It’s up to you, New York, New York!
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Il viaggio era stato inizialmente pianificato per il Ringraziamento, ma poi, per motivi di lavoro, abbiamo preferito anticiparlo a Giugno.
Anche se una settimana intera a NY può sembrare tanto, la città è così grande e ricca di attrazioni che abbiamo dovuto tagliare qualcosa, qualche classico che avevamo già visto l’altra volta, sei anni fai, quando abbiamo visitato la città all’interno in un tour più ampio del Nord-Est.
Chi non ha mai visitato NYC e cerca spunti in questo diario tenga presente che NON ci troverete la Statua della Libertà, l’Empire State Building, e il Museo di Storia Naturale.
Se state pianificando una visita di NYC vi consiglio di organizzarvi per zone, ogni giorno una porzione ridotta della città. Inoltre, se riuscite, anche economicamente, è meglio alloggiare a Manhattan. Se alloggiate a Brooklyn, almeno che sia la zona intorno al ponte, altrimenti dovrete tenere conto di 45-60 minuti per raggiungere il “centro”.
New York è molto cara. L’abbonamento ai mezzi da 31$ settimanali è molto conveniente.
Per le attrazioni, cercate qualche tessera. Io mi sono trovata bene con la Go select card, perché scegliete voi le attrazioni e avete uno sconto dal 20 al 25%.
La New York card è carissima, ma onnicomprensiva, acquistatela solamente se davvero intendete vedere tante attrazioni a pagamento. Inoltre, controllate sempre bene i siti delle attrazioni. Il MOMA è convenzionato con il Rockefeller Center, potete acquistare il biglietto combinato a prezzo scontato. Il World trade center offre uno sconto se andate di lunedì e pagate con Mastercard. Insomma… spulciate bene!
Per il cibo, se andate in una stagione che lo consente, quasi tutti i ristoranti offrono anche il servizio d’asporto (to-go). I piatti costano uguale ma non dovrete pagare il servizio. Supermercati come Whole Foods hanno anche tante cose pronte, ideali per un pranzo economico e salutare.
Sabato 11 Giugno Milano – NYC
Per risparmiare qualcosa abbiamo volato con Britsh Airways facendo scalo a Londra e destinazione finale JFK. costo del volo 7654€ a testa.
Il viaggio è filato liscio, atterrati puntuali, e sbrigate le procedure doganali abbastanza velocemente. Il nostro bagaglio è lì ad attenderci, e così possiamo subito dirigerci verso il nostro B&B, trovato con il sito airbnb, che non posso che consigliare.
Per prima cosa facciamo il biglietto per l’Airtrain (che fa il giro dei terminal del JFK) che costa ben 5$ a testa, e un biglietto della metro a 2,75$. Prendiamo anche subito la Metrocard settimanale a 31$, ma la attiveremo solo domani, in modo da poterla usare fino a sabato prossimo. Tanto adesso siamo così stanchi per il viaggio che non andremo molto in giro stasera.
Il nostro alloggio si chiama Oyo B&B, si trova a Brooklyn nella zona di Crown Heights. Cercando su internet vi potreste spaventare perché la zona è data come poco sicura. In realtà la parte più “malfamata” è quella più interna, la parte vicino al Brooklyn Museum è più che a posto, noi abbiamo girato anche la sera tardi e non abbiamo mai avuto problemi.
Il B&B non è proprio vicino alla metro, sarà 1 km dalle tre fermate principali. In teoria gli autobus 49b e 44b fermano a due passi dall’hotel. Dico in teoria perché sono sempre n ritardo, fai prima ad andare a piedi.
Comunque, raggiungiamo il nostro appartamento e, dopo qualche difficoltà a reperire la proprietaria, finalmente arriva qualcuno a consegnarci le chiavi. L’appartamento è proprio carino, saranno 35mq, con cucinotto, divano, tv e un locale armadio. E’ un po’ impolverato, ma nulla di irrimediabile.
