Langhe, tutte da… assaggiare

Weekend enogastronomico nel cuore del Piemonte, tra antichi borghi e dolci colline
Scritto da: mariapaola79
langhe, tutte da... assaggiare
Partenza il: 22/10/2016
Ritorno il: 23/10/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Lo scorso week end sono andata per la prima volta alla scoperta delle Langhe e sono ancora qui che mi chiedo perché ho aspettato tanto! C’è tanto da dire e da vedere in questa zona e un solo week end non è certo sufficiente ma è stato un ottimo inizio.

Colline e vigneti che si alternano a castelli e borghi storici: questo è il paesaggio che si propone allo sguardo dei visitatori che si recano nelle Langhe, una regione storica del Piemonte, situata a cavallo tra le province di Cuneo e Asti. Quello delle Langhe è un paesaggio unico al mondo, tanto da essere stato inserito nel 2014 nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Ecco il nostro itinerario di viaggio

Siamo partiti da Alba. Alba è una piccola città di origine romane, conta poco più di 30.000 abitanti ma nonostante le dimensioni ridotte è la città simbolo delle Langhe, patria della gastronomia piemontese. Sulla lunga e vivacissima via Vittorio Emanuele si susseguono graziosi negozi e importanti palazzi storici.

Qui tutti i sabati, si svolge il mercato settimanale con centinaia di bancarelle. Percorrendola in tutta la sua lunghezza raggiungerete Piazza Risorgimento, anche nota come Piazza Duomo, dal momento che c’è il Duomo. Sulla piazza trovate l’ufficio del turismo, che ho letteralmente saccheggiato in previsione di un prossimo week end in zona.

Alba è soprattutto famosa per il Tartufo. Ogni anno si tiene la fiera dedicata al celebre il tartufo bianco di Albadella durata di un mese. L’evento raduna tutti gli anni gli estimatori più importanti d’Italia e non solo, ed ha permesso ad Alba di diventare la Capitale Mondiale del Tartufo. Gli stand che prendono parte a questa importante manifestazione sono più o meno un centinaio, il cortile della Maddalena si trasforma in una sorta di salotto dove ammirare, annusare e acquistare i tartufi senza tralasciare tutti gli altri prodotti di qualità di queste zone, quali: salumi, vino, miele e formaggio.

La fiera si conclude con l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco. L’Asta viene condotta nella Sala delle Maschere del Castello di Grinzane Cavour e, tramite un collegamento satellitare, si comunica in diretta con altre destinazioni mondiali (nelle scorse edizioni hanno toccato mete come Hong Kong, Mosca, Las Vegas, Londra, Tokio, New York, Los Angeles). Era chiaro, già dalla sua prima edizione che questa manifestazione, avrebbe incrementato la notorietà del Tartufo Bianco d’Alba in Italia e all’estero.

Quest’anno l’86° edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba si tiene dal 8 ottobre al 27 novembre, siete ancora in tempo per farci un giro! Potrebbe non piacere a tutti il profumo intenso del tartufo ma vi assicuro che una “grattata” sopra un buon piatto di tagliolini fatti in casa o un risottino è “la morte sua”. Anch’io facevo la difficile ma certi sapori sono delle vere e proprie esperienze gastronomiche.

Parlando di cibo, ad Alba, avrete l’imbarazzo della scelta.

Io mi sono trovata molto bene alla vinoteca La Sacrestia, un locale dietro le mura del Duomo accogliente, tranquillo, raffinato ma semplice al tempo stesso. Il personale è competente e disponibile, i piatti sono di qualità e ben cucinati. Una validissima alternativa, ma dovete prenotate per tempo, è il Ristorante la Piola, affacciato su Piazza Duomo, dotato anche di un bel dehor con vetrata. Il menù è esposto su di una grande lavagna, i piatti sono quelli della tradizione piemontese serviti su splendide ceramiche una diversa dall’altra.

Se invece il vostro budget ve lo consente e siete amanti del genere, al primo piano dello stesso palazzo trovate il Ristorante di Enrico Crippa, 3 stelle Michelin, più che dei piatti delle vere opere d’arte.

Ad Alba vi suggerisco di arrivare in auto, per essere autonomi a spostarvi su e giù per le colline e fermarvi in qualche bel punto panoramico ad ammirare vigneti, castelli e casali. Noi al nostro arrivo abbiamo parcheggiato senza troppi problemi nel parcheggio a pagamento di fianco alla stazione ferroviaria, a due minuti a piedi dal centro storico.

