Il fascino discreto dell’Oman… e Dubai
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9 MARZO 2016
Atterriamo all’alba all’aeroporto di Dubai con un volo della Qatar, svolgiamo rapidamente le pratiche di noleggio per una Toyota Fortuner e ci dirigiamo verso nord in direzione del MUSANDAM, un’enclave omanita nel territorio degli Emirati Arabi. Faccio una precisazione riguardo il noleggio dell’auto: abbiamo dovuto prenotarla dall’Italia contattando telefonicamente un operatore della www.europcar.it in quanto per entrare in Oman è necessaria la green card in originale (da pagare in loco) richiesta che non avremmo potuto fare se avessimo fatto la prenotazione on line. Il primo Emirato che incontriamo è Sharjah, il terzo in ordine di grandezza dei sette che compongono gli Emirati Arabi Uniti. Sono circa le 7.00 del mattino e, vista l’ora, l’unica cosa che possiamo fare sono due passi nell’Heritage Area nei pressi della Corniche. In questa zona c’è un suq che a detta della Lonely è uno dei più antichi degli Emirati Arabi ma purtroppo apre alle 9.00 e la nostra meta è Khasab che dista ancora qualche ora di viaggio. Nel frattempo il tempo è peggiorato e percorrere l’autostrada con ai lati le dune dorate del deserto sotto una pioggia battente fa un certo effetto. Ci fermiamo per un pranzo veloce nell’Emirato di Ras Al Khaimah, l’ultimo prima di arrivare in Oman dove entriamo tramite il posto di frontiera di Shams/Tibat, sbrighiamo le pratiche d’ingresso ed eccoci a percorrere una bellissima strada costiera con vedute spettacolari, questa volta col sole, che ci porterà fino a Khasab. Khasab è piccolina, ha un forte di costruzione portoghese, il Khasab Fort, un porto dove attraccano le grandi navi di crociera, un castello, il Khmzera Castle, un Supermercato Lu Lu molto fornito, e una bella e grande spiaggia, la Bassa Beach, sulla quale questa notte campeggeremo in piena libertà. Apriamo velocemente la nostra Quechua Two Second, ceniamo con il cibo comprato da Lu Lu e ci addormentiamo con il dolce rumore del mare. NOTTE IN CAMPEGGIO
10 MARZO 2016
Ci svegliamo all’alba in compagnia di centinaia di gabbiani, facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia, camminare sulla riva del mare è bellissimo e basta veramente poco per sentirsi bene. A Bassa Beach ci torneremo stasera, oggi ci aspetta un’escursione all’interno nel Jebel Harim, la Montagna delle donne. La nostra Toyota si arrampica su una pista sterrata attraversando bellissime formazioni rocciose fino ad arrivare all’Altopiano di Sayah, l’aria è rarefatta e dalla strada si possono vedere piccole terrazze coltivate a frumento con capre e asini che pascolano indisturbati, il tutto in mezzo a strette vallate e case in pietra abitate da gente che non conosce modernità. Durante la discesa dal Jebel Harim ammiriamo la spettacolare depressione del Rawdah Bowl piena di acacie e di alberi di ghaf. Proseguiamo verso il fiordo di Najid e ammiriamo un panorama da cartolina sull’Oceano Indiano. Ritorniamo a Khasab e, dopo esserci fermati per prenotare un’escursione tra i “fiordi d’Arabia” per l’indomani mattina in una delle agenzie vicine al porto, raggiungiamo ancora Bassa Beach per trascorrere un’altra notte in riva al mare. NOTTE IN CAMPEGGIO
11 MARZO 2016
Dopo una bella dormita facciamo colazione con muffin e succhi di frutta, chiudiamo la nostra Quechua e, a malincuore, diamo un ultimo sguardo alla splendida spiaggia che ci ha ospitato per due notti e regalato albe stupende. Il campeggio secondo me è stata una scelta azzeccata in quanto l’Oman è un paese facile da visitare con una criminalità pari allo zero, ma non avendo però aree attrezzate l’abbiamo alternato agli hotel per avere quelle comodità che in tenda non si possono avere. Alle ore 9.00 siamo pronti per l’escursione nei fiordi omaniti. Navighiamo in un confortevole dhow, piccola barca locale, in queste strette baie con le montagne che scendono a picco sul mare, avvistando alcuni gruppi di delfini e fotografando le loro simpatiche acrobazie. La barca è bella e ben tenuta, ha dei coloratissimi cuscini su cui sdraiarsi e ci vengono offerte bevande fresche e frutta in abbondanza. Rientriamo a fine mattinata, andiamo da Lu Lu a comprare qualcosa per il pranzo e ripercorriamo la stessa strada dell’andata che ci riporterà a Dubai. Consegniamo all’aeroporto di Dubai la grande Toyota Fortuner e con la moderna ed efficiente metropolitana raggiungiamo Deira, il quartiere nel quale si trova il nostro hotel. Notiamo che ogni treno della metro ha due vagoni speciali: uno è il Gold Class per coloro che vogliono viaggiare più comodi pagando però un biglietto più caro, l’altro è riservato alle donne con bambini ed è delimitato da una riga rosa oltre alla quale gli uomini non possono andare.
