Tour della Sardegna in due e mezzo
22 agosto/8 settembre
Eccomi qua a scrivere l’ennesimo diario di viaggio, quest’anno relativo ad una meta decisamente più semplice delle precedenti (Marocco, Cuba, Kenya, Nepal…). Abbandonati i progetti che ci avrebbero condotti, secondo i miei piani, in Sudafrica e Mozambico, la mia bella Panzona da settimo mese di gravidanza ci costringe a ridimensionare le nostre scelte, lo ammetto, con non pochi dubbi: ci piacerà un viaggio “solo mare”? Esplorare luoghi così vicino a noi ci regalerà le emozioni provate negli ultimi viaggi alla scoperta di territori e culture tanto distanti da noi? Posso anticipare fin d’ora che i miei dubbi erano fondati, ma non voglio scoraggiarvi! Spero però possiate trarre da questo diario alcuni suggerimenti utili per il Vostro viaggio.
Indice dei contenuti
Per evitare di annoiarci troppo (per noi stare tutto il giorno su un lettino a far niente é più che altro una tortura) abbiamo programmato questi 17 giorni di vacanza in modo fare un tour della Sardegna partendo dalla zona del Sulcis (la meno turistica in assoluto), passando per la zona sud di Cagliari e dintorni, risalendo la costa ovest per arrivare infine alla Costa Smeralda, cercando di abbinare le visite naturalistiche e storiche alle giornate di mare.
Ecco come si è svolto il nostro viaggio
22/8
Sbarcati di sera a Olbia cerchiamo una stanza x la notte in zona. La troviamo a Posada, all’Hotel sale (affittacamere posada) € 87. La sera ceniamo in zona, al Ristorante Sardinia € 65 (2 antipasti 2 secondi dolce 1/2 bott vino).
23/8
La mattina successiva visitiamo rapidamente Posada, grazioso paesino a pochi km dal mare di Budoni. Imbocchiamo quindi la Ss 131 in direzione Buggerru, dove una nostra amica ci ha prestato la sua casetta come base per la visita del Sulcis. Verso l’ora di pranzo, ci fermiamo a Santa Cristina, ove si può visitare il santuario, il pozzo ed i resti nuragici (5€ compresa visita guidata). A pranzo mangiamo nella trattoria da Gianky, adiacente al sito, davvero ottimo ed economico, oltre che accogliente ( 24,5€). La visita è gradevole, dunque la Consiglio a chi si trova a passare di qui, mentre non ritengo valga la pena fare una apposita gita fuori porta dato che Oristano dista un po’ di km. Nel pomeriggio giungiamo quindi a Buggerru, dove ci fermiamo alla spiaggia San Nicolò, lunghissima spiaggia che precede il paese, che troviamo battuta da un sacco di onde. La spiaggia é carina ma non certo indimenticabile. Carino anche il Baracchino all’ingresso. La sera ceniamo da Natalino (45,5€) sicuramente il Ristorante migliore della zona. Buggeru è un paese di 1000 abitanti dove regna il nulla cosmico e non lo dico per scherzo: la sera non c’è niente a parte una gelateria. Inoltre qualsiasi attrazione si voglia visitare (diversa dalle due o tre spiagge della zona) si trova ad almeno 45 min di curve per cui io personalmente lo sconsiglio come base per visitare la zona. Consiglio invece di spostarsi di sera in sera lungo la strada che si desidera percorrere per evitare di passare la giornata in macchina!
24/8
Andiamo alla volta della famosissima Cala domestica, che però purtroppo non ci dice un granchè: innanzitutto l’acqua era sporca probabilmente dalla mareggiata del giorno prima, ma sopratutto è super affollata, tanto che le fila di ombrelloni non permettono di vedere la sabbia. Peccato dato che pare sia naturalisticamente molto bella, ma forse si può visitare solo a giugno o settembre. La spiaggia è composta di due piccole baie, nella prima troverete un chiosco con sdraio e ombrelloni, la seconda davvero piccola Non è attrezzata. Nel tardo pomeriggio ci spostiamo di nuovo nello spiaggione di San Nicolò dove, a causa delle mega onde, c’è pochissima gente. Peccato che qui non siano minimamente attrezzati per sfruttare questa caratteristica: noi abbiamo visto uno solo con il surf, il baracchino li affitta (6€ l’ora) ma nessuno impartisce lezioni. Ho visto che a Buggerru centro c’è la scuola di surf, forse si può chiedere a loro. Anche oggi diciamo che quanto visitato ci delude abbastanza. La sera ceniamo al ristorante La privilegiata (€40), di scarsa qualità ma per lo meno è centrale e un minimo animato.