Nel pomeriggio, il nostro tour panoramico alla scoperta delle Langhe prosegue verso La Morra, il paese più alto della Bassa Langa (513 mt). La vista da quassù è qualcosa di speciale. Parcheggiata l’auto, raggiungiamo a piedi piazza Castello: la piazza belvedere è caratterizzata dalla torre campanaria alta 31 metri costruita tra il 1709 e il 1711 sui resti della preesistente torre medievale. E’ possibile salire sul campanile attraverso una scala a chiocciola, ma ricordate, la campana rintocca le ore, e forte. Vi ho avvisati! Tra antiche case in mattoni e piccole chiese, troverete anche una miriade di osterie e vinerie dove gustare i vini e i prodotti di questa terra. La Morra è una tappa imperdibile durante una visita nelle Langhe. Prima di lasciare la Morra ci dirigiamo verso un punto panoramico d’eccellenza, il colle Monfalleto, su cui svetta maestoso un cedro del libano vecchio quasi 160 anni. Il contesto naturale in cui è inserito è, come dicono gli inglesi “breathtaking ovvero “da togliere il fiato”: un belvedere con vista sui vitigni di nebbiolo e sui paesi di Langhe e Roero. La storia del cedro inizia nel 1856 quando due giovani, Costanzo Falletti di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco (avi della famiglia Cordero di Montezemolo che oggi gestisce l’azienda), piantarono l’albero in ricordo delle loro nozze suggellando così due amori: quello reciproco degli sposi e quello della loro famiglia per queste terre.

Trattandosi di una pianta molto longeva, il Cedro appare dopo più di un secolo ancora robusto ed in salute. Da qualche tempo, la breve strada sterrata che conduce alla sommità del colle è stata sbarrata ed il cedro protetto da una bassa rete che ne impedisce l’accesso diretto. Nonostante queste restrizioni, vale la pena farvi una tappa per ammirarne la maestosità e l’imponenza. Per cena facciamo tappa a Barolo, dove torneremo anche la mattina successiva per visitarla con la luce del sole, anche se in verità, il sole non lo abbiamo visto nemmeno per sbaglio.

Dove dormire

Se state cercando un posto tranquillo che vi permetta di raggiungere in poco tempo sia il centro di Alba che i maggiori paesini delle Langhe, il posto dove abbiamo pernottato credo faccia al caso vostro. Si chiama A Mira ‘d Novel, un casale ristrutturato in pietra, situato a 5 km da Novello. Vanta poche stanze, recentemente ristrutturate ed arredate con gusto. Nonostante sia posizionato a bordo strada, le camere sono super silenziose, essendo posizionate sul lato interno del cortile opposto. Il rapporto qualità/prezzo è buono considerando la posizione strategica della struttura. Peccato non aver usufruito della piscina, per ovvi motivi. Il casale A Mira ‘d Novel ospita anche un ristorante di cucina regionale che non abbiamo avuto l’occasione di provare ma su cui ho letto ottime recensioni. I proprietari sono gentili ed accoglienti, buoni consiglieri anche in caso non si abbia in mente un itinerario preciso.

Dormiamo avvolti in profumatissime lenzuola, accompagnati dal ticchettio della pioggia con la speranza che il tempo migliori. Niente da fare, il cielo bigio ci ridà il buongiorno ma noi siamo comunque entusiasti per ciò che vedremo e soprattutto assaggeremo! Dopo colazione facciamo tappa a Pollenzo, frazione i Bra, sede della Università degli Studi di scienze gastronomiche. La piazza principale è qualcosa di unico, un massiccio torrione e i porticati conducono lo sguardo del visitatore verso la goticheggiante chiesa di San Vittore. Alle vostre spalle si erge la magnifica Agenzia. Un tempo era la tenuta reale di casa Savoia, costruita nel 1835 per volontà di Carlo Alberto. Oggi per iniziativa dell’associazione Slow Food, il grande complesso è stato recuperato e restituito ad un utilizzo pubblico. Slow Food è un’associazione internazionale con sede a Bra, che conta oltre trecento soci, pubblici e privati, che hanno reso possibile la realizzazione di questa grande iniziativa. I capitali raccolti hanno permesso l’acquisto e la completa ristrutturazione dei fabbricati di quella che già ai tempi di Carlo Alberto di Savoia venne chiamata Agenzia di Pollenzo.

