà direttamente al nostro hotel. Da uno dei ponti che attraversano l’Hudson si può finalmente ammirare Manhattan… eccoci a New York City! Soggiorneremo per tutta la settimana nell’Holiday Inn NYC Times Square, un hotel moderno e davvero molto comodo per muoversi in città in quanto dista 5-10 minuti da diverse stazioni della metro. Il prezzo degli hotel è davvero molto alto (circa 250 euro a camera per notte) ma non è consigliato pernottare troppo lontano dal centro altrimenti si rischia di trascorrere molto tempo in viaggio sulla metro.
Una doccia rinfrescante è quello che ci serve per rimetterci in pista. Scendiamo in strada e ci lasciamo trascinare nel caos della città fatto di clacson, folla di persone ad ogni angolo e grattacieli da torcicollo. Times Square è un bombardamento di luci. Nonostante stia scendendo la sera, sembra pieno giorno! Grandi pannelli pubblicitari catturano la nostra attenzione tanto che spesso ci ritroviamo in mezzo alla strada con un taxi che ci tempesta a colpi di clacson. Ceniamo in un pub irlandese e, chi l’avrebbe mai detto, addentiamo il primo hamburger della vacanza. Con lo stomaco pieno ci dirigiamo verso il Rockfeller Center. La celebre fontana dorata, le bandiere svolazzanti e le piante illuminate manco fosse già arrivato Natale catturano la nostra attenzione. Ma dalla sommità del Top of the Rock (ingresso compreso nel New York City Pass, orario 8.30-24) è tutta un’altra storia! La vista è pazzesca e le luci della città e dei grattacieli sono caleidoscopiche. Se non fosse per l’aria gelida e per il fuso orario, non sarei mai voluto scendere da lassù!
SECONDO GIORNO
Oggi iniziamo la visita della città da Midtown, la parte centrale di Manhattan. Ritornando a New York dopo 15 anni si scoprono cose nuove o, meglio, si vedono cose che forse a 18 anni non si riescono a cogliere. Con questo cielo azzurro, i contrasti tra il cemento delle strade, il vetro dei grattacieli ed il verde dei parchi sono davvero pazzeschi. Mi sono innamorato di questi scorci così caratteristici di New York che non ricordo di aver apprezzato nel lontano 2001.
Uscendo dalla metropolitana, sbuchiamo in Union Square. Qui avviene il mio primo approccio parco-grattacieli. Proseguiamo poi verso Gramercy Park. Lo circumnavighiamo interamente ma ogni entrata è chiusa (quelli dentro come ci sono entrati?). Oltre le cancellate, quei giardini e quelle aiuole curate hanno sullo sfondo antichi edifici in mattoni rossi o decori in puro stile neogotico.
Proseguendo verso nord, il Flatiron Building, dalla caratteristica forma a ferro da stiro, si affaccia su un altro parco, quello di Madison Square. Qui alcuni scoiattoli giocano ai piedi di una scultura moderna a forma di elefante. Tra i numerosi grattacieli che si incontrano risalendo la 5th Avenue, ecco spiccare l’Empire State Building. Nei paraggi non avvistiamo King Kong quindi decidiamo di salire. Dall’86simo piano la vista sulla città è indescrivibile (ingresso compreso nel New York City Pass, orario 8-2). Bella? Riduttivo. Mitica? Banale. Sta di fatto che, nonostante il vento, ci saremmo rimasti per ore lassù.
Oggi la Public Library è chiusa così ci siamo seduti nello spazio verde che si apre sul retro. Nonostante il traffico e i moderni palazzi disposti tutt’attorno al parco, che svettano alti verso il cielo, in questo angolo di New York si respira una strana tranquillità, protetta forse dalle file di alberi.
Dopo aver contemplato il Grand Central Terminal e, in lontananza, il Chrysler Building, continuiamo la nostra passeggiata verso nord lungo la 5th Avenue. Oltre alle vetrine dei negozi, ci sono il Rockfeller Center e la neogotica Cattedrale di Saint Patrick (ingresso gratuito, orario 7-20.30). È molto “finta” ma altrettanto bella (una vera americanata!). Mi piace soprattutto il contrasto che crea con i palazzi circostanti, nei quali si specchia tutta vanitosa.