RAHAB HOTEL. Molto spartano situato nel quartiere periferico di Deira. Camere pulite e personale disponibile. Connessione wi fi e aria condizionata. Vicino al mercato del pesce e alla fermata della metropolitana Palm Deira. Adatto solo a viaggiatori con poche pretese. VOTO 6
12 MARZO
Prima di immergerci nella lussuosa downtown, iniziamo a scoprire Dubai visitando uno dei quartieri più antichi della città, il Al Fahidi a Bur Dubai, completamente ricostruito con le case in pietra e le tipiche torri del vento, un sistema escogitato dalle antiche popolazioni del Golfo Persico che aveva lo scopo di catturare l’aria esterna e incanalarla verso le stanze sottostanti delle case, ci sono anche negozi d’artigianato e piccoli musei. Doverosa la visita al Suq dell’Oro più grande del mondo. In queste piccole vie troviamo numerosi negozi che espongono gioielli esagerati e pietre preziose, non mancano numerosi venditori che si avvicinano propinandoti orologi di marche famose o insistono per portarti all’interno dei loro negozi e invogliarti a comprare i loro prodotti. Poco distante, nel Suq delle Spezie, ci perdiamo tra colorati sacchi di juta pieni di prodotti mediorientali. Cambiamo decisamente zona fino ad arrivare a Dubai Marina dove il mare ha l’acqua limpidissima e c’è una splendida promenade lungo la quale si affacciano ristoranti e negozi lussuosi, mentre alle spalle del lungomare svettano maestosi e imponenti grattacieli. Notiamo quanto la pulizia dei marciapiedi e, a dire il vero di tutta la downtown, sia addirittura maniacale! La curiosità di entrare nel Dubai Mall, il centro commerciale più grande del mondo, è tanta ed è difficile decidere quanto fermarsi. Non è solo shopping con 1200 negozi, ma anche un centro divertimenti con bar e ristoranti, l’acquario più grande del mondo, le cascate, la pista di pattinaggio sul ghiaccio, un cinema con 22 sale…se si hanno soldi da spendere questo è il posto giusto! Per il pranzo scegliamo uno degli tanti fast food, raggruppati su un unico piano e, dopo aver pranzato ci perdiamo tra le mille attrazioni di questo immenso Mall. Ma l’attenzione principale la rivolgiamo alle Dubai Fountain che, dal tramonto in poi,ogni mezz’ora offrono uno spettacolo suggestivo con tanto di musica di sottofondo ai piedi del Burji Khalifa, il grattacielo più alto del mondo,anch’esso illuminato per l’occasione. La prima giornata in questa città “esagerata” finisce qui, riprendiamo la metropolitana e ritorniamo a Deira, un quartiere che, secondo me, ha un aspetto più “umano” e più vicino alla tradizionale realtà dei paesi del medio oriente. Le case sono basse e popolari con i panni stesi all’esterno delle finestre, i vicoli sono caotici, le strade non particolarmente pulite e tutto questo contrasta molto con la Dubai scintillante e consumistica che abbiamo avuto modo di vedere oggi. RAHAB HOTEL
13 MARZO
Stamattina andiamo al Deira Fish Market che si trova vicino al nostro hotel. Decine di commercianti offrono il pescato del giorno, ci destreggiamo tra i banchi ricolmi di gamberi, aragoste, granchi e molte altre qualità di pesce, l’acqua scorre sul pavimento portandosi dietro il sangue e i resti dei pesci appena puliti mentre qualche gatto intimorito aspetta che qualcuno si accorga di lui per rimediare un pasto. Facciamo colazione in un piccolo bar davanti alla fermata degli autobus con un buonissimo succo di papaya e una brioche confezionata e riprendiamo la metro che ci porterà alla fermata di Emirates Towers. Da qui raggiungiamo la Jumeirah Mosque l’unica a Dubai che accoglie visitatori non musulmani, sicuramente bella anche se non paragonabile ad altre moschee che abbiamo visto in Medio