Grazie ai lavori di recupero, terminati nella primavera del 2004, oggi l’Agenzia ospita la sede della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo, un elegante ristorante, un albergo a quattro stelle e la Banca del Vino. Una struttura nata con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento delle cultura eno-gastronomica a livello internazionale. Lasciamo Pollenzo e ci dirigiamo nuovamente verso Barolo.

Distese infinite di filari di vite srotolati su e giù per le colline, grazie alle calde sfumature di rossi, gialli e arancioni riescono ad imporre la loro presenza nonostante siano avvolti dalla nebbia. E’ un susseguirsi di panorami spettacolari, sembra la tavolozza di un pittore. Nonostante tutto devo dire che la pioggerellina e la nebbia hanno conferito ulteriore fascino al paesaggio.

Barolo è uno dei borghi storici più caratteristici e meglio conservati delle Langhe. Minuscolo, conta all’incirca 700 abitanti ma a mio parere è il più suggestivo. Dominato dal castello che ospita l’interessante Museo del vino, un museo interattivo adatto anche ai bambini, il Wimu. Accanto al castello c’è il curioso museo dei cavatappi, vale la pena una visita. Ma Barolo è famoso soprattutto per il vino che qui (ma non solo) viene prodotto. Eccovi ora qualche altra dritta testata personalmente: il Ristorante La Cantinetta, dove abbiamo cenato e la Vineria Easy Cosi, scoperto per caso il giorno successivo, dove abbiamo pranzato.

La Cantinetta, si trova nel centro di Barolo. Il locale ha un piacevole dehors e un’ampia sala senza fronzoli. Il cibo è quello tipico della tradizione, ben preparato e in giuste porzioni. Ottimi gli antipasti, fra cui una tartare di carne eccezionale. I primi sono molto gustosi, i dolci deliziosi. Il servizio è veloce, attento e il gestore simpatico e loquace. Si possono ordinare ottimi vini, noi abbiamo scelto un Barolo che ha accompagnato alla perfezione la nostra cena. I prezzi sono in linea con la media di Barolo, quindi leggermente al di sopra del solito.

Vineria Easy Così, un locale minuscolo ma accogliente e famigliare, arredato in maniera semplice e accurata. Non avevamo prenotato da nessun parte e ci eravamo già messi nell’ottica di una lunga attesa, invece scoviamo per caso questo localino e riusciamo ad assicurarci l’ultimo tavolino rimasto. Si è rivelato un ottima scelta. Complimenti a Giada, la responsabile del locale, per la capacità di gestione, velocità e simpatia. Il menu offre i piatti della tradizione locale ben presentati e, come ripeteva Giada di fronte ai continui apprezzamenti dei commensali, fatti con tanto amore! Per il caffè ci hanno portato in tavola una caffettiera moka di caffè appena fatto. Se siete “easy così”, è il posto che fa per voi.

Cercate assolutamente di non perdervi questi deliziosi borghi, anche se la lista sarebbe ancora lunga (Grinzane Cavour, Monforte d’Alba, Serralunga d’Alba, Neive per citarne alcuni) ma ahimè il nostro week end è già giunto al termine.

Per riassumere, concludo dicendo che esistono almeno 5 buoni motivi per visitare le Langhe (in realtà sono molti di più).

1. Paesaggio

Il paesaggio è uno dei motivi principali che spingono il turista a visitare questa zona del basso Piemonte un paesaggio dominato prevalentemente da dolci colline, interamente ricoperte da vigne, frammezzate ogni tanto da tortuose stradine che conducono ad antichi borghi o suggestivi castelli.

