Madagascar… mora mora

Il nostro viaggio nel grande sud malgascio... piano piano, perché non si possono percorrere piste sabbiose, guadi, attraversamenti di fiumi, deviazioni e buche di strade che a malapena si possono definire tali a velocità normale. Tutto avviene a ritmo lento senza fretta a bordo di un 4x4
Scritto da: ivagar
madagascar... mora mora
Partenza il: 17/08/2016
Ritorno il: 07/09/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Mora mora… È questo il leitmotiv che ha accompagnato il nostro viaggio nel grande sud malgascio. Piano piano… perché non si possono percorrere piste sabbiose, guadi, attraversamenti di fiumi, deviazioni e buche di strade che a malapena si possono definire tali a velocità normale… tutto avviene a ritmo lento senza fretta a bordo dalla fedele Nissan 4×4 guidata dall’abile Sulu, coadiuvato dalla nostra preparatissima guida Arturo.

3 settimane di viaggio nelle quali abbiamo dato la preferenza a grandi parchi naturali, Kirindy, Tsingy, Isalo, Anja, Ranomafana, senza disdegnare anche un breve soggiorno al mare ma tralasciando il più frequentato nord dell’isola. Abbiamo prenotato il volo dall’Italia io e Lorenzo. Per il resto ci siamo affidati ad un tour operator malgascio “Mirendra Tours” che si è rivelato efficiente, preparato e molto disponibile. Partenza da Torino, scalo a Parigi, arriviamo ad Antananarivo a tarda notte del 17/08. La mattina partenza molto presto, ma così sarà quasi tutti i giorni cercando di sfruttare le ore di sole (il tramonto purtroppo è prima delle 18!) e la luce elettrica è un bene troppo prezioso per essere sprecato. Le attività quotidiane dei malgasci cominciano di buon’ora del resto e noi ci siamo subito abituati al nuovo ritmo.

Il primo giorno in terra malgascia ci porta a contatto con attività dal sapore antico: lavorazione dell’alluminio e del corno di zebù, ricamo, manufatti, risaie, campi coltivati con l’ausilio di aratri trainati dalle bestie. Arriviamo ad Antsirabe all’ora di pranzo e in questa cittadina (definita la città dei pousse-pousse – specie di risciò condotti da volenterosi a piedi nudi o in bici) abbiamo il primo contatto con il sovraffollato mercato ricco di sapori e soprattutto di odori, alcuni del tutto nuovi ai nostri sensi… Ma siamo pronti per lasciare la zona degli altopiani e dirigerci al grande ovest. Cominciano le piste sabbiose che non ci lasceranno più fino a Ifaty!

Il parco Kirindy è il primo che visitiamo e che ci permette di osservare i lemuri gidro e sifaka bianchi (simpaticissimi, detti anche ballerini per la loro abilità nei balzi). Abbiamo anche un fortunatissimo incontro con il fosa, l’unico felino presente in Madagascar.

Morondava ci aspetta ed è lì che vediamo l’Oceano Indiano o per meglio dire il Canale di Mozambico che separa il Madagascar dal resto del continente africano.

Pernottiamo all’hotel Tre Cicogne tenuto da un italiano ed al mattino attraversiamo il grande viale dei Baobab! Spettacolari gli Adansonia Grandidieri, la specie più alta e longeva. Li lasciamo a malincuore ma solo perché sappiamo che li ritroveremo dopo qualche giorno al tramonto.

Carichiamo il fuoristrada sul traghetto e raggiungiamo Belo sur Tsiribihina, osservando donne alle prese con il lavaggio di vestiti e pentolame lungo le sponde del fiume. Pernottiamo all’hotel Karibo, non proprio un gran hotel dove sperimentiamo l’assenza di acqua e elettricità per diverse ore. Meglio sarà il giorno dopo all’hotel Orchidée di Bekopaka dove dormiamo un paio di notti il che ci permette di visitare i piccoli Tsingy il pomeriggio ed i Grandi Tsingy il giorno dopo. Meravigliosa escursione effettuata con imbragatura attraverso grotte, bizzarri pinnacoli di calcare, foreste con lemuri ed uccelli variopinti,ponti sospesi e viste magnifiche. E che dire dei lemuri sifaka che abilmente saltellano da uno tsingy all’altro? Dimenticavo: dopo i piccoli Tsingy effettuiamo anche una breve escursione notturna in compagnia della guida locale Felician che ci porta a vedere un lemure notturno e diversi camaleonti semiaddormentati.