Oriente. Prossima tappa il famosissimo e fotogenico Burj Al Arab, o Vela che svetta sul mare. Purtroppo l’ingresso è vietato a meno che non si abbia la prenotazione in uno dei ristoranti all’interno dell’hotel e siccome noi non l’abbiamo, ci limitiamo a fotografarlo solo dall’esterno. Poco distante c’è il lussuoso Madinat Jumeirah, un suq tradizionale anche se di tradizionale ha ben poco, dalla tipica architettura araba all’interno del quale ci sono lussuosi negozi di artigianato ed eleganti ristoranti, dall’esterno si ha una splendida vista sul Burj Al Arab. La serata decidiamo di trascorrerla a Dubai Marina Walk, la zona è piena di vita, ci “gustiamo” lo struscio della gente e la “sfilata” delle macchine, ovviamente per la maggior parte fuoriserie! Fotografiamo Lamborghini, Ferrari e Maserati e coloro che sono alla guida gentilmente salutano ringraziando per la nostra considerazione! Finisce qui la nostra visita a Dubai, sicuramente non avremo visto tutto, perché, come capita spesso in tutti i viaggi, rimane sempre qualcosa di inesplorato, però riguardo a Dubai per me va bene così, sono contenta di averla vista, sicuramente è una città dinamica e proiettata verso il futuro, ma non ci tornerei perché in fondo mi è sembrata senz’anima, finta, frutto solo di una ricchezza spropositata. Non c’è stato niente in particolare che mi abbia colpito, i centri commerciali enormi, i cantieri a cielo aperto, le attrazioni costose (vedi l’acquario del Dubai Mall) e i luoghi senza un minimo di storia non mi attraggono più di tanto. Detto questo non escludo che sia una città da visitare perché ogni posto merita di essere visto, poi ognuno di noi lo vede con i propri occhi. RAHAB HOTEL.
14 MARZO
Alle 7.30 partiamo per Muscat, il bus è confortevole, i biglietti si fanno direttamente sul posto e costano circa 13 euro a persona. Dopo circa 6 ore arriviamo nei pressi del Seeb International Airport e l’autista gentilmente ci fa scendere anche se non c’è fermata. Pochi minuti di cammino e siamo al suo interno, cerchiamo il box della Dollar per ritirare l’auto ma ci dicono che si trova a qualche chilometro fuori dall’aeroporto, siamo così costretti a prendere un taxi pagandolo circa 15 euro per coprire 4/5 Km.!…azzzz…. non avevamo ancora ben chiaro il cambio euro/rial omaniti! Ritiriamo la Toyota Prado che sarà la nostra compagna di viaggio per i prossimi 9 giorni e ci dirigiamo verso il centro città che si raggiunge in una mezz’oretta/tre quarti d’ora di autostrada. A Muscat ci fermiamo giusto per fare rifornimento di cibo nell’ormai “familiare” Supermercato Lu Lu, mentre rimandiamo la visita della città alla fine del tour. La nostra destinazione è una delle spiagge che si trovano a sud, scegliamo la spiaggia di Yiti che, a detta della Lonely, è grande ed è possibile campeggiare. Le montagne sono quasi a picco sul mare, non vi è traccia di turismo, solo gente locale, un baretto in fondo alla spiaggia e alcune barche di pescatori, tutto estremamente tranquillo e rilassante. Stasera andiamo a dormire molto presto….da queste parti c’è ben poco da fare se non ammirare in silenzio lo spettacolo del cielo stellato con il sottofondo del mare. NOTTE IN CAMPEGGIO
15 MARZO
