Su e giù per Valencia

Tre giorni per vedere tutto di una città dalle tante facce, spendendo il giusto: dalla spiaggia Malvarrosa alle antiche chiese, dall'imperdibile profumo di paella alla meravigliosa Ciudad de las Artes y las Ciencias
Scritto da: Pikalandi
su e giù per valencia
Partenza il: 07/05/2016
Ritorno il: 09/05/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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A Natale 2015, prima di comprare regali e regalini vari, io e la mia ragazza ci siamo concentrati su dove passare un weekend lungo di primavera dal 7 al 9 Maggio; ci siamo accordati molto in fretta su Valencia, attratti da sole, cibo, relax e pure dai prezzi molto invitanti: in dieci minuti abbiamo prenotato volo Ryanair da Bergamo per 75 € a/r ad ottimi orari (andata mattino presto del sabato, ritorno tarda serata di lunedì) e riservato una camera doppia al centralissimo Sweet Hotel Continental a 54 €/notte.

Maggio arriva in fretta ed in un attimo in tarda mattinata ci troviamo a Valencia centro, grazie all’ottimo collegamento tra aeroporto e città con la metro; la sistemazione scelta per l’hotel si rivela perfetta: la struttura è nuova, il personale cortese, la location in una traversa di Placa de l’Ajuntament e a 5 minuti a piedi dalle fermate metro di Colon e Xativa (stazione dei treni).

Lasciati i bagagli in hotel, ci dirigiamo subito verso il grande e colorato Mercat Central, un altro dei grandi esempi di riqualificazione spagnola di questi stabili diventati ormai vera e propria attrazione turistica: nonostante l’afflusso di persone, è piacevolissimo girare per i grandi banchi pieni di pesci e frutti di mare, ammirare il taglio dei gustosi jamon o le signore locali scegliere con precisione i migliori frutti in vendita sulle bancarelle. Diversamente dal mercato di Barcellona, quello di Valencia è luogo dove comprare più che mangiare in loco, così una volta trascorsa un’oretta ci rituffiamo nella città lungo l’asse che taglia l’intera Ciudad Vella da nord a sud, da Porta de Serrans alla Estacio del Nord: visitiamo rapidamente il vecchio palazzo delle Poste, la stazione stessa (che vanta un bellissimo atrio del primo Novecento) con lampade e “mosaici” di piastrelle, ed infine Placa de Toros, dove tra il nostro stupore ci viene concesso di girare liberamente su tutti i livelli delle tribune dove ci appostiamo per scattare parecchie foto.

Il tempo in rapido miglioramento ed i nostri stomaci ci fanno dirigere poi alla metropolitana, dove prendendo la linea 3 della metro fino a Benimaclet e da lì prendendo un tram, in 15 minuti netti passiamo dal centro storico della città fino al quartiere Malva Rosa, ovvero l’affaccio sulla lunghissima e larghissima spiaggia di Valencia per eccellenza, in un mutamento di paesaggio e di atmosfera così repentino da essere affascinante. Mangiamo in un chiosco sulla spiaggia pollo in insalata e cerveza al limone e trascorriamo un’oretta piacevole di relax sulla sabbia e coi piedi in acqua: a Maggio la temperatura non è ancora invitante per noi, ma guardando lungo la Malva Rosa vediamo tuffatori più coraggiosi di noi. Scendendo lungo l’estesa passeggiata con le palme che conduce dalla Malva Rosa fino alla zona del porto, non sembra quasi di essere in una città d’Europa e Mediterraneo ed i ritmi di tutti qui assumono sfumature decisamente più slow. Ormai verso il tardo pomeriggio ci spostiamo al bellissimo complesso della Ciudad de las Artes e Ciencias progettato da Calatrava e divenuto rapidamente il simbolo di una città che per emergere turisticamente aveva bisogno indubbiamente di un simbolo ben riconoscibile; passeggiare tra le affascinanti linee delle costruzioni del Palau Reina Sofia, dell’Hemisferic e del Museo de Ciencias ci richiede così tanta lunghe passeggiate, tante foto e tanta meraviglia che rapidamente il giorno finisce e ci porta una fame notevole. Grazie all’efficiente servizio di prenotazione via mail 2 settimane prima del soggiorno del richiestissimo Restaurante Navarro, riusciamo a riservarci un tavolo alle 22 per assaggiare una delle paelle de marisco più buone della città (e sicuramente la migliore mai mangiata personalmente) accompagnata da un profumatissimo calice di sangria ed un conto comunque contenuto: una tappa assolutamente da consigliare.

