Borghi di Provenza
Devo ammettere che non avevo la più pallida idea dell’esistenza di questo paesino ma, per mia fortuna la mia amica c’era stata quando era ancora una mocciosetta, con la memoria già sviluppata tanto da ricordarselo a distanza di anni. Ebbene sì, sosta più che azzeccata perchè il posticino è talmente bello, ben curato e perfetto, da sembrare a tratti un set cinematografico. Ma andiamo con ordine. Lasciata la macchina al parcheggio e fatte quelle poche centinaia di metri che lo separano dal centro città, ecco la prima sorpresa: questo posto è gemellato con uno che dista 10 km da casa mia..quando si dice che il mondo è piccino. La seconda sorpresa è: alzare la testa e vedere le stelle, anzi LA stella… si ok, erano le 2 di pomeriggio circa, faceva caldo e non avevamo bevuto alcolici..ma la stella dorata c’era per davvero! Appesa ad una catena, lunga 227 metri e fissata a due speroni di roccia, eccotela fare l’altalena riflettendo i raggi del sole. Per risalire alla sua origine, ovviamente vanno scomodate le leggende ed i cavalieri a cavallo: infatti, sembra che il cavaliere di Blacas (l’avevo detto che c’era un cavaliere di mezzo) di ritorno da una crociata fece appendere questo ciondolo ai due speroni più alti, come ringraziamento alla Madonna per avergli fatto riportare, più che il titolo, la pelle a casa. Ogni 50 anni, stella e catena vengono sostituite perchè rovinate dalle intemperie.
Insomma, stelle in cielo, gemellaggio con il paese vicino casa e bandiere italiane appese ai lampioni..aspetta aspetta… magari tanto bene non ci vedo… sono diventata daltonica, confondo il verde ed il blu… bandiere italiane? Esatto, il nostro tricolore stava veramente sventolando perchè la sera prima c’era stata una festa in onore alla nostra storia e tradizione culturale. A questo punto non ho potuto che iniziare a ricredermi sul fatto che, alla fin fine, i francesi non ci “odino” poi così tanto..o almeno una parte di loro.
Ok, che si fa quando ci si trova in un paese straniero ed hai mille stimoli perchè vorresti vedere tutto? Si parte da una parte e si cerca di vedere tutto… e così abbiamo fatto..angolini, casette, negozietti… sembrava davvero di essere all’interno del set di un film! Le facciate delle case dipinte o se non loro le persiane, i marcapiani o i cornicioni, le inferriate… tutto diventa decorazione, tutto merita una mano di colore e niente è lasciato al caso.
Nei rari casi in cui la facciata è lasciata bianca, ecco l’immancabile fiorellino spuntare dalla finestra o aspettare il padrone di casa fuori dalla porta d’ingresso. I negozi espongono ceramiche, saponi, lavanda. Ogni via non è altro che un tripudio di profumi e colori. I fiori rappresentano una gioia per lo spirito e sono ovunque: ai lati delle strade, appesi ai lampioni, nelle fioriere, sui balconcini… ogni tuo passo è accompagnato dall’alternarsi dei loro petali. Come se non bastasse, questo paesino incastonato tra grandi falesie calcaree, è pure tagliato in due da un fiumiciattolo con tanto di cascatella il suo soprannome, Étoile de Provence, (stella di Provenza) non credo che sia da attribuirsi solamente a quella posta dal cavaliere secoli or sono.
Sbagliando strada, nel tentativo di arrivare alla chiesa, ci siamo incamminate verso un sentiero che passo dopo passo ci ha condotte in un angolino spazio-temporale degno di un quadretto; vuoi per il fatto che ci fossero un grande arco ed un piccolo ponte in pietra o per l’essere un po’ fuori dall’abitato, ci siamo sentite teletrasportare indietro nel tempo.Rientrate ai giorni nostri ed imboccata la strada giusta, abbiamo iniziato la scalata alla volta della Chiesa..ecco, la salita attraverso questa ripida scalinata, intervallata dalle 14 stazioni della Via Crucis, dura solamente 10 minuti…ma si sentono tutti!
Dalla Chappelle Notre-Dame de Beauvior, costruita nel punto più alto del paese, si gode di un panorama spettacolare su tutta la vallata fino al Lac de Sainte-Croix, un lago dal color smeraldo, la cui intensità più volte ci ha fatto domandare se c’avessero photoshoppato gli occhi, saturandoli al massimo, o se ci fosse stata un’abbondante aggiunta di colorante! Poco prima di arrivare alla Chiesa, vi è un arco, attraverso il quale credo che passino pressappoco tutti i venti contenuti nella famosa rosa, le folate quasi ti fanno perdere l’equilibrio; oltrepassandolo si entra nel regno delle falesie e delle formazioni rocciose.!La chiesetta anche se piccolissima è molto carina, solamente poche panche e quasi nessun decoro per prendersi il tempo di una preghiera, oppure solamente per sedersi un attimo al fresco.
Questo paesino ha avuto l’onore di assistere ad una delle mie tipiche performance idiote, di quelle che appena fatte, la mia amica guardandomi in faccia esclama: “e adesso? che hai combinato?” Ecco, questa volta, mentre eravamo sedute al bar per rinfrescarci un pochino, mi è venuta un’improvvisa ed impellente voglia di spuma di bionda…così, passando a rassegna le 3 parole d’inglese presenti nel mio vocabolario, tutta spavalda, mi alzo e vado a chiederla… Ovvio… che vuoi che in Provenza non abbiano la spuma bionda della Norda? (Se mai qualcuno della Norda leggesse mai questo post, sappia che in cambio di qualche cassa, sono disposta a cercare ed a fare pubblicità alla vostra spuma, in qualsiasi parte del mondo! parola di lupetto!!) Ma soprattutto, come si fa a chiederla in un modo consono che non ti faccia apparire come una appena evasa da un manicomio? Ecco, a giudicare dalla faccia del barista, io questa risposta non posso darla. Nel caso a qualcuno venga mai la voglia di scoprirlo, NON fate come me, NON chiedete della “bevanda gassata che assomiglia al whisky nel colore ma non è alcolica”…che fa tanto Pollon in:”sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria!”