Sorprendente Indonesia

Java e i suoi templi, Bali e la sua magia, le Gili e il loro paradiso naturale, e il fantastico parco naturale di Komodo
Scritto da: ScillaAlberto
sorprendente indonesia
Partenza il: 04/08/2013
Ritorno il: 25/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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4-5 AGOSTO

Domenica, la giornata trascorre lenta tra i preparativi per la partenza. Il volo parte in tarda serata e dopo 6 ore arriviamo a Dubai , dove restiamo altre 4 ore in attesa del volo per Jakarta. Arriviamo a Jakarta verso le 22:30 ora locale e , dopo una lentissima e snervante coda per le procedure del visto, finalmente giungiamo in albergo tramite taxi privato ( che ci chiede una cifra doppia rispetto ai taxi blu bird, ma questo lo scopriremo solo il giorno dopo). L’hotel prenotato dall’Italia è l’ ibis arcadia: buon hotel e buona posizione.

6 AGOSTO

Giro per Jakarta, prima al monumento nazionale per l’indipendenza, poi con tuk tuk alla parte storica (kota), dove c’è una piazza e un lungo fiume inquinatissimo. Praticamente una discarica a cielo aperto!! Nota positiva il mango juice gustato al caffe Batavia! Insomma pare che Jakarta sia una città che offra davvero poco! I tuk tuk sono spericolati, ma scopriremo che questa non è una caratteristica solo della capitale. Nel pomeriggio, con taxi pubblico torniamo in aeroporto x prendere il volo per Yogyakarta. In un’ ora circa siamo a Yogya; dall’aeroporto prendiamo il bus (transjogja) per Malioboro, dove abbiamo prenotato l’albergo. Il Pyrenees è un ottimo albergo, sia per la posizione che per tutto il resto. Dopo una doccia siamo pronti per cenare, scopriamo però che Malioboro, cosi piena di venditori di Batik, è povera di ristoranti! Ci siamo fermati nell’unico posto possibile (Legian garden, un locale su cui troneggia un cartellone identificativo enorme) ed abbiamo degustato qualche specialità indonesiana, come la torta di fagioli, gli involtini di tofu, i rosticcini di pollo (buoni) e il pollo alla balinese ( troppo piccante). L’esito della nostra cena è che la cucina indonesiana non è proprio il massimo! Ho visto passare 3 topi nel corridoio del ristorante, mi sembravano piuttosto sereni e per nulla timorosi! In particolare mi ha stupita la sufficienza con cui il personale ha reagito alla loro presenza, cosa che mi ha resa ‘un po’ ‘ tesa essendo io topofobica. Scopriremo la sera successiva che la via del nostro hotel offre diversi ristoranti!

7 AGOSTO

Sveglia presto per andare a visitare il tempio di Prambanan, sempre via transjogja. Nel pomeriggio abbiamo invece visitato il kraton che non ci ha entusiasmati, e il mercato degli uccelli, che ha cambiato ubicazione qualche anno fa (la Lonely riporta il vecchio indirizzo). Tornati in albergo sul betack, ci siamo riposati per essere più freschi la sera; in programma il ramayana ballet al prambanan theatre. Spettacolo lento, ma molto suggestivo! Al ritorno siamo tornati su un minibus di un gruppo di turisti che ci ha scortati a Malioboro. Cena al Superman restourant. Velo pietoso sul cosiddetto ‘hot dog’! Notare come in Indonesia, per il momento, non si trovino nè cani (nessuno), nè gatti ( pochissimi) per strada.. Cosa peculiare per l’Asia e che un po’ ci fa.. Sospettare.

8 AGOSTO

Sveglia abbastanza presto, oggi ci recheremo a Borobudur, non a vedere l’alba, come ci è stato consigliato, perché ancora troppo provati fisicamente. Abbiamo l’incombenza di cambiare i dollari in valuta locale, ma oggi purtroppo è festa nazionale ( è finito il Ramadan) e tutte le attività sono chiuse. Riusciamo infine a trovare un ATM funzionante, ma il secondo problema da risolvere è come giungere a Borobudur visto che il servizio di bus transjogja, che in questi giorni abbiamo utilizzato con molto agio, non funziona per via della festività. Ci appare un taxi e lo fermiamo, ci facciamo accompagnare alla stazione jombor e da lì prendiamo il bus per Borobudur. Un mezzo decrepito con i sedili piccoli e scomodi, il cui rivestimento in pelle spesso è tagliato così da rendersi fastidioso sotto al sedere. Aria condizionata assente, ma io sono sempre molto felice di muovermi con i mezzi locali perché ho la sensazione di immergermi meglio nella realtà del posto. Arrivati alla fermata, si cammina lungo la strada verso sinistra e ci si ritrova l’ingresso al tempio a destra, i turisti hanno una biglietteria e un ingresso dedicati. Il tempio è molto bello e circondato da un bel parco e da una vegetazione lussureggiante. Al ritorno abbiamo preso il bus per jombor, stipati e accaldati, e poi il transjogja, che nel frattempo aveva ripreso a funzionare, fino a Malioboro. Pennichella rigenerante in hotel e poi in giro per la strada alla ricerca di qualche batik da acquistare. La sera abbiamo cenato in uno dei warong sulla strada. In questi giorni ci è spesso capitato di essere fermati per strada da bambini e ragazzi giovani che volevano facessimo foto con loro, quasi come fossimo dei VIP. Sarà una prerogativa un po’ di tutta l’Indonesia, soprattutto delle località meno turistiche.