25/8
Decidiamo di andare alla volta dell’Isola di San Pietro (nota per la cittadina di Carloforte), sperando di trovare qualcosa di meglio e possibilmente anche un po’ di vita! Il traghetto si prende a Portovesme (da Buggerru ci vuole circa un’ora di strada tutta curve che ha peró il pregio di offrire uno splendido Belvedere sul famoso Pan di Zucchero, un faraglione alto 130 mt in mezzo al mare, cui si può accedere dalla spiaggia di Masua. Noi non ci siamo stati ma credo che meriti, soprattutto affittando una canoa o un gommone per visitare la costa relativa). Una volta giunti a Portovesme, facciamo i biglietti per la nave (€25 due persone con auto) ma purtroppo nonostante ci avessero assicurato che c’era posto sulla partenza delle 11, non ci hanno fatto poi salire perché avevano contato male le macchine e la Nave era piena! Aspettiamo quindi un’ora e finalmente alle h 12.10 salpiamo in direzione Carloforte, cui giungiamo dopo soli 40 minuti. L’isola ci è piaciuta molto, tanto è vero che ci siamo fermati lì anche per la notte e il giorno successivo. La cittadina di Carloforte è molto graziosa, fatta di casetta colorate ben tenute e gremita di turisti ma anche molti abitanti del luogo che parlano davvero il genovese! Le saline, proprio adiacenti alla città, sono molto suggestive grazie ai giochi di luce e alla presenza di moltissimi fenicotteri ed altri uccelli. Ma più di tutto ci ha colpito la zona del faro, dalla parte opposta di Carloforte, che consiglio a tutti: facendo pochi passi nei dintorni ci si trova immersi in un paesaggio stile Irlanda, con il faro che svetta tra le scogliere a picco sul mare e tutto il verde intorno. Davvero suggestivo. Da lì si può scendere a piedi a cala fico. Noi non lo abbiamo fatto perché il mare era molto mosso per via del maestrale e a quanto ho capito la spiaggetta già di per sè minuscola sarebbe stata invasa dalle onde. Ci sono poi moltissime spiagge tra cui scegliere: la famosa Bobba è bella ma stra piena di gente. La sera ceniamo al ristorante oasi (54€), che consiglio. A quanto ho capito comunque la proposta culinaria a Carloforte è in generale di ottimo livello ed a prezzi onesti. Abbiamo Pernottato al Four room (85€), che consiglio (5 minuti a piedi dal centro, camera grande e bella)
26/8
Siamo sempre a Carloforte. Andiamo alla spiaggia La caletta che è molto meno affollata della Bobba e ci piace molto. C’è un chiosco che noleggia ombrelloni e sdraio ed anche le tavole da sup. Prima di dirigerci verso il porto per riprendere il battello ci avventuriamo in una paio di sterrati senza indicazioni che ci portano ad uno splendido Belvedere sulle rocce che cadono a picco nel mare! Dunque vi consiglio questo: per girare l’isola ci sono tre strade e basta. Si incontrano però lungo la via diversi sterrati che facilmente vi condurranno a calette e spiaggette semi deserte o quanto meno a dei bei punti panoramici, osate e non ve ne pentirete! Una volta sbarcati nuovamente a Portovesme decidiamo di deviare verso Iglesias, che si trova sulla strada del ritorno. L’abbiamo visitata rapidissimamente prima di cena (pizzeria Oasis, € 20 fanno un’ottima pizza senza glutine) e devo dire che ci é piaciuta: il centro storico é grazioso e pieno di bei locali e ci sono anche tanti negozi interessanti. Se si passa in zona un giretto non é una brutta idea.
27/8
Oggi ci dirigiamo alla spiaggia di Scivu (attrezzata, con park 5€). Per arrivarci bisogna prendere dalla strada principale una deviazione infinita (15 km circa) che attraversa dei paesaggi che assomigliano più che altro all’Umbria. Dopo un’ora di viaggio (da Buggerru) finalmente arriviamo alla spiaggia che essendo bella grande permette ai bagnanti di stare decisamente lontani gli uni dagli altri. La spiaggia ha la particolarità di essere contenuta in una cornice rocciosa rossastra molto carina. A metà pomeriggio decidiamo di spostarci alla famosa spiaggia di Piscinas per vedere le tanto rinomate dune di sabbia. Francamente non capisco il perché di tanto entusiasmo: è uno spiaggione immenso sabbioso, attrezzato con due chioschi con ombrelloni (park 5€), come ce ne sono ovunque. Quanto alle dune, deduco che tutti quelli che su tripadvisor hanno mostrato entusiasmo per Piscinas non abbiano mai visto una duna in vita loro neanche in un documentario… Ad ogni modo, se vi piacciono le mega spiagge sabbiose dove camminare per ore Piscinas fa al caso vostro, altrimenti non vale la pena. Scivu é un po’ meglio, quanto meno più caratteristica. Anche oggi, niente di entusiasmante.
