Cuba: tra Revolucion e Rolling Stones

Un viaggio on the road, da Santiago all’Havana, alla ricerca dei segni di un’inevitabile e inesorabile fase di cambiamento storico
Scritto da: oriolifra
cuba: tra revolucion e rolling stones
Partenza il: 25/03/2016
Ritorno il: 04/04/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Soltanto nove giorni a disposizione ma con la voglia di visitare il più possibile l’isola: il nostro è stato un viaggio on the road da Santiago all’Havana, per un totale di oltre 1200 km. E’ risultata un’impresa fattibile, grazie ad una buona organizzazione, qualche accorgimento tecnologico e qualche soldo in più nel budget per ottimizzare i tempi.

Le tappe sono state pensate con cura prima di partire, calcolando i chilometri di ogni giorno commisurati alla condizione delle strade. Abbiamo prenotato l’auto dall’Italia (cosa sempre consigliata da diverse recensioni su internet), nonchè quasi tutte le case particulares (anche se direi che il pernottamento si trova molto facilmente) e prenotato, sempre prima di partire, anche l’escursione sulla Sierra Maestra (le due principali agenzie si trovano su internet, noi abbiamo prenotato tramite il proprietario della casa di Bayamo). Per tutte le prenotazioni ho utilizzato alcuni siti che si trovano facilmente su internet specifici di case particulares, mi sono appoggiata ad un’agenzia italiana specializzata in turismo a Cuba per il noleggio dell’auto (trovata su internet e utilizzando Tripadvisor per valutarne la serietà) gestendo tutto via email/telefono nonché l’agenzia del consolato a Milano per visto e assicurazione sanitaria obbligatoria.

Indispensabile si è rivelato l’uso del navigatore, utilissimo per evitare di perdere tempo…a perdersi (noi ci siamo scaricati due diversi navigatori sul telefonino, impostando gli indirizzi precisi delle case prima di partire, anche perché i nomi delle vie non sempre sono univoci quindi meglio averle individuate da casa con calma e con google maps a disposizione). Il nostro programma è stato il seguente:

0° Arrivo all’Havana con volo Airfrance in serata

1° giorno: mattina giro per Havana e pomeriggio volo interno per Santiago

2° giorno: Santiago

3° giorno: Dintorni di Santiago-pernottamento a Bayamo

4° giorno: Escursione sulla Sierra Maestra, pernottamento ‘di passaggio’ a Guaimaro

5° giorno: Camaguey-Santa Clara

6° giorno: Santa Clara –Trinidad

7° giorno: Trinidad- Cienfuegos,

8° giorno: Havana

9°giorno: Havana, volo di rientro alle 23.

ARRIVO ALL’HAVANA

Il recupero delle valigie è durato circa due ore e non eravamo certo gli ultimi, il boing dell’Airfrance conteneva oltre 500 persone e le valigie arrivavano sul rullo a due/tre alla volta, forse hanno svuotato l’aereo con un carrello della spesa. Dall’Italia avevo prenotato, assieme alla casa della prima notte all’Havana anche il taxi dall’aeroporto. Tra i mille cartelli con i nomi ho trovato anche il mio: considerate che i tassisti sono ben a conoscenza dei tempi per le pratiche burocratiche (oltre al recupero valigie è partita un’altra ora per il cambio dei soldi) per cui c’è un sistema di ‘reggicartelli-umani’ i quali una volta sbrigate tutte le faccende vi chiamano il taxi. Il tassista si attiene scrupolosamente alla tariffa statale da aeroporto a città che è di 25 cuc, e ci ha portato esattamente all’indirizzo della casa prenotata. Ma la proprietaria ci dice che ha appena avuto un guasto con le tubature dell’acqua e ci dirotta verso un’altra casa lì vicino, “casa Juan y Dalia”, sempre in Havana Vieja. Dopo un attimo di smarrimento, anche perché avevamo letto di ‘furbetti’ che si accaparrano il turista prima che raggiunga il posto prenotato(ma capiamo che non è quello il caso) e seguiamo il proprietario della nuova casa. Questa si rivela un’ottima alternativa, casa molto semplice ma pulita, proprietari gentilissimi: nelle mie valutazioni do sempre voti alti alla pulizia e alla accoglienza dei proprietari, mentre non siamo interessati al lusso nè a particolari confort. Mi sento di suggerire di verificare che abbiano l’aria condizionata e tutte le case in cui abbiamo dormito ne erano fornite (magari in molti casi non proprio impianti silenziosissimi…)