Visto che siamo belli cotti, usciamo a piedi a Brooklyn verso Prospect Park, costeggiando il Brooklyn Museum. Cerchiamo di stare svegli ma è veramente dura, quindi ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare al Crabby Shack, e ci gustiamo la cena a casa. Mio marito crolla subito dopo cena. Io, invece, cerco di tenermi sveglia fino alle 22 sistemando le valigie, i prodotti da bagno eccetera… non voglio svegliarmi troppo presto domani mattina
Domenica 12 Giugno: Brooklyn e partita dei NY Yankees
Alle 5 siamo già svegli, è il fuso. Facciamo colazione al piano di sopra, la proprietaria ci ha messo a disposizione pane, burro di arachidi, sciroppo d’acero, succo, latte, cereali e caffè. Non è la classica mega colazione degli alberghi, ma va più che bene considerando il prezzo. La nostra prima tappa è il Brooklyn Bridge Park. Prendiamo l’autobus per arrivare alla metro, e poi la metro fino a High Street. Gli autobus di Brooklyn sono perennemente in ritardo, infatti nei prossimi giorni lasceremo perdere e andremo quasi sempre a piedi, tranne che per tratte lunghe. Il Brooklyn Bridge Park offre uno dei panorami più straordinari, la splendida vista su lower Manhattan, dove regna sovrano il nuovo World Trade Center, inaugurato a Marzo 2016. Lo spettacolo è mozzafiato, percorriamo tutto il parco fino al Manhattan Bridge, con un panorama che cambia ad ogni passo, e facciamo migliaia di foto. Arriviamo al Manhattan Bridge, e qui visitiamo il mercatino dell’usato Brooklyn Flea Market. Si trova prevalentemente antiquariato, vestiti e dischi vintage, non è enorme ma molto caratteristico. Si sta avvicinando ora di pranzo, e abbiamo in programma un altro classico di Brooklyn, lo Smorgasburg, ovvero il mercato alimentare. Di sabato si tiene proprio nel parco qui vicini, mentre la domenica si sposta a Prospect Park, il parco di Brooklyn, che non ha niente da invidiare a Central Park.
Prendiamo la metro e scendiamo dall’altra parte del parco, così, prima di arrivare al mercato, facciamo una lunga passeggiata. E’ domenica ed è pieno di gente che prende il cole, corre, va in bici, passeggia col cane. E poi tantissimi bambini e ragazzi che giocano a baseball, è tutto molto bello.
Finalmente sentiamo un profumino invitante che ci indica che le bancarelle sono vicine. E’ un vero paradiso del mangione, si trova di tutto, dal barbecue alla pizza, dal cinese all’indiano, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Mangiamo insieme alla gente del posto, sui tavoli di legno ma anche seduti sull’erba.
Ma adesso è ora di rimettersi in marcia, dobbiamo arrivare fino al Bronx, dove si trova lo stadio degli Yankees. Sembra che stiano andando tutti lì, infatti alla fermata della metro il vagone si svuota. Lo stadio è enorme e strapieno, nonostante sia una partita come le altre. Oggi gli Yankees giocano contro il Detroit. Mi accorgo subito che ci sono tantissime famiglie con i bambini e anche anziani, cosa che noi normalmente non associamo allo stadio. E poi ci sono tantissimi bar e chioschetti, e sono tutti in fila per qualcosa: hot dog, nachos, birra gelato… Anche noi ci prendiamo un gelatone e ci accomodiamo ai nostri posti. Del gioco capiamo poco, ma ci divertiamo tantissimo perché tra un inning e l’altro fanno giochi, quiz, si balla, vengono proiettati sul megaschermo messaggi di auguri, congratulazioni e persino proposte di matrimonio, tutto come nei film! La partita finisce alle 17, li Yankees hanno perso e per noi è ora di tornare a Brooklyn, ma stavolta ci facciamo portare fino alla base del Brooklyn Bridge e lo percorriamo a piedi. Anche qui godiamo di panorama fantastici, con il sole che piano piano tramonta alle nostre spalle.
