States: itinerario fuori dai giri abituali

On the road nel nord-ovest tra i territori immensi e sconfinati dell’Idaho, Wyoming e Montana, le pianure coltivate e le foreste dell’Oregon, dello Utah e di Washington, le montagne del Colorado e i piccoli paesi
Scritto da: nonna70
states: itinerario fuori dai giri abituali
Partenza il: 07/09/2016
Ritorno il: 21/09/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Eccoci ancora una volta qui, mio figlio Giovanni ed io, per raccontarvi e farvi partecipi del nostro dodicesimo viaggio negli USA seguendo un itinerario fuori dai “giri” abituali. Abbiamo preferito “vagare” per 5.150 km tra i territori immensi e sconfinati dell’Idaho, Wyoming e Montana, tra le pianure coltivate e le foreste dell’Oregon, dello Utah e di Washington, tra le montagne del Colorado e tra i piccoli paesi con la loro storia.

Sempre diverso, sempre stimolante, sempre incantevole e indimenticabile! DIARIO DI VIAGGIO

Mercoledì 07: Venezia – Amsterdam Seattle

Volo da Venezia via Amsterdam con le compagnie KLM e Delta durata complessiva ore 14,35.

Arrivo a Seattle alle ore 11,20 (nove di differenza rispetto all’Italia), noleggio all’Avis di una Ford Edge AWD Suv-5 Luxury, con un’assicurazione totale che copre qualsiasi rischio e, per la prima volta, con navigatore incorporato (finora avevo sempre provveduto io con il mio fedelissimo atlante stradale del 1992!).

Sistemazione presso il Reed Roof Inn (€ 89) un buon motel.

Giovedì 08: Seattle (WA) – Pendleton (OR) – Km. 470

Colazione presso il vicino Denny’s dove abbiamo modo di gustare un autentico breakfast americano a base di frittata, bacon fritto, toast imburrati con marmellata e patate grigliate. Prima di tornare io faccio un giretto di mezz’ora a piedi tra le case del quartiere tanto per prendere di nuovo confidenza con gli Stati Uniti. Partiamo alle ore 9,45 con cielo nuvoloso e una temperatura di 12°, utilizziamo subito il navigatore per districarci fra le varie autostrade e portarci fuori dal traffico molto sostenuto a quest’ora prendendo prima la I-5 poi la I-405 per raccordarci infine con la I-90. Al principio avevo pensato di percorrere la strada panoramica interna sotto il monte Rainer ma il tempo incerto ci ha sconsigliato di avventurarci in montagna così abbiamo seguito sempre l’autostrada fino a Pendleton meta della nostra giornata.

Abbiamo avuto un primo approccio con le foreste e le pianure dello stato di Washington, abbiamo costeggiato per lunghi chilometri il fiume Yakima, lasciate ai margini le città di Ellensburg dove abbiamo deviato sulla I-82, Yakima, Toppenish, e a Umatilla, superato il fiume Columbia, siamo entrati nella I-84 e nello stato dell’OREGON per arrivare, dopo una quarantina di chilometri a PENDLETON presso il Rugged Country Lodge (76 €) un buonissimo hotel ben gestito.

Verso le 18,30 usciamo per andare a cena presso Hamley Steakhouse & Saloon classico locale del west dove consumiamo un’ottima cena poi facciamo un breve giro a piedi per le vie deserte di questa cittadina di 17.000 abitanti i cui negozi espongono prodotti locali, abiti e calzature da cowboy e che conserva ancora alcuni edifici d’epoca.

Venerdì 09: Pendleton (OR) – Boise (ID) – Km.365

Dopo colazione vado a fare una passeggiata di mezz’ora accompagnata da un sole splendido e con una temperatura di soli 15°.

Partiamo alle ore 9,00 continuando sull’I-84 e, appena dopo pochi chilometri, ci fermiamo in un punto panoramico ben indicato per fotografare l’estesa pianura sottostante, poi si comincia a salire fino ai 700/800 m. attraverso boschi di pini e abeti fino alla città di La Grande, dove ricominciano la pianura coltivata e i pascoli. Alle ore 11,45 facciamo una breve sosta nei pressi di Baker City per fare benzina (una vecchia stazione del rodeo): il paesaggio cambia nuovamente facendosi ondulato con colline aride, piccoli arbusti tutti gialli, quasi desertico. Alle ore 11,43 entriamo nella Mountain Zone (orologio avanti di un’ora) e varchiamo il confine con l’IDAHO dove la velocità consentita è di 80/miglia (massimo mai trovato in altri stati). Arriviamo a BOISE alle ore 14,20 presso il Cottonwood Suite Boise Riverside (€ 80) dove scarichiamo i bagagli poi, vista l’ora, decidiamo di recarci subito a visitare l’Old Idaho Penitentiary che raggiungiamo in breve tramite navigatore. Costruito nel 1872 e chiuso nel 1973 si componeva di vari blocchi comprendenti l’ufficio amministrazione, le celle, la cappella, il refettorio, il barbiere, l’infermeria e le celle di punizione; attualmente la maggior parte del complesso ha solamente i muri perimetrali e di visitabile non c’è molto a parte un interessante museo privato, a lato dell’area, dove J.Curtis Earl ha raccolto armi di ogni genere, divise militari, documenti (interessante il libretto di volo del figlio di Mussolini) di ogni epoca e specie. Pure all’esterno si trova il fabbricato adibito alla prigione delle donne con sette celle per due persone, sala da pranzo, cucina e servizi. La visita è durata un’ora e mezza ma, sinceramente, mi aspettavo qualcosa di meglio. Ritornati in hotel, ci siamo riposati fino alle 19,00 quando siamo usciti per andare a cena allo Smoky Mountain Pizza e Pasta.

