Passeggiate romane: il quartiere EUR tra metafisca e inquietudini visive
Passeggiate romane – La solennità dell’EUR
La reputazione di Roma degli ultimi tempi è in caduta libera. Mafia capitale, sporcizia, insicurezza, funerali di Casamonica, classe politica (tutta) inefficiente, ecc. Diciamo che questo stato di cose fa da pendant alla bellezza intrinseca della capitale che, anche se in parte sfiorita, rimane pur sempre sublime, fascinosa, estraniante. Forse si dovrebbe trovare una via di mezzo, perché di certo l’unicità dell’Urbe è indiscutibile.
Io però, che frequento Roma da anni (pur non essendo romano), riesco a subirne il fascino non già (o meglio, non solo) nelle zone eminentemente turistiche (Colosseo, San Pietro, Piazza di Spagna, Piazza Navona, ecc) bensì nei luoghi meno frequentati, ma non per questo meno magnetici.
Prendiamo l’EUR. E’ vero, è il quartiere simbolo dell’architettura fascista dove Mussolini volle ricreare una Roma in stile imperiale. Ma, giudizi storici a parte, è letteralmente impossibile (almeno per me è così) non rimanerne attratti. Quando la Cristoforo Colombo, arteria pulsante (ed assai pericolosa) della zona sud-ovest della città, giunge in Piazza Guglielmo Marconi, in pieno EUR, davanti allo svettante obelisco, apre di fatto un altro mondo, un’altra Roma.
Strade larghe e scorrevoli, palazzi enormi che ricordano tanti quadri metafisici, colorati di un bianco accecante. Austeri, solenni ed inquietanti. Soavemente ingombranti, ma ariosi. E’ un paesaggio del tutto particolare che va vissuto, tra la piazza suddetta ed il laghetto dell’EUR, ma anche lateralmente dove un tempo c’era il Luna Park o nelle strade dai nomi geografici (Oceano Atlantico, Oceano Pacifico, Asia, ecc).
Merita senz’altro una visita il Museo Etnografico “Pigorini” se non altro per l’immenso androne e le architetture metafisiche.
L’inquietudine fascinosa del quartiere è stata “fissata” nel grande schermo in tanti film, ma ricordo in particolare “Tenebre” di Dario Argento con le riprese delle strade in prospettiva che non si sapeva bene dove finissero e, soprattutto, se finissero.
Anche di giorno si percepisce una sottile inquietudine tra queste vie grandi e ventose. Basta fare pochi passi sopra il laghetto dell’EUR, pure in una calda giornata estiva piena di persone, per rendersene conto. Oltre ogni curva, di fianco a ville ed ambasciate di austera bellezza, non si bene che cosa ci attende.
Il rumore della Cristoforo Colombo è vicino eppure ovattato. Soltanto un altro quartiere di Roma mi ha donato le stesse sensazioni, il Coppedè.
Un turista non distratto, dovrebbe perlomeno passare dall’EUR e rendersi conto di quanto la metafisica applicata (a tratti sembra di essere dentro un quadro di De Chirico) doni un senso di inquietudine e, al tempo stesso, di solare bellezza.