Tornati sulla terraferma cerchiamo un posticino per la cena, e prendiamo degli hamburger da Shake Shack, una catena rinomatissima, che però sinceramente non mi entusiasma, alla fine è un fast food un po’ più di qualità.
Mangiamo il nostro panino su un tavolino all’aperto, e, prima di tornare alla base in autobus, facciamo qualche altra foto a Manhattan di notte, che meraviglia!
Lunedì 13 Giugno
Oggi ci dedicheremo alla parte bassa di Manhattan, detta Downtown o Lower Manhattan, poi Chinatown e, infine, World Trade Center. Battery Park, all’estremo sud di Manhattan, è il nostro punto di partenza. Visitiamo i vari memoriali e poi iniziamo a risalire lungo la Broadway, che sostanzialmente è il meridiano 0 di Manhattan. Le vie sono indicate infatti come East e West a seconda del lato di Broadway in cui si trovano.
Vediamo il famoso Charging Bull, la statua in bronzo del toro simbolo della potenza economica, e poi tagliamo per Wall Street per vedere, da fuori, la borsa più famosa del mondo. La via è chiusa alle auto e c’è tantissima polizia. Entriamo invece alla Federal Hall, che è stata il primo parlamento degli Stati Uniti in seguito alla dichiarazione d’indipendenza. Alle 10 c’è un tour gratuito di un’ora, la visita è interessante e vediamo anche la bibbia sulla quale alcuni presidenti giurano ancora oggi. Poi è la volta della Federal Reserve, ma solo da fuori, e della Trinity Church. Alla costruzione, la chiesa era l’edificio più alto di Manhattan, ora sembra quasi schiacciata dai grattacieli che ha intorno.
Infine, prima di spostarci, visitiamo la St Paul Chapel, divenuta famosa dopo l’11/9 perché fu usata come base da pompieri e altre forze di soccorso. E’ quasi ora di pranzo, e prendiamo la metropolitana per Canal Street, l’arteria principale di Chinatown. Sembra di essere entrati in metro a NYC e usciti a Shanghai. E’ incredibile, tutte le insegne sono in cinese, così come i cartelloni pubblicitari, il cibo e persino i giornali. Se da un lato è molto caratteristico, dall’altro è indicativo di quanto poco sia integrata la comunità cinese.
Passeggiare è comunque piacevole e divertente, soprattutto curiosare alle bancarelle degli alimentari. Pranziamo al Great NY Noodletown, dove siamo tra i pochi turisti, e assaggiamo del cibo cinese vero, non quello italianizzato che troviamo da noi.
Dopo pranzo proseguiamo la visita a Columbus Park (avete visto Gangs of New York? Ecco, questo parco erano i famigerati Five Points), dove oggi gli anziani giocano a backgammon e i bambini possono giocare sulle giostre.
Poi ci fermiamo per un gelato alla Ice Cream Factory, e proviamo dei gusti bizzarri che a me sembrano tutti uguali.
Visitiamo anche un tempio buddista molto carino, il Manayana Buddhist Temple. Risaliamo quindi su Grand Street per passare in zone più familiari… Little Italy!