28/8
Decidiamo di abbandonare la zona del Sulcis che come avrete capito non ci è piaciuta un granché (fatta eccezione per Carloforte) per trasferirci a Pula. Raccomando di prendere la strada litoranea per questa tratta (la deviazione si trova pochi km prima di Teulada) perché regala dei bellissimi scorci sul mare. Arrivati a Pula, ci fermiamo alla famosa Spiaggia di Chia, che è uno spiaggione composto da 3 spiagge di seguito più Cala cipolla cui si arriva solo a piedi (camminando pochi minuti). Sono tutte più che attrezzate (park 5€), con tanto di affitto di wind surf e kyte surf. Su questo però devo fare alcune precisazioni, che rinvio al punto successivo. La sera facciamo un giretto nel centro di Pula dove finalmente troviamo un po’ di vita. Ceniamo quindi al Tanit pub (38€) dove c’é anche un bravissimo gruppo che suona dal vivo, iniziativa a noi, reduci da giorni di silenzio di tomba, più che gradita! A quanto pare questo pub organizza spesso serate musicali e si mangia anche bene. La Notte alloggiamo a villa Alberta (90€), a 5 minuti a piedi dal centro.
29/8
Torniamo alla spiaggia di Chia, che troviamo anche oggi con il mare mosso e vento forte. Non per niente è nota per il wind surf e il kyte. Scegliamo quindi, fra le tre spiagge, quella che si chiama su Giudeu, dove affittano l’attrezzatura in modo che almeno mio marito possa uscire qualche ora con il windsurf. Abbiamo dapprima noleggiato due lettini con ombrellone al Su Giudeo Club per la bellezza di €35, assolutamente immeritati, ma abbiamo pensato che per trascorrere una giornata intera qui ci avrebbero fatto comodo. Dopo di che mio marito va alla scuola a chiedere per il noleggio della roba x uscire, che gli viene cortesemente negata (!): non c’è abbastanza vento (secondo loro, peccato che portasse via tutto, persone e ombrelloni) e c’è troppa corrente dunque non vogliono rischiare di doverti venire a prendere con il gommone. Nel frattempo il mare si era gremito di surfisti viste le grosse onde, ma hanno fatto vita gramma pure loro: il bagnino ogni dieci minuti fischiava per farli allontanare da riva e li obbligava a stare tutti spiaccicati tra due boe… Insomma una serie di regole restrittive davvero eccessive, vento fortissimo e zero divertimento. Bocciato! Per fortuna la cena addolcisce un po’ il nostro umore. Ceniamo infatti al famoso S’Incontru, nella piazza principale, dove mangiamo molto bene e fin troppo con solo 58€. Locale bellissimo (mi riferisco al ristorante che sta al piano sopra) e porzioni gigantesche. La notte restiamo a villa Alberta (90€).
30/8
Proseguiamo il nostro tour in direzione Villasimius. Qui passiamo la giornata alla Spiaggia del giunco, molto bella (attrezzata, park 5€). Finalmente iniziamo a vedere un po’ di belle spiagge, quelle che sono ritratte nelle cartoline della Sardegna. Ai bagni affittiamo per un’ora una barchetta a vela (30€) La notte la trascorriamo all’hotel I graniti (99€), in pieno centro del Paese, mentre per cena scegliamo un localino più easy sempre in centro che si chiama su panin’e omu (27€). Villasimius è un grazioso paesino dove la via centrale dopo le h 19 diventa pedonale e si anima di gente e c’è anche qualche esibizione folcloristica. Le spiagge più belle non sono però lì vicine (l’unica vicina è la spiaggia simius), per cui a mio giudizio il vantaggio di alloggiare in centro è solo per poter fare un giretto serale mentre per il mare comunque occorre spostarsi. Non siamo andati alla famosa spiaggia di Tuerredda perché era davvero troppo affollata però vista dall’alto mi é parsa stupenda (si trova a qualche km da Villisimius). La sera proviamo diverse gelaterie ma l’impressione è che qui non lo sappiano proprio fare!