Qualche ora di relax in hotel ci separa dalla sorpresa che Gio ha organizzato per stasera. All’insaputa di Sergio e Laura, quando usciamo in strada ci attende una limousine tutta per noi! Tamarri!! Hahaha! Con i finestrini abbassati e un bicchiere di champagne in mano osserviamo le luci della città che scorrono veloci attorno a noi.
tERZO GIORNO
Le tv parlano di un uragano in arrivo su New York. Il tempo fuori non sembra per la verità così male ma decidiamo di dirigerci comunque al Metropolin Museum of Art (meglio chiudersi al riparo di un museo). Per la gioia di Gio, prima però facciamo una deviazione per vedere quella che nel telefilm “La tata” era la casa di Mr Sheffield.
Il MET (ingresso compreso nel New York City Pass, orario 10-17.30) si affaccia su Central Park ed è un museo molto grande e suddiviso in diverse sezioni che spaziano dall’arte egizia ai dipinti europei, dalle statue romane alle opere orientali, dalle armature medievali all’arte africana. Ce n’è per tutti i gusti! Bisognerebbe fermarsi almeno una giornata ma, purtroppo, non abbiamo così tanto tempo. Ci limitiamo a visitare alcune sezioni ed a passeggiare (purtroppo) rapidamente qua e là.
Per pranzo ci fermiamo in un locale in cui preparano solo bagel (i panini fatti a ciambella), farciti con ogni tipo di salsa, formaggio, pesce o salume. Riprendiamo poi la visita della città scendendo, tramite la metro, verso sud. Eccoci a Washington Square, nel Village, con il suo parco, l’arco di trionfo e un gruppetto jazz che suona all’ombra degli alberi.
Passeggiamo nei dintorni, caratterizzati da belle case residenziali, boutique e alcuni locali gay. È proprio in queste zone che iniziarono le battaglie per i diritti civili della comunità omosessuale. Il gelato, quindi, dove potevamo prenderlo se non al Big Gay Ice Cream Shop?
Ripartiamo per un’altra zona della città. È il momento della chiassosa Little Italy con i ristoranti all’aperto, i festoni tricolore ad addobbare le strade e un vecchietto che intona canzoni italiane con la sua fisarmonica. Contesto pacchiano ma pittoresco!
Basta girare un angolo della strada e ci si ritrova di colpo in Chinatown. Qui tutto è più sporco e squallido. Negozi di souvenir si alternano a parrucchieri e ristoranti con anatre laccate in vetrina. Le insegne riportano solo ideogrammi cinesi ma, contrariamente a quanto ci dice l’istinto, siamo ancora a New York.
Per cena torniamo in Madison Square Park dove ieri mattina avevamo adocchiato un ristorante della catena Shake Shack con i tavolini all’aperto. E’ una bellissima location: sopra i tavolini ci sono file di lucine, vicino gorgoglia una fontana e oltre le piante del parco svettano alti grattacieli. Nonostante la moltitudine di gente in coda per ordinare un hamburger, una famigliola di topi gironzola indisturbata poco lontano dal nostro tavolo. No, non sono scoiattoli. Sono proprio topi!
QUARTO GIORNO
Questa mattina, saliti a bordo della metropolitana, ci dirigiamo verso l’estremo sud di Downtown. Abbiamo in mano una prenotazione che ci permetterà di scalare la Statua della Libertà fino alla corona. Arriviamo al ferry boat correndo perché il nostro battello salperà tra pochissimo e fortunatamente riusciamo a prenderlo.
L’ingresso, che prevede traghetto + Statua della Libertà + Ellis Island, è compreso nel New York City Pass. Se però volete andare sulla corona, dovrete necessario acquistare i biglietti on-line con diversi mesi di anticipo (il biglietto presente nel New York City Pass potrete quindi utilizzarlo per l’attrazione alternativa).
La vista durante la navigazione è spettacolare: spazia tra i grattacieli di Manhattan e la Statua della Libertà. Arrivati sull’isola, senza pudore, ci intrufoliamo sotto le vesti di quello che, senza ombra di dubbio, è uno dei simboli per eccellenza di New York. La salita lungo le ripide scale a chiocciola della statua è faticosa e la vista un po’ limitata ma vuoi mettere la soddisfazione di essere arrivati alla corona della Statua della Libertà? Il breve tratto di navigazione verso Ellis Island, l’isola sulla quale sbarcavano gli immigrati, mi fa riflettere. Provo ad immedesimarmi per un minuto in tutte quelle persone che, dopo giorni di attraversata dell’oceano, arrivavano qui stremati, confusi e spaventati ma con la speranza di una nuova vita. Quante storie sono sbarcate su questa piccola isola all’ombra dei grattacieli di Manhattan.
