Tour della Valle d’Aosta tra castelli, paesaggi e trekking

Ritorno alla montagna, la bellissima Valle d'Aosta, i suoi castelli, i suoi paesaggi e anche la buona cucina
Scritto da: Peppesparacino
tour della valle d'aosta tra castelli, paesaggi e trekking
Partenza il: 23/06/2016
Ritorno il: 29/06/2016
Viaggiatori: 3
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Valle d’Aosta – 23/29 giugno 2016

Quest’anno ho voluto rivivere un vecchio – ma mai tramontato – amore: la Montagna!

Quindi, con ragionevole anticipo, monitorando per un periodo già nei mesi di gennaio/febbraio il sito della Ryanair, ho trovato il volo Palermo/Torino alle 6,30 del 23 Giugno 2016 Torino/Palermo e alle 17,50 del 29 Giugno a 52 € a persona. Fatta la parte più importante, il resto l’ho organizzato circa un mese dopo con più calma.

La meta che avevo in mente era la Valle d’Aosta, che torno a visitare per la terza volta (più una breve per lavoro). Allora consultando il mio imprescindibile booking.com trovo il B&B Les Noyers a Verrayes, proprio a 2 km da Fenis e 5 minuti di auto da Aosta, che si trova in posizione strategica rispetto a tutte le destinazioni che ho in mente di raggiungere: al centro! Per cui sia che volessi andare a Courmayeur o Gressoney, piuttosto che Cervinia o Cogne… stava sempre al centro! Ma chiaramente, oltre la posizione geografica, ciò che mi ha immediatamente convinto sono state le ottime recensioni (9,4 su booking) che i viaggiatori hanno lasciato dopo avervi soggiornato. Il prezzo per 6 notti in tripla con colazione: 500€.

Adesso serve l’auto. Considerando i percorsi che ho in mente di fare, sarebbe d’uopo un Suv! Lo trovo con Goldcar all’aeroporto di Torino Caselle. In realtà è a un paio di minuti: ti prendono e ti riportano con una navetta che si fa trovare in coincidenza con l’orario del vostro volo, badate bene, proprio all’uscita delle partenze, non agli arrivi dove arrivate: bisogna salire al piano superiore. Ho preso una Nissan Qashqai 1.5 turbodiesel full optional e al primo noleggio , per poco più di 300 €, di cui circa 180€ solo per avere l’assicurazione casco (niente franchigie, niente pensieri!). Il personale dell’ufficio noleggio del posto è stato decisamente cortese e professionale: In assoluto una esperienza più che positiva!

La prima tappa è lo Juventus Stadium (eh si… confesso la mia fede!), dove facciamo un giro nel centro commerciale all’interno dello stesso e acquistiamo un pò di gadget presso lo Juve store.

A seguire, ci dirigiamo verso la Fortezza di Bard, bellissimo complesso fortificato del tardo medioevo che rappresentava la prima contrapposizione militare nel sud della valle. Restaurato una ventina di anni fa, ospita mostre e in qualche occasione è stato set di importanti eventi cinematografici: nel 2014 The Avengers: Age of Ultron, della marvel! La parte più alta è raggiungibile da modernissimi ascensori panoramici. All’ingresso inferiore c’è un grande parcheggio riservato ai visitatori che non costa molto: per circa 5 ore ho pagato 5€. Proprio adiacente al forte insiste un grazioso borgo medioevale che vale la pena di visitare. Alla fine del quale, proprio quando si arriva sulla SS26 e quindi all’ingresso del parcheggio, abbiamo trovato il bistrot “ad Gallias”. Qui abbiamo consumato il nostro primo pasto Valdostano! Ottimi i salumi, eccezionale il lardo di Arnard con castagne e miele caldo e una carbonara di tutto rispetto! Per 3 circa 50€… non male come inizio!

Ora proseguiamo per arrivare al nostro B&B di cui sopra… che in mezz’oretta raggiungiamo facilmente. Ottima accoglienza! La signora Annamaria è – e cosi è stata per tutto il periodo – Dolcissima e delicatissima! La stanza, una tripla, rimane nella mansarda e offre un panorama spettacolare! Consegnate le chiavi e sbrigate le formalità burocratiche, ci diamo appuntamento per l’indomani alle 8.00 per la colazione.