Ormai inglobata da Chinatown, Little Italy consiste di sole due vie ed è puramente ad uso e consumo del turista, di veramente italiano non c’è più nulla, ad eccezione forse di due anziani ristoratori concorrenti che passano le giornate ad urlarsi dietro a vicenda, ovviamente in italiano… Diciamo che è abbastanza pacchiano, i ristoranti hanno nomi improbabili tipo SPQR e di tipico hanno ben poco. Diciamo che la cosa più bella è il panorama sull’Empire State Building. Prima di andare al World Trade Center proseguiamo il nostro giro con un po’ di shopping, risaliamo fino a Spring Street e da lì imbocchiamo Broadway, curiosando nei vari negozi. Prendiamo la metro fino a Cortland Street, ed usciamo proprio dove sorgevano le torri gemelle. Al loro posto sono state scavate due vasche con delle cascate, e lungo il muretto che delimita le vasche sono incisi i nomi delle vittime degli attentati, è tutto molto suggestivo. Abbiamo prenotato la visita al Museo dell’11/9 alle 17:30, meglio prenotare perché molto visitato. Il museo è splendido, costruito sottoterra. E’ possibile ancora vedere il perimetro delle due torri, così come il muro di contenimento dell’acqua scavato all’epoca. La parte più struggente, non a caso ci sono torrette con i fazzoletti di carta ovunque, risiede in una stanza in cui sono custoditi gli oggetti delle vittime, giacche, borse eccetera. Poi c’è il resoconto dettagliato della giornata, come si sono svolti gli attentati quasi minuto per minuto. E’ anche possibile leggere tutte le registrazioni della scatola nera dell’aereo indirizzato sulla Casa Bianca e fortunatamente contro-dirottato dai passeggeri. In un’altra stanza sono commemorate tutte le vittime, con le loro foto, mentre una voce li chiama uno ad uno… da brividi, visita stra-consigliata. L’ultima “fatica” della giornata sarà il World Trade Center 1, il nuovo grattacielo, ma prima dobbiamo cenare. Non c’è molto in giro, così andiamo al centro commerciale lì vicino e mangiamo degli hamburger. Anche per il nuovo grattacielo abbiamo prenotato la visita, alle 20:45. E’ più alto delle torri gemelle, ma l’osservatorio è posto, come prima, al 101 piano. La vista è meravigliosa, tutta Manhattan ai tuoi piedi. Peccato solo che sia completamente al chiuso, infatti non mi soddisfa come il Rockefeller Center. Anche da qui si distinguono le luci di Times Square, e l’incredibile traffico della città, e poi vedere le due vasche e le cascate dall’alto è incredibile. Questa giornata ci ha molto soddisfatti, ma adesso siamo stanchi morti, e ci aspetta un’ora di strada per arrivare a casa, quindi non perdiamo altro tempo e corriamo verso la metro.
Martedì 14 Giugno
Oggi New York alternativa, visiteremo i quartieri di punk musicisti e universitari: East Village, Chelsea e Greenwich! Cominciamo, però, da Brooklyn, per la precisione dall’East River State Park a Williamsburg, dal quale c’è un magnifico panorama su Midtown, si vedono l’Empire, la Trump Tower, il Palazzo di Vetro e il Chrysler Building, splendido. E la giornata è tersa e soleggiata. Williamsburg la mattina dice poco, ma è il quartiere dei locali e dei ristoranti, dicono che la sera si animi… per adesso c’è poca gente in giro, e purtroppo non passeremo la sera qui. Riprendiamo la metro L per un’unica, lunga fermata, fino a 1st avenue, e poi un autobus che ci porta a Houston Street. Se Broadway è il meridiano zero, Houston St è l’equatore di Manhattan, non a caso i quartieri lì intorno si chiamano SoHo (South of Houston) e NoHo (North of Houston). Per prima cosa ci rifocilliamo in un supermercato Whole Foods, e poi cominciamo ad esplorare l’East Village partendo dalla Bowery/3rd avenue. Qui non ci sono le grandi attrazioni, bisogna gustarsi l’ambiente, respirare ‘atmosfera, provare ad immergersi nelle vie di case basse di mattoni rossi, ristoranti indiano, locali di musica punk (qui sono nati i Ramones). Il cuore del quartiere è St Mark’s Place, dove ci sono negozi di tatuaggi e piercing, maschere e altro.
