Islanda on the road in 12 giorni
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1° GIORNO – 27/7: KEFLAVIK – PENISOLA SNAEFELLNES – STIKKISHOLMUR 350 KM
Con partenza alle 9,30, dopo breve tappa a Borganes (carina, adagiata sul mare, capiremo coi km che è già un grande centro abitato!), abbiamo affrontato la Penisola di Snaefellnes (una deviazione di 100 km circa) percorrendo tutta la costa, saltando solo il faro a nordovest. Ci è piaciuta molto, paesaggi molto belli e molto variegati (scogliere, ghiacciaio, prati, spiagge), accompagnati anche da una giornata di sole caldo, tanto da poter stare in maglietta (ma non si ripeterà più). Ci siamo fermate in vari punti, arrivando a Stykkisholmur verso le 20. Primo splendido tramonto (alle 23) dal promontorio di basalto su cui è posto il primo faro arancione di una lunga serie.
2° GIORNO – 28/7: STIKKISHOLMUR – PENISOLA TROLLASKAGI – AKUREYRI 455 KM
Lasciamo Stykkish e intraprendiamo subito il nostro primo sterrato (la 54) che percorre tutto il fiordo, con alcuni scorci davvero belli. Proseguiamo poi per la 586 e poi rientriamo nella 1, facendo la prima piccola deviazione per andare a vedere la chiesetta sul lago di Hop. Lasciamo nuovamente la 1 per avviarci verso la Penisola di Trollaskagi e sulla 75 ci fermiamo a Glaumbær per vedere le case di torba. A Hofsos facciamo sosta per vedere la piscina vista fiordo segnalata dalla guida, ma apprezziamo molto di più le alte ed estese colonne di basalto, su cui è possibile passeggiare. Se si arriva all’ora giusta (che non era la nostra, come ci ha spiegato gentilmente la ragazza del visitor centre), sono anche avvistabili alcune foche. La nostra idea iniziale era di fermarci a Siglufjordur, ma, forse a causa del tempo nuvoloso, il paese ci è parso assai desolato (compreso il campeggio a bordo strada) e abbiamo così deciso di proseguire fino ad Akureyri. La seconda città del Paese, pur essendo poco più di un paese, è decisamente più animata ed offre una bella via pedonale con vari locali per mangiare (consigliato il simpatico pub dell’ostello Akureyri Backpackers per birra alla spina e hamburger) ed un bel lungo fiordo per una passeggiata.
3° GIORNO – 29/7: AKUREYRI – REYKJALID 100 km
Al mattino torniamo indietro di 30 km fino ad Hauganes per l’uscita in barca per avvistare le balene (molto simpatico e caratteristico il bar sul porticciolo). Alle 12,30 siamo di rientro, ripassiamo da Akureyri per recuperare la tenda e proseguiamo verso la destinazione successiva, il Myvatn. Lungo la strada ci fermiamo alle prime cascate del viaggio, quelle di Godafoss, che, sarà che son le prime, ci impressionano già parecchio e anche col senno di poi restano nella top 3. Giungiamo quindi a Reykjahlid verso le 17 e ci rechiamo al visitor centre dove acquistiamo l’ingresso al Myvatn Nature Bath. Interessanti anche i pannelli esplicativi sugli aspetti geofisici della zona. Montata la tenda, facciamo un primo giro dei dintorni, visitando le sculture di lava di Dummuborgir e la grotta di Lofthellir. Alle 20 e non prima (su consiglio della simpatica Anna del campeggio) ci dirigiamo verso le terme e la strada per arrivarci ci dà un assaggio dei paesaggi spettacolari che vedremo nei giorni successivi. Le terme pure sono fantastiche: non sono molto grandi ma a quell’ora non c’erano troppe persone e ne abbiamo piena soddisfazione soprattutto per il contesto naturale in cui si collocano. In campeggio prenotiamo per il giorno dopo il tour in autobus 4X4 per l’Askja.
4° GIORNO – 30/7
Giornata dedicata all’Askja. La sera proviamo (sempre su consiglio di Anna) il pub Gamli Baerinn, con una buonissima zuppa di funghi, il pane tipico cotto sotto la lava col salmone e una buona birra alla spina (e il wifi).