Ritornati a Downtown, visitiamo il Financial District con Wall Street, il palazzo della borsa (compariva sulla copertina della mia tesina del diploma legata alla crisi del 1929!), la Federal Hall con la statua di Washington (ingresso gratuito, orario 9-17) e la graziosa Trinity Church (ingresso gratuito, orario 8-19).
La storia è fatta anche di eventi recenti. Ed è innegabile che dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001 qualcosa sia effettivamente cambiato, non solo qui a New York. Ero salito sulle Torri Gemelle pochi giorni prima dell’attentato e ricordo di essere rimasto inorridito davanti alla televisione mentre venivano trasmesse le immagini del crollo. Tornare qui, dopo 15 anni è strano e vedere le grandi cascate del monumento commemorativo là dove un tempo si ergevano le torri mi fa venire la pelle d’oca.
Entriamo nel 9/11 Memorial Museum (ingresso compreso nel New York City Pass, orario 9-21) e veniamo condotti sottoterra. Là dove si trovavano le fondamenta ora è stato realizzato un bellissimo museo, tanto toccante che le persone camminano in silenzio, con gli occhi sbarrati e la bocca curva verso il basso.
Riemersi in superficie non possiamo non notare i nuovi grattacieli che stanno sorgendo tutto attorno a Ground Zero, tra cui spicca la Freedom Tower. Ai nostri occhi rappresentano un simbolo di speranza e rinascita. Rientrati in hotel laviamo via i tristi pensieri e ci prepariamo ad uscire. Questa sera ci immergiamo nuovamente nelle luci e nel caos di Times Square e prendiamo un tavolo al Bubba Gump, una catena che prende ispirazione dal film “Forrest Gump” (purtroppo mangiamo malissimo e sono sgarbati). Un giretto in qualche negozio di abbigliamento e nello store degli M&m’s ed è ora di andare a nanna.
QUINTO GIORNO
Questa mattina attraversiamo l’Hudson, il fiume che scorre attorno a Manhattan, e visitiamo il quartiere di Brooklyn. Passeggiamo lungo le vie alberate e le tipiche case di mattoni (dette “brownstone”) di Heights fino a raggiungere la Promenade. Questa passeggiata regala splendide vedute sui grattacieli di Downtown. Vi consiglio di andarci la mattina perché la luce è nettamente migliore (il pomeriggio i grattacieli saranno in controluce). Sarebbe un peccato non approfittare delle sue comode panchine con vista per una breve sosta.
Dopo una breve passeggiata giungiamo ai piedi del celeberrimo Ponte di Brooklyn dove si trovano alcuni spazi verdi sui quali ozia qualche coppietta. La zona è stata riqualificata recentemente e, seppur i lavori siano ancora in corso, merita di essere visitata.
Avremmo potuto/dovuto percorrere a piedi il famoso ponte ma la camminata è piuttosto lunga (circa 2 chilometri) e il caldo iniziava ad essere insopportabile. Ritorniamo quindi a Manhattan in metro e ci spostiamo verso Chelsea. La nostra meta, data anche l’ora di pranzo, è il Chelsea Market (orario apertura 7-19): dove un tempo si trovavano dei magazzini in disuso ora si sono installati bar e ristoranti. La location è molto cool e i prodotti, diversissimi e curiosi, sembrano di un certo livello. Ma che prezzi: un piatto di pasta da Giovanni Rana costa 30$! Teniamoci la voglia per quanto rientreremo in Italia!
Per facilitare la digestione, saliamo sul più recente e curioso dei parchi cittadini: la High Line (accesso gratuito, orario 7-23). Questa striscia verde lunga più di 2 chilometri, sospesa a 9 metri dal suolo, era un tempo un binario merci. Adesso è un’oasi di pace che serpeggia tra palazzine caratteristiche e nuovi grattacieli residenziali (si riesce a spiare in qualche appartamento e sono davvero una favola). Le guide turistiche la consigliano caldamente e mi sento di fare lo stesso pure io!