Ci sistemiamo, rinfreschiamo e torniamo di nuovo in strada, in direzione della vicinissima Fenis e il suo Castello. Bellissimo, ma data l’ora tarda è chiuso. Ci godiamo lo spettacolo che offre, grazie al sole che tramontando lo avvolge di una rosata luce delicata… Cerchiamo un posto per la cena, ma non sembra un’impresa semplice: pochissimi locali e quasi tutti chiusi. Troviamo aperto “lo bistrot”, locale semplice con alcuni tavoli all’esterno… aggiudicato. Nel posto pare si ritrovino anche alcuni indigeni per una birretta e una chiacchierata dopocena. Abbiamo preso una pizza, una salsiccia con polenta concia e una carbonade con polenta concia, non male. Anche i prezzi:adeguati.

Venerdì 24 giugno

Alle 8 scendiamo per la prima della serie di colazioni preparate dalla signora Annamaria di cui tanto bene avevo letto…Confermo tutta la bontà dei prodotti e la straordinaria disponibilità della signora nel cercare di accontentare ogni desiderio…anche quelli inespressi! Le Torte fresche preparate da lei stessa, ovviamente, sono state ogni giorno il momento più eccitante della mattina!

La nostra prima meta non può che essere il Monte Bianco, per cui appena pronti ci avviamo, tramite la vicinissima autostrada e in poco più di mezz’ora ce lo ritroviamo davanti in tutta la sua bianca maestosità! Base di partenza della nuovissima funivia Skyway: Courmayeur. Lasciamo l’auto nel parcheggio coperto proprio sotto la biglietteria (alla fine per circa 4 ore abbiamo pagato 5€) e ci mettiamo subito in fila per acquistare i biglietti: 48€ per gli adulti e 34€ i ragazzi.

La cabina circolare che, salendo, gira su stessa a 360° è molto suggestiva, ma… ci si entra in 60! E ognuno ha almeno uno zaino che nel caso di alpinisti o similari che ne fruiscono, sfiora le dimensioni di un baule! Ergo, si sta come sardine in scatola!! Sei fortunato solo se riesci a prendere posto vicino alle vetrate e ti puoi godere il paesaggio. Quindi, si arriva alla prima stazione, Pavillom, circa 2170 m di altezza, qui potete fare un giro nel giardino, oppure nel centro shopping o semplicemente acclimatarvi/abituarvi per poi proseguire la salita. Noi abbiamo fatto un bel giro e appena abbiamo visto che una delle cabine che saliva non era pienissima, siamo andati su, a punta Helbronner…spettacolo! Hanno davvero fatto un bel lavoro: passerelle, punti panoramici allestiti ad arte, insomma potrete godere il panorama da tutte le prospettive possibili. A noi, poi, è capitata una giornata meravigliosa: cielo terso e azzurrissimo, temperatura gradevole, davvero una gran fortuna! Dalla stazione si può raggiungere, tramite una ascensore che scende per qualche centinaio di metri nella roccia e dopo tramite un tunnel che la attraversa si raggiunge il rifugio Torino. La vecchia stazione e rifugio ante skyway. Anche li facciamo un giro, avremmo voluto mangiare qualcosa, ma era tutto pieno, prevalentemente dalle guide che, immagino, erano in pausa pranzo…

Fatte le irrinunciabili foto, la passeggiata sulla neve e goduto di tutto quanto c’era da godere, riscendiamo a pavillon, dove facciamo un giro allo shopping center per comprare qualche souvenir. Quindi torniamo a Courmayeur. Dove facciamo un bel giro (anche un pizzico romantico, dato che abbiamo rivisitato – e immortalato – alcune “Location” in cui eravamo stati in luna di miele tanti –troppi- anni fa…) , che dire… questo posto è la perla della Valle, è quello che più di tutti sfrutta al massimo la grande affluenza di turisti sia in inverno che in estate. Mentre ammiriamo le vie del posto abbiamo scorto, proprio all’angolo dove inizia la via pedonale, il locale “la luge”, un bistrot/panineria che sembra essere molto originale. Ci accomodiamo e ordiniamo 3 maxipanini e bibite, in media abbiamo speso 13 € a testa, non pochissimo, ma i panini erano davvero molto grandi e gli hamburger di ottima carne!