Per pranzo prendiamo da asporto da Mudspot, e mangiamo su una panchina al Tompking Square Park, il parco di quartiere, che però non ci piace molto. Nel pomeriggio ci spostiamo in autobus fino all’incrocio con Broadway e gironzoliamo per il Greenwich Village, dove si trova l’università NYU. Ci fermiamo un po’ al meraviglioso Washington Square Park, con il suo arco trionfale dal quale si vede l’Empire. Qui è veramente bellissimo, è martedì pomeriggio ma è pieno di gente, e non solo turisti. Grazie alla vicina università ci sono tanti ragazzi, si vede che è un quartiere giovane e vivace. Ci spostiamo, sempre a piedi, ad ovest del parco, dove continuiamo ad ammirare le classiche case rosse con l’ingresso rialzato, ma io ne sto cercando una in particolare: al 64 di Perry Street si trova la mitica casa di Carrie Bradshaw, le ragazze avranno già capito, sto parlando di Sex & the City! Infatti, la prossima meta è la pasticceria Magnolia Bakery, lì vicino, dove Carrie e le sue amiche facevano merenda a base di cupcake. Non posso certo esimermi da questo rito e ne assaggio uno anche io, devo dire molto buono. Questo quartiere ci piace molto, è a misura d’uomo, ci sono tanti locali e negozietti sembra lontano anni luce dalla NYC che tutti immaginano. L’ultima tappa della serata è la High Line. Si trova nel Meatpacking district, la ex zona dei mattatoi. La ferrovia sopraelevata serviva proprio per trasportare la carne, e poi cadde in disuso. Anziché essere demolita, è stata riqualificata e trasformata in un percorso pedonale ricco di piante, arte pubblica e panchine per riposarsi. E’ una vera oasi di pace nel cuore di Manhattan, è fantastico camminare e osservare la città e il suo traffico incessante, pochi metri sotto i tuoi piedi, mentre tu passeggi tranquillamente tra i grattacieli.
Arrivati al Chelsea Market scendiamo e andiamo a prendere la cena da asporto in uno dei ristoranti. Poi risaliamo e ci gustiamo la nostra a cena al tramonto su una panchina con visuale sull’Empire State Building. Indimenticabile.
La High Line termina alla 30th street(di giorno si può proseguire fino alla 34th), e noi siamo cotti, avremo fatto 20 km a piedi oggi… è proprio ora di rientrare e farci una bella dormita
Mercoledì 15 Giugno
Oggi New York classica, ovvero Midtown, con i tanti grattacieli che delineano lo skyline più famoso del mondo. Partiamo, come sempre, di buon’ora. Prima destinazione Union Square, oggi è mercoledì e c’è il mercato. Facciamo un giretto, tutti questi parchi e questi mercatini ci fanno capire che NY, in fondo, non è quel mostro di cemento che ci immaginiamo… tutto sommato è come se fosse un insieme di tante piccole cittadine! Compriamo una crema di sciroppo d’acero che è la fine del mondo, e continuiamo a piedi fino al Flatiron Building, il particolarissimo grattacielo a forma di ferro da stiro. Qui ci rendiamo conto di essere in ritardo, alle 11 c’è i tour guidato alla National Library. Decidiamo così di prendere la metropolitana e scendere a Herald Square per fare prima. Costeggiamo l’Emprire State Building, fantastico e imponente anche da sotto, e proseguiamo verso nord sulla 5th fino alla biblioteca, arriviamo appena in tempo. Il tour, gratuito, parte alle 10. Purtroppo la sala più famosa è in ristrutturazione, però la visita è comunque interessante, la nostra guida è una signora anziana che sa un sacco di cose sulla biblioteca. La sala delle mappe è superlativa.
Alle 15:30 abbiamo prenotato la visita alle Nazioni Unite ma, per motivi di sicurezza, dobbiamo essere lì almeno un’ora prima.
Ci iniziamo quindi a muovere lungo la 42nd e arriviamo alla Grand Central Station. Il salone interno è monumentale, enorme, con un viavai impressionante. C’è spazio anche per un supermercato Pranziamo in uno dei ristoranti qui alla Grand Central e proseguiamo verso il Chrysler Building, il grattacielo più bello di NYC, con i suoi gargoyle e la guglia luccicante. L’interno è altrettanto sfarzoso, ma si può visitare solamente la hall.