Per oggi abbiamo camminato a sufficienza quindi, prima del tramonto, saliamo a bordo di un traghetto turistico (Circle Line Sightseeing Cruises – compreso nel New York City Pass) e lasciamo che sia lui a mostrarci le meravigliose viste sullo skyline di New York. Mentre le ombre della notte avvolgono il fiume e la città, migliaia di finestre si accendono come fossero tante lucciole in campagna. Il cielo rosso al tramonto, la brezza tiepida che viene dal mare e la linea dello skyline sempre più scura sono uno spettacolo unico ed indimenticabile! Cercate di prendere il tour con partenza all’ora del crepuscolo e non ve ne pentirete!
SESTO GIORNO
Se mi chiedessero di descrivere Washington D.C. con una sola parola risponderei che è “monumentale”. Come altro potrei definire una tale distesa di prati, monumenti classicheggianti, laghetti e fontane?
Stamattina lasciamo New York molto presto. A bordo di un efficientissimo treno americano (Amtrak – 100$ andata e ritorno), dopo 3.30 ore siamo catapultati nella capitale degli USA.
Prendiamo una bicicletta (c’è un noleggiatore proprio fuori da Union Station) ma dovremo separarci da Sergio e Laura che, invece, preferiscono spostarsi con i pullman turistici. Di camminare a piedi con 35 gradi non se ne parla nemmeno!
Davanti al Capitol, con il suo cupolone in fase di ristrutturazione, c’è in corso una manifestazione. Curiosiamo tra la folla (ma non capiamo bene di cosa si tratta) e ripartiamo poi verso il Washington Monument, l’obelisco posto al centro del viale monumentale (il Mall) alto ben 170 metri!
Sempre a bordo delle due ruote raggiungiamo la casa del Presidente. Oltre una cancellata e un prato verdissimo si può ammirare la celebre Casa Bianca. La guardiamo affascinati non tanto per la sua bellezza ma per quello che rappresenta agli occhi del mondo intero. “Giorgio, scusa, sta puntando su di noi quel cecchino sul tetto dell’edificio?”.
Iniziamo ora ad incontrare i vari memorial del Mall (che ne sono l’attrazione principale): WWII Memorial (dedicato alla seconda guerra mondiale), i laghetti del Declaration of Independence Memorial, il Vietnam Veterans Memorial e il Lincoln Memorial. Quest’ultimo è sicuramente uno dei più famosi con le sue colonne bianche e la grande statua del presidente seduto. È sulla sua scalinata che Martin Luther King pronunciò il celebre discorso “I have a dream”.
A questo punto perdo anche il mio ultimo compagno di viaggio. A causa del caldo e del conseguente prosciugamento di liquidi, Giorgio inforca la sua bicicletta e fugge al riparo delle fresche mura del National Museum of Natural History (davvero bello ed interessante!)
Io continuo con il suggestivo Korean War Memorial (dove statue di soldati escono dal bosco), il Franklin Delano Roosevelt Memorial (con le cascate e le scese della Grande Depressione) e la statua di Martin Luther King. Girando attorno al Tidal Basin, un grande lago artificiale, visito anche il Thomas Jefferson Memorial che richiama un po’ il Pantheon di Roma.
È giunto il momento di recuperare Gio e portarlo alla National Gallery of Art (ingresso gratuito). Ovviamente anche qui fa particolarmente fresco così passeggiamo tra le numerose sale ammirando opere di Leonardo da Vinci, Vermeer, Tiziano, Rembrant, Monet, Renoir, Manet, Degas, etc. C’è da impazzire, insomma!
Con la promessa (mantenuta) di un dolcetto da Starbucks, convinco Giorgio ad una breve pedalata tra le strade del centro cittadino vero e proprio. Volevo farmi un’idea di com’era la città oltre l’immagine linda e preconfezionata del Mall. Fa meno caldo finalmente e devo ammettere che la zona è piuttosto carina.
Alla Union Station (anch’essa bianca, neoclassica e monumentale!), riconsegniamo le biciclette e ritroviamo Sergio e Laura. Sul treno di ritorno ci raccontiamo le varie avventure di questa calda e ricca giornata nella capitale americana. Forse sarebbe stato meglio dedicare a Washington una seconda giornata perché i musei sono davvero strepitosi (oltre che completamente gratuiti) ma il tempo è ahimè tiranno.