9 AGOSTO

Giornata di imprevisti! Il programma era di prendere il treno veloce delle 7:15 per Surabaya (arrivo previsto 12:00) da dove avremmo poi preso un bus per Probolinggo. Arrivati in stazione abbiamo scoperto che il treno era pieno e c’era posto solo su quello delle 15:00. Per evitare di aspettare fino a quell’ora e soprattutto per il timore che alle 19:30 ( ora di arrivo prevista a Surabaya) non ci sarebbero stati autobus in funzione per Probolinggo, ci siamo recati alla stazione centrale dei pullman da dove partono i bus che in 8 ore arrivano a Surabaya. Giunti lì, non avevamo abbastanza soldi in rupie per pagare i due biglietti e non c’era alcuna possibilità di pagare in dollari. Quindi, un pò frustrati, ci siamo recati all’aeroporto (tutti gli spostamenti suddetti sono stati fatti con transjogja, la rete di bus efficientissima e veloce di jogjia) con l’obiettivo di cambiare i dollari (visto che anche a Malioboro nei giorni precedenti non avevamo trovato money changer aperti) e magari di cercare un volo che partisse in giornata per Surabaya. E così è stato: denaro cambiato e trovato un volo alle 15 con arrivo previsto alle 16:10. Per il momento tutto pare risolto.. Dobbiamo solo trovare il modo di impegnare il tempo fino alla partenza. Decidiamo di usufruire del deposito bagagli, dato che per imbarcarli è troppo presto, e torniamo a Malioboro per fare un giro al mall. Abbiamo assaggiato il durian di cui avevamo sentito parlare già lo scorso anno in Cambogia, ma non avevamo avuto occasione di assaggiarlo. L’odore è effettivamente pessimo, ma il sapore è discreto (comunque non ‘celestiale’ come si dice!). Inoltre abbiamo assaggiato il famoso Kopi luwak, il caffè indonesiano ottenuto con le bacche digerite (e defecate) da un particolare ermellino ( il luwak). Trattasi del caffè più pregiato ( e costoso) del mondo (93.000 rupie x un caffè). Sapore molto intenso! Buono! Infine, dopo aver perso così un po’ di tempo, siamo ritornati in aeroporto per prendere il volo delle 15:00 per Surabaya. Giunti a Surabaya abbiamo preso il bus ‘Damri’ per la stazione dei bus Purabaja. Alla stazione Purabaja è come se tutti sapessero dove siamo diretti: al solo vederci (praticamente eravamo gli unici bianchi) ci gridavano ‘Probolinggo’ oppure ‘Bromo’ e ci indicavano la direzione da seguire. Il bus per Probolinggo l’abbiamo preso al volo, erano già tutti saliti ed il porta bagagli chiuso, inoltre il pullman era al completo e l’autista ci ha ricavato due posti in un sedile pieghevole davanti. Sospetto che fosse l’ultimo bus disponibile… Dopo circa un paio di ore arriviamo a Probolinggo, il bus imbocca proprio la via del Lava Lava Hotel, l’albergo che avevamo prenotato dall’Italia, per cui chiedo all’autista se conosce l’hotel e lui si ferma di fronte ad una agenzia viaggi locale per chiedere: il ragazzo sostiene che sia distante 20 metri per cui scendiamo con l’intento di andare a piedi. Subito il ragazzo dell’agenzia ci propone il tour guidato al Bromo ed in effetti è ciò di cui abbiamo bisogno, anche se dalle recensioni su tripadvisor avevamo letto che anche al Lava Lava le organizzavano. Visto che il prezzo era sovrapponibile e che ne necessitavamo (Gli alberghi di Cemoro Lawang erano tutti al completo, per cui per vedere il bromo dovevamo per forza affidarci ad una agenzia), abbiamo deciso di prenotare con loro: 300,000 rupie a testa per l’alba sul vulcano e poi trasporto al cratere. Il Lava Lava non era effettivamente molto distante (ma comunque molto più di 20 metri) e, a fine trattativa, i ragazzi dell’ agenzia ci hanno offerto uno ‘strappo’ in moto facendoci così sentire l’ebbrezza del pericolo da strada indonesiano! L’hotel è discreto con buona cucina, di cui abbiamo usufruito per cena, e camere minimal, ma con tutto il necessario (compresa acqua calda, aria condizionata e anche un gradevole spazio esterno dotato di tavolino e sedie).