Di seguito, ci dirigiamo in direzione del castello di Sarre. Lo si trova subito lungo la SS26 proprio vicino al relativo svincolo stradale, svetta imperioso su una collinetta. La visita guidata costa 5€ e dura circa 40 min. Questa, però, riguarda il piano superiore, mentre in quello inferiore si accede gratuitamente e si può ammirare una galleria fotografica di scatti dei Savoia. Questa residenza fu usata da Vitt. Emanuele II, primo re d’Italia, come residenza di caccia, infatti, gli scarni arredi ne confermano un uso niente affatto lussuoso. Unico vezzo:il salone dei trofei, decorato con 3600 corna di stambecco, a testimoniare l’abilità e la grande passione per il re verso la caccia, appunto. Interessante, ci è piaciuta questa esperienza e avere approfondito la nostra conoscenza riguardo ai regnanti del nostro paese, la consiglio vivamente.

A poche centinaia di metri si trova il castello di Sarriod a la Tour, una residenza, appartenuta alla omonima famiglia nobiliare, preceduta da una distesa di meli.

Dalle parte opposta della SS26, invece, si può scorgere, su un altura prospiciente l’omonimo paesino, il Castello di Saint Pierre. Ma per via dei lavori di ristrutturazione, non è possibile visitarlo, solo se ne può ammirare l’architettura esterna, con le caratteristiche 4 torrette circolari.

Si è fatto tardi e la stanchezza monta… pochi minuti e raggiungiamo in nostro alloggio, dove ci rinfreschiamo e riposiamo quanto basta, per poi uscire a cenare.

La cena la consumiamo a 500 m dal nostro hotel, presso ristorante cristina, sulla ss26 località Verrayes. Lo abbiamo notato passandoci davanti scorgendo il grande parcheggio quasi pieno di auto…interpretando questa curiosità come segno positivo. Locale molto semplice (un tantino troppo), tavoli e sedie in plastica, sotto un gazebo all’esterno, senza tovagliato, personale non degno di master chef o guide Michelin, ma simpatico! Alla fine i piatti erano abbondanti, la qualità buona e i prezzi modesti. Se non si cerca nulla di troppo raffinato, questo posto, magari non farà felici i vostri occhi, ma il vostro palato e le vostre tasche, sì! Cena finita. A nanna

Sabato 25 giugno

Dopo la colazione, direzione Gressoney Saint Jean! Sempre per la SS26 – direz. Torino – e poi per SR 43 fino alla meta. Prima tappa in programma: Castel Savoia. Questo è quello che noi abbiamo considerato il più bello dei castelli visitati in questo tour Valdostano! Vuoi pèrchè è il più giovane di tutti -fu allestito nel 1904-, vuoi perchè denota tutto il buon gusto di colei che lo volle realizzare, la Regina Margherita di Savoia, che ne volle fare la propria residenza estiva, oppure per il panorama che offre su tutta la vallata di Gressoney… ma è davvero bellissimo! La visita guidata dura circa un ora, costa 4€ e pagano solo gli adulti. Per entrare devi indossare dei calzari che servono a preservare il parquet del pavimento molto delicato. Qui rischio di essere prolisso, tanto mi è piaciuto, ma qualche breve cenno me lo concederete, spero… La struttura consta di 5 torri di diverse altezze e dimensioni che delimitano il corpo centrale, gli arredi originali sono tutti in eccellente stato di conservazione, i materiali per costruirlo, la pietra e il legno, sono tutti stati prelevati dalla stessa località ove sorge. I simboli e le iniziali della regina, campeggiano spesso in ogni forma e in ogni angolo della struttura, così come il motto della regina stessa – “sempre avanti”-.

Alcune curiosità: La regina volle che le cucine fossero distaccate dalla struttura principale, al fine di preservare il tanto legno degli arredi dall’umidità che questa, inevitabilmente, avrebbe prodotto, per cui le vivande venivano portate a tavola tramite una passaggio sotterraneo dotato di binari e carrelli scaldavivande , ad evitare in tal modo, che le pietanze si freddassero ancor prima di essere servite. Tutte le camere furono già a quell’epoca dotate di termosifoni in ghisa. Gressoney e i suoi abitanti ancora oggi riconoscono che la costruzione di questo castello e la frequentazione della Regina presso quelle valli per più di 30 anni a cavallo tra la fine dell’800 e il primo quarto del 900, fecero – e fanno ancora – la fortuna della loro valle per via del grande afflusso turistico. Non potete perdere il Castel Savoia se andrete da quelle parti!