1° GIORNO

Mattina dedicata ad una prima perlustrazione dell’Havana in quanto il nostro programma prevede di volare subito su Santiago per poi farvi ritorno a fine viaggio. La scelta è dettata dal fatto che molte recensioni su internet avvisano che il volo interno (operato dalla compagnia Cubana de Aviacion) accumula spesso ritardi o cancellazioni, quindi abbiamo pensato di toglierci il dente subito e evitare che ci saltasse il volo di rientro per l’Italia. Passeggiamo per le vie e piazze dell’Havana Vieja, segnalo da non perdere per gli appassionati, un’officina artistica di pittori e disegnatori -Taller Experimental de Grafica- callejon del Chorro- vicino alla cattedrale (uno degli artisti stava dipingendo su una maglia la ‘lingua dei Rolling Stones’ – che avevano fatto il primo concerto a Cuba la sera prima- con la bandiera cubana). Dobbiamo anche cambiare altri soldi, in aeroporto avevamo cambiato solo il giusto necessario per le prime spese e ci mettiamo in coda alla Cadeca vicino a Plaza San Francisco. Almeno qui la coda (quasi un’altra ora) è proficua perché ci mettiamo a parlare con due cubani in coda davanti a noi ai quali comincio a chiedere di Obama che è stato all’Havana la settimana prima…e loro prendono l’occasione del mio attaccar bottone per estendere la conversazione su stipendi, prezzi, paragoni con il mondo fino ad arrivare a Roma, all’importanza del diritto romano, della democrazia e di Mussolini appeso in giù a piazzale Loreto. Ritornando al cambio, qui non è molto più conveniente dell’aeroporto: 1,08 invece di 1,06 e anche in seguito il rapporto di cambio sarà lo stesso, averlo saputo cambiavamo di più direttamente in aeroporto. Per pranzo prendiamo dei panini e dei dolcetti in un baretto dal centro in un posto dove i prezzi sono in moneda nacional e ci rendiamo subito conto dell’abisso dei prezzi tra popolazione e turista: paghiamo con i pesos convertibili il prezzo equivalente e ci danno il resto in nacional – con questo metodo riuscite a recuperare un po’ di utile moneta national che vi permetterà di acquistare in alcuni posti, anche tre pizzette con l’equivalente di un euro, se vi va. Da tener conto che alle case del cambio e alle banche è proibito dare moneda national ai turisti.

Pomeriggio rientramo dalla nostra famiglia che ci ha prenotato il taxi per l’aeroporto. Il volo interno per Santiago l’avevamo volutamente prenotato tramite agenzia perché, visti i ritardi e cancellazioni della compagnia aerea ero d’accordo che mi avvisassero per sms ma visto che il ritardo c’è stato (dalle 15.35 alle 18.45) e non ho ricevuto nessun servizio, se tornassi indietro prenoterei direttamente dal sito della Cubana de Aviacion.

A Santiago avevo prenotato il Roy’s Terrace Inn preso da una delle più comuni guide ‘cartacee’ in commercio, nonché il pick up dall’aeroporto per 10 cuc (tramite la casa) il taxi è una macchina d epoca bellissima e tenuta benissimo, ci sentiamo vip!. Il Roy’s è davvero un posto delizioso pulitissimo ed estremamente curato, oltre che in un’ottima posizione. E soprattutto il proprietario Roy è fantasticamente accogliente. Ceniamo nella casa, tutto ottimo.