SETTIMO GIORNO
Caldo e umidità ne abbiamo a New York? Oggi decisamente sì e in città si boccheggia. Soluzione n. 1: cerchiamo un po’ di frescura a Central Park. Purtroppo anche il polmone verde della città è attanagliato dal caldo e noi pure. Soluzione n. 2: all’imbocco del parco saliamo a bordo di due risciò che ci scarrozzeranno in giro per il parco per un’oretta (il prezzo è assolutamente contrattabile prima di salire).
La zona meridionale di Central Park è molto bella. Comodamente seduti, i due ciceroni alla guida ci danno informazioni culturali, ci indicano dove sono stati girati film famosi e non mancano anche dei gossip (come l’attico affittato da Lady Gaga per soli 42.000 dollari al mese). Vediamo la romantica Bethesda Terrace, alcuni scorci in cui i grattacieli si specchiano sui laghetti verdognoli e Strawberry Fields, con il monumento commemorativo a John Lennon dove un musicista sta suonando le sue canzoni.
Pur non avendo pedalato, Gio deve sostituire la sua t-shirt ormai zuppa con una nuova. Improvvisiamo così un breve momento di shopping.
Adesso però è il momento di immergerci nel fresco (e quasi freddo) American Museum of Natural History (ingresso gratuito con il New York City Pass), per intenderci quello di “Una notte al museo”. È un edificio enorme, pieno di diorami realistici con animali imbalsamati ed enormi scheletri di dinosauri. Hey! Ma questi scheletri sono veri. Impressionante!
Risaliamo in metro perché vogliamo visitare la celebre sala di lettura della Public Library ma è in corso un lavoro di restauro. A questo punto Sergio e Laura si danno allo shopping nella vicina Times Square mentre io accompagno Giorgio allo showroom della Tesla (l’auto elettrica, per chi non la conoscesse).
Questa sera, l’ultima a New York, abbiamo organizzato una seratina al The Top of the Standard. Si tratta di un locale elegante posto al 18esimo ed ultimo piano di un grattacielo di Downtown. In valigia ci siamo portati degli abiti per l’occasione: uomini in camicia e Laura con abitino e scarpe col tacco. Che carini che siamo! Ceniamo in una bellissima atmosfera dal gusto un po’ borghese anni ’70. La vista sulla città è pazzesca (anche dal bagno)!
Il dolce lo prendiamo allo Sugar Factory, una pasticceria che vanta una gran quantità di foto di star tra cui Katy Perry, Britney Spears e Rihanna. Le torte sono “americane” in tutti i sensi: enormi, decoratissime, pesanti, troppo dolci e non particolarmente buone (circa 10$ a porzione). Un po’ una delusione se non fosse per il fatto che, tutto questo, fa molto New York.
OTTAVO GIORNO
Ultimo giorno a New York City. Non avevamo programmato nulla di particolare così io e Giorgio decidiamo di lasciarci alle spalle il malumore della partenza sfuggendogli in elicottero! Si perché ci dirigiamo all’eliporto in Downtown, superiamo i dovuti controlli ed eccoci pronti a volare (il volo di 15 minuti costa circa 200 $ a persona). Manhattan è li proprio sotto di noi con i suoi grattacieli che risplendono al sole, le sue strade regolari e il fiume che l’abbraccia in ogni lato. Con le cuffie alle orecchie, guardiamo la città che si fa piccola sotto ai nostri occhi.
Vogliamo ammortizzare le ultime ore? Certo che si! Porto il “piccolo” Gio all’Intrepid (ingresso gratuito opzionale con il New York City Pass), la portaerei americana che ospita un museo navale ed aeronautico. Osservarla dal molo fa una certa soggezione ma entrando al suo interno ancora di più. Ci sono mezzi aerei, filmati e cimeli che ricordano scene della seconda guerra mondiale. All’interno degli spazi museali è possibile accedere in un sottomarino e salire sul flight deck (dove si brucia dal caldo) per fotografare aerei ed elicotteri militari. E con questo il nostro super tour di New York può dirsi concluso. Soddisfatti e con l’ennesimo food americano nello stomaco (hamburger/insalatina/patatine), ci dirigiamo verso l’aeroporto.
Bye bye America! Tusoperator.it