Intanto che eravamo dentro il castello, fuori se ne è venuto un forte acquazzone, è durato giusto un paio di ore, unico scherzo meteorologico in tutta la settimana di vacanza, ma poi il sole è tornato ad illuminare valli e montagne ripristinando i bellissimi colori che ci hanno accompagnato in questi giorni. Adesso cerchiamo un posto per pranzare, ma non è cosa semplice! Alcuni dei locali che avevo già attenzionato consultando tripadvisor erano tutti pieni, quindi mi dirigo appena fuori il centro, presso il ristorante “cafè olsen”, anche di questo locale avevo letto bene. Arrivi e c’è un grande parcheggio, poi entri in una sala molto grande, che di stile montanaro non ha granché, ma comunque carina. Ci accomodiamo e ordiniamo un paio di antipasti e 3 primi. Ottimi gli “gnocchetti alla gressonara”, peccato che la porzione non fosse un po’ più abbondante. Prezzi medioalti. Finito il pranzo, imbocchiamo la SR43 e facciamo un salto a Staffal, laddove termina la strada e si trovano le funivie monterosa, a dare una sbirciata all’altro gigante della valle, il Monte Rosa, appunto. Anche lui maestoso. Non c’è molto movimento… facciamo un giro, qualche foto e torniamo a Gressoney. Facciamo un bel giretto per il paesino che è davvero qualcosa di incantevole… ho faticato a non fare troppe foto! Da lì arriviamo al laghetto di gober, dove troviamo un sacco di gente che sdraiata sull’erba, oppure a ridosso dell’adiacente parco giochi, piuttosto che del maneggio che esiste li accanto, si godeva la giornata, il paesaggio e il relax che inevitabilmente ne deriva! Dopo aver goduto di queste bellezze, torniamo verso il centro per dedicarci ad un’altra nostra piccola (ma costosa) passione: l’acquisto di qualche souvenir. Sì, perché questo è il posto giusto dove compare qualcosa che ci possa poi ricordare il nostro viaggio e le meraviglie che abbiamo potuto vedere e conoscere.

Giornata ricca di belle emozioni, proprio quelle che speri una vacanza possa regalarti…adesso torniamo per qualche ora di “sosta tecnica”, e poi a cena. Cena che decidiamo di consumare ancora al ristorante Cristina: siamo stati in giro tutto il giorno e di scorrazzare ancora per la cena non ne abbiamo gran voglia, e poiché l’esperienza della sera prima è stata – tutto sommato- positiva: bissiamo. Anche in questo caso andiamo via soddisfatti. Anzi, stasera è andata anche meglio!

Domenica 26 giugno

Il programma convenuto vuole che ci dirigiamo verso la valle di Cogne… e cosi facciamo. Percorriamo la ss26 fino all’imbocco delle Sr47 direz. Cogne, ma facciamo una sosta a pondel, dove nel III A.C. i romani costruirono un imponente ponte/acquedotto sopra un torrente… che forza sti romani! Stiamo li una mezz’oretta, giusto un attimo dopo che arrivano un paio di comitive di turisti, riusciamo a fare qualche bella foto, quindi proseguiamo. Arrivati a Cogne, proseguiamo verso la frazione di Liliaz, per andare a vedere le famose cascate. Quindi subito troviamo parcheggio, lasciamo l’auto e ci dirigiamo verso la destinazione che sappiamo essere a una decina di minuti a piedi. Ad un certo punto più che le indicazioni, sarà il rumore assordante dell’acqua che precipita a guidarci… e appena arriviamo proprio li sotto, lo spettacolo che ci si offre è meraviglioso come quasi sempre la natura e la sua forza possono esserlo! 150 metri di altezza e l’acqua, che sembra volere scappare da questo percorso ed invece è costretto a seguirlo, che rovina fortemente in basso rumorosamente e lanciando schizzi a decine di metri di distanza… non potevamo perderlo tutto questo!