2° GIORNO

Visita di Santiago prendendo spunto dal percorso consigliato sulla guida anche se con visite agli interni limitate all’imperdibile Moncada, alla piacevole casa di Velasquez, preferendo sostare nelle piazzette a curiosare. Pranzo al ristorante Espana, buono e non caro. In serata salita alla terrazza dell’hotel Casagrande (3 cuc per la consumazione obbligatoria) per vedere il tramonto. Per la cena scegliamo il ristorante Juliana ricavato da una porzione di casa ai piedi della Escalera Padre Pico che da l’impressione di molto cubano: aragosta e gamberi tutto buonissimo ma 33 cuc non ci sono sembrati molto cubani. Però merita. Dopocena facciamo un salto alla casa de Los Tradiciones con ottimi suonatori e molto pubblico cubano: alcuni tavoli con scritto riservato sono dedicati a noi turisti..quelli che consumano e pagano (mojito davvero buono 3 cuc oltre a ingresso 2 cuc) i cubani sono su seggiole senza tavolo e non consumano.

3° GIORNO

Ritiro dell’auto. Il noleggio è molto costoso: per 6 giorni spendiamo 426 euro per una classe economica, oltre ai 100 cuc in loco per lasciarla in un posto diverso dal ritiro (Santiago con drop off Havana). L’appuntamento è alle 7 della mattina in aeroporto e il ritardo dell’apertura della filiale dell’Agenzia è stato più breve del previsto, solo una ventina di minuti. Subito ci viene detto che il modello di macchina non è quello previsto, ma un pò più piccola, ci intortano che è migliore perché non è cinese…ecc ecc…insomma una kia picanto. Non che abbiamo molta scelta, unica perplessità il bagagliaio piccolo per le valigie (vorremmo evitare di averle in vista) ma ci spostano il sedile dietro e tutto si incastra e si nasconde (quasi). Scopriamo poi che buona parte delle auto a noleggio che girano per Cuba sono Picanto! Motorizzati ci dirigiamo verso il Cajo Grandma un isolotto di pescatori a pochi chilometri dal centro di Santiago. Il punto d’attracco non si vede dalla strada ci viene indicato nei pressi di un baracchino cafeteria. Caffè non se ne vende e nemmeno latte o qualcosa per colazione, prendiamo due panini pagando in moneta locale e diamo un cuc chiedendo di darci un occhio alla macchina. Il traghetto arriva quasi puntuale rispetto all’ora che ci era stata detta, fa un giro strano o come definiremmo noi poco efficiente e ci sbarca sull’isolotto. Prezzo un cuc per i turisti, 25 volte meno per i locali. L’isolotto vale un giro, anche se meno di un’oretta, ha sapore genuino anche se ci sono un paio di ristoranti per turisti, ma noi eravamo gli unici e alle 11 abbiamo ripreso il traghetto di ritorno. Di nuovo in terraferma tappa al Castello El Morro e via verso El Cobre in cerca di una benedizione che il viaggio vada tutto bene. Spostamento a Bayamo, pensata solo come tappa base per la Sierra Maestra, ci appare come una cittadina comunque meritevole di una breve visita: centro molto curato con una attenzione artistica gente vestita bene e banche aperte fino alle 19, poi nelle vie sfrecciano solo carrozze, il mezzo di spostamento più usato, tant’è che lo scalpiccio degli zoccoli è un sottofondo perenne. Dormiamo all’hostal Bayamo, la casa denota che la famiglia è abbastanza benestante. Cena ottima, camera pulita ma la famiglia non interagisce molto con gli ospiti, se non per i formali convenevoli.. Il proprietario Tony ci ha prenotato l’escursione alla Comandancia de la Plata, i luoghi della Revolucion.