Percorriamo la costa fino a Qurayat, con il suo forte ottocentesco che visitiamo e le sue torri di guardia sul mare e facciamo una sosta al Sinkhole Park, una dolina calcarea dall’acqua cristallina con attorno un bel parco curato. Riprendiamo l’autostrada e usciamo a Fins per vedere la Withe Beach. Da qui seguiamo la costa verso sud, percorrendo una strada sterrata fino ad arrivare alla spiaggia che è davvero molto bella, ha un bel mare azzurro ma soprattutto una posizione selvaggia. Proseguiamo fino al famoso e imperdibile Wadi Shab. Con una barchetta attraversiamo la prima parte del wadi e ci incamminiamo verso il canyon arrampicandoci sulle rocce circondate da una rigogliosa vegetazione e da pozze di acqua incredibilmente trasparenti. Il percorso è un po’ impegnativo e a tratti l’acqua è alta ma la fatica è ricompensata dal meraviglioso paesaggio. In queste acque trasparenti è possibile rinfrescarsi mentre per camminare sulle rocce consiglio scarpe da ginnastica e sconsiglio assolutamente le infradito.Siamo quasi a fine giornata, l’ultima tappa è la cittadina di Sur, considerata da alcuni storici la città d’origine del popolo fenicio,nella quale pernotteremo. Purtroppo è tardi e non abbiamo tempo di visitarla, facciamo il check in in hotel e andiamo a cena in un ristorante sul mare ammirando dalla sua terrazza il bellissimo paesaggio notturno della corniche.
ALAFEEH CORNICHE HOTEL. Posizionato lungo la corniche, ha camere spartane ma pulite. C’è la Wifi e l’aria condizionata. Personale cortese. Una buona scelta per chi non vuole spendere troppo. VOTO 7
16 MARZO
Da Sur ci spostiamo verso l’interno fino ad arrivare ad un altro wadi imperdibile: il Bani Kalid un’altra oasi naturale incastonata nella verde vallata. Lo risaliamo inerpicandoci tra le rocce bianchissime con l’acqua sorgiva che scendendo forma alcune piscine naturali color smeraldo. E’ più semplice da risalire rispetto al Wadi Shab, basta seguire un sentiero che s’inerpica nelle strette gole per vedere splendidi scenari. Lasciamo il Wadi Bani Kalid e la sua spettacolare natura e ci spostiamo fino a Al – Mintirib, porta d’ingresso delle Sharqiya Sand. Il sole è ancora alto e fa molto caldo, ci inoltriamo nel cuore del deserto per 25/30 Km. percorrendo una pista battuta tra dune, cammelli e tende di beduini, ogni tanto usciamo dalla pista e proviamo l’ebrezza di “cavalcare” qualche duna senza mai insabbiarci, altre volte ci fermiamo, ne scegliamo una e la scaliamo fino in cima per ammirare l’infinita distesa di sabbia che sembra non finire mai. Per vivere a 360° l’esperienza nel deserto abbiamo deciso di trascorrere la notte in autonomia nella nostra Quechua, senza appoggiarci ai tanti campi tendati organizzati. Posteggiamo la nostra 4×4 e montiamo la tenda sotto ad una duna molto alta. Sono circa le 18.00 e il sole è già tramontato, mentre stiamo programmando il tour del giorno dopo vediamo in lontananza sollevarsi una nuvola di sabbia che in poco tempo ci raggiunge e ci avvolge. Chiudiamo velocemente la macchina e corriamo a ripararci nella tenda che sbatteva per il forte vento. Ci ripariamo al suo interno e ci resteremo per ben tre ore, devo dire anche con un po’ di timore, fino a quando la tempesta finisce. Quando titubanti usciamo dalla tenda non c’è più un filo di vento, solo il riflesso della luna sulle dune e la magica sensazione di essere gli unici ad avere come compagnia questa straordinaria natura. NOTTE IN CAMPEGGIO
17 MARZO
Ci svegliamo all’alba, usciamo dalla tenda e ci troviamo davanti allo splendore di un nuovo giorno, stendiamo le braccia nell’aria fresca e camminiamo sulla sabbia fredda, con un silenzio rotto solo dal cinguettio degli uccellini, chiudiamo la nostra tenda e, guardandoci intorno, immortaliamo nella nostra memoria le immagini di un’esperienza che forse non si ripeterà più, ma che sarà sicuramente uno di quei momenti che porteremo sempre con noi. Oggi è giovedì e stamattina a Sinaw c’è il mercato settimanale del bestiame e noi abbiamo organizzato le date del viaggio per poterlo vedere. Raggiungiamo la zona del Suq e la scena che ci si presenta di fronte è alquanto