Al fianco della cascata ci sono dei sentieri che – non senza fatica – ti portano fino a sopra da dove puoi ammirare lo spettacolo dalla prospettiva opposta: dall’alto verso il basso! Fatto il pieno di belle sensazioni, adesso vogliamo raggiungere, per via del sentiero n 12 che parte dai piedi della cascata, il lago di Loie. Imbocchiamo il sentiero e subito intuiamo che non sarà impresa facile! Ci sono 700 m di quota da salire… e il percorso è davvero poco agevole… se poi consideriamo che Serena, nostra figlia, per quanto agile ed avvezza ha solo 10 anni… comincio a dubitare di stare facendo la cosa più semplice. Ma mi ostino e, nonostante le difficoltà, arriviamo a metà strada, circa 2100 m, ma il lago è ancora a circa un ora di strada… un’altra ora di sforzi, Serena è stremata ed io in più di un occasione ho avuto paura per lei! Allora decido di fermarci in una piccola radura con vista sulle cascate, dove mangiamo la colazione a sacco che ci eravamo portati per consumarla una volta raggiunto il lago, e dopodiché riscendiamo. Arrivati a Liliaz ci rilassiamo un po’ su un prato verde, ci rinfreschiamo nella fontanella ivi esistente bevendo della buonissima e freschissima acqua quasi come se avessimo attraversato il Sahara! Quindi Facciamo un giro nel grazioso paesino e dopo ci dirigiamo verso Cogne. Confesso che Cogne è assai più bella di come me l’aspettassi! È raccolta, elegante, silenziosa e poi si apre verso una distesa di erba verde come lo smeraldo a perdita d’occhio! L’auto si lascia in un grande parcheggio (gratuito!!) dove degli ascensori portano su e da dove in pochi passi si raggiunge il centro del grazioso paesino. In questa struttura, oltre gli ascensori, appunto, ci sono i bagni pubblici, un ufficio informazioni e persino un area Wi-Fi free!

Pomeriggio inoltrato, la nostra prossima tappa è Aosta. Arrivati nel centro città, non abbiamo avuto difficoltà nel trovare parcheggio (pure gratuito!). Il centro è tutto pedonale, molto elegante. Perfettamente visibili i resti della civiltà Romana : le alte mura, la porta pretoriana e l’anfiteatro. Prendiamo qualche souvenir e dopo pensiamo alla cena! Avevo già selezionato “l’Hostaria del Calvino” per il nostro pasto serale, il locale è proprio in centro, in via Croix de la Ville 24, hanno un po’ di tavoli all’aperto, e solo per caso troviamo posto all’esterno! L’impatto è positivo, il personale molto professionale e anche i piatti che stanno consumando gli altri avventori sembrano buoni. La ragazza ci consiglia il loro menu del giorno, noi prendiamo quello, una pizza e una lasagna per la bambina… tutto molto buono, ma il menu turistico ha un rapporto qualità/prezzo eccellente!  Anche le porzioni sono abbondanti. Esperienza da ricordare e, all’occorrenza, da ripetere. Appagati e stanchi, rientriamo per la nanna.

Lunedì 27 giugno

Quest’oggi andremo al cospetto del Cervino. Sempre dalla SS26, arriviamo fino allo svincolo della SR46 per Cervinia, e dopo una ventina di minuti siamo nell’enorme piazzale/parcheggio (sempre gratis!) all’ingresso del paese. Giornata meravigliosa, ma poiché alle 11 il sole ha appena fatto capolino da sopra le vette, la temperatura è alquanto bassina, circa 12°! Serve il giubbino. Almeno per un po’, dopo, in effetti, arriveremo ai 15/16° e si starà meglio. Non oso pensare senza questo bellissimo sole cosa avremmo patito… Notiamo subito che ci sono molti lavori in corso: enormi gru, ponteggi e quant’altro rovinano il paesaggio circostante, e anche in considerazione del fatto che in giro c’è pochissima gente , deduco che, secondo me, qui, in inverno è tutta un’altra storia:è quello il momento più alto per il turismo! Nella parte alta del paese, proprio sotto gli impianti di risalita, c’è un grande e bellissimo parco giochi, tutto intorno prati verdi a perdita d’occhio! E infine…lì in alto, la mestosità del Cervino che in quel preciso momento è interamente illuminata dal sole! Indugiamo un po’ in questo area/parco giochi, poi completiamo la visita del paese, compriamo qualche ricordino e un paio di panini che, dopo esserci spostati di un paio di kilometri più in basso, sempre nella SR46, consumeremo presso il bellissimo Lago Bleu. Uno specchio d’acqua non molto grande, circondato da alberi e prati che ha questa particolare colorazione e che rispecchia il Cervino regalando una vista a dir poco suggestiva! Sarà un pranzo memorabile con queste condizioni climatiche e paesaggistiche!