10 AGOSTO

Poco dopo è già ora di alzarsi, alle 2:00 ci vengono a prendere col minibus per Cemoro Lawang dove saliremo su una jeep che ci porterà al Gunung Bromo a vedere l’alba per le 5:00. Giunti al Bromo, abbiamo preso posizione inerpicandoci su una collinetta e ci siamo seduti in attesa che i raggi del sole conferissero all’area del Bromo il suo aspetto sorprendente. È stata una visione eccezionale ed emozionante, fino ad ora il momento migliore del viaggio. Strepitoso! Poi la jeep ci ha portati al cratere e li, faticando e mangiando/respirando polvere e ceneri di lava alzate anche dal continuo passaggio dei cavalli che trasportano turisti, siamo saliti in cima al cratere fumante. Anche questo molto bello. Tornati in albergo, mentre consumiamo la nostra meritata colazione, veniamo ‘abbordati’ nella living da un tizio di un ‘ agenzia turistica, che evidentemente collabora con l’albergo, il quale ci convince ad affidarci a lui per raggiungere il Kawa Ijen. Il programma prevede di partire verso le 11:30 (praticamente due ore dopo) alla volta di Sempol tramite minibus privato, notte in albergo e poi alla mattina presto transfer al punto di inizio del trekking per il Kawa Ijen al termine del quale si viene portati direttamente a prendere il traghetto per Bali. Abbiamo accettato soprattutto perché eravamo tanto stanchi che l’idea che qualcuno ci spianasse così la strada ci è sembrata la cosa migliore del mondo! Abbiamo pagato 500,000 rupie a persona, compreso di albergo. Secondo l’agente è stato un prezzo d’eccezione perché erano gli ultimi due posti disponibili ( in effetti il pulmino era pieno). Dopo un viaggio di 6 ore (compresa la lunghissima pausa pranzo obbligata) siamo giunti in un paesino vicino al kawa Ijen (Sempol), in un albergo tra i peggiori del mondo (la guida aveva parlato di bellissimo albergo con aria condizionata), l’Arabica homestay! Fregatura colossale! Abbiamo cenato lì e poi siamo andati subito a dormire. Avevo talmente ribrezzo di quella stanza che ho dormito vestita!

11 AGOSTO

La sveglia suona alle 4:00 e dopo un tè caldo, tutti sul pulmino per andare al Kawa Ijen. Il trekking di 3 km in montagna (si sale fino a 3000 mt) è davvero molto faticoso, ma la fatica viene ripagata da ciò che si vede una volta giunti sul ciglio del cratere: magnifico! Poi si scende fino al lago stesso e le esalazioni di zolfo quando il vento cambia possono dare molto fastidio, addirittura in alcuni momenti ho fatto fatica a respirare e gli occhi lacrimavano. La parte peggiore è stata la risalita al cratere con la gola arsa dallo zolfo e la stanchezza accumulata. Una volta tornati al pulmino, siamo stati portati al porto di Banywuangi per prendere il traghetto per Bali. Una volta a Bali abbiamo preso un bus pubblico che ci ha portati a Pemuteran. Il trijaya guesthouse prenotato dall’Italia ci piace molto: ottima accoglienza, bella stanza, bagno con doccia esterna in stile balinese. Prenotiamo con il proprietario l’escursione per l’isola delle mangrovie e snorkeling per il giorno dopo e gli affidiamo la nostra biancheria che necessita di una loundry. L’atmosfera che si respira a Bali è più rilassata ed accogliente rispetto a Java, lo percepiamo fin da subito: le persone ci sorridono in continuazione. Dopo esserci rilassati in camera e aver usufruito della doccia esterna, (Nota negativa: non c’è acqua calda! Per ora non è un problema visto che è pomeriggio e fa caldo. Vedremo domani!) andiamo a fare un giro sulla spiaggia di sabbia nera. Ci rifocilliamo in un ristorantino sulla spiaggia e poi ci addormentiamo sul telo mare. Troppo stanchi per non svenire ad ogni occasione. Inoltre il sole sta ormai tramontando… Per cena scegliamo un warung sulla strada e poi ci ritiriamo per una lunga nottata di meritato riposo!

12 AGOSTO

Alle 8:00 ci viene servita la colazione balinese sul nostro terrazzino d’ingresso privato e alle 8:45 ci vengono a prendere per l’escursione di snorkelling a Menjangan Iland: bellissimo reef con coralli e pesci stupendi, siamo riusciti anche a vedere una tartaruga marina nuotare poco sotto di noi! Ho rimpianto di non avere mai fatto il corso di sub! Dopo l’escursione siamo andati in spiaggia a rilassarci al sole o a vedere il reef , comunque bello, della baia. La doccia fredda, al ritorno in camera, è stata meno piacevole del giorno prima! Cena in un altro warung lungo la strada principale.