Scegliete ed esplorate la zona che più vi attira, l’elemento principale, saranno sempre le colline. La collina infatti è il tratto caratteristico delle Langhe, anche se assumono dei contorni diversi a seconda che si trovino sulla sponda destra o sinistra del fiume Tanaro. Dalla sponda sinistra del Tanaro troveremo infatti il Roero, una paesaggio contraddistinto da suggestive rocche, con ripide pareti che aprono veri e propri squarci nel paesaggio. La sponda destra invece da inizio a colline lunghe, delle vere e proprie “creste di terra”. Gli agenti atmosferici nel corso dei millenni ne hanno eroso i fianchi, rendendole oggi dolci e morbide alla vista, creando un effetto unico, che ricorda il dolce susseguirsi delle onde del mare. Un vero e proprio mare verde, punteggiato da filari ordinati dove spicca un altro l’elemento che ha reso celebri queste terre, il vino. Quello che contraddistingue una Langa dall’altra è soprattutto quello che vi viene prodotto. Possiamo ad esempio parlare della Langa del Barolo, un area piuttosto piccola e circoscritta dove chiaramente il vitigno nebbiolo fa padrone, così come avremo la Langa del Barbaresco e quella del Dolcetto. Poi avremo la Langa dei formaggi (tume e robiole) e dei funghi, dove nascono gli ottimi porcini che rivaleggiano con l’altro grande protagonista del territorio, il tartufo.

2. Cucina

Gli americani la chiamano la Food Valley, perché nelle Langhe il cibo è un culto. L’autunno è la stagione migliore per girare tra le innumerevoli trattorie tipiche e gustare i prodotti tipici del territorio. Proprio grazie ai suoi prodotti tutta la zona è diventata meta di turismo enogastronomico. Descrivere in poche righe la vastità e la bontà che offre oggi la cucina langarola è riduttivo ma ci proviamo. Partiamo dagli antipasti, forse uno dei punti di eccellenza della gastronomia di Langa, per quantità e qualità, per ricchezza di sapori e semplicità degli ingredienti. Ottimi i taglieri di salumi nostrani e affettati che vanno dal salame casalingo, alla pancetta, alla coppa, per arrivare al delizioso crudo di Cuneo. Imperdibile la battuta di fassona, la carne cruda Piemontese, battuta al coltello o proposta in sottile fettine di carpaccio, che durante la stagione autunnale può ( anzi dove! ) essere accompagnata dalla classica grattata di tartufo, possibilmente Bianco e d’Alba. Buonissimi anche i flan con la fonduta o i tomini con l’immancabile salsina verde. Tra i primi c’è l’imbarazzo della scelta. I tajarin, tagliolini di pasta fresca all’uovo che vengono esaltati da sughi a base di funghi o carne, gli anolotti del plin con burro e salvia, di taglia piccolissima e ripieni di carne brasata, cosi chiamati per via del tipico “pizzicotto” necessario per chiuderli. Troviamo poi le crespelle ai funghi porcini e i classici risotti, spesso impreziositi perché cotti o fatti sfumare insieme al Nebbiolo, al Barolo, o al formaggio di castelmagno.

E per finire gli ineguagliabili dolci, come la torta di nocciola, la panna cotta, il superbo Bonèt, il budino della nonna, a base di uova e amaretti. Immancabili poi su ogni tavola il cestino di vimini con al suo interno croccanti fette di pane nostrano e sua maestà il grissino, specialità torinese. Il tutto impreziosito da calici dagli ottimi vini di Langa, dal dolcetto, alla barbera, dal nebbiolo a sua maestà, il barolo. L’elenco è ancora lungo e non voglio togliervi il gusto della scoperta. Un pasto nelle Langhe lo si ricorda sempre con piacere, per la genuinità degli ingredienti, l’amore per la tradizione e la cura in ogni dettaglio. Grazie alla qualità delle materie prime utilizzate, la cucina delle Langhe diventa una vera e propria esperienza sensoriale. Indossate pantaloni larghi! Alla classica domanda dei turisti “Dove posso mangiare un piatto tipico e buono della vostra cucina?” la persona del posto tende sempre a dare questa risposta: “Ovunque! E’ impossibile non mangiare bene tra le mille possibilità che oggi offre il territorio albese e delle Langhe!”

3. Tartufo

Le manifestazioni che durante l’anno vengono proposte nelle Langhe sono davvero tantissime, ma è la Fiera del Tartufo l’evento di più importante, che racchiude al suo interno moltissime altre manifestazioni quali concerti, spettacoli teatrali, ed anche aste del famoso tartufo alle quali partecipano persone autorevoli da tutto il mondo. Ad Alba già dagli anni Venti si svolgevano delle fiere vendemmiali, legate alla vendita delle uve, che esposte su carretti occupavano l’antico volto di piazza Savona. Sarà Giacomo Morra, abile commerciante e bravo ristoratore che inserì all’interno di questo evento a cadenza annuale anche una mostra mercato dei pregiati tartufi locali. Questo attirò l’attenzione prima della stampa locale, poi italiana e anche quella internazionale. Il suo scopo era promuovere il Tartufo bianco d’Alba in Italia e nel mondo, uno dei migliori dal punto di vista organolettico e originale della terra di Langa. Il periodo prescelto fu il tardo autunno per cogliere il momento in cui il prezioso fungo sviluppa il massimo del profumo e del sapore.