Ritornati all’auto, scendiamo ancora verso valle e arrivati allo svincolo di Antey Saint Andre, Imbocchiamo la SR 8 fino a la Magdeleine, dove, poco dopo l’uscita del paese, c’è un parcheggio dove lasciamo l’auto e iniziamo un percorso pedonale, che rappresenta, oltre la funivia che parte sempre da Antey Saint Andre, l’unico modo per arrivare nel Famoso “paesino” di Chamois. Percorriamo il sentiero, per la verità molto agevole,lasciando alla nostra sinistra una verdissima vallata, per poco più di un ora e alla fine del quale, ciò che si apre alla nostra vista non ha molti eguali: Un gruppo di casette circondano una piazzetta dove esiste una chiesetta, la stazione della funivia, un paio di locali (bar, hotel merceria/market, un parco giochi[!]), il deposito della protezione civile ed una terrazza panoramica che si affaccia quasi sospesa nella valle sottostante, spettacolare! I residenti in questo paese non arrivano a 100, e a parte qualche trattore, non esistono altri mezzi di trasporto. Ci sediamo nella terrazza a godere di tutto ciò quasi increduli nel metabolizzare queste bellezze. Vorremmo fermare il tempo e godere di questa luce e di questo silenzio il più a lungo possibile… e per un po’ci proviamo. Omettiamo di salire su fino al laghetto di lod, poiché, in considerazione del tempo che ci vorrà per tornare a la Magdeleine e recuperare l’auto, non vorremmo fare tardi visto anche l’imbrunire. Ma abbiamo preso consapevolezza che questo sarà, se non il più emozionante, uno dei momenti che più volentieri ricorderemo e che contraddistinguerà questa vacanza! Promemoria: programmare ritorno futuro a Chamois! Evidenziate… Prendete nota!

Per la cena, avevamo prenotato presso l’agriturismo la “Bon Heure” a Fenis. Alle 20.30, appagati dalla vittoria della nazionale sulla Spagna, affamati, arriviamo così come convenuto. Il menù è strettamente fisso: un po’ di salumi e formaggi locali, molto buoni, un soufflé di verdure buonissimo. Come primo ci hanno portato la tradizionale zuppa alla valpolinette, che sarebbe del pane raffermo con cavolfiore e brodo di carne: pochissime volte non mangio le pietanze che mi sottopongono, magari non apprezzo, ma generalmente le mangio comunque, ma in questo caso non è stato così… ho declinato, sapori troppo forti che tendono all’amaro. Per secondo, filetto al forno con patate, non male. Semifreddo alla frutta per dolce e caffè/grappa. Però… la signora che gestisce a 360° l’agriturismo – lei cura l’orto, gli animali, portandoli anche ai pascoli, aiuta in cucina e serve ai tavoli – è troppo simpatica! La parte più bella della cena, io ancora non potevo saperlo, è stata la lunga e amichevole, oltre che adorabile ed interessante, chiacchierata con lei…vi assicuro che mi ha fatto dimenticare il trauma della zuppa… Serberemo un bel ricordo di lei e, perché no? della serata. Siamo solo capitati nella sera (il menu cambia ogni giorno) in cui non ho potuto apprezzare tutto quanto offrivano.

Serata piacevole, bella gente…ora a dormire!