Sabato 10: Boise (ID)- Logan (UT) – Km.525

Boise è la capitale dello stato, conta 220.000 abitanti e annovera circa 15.000 baschi che rappresentano la più numerosa comunità di tutti gli Stati Uniti.

Proprio dietro la stanza del nostro motel parte un percorso ciclopedonale (Boise River Greenbelt) che si dirama in due direzioni rispettivamente di 4 e 5 miglia (totale 13,5 km) lungo il fiume e tra gli alberi. Così stamattina, essendomi svegliata presto, decido di andare a fare una passeggiata seguendo le indicazioni riportate su una chiara tabella posta all’inizio: dopo un primo tratto noto che, dove il fiume forma una piccola cascata, ci sono dei sub e dei surfisti che cavalcano le onde e dei pescatori sulle rive; più avanti il percorso lascia da una parte il fiume, gli alberi e costeggia una zona abitata formata da villette con giardino. La strada è tutta asfaltata e, per aiutare gli utenti a sapere dove si trovano se hanno bisogno di soccorso, per terra sono disegnati dei cerchi bianchi con inserito il numero di ogni decimo di miglio; mi accorgo così che, partita alle 7,15 e ritornata alle 8,15, ho percorso quasi tre chilometri e mezzo incontrando solo pochissime persone.

Al ritorno mi aspetta una sostanziosa colazione americana a base di frittata, pancetta, frittelle di patate, pane tostato con marmellata, dolci e tanto altro da scegliere (fiocchi, spremute, yogurt, ecc.).

Alle ore 9,45 siamo pronti a partire con un bel sole ma una temperatura di 15°. Attraversiamo tutta la città per un’occhiata veloce e ne riportiamo un’impressione favorevole; poi continuiamo sulla I-84 che presenta un paesaggio sempre uguale dove si alternano alture ondulate con bassi arbusti gialli e pianura coltivata con barbabietole, mais, foraggio, rare fattorie e mucche al pascolo: bello il contrasto fra il verde e il giallo.

Alle ore 12,20 arriviamo nei pressi di Twin Falls per visitare le famose cascate Shoshone di cui avevamo visto le immagini in Internet: dalla pianura si scende per una strada tortuosa fino all’ingresso poi a piedi si arriva in vista di… nulla. Il posto è spettacolare ma non c’è un filo d’acqua e le rocce bianche per il sole sono completamente allo scoperto. In fondo al canyon scorre il fiume Snake e a monte si intravede un lago artificiale con delle piccole barche in movimento. Non ci resta che scattare qualche foto e riprendere il nostro viaggio (abbiamo appurato poi che non è insolito che nel periodo estivo non ci sia proprio l’acqua finché non piove o in primavera quando si sciolgono le nevi). Alle ore 14 facciamo una breve sosta anche per fare benzina e alle 14,40 entriamo nello stato dello UTAH; la velocità è sempre di 80/m, la temperatura di 25° e il panorama ancora uguale.

Alle ore 16,20 arriviamo a LOGAN dove raggiungiamo La Quinta Inn & Suite(€ 76) un buon hotel per quanto riguarda la sistemazione della stanza molto ampia con angolo salotto, divano e tavolino, molto curato negli accessori.

Logan è una cittadina di circa 50.000 abitanti situata a un’altitudine di 1.380 m. e, percorrendo la Main Street (strada principale), abbiamo notato begli edifici storici, le case signorili e le attività commerciali che vi si affacciano ma, quello che più colpisce è il tempio Mormone che si innalza sul colle più alto perché possa essere visto a parecchie miglia intorno (i Mormoni hanno fondato questa città nel 1859 e recentemente è stata dichiarata la più sicura di tutti gli Stati Uniti). Qui ha sede anche l’Università Statale dello Utah che offre lauree, dottorati e master in diversi settori e rappresenta la prima fonte d’impiego per gli abitanti.