4° GIORNO

Partenza alle 7 per la Sierra Maestra. Due note sull’escursione: le agenzia che organizzano le escursioni si trovano facilmente su internet o sulla guida, il punto di partenza, se ci arrivate con i vostri mezzi e non con i pullman organizzati da Bayamo o da Santiago, è il centro visite di villa Santo Domingo e bisogna essere li per le 8.30 del mattino. Il costo è di 27 cuc a testa compresa la guida, la jeep che porta su per la ripida salita al punti di partenza della camminata e una merenda. Il giro dura 3 ore ma bisogna calcolare le attese per le jeep,: noi eravamo li alle 8.15 ma siamo partiti con la camminata alle 9.30. La guida Raul parla perfetto inglese (ex insegnante di lingua) molto teatrale ma bravo, avvisa subito che il suo compenso saranno le nostra mance (impossibile…ha lasciato il lavoro di prof per vivere di mance…) e a fine giro “consiglia” 5 cuc a testa. Comunque glieli diamo volentieri. A noi che abbiamo la macchina ci chiede anche un passaggio al suo paese Bartolome Maso e ovviamente glielo offriamo volentieri. Scena meritevole: quando scende lui c è una signora che sbircia dentro la macchina: Raul chiede se la possiamo portare a Tara un paese sulla strada a 10 km…e lei all’arrivo tira fuori 10 pesos cubani per il passaggio…che ovviamente non accettiamo. Capiamo comunque che il BlaBlaCar cubano è ben attivo anche senza app…basta mettersi a bordo strada rigorosamente con una banconota in mano. Proseguiamo e arriviamo a Guaimaro dove non avevamo prenotato nessuna casa perché non sapevamo quanti chilometri saremmo riusciti a fare quel giorno (la strada non è delle migliori), avevo una lista di case presa dai siti consueti e trovo facilmente casa Verde di Daisy Castro (che verde non è). La casa è bellissima e la proprietaria è perfetta. Posto auto dentro il cancello di casa (gratis) cena e colazione ottime e molto più economiche rispetto alle città più frequentate dai turisti. Unica nota: il posto è un pò rumoroso perché Guimaro è una cittadina di passaggio sulla carretera central e i camion passano, inoltre qui i galli notturni sono più attivi di quelli più cittadini.

5° GIORNO

Partiamo alle 7 perché ci aspettano parecchi chilometri: la meta finale sarà Santa Clara ma vogliamo fare anche tappa a Camaguey e non si sa come sarà la strada. Tutto per fortuna va per il verso giusto, la strada è buona e riusciamo a visitate per 3 orette la bella Camaguey: giro al mercato Hationico pò fuori dal centro (segnato sulla guida) alcune chiese del centro compresa la salita al campanile della cattedrale e qualche viuzza colorata e piazzetta qua e là. Camaguey è molto carina e meriterebbe sicuramente un più tempo, nonché ovviamente di passarci la notte, ma gli incastri di una vacanza express non ce lo hanno permesso. Merita moltissimo la piazza del Carmen con le sue statue di bronzo, fantastiche soprattutto quelle delle pettegole che chiacchierano. Raggiungiamo Santa Clara a metà pomeriggio, in tempi migliori del previsto, la strada è buona e si riescono a macinare chilometri. Ci fiondiamo al mausoleo del Che dove per entrare bisogna lasciare tutto al deposito (noi entriamo a turno, la stanzetta del deposito non ci da molto affidamento visto il capitale in macchina fotografica che ci portiamo dietro). Comunque incontriamo qui tutti gli italiani che non abbiamo incontrato nei posti precedenti, e si sono concentrati qui quelli più fastidiosi che probabilmente erano in gita giornaliera da qualche villaggio e non sapevano neanche cosa stavano visitando. Facciamo in tempo anche a visitare la Toma del Tren Blindado. Poi ci dirigiamo verso la casa prenotata con lo stesso sito della prima casa all’Havana… ma anche questa non risulta disponibile. Comunque il sistema di auto-gestione garantisce dopo poco un’altra habitacion. Ci propongono ‘Dos Gardenias’ che si rivela una casa molto carina pulita e con una padrona di casa gentilissima e disposta alle chiacchiere. Per la cena la signora ci consiglia Alba y Sol in una traversa di calle Maceo.: ambiente modello garage con palle psicadeliche fiori finti, gatto che gironzola e le immancabili tovaglie plasticate. Prendiamo il misto di pesce in salsa ed è buonissimo prezzo totale 27 cuc.