5° GIORNO – 31/7
L’ultimo giorno in zona Myvatn lo dedichiamo alla visita di tutte le altre meraviglie che ancora non abbiamo visto. Partiamo col giro completo del lago, che pur non essendo molto grande, offre paesaggi molto diversi, dal bosco agli pseudo crateri rivestiti di erba. Proseguiamo verso il vulcano Hverfell, su cui saliamo percorrendo poi il bordo del cratere ammirando il paesaggio. Avendo ancora tempo, decidiamo di anticipare ad oggi la visita alle cascate di Dettifoss. Queste sono per entrambe le più belle tra tutte quelle viste per la potenza che sprigionano. Torniamo indietro per godere con la luce del tardo pomeriggio delle restanti “attrattive”: Krafla e Hverir. Per arrivare alla zona vulcanica attiva, si passa attraverso la valle che ospita una estesa centrale elettrica, che si inserisce perfettamente nel contesto naturale in cui si trova. Qui è anche possibile visitare il museo che illustra il funzionamento della centrale. Noi siamo arrivate che stavano chiudendo (orario 10-18), ma gentilmente ci hanno fatto vedere il video illustrativo di 10 minuti (oltre che averci offerto the e caffè). Proseguendo si arriva alla zona di Krafla vera e propria, dove ci si addentra pian piano in un paesaggio quasi surreale: da un lato il nero della lava solidificata quasi a perdita d’occhio, dall’altra il giallo e il verde delle pozze e delle colline. Un posto magico in cui vale la pena perdersi. Lì vicino il cratere Viti, che contiene un lago turchese. Infine ci rechiamo a Hverir, qui un paesaggio lunare esaltato dalla luce delle 20, bellissimo.
6° GIORNO – 1/8: REYKJALID – BORGARFJORDUR – SEYDISFJORDUR 330 km
Lasciamo a malincuore il Myvatn diretti a Borgarfjordur. In dubbio se arrivarci percorrendo i fiordi nordorientali, decidiamo infine di tagliare per l’interno lungo la Ringroad per motivi di tempo. I paesaggi sono sempre belli e vasti, ma meno esaltanti di quelli visti finora. Invece la strada sterrata 94 che da Egilsstadir sale fino a un promontorio per scendere poi verso Borgarfjordur offre vedute splendide sul mare prima e sui monti poi. Il paese è grazioso, le attrattive qui sono le pulcinelle di mare concentrate sull’isoletta all’estremo del golfo e le casette di torba, ma il bello sta nel golfo nel suo complesso che si può ammirare da una collinetta. Ripartiamo verso la destinazione finale della giornata, Seydisfjordur, ripassando obbligatoriamente per Egilsstadir. Anche la strada 93 che sale in quota per poi condurre al paese sul mare, riserva bellissimi scorci, con cascate, dighe, resti di ghiacciai. Seydisfjordur è molto carina e offre qualcosa in più della media dei paesi attraversati finora, con vari localini (proviamo il Skaftfell Bistro, consigliato in ostello, simpatico, anche se una birra fa 10 euro, sigh) e negozietti di artigianato. Anche qui comunque la definizione di “vivace paesino” non è proprio la più adatta!