Domenica 11: Logan (UT) – Vernal (UT) – Km. 415

La colazione americana è servita in una stanza elegante con arredamento insolito (bancone e sedili alti stile saloon) e comprende piccole salsicce, la solita frittata, quattro tipi di pancarré, quattro di succhi, frutta, marmellata, paste dolci ecc.

Al termine, preparati con calma i bagagli, ci mettiamo in movimento alle ore 9,45 con un bel sole e 14° di temperatura. Seguiamo la US-89/91, c’è poco traffico, attraversiamo boschi con gli alberi dalle foglie con i colori dell’autunno e, arrivati a Ogden continuiamo sulla strada interna che passa in mezzo a tanti piccoli paesi dove la velocità è più ridotta; alla fine ci raccordiamo con la I-15 che ci porta dritti nel cuore di Salt Lake City, capitale dello Stato e città più popolosa con circa 200.000 abitanti. E’ stata fondata nel 1847 dai mormoni che ne fecero la loro principale sede anche religiosa ed è infatti l’unica città americana dove la zona centrale è occupata dalle proprietà private di una chiesa. Quando siamo arrivati alle ore 12,00 erano appena terminate le celebrazioni e una marea di fedeli si riversava nelle vie dove gli agenti stradali avevano istituito dei blocchi volanti temporanei per far defluire i pedoni; abbiamo chiesto dove poter parcheggiare e ci sono state indicate delle zone gratuite. Abbiamo trovato con facilità e di qui, a piedi, ci siamo incamminati verso la Piazza del Tempio racchiusa in un intero isolato con i lati di 200 metri di lunghezza che rappresenta la parte centrale della città e da dove inizia la numerazione delle vie.

E’ proprietà della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e comprende il Tempio con annessa cappella: è costruito in stile gotico con sei guglie e nel punto più alto raggiunge i 64 metri di altezza;

-il tabernacolo, sede del relativo coro, fu costruito nel 1867 per ospitare in origine le conferenze generali della Chiesa; ha una tipica cupola ovale e dispone di 6.000 posti a sedere. Sullo sfondo un monumentale organo con 11.623 canne dorate.

-la sala delle assemblee ha 2.000 posti, è in stile neogotico con dodici guglie simbolizzanti le dodici tribù di Israele.

-Il centro delle conferenze generali è uno dei più grandi degli Stati Uniti con 21.000 posti a sedere.

Nella piazza ci sono due centri visitatori, uno posto al lato nord e l’altro al lato sud, presso le due entrate.

Ogni anno la piazza è visitata da una media di 4 milioni di persone, il che la rende il luogo più frequentato di tutto lo Utah, quasi come tutti i Parchi Nazionali dello Utah messi insieme.

Varcati i cancelli ci troviamo subito in un bellissimo giardino con curatissime aiuole dai fiori più vari e colorati poi ci fermiamo ad ammirare le varie costruzioni, le fontane zampillanti, la facciata maestosa del Tempio (non sono ammesse visite pubbliche essendo interamente riservato al culto) ma, soprattutto ci interessano le persone mormoni subito individuabili dai loro indumenti e atteggiamenti: uomini adulti e ragazzi con giacca scura, camicia bianca e cravatta, donne, ragazze e bambine nei loro vestiti più belli della festa abbelliti da nastri e merletti dai vivaci colori. Famiglie con più figli scherzosi e sorridenti ma al tempo stesso composti ed educati: ho avuto una positiva impressione! Durante il nostro giro che è durato circa un’ora (la temperatura è di 31°) abbiamo visto in lontananza il Campidoglio che riproduce quello di Washington ma eravamo troppo stanchi per raggiungerlo.

Ripresa la macchina usciamo dalla città seguendo la I-80 fino a collegarci con la US-40E che attraversa una zona di montagna con aree sciistiche e belle case, alle ore 14 siamo a 2.400 m con una temperatura di 22° e cielo nuvoloso che poi si stabilizza e costeggiamo il lago di Strawberry agitato dal forte vento. Proseguiamo quindi in un paesaggio lunare con terra rossiccia e formazioni rocciose strane poi si apre davanti a noi una pianura sconfinata alla quale fanno da limite delle catene montuose.

Alle ore 16,30 arriviamo a VERNAL-NAPLES presso il Microhotel Inn & Suites (€ 81) isolato in periferia, nuovissimo (aperto da soli due anni) composto da quattro piani con arredamento moderno sia dei mobili sia dei sanitari: ottimo!

Dopo un breve riposo ci rechiamo per la cena presso il ristorante Plaza Mexicana, un locale allegro, colorato (le sedie, i tavoli, le tende, le pareti, le cameriere) e la musica in sottofondo tipica del Messico: un menù appetitoso ci imbarazza nella scelta ma alla fine Giovanni prende un “apretalados” largo piatto unico composto da otto gamberoni avvolti in bacon grigliati e croccanti, purè di fagioli scuri, riso condito, formaggio fuso, verza cruda e fettine di avocado. Per me una pasta frolla imburrata a forma di terrina ripiena d’insalata, pollo, formaggio, fagioli, avocado e uova sode; non riesco a terminare e porto via gli avanzi.