La mattina seguente è la pioggia a svegliarci ed accompagnare la mattinata dedicata al tour del centro storico: usufruendo anche dell’apertura gratuita dei monumenti della Domenica, visitiamo la celebre Lonja de la Seda coi suoi riflessi, il grandioso e sorprendente Palacio del Marques Dos Aguas (ex lussuosa dimora nobiliare) e Placa de la Virgen, dove si affaccia la Cattedrale della città e la fontana del Rio Turia. A pranzo ci concediamo un’abbuffata da 100 Montaditos, la conosciuta catena spagnola di ristoranti dove mangiare a pochissimo prezzo (Mercoledì e Domenica tutto a 1€) i gustosi paninetti ripieni di jamon, tonno, formaggio e mille altre varianti, accompagnando il tutto con fresca cerveza; l’esperienza ci piace così tanto che la sera stessa, passandoci davanti durante una passeggiata, decidiamo di fermarci ancora una volta ma prendendo cose tutte diverse. Prima però, dedichiamo il pomeriggio alla visita al Museo de las Ciencias di cui già il giorno prima avevamo comprato il biglietto integrato con l’entrata all’Oceanografic: l’enorme stabile espositivo richiama i grandi padiglioni delle Esposizioni Universali, andando a ricostruire la storia e le curiosità delle più importanti scoperte dell’umanità: particolarmente interessanti e divertenti si rivelano essere la zona dedicata alla genetica ed all’elettricità, mentre si dimostrano più entusiasti di tutti i tanti bambini in visita.

Il terzo e ultimo giorno della nostra Valencia lo dedichiamo per la prima metà alla visita dell’Oceanografic, uno dei 3 acquari europei più importanti insieme a Genova e Lisbona; se possibile, l’acquario di Valencia si dimostra ancora più coinvolgente, potendo offrire lunghi tunnel trasparenti sotto le vasche di squali e pesci tropicali, un padiglione artico dedicato ai grandi beluga e trichechi, aree esterne dedicate a foche e volatili e soprattutto grazie al grande spettacolo del Delfinario, per mezz’oretta di acrobazie e danze offerte da delfini ed istruttori. Usciti decisamente soddisfatti dalla visita, ci rientriamo verso il centro facendo però tappa allo stadio Mestalla per qualche foto e al Antigo Calce de Rio Turia, il lunghissimo parco pubblico di Valencia costruito all’interno del vecchio tracciato del fiume cittadino, oggi arteria verde ai confini della Ciudad Vella ed eccezionale esempio di riqualificazione urbana. Dopo un pranzo molto abbondante a buffet presso la catena spagnola Neco Restaurant, ci dirigiamo a vedere ciò che ci manca del centro cittadino, accompagnati purtroppo da qualche goccia di pioggia: acquistiamo biglietto (con prolissa audioguida inclusa) per visitare la Cattedrale in cui sono conservati anche due Goya, entriamo e usciamo in qualche negozio ed assaggiamo infine presso l’Horchateria de Santa Caterina lo spuntino dolce per eccellenza di Valencia: la fredda bevanda estratta da un tubero chiamata horchata accompagnata dalla pasta sfoglia dei fartons in un ambiente dai tratti del secolo scorso.

Poco dopo, terminato il tempo di vacanza disponibile, abbiamo salutato soddisfatti una città semplice e a “dimensione” di weekend, piacevole da girare a piedi e coi mezzi, estremamente varia come offerta (mare, musei, cucina, architettura moderna) e assolutamente consigliata a chi vuole farsi 2-3 giorni fuori-porta spendendo comunque poco.

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