7° GIORNO – 2/8: SEYDISFJORDUR – SVINAFELL 330 KM
Anche oggi lo spostamento si preannuncia lungo e ricco di tappe. Dobbiamo quindi tralasciare i fiordi successivi e percorriamo prima la 1, abbandonandola poi per tagliare lungo la 939, sterrata ma consigliatissima anche senza 4X4 per i bellissimi e nuovi panorami con ampie valli e imponenti montagne. Dopo una piccola deviazione per visitare il paesino sul mare di Djopivogur, raggiungiamo Hofn. Qui, dopo un breve giro, gustiamo il tipico panino agli scampi, molto buono, nel simpatico fast food vicino al porto. Ripartiamo quindi, ignare dei paesaggi che ci attendono prima di raggiungere la meta successiva, cioè la laguna degli iceberg di Jokulsarlon. La ring road corre qui letteralmente lungo la costa, a tratti a strapiombo sul mare, e si susseguono lunghe spiagge nere e scogliere che meriterebbero ancora più tempo per gustarsele il più possibile. Ma gli iceberg ci aspettano e arriviamo in tempo per prenotare uno degli ultimi giri col mezzo anfibio. Lo scenario è fantastico, un po’ troppa gente forse, soprattutto rispetto alla media incontrata finora, ma lo spettacolo rimane ugualmente emozionante, anche solo da riva. Il giro in barca in mezzo alla laguna dura mezz’ora e qualcosina in più lo dà, quindi lo consigliamo. È ormai sera quando finiamo di ammirare il paesaggio da ogni prospettiva. Emozionante vedere i pezzi di ghiaccio che, appena escono in mare dopo tutti gli anni impiegati per uscire dalla laguna, finiscono quasi inesorabilmente piaggiati. Ci fermiamo al campeggio di Svinafell, pochi km prima del parco di Skatafell.
8° GIORNO – 3/8: SVINAFELL – LEIRUBAKKI 270 KM
Come prima tappa del mattino prendiamo una piccola deviazione poco dopo il campeggio per avvicinarci ad una lingua del ghiacciaio: è proprio vicinissimo, bianco, nero e azzurro, anche qui c’è una piccola laguna con un po’ di iceberg, senza però accesso al mare. Andiamo quindi al parco e camminiamo fino alla cascata di basalto di Svartifoss (carina, ma molto meno d’impatto rispetto a Godafoss e soprattutto Dettifoss) poi fino al ghiacciaio. Per fare tutto il giro ci mettiamo circa 3 ore, con lunga sosta sulle rocce di fronte al ghiacciaio perché il paesaggio merita. Si dovesse scegliere tra i due percorsi, consigliamo sicuramente il ghiacciaio. Lasciato il parco, avremmo voluto provare le terme naturali di Seljavellir, collocate in mezzo ai monti, ma sempre per questioni di tempo proseguiamo verso Vik. Qui assolutamente meritano entrambe le deviazioni poco a est del paese verso la lunghissima spiaggia nera e i faraglioni la prima, verso scogliere e l’arco di pietra la seconda. Essendo tardi e noi un po’ stanche, vediamo solo di passaggio le cascate di Skogafoss (che probabilmente meritava uno sforzo in più) e di Seljalandsfoss. Puntiamo quindi al campeggio di Leirubakki un po’ nell’interno per avvicinarci il più possibile alla meta dell’indomani, il Laundmannalaugar.
9° GIORNO – 4/8: LEIRUBAKKI – STOKKSEYRI 75 KM
Il Landmannalaugar, insieme al Myvatn, è il posto che più ci ha colpito e conquistato. Ci siamo ripromesse di passarci almeno due notti se avremo la possibilità di tornarci. Il tour in autobus in giornata vale per noi già il tempo dedicato e la spesa, perché una volta giunti alla base, con una camminata di bassa-media difficoltà e in poco tempo si può arrivare già nel mezzo di paesaggi che sembrano dei quadri, dai mille colori pastello, bellissimo. Presa la cartina al centro visitatori per 300 corone, abbiamo fatto il percorso rosso che porta in meno di un’ora al Brennisteinsalda (840m), la salita finale potrebbe essere impegnativa per i meno allenati, ma è breve. Non sappiamo gli altri cammini che panorami offrano, ma questo è sensazionale, quindi lo consigliamo assolutamente. Lasciamo con dispiacere questo posto da favola, torniamo col bus delle 17,30, recuperiamo la macchina e ci dirigiamo verso Stokkseyri. Montata la tenda, andiamo a cena (per la prima, e ultima, volta!) in un vero ristorantino di pesce, dove gustiamo quella che la guida definisce la migliore zuppa di pesce dell’Islanda. In effetti è buona, anche se diversa dalle nostre zuppe. Il paesino di Stokkseyri è carino, con un breve lungomare e qualche laboratorio artistico (chiuso…), però, ristorante a parte, anche qui non si vede in giro anima viva.