suggestiva. Un enorme cerchio formato dagli omaniti compratori e una serie di venditori che girano in cerchio con pecore e agnelli in braccio pronti per essere venduti. I compratori ispezionano gli animali e concludono gli affari con una stretta di mano mentre le donne, alcune avvolte nel loro “abaya” nero, altre invece con la tradizionale maschera facciale, assistono insieme ai bambini alle trattative. Ci spostiamo verso Nizwa dove ci fermeremo un paio di giorni. Intorno alla città in epoche passate sono stati edificati molti forti, castelli e torri di avvistamento. Visitiamo il Balha Fort, Patrimonio dell’Unesco che un restauro durato molti anni l’ha riportato alla luce in tutta la sua bellezza. La visita è libera e gli interni sono un po’ spogli, come del resto in quasi tutti i forti, mentre la vista dall’alto su monti e palmenti è bellissima. A pochi chilometri di distanza c’è un altro importante forte: il Jabrin Fort che rispetto a quello di Balha è più ricco di decorazioni interne e ha camere arredate con tappeti e mobili e finestre che si affacciano sul grande palmeto. Molto belli sono i soffitti in legno decorati con pitture a disegno floreale. La giornata volge al termine e stasera finalmente ci concediamo il privilegio di pernottare in un hotel.
MAJAN GUEST HOUSE. Si trova lungo la grande e trafficata strada che porta a Nizwa. Posteggio gratuito davanti all’hotel. La posizione è abbastanza comoda ma l’auto è indispensabile. Camera ampia e pulita, aria condizionata, set di cortesia, frigorifero e wifi gratuita. Personale disponibile e cortese, manca l’ascensore ma il personale porta i bagagli al piano. Prima colazione compresa nel prezzo e possibilità di cenare nell’attiguo ristorante dell’hotel. VOTO 8
18 MARZO
Anche a Nizwa dalle 7.00 alle 9.00 di ogni venerdì c’è un famoso mercato del bestiame e noi ci affrettiamo per esserci. E’ molto simile a quello di Sinaw, nella piazza antistante al suq c’è molta gente e molti pick-up e camion parcheggiati, alcuni stanno scaricando del bestiame, soprattutto capre e qualche mucca. Anche qui le trattative si svolgono in una struttura circolare coperta, gli uomini in abiti tradizionali sono seduti sui gradoni o in piedi e attendono che i venditori comincino a proporre il loro bestiame. Poco dopo uno dopo l’altro gli allevatori iniziano il giro con i loro animali, alcuni riescono a vendere, altri sono meno fortunati… è tutto molto vero e poco turistico. Lasciamo la città e ci dirigiamo all’interno verso il Jebel Shams, una catena montuosa con cime che raggiungono i 3000 metri per vedere il soprannominato Grand Canyon d’Arabia e precisamente il Wadi Ghul. Purtroppo non è una bella giornata, pioviggina e ci sono molte nuvole. Arriviamo in un piccolo villaggio: case di fango, bambini che giocano, capre che cercano invano qualcosa da mangiare. Da qui parte un sentiero che segue il bordo del canyon per qualche centinaia di metri, non ci sono protezioni ma il percorso non è pericoloso. Speriamo, inutilmente, in un cambiamento del tempo, arriviamo fino in fondo al sentiero ma la maestosità del canyon la possiamo solo immaginare perché è quasi tutto avvolto da una leggera nebbiolina. Ritorniamo al posteggio, a queste altitudini l’aria è piacevolmente fresca, mangiamo un panino e ripartiamo verso il villaggio semi abbandonato di Al-Hamra uno dei centri più antichi del paese noto per le sue case di fango e paglia in stile yemenita, visitiamo anche Misfat un caratteristico paesino adagiato sulle ripide pareti di un wadi con case in pietra terrazzate e piantagioni di datteri, molto verde e ricco di torrenti nei quali bimbi e adulti si rinfrescano. MAJAN GUEST HOUSE.