13 AGOSTO

Dopo la colazione balinese siamo tornati in spiaggia a goderci ancora un po’ di vita vacanziera, ma per le 12 avevamo già fatto gli zaini e lasciato la guesthouse ( era l’ora del check out). L’obiettivo della giornata era raggiungere Ubud. Da ciò che avevamo letto dovevamo prima prendere il bus in direzione Singaraja e, una volta lì, prendere un altro bus verso Ubud. Per prendere il Bus a Pemuteran non ci si deve recare ad una fermata, basta fermarsi sul ciglio della strada ed attendere.. Prima o poi un bus o un bemo passerà! Noi siamo stati fortunati, perché la ragazza della guesthouse ci aveva detto che l’autobus sarebbe passato all’una pm, invece è passato 20 minuti prima, ma noi eravamo già lì da qualche minuto ad aspettare. Poco prima di Lovina è salita sul bus una signora olandese che parlava con padronanza il balinese ( poi ci ha spiegato che vive lì da 4 anni) e quando le abbiamo detto dove stavamo andando, ci ha sconsigliato vivamente di prendere il bus che da Singaraja andava a Ubud. Innanzitutto perché avremmo dovuto fare diversi cambi, poi perché lento, sovraffollato e con i bambini vomitanti per le curve della strada di montagna! Be’, diciamo che ci ha convinti! Quindi, seguendo il suo consiglio, siamo scesi a Lovina e ci siamo rivolti ad un’agenzia locale per farci portare con un’auto privata a Ubud. Dopo aver contrattato, abbiamo pattuito per 425.000 rupie che sono diventate 525.000 per l’aggiunta alla visita al Bratan Temple (che era di strada) e alle risaie terrazzate di Jatiluwih. Siamo arrivati a Ubud verso le 18:30 e dopo aver preso possesso della stanza al Sahadewa resort and spa, prenotato qualche giorno prima , siamo usciti per cenare. Il warung scelto aveva del cibo ottimo, ma nella casa di fronte, proprio mentre noi aspettavamo le nostre ordinazioni, hanno sgozzato un maiale che ha emesso grida agonizzanti e disperate per diversi minuti. È stato a dir poco angosciante! La sera pare che a Ubud ci sia poco da fare, per cui andiamo a dormire, domani ci aspetta un programma intenso!

14 AGOSTO

Dopo una notte poco riposante per via del materasso troppo morbido che mi ha procurato un po’ di mal di schiena, siamo usciti per visitare la famosa monkey forest. È piuttosto suggestivo vedere il santuario nella foresta abitata dalle scimmie. La cosa più divertente è stato osservare le reazioni dei turisti agli ‘attacchi’ dei macachi! Alcuni giocavano, ma altri sembravano davvero arrabbiati! Abbiamo lasciato la monkey forest per una passeggiata nei dintorni di Ubud, come consigliato dalla Lonely. Mai scelta fu più sbagliata! Non solo il percorso di 8 km è poco panoramico ( le risaie descritte dalla guida erano incolte), ma ci siamo imbattuti in un branco di cani randagi ringhianti e minacciosi, lungo dei viottoli isolati. A denti stretti e con la tachicardia, abbiamo mantenuto la calma ed abbiamo continuato a camminare lentamente , a testa bassa, finché non siamo usciti illesi dal branco. Non ricordo di essermela mai vista così brutta prima! A un certo punto ha pure cominciato a piovere. Siamo tornati in hotel per una siesta in piscina e poi di nuovo per le vie di Ubud, questa volta quelle principali! Passeggiando siamo stati fermati da alcuni ragazzi che ci proponevano uno spettacolo di danza balinese per la sera; abbiamo preso i biglietti. Al ritorno in albergo per i preparativi della sera mi sono concessa il must di Ubud: il massaggio balinese. Più tardi siamo usciti per vedere lo spettacolo danzante: è stato molto carino! Cena in un ristorante giapponese, (l’obiettivo è variare il più possibile i sapori per non nausearci a forza di nasi goreng e similari), dove però non ci siamo fidati a mangiare il pesce crudo.

15 AGOSTO

Sveglia tranquilla, il bus Perama per Kuta è alle 10:30 per cui abbiamo tutto il tempo per fare colazione con calma e rifare gli zaini. Il viaggio dura circa un ora e mezza, a mezzogiorno siamo all’Angels Kuta Hotel, prenotato dall’Italia. L’hotel è decisamente pacchiano all’esterno, ma molto curato internamente, direi quasi lussuoso. Il bagno è una favola! Avevo trovato una buona offerta e l’abbiamo pagato come un hotel medio, ma questo è di livello superiore. Raggiungiamo con una lunga passeggiata la spiaggia di Seminyak, dove incontrerò un’amica che sta trascorrendo le sue vacanze a Bali. L’impatto visivo del lungomare è bellissimo, giocare con le onde in acqua divertente e il tramonto.. Be’ il tramonto vale il prezzo del biglietto! Soprattutto mentre ti gusti una Bintang fredda sui cuscini sulla spiaggia ! Abbiamo cenato a Kuta, nel ristorante Kori consigliatissimo su tripadvisor ed in effetti è stato molto buono. Nonostante Kuta sia un brulicare di persone e locali, noi siamo troppo stanchi per fare baldoria o forse non siamo più abituati!