10° GIORNO – 5/8
Il programma prevede di dedicare la giornata al Circolo d’oro. Lungo la strada ci fermiamo a vedere il cratere di Kerid (ingresso 300KR), contenente un bel lago verde. Dopodiché vediamo le classiche tre tappe: Geysir, la cascata di Gullfoss e la zona di Pingvellir, un po’ più lontana. Vedere questi posti dopo le cose magnifiche viste nei giorni precedenti, ha fatto sì che l’impressione ricevuta fosse abbastanza tiepida, le cascate sono sicuramente potenti e affascinanti, ma considerare il Circolo d’oro come l’attrazione principale dell’Islanda, è del tutto fuorviante. Alle 14 circa abbiamo già concluso il giro a Pingvellir, tra l’altro sotto la prima pioggia seria di questo viaggio. Le ore a disposizione sono ancora tante, quindi inseguiamo il cielo sereno e decidiamo di inoltrarci nella riserva naturale di Reykjanesfolkvangur, percorrendo la strada n.42, lungo cui si attraversano ancora bei campi di lava, si raggiunge poi il lago di Kleifarvatn e l’ennesima, ma sempre suggestiva, zona geotermica di Seltun. La pioggia pian piano cala e ci dirigiamo ancora verso le scogliere di Krysuvikurberg. La strada per arrivarci che parte dalla 427 è sterrata, non impossibile, ma con un po’ troppe buche, quindi dopo un po’ parcheggiamo la Yaris e proseguiamo a piedi. La strada è lunga ma piacevole in mezzo a prati ed erica ed il panorama finale merita la scarpinata. Si vede in lontananza l’isoletta piatta di Eldey. Torniamo quindi verso “casa” e anche stasera ci concediamo cena fuori in un locale molto carino di Selfoss, il Kaffi Krus. Rimandiamo definitivamente alla prossima visita in Islanda la Blue Lagoon perché il giorno dopo è tutto esaurito e comunque siamo già contente di essere state ai Bagni del Myvatn!
11° GIORNO – 6/8: STOKKSEYRI – REYKJAVIK 195 KM
Ultimo giorno pieno a disposizione, vogliamo dedicarlo alla penisola di Reykjanes (di cui il simpatico autonoleggiatore ci aveva decantato le bellezze, regalandoci una cartina dettagliata) per poi dirigerci verso la meta finale, Reykjavik. Da Stokkseyri riprendiamo la 427 e ci fermiamo per un caffè a Grindavik. Qui troviamo finalmente il primo porto serio di tutto il viaggio (Silvia si chiedeva ormai da un po’ se ne esistesse mai davvero uno) ed anche un vero bar dei marinai, proprio sul porto, il Bryggjan, assolutamente da visitare quantomeno per un caffè o volendo per una zuppa di pesce. Il posto merita la sosta anche per un giro lungo la costa subito a est del paese, in mezzo alla lava e ai relitti arancio ruggine delle navi che si sfracellarono su queste coste durante violenti temporali del passato, fino ad arrivare al consueto piccolo faro arancione. Proseguiamo oltre verso la punta sudoccidentale e qui ci fermiamo a vedere l’aera geotermale con la sorgente calda di Gunnuhver, bellissima anch’essa, molto vasta e con grandi nuvole di gas. Prendendo poi un’altra breve deviazione si arriva a belle scogliere su cui si può salire facilmente per catturare con lo sguardo l’intera punta, compreso il faro di Reykjanesviti, il più antico d’Islanda. Proseguiamo ora lungo la costa verso nord, facendo una breve tappa al “Ponte tra i due continenti”, una recente attrazione dal valore simbolico, che collega le due placche continentali. Proseguiamo fino alla punta nordoccidentale di Gardskagi. Qui una piacevolissima sorpresa per noi: in uno dei due fari, quello più piccolo, è stato aperto da poco un caffè, con un tavolino per ogni piano e noi non ci facciamo sfuggire l’occasione di gustare una birra in cima, proprio dentro la bolla di vetro, da cui ammiriamo il paesaggio a 360 gradi. Lasciamo quest’ultimo bel posto per dirigerci verso Reykjavik… è giunto ormai il momento di rientrare nella civiltà! Troviamo molto facilmente l’ostello e sbrigata l’accettazione usciamo alla scoperta della capitale. Le sorprese non sono finite perché vediamo subito una allegra atmosfera di festa e dopo poco capiamo che siamo capitate per caso proprio nel giorno del Gay Pride! L’intera città è addobbata multicolore, chiese comprese, e riusciamo a vedere l’ultima mezzora di concerto sul porto. È davvero una grande festa molto partecipata da tutti, scopriremo che richiama persone da tutto il paese. Giriamo poi per il centro, molto vivo, soprattutto se paragonato agli altri centri abitati visti in tutto il viaggio. Il porto merita anche un giro approfondito, tra barchette, barconi e ristorantini di pesce.