Lunedì 12: Vernal-Naples (UT) – Dillon (CO) – Km.450

Dopo la solita abbondante colazione americana siamo pronti a riprendere il nostro viaggio che oggi include anche la visita al Dinosaur National Monument”. Partiamo alle ore 9,10 con un bel sole e una temperatura di 17° e, seguendo le indicazioni, arriviamo alle ore 10 al Quarry Visitor Center dove chiediamo informazioni sul sito e ci viene fornita una mappa che comprende sia la parte che si trova nello Utah che quella in Colorado e copre complessivamente un’area di 850 Km quadrati. Per arrivare alla Exhibit Hall, dove sono visibili 1.500 ossa di varie specie di dinosauri, bisogna attendere il bus navetta (avevamo già visitato un sito analogo durante un precedente viaggio) così decidiamo di procedere con la nostra auto su un percorso prestabilito di complessivi 32 Km (16+16) fermandoci nei punti panoramici indicati nella mappa: un paesaggio meraviglioso che si snoda tra formazioni rocciose tutte diverse per materiali, colori, e forme, con il Green River che scorre placido, traffico quasi nullo così abbiamo tutto il tempo per goderci questa natura nel silenzio e nella solitudine.

Alle ore 11,50 riprendiamo l’US-40E e dopo pochi chilometri varchiamo il confine con il COLORADO, dove la velocità è ridotta a 65/miglia e la temperatura è salita fino ai 25°; superiamo la cittadina di Dinosaur e lasciamo a sinistra l’entrata del Canyon Visitor Center dalla quale parte un percorso complessivo di trentuno miglia che si inoltra nel cuore di Dinosaur National Monument (qui non ci sono fossili di dinosauri).

Percorriamo quasi 150 chilometri sulla strada con pochissimo traffico, rari paesetti, paesaggio sempre uguale e anche un po’ monotono fino a Craig, poi altri 150 chilometri sempre sulla US-40E, in questo tratto segnalata come “panoramica”, deviazione sulla CO-9 e dopo ulteriori 60 km. attraverso boschi e altopiani arriviamo finalmente a DILLON (cittadina sciistica situata a 2.780 m. di altitudine) presso il Dillon Inn (€ 74) un hotel molto carino stile chalet a conduzione famigliare: tranquillo, comodo, ben arredato e fiorito. Parlando con il proprietario veniamo a sapere che, ai tempi in cui gareggiava, è stato ospite anche Alberto Tomba.

Sono ormai le ore 16,30 il cielo è molto nuvoloso e fa freddo perciò accendiamo il riscaldamento; ci riposiamo fino alle ore 18,45 quando ci rechiamo a piedi presso il “Dillon Dam Brevwery” che dista una cinquantina di metri. Il locale è un classico saloon con un enorme bancone a ferro di cavallo e sopra una balconata che sovrasta la sala; il menù vario e appetitoso.

Martedì 13: Dillon (CO) – Laramie (WY) – Km. 365

Riprendiamo il nostro viaggio sulla I-70E con una temperatura di soli 8° salendo fino al passo di 3.300 m attraverso boschi di pini e larici. Facciamo una breve sosta per fare benzina e impostiamo il navigatore con destinazione Denver: prima di arrivare incontriamo una nebbia molto fitta che si sviluppa per parecchi chilometri riducendo la velocità dei molti mezzi in movimento.

Imbocchiamo la Colfax Avenue, una lunga strada dritta di circa dodici miglia, che ci porta direttamente nel cuore della città dove parcheggiamo nei pressi del Campidoglio; il cielo è molto nuvoloso ma per fortuna non piove anche se la temperatura è di soli 11°. Inizia alle ore 11,30 la nostra visita della capitale e principale città dello Stato del Colorado con 650.000 abitanti: sorge su un altopiano a 1.600 m appena a est delle Montagne Rocciose, è attraversata dal fiume Platte, comprende parecchi parchi con alberi e prati fioriti molto curati. Percorriamo le vie principali osservando i bei negozi, i caffè, i bar, i ristoranti, i negozi di abbigliamento, arredamento, antiquariato e le sedi degli uffici statali; una piazza è completamente occupata da decine di pulmini attrezzati per la preparazione e la vendita di piatti tipici della cucina di tutto il mondo. Nel complesso una visita interessante che termina alle ore 12,40 quando riprendiamo la macchina e ci immettiamo sulla I-25N che attraversa una vasta pianura coltivata a mais. Lasciamo ai lati le città di Lafayette, Longmont, Loveland e Fort Collins e vediamo in lontananza un enorme stabilimento della birra Budweiser.