Arriviamo all’ONU dopo una bella camminata, e cominciamo le pratiche di ammissione. Un’ora è anche tanto, infatti va a finire che aspettiamo un po’, però meglio non rischiare.
La visita è super interessante e la consiglio a tutti. Non pensavo, ma la guida ci fa entrare in tutte le sale, anche nel Consiglio di Sicurezza. L’importante è che non ci siano riunioni in corso. L’ONU si trova su territorio internazionale e quasi ogni oggetto all’interno degli edifici, e anche alcune sale, sono donazioni dei paesi membri. Il dono dell’Italia, una sfera rappresentante il globo, è all’esterno. Ce n’è una uguale davanti alla Farnesina.
Il tour classico non poteva che concludersi con la meta delle mete, il simbolo indiscusso di NY.
Dall’ONU prendiamo l’autobus, ma facevamo prima a piedi, fino all’incrocio tra la 42nd e la 7th, e subito siamo travolti nell’incessante flusso di auto e persone, nel bagliore dei mille megaschermi che funzionano 24 ore su 24, da saltimbanchi mascherati da qualunque personaggio di film e cartoni… insomma siamo a Times Square!
La nostra destinazione, però, è un’altra, il museo Discovery Times Square, dove c’è una mostra temporanea dei costumi di Star Wars. Siamo grandi fan della saga e quindi passiamo ben due ore nel museo, quando usciamo è ora di cena e siamo parecchio affamati. Ceniamo in un ristorante cubano, Havana Central si mangia bene anche se è caro, ma a Times Square è cara anche l’aria che si respira! Dopo cena restiamo in zona, curiosiamo un po’ negli enormi negozi Disney, Hershey, M&Ms, Forever 21…. il negozio degli M&Ms è pazzesco. Una cosa che avevo pensato anche l’altra volta, e forse lo avevo anche già scritto nell’altro diario, ma mi devi ripetere. Solo qui, in Times Square, adesso, alle 10 di sera, mi rendo conto del significato di “illuminato a giorno”. Se guardi fuori da dentro un negozio o o ristorante, sembra sempre giorno da quanta luce fanno i megaschermi pubblicitari. Solo uscendo e guardando il cielo ci si rende conto che è notte. Io vorrei stare qui in eterno, ma purtroppo ci aspetta un’ora di metropolitana, dobbiamo per forza rientrare.
Giovedì 16 Giugno
Oggi piove, ci tocca cambiare programma. Saremmo dovuti salire sul Rockefeller Center, ma non ne vale la pena. Decidiamo allora di anticipare la visita al MET a oggi pomeriggio, così dedichiamo la giornata ai musei. Ma prima, una bella colazione come si deve! Prendiamo la metro fino a Herald Square e, da lì, il treno locale PATH (da pagare a parte), destinazione Hoboken, stiamo andando da Buddy, il Boss delle Torte! Una volta Hoboken era conosciuta per aver dato i natali a Frank Sinatra, oggi forse è più famosa per Buddy e la sua famiglia svalvolata! Il negozio è facile da trovare una volta usciti dalla stazione, è proprio come nella serie! Per fortuna è presto e non c’è nessuno, abbiamo tempo di entrare, curiosare e fare foto. Peccato che non ci sia nessuno della famiglia, riusciamo a vedere solamente (mi pare che si chiami) Danny, quello sui 50 anni con i baffi. Comunque, i pasticcini sono buoni e abbondanti, siamo molto soddisfatti. Da Hoboken c’è una vista panoramica su Manhattan molto bella, il parco è dietro al negozio di Buddy, si vedono Downtown e Midtown, il World Trade Center e anche l’Empire State Building.
Torniamo a Manhattan per andare al primo museo della giornata, il MOMA, Museo di arte moderna. I lavori esposti qui vanno dal primo ‘800 fino alle installazioni contemporanee, che sinceramente conosco poco, a parte la famosa serie delle zuppe Campbell di Wahrol. Ci concentriamo più che altro sui dipinti di romanticisti, impressionisti e cubisti, in particolare sulla Notte Stellata di Van Gogh, il mio pittore preferito, davanti a quel quadro quasi mi commuovo. La quantità di capolavori è da capogiro: oltre a Van Gogh troviamo Miro, Picasso, Boccioni, Monet, Degas, potrei stare qui tutto il giorno ad elencarli.