12° GIORNO – 7/8
Abbiamo la mattinata a disposizione, è una bellissima giornata di sole e non ci va di chiuderci in un museo, per quanto ce ne sarebbero molti tra cui scegliere. Facciamo ancora un giro al porto fino alla cupola ricoperta di erba e infine un giro veloce al mercatino delle pulci (che apre alle 11). Quindi consegna auto e aeroporto.
VOLO: Wow air da Malpensa, 420 euro a testa con bagaglio in stiva (altrimenti 350 euro), acquistato 10 giorni prima.
AUTONOLEGGIO: Orange Car Rentals, attraverso il sito Rentalcars.com che dava una tariffa più conveniente. Questa agenzia non ha un banco in aeroporto, ma un ufficio a 10 minuti scarsi di auto, nella zona di Keflavik dove si trova la maggior parte delle guesthouse pensate credo apposta per chi atterra tardi la sera/notte. Quindi, comunicando il numero di volo e l’orario previsto di arrivo, si troverà nella hall dell’aeroporto, qualcuno dell’agenzia in vostra attesa con il cartello, che vi accompagnerà all’ufficio. Io di solito preferisco servirmi delle compagnie più grosse ma in questo caso ci tengo a dire che, sebbene possa sembrare un po’ più macchinoso che servirsi di una compagnia presente direttamente in aeroporto, lo consiglio senza dubbi, soprattutto se la differenza di costo rispetto ad altre compagnie è significativa. Il servizio è stato ottimo, tutto il personale molto gentile e simpatico. Il noleggio (fatto online una settimana prima) per 12 giorni è costato in totale 900 euro con assicurazione completa. Abbiamo percorso 2.900 km in 12 giorni, spendendo 240 euro di benzina.
PERNOTTI:
– KEFLAVIK – 1 notte
FIT GUESTHOUSE KEFLAVIK AIRPORT (92 euro doppia): comodo se si arriva di notte, a 10 minuti scarsi di auto dall’aeroporto. Cucina a disposizione. Nella stessa zona varie guesthouse.
– STIKKYSHOLMUR – 1 notte
http://www.stykkisholmur.is/thjonustan/tourist-info/accommodation/
CAMPEGGIO (10 euro a testa): bella posizione, con vista monti e campo da golf, prato, senza cucina a disposizione, ma con bar, tavoli per mangiare cose proprie e wifi.
– AKUREYRI – 1 notte
CAMPEGGIO (10 euro a testa): prato, senza cucina, ma con lavatrice e asciugatrice. Questo è il campeggio più centrale, si arriva a piedi nella via pedonale centrale. L’altro è un po’ fuori dal centro abitato.
– MYVATN/REYKJAHLID – 3 notti (www.visitmyvatn.is/en/moya/news/bjarg-campsite)
CAMPEGGIO BJARG: ci siamo stati tre notti ed è la base ideale per la zona. È posto di fronte al luogo che riunisce supermercato, centro visitatori, benzinaio e ritrovo per i tour organizzati, poco oltre c’è anche un locale con birra alla spina (l’altro campeggio, Hlid, sopra un campo di lava, è un po’ più fuori mano). A ciò si aggiungono la splendida collocazione in riva al lago con tanto di anatre, un grande tendone con cucina (senza pentole però), offerte speciali per le gite principali nella zona (Askja, Ice cave, Laundmannalaugar, balene, ecc.) e infine un proprietario molto gentile e simpatico. No wifi.