31/8
Rimaniamo ancora un giorno a Villasimius e, su consiglio del titolare del nostro albergo, decidiamo di andare nella spiaggia di Punta Molentis. Purtroppo dati i nostri orari sempre molto spagnoli (arriviamo al Parcheggio intorno alle 12) lo troviamo già pieno e non ci fanno quindi entrare. Questa spiaggia infatti è a numero chiuso: una volta riempito il parking bisogna mettersi in coda aspettando che qualcuno esca per poter accedere alla spiaggia. Certo si può parcheggiare più lontano (a rischio multa) e poi andare a piedi, ma l’idea di trovare una spiaggia (piccola) superaffollata non ci entusiasma. Decidiamo allora di dirigerci all’altra spiaggia “a numero chiuso”, Porto Sa Roxu. Qui troviamo molte meno auto e sopratutto una spiaggia davvero splendida e poco affollata. E’ composta da tre piccole baie, di cui solo la prima è attrezzata. La seconda o ancor meglio la terza invece sono meravigliosamente selvagge e quasi deserte. Il paesaggio è simile a quello della Costa Smeralda (che ricordo da una vacanza di 15 anni fa): acqua azzurra, sabbia bianca e rocce rosse arrotondate dal vento e dal mare. Stiamo tutto il giorno in spiaggia sotto il nostro ombrellone e giochiamo a racchette (eh si concedetemelo, pancia o no, almeno questo!). La sera decidiamo di cenare con un tagliere e ci dirigiamo quindi al famoso bar Baccosardus. Impossibile però trovare un tavolo, come del resto avevo letto su tripadvisor. Ripieghiamo sulla più intima enoteca Marongiu, nella via centrale, dove ceniamo (28€)con un ottimo taglierone di prelibatezze locali e qualche calice di ottimo vino (lo confesso, anche io mi sono concessa un buon bicchiere di Cannonau!). Facciamo altri tentativi con il gelato (ormai li abbiamo provati tutti!) ma niente da fare, non ci soddisfa per nulla. La notte pernottiamo all’hotel sa suergia (110€).
1/9
Non poteva mancare nel nostro viaggio almeno un giretto in gommone. Troviamo su internet la compagnia Maby mare (con sede al porto) dove la mezza giornata (dalle 9 alle 13) costa 80€ più carburante. Pensare che il prezzo per il noleggio gommoni il Giorno prima in spiaggia era di 80€… all’ora! Sono matti! Puntuali, partiamo quindi alla volta dell’area protetta di Capo Carbonara. Più precisamente, da subito andiamo sull’isola dei cavoli (su cui si erge un faro, proprio di fronte alla spiaggia del Giunco) che ci piace molto perché la troviamo deserta, abitata solo da qualche gabbiano. Proseguiamo poco più avanti e ci troviamo in compagnia di altri gommoni: tutti in mare con la faccia sott’acqua alla ricerca di una statua che si trova a 15 metri di profondità. Finalmente la troviamo ed è bellissima! Il giro prosegue verso la zona dove stanno i pesci balestra (di fronte alla spiaggia di simius in pratica), che attiriamo a centinaia tirando qualche galletta di riso. Certo, niente a Che vedere coi colori sgargianti e le mille varietà di pesci che abbiamo ammirato l’anno scorso in Polinesia (a Tahaa) al giardino dei coralli, però è comunque divertente. Arriviamo infine, stavolta dal mare, alla spiaggia di Punta Molentis, dove il giorno prima non eravamo riusciti ad andare e possiamo quindi confermare quanto ci avevano detto: mare stupendo ma spiaggia superaffollatissima! E dire che è settembre, non oso immaginare ad agosto. Al ritorno ripassiamo dall’isola dei cavoli, dove facciamo un ultimo tuffo nell’acqua azzurrissima davanti al moletto per l’attracco. Il giro dunque ci è piaciuto. Devo però precisare che ci sono tantissime gite organizzate che costano sui 30€ a persona che portano negli stessi posti dove siamo stati noi, certo però tutti stipati in una barca sola. Restituito il gommone al noleggio, proseguiamo in auto verso nord lungo la costa Rei, dove ci fermiamo in una spiaggia di cui non ricordo il nome a mangiare e riposare un po’. Nel pomeriggio proseguiamo fino a Tortolì, dove il giorno dopo avremmo usufruito di un pacchetto di tre giorni all’Arbatax Park Resort, con un cofanetto Boscolo che ci hanno regalato. La notte alloggiamo alla locanda degli artisti (76€), un b&b in centro Davvero grazioso e la sera mangiamo una pizza presso la trattoria da angelo (23€).