6° GIORNO

Visitiamo la fabbrica di sigari, prima di accedere bisogna munirsi di “boleta” che si acquista all’hotel Santa Clara Libre (il palazzone verde che spicca nel parque Vidal) o all’agenzia sempre nei pressi del parque Vidal, costo 4 cuc. La visita dura una ventina di minuti ed è interessantissima perché la fabbrica è in funzione e si guardano le persone lavorare. Prima di lasciare la città cerchiamo la statua del Che e Nino (poco dopo il Tren Blindado) e i murales contro la guerra in fondo a via Marta Abreu in uscita dalla città., entrambi meritano una piccola sosta. Lasciamo Santa Clara e via verso Trinidad, i chilometri sono meno di un centinaio ma la strada è impegnativa, per quanto splendida dal punto di vista naturalistico. Arrivati a Trinidad decidiamo di tirare dritto per le spiagge scegliamo una delle piccole spiaggette prima della più turistica Playa Ancon: un cuc per la macchina un cuc per l’ombrellone di paglia. A Trinidad, la casa prenotata è Casa Smith, carina per il patio e la terrazza, camere pulite atmosfera un pò meno da ‘casa’ ma più da alberghetto, ma ci troviamo comunque bene. Facciamo subito un giro per la città che purtroppo è invasa dai turisti che arrivano a botte di pullman e molti mercatini. Ci perdiamo per le vie con macchina fotografica alla mano, ripromettendoci però di rifare il giro la mattina seguente quando i turisti ancora dormono o devono ancora arrivare. Ceniamo a casa (onestamente non la miglior cena della vacanza) poi ci facciamo un giro. La città è deserta, solo la scalinata di fianco alla chiesa e i locali intorno sono molto animati, rigorosamente di turisti.

7° GIORNO

Giro di Trinidad prima di colazione, usciamo verso le 7.30 e assistiamo alle attività del primo mattino: chi va a scuola chi dipinge casa chi installa i banchetti e chi sta a guardare. Almeno riusciamo a goderci la città senza camionate di turisti e quel che scrivono del ‘gioiellino di cittadina’ finalmente emerge. Dopo colazione facciamo ancora una puntata in spiaggia (che è a 12 km), poi un giro verso il capo opposto rispetto Playa Ancon ovvero La Boca, che si rivela un paesino con villette molto carine (molte sono case particulares…da tenere presente). Verso l’una ripartiamo, passando prima a prendere la pizza in un ‘posto per cubani’ fuori dal centro storico a Trinidad (8 pesos di moneta National per una pizza al queso – ovvero ‘quasi’ margherita, pari a 0,32 cuc -30 centesimi di euro ed è buonissima…abbastanza unta ovviamente!). Ripartenza e giro alla Valle de Los Ingenios con salita alla Torre Iznaga. Poi ci muoviamo verso Cienfuegos con passeggiata a punta Gorda e nel centro (da non perdere la visita al teatro). La casa particolar prenotata è Damilsy (prenotata con amor cuba, stavolta senza sorprese). Camera molto bella, grandissima, molto pulita con bagno tutto piastrellato. La proprietaria si scusa ma non può preparare la cena e consiglia un ristorante. Accettiamo il consiglio e ci prenota lei (nome tipo Ebenzee ) Il posto si rivela ‘da turisti’ dove il singolo piatto ha prezzi accettabili (12 cuc i gamberi e 14 l’aragosta, poi però il conto lievita per 2 cuc per mezzo litro d acqua e altri 2 cuc a testa per il servizio. Rigosamente con gruppetto che suona. Piatti buoni ben presentati ma è la prima volta qui a Cuba che ci alziamo da tavola con la fame!