Alle ore 14,25 entriamo in WYOMING e poco dopo, a Cheyenne, prendiamo la I-80W ma anche qui incontriamo una fitta nebbia che ci accompagna per i quasi cinquanta chilometri che ci separano dalla città di LARAMIE (altitudine 2.185 m e 32.000 abitanti) dove per fortuna arriviamo con il sole alle ore 15,30 e una temperatura di 14°.

Troviamo subito il nostro hotel Days Inn (€ 85) molto ampia la stanza e il bagno predisposto per gli handicappati. Dopo il solito rilassamento ci muoviamo alle ore 18,30 per andare a cena; la scelta è caduta sul “Chili’s” altro locale caratteristico tipo saloon che offre un ricco menù.

Mercoledì 14: Laramie (WY) – Evanston (WY) – Km. 495

Consultando la mappa della città ho visto che, poco distante dal nostro hotel, si trova un complesso inserito tra i posti storici da vedere: Wyoming Territorial Prison e propongo di andare a visitarlo; Giovanni è d’accordo così alle ore 9,20 con il sole e una temperatura di 16° ci avviamo con la macchina. Arriviamo solo dopo dieci minuti, paghiamo l’entrata ($5 a persona), ritiriamo il foglietto pieghevole contenente la storia e la guida con la descrizione dei luoghi che andremo a vedere. Il complesso è stato costruito nel 1872 e ha funzionato prima come prigione federale (1872-1890) poi come penitenziario statale (1890-1901) e, alla definitiva chiusura nel 1903 è stato preso in carico dall’Università del Wyoming che ne ha fatto un centro d’eccellenza per l’allevamento del bestiame e di ricerca per colture agricole; è circondato da una staccionata in legno alta 3,7 metri con torrette agli angoli.

Oltre al complesso della prigione vera e propria si trovano anche: la casa del direttore e delle guardie, il laboratorio dove i detenuti costruivano scope, la stalla dove accudivano i cavalli, l’area del ranch, la Chiesa e una rimessa dove sono conservati vari modelli di carri e carrozze d’epoca (all’esterno anche il furgone che portava i detenuti alla prigione). Il penitenziario si compone di due piani (un moderno ascensore rende possibile la visita anche agli handicappati) che ospitano: stanza di registrazione e foto, ufficio del direttore, cucina, celle del lato nord, celle di punizione, vecchia cucina, refettorio, due torri di guardia originali, infermeria, celle femminili, celle del lato sud, stanza da bagno, lavanderia. Molti degli oggetti contenuti nelle varie stanze sono originali; alle pareti sono appese parecchie foto dei prigionieri con i dati personali, la descrizione dei loro crimini e la pena comminata. Merita una menzione particolare la storia del famoso bandito Butch Cassidy, qui detenuto dal 1894 al 1896, di cui è raccontata la vita con molti particolari (esposta una delle casseforti sventrate durante una rapina).

Abbiamo trascorso un’ora veramente interessante, tuffati nella storia americana, rivivendo anche i molti film che ce l’hanno fatta conoscere; da sottolineare la cura, la pulizia, la gentilezza del personale sia all’interno della struttura sia all’entrata dove si trova una specie di bazar che vende un po’ di tutto con riferimento al carcere (magliette, berretti, lecca lecca, ninnoli, cartoline, mappe ecc.).

Alle ore 10,50 riprendiamo la macchina e ci colleghiamo con la I-80W che attraversa praterie dove pascola il bestiame intervallate da ampi spazi brulli con bassi arbusti ; cade un po’ di pioggia, la temperatura scende a 7° ma poi riappare il sole e sale a 17°, la velocità e di 80/miglia.

Alle ore 16,05 arriviamo a EVANSTON (altitudine 2.060 m e abitanti 13.000) presso il Quality Inn (€ 85) un ottimo hotel silenziosissimo; mentre ci stiamo riposando si scatena un vento fortissimo con pioggia gelida così, per andare a cena a soli 50 metri, siamo costretti a prendere la macchina. La scelta, quasi obbligata, è caduta sul “TC’s Steakhouse” che offre un menù invitante; Giovanni ordine una lombata di 12 oz. (340 gr.), io una zuppa del giorno e tre grossi gamberoni con doppia panatura speciale. Ottimo!

Giovedì 15: Evanston (WY) – Idaho Falls (ID) – Km. 430

Dopo la solita gustosa colazione americana, alle ore 9,30 con cielo nuvoloso e una temperatura di 7°, ci prepariamo a partire in direzione nord seguendo un breve tratto della I-80E quindi prendendo la US-189N fino a Kemmerer e la Us-30W fino alla nostra meta: Fossil Butte National Monument; praticamente quasi 70 miglia (110 km.) di strada lunga, dritta, deserta (abbiamo incrociato solamente 10 macchine), territorio brullo, arido e uniforme ma con il suo fascino.