2/9
La mattina procediamo al check in presso l’Arbatax Park Monte Turri. È un resort molto famoso ed immenso che in sostanza occupa un intero promontorio a picco sulle famose rocce rosse di Arbatax. All’interno del resort circolano liberi tantissimi animali come pecore capre cinghiali asini, i bambini ne vanno matti! Per il resto, io non sono un’amante dei villaggi ma comunque per fare qualcosa di diverso alla fine È andata bene così. Il pomeriggio lo trascorriamo in una delle spiaggette private del resort e poi nella spa. Alla sera (benché il resort abbia cinque o sei ristoranti) preferiamo uscire e ceniamo (molto bene) al ristorante Sa Contonera (€70)
3/9
Anche oggi siamo all’Arbatax Park Monte Turri, ma andiamo al mare alla spiaggia del Lido di Orrì, che dicono essere bella e pulita. E’ la solita spiaggiona gigante sabbiosa, comunque gradevole ma niente di stupefacente. Il pomeriggio godiamo dei nostri trattamenti in spa che erano parte del pacchetto mentre la sera ceniamo all’agriturismo si Bardali (48€), in località girasole dove mangiamo da dieci, lo consiglio a tutti!
4/9
Oggi è il compleanno del mio amorino e… Piove! Uff! Salta quindi il nostro progetto di partecipare a una gita in barca alla scoperta delle famose cale del Golfo di orosei (cala luna, cala goloritzè…) e decidiamo di “sfruttare” la giornata per trasferirci drasticamente a nord: direzione Porto Pollo (Palau) dove sono previsti due giorni di maestrale e quindi forse mio marito, che frequentava questa spiaggia 20 anni fa, potrà uscire in windsurf! Lungo il tragitto ci fermiamo a fare un giretto a Porto Cervo, che è esattamente come me lo ricordavo: una piazzetta circondata da vetrine di lusso e nient’altro! Per la notte troviamo un comodo residence (le Gemme) in località Barrabisa (50€a notte) a un km dalla spiaggia di porto pollo. La sera ceniamo in casa sperando che il giorno dopo il tempo sia migliore.
5/9
Ci svegliamo con il vento ululante che batte contro le persiane e finalmente ci dirigiamo alla spiaggia di Porto pollo, dove un istmo di sabbia porta all’isola dei gabbiani su cui sorge un campeggio. In mare c’é un tripudio di vele di windsurf e kytesurf! Il vento soffia forte ed è chiaro che chi si trova da queste parti cercava proprio questo. A mio marito non sembra vero e si precipita ad affittare l’attrezzatura in una delle scuole della spiaggia. Ce ne sono diverse oltre ai vari baracchini. Sembra di essere in America, tutti con la muta che armano le vele, mi sento davvero un pesce fuor d’acqua!
La giornata scorre veloce facendo fotografie a Nico che dopo venti anni di inattività si rigetta a capofitto nel mondo del windsurf. incontro anche (complice la pubblicazione di una foto su Facebook) alcuni nostri amici che sono 100 metri più in lá! Come è piccolo il mondo! Non amo il vento e la sera ho la testa come un pallone però la giornata mi è piaciuta assai! La sera decidiamo di mangiare il famoso porceddu in un ristorante della zona altrettanto famoso, il Cucumiao (85€). Il locale è bellissimo e frequentatissimo (e carissimo), se volete provarlo ricordatevi che il porceddu va prenotato (così come il tavolo) e che comunque fanno anche pizza.
6/9
Il maestrale soffia di nuovo forte, mio marito ha le mani tagliate in tutti i modi, ma da bravo lupo di mare non può perdere la preziosa occasione! Anche oggi dunque stiamo alla spiaggia di Porto pollo insieme ai nostri amici. Ho fatto dozzine di foto! Nel tardo pomeriggio facciamo un giretto ad Arzachena (bruttina, però c’erano un po’ di bancarelle) e finiamo con un aperitivo a Palau (piccolina ma graziosa). La sera ceniamo a casa .