– SEYDISFJORDUR – 1 notte
HI HAFALDAN HARBOUR HOSTEL (98 euro la doppia) http://hafaldan.is/
Esistono due Hafaldan hostel, questo è quello sul porto, l’altro è vicino all’ospedale. La collocazione è particolare, in pratica nella rimessa del porto ma con vista sul golfo, a noi è piaciuto molto. Inoltre dentro è carinissimo, arredato con gusto, con una bella stanza a vetri per la colazione, e poi pulitissimo e completo di tutto, comprese la lavatrice e una cucina con tutto ciò che può servire e anche di più. Assolutamente consigliato se si cerca una pausa tra le notti in campeggio come noi.
– PARCO DI SKAFTAFELL/SVINAFELL – 1 notte
CAMPEGGIO (11 euro a testa) http://svinafell.com/english/index-en.htm
Questo campeggio è 8 km a ovest dell’ingresso del parco, molto tranquillo, ai piedi dei monti, con un grande salone con cucina attrezzata (a differenza di quello all’ingresso del parco).
– LEIRUBAKKI – 1 notte
CAMPEGGIO (9 euro) http://leirubakki.is/www.leirubakki.is/Default3c3e.html?Page=272
Splendida posizione in mezzo a prateria e coi monti a due passi. Qui il servizio era minimo, senza cucina né wifi, ma volendo c’è il ristorante dell’albergo. Noi l’abbiamo scelto in vista dell’escursione in autobus al Landmannalaugar, perché si può lasciare l’auto al campeggio e prendere il bus (Trex o Reykjavik Excursions) che fa qui l’ultima fermata prima di inoltrarsi sulla pista.
– STOKKSEYRI – 2 notti
CAMPEGGIO http://campingcard.is/stokkseyri/
Da tariffario esposto viene 8 euro, ma nel nostro caso è stato gratis entrambe le notti visto che non c’era reception e non è mai passato nessuno a riscuotere. Bagni comunque sempre impeccabili.
– REYKJAVIK – 1 notte
OSTELLO HLEMMUR SQUARE (40 euro letto in camerata mista) http://hlemmursquare.com/
Escursioni fatte
– BALENE: per motivi logistici abbiamo scelto di fare questa escursione con la compagnia di Hauganes (http://whales.is/, 66 euro a testa), 30 km a nord di Akureyri. Le balene (o la balena?) le abbiamo viste 5-6 volte ed è stato emozionante, ma la barca è rimasta nel fiordo senza uscire in mare aperto, dedicando invece un po’ (troppo) tempo alla pesca. Quindi dovessimo rifarlo forse sceglieremmo di partire da Husavik.
– ASKJA: abbiamo scelto l’opzione autobus 4X4 del Myvatn Tour (150 euro), che ci ha soddisfatti molto. Sia l’autista che la guida Cristinn, sono stati molto gentili ed efficienti ognuno nel proprio ruolo. Il tour per noi vale il prezzo, considerata la distanza e la durata (dalle 8 alle 19) e soprattutto i paesaggi che permette di ammirare sia lungo la strada, sia una volta giunti alla meta. Tutto condito da spiegazione e racconti islandesi. La salita al vulcano in sé è semplice, purchè si sia in discreta forma fisica. Il biglietto si può fare al centro visitatori, al campeggio Biorg (con sconto) o direttamente il giorno della partenza, previa prenotazione online per non rischiare di non trovare posto.
– LAGUNA DEGLI ICEBERG DI JOKULSARLON: abbiamo preso il mezzo anfibio (35 euro) e ne siamo rimaste contente. Pur non arrivando vicino al ghiacciaio come lo Zodiac, consente comunque di ammirare gli iceberg alla giusta vicinanza (visto che capita che si ribaltino all’improvviso!). Certo se si cerca qualcosa di ancora più emozionante, lo Zodiac dà più soddisfazione. Considerare che l’ultimo giro è alle 18 e noi abbiamo dovuto aspettare un’ora e mezza (riempita facilmente ammirando la laguna) per i primi posti liberi. Mettere in conto 2-3 ore per potersi gustare al meglio tutto il panorama, compreso il percorso degli iceberg fino al mare, emozionante.