Torniamo a Morondava dove aver visto ancora qualche baobab (uno sacro di oltre 2000 anni di vita!), “strade” dove incrociamo taxi-brousse (pulmini stipati di persone e merci fino all’inverosimile), carretti trainati da zebù, bambini, bambini, bambini… ma sono quasi le 18 e l’Allée des Baobab (sito patrimonio dell’Umanità) ci riserva un tramonto spettacolare che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria…

Il mattino dopo ci vede su una pittoresca piroga in mezzo alle mangrovie raggiungere un villaggio di barcaioli, abili costruttori utilizzano strumenti di antica memoria mentre le donne vendono prodotti locali ed i bambini si cimentano nella costruzione di piccole imbarcazioni giocattolo ad imitazione dei padri. Pista, guadi, sobbalzi, ma quando arriviamo a Belo sur mer? ore sulla jeep ma ne vale la pena! L’Hotel Entre-mer gestito da una sofisticata signora franco-canadese che ha saputo abilmente coniugare lo stile africano con quello francese ci accoglie in un bellissimo bungalow sul mare. Scopriamo presto di essere gli unici a passeggiare sulla bianca spiaggia deserta dove le orme lasciate dai nostri piedi a poco a poco vengono ricoperte dall’alta marea. Il vento soffia mentre pacificamente ci godiamo un nuovo bellissimo tramonto su comode sdraio in riva al mare… Peccato ripartire il mattino dopo, volentieri ci saremmo fermati un altro giorno. Breve visita ad un villaggio di pescatori dove frotte di bambini ti accolgono al grido di “Vaza bonbon!” e che a malincuore lasciamo e lunghe ore di pista fino al “mitico” hotel Kanto di Manja sul quale stendiamo un velo…

Altro traghetto al mattino ma subito dopo questa volta la nostra jeep non ce la fa e si insabbia! Spingi, sposta sabbia, prova a mettere dei rametti davanti alle ruote… NULLA sembra servire allo scopo. Alla fine un gruppo di ragazzi ci spinge per un chilometro e più permettendoci di arrivare “in salvo” tra le risate all’interno dell’auto. Ma il tragitto è ancora lungo. Pranziamo a Morombè ed arriviamo a vedere piccoli tozzi simpaticissimi baobab che ormai il tramonto è vicino. Forza, ancora un’ora ci dice la nostra guida. No, le ore saranno di più e solo alle 22 arriviamo a Salary Bay. Il resort coperto dal buio della notte non ci lascia presagire nulla… E’ al mattino che scopriamo la straordinaria bellezza di questo luogo: 7 km di spiaggia finissima e bianchissima… tutta per noi!?!? Non ne valeva la pena? Si, senza dubbio!!! E che dire della duna di sabbia che incrociamo di lì a poco? Ma è questo il deserto malgascio?

I 4 giorni successivi soggiorniamo a Ifaty. Vero, la spiaggia non è più quella bianchissima di Salary ma è comunque piacevole e tranquilla… Villaggio di tartarughe a bordo di carretto trainato da zebù, escursione al largo per vedere le balene e i delfini e visita dell’arboretum di Tulear: queste le attività extra che ci concediamo oltre ad un meritato relax in riva al mare…

Ma è tempo di riprendere il tour! Bando agli indugi! Ormai non ci possiamo neanche più lamentare della strada : è la RN7, l’unica asfaltata (si fa per dire!) del paese. Alluvioni nella stagione delle piogge distruggono ponti, creano voragini e costringono a deviazioni.

Attraversiamo Ilakaka e villaggi improvvisati di cercatori di zaffiri e raggiungiamo il Parco dell’Isalo. Davanti ai nostri occhi spettacolari formazioni rocciose dai colori quasi da Arizona! Il giorno dopo una visita di diverse ore ci fa scoprire nell’interno questo meraviglioso parco, la sua vegetazione rigogliosa, i suoi canyon e le piscine d’acqua naturali.Vediamo i lemuri “rufus” e per la prima volta incontriamo i lemuri “catta” o “maki”, dalla coda ad anelli bianchi e neri, il vero e proprio simbolo de Madagascar.

Arriviamo ad Anja il giorno dopo e facciamo una bella escursione nel parco, ritroviamo i lemuri catta, anche alcune femmine con piccoli attaccati al petto… tenerissime… I più saltano da una roccia o da un ramo all’altro di fronte ad un lago strapieno di pescatori in piena attività. Montagne tonde di un grigiore quasi lunare ci offrono grandiosi paesaggi ed incontri con altri camaleonti.

Rapida visita ad un “atelier” di lavorazione della seta (ed inevitabile acquisto di sciarpine) e giungiamo a Ranomafana. Bellissima ed intricata foresta pluviale a 800 metri di altitudine che ci permette di incontrare i lemuri dorati, i sifaka neri ed una minuscola specie di camaleonti di pochi centimetri.

Purtroppo le nostre tre settimane di tour stanno volgendo al termine… Ripercorriamo gli altipiani ed effettuiamo una breve visita ad una cartiera artigianale dove la carta ricavata dalla lavorazione della pianta Avoha viene poi decorata con petali di fiori ed essiccata al sole. Eccoci di nuovo a Antsirabe e poi veloci verso Antananarivo. L’ultimo giorno viene dedicato alla visita della città e agli ultimi acquisti prima di ripartire per l’Italia.

Natura incontaminata, tramonti indimenticabili, il canto delle balene, i sorrisi dei bambini, emozioni e sensazioni a suggello di un viaggio che rimarrà nei nostri piu’ bei ricordi…

Un ringraziamento speciale ad Augusto del tour operator malgascio che ci ha predisposto con grande cura e serietà il programma e alla nostra guida che ci ha arricchito il viaggio con la sua conoscenza del paese, la sua simpatia e la sua disponibilità.

Au revoir Madagascar!

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