19 MARZO
Oggi ci aspetta il Jebel Akhdar, “la verde montagna”, che sale fino a quasi 3000 metri e ospita piantagioni di datteri, vallate e villaggi a terrazza. Le strade sono strette e dissestate ma la nostra Toyota arranca senza problemi e di tanto in tanto si aprono davanti ai nostri occhi panorami molto simili alle nostre montagne alpine. Anche oggi il tempo non è bello e siamo costretti a ripararci in macchina per l’arrivo di un forte temporale che una volta finito lascia spazio ad un bell’arcobaleno. Ritorniamo verso Nizwa dove ci aspetta un po’ di shopping nel suo pittoresco suq. MAJAN GUEST HOUSE
20 MARZO
Il programma di oggi sarebbe stato quello di avventurarci nel selvaggio Wadi Bani Awf, ultima “fatica” prima di dedicarci alla scoperta della tranquilla Muscat, ma purtroppo siamo costretti a rinunciarci perché un accompagnatore di un gruppo italiano incontrato durante un’escursione, ci ha riferito che negli ultimi giorni, in quella zona, ci sono state delle forti piogge e grandinate che hanno compromesso notevolmente le strade rendendole impraticabili e pericolose. Ne prendiamo atto e decidiamo allora di visitare le Tombe di Al-Ayn e Bat. In Oman le strade sono ben tenute e in ottime condizioni ma la segnaletica lascia un po’ a desiderare soprattutto nelle zone remote e per raggiungere il villaggio di Al-Ayn abbiamo avuto non poche difficoltà, ma ancora più difficile è stato individuare le tombe per la mancanza totale di indicazioni, tanto da essere tentati a rinunciarvi, anche se alla fine dopo tanto cercare riusciamo ad individuarle sul crinale della montagna! Queste tombe, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, si trovano ai piedi dello spettacolare Jebel Misht e sono una chicca per gli appassionati di archeologia, sembra che risalgono al periodo compreso tra il 3000 e il 2000 a.c. e potevano ospitare le salme di ben 200 persone. Proseguiamo poi verso Rustaq dove ci aspetta un altro forte che però vedremo solo dall’esterno. Muscat ci accoglie nel tardo pomeriggio, ci mettiamo alla ricerca del Nuzha Hotel Apartment, che ci ospiterà per la notte e che, secondo le indicazioni di Booking, si trova nella città vecchia, abbiamo qualche problema a trovarlo ma a forza di chiedere indicazioni ce la facciamo!
NUZHA HOTEL APARTAMENTS. Posizione comoda anche se Muscat è una città molto estesa ed è necessario avere una macchina, posteggio davanti all’hotel, monolocale pulito e spazioso con uso cucina, set di cortesia con prodotti da bagno però con un solo asciugamano. Aria condizionata, ascensore, wifi. VOTO 7
21 MARZO
La prima visita che facciamo stamattina è quella alla Grande Moschea, splendido esempio di architettura islamica moderna e dono fatto dal sultano Qaboos al suo popolo in occasione del trentesimo anniversario della sua ascesa al trono. Sia l’esterno con i suoi impeccabili giardini e la lucentezza del marmo bianco di Carrara, che lo splendido interno, sono particolarmente curati. La sala di preghiera, che può contenere circa 6600 uomini, ci lascia letteralmente estasiati: il pavimento è coperto dal secondo tappeto più grande del mondo (oltre quattromila metri quadrati con un peso di 21 tonnellate, annodato da 600 tessitrici in 4 anni di lavoro) mentre se volgiamo lo sguardo verso la cupola vediamo un imponente lampadario di 14 metri in oro e cristallo di Swarosky. Per ammirare questo capolavoro con la giusta tranquillità consiglio di arrivare molto presto, considerato anche che la Moschea è aperta ai non mussulmani solo dalle 8.00 alle 11.00.