Fu sempre lui ad inventare il prestigioso premio “il tartufo dell’anno”, che a partire dal 1929 viene dato ad importanti personalità che si sono distinte nell’ambito della cultura, dello spettacolo, della politica o dello sport. Giacomo Morra intuì che in questo modo si poteva creare ancora più attenzione attorno alla nascente Fiera del tartufo e chi riceveva questo importante e prezioso premio si faceva anche portavoce di Alba e dei suoi prodotti nel mondo.

A partire dal primo fine settimana di ottobre l’interno del Cortile della Maddalena vengono allestiti gli stand in cui troverete esposti i migliori tartufi della zona. Già dall’ingresso l’odore dei tartufi preannuncia cosa potrete vedere e perché no, degustare. Sempre dentro la Fiera è presente un banco dove è possibile far controllare da una commissione di esperti e di giudici di analisi sensoriale i tartufi appena comprati, così da essere sicuri che il prodotto acquistato è un vero tartufo “made in Langa”, con tanto di certificato di garanzia!

4. Vino

Gli ottimi vini prodotti nelle varie cantine rappresentano oggi un vero e proprio biglietto da visita del territorio, e nel tempo sono diventati il principale concorrente dei blasonati e più conosciuti vini francesi.

Chi visita le Langhe può degustare ogni giorno dell’anno i vini migliori d’Italia, sorseggiare ad esempio Barbera, Nebbiolo, Barbaresco o Barolo. Chi predilige i sapori più delicati, può invece degustare un buon vino bianco dell’Arneis oppure un Moscato d’Asti, ottimi soprattutto se accompagnati ai dolci. Sempre più persone, da ogni angolo d’Italia e del mondo vengono a visitare le oltre 290 cantine di Langhe e Roero spesso a conduzione familiare, per conoscere la storia della famiglia della cantina e dei vini da loro prodotti.

Si cerca sempre più di creare un rapporto di familiarità e intimità tra i produttori e i consumatori, per trasmettere un importante messaggio: il vino non è solo un semplice alcolico liquido da bere in occasioni speciali, come feste, anniversari o matrimoni, ma una bevanda di antiche tradizioni capace di accompagnare molti momenti della nostra vita. Dietro ad un bicchiere di ottimo Dolcetto, di Barbera, di Nebbiolo, di Barbaresco o di Barolo si nasconde un intero mondo di persone e momenti, che partono dal terreno dove la pianta attinge i suoi nutrienti per passare alla sua raccolta, l’esaltante momento della vendemmia autunnale, per arrivare alla sua fermentazione, alla sua conservazione e maturazione in botti di rovere, dove i singoli vini aspettano pazientemente il momento giusto per la loro messa in commercio.

E non dimentichiamoci un ultimo importante fattore, cioè l’ottimo rapporto qualità-prezzo per il consumatore. Io non sono un intenditrice, anzi, sono solita ubriacarmi già al secondo bicchiere, ma i vini che ho potuto assaporare qui, li ho trovati impareggiabili.

5. Trekking

Le associazioni che offrono la possibilità di conoscere al meglio il paesaggio e la natura unica delle Langhe con percorsi ad hoc, sia di trekking che in mountain bike, con o senza guida sono tantissimi.

Come accennato all’ufficio del turismo di Alba ho fatto incetta di depliant e me li sto attentamente passando la vaglio. C’è l’imbarazzo della scelta. Nel nostro tour per le Langhe, anche se ci siamo spostati in auto, ho notato che ci sono numerosi sentieri segnati e all’apparenza ben mantenuti, un idillio per gli amanti della natura e del trekking. Addirittura esistono itinerari “someggiati”, quindi trekking con l’asino. Oltre a scoprire le bellezze paesaggistiche di questa zona si impara ad entrare in empatia con questo dolce e paziente animale. L’ho trovata un’idea carinissima. Per farvi un idea potete consultarequesti due siti www.trekkinginlanga.com e se volete vedere le foto di questo week end, venite a trovarmi sul mio blog http://civediamoquandotorno.blogspot.it.

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