Il sito, costituito monumento nazionale nel 1972, raccoglie i migliori reperti paleontologici del Cenozoico; i fossili conservati – inclusi pesci, alligatori, pipistrelli, tartarughe, insetti, e molti altre specie di piante e animali – suggeriscono che la regione sia stata un bacino subtropicale di acqua dolce e che i sedimenti si siano accumulati nel corso di due milioni di anni.

Il Visitor Center mette in mostra nelle apposite bacheche oltre ottanta di questi fossili (si possono fotografare), fornisce depliant illustrativi e informazioni; si può guardare un video di tredici minuti che illustra i fossili trovati nel sito e ciò che gli scienziati hanno imparato. Mostre interattive permettono ai visitatori di creare sfregamenti fossili da portare a casa, e un programma per computer discute di fossili, di geologia e dell’attuale storia naturale del monumento. Si può anche osservare il personale di laboratorio mentre con i suoi strumenti prepara un fossile e si possono porre domande; nei mesi di giugno, luglio e agosto sono organizzati dei tour all’esterno con la guida dei ranger rivolti soprattutto ai ragazzi.

Visita molto interessante che ci ha impegnato dalle ore 10,30 alle ore 11,15 (per osservare tutto con attenzione ci sarebbe voluto più tempo) quando abbiamo ripreso la macchina e, seguendo sempre la US-30W, abbiamo oltrepassato il confine con L’IDAHO alle ore 12 (velocità di 65/miglia, temperatura di 12°).

Il paesaggio alterna pascoli con mucche e cavalli liberi, ranch con enormi silos e innumerevoli mucchi di foraggio appena tagliato. Superiamo Montpelier, Soda Springs e andiamo a collegarci con la I-15N (velocità di 80/m) che attraversa Pocatello, Blackfoot e poco dopo facciamo una sosta dalle 14,40 alle 15,15 vicino a una zona di rocce vulcaniche (percorso asfaltato praticabile anche da persone in carrozzina). Alle ore 15,30 arriviamo alla città di IDAHO FALLS (altitudine 1.435 m – abitanti 53.000) dove abbiamo prenotato per due notti presso il Motel West (€ 158) di buon livello, tranquillo.

Ci riposiamo in stanza dedicandoci a varie attività poi alle ore 18,30 prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il centro città muniti di mappa; troviamo facilmente da parcheggiare poi, a piedi, facciamo un lungo giro tra le vie poco frequentate e fra i giardini del lungo fiume perfettamente curati. Queste cittadine si assomigliano un po’ tutte con vecchi edifici d’epoca, negozietti, piccoli ristoranti e locali pubblici che però chiudono molto presto (in genere si va a cena dalle ore 18 alle ore 20).

Noi scegliamo “Smitty’s Pancake & Steak House” un ristorante famigliare con dei buoni sandwich e una zuppa cremosa: l’attesa è un po’ lunga così alla fine la cameriera, di sua iniziativa, si scusa e non ci fa pagare le bevande!

Venerdì 16: Idaho Falls – Idaho falls – Km. 290

Oggi abbiamo programmato la visita a Craters of the Moon così, dopo una colazione continentale, partiamo alle ore 9,00 con un bellissimo sole e una temperatura di 9° che rendono l’aria un po’ frizzante. Prendiamo la US-20W che attraversa una pianura con terreno e arbusti desertici con qualche area coltivata a mais, catena di montagne all’orizzonte e squadre di spazzini intenti a pulire i bordi della strada; viaggiamo così per cento chilometri fino a Arco dove ci fermiamo per fare benzina (prima non c’era nessun paese) e, dopo altri trenta chilometri sempre uguali, arriviamo al Centro Visitatori dove prendiamo informazioni e la mappa del sito.

Da qui parte un percorso asfaltato di sette miglia (11 km), percorribile dalle auto, a doppia carreggiata o a senso unico che passa sopra, sotto o attorno a una varietà di formazioni vulcaniche; ci sono sette piazzole di sosta (viewpoints) nei punti più spettacolari dai quali si dipartono dei sentieri più o meno lunghi (molti asfaltati praticabili anche dagli handicappati) che permettono di inoltrarsi per ammirare da vicino questa meraviglia della natura (delle tabelle all’inizio di ogni percorso illustrano le distanze, le difficoltà e riportano ogni altra informazione utile) che si estende su un’area complessiva di 2.900 km².

Iniziamo il nostro giro alle ore 11,00 con un bel sole e una temperatura di 12°: prima tappa a “Inferno Cone” una montagna di cenere con una salita di 600 mt (incominciamo ad andare su ma dopo 200 mt. decidiamo di rinunciare per la troppa pendenza e la fatica) dalla quale abbiamo una vista spettacolare sulla immensa distesa di lava che ha prodotto forme geologiche molto particolari.