16 AGOSTO

Colazione in hotel e poi di corsa all’aeroporto, oggi si va a Labuan Bajo (Flores). Dopo un primo piccolo inconveniente (la receptionist ci ha chiamato un taxi, ma questo non arrivava più per cui, stizziti, ce ne siamo andati dicendo, a ragione, che per strada era pieno di taxi), ce n’è stato un secondo quando ho tentato di prelevare all’Atm in aeroporto : mi ha rilasciato uno scontrino, ma non mi ha dato soldi. Nei prossimi giorni dovrò capire cosa è successo! Con presunto largo anticipo ci rechiamo al check in, ma risulta da subito evidente che c’è qualche problema: la ragazza del check in va subito in agitazione e dopo un paio di telefonate ci dice di recarci di corsa al gate perché l’aereo sta già partendo! Veniamo affidati ad un tizio che ci fa strada correndo tra i vari steps ( pagamento tassa aeroportuale, controllo bagagli..) e ci accompagna concitatamente al gate che, in effetti, aveva ormai chiuso. Abbiamo preso l’aereo per un soffio, sarebbero bastati pochi minuti e l’avremmo perso. Mi sono accorta solo dopo che la Merpati qualche giorno prima mi aveva scritto una mail in cui mi comunicava il cambio orario. Arrivati a Labuan Bajo, c’era il ragazzo del l’albergo che ci aspettava per portarci in hotel ( hotel raggiungibile solo tramite una barca dal porto), dopo un po’ di attesa al porto siamo partiti con altri ospiti come noi del Waecucu Eden Hotel via barca. Siamo arrivati con la bassa marea, per cui la nostra barca non poteva arrivare alla spiaggia, si è avvicinato così un ragazzo dello staff con una sorta di zattera artigianale di bambù, ma anche questa s’incastrava nel fondale. Morale: siamo scesi tutti ed abbiamo camminato nell’acqua , con le gambe immerse fino alle ginocchia. Sembravamo gli sbarcati del nordafrica quando finalmente giungono a Lampedusa! Molto Wild! Molto emozionante! Il pomeriggio l’abbiamo trascorso in relax sulla spiaggia e godendo del tramonto favoloso sul mare. I bungalow sono immersi nella natura e piuttosto spartani, di notte si sentono versi di strane creature, ma il punto forte di questo posto è di farti sentire davvero dall’altra parte del mondo. Ovviamente la doccia è fredda.

17 AGOSTO

Oggi si va a Rinca a vedere i varani di komodo, l’escursione con barca privata dell’albergo l’avevo prenotata qualche giorno prima contattandoli via email. Dopo due ore di navigazione arriviamo all’isola e cominciamo il trekking con il ranger, abbiamo scelto quello di durata maggiore, più faticoso, ma con più possibilità di vedere gli animali in natura. La maggior parte dei varani in realtà li abbiamo visti nei pressi della zona di accesso al parco, dove ci sono delle fonti di cibo prodotte dall’uomo, il sospetto che gli animali vengano nutriti dagli stessi addetti ai lavori per tenerli in zona così da poter essere fotografati dai turisti, c’è. Stavano lì, 3/4 esemplari anche di grosse dimensioni a poltrire e noi a distanza ravvicinata a fare foto. Mah! Poi siamo entrati nella foresta ed è stato più bello, innanzitutto c’erano un sacco di animali selvatici, come scimmie, cinghiali, abbiamo visto un bufalo, (e relativi escrementi! Bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi!) e la muta di un cobra. Abbiamo visto un varano in una buca (è il periodo di deposizione delle uova e lo fanno in buche profonde nel terreno) e un piccolo di varano che camminava tra gli alberi. Il ranger dice che siamo stati fortunati a vedere il baby varano. La passeggiata alla fine offre anche un bel panorama. Ritornati in barca siamo andati a fare snorkelling in un paio di isolette dell’arcipelago ed abbiamo visitato il villaggio dei pescatori. Il tramonto in barca è stato bellissimo! Siamo arrivati all’hotel col buio, illuminati solo dalla luna. La barca non poteva giungere fino alla spiaggia per via del fondale, per cui, come al nostro arrivo, siamo sbarcati ed abbiamo camminato nell’acqua.

18 AGOSTO

Lasciamo il Waecicu con un po’ di rammarico, questi due giorni lontano da tutto sono stati molto belli. Ci aspetta il volo per Denpasar, oggi ci godiamo ancora un po’ di mare ondoso a Seminyak. In realtà il programma iniziale prevedeva di partire direttamente per le Gili, ma le fast boat, per i problemi di bassa marea delle Gili partono solo di mattina e il nostro volo atterra alle 12, quindi dobbiamo trascorrere una notte qui e partire per le Gili domani. Dopo aver goduto del tramonto sorseggiando un drink sui puff sulla sabbia siamo tornati in albergo, il Puri Sarong, dotato di accesso diretto sulla spiaggia. Ottimo hotel di alto livello (avevamo trovato un’offerta) per la struttura e la posizione, solo il bagno avrebbe bisogno di una rivisita. La sera abbiamo raggiunto il centro con taxi e lì abbiamo cenato al Café Bali, una squisita tartare di salmone con retrogusto al mango! Il centro di Seminyak è molto meno vivo rispetto a Kuta.