Usciamo a ora di pranzo, la zona è prevalentemente di uffici, non ci sono molti locali né ristoranti. Vanno per la maggiore i food truck, in particolare Halal Guys, che servono cibo halal, ma c’è una fila interminabile. Ci rintaniamo in uno starbucks, visto che piove.
Dopo pranzo prendiamo l’autobus che corre lungo la Madison Avenue fino all’altezza del MET, il Metropolitan Museum of Art.
Questa zona è chiamata Upper East Side, ed è abitata dall’alta società Neworkese, infatti vediamo palazzine eleganti, con ingressi lussuosi e portieri in livrea.
Il MET è un museo onnicomprensivo, non sarebbe strano passarci un’intera giornata o anche di più.
C’è di tutto,dalle statuette della Mesopotamia ai quadri di Caravaggio, dalle armature samurai alla ricostruzione delle ville signorili del primo ‘900. Chiuderà alle 17, perciò non abbiamo molto tempo e decidiamo di procedere selettivamente: di recente ho visto un documentario sulle stranezze del MET così mi concentro sul tempio egizio donato in segno di gratitudine per l’aiuto fornito nella ricostruzione di Abu Simbel. Poi vediamo la statua di Diana che una volta svettava sul Madison Square Garden, l’ultima armatura indossata in battaglia da Enrico VIII, e una coppa che per un certo periodo si pensava fosse il santo graal. Completiamo la visita con altri quadri di Van Gogh, Turner, Constable, e mentre usciamo osserviamo anche le statue romane. Il tempo passato dentro al MET è sempre troppo poco! Torniamo in autobus all’incrocio con la 44th e ripassiamo di nuovo da Times Square, facendo un giro molto lungo per vedere altri negozi. Alla fine ceniamo da una vecchia conoscenza, Bubba Gump, catena di ristoranti ispirata a Forrest Gump e alla cucina del sud. Il cibo è nella media, un po’ troppo fritto e un po’ troppo caro, ma è sempre divertente mangiare in questa catena, dove tutto mi ricorda uno dei miei film preferiti. Terminiamo la serata con un’altra passeggiata per negozi e non a Times Square, qui è bello anche solo stare seduti ad osservare la folla.
Venerdì 17 Giugno
Oggi dobbiamo recuperare le visite saltate ieri causa pioggia. Anche oggi il tempo non è dei migliori, ma almeno non piove. La prima meta è il Rockefeller Center, con il suo grattacielo e il suo osservatorio Top of the Rock, che per me resta la vista più bella di tutta NYC. Scendiamo alla fermata più vicina e ci mettiamo un po’ a capire da che parte dobbiamo andare per salire. C’è un po’ di gente, ma non tanta quanto all’Empire, e questo è il motivo principale per cui abbiamo scelto di non salire sull’Empire State Building. Mi ricordavo che il panorama era stato particolarmente appagante, e non mi sbagliavo, lascia senza fiato. Da un lato il rettangolo perfetto che è Central Park. Dall’altro, proprio di fronte, l’Empire State Builsing in tutta la sua magnificenza e, in fondo, il World Trade Center. Si intravede il Chrysler Building. Il trapestio e l’incessante movimento di NYC si percepiscono appena, le persone e le auto sono come piccole formichine impegnate nel loro costante muoversi e produrre.