Ripresi fiato e la macchina arriviamo al punto “5” dal quale si possono ammirare dei crateri in miniatura; proseguiamo fino al punto”6” girando attorno a un cono di scorie, alberi verticali chiamati “alberi di lava” e, al di là, una vasta area selvaggia; al punto “7” faccio una breve passeggiata di 250 mt. e al punto “3 Devils Orchard” percorro l’intero anello di 800 mt (tutto asfaltato) che si snoda tra la cenere, bassi arbusti, alberi inceneriti (ho fotografato un piccolo scoiattolo), nel silenzio e nella solitudine (non ho incontrato nessuno).

Per altri punti d’interesse bisognava ottenere dei preventivi permessi ma quello che abbiamo visto ci ha completamente appagato e fatto riflettere sulla potenza e sul mistero della forza della natura.

Usciamo dal sito alle ore 13,10 con una temperatura di 16° e ritorniamo percorrendo la stessa strada presa all’andata; dalle ore 13,40 alle ore 14,10 facciamo una sosta presso un locale annesso a un distributore di benzina dove acquistiamo dei pezzi di pollo e spicchi di patate panate e fritte che consumiamo sul posto.

Rientriamo al motel alle ore 15,30 dove ci fermiamo a riposare fino alle ore 17,30 quando Giovanni mi propone di recarci in centro a piedi percorrendo la lunga strada dritta che attraversa lo Snake River; ci avviamo di buon passo e arriviamo fino ai giardini che costeggiano il fiume (volevamo vedere il Tempio Mormone che svetta con i suoi pinnacoli ma era troppo lontano) poi troviamo un locale che ci attira e ci fermiamo per la cena presso lo “Snow Eagle Brewing”: all’interno impianti per la produzione di vari tipi di birra, cucina sushi giapponese e tradizionale americana. Per Giovanni hamburger di roast-beef con patate fritte e cheese cake, per me la solita zuppa di verdure, carne, pasta e un sandwich con pollo alla griglia, funghi, peperoni, formaggio fuso, carote, cappuccio e salsa piccante: gustosissimo!

Sabato 17: Idaho Falls (ID) – Missoula (MT) – Km. 520

Dopo colazione partiamo alle ore 9,30 con una bella giornata di sole e una temperatura di 16°; prendiamo la I-15N dove non c’è assolutamente traffico e attraversa una pianura brulla fino al confine con lo stato del MONTANA che superiamo alle ore 10,45 dopo aver valicato il passo Monida (2.100 mt) e l’omonima cittadina. Ora davanti a noi si apre una pianura coltivata a foraggio già raccolto in enormi “rotoloni”, interrotta da colline ondulate solcate da piccole fenditure. Proseguiamo superando la cittadina di Divide (segna anche lo spartiacque tra i fiumi che si gettano nell’oceano Pacifico e quelli che sboccano nell’Atlantico) fino a incrociare la I-90W ma, subito dopo, a Butte deviamo sulla MT-1N una bella strada panoramica di circa 100 chilometri con parecchie curve che attraversa montagne, foreste, costeggia fiumi e laghi (Silver e Georgetown) e piccolissimi abitati dove la velocità è ridotta a 25-45/miglia.

Alle ore 15,30 arriviamo a MISSOULA seconda città più grande del Montana con una popolazione di circa 70.000 abitanti, soprannominata “Città dei Giardini”, attraversata dal fiume Clark Fork e sede della prestigiosa Università dello Stato. Troviamo subito l’Econo Lodge (83) un discreto motel dove ci concediamo un breve riposo prima di andare a cena al “Cracker Barrel”, catena di ristoranti e store che già conosciamo da precedenti viaggi, e non rimaniamo delusi; Giovanni ordina manzo con purè, verdure e dolce di carote, io pesce gatto alla griglia con granelli di pecan (un tipo di noce).

Domenica 18: Missoula (MT) – Moses Lake (WY) – Km. 505

Siamo partiti alle ore 10,20 prendendo la I-90W dove la velocità massima consentita è di 80 miglia/ora; attraversiamo boschi, paesetti, in lontananza qualche rara fattoria e all’orizzonte alte montagne. Passano lunghi treni merci formati da container e ai lati, ora a destra ora a sinistra, scorre un lungo fiume; dopo aver superato il “Lookout Pass” posto a 1.400 metri entriamo nello stato dell’IDAHO e dobbiamo anche aggiornare l’ora mettendo indietro le lancette alle 11,25 (siamo ritornati nella Pacific Time Zone).