19 AGOSTO

Alle 7:00 ci viene a prendere in hotel l’autista che ci porterà al porto di Serangan a prendere la fast boat per Gili Trawangan. Il viaggio procede tranquillamente e una volta giunti alle Gili pare davvero di essere approdati in paradiso. Un posto così ci voleva! Alloggiamo al Gili Divers, a nord del molo, albergo piuttosto economico, ma carino, situato in una buona zona ricca di ristoranti e bar. Dopo aver preso la stanza, andiamo in spiaggia: la marea il pomeriggio è bassa per cui si fa un po’ fatica ad entrare in acqua, ma il reef di fronte pullula di pesci. Ho visto anche delle seppie. La corrente ti porta verso sud ed è bello lasciarsi trasportare: sembra di volare. Da questo lato dell’isola ad una certa ora del pomeriggio arriva l’ombra, per cui ci siamo spostati , attraversando l’isola dall’interno, sul lato occidentale per inseguire il sole. Qui la bassa marea è addirittura peggiore, farsi il bagno diventa un’impresa! Per cui restiamo sulla spiaggia a goderci il tramonto. Al ritorno preferiamo tornare lungo la spiaggia e a nord il fenomeno bassa marea sembra più contenuto. Forse è questo il posto migliore per fare il bagno, domani valuteremo meglio! Ceniamo al Gili Café e scopriamo che purtroppo qui il pesce non lo cucinano benissimo: il calamaro alla griglia era troppo cotto, sembrava di mangiare un copertone! Meglio i gamberi e finalmente abbiamo accompagnato il tutto con del vino bianco australiano piuttosto gradevole.

20 AGOSTO

Alcuni amici incontrati qui e con i quali trascorriamo un po’ di tempo, oggi vanno a fare un’escursione organizzata in barca che li porterà a fare snorkelling sulle tre isole. Noi preferiamo rimanere a Trawangan a goderci il mare e lo snorkelling a cui si può facilmente accedere dalla spiaggia. Facilmente sempre se uno si è portato le scarpette anti scoglio perché altrimenti l’accesso al mare può risultare un po’. Spinoso. Noi, ovviamente, non le avevamo! Difficoltà a parte, ci siamo immersi in acqua a nord con l’obiettivo di lasciarci trasportare dalla corrente, ovviamente non avevamo nulla con noi, a parte il costume e le maschere. È stato bellissimo e, meraviglia delle meraviglie, abbiamo visto una tartaruga proprio poco sotto di noi. È stato emozionante e siamo rimasti lì ad osservarla per un po’, finché non siamo stati circondati da un gruppo che stava facendo snorkelling, la cui guida si è immersa ed ha sollevato la povera tartaruga per la pinna, portandola così alla nostra altezza. Lei ci guardava e nuotava con noi, non sembrava spaventata. Tuttavia la guida non la smetteva di romperle le scatole e lei ha cercato di mordergli la punta della pinna. Dopo un po’, si vede che era stanca di noi, è salita per respirare, passandomi così vicina che ho potuto accarezzarle il carapace, e se ne è andata velocemente. È stato incredibile. Nel pomeriggio abbiamo rifatto la stessa cosa e di tartarughe ne abbiamo viste altre 3 ! Con una in particolare abbiamo nuotato per almeno un ora, sta volta senza nessun altro: solo noi due e la tartaruga. La sera i nostri amici ci hanno detto di non aver visto alcuna tartaruga con l’escursione organizzata, inoltre i punti di snorkelling erano raggiungibili anche senza barca, per cui forse vale più la pena andare sulle altre isole con la public boat e fare snorkelling in autonomia. Cena di pesce sempre mal cucinato in un altro ristorante: il tonno era così cotto da essere pastoso. Va meglio con i piccoli pesci e, a detta dei nostri amici, il barracuda è buono.

21 AGOSTO

La giornata comincia bene, con un sms di mio padre a cui avevo chiesto di sentire la mia banca per il prelievo all’ ATM di Denpasar, che mi riferisce che il prelievo risultava, ma poi è stato stornato. Oggi prendiamo la public boat per Gili Meno, partenza 9:30. Una volta arrivati, attraversiamo l’isola per raggiungere il turtle point, anche qui ci immergiamo in un punto per lasciarci trasportare dalla corrente. Abbiamo visto altre tre tartarughe! Poi siamo tornati in zona molo d’attracco perché da lì, passeggiando verso sud, si trova la spiaggia più bella. In effetti questo è il paradiso! Letteralmente il paradiso! Dopo esserci goduti il bagno in queste acque cristalline è ora di riprendere la barca che ci riporta a trawangan. La traversata è un po’ movimentata per via delle onde! Al ritorno dobbiamo traslocare, perche l’ultima sera al Gili Divers non c’era posto e dobbiamo trasferirci al Tropicana: qui ad un prezzo contenutissimo (sempre un’ offerta) ci siamo accaparrati un bellissimo ed enorme appartamento. Ultima cena alle Gili, volevamo provare a mangiare il pesce cucinato come si deve, per cui optiamo per un ristorante gestito da italiani, il Blu d’amare, ma incredibilmente ci rimbalzano dicendo che è tutto prenotato fino a sabato sera! Ma come?!? Oggi è solo mercoledì! Rammaricati ci rechiamo in un altro posto sulla spiaggia, ma la cena è mediocre.