– LAUNDMANNALAUGAR: abbiamo preso il bus 4X4 dal campeggio di Leirubakki. Le compagnie sono due, Trex e Reykjavik Excursions, con orari che si alternano a partire dalle 8,30. Segnaliamo due problemi: gli orari di andata della RE, almeno nel nostro caso, non sono stati per nulla rispettati (un’ora di ritardo), mentre la Trex quel giorno ha fatto overbooking per entrambe le corse del mattino. Abbiamo quindi chiesto subito il rimborso, che ci è stato accreditato il giorno stesso.
Infine alcuni suggerimenti sparsi:
Dodici giorni sono un tempo già sufficiente per fare un bellissimo giro e concedersi varie deviazioni, eventualmente anche una notte fuori dalla Ring road (come noi a Seydjsfiordur). Considerate che andando a giugno-luglio si godrà di tantissime ore di luce (e le restanti 4-5 sono comunque di penombra) quindi l’unico limite di tempo all’esplorazione sarà dettato dal vostro fisico!
– Non fare assolutamente conto sulle tempistiche di google maps per programmare il percorso, tra soste e rallentamenti per pezzi sterrati o simili, i tempi sono ben più lunghi
– Un’auto normale consente già di vedere tantissime cose e le altre si possono integrare con tour organizzati (certo non economici), sicuramente una 4X4 allarga ulteriormente il ventaglio e offre ancora più libertà di movimento. Altra opzione che abbiamo scoperto solo una volta lì e che sarebbe da valutare per un’altra volta, è il noleggio di furgoncini attrezzati per dormire e cucinare (gli Happycampers sono i più diffusi).
– Un’opzione che ci è parsa furba per chi preferisse muoversi in pullman, è quella degli “Hop on hop off bus tours”, che offrono vari itinerari che raggiungono anche molti posti fuori dalla Ring road.
– Islanda in campeggio? Per noi è stata un po’ una scelta obbligata perché da qualche parte dovevamo risparmiare (e a 10 giorni dalla partenza trovare qualcosa libero sarebbe stato comunque difficile, oltre che carissimo), ma, a parte il freddo patito da me a causa di un sacco a pelo inadeguato, è comunque un bel modo di girare questo Paese, che di campeggi ne offre tanti e tutti in belle posizioni, pulitissimi, con i servizi necessari e anche di più (le sale comuni con cucina attrezzata di alcuni sono delle vere furbate, ovunque si trovano sapone e carta igienica) e con un costo medio di 10 euro, se non gratuiti.
– Consigliamo il campeggio di Grindavik, in bellissima posizione su collinetta di fronte al porto, e quello di Gardskagi, proprio ai piedi del faro a due passi dal mare.
– Noi siamo state molto fortunate con il tempo: solo mezza giornata di pioggia seria su 12 giorni e mai il vento esagerato di cui avevo letto, da temere soprattutto al momento del montaggio tenda. Ovviamente la temperatura è freschina (sui 10°, ma anche 20° a tratti), ma più che fronteggiabile con un abbigliamento a strati. Abbiamo poi sentito dire che fine luglio-inizio agosto è il periodo migliore e in effetti noi non possiamo che confermare.
– Blue Lagoon: quando abbiamo provato a prenotare online (prenotazione online obbligatoria) la sera prima, era già tutto esaurito. Era il primo sabato di agosto ma il consiglio è comunque di prenotare in tempo se ci si tiene molto.
– A Reykjavik si paga il parcheggio dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 10 alle 16.
– Arrivare in aeroporto con larghissimo anticipo! Noi abbiamo rischiato di perdere l’aereo per l’estrema disorganizzazione, con code infinite che si intrecciavano senza una logica (precisiamo che siamo entrambe abbastanza pratiche di aeroporti).
– I posti rimasti nel cuore? Se non lo si fosse capito… Myvatn (merita almeno tre notti) e Laundmannalaugar (potendo, almeno una). E gli iceberg in un angolino!
Buon viaggio!
Francesca e Silvia