Martedì 28 giugno

Ci è rimasto da realizzare un ultimo proposito: visitare, camminando a piedi, la parte più selvaggia del parco nazionale del Gran Paradiso, dove speriamo, con un po’ di fortuna, di incontrare qualcuno degli animali che popolano queste valli: la Valsavarenche. Studiando le mappe e le guide in nostro possesso, ma anche leggendo di analoghe esperienze vissute da altri viaggiatori che hanno voluto condividere con questo stesso mezzo, individuiamo un percorso che da eaux rousses in poco più di un ora arriva fino al capanno del guardiano a Livionanz. E volendo si potrebbe proseguire fino al rifugio sella, usato come rifugio di caccia, appunto, da Re Vitt. E. II, ma serve camminare altre 3 ore almeno… Il sentiero è stretto ma piacevole, quasi sempre sotto una fitta vegetazione, solo pochi tratti sono scoperti. Scrutiamo continuamente il sottobosco nella speranza di trovare qualche grazioso animaletto… fino a quando davanti a noi si para un camoscio! E pure bello grande! Riusciamo a fare una sola foto mentre sparisce di nuovo tra le fronde… ma un proposito lo abbiamo realizzato: esemplare di fauna locale avvistato! Dopo un bel po’ di strada si lascia il bosco e si arriva all’alpeggio dove insiste il casotto del guardaparco. Lì vengo subito attratto da 2 signore che fissavano insistentemente tra l’erba alta e seguendo la direzione del loro interesse… scorgo un gruppo sparso di marmotte che si crogiolano al sole rotolandosi nell’erba in un abbraccio tra loro… wow! Qui le foto le faccio eccome! Loro si mettono persino in posa! Faccio anche avvicinare mia figlia per poterla fotografare… e fino ad un paio di metri al max loro non temono la vicinanza. Mancherebbe lo stambecco – la star del parco – ma sappiamo che in questa stagione bisogna raggiungerli molto più in alto, ci faremo bastare quanto visto fin qui… Facciamo un giro fino al casotto, e ritorniamo in quella radura dove ci accomodiamo su un piccolo promontorio che guarda verso il basso, laddove c’erano, e ci sono ancora, le marmotte per mangiare qualche panino: Farlo in quel posto, con le marmotte a pochi passi che ti fissano curiose, è stata davvero una esperienza che ricorderemo volentieri!

Restiamo ancora un poco a godere dello spettacolo e poi riscendiamo fino all’auto. Recuperata la quale, torniamo in hotel per riposarci un po, una bella doccia e per l’ultima serata Valdostana abbiamo scelto Saint Vincent. Arriviamo e subito all’ingresso, poco distante dal casinò, c’è un grande parcheggio, per la maggior parte dei posti gratuito, dove lasciamo l’auto. Da lì in pochi passi siamo in via Chanoux, ossia nel centro del paesino. Centro che però, diversamente da come speravamo (e come ricordavamo dalle precedenti visite di diversi anni orsono) è praticamente deserto! Alle 18.30 di martedì 28 giugno 2016 a S. Vincent c’erano davvero pochissime anime in giro… Altro motivo di delusione è stato il vedere molti negozi già chiusi, alcuni stavano per farlo da lì a poco e altri, purtroppo, recavano i cartelli “cedesi attività”… credo che anche qui la crisi ha mietuto qualche vittima, peccato! Comunque, facciamo un giro nella vana ricerca di qualche souvenir ( i pochi negozi aperti non erano della categoria adatta) che non abbiamo trovato, finchè per un po ci sediamo nella piazzetta centrale dove vi erano una decina di persone in tutto compresi 2 bambini che giocavano. Nel frattempo mi occupo di trovare un posto per cenare. Consulto tripadvisor e ne attenziono 2/3… ma la scelta finale ricade su Pizzeria Gi&Gi, in via Biavaz 9, proprio una traversina che collega la via Chanoux alla via Roma. Come consigliato da coloro che ci sono stati e ne hanno scritto, prenotiamo. Alle 20.00 ci presentiamo e subito ci accomodiamo. Il locale è piccolo, una ventina di coperti , poco rappresentativo della montagna, ma accogliente. Credo che la gestione non sia italiana, ma i piatti si, eccome. Intanto che scegliamo cosa prendere, il locale è tutto pieno e fuori la porta si è formato un piccolo capannello di persone che fanno il turno per entrare…buon segno. Prendiamo una pizza, un menu turistico una porzione di patatine fritte e un primo per me… Tutto davvero eccellente ed abbondantissimo. (https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g194926-d8633228-r388002985-Pizzeria_Gi_Gi-Saint_Vincent_Valle_d_Aosta.html#REVIEWS). La pizza buona ed enorme; il menu turistico sorprendentemente di ottima qualità –il tortino di verdure con fonduta è stato un emozione per le nostre papille- i miei ravioli con crema di porcini un trionfo di gusto e quantità…e, sorpresa finale: prezzi davvero onesti! Bravi.

Cena appagante, visita della città un po meno… rientriamo.