Poco distante c’è la magnifica Royal Opera House, dall’esterno ammiriamo la sua architettura e i suoi prati perfetti. Ci spostiamo poi verso sud fino alla città vecchia per ammirare in tutta la sua semplice bellezza il Palazzo del Sultano Qaboos che non ha niente a che vedere con lo sfarzo degli altri palazzi arabi. Davanti all’ingresso c’è una squadra di lavoratori stranieri indaffarata a sistemare i curatissimi giardini e a lucidare i marmi dei marciapiedi. Arriviamo poi all’Al Bustan Palace che visto dall’esterno non ci sembra particolarmente lussuoso ma appena entriamo nella grande hall rimaniamo senza parole per la sontuosità di questo edificio che più che un hotel sembra un palazzo di qualche sceicco. Attorno alla hall ci sono dei salotti con mobili in stile arabo, grandi lampadari in cristallo e sale da tè, mentre in un angolo quasi nascosto ci sono gli ascensori che portano alle altre parti dell’hotel. E’ considerato tra i più belli del mondo e penso abbia tutte le prerogative per esserlo! Fa molto caldo e, dopo pranzo, decidiamo di rientrare in hotel per un riposino, mentre il tardo pomeriggio lo trascorriamo passeggiando tra le strette viuzze dell’animato Suq di Mutrah per un po’ di shopping di fine viaggio. Questo suq non è niente di diverso rispetto a quelli delle altre città arabe, l’unica cosa in cui si differenzia è la discrezione dei venditori che propongono senza essere invadenti.Quando usciamo è già buio, ci concediamo una passeggiata lungo la Corniche illuminata e seduti su una delle tante panchine assistiamo al via via della gente ascoltando il richiamo del Muezin che dalla vicina Moschea richiama i fedeli alla preghiera della sera. NUZHA HOTEL APARTAMENTS
23 MARZO
Vale la pensa svegliarsi un po’ presto per andare al Mercato del Pesce situato all’estremità della Corniche a Mutrah. Tante sono le specie di pesce appena pescato che vengono trasportate a mano o con le carriole sotto ad una tettoia per essere pulito e preparato per la vendita, forte è l’odore e abili sono gli addetti alla sua pulizia. Con una piacevole passeggiata lungo la Corniche arriviamo fino al Al – Riyam Park, tranquillo e ben tenuto con il mare da una parte e le montagne dall’altra. Percorrendo le strade della città, notiamo quanto il rigore, la pulizia e l’ordine siano essenziali, le case sono basse e di colore bianco, dei palazzoni stile Dubai neanche l’ombra. Muscat ci piace perché è autentica. Dopo tanto vedere oggi pomeriggio ci rilassiamo sulla bella spiaggia di Qurm, lunga, sabbiosa e deserta, ci sdraiamo in silenzio sui nostri asciugamani in compagnia di una piacevole brezza marina accompagnata dal rumore delle onde che s’infrangono sulla riva. La sera arriva velocemente, ritorniamo a Mutrah per dare un ultimo sguardo al quartiere più caratteristico di questa città, le donne passeggiano intorno alla moschea con i loro lunghi abiti neri e gli uomini nelle loro tuniche bianche chiacchierano tra di loro o in cerchio giocano a carte, noi invece respiriamo a fondo la tranquillità che emana questo paese. L’ultima cena in Oman la facciamo al Al-Boom un piccolo ristorante all’interno del Marina Hotel con grandi finestre e una terrazza affacciati sul porto, la Corniche è illuminata, il panfilo del Sultano è lì, immobile nel porto, con attorno qualche piccolo down, vista l’ora siamo i primi clienti e abbiamo la terrazza tutta per noi, la cena a base di pesce è ottima e noi siamo soddisfatti, abbiamo visto un paese ricco di storia e di natura,con gente cordiale e disponibile che cerca di mantenere intatte le proprie radici, ma anche un paese lontano anni luce dagli stati arabi in cui vige l’integralismo islamico e per questo gli omaniti devono dire grazie al loro Sultano che, giorno dopo giorno, è stato capace di trasformare un regno medievale a un regno moderno e all’avanguardia.