7/9
Oggi non c’è vento per cui con i nostri amici decidiamo di fare una trasferta sull’Isola della Maddalena (59€ traghetto x due con auto). Che dire, per quel poco che abbiamo visto l’isola è piccola ma stupenda! Mare e piccole baie da cartolina! Se ne avete l’occasione giratela in gommone. Si presta alla grande! L’arcipelago è composto da 60 isole, la Maddalena e Caprera sono collegate da un ponte. I traghetti da palau partono ogni mezz’ora, occhio però alla compagnia con cui navigate: i nostri amici hanno preso quello prima di noi con la saremar e alle 18 sono dovuti rientrare con l’ultimo traghetto mentre noi con un’altra compagnia avevamo a disposizione traghetti ogni ora per tutta la sera e la notte! Dopo il giro dell’isola in macchina, un bel pomeriggio al mare nella spiaggia dopo Abbattogia, siamo andati anche a Caprera ma non abbiamo trovato molto. Ci sono tre strade in croce (sterrate) e per godere della bellezza del mare ormai non c’era più la luce giusta. Andiamo dunque nel centro del paesino della Maddalena dove prendiamo un aperitivo prima di tornare a Palau. Ceniamo poi al ristorante il maestrale (40€) vicino a casa nostra.
8/9
Si torna a casa! Alle 14.15 ci aspetta il traghetto da Olbia. Prima, andiamo alle cantine di Capichera (che si trovano lungo la strada) ma ci deludono parecchio: niente visite guidate, nê degustazioni, anzi ci guardano quasi scocciati! Tra l’altro scopriamo poi che le due bottiglie che acquistiamo lì costano meno nei super mercati!
Considerazioni finali
1) vacanza solo mare si o no? no! Parlo naturalmente solo per me, ma purtroppo confermo quanto già temevo: 15 giorni di solo mare sono davvero troppi, forse una sola settimana può essere meglio. La musica cambia ovviamente se si pratica uno sport acquatico o se si hanno bambini piccoli, ma negli altri casi io non la consiglio!
2) Sardegna sì o no? Se non temete quanto scritto al punto 1, la mia risposta è sì, ma con riserve… Ma attenzione a dove volete andare: bocciata completamente la Zona del Sulcis, che perde 10 a 0 il confronto con altre zone della Sardegna. Si salva solo Carloforte. Un sì poco convinto alla zona Pula/Villasimius, Molto meglio la costa smeralda. Mi spiace dirlo ma ci sarà un motivo se è così rinomata no? Le spiagge sono senza paragoni rispetto al resto della regione e la sera c’è qualcosa da fare. La zona del Sulcis sarà anche meno contaminata ma paesaggisticamente è molto meno bella e soprattutto per vedere le 4 attrazioni che ci sono bisogna guidare due ore per volta (e di sera ci si può sparare). La zona arbatax niente di che però se ci si passa vale la pena fare il giro delle cale del golfo di orosei in barca. Tenete anche conto che 15 giorni in Sardegna costano più di una vacanza ai tropici dunque fate bene i vostri conti…
3) Alimentazione Un capitolo a parte merita la mia esperienza culinaria. Incinta, celiaca e odio il pesce! Stai a casa direte voi! In effetti, da questo punto di vista ho avuto non pochi problemi ma vorrei segnalare alcuni posti per chi si trovasse nelle mie condizioni. Per quanto riguarda l’essere incinta (quindi no verdure crude, carni crude, salumi ecc) beh é il minore dei problemi se mangiate tutto il resto! Certo un’insalata ogni tanti avrebbe fatto piacere ma si può vivere anche senza. Per quanto riguarda il non mangiare pesce, nella zona del Sulcis non c’è praticamente altro e a carloforte non c’è davvero altro per cui mettetevi l’anima in pace. Una sera ho dovuto ordinare il tonno alla carlofortina per la disperazione! Se però non avete altri problemi come il glutine troverete sempre un primo piatto di terra o di verdure, quanto meno una pizza, che vi salverà (cosa che non è valsa per me). Se siete celiaci é un bel problema. Nella zona del Sulcis non sanno neanche cosa voglia dire, un po’ meglio al sud e in costa smeralda. Se però mangiate pesce tante cose andranno bene, quanto meno la grigliata! Segnalo questi locali in cui ho potuto mangiare gluten free: Pizzeria oasis a iglesias, ottimo Pizzeria trattoria da angelo a Tortolì, buono. Sempre a tortolì c’è un laboratorio di pane e pasta fresca gluten free che si chiama Farine alternative. Poi tutti gli altri indicati nel testo, soprattutto il Ristorante Si Bardali (malloreddus e culargiones gluten free eccezionali e filetto da urlo).