Proseguiamo sempre sulla I-90W dove la velocità è di 75 miglia/ora e, dopo circa 100 km attraversando prima una pianura poi una fitta foresta, arriviamo a Coeur D’Alene sulle rive dell’omonimo lago che misura 40,2 km di lunghezza, 4,8 di larghezza e dal quale esce il fiume Spokane come emissario. Parcheggiamo la macchina poi facciamo una lunga passeggiata prima sul lungolago fiorito, pulito, allegro poi lungo la via principale che presenta belle costruzioni, variopinti negozi e tanti ristoranti; sulla riva si stava svolgendo una cerimonia di battesimo con immersione totale nell’acqua di un giovane ragazzo (forse testimone di Geova?).

Dopo quasi un’ora lasciamo questa oasi di pace e riprendiamo la nostra strada sulla I-90W che attraversa ancora boschi fino al confine con lo stato di WASHINGTON che superiamo alle ore 13,50 con una temperatura esterna di 20° e una velocità consentita di 70 miglia/ora; percorriamo per circa dieci chilometri la circonvallazione della città di Spokane, grosso centro con 210.000 abitanti, poi ancora qualche bosco, una zona brulla e pianura con campi appena arati e seminati o altri con distese di mais biondo oro pronto per la raccolta. In questo tratto di autostrada che attraversa tutto lo Stato da est a ovest fino a Seattle, il traffico è abbastanza sostenuto sia dai camion sia dalle macchine come non vedevamo da vari giorni.

Alle ore 16,00 arriviamo a MOSES LAKE presso il Ramada Hotel (€ 81) veramente “super”, confortevole e curato nei particolari; solito tempo per il riposo poi dalle ore 18,30 alle ore 19,45 ci rechiamo in auto presso il ristorante “Shari’s” per la cena.

Lunedì 19: Moses Lake (WA) – Seattle (WA) – Km. 300

Partenza alle ore 9,20 con un bel sole e una temperatura di 14° riprendendo l’autostrada I-90W che attraversa estese pianure coltivate a mais e foraggio e ci fermiamo nei pressi della cittadina di Vantage perché è indicato un punto panoramico dal quale si gode un’incantevole vista del fiume Columbia (4° più grande degli Stati Uniti, nasce in Canadà e dopo 2.000 km sfocia nell’oceano Pacifico) e del lungo ponte che lo attraversa. Poi, superata Ellensburg e costeggiato il lago Keechelus (sorgente del fiume Yakima), si comincia a salire attraverso colline brulle quindi tra boschi fitti di pini e abeti fino ad arrivare ai 950 mt. del passo Snoqualmie dove ci fermiamo per fare benzina.

Sono le ore 12,30 e scende una fitta pioggia che rallenta la velocità già limitata alle 65 miglia/ora consentite in questo tratto tortuoso; mentre scendiamo, la precipitazione aumenta di intensità così decidiamo di non arrivare in centro a Seattle per visitare la città come avevamo programmato, ma di raggiungere direttamente l’hotel prenotato per oggi.

Ci colleghiamo quindi alla I-405S e, dopo una decina di chilometri, arriviamo alle ore 14,00 nella località di RENTON/BELLEVUE presso l’Econo Lodge (€ 101) un motel ordinario molto affollato con la stanza che si affaccia sul ballatoio ma accogliente e pulita.

Poco dopo termina di piovere ed esce un pallido sole che mi fa tornare la voglia di andare in centro; consultando google map per vedere le condizioni del traffico, ci rendiamo conto che sulle strade in entrata e uscita da Seattle si stanno già formando delle lunghe code di auto e, ormai esperti di grandi città americane, riteniamo che non sia il caso di avventurarci nel caos. In alternativa, Giovanni si ricorda che nelle vicinanze dovrebbe trovarsi la tomba del grande Jimi Hendrix, e mi propone di andare a visitarla; trovato l’indirizzo sul tablet e impostato il navigatore, alle ore 16,30 lasciamo il motel e, con un po’ di pazienza causa traffico, arriviamo a destinazione. Il Greenwood Memorial Park si trova alla periferia di Renton e copre una vasta area veramente bella e ben tenuta: la tomba è fatta tipo gazebo di marmo nero con quattro entrate di cui una per disabili, sui lati ci sono delle frasi e delle grafie di Jimi e, poco più in là, c’è il cimitero cinese anch’esso molto caratteristico con una pagoda e poi tante lapidi bianche tutte uguali che spiccano sui prati verdi curatissimi. Oltre a noi c’è una sola coppia di fan italiani che si attarda a scattare fotografie e commentare le varie iscrizioni; immersi nel silenzio ci fermiamo mezz’oretta in questo luogo di pace.

Martedì 20

Ultimo giorno del nostro appassionante viaggio. Volo Seattle-Venezia con scalo a Parigi operato da Delta e Air France; partenza alle ore 13,30 e durata complessiva di 13h10m.

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lago coeur d'alene (Idaho)

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craters of the moon (Idaho)

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Denver (Colorado)

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Shosone Falls

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on the road

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Dinosaur National Monument

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Fossil Butte (Wyoming)

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Mormoni (Utah)



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