22 AGOSTO

Mattinata trascorsa passeggiando e facendo foto, siamo un po’ scottati e oggi preferiamo fare una pausa dal mare. Inoltre alle 12 abbiamo la fast boat che ci riporterà a Kuta. È triste lasciare questo posto. Consigli per le Gili: portare maschera e scarpette da scoglio, munirsi di un po’ di pazienza soprattutto a Gili Trawangan perché di giorno è un po’ troppo incasinata, soprattutto lungo la strada dove passeggiare può diventare snervante per il continuo passaggio dei carretti trainati dai cavalli e i turisti in bicicletta ed infine tappatevi le orecchie: qui si sente parlare solo italiano! A posteriori opterei per Gili Meno (Gili air non l’ho vista) meno caotica, ma comunque dotata di qualche posticino per mangiare. Tanto a trawangan non é che ci sia la movida, anzi la sera è piuttosto tranquilla. Il viaggio di ritorno verso Bali con la fast boat è stato T E R R I B I L E! Non so se dipenda dal fatto di essere partiti tardi (12:00) o se dalle Gili a Bali le correnti siano opposte, ma se il viaggio di andata era stato tranquillo e piacevole, così da consentirmi di dormire la maggior parte del tempo, quello di ritorno è stata un’odissea. I finestrini innanzitutto dovevano restare chiusi, altrimenti per le onde sarebbe entrata acqua, questo significa non avere un po’ di vento in faccia che , si sa, quando si ha un po’ di nausea aiuta. La barca sbatteva su e giù per le onde, sembrava di stare sulle montagne russe, ma era un po’ meno divertente. I vuoti allo stomaco continui portavano necessariamente ad un senso di nausea. Qualcuno ha vomitato, qualcuno a volte gridava. Io non ho mai avuto paura che succedesse qualcosa di grave, ma ho lottato con tutta me stessa per non vomitare: mi sono alzata e sono rimasta in piedi per almeno un’ora, guardando avanti e piegando le ginocchia ogni volta che la barca stava per sbattere violentemente la prua sull’acqua, in modo da diminuire il senso di vuoto, con lo sguardo sempre avanti e cercando di non pensare alla nausea che avevo. Dopo un bel po’, la situazione è migliorata, eravamo sotto costa e c’erano meno onde, eravamo ormai a Padang, dove è scesa un po’ di gente. Da Padang al nostro punto d’arrivo eravamo la metà delle persone, non c’erano onde, tanto che i finestrini erano aperti; ho dormito tutto il tempo, crollata per la tensione accumulata. È stato devastante e mi ha lasciata sotto sopra per tutto il giorno. Dopo aver preso possesso della stanza all’Harber hotel, prenotato qualche giorno prima, siamo andati a mangiare qualcosa e poi in spiaggia a goderci il tramonto. Ottimo l’Harper Hotel (al Kuta Angel non c’erano più stanze in offerta ed era fuori budget), sia per posizione che per rapporto qualità/prezzo. Per cena siamo tornati al Kori, buonissimo! In generale abbiamo preferito, un po’ in controtendenza , Kuta a Seminyak. Sarà perché è tutto più vicino a Kuta, si può andare dalla spiaggia al centro passeggiando, mentre Seminyak è più decentrata e risulta necessario il motorino o forse sarà perché Kuta ci è sembrata più viva, ma non eccessiva o volgare. Decisamente belli sono i baretti con i puff sulla spiaggia di Seminyak.

23 AGOSTO

Mattinata in poppies 1 in cerca di acquisti, tra sarong floreali, magliette e magnetini. Preleviamo un po’ di contante che ci servirà per l’ultima tappa del nostro viaggio: Bukit Lawang, Sumatra, alla ricerca degli orango tan. Là nessuno accetterà la carta per cui dobbiamo premunirci di contante. Il lungo viaggio verso Bukit Lawang comincia con il volo che da Denpasar ci porta a Jakarta, da cui, un ora dopo, prenderemo il volo per Medan. A jakarta rischiamo subito di perdere il volo perché il terminal a cui arriviamo è diverso da quello da cui parte il volo per Medan. Con i minuti contati, usciamo dall’aeroporto in cerca del bus giallo che fa la spola tra i 3 terminal; non vedendone nessuno decidiamo di prendere un taxi. Il taxista ci chiederà una cifra spropositata per la tratta breve (30000 rupie), approfittando della situazione e del nostro stato di agitazione. Ci tuffiamo dentro, facendoci largo tra la coda di persone in fila al controllo di ingresso al terminal, scusandoci e spigando che rischiamo di perdere il volo. Di corsa al check-in che stava chiudendo e poi al gate, riusciamo a prenderlo, ma siamo un po’ trafelati! Arrivati a Medan ci aspetta l’autista che ci porterà al Sam’s Bungalow, con cui mi ero accordata qualche giorno prima. Il viaggio in macchina è lungo, le 4 ore previste sono state 3 visto il minor traffico serale, ma comunque è stata lunga arrivare fino a Bukit Lawang. Il Bungalow è spartano, ma carino, con un bel balconcino che dà sulla giungla. La doccia purtroppo è fredda, ma pare che qui sia normale.