8° GIORNO

Colazione buona e abbondante sulla terrazza di Damilsy alle 7.30 poi partenza per L’Avana, i km sono tanti ma molti sono su Autopista Nacional e si fanno in 3 ore… i più noiosi però! Per fortuna qualche carretto o trattore che attraversa l’autostrada ci ravviva un po’. Torniamo alla casa particolar dove abbiamo trascorso la prima notte, ci eravamo trovati bene e vorremmo stare li, la proprietaria giustamente chiama la casa che la sera del nostro arrivo aveva problemi, con le tubature non vuole “rubarle” il cliente. Ma pare non ci siano problemi di buon vicinato e possiamo rimanere qui. Lasciamo le valigie, puntiamo verso Plaza de la Revolucion che è piuttosto lontana dal centro visto che abbiano ancora la macchina (di solito ci si fa portare con i taxi). Poi puntiamo verso l’hotel Havana libre, sempre in macchina. In quella zona tra ingorghi e deviazioni è il caos più totale e rinunciamo ad andare verso l’hotel Nacional che avremmo voluto vedere. Andiamo quindi a riconsegnare la macchina e ci facciamo la passeggiata sul Paseo del Prado. Poi giro in zona Capitolio (chiuso per restauro), una pizza per pranzo, salita al Palazzo Bacardi e immancabile vasca al Malecon. Ceniamo al Castropol sul Malecon, consigliato dalla solita guida cartacea. Il posto è da turisti, molto curato, i piatti sono buoni e abbondanti. Anche qui le portate in sé non sono costose, per il pesce si aggirano sui 12 -14 cuc ma è tutto il resto che fa salire la cuenta: 3 cuc per mezzo litro di acqua Panna, 2 cuc per la ciotolina di riso, e con il servizio paghiamo in totale 35 cuc. Però usciamo soddisfatti

9° GIORNO

Giro verso la plaza del Cristo, poi ancora verso la Plaza de la Catedral (con chiesa finalmente aperta) e di nuovo Plaza Vieja. Da non perdere la Camara Oscura, un dispositivo ottico all’8 piano di un palazzo in un angolo della Plaza Vieja che proietta la veduta panoramica dalla terrazza stessa. Fantastico, assolutamente da vedere. Il mio compagno fa alcune foto al pannello con le immagini proiettate con il cellulare al quale ha appiccicato una lente fish eye acquistata su internet. La guida che ci ha mostrato le proiezioni del marchingegno fotografico va giù di testa chiede di poter provare l’aggeggio. Interessatissimo si informa su dove l’abbiamo comprato e quanto costa (8 euro) e ci prega di venderglielo prima di ripartire, perché per lui (che possedeva sia un samsung che un iphone quindi direi parecchio benestante) gli acquisti su internet non sono cosa agevole. Non possiamo dirgli certo di no, in fondo noi torniamo a casa, facciamo un click e Prime dopo un giorno ce lo porta a casa! Dopo questa esperienza, andiamo al museo de la Revolucion, interessante e didascalico e certo molto propagandistico (ben 8 cuc per entrare). Poi ci facciamo un giro al Barrio Chino il più curioso quartiere cinese del mondo nel senso che è senza cinesi, si perché alla parola socialismo sono scappati tutti a gambe levate. A parte la curiosità ci appare una zona un pò posticcia e decisamente molto sporca. Ormai siamo agli sgoccioli, il taxi per l’aeroporto è prenotato presso la casa alle 19.45, un ultimo spuntino, un ultimo mojito, l’ultimo succo di guava, ancora qualche chiacchiera con la famiglia che ci ha ben accolti nella sua casa particolar, un ultimo sguardo ad una città meravigliosa e ad un paese che ci è entrato nel cuore e… si parte per tornare alla realtà.



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