E poi è tutto all’aperto. Al WTC, per quanto magnifico fosse il panorama, il fatto di avere sempre davanti un vetro dà la sensazione di estraniamento, come se fossi davanti alla tv. Una volta scesi, ci rifocilliamo da Starbucks e facciamo un giretto per i negozi del Rockefeller Center, soprattutto quello della Lego, e poi prendiamo la metro fino al Museo di Storia Naturale, quello del film “Una notte al museo”. Se avete bambini al seguito, dovrebbe essere la vostra prima meta. Noi, invece, lo saltiamo, e ci dirigiamo verso Amsterdam Ave/ Broadway, dove ci sono un po’ di posti dove possiamo prendere il pranzo al sacco per il nostro picnic a Central Park. Prendiamo delle polpette al sugo (buonissime!) al Meatball shop e ce le portiamo al parco, dove mangiamo su una panchina al fresco. Per il pomeriggio abbiamo in programma una lunga passeggiata a Central Park, dal Jacqueline Kennedy basin fino a tornare alla Grand Army Plaza. Contrariamente a quanto si pensa, Central Park non è la Manhattan primitiva, anzi, è stato disegnato ad hoc riqualificando una zona paludosa. Visitiamo il Jacqueline Kennedy basin, con la splendida vista sui palazzi dell’Upper East e West side, poi il Belvedere Castle, la Loeb Boathouse e il laghetto, e il Conservatory Water con le sue barchette telecomandate, la statua di Alice e di Andersen. E poi il magnifico piazzale con la Bethesda Fountain e il porticato, per poi percorrere tutto il Mall fino allo zoo, che non visitiamo. Lasciamo il parco all’angolo sud est, dove si trova l’Apple Store. Proprio da qui partiamo alla scoperta della NY del lusso: Apple, Louis Vittuon, Tiffany, Burberry, Dior, e non possiamo farci mancare la visita alla Trump Tower. Qui è il regno dello sfarzo ostentato e dell’auto-celebrazione: tutto in marmo, con una cascata, uscieri in livrea e le iniziali impresse sugli ascensori, più la linea di prodotti marchiato DT, ci sono anche le polo per i bambini. Proseguiamo sulla 5th Avenue lucidandoci gli occhi nelle vetrine delle grandissime marche, e, una volta arrivati in una zona più economica, facciamo anche un po’ di shopping. Terminiamo l’ultima sera a New York, ovviamente, di nuovo a Times Square. Prendiamo hamburger e patatine da Junior’s, sulla 44th, e ce li mangiamo su uno dei tavolini a Times Square. L’idea sarebbe anche carina, ma c’è troppa gente. E’ la nostra ultima notte newyorchese e cerchiamo di restare un pochino di più del solito, tanto Times Square non dorme mai!
Sabato 18 Giugno
E anche stavolta la nostra vacanza è giunta agli sgoccioli, però abbiamo tempo fino a stasera alle 17! Facciamo le valigie con molta calma e lasciamo, con qualche difficoltà, le chiavi alla padrona di casa. La signora ci permette di tenere le valigie da lei fino a stasera, così possiamo andare in giro liberi. Non abbiamo previsto nessuna visita, solo tanto shopping! Prendiamo la metro fino a Herald Square e ci rintaniamo dentro Macy’s, per fortuna siamo partiti con una valigia di scorta! Pranziamo al parco all’angolo, dove sono allestiti alcune bancarelle di street food e poi continuiamo a piedi lungo la Broadway fino al Flatiron Building e e Union Square, sempre curiosando in tutti i negozi che troviamo. In particolare sulla Broadway troviamo un negozio di maschere pazzesco, e poi a Union Square il Dylan’s Candy Bar, che, oltre alle caramelle, ha un sacco di gadget e dolcetti dalle forme strane e divertenti. Arriviamo a piedi fino a Houston Street, ed è ormai ora di rientrare, alle 17:30 abbiamo appuntamento con la signora per ritirare le valigie, e poi ci tocca andare in aeroporto. Ci vuole un’oretta per arrivare in hotel e un’altra ora per arrivare al JFK. Registriamo i bagagli, che nel frattempo sono diventati due, e facciamo una cena leggera prima di salire sull’aereo, dove ci addormentiamo come sassi! Che dire, NYC è una città unica al mondo, è nel mio cuore e non vedo l’ora di tornarci!