Mercoledì 29 giugno

Sveglia presto per preparare le valigie, quindi ultima colazione con la signora Annamaria. Confesso che accomiatarsi da lei è stato più emozionante di quanto mai ci saremmo aspettati. Aldilà di questo, lei, sempre gentilissima, ci ha preparato dei biscottini da portare via e a Serena, la mia bambina, ha regalato una tazza bellissima che noi abbiamo messo al centro della vetrina tra tutte quelle che collezioniamo, tanto abbiamo apprezzato! Piacevole ricordo… Grazie di cuore!

Alle 9.30 lasciamo l’hotel e andiamo in direzione Torino. L’aereo lo abbiamo per le 18, c’è molto tempo, ma dobbiamo passare a vedere i castelli di Verres e Issogne, così come da propositi iniziali. Verres è bellissimo, eccezione fatta per la ripida salita per arrivarci. Domina tutta la valle ed è in uno stato di conservazione eccellente. Al momento ospita una mostra di cui non siamo interessanti, quindi decidiamo di spendere il nostro tempo e il nostro denaro in quello di Issogne che sappiamo essere, almeno dal nostro punto di vista, più interresante.

Arriviamo al vicinissimo Castello di Issogne che da fuori, così come avevamo letto, non è paragonabile alla maggior parte dei castelli Valdostani, sembra, più che altro, un antico e malmesso palazzo signorile. Non ci scoraggiamo, perché ciò che lo rende attraente, sappiamo trovarsi all’interno. Il biglietto – solo per gli adulti – costa 5€, la visita guidata dura un oretta. Inizia alle 11.30 e da subito si rivela interessante. Il castello risale al tardo medioevo e fu eretto per volere dei signori del luogo, gli Challant. Nel corso delle generazioni che susseguirono subì un forte declino per via di una contesa tra eredi, per cui molte cose furono vendute e, addirittura, rubate. Nel 19mo secolo il castello fu acquistato ad un asta pubblica da un torinese, tale Avondo, che si impegnò fortissimamente nel restituire al castello i fasti originali. L’impresa si rivelò ardua, ma alla fine, in qualche modo vi riuscì. Riguardo agli oggetto, arredi e quant’altro non riuscì a ritrovare,a Avondo lo fece replicare fedelmente agli originali. Quando ebbe completato la sua missione, decise di donare il tutto alla Regione… Che generosità!

Ne consegue quindi, che ogni cosa adesso è al proprio posto. Potrete ammirare la tavola apparecchiata con ogni suppellettile dell’epoca, la cucina con tutti gli attrezzi, la camera da letto, la sala della giustizia… tutto riportato a 500 anni fa! Molto bello.

Finita e apprezzata la visita al castello, ci rimettiamo in cammino verso Torino, dove arriviamo poco dopo. Facciamo una sosta per mangiare qualcosa al volo, quindi ci dirigiamo verso l’aeroporto. Prima riconsegniamo la nostra bellissima compagna di viaggio, che ci ha consentito di vedere luoghi e paesaggi bellissimi e di fare agevolmente in una settimana quasi 1000 km con soli 70€ di carburante! Sorprendente! Quindi con la navetta goldcar raggiungiamo le partenze di Torino Caselle, espletiamo le formalità di imbarco e aspettiamo imbarcarci e di tornare a casa.

Ritorno posticipato di 2 ore e mezze per problemi di sicurezza dovuti all’imbarco di un bagaglio senza il relativo proprietario/passeggero.

Qui di seguito alcune mie considerazioni che spero siano utili a qualche amico viaggiatore che volesse consultarle.

La Valle d’Aosta è terra di tranquillità, vedrete che tutto scorre senza fretta e senza stress… adeguatevi. Ma soprattutto, non causatene a chi non è abituato, rispettatene usi e tradizioni… ma dubito che non lo facciate spontaneamente: vi verrà naturale.

Le autostrade costano un botto! Sulla mia pelle ho provato l’altissimo costo di pedaggi (per soli 5 km ho pagato in 3 diverse occasioni 7,60€ alla volta!!) e la assoluta inutilità – se vogliamo – dato che parallela all’autostrada A5 (proprio a qualche decina di metri) scorre la SS 26 da un capo all’altro della regione. Risparmierete un sacco di soldi (io oltre 100 € durante tutti i miei quotidiani, ripetuti spostamenti!) e godrete di paesini e paesaggi molto più suggestivi che l’autostrada.

Grazie per il vostro tempo e… buon viaggio a tutti voi!

Peppe, Laura e Serena

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castello di fenis

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