24 AGOSTO

Sveglia presto, dopo aver fatto colazione si parte per il trekking nella giungla, insieme alla nostra guida Sandy. I primi orangotanghi che vediamo sono un gruppo di tre, un piccolo e due adulti. Bellissimo ed emozionante! Subito lì vicino ne abbiamo visti altri 2. Sandy è bravissimo nello scorgere gli animali nella giungla, ci ha indicato anche una cosiddetta ‘Thoma’s leave Monkey’ e un gibbone. Per un bel po’ abbiamo camminato nella giungla, con non poca fatica, senza vedere altri oranghi. Vedere gli orango tan completamente Wild è difficile perché vivono sulle cime degli alberi e nel profondo della giungla, quelli che si riescono più spesso a vedere sono i semi Wild. Noi ci proviamo lo stesso e continuiamo col nostro trekking. A un certo punto Sandy individua un’altra femmina di orango, anch’essa semi Wild di nome Jecky, con il suo piccolo. Ci avviciniamo per guardarla meglio e fare delle foto, ma ad un certo punto è lei che inizia a venire verso di noi con passo deciso. Sandy ci dice di allontanarci ed io mi metto quasi a correre, lei ci insegue! L’ultimo della coda ( eravamo solo noi tre) è Alberto che viene preso per un braccio da Jacky che poi lo stringe intorno alla vita per non farlo scappare. Terrore! Cosa si deve fare in questi casi? Ci aspettavamo che Sandy lo sapesse, ma in realtà ho visto anche lui piuttosto spaventato e i suoi tentativi di allontanare l’orango fallivano tutti. Io non sapendo cosa fare, scattavo foto alla coppia di mammiferi, un primate ed un umano, divisi da una così piccola percentuale di DNA, che si tenevano teneramente mano nella mano. Alberto era spaventato, temeva che Jacky lo mordesse, ma in realtà lei non sembrava aggressiva, solo lo teneva stretto per non farlo scappare. Alla fine, su nostro consiglio, Sandy ha offerto della frutta a Jecky che, con poca convinzione, ha finalmente lasciato la mano del suo amato per andare verso il cibo. Ci siamo immediatamente allontanati, terrorizzati, ma emozionati. È andata bene, Jacky non é mordace come la famigerata Mina e questo resterà un bellissimo episodio da raccontare, io l’ho anche immortalato ! Il ritorno lo abbiamo fatto con il rafting sul fiume, bello. Una volta giunti al Sam’s Bungalow siamo andati alla piattaforma di alimentazione del centro di recupero, che è proprio lì vicina, per vedere altri oranghi. Abbiamo visto un’altra femmina con cucciolo. Stanchissimi, ma felici torniamo in stanza; è stata una faticosa giornata ! Dopo aver riposato qualche ora, siamo pronti per cenare, il ragazzo della guesthouse ci dice che se vogliamo ci sarà il party del sabato sera, ma siamo troppo stanchi e ci sveglieremo presto anche domattina per essere in aeroporto.

25 AGOSTO

Arriviamo in aeroporto in anticipo: essendo domenica c’era poco traffico. Prendiamo il volo per Jakarta e, una volta preso possesso della stanza al Neo Hotel Cideng, ci facciamo portare da un Tuk Tuk al mall più vicino, il Grand Indonesia. Siamo alla ricerca di qualche regalino dell’ultimo minuto, ma qui non troviamo nulla che faccia al caso nostro. Dopo aver controllato qualche recensione on line, ci facciamo portare in un secondo mall, Pasaraya Grande, qui troviamo un po’ di cose di artigianato locale che ci soddisfano. Ovviamente tutte cose che costano molto di più rispetto ai mercatini per la strada di Yogyakarta o Ubud! Tuttavia c’è sempre qualcuno di cui ci si ricorda alla fine. Torniamo in albergo, è ora di dormire, alle 4:00 a.m. ci sarà un taxi ad attenderci per riportarci in aeroporto. È finito il nostro viaggio, con un conteggio finale di 7 voli interni, senza annoverare gli spostamenti via terra e mare, una decina di tartarughe viste, contando anche la famiglia di tartarughe di acqua dolce viste nella giungla, diversi esemplari di varano di Komodo, altrettanti orango tan, innumerevoli macachi, diversi episodi di malessere gastroenterico, ma tanta tanta soddisfazione per ciò che abbiamo vissuto.



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