Tokyo a Pasqua

Una settimana nella capitale nipponica per le vacanze pasquali
Scritto da: LiquidSnake86
tokyo a pasqua
Partenza il: 23/03/2016
Ritorno il: 30/03/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Quarto diario di viaggio! Stavolta si vola verso il far east, a Tokyo!

INTRODUZIONE

Rispetto agli scorsi anni, a Pasqua quest’anno non ho abbastanza giorni per organizzare il tipico viaggio in Giappone da 10 giorni (che comprende la zona di Tokyo, e poi quella di Kyoto). Quindi mi devo accontentare (si fa per dire), e virare su una sola settimana (da mercoledì a mercoledì, comprensiva di viaggio) a Tokyo. I giorni effettivi saranno 5 alla fine. Sono più che sufficienti per visitare la città, peccato non averne di più per andare anche altrove!

Il volo: ho acquistato il volo a novembre, con Qatar Airways, partenza da Malpensa il 23 marzo alle 21.20, scalo a Doha, arrivo a Tokyo Haneda alle 22.00 del giorno dopo.

Ritorno il 29 marzo, ore 22.20 da Tokyo Narita, arrivo a MXP alle 13.00 circa del giorno dopo.

Ottimo volo, la qualità di Qatar Airways è molto alta, si mangia bene e il volo è comodo. 550€ a persona.

Hotel: ho pernottato presso l’hotel Sotetsu Fresa Hamamatsucho-Daimon. Ho speso 730€ per 5 notti con colazione inclusa. La posizione è ottima. Vicine ci sono sia la stazione della JR Hamamatsucho che la stazione Daimon (in cui passa la Asakusa line), x cui si è collegati con qualunque parte di Tokyo.

L’hotel è stata una buona scelta. Certo la stanza è piccola, ma da quanto ho capito è in pieno stile nipponico: c’è giusto lo spazio per il letto matrimoniale (alla francese, cioè stretto!), una scrivania, il bagno e stop. Le valigie ci stavano appena!

La colazione è così così: una mattina non c’era il pane, e il resto che c’era era il riso bollito, con pesce, carne e carne al curry. Non proprio quello a cui sono abituato la mattina diciamo…

Menzione d’onore per il water con asse riscaldato multiuso giapponese: da provare!

DOCUMENTI/ALTRE COSE UTILI

Documenti necessari per il viaggio:

– Assicurazione viaggio: ho preso la Columbus, circa 82€, consigliata a chiunque, per coprire eventuali spese e pure lo smarrimento del bagaglio.

– Passaporto

MI SONO PROCURATO PRIMA DEL VIAGGIO

– adattatore usb per la presa di corrente tipo quella per gli USA (due poli piatti) per caricare i telefoni

– cavi usb in più: tutti gli hotel hanno tv a schermo piatto con presa usb, e ci si può caricare il telefono!

– NON ho fatto il JR pass: inutile se state a Tokyo, costa 220€ per una settimana se non sbaglio, ma avrò speso non più di 30€ di metro in 5 giorni, a testa.

– circa 400€ cambiati in yen. Ho trovato cambi migliori alla mia banca che in Giappone. Là il cambio migliore l’ho avuto in stazione a Shinjuku, mentre nelle banche il peggiore.

IL VIAGGIO

Partenza il 23 marzo alle 21.20 da Malpensa, atteraggio a Doha alle 5.00 circa del giorno dopo (+2 ore), due orette di scalo (aeroporto con tutto già aperto a quell’ora, lo scalo scorre via veloce), ripartenza per Tokyo Haneda alle 7.00; atterraggio alle 22.00 circa. Tento in tutti i modi di non dormire durante le 10 ore e 40 da Doha a Tokyo, in modo da evitare di fare la notte in bianco in Giappone. Il viaggio è decisamente lungo…!

Formalità all’ingresso, recupero bagagli (piuttosto lungo) e via!

Da Haneda arrivare in centro è molto semplice: Hamamatsucho è capolinea della monorotaia diretta che parte all’aeroporto di Haneda, 8-9 fermate, e si arriva. Biglietto singolo da 490 yen (mi pare…), ed è molto semplice da trovare, all’uscita dai gate la monorail sta sulla sinistra, non la potete mancare.

Alla stazione mi ci vuole un po’ per l’orientamento: le cartine sui tabelloni infatti non sono messe con nord in alto e sud in basso, come mi aspettavo, ma sono messe come si vedono le strade guardando la cartina stessa. Infatti ho preso subito la direzione contraria… sono le 23.00 ed è strapieno di gente in giacca e cravatta che gira per le strade.

Comunque in 10 minuti a piedi arrivo all’hotel, check-in e a nanna.

25 marzo

Colazione a base di riso e pesce al vapore (…!), e via: abbiamo usato spesso la linea JR Yamanote, il treno che fa un circolo in tutta la città di Tokyo, collegando di fatto tutte le stazioni maggiori della città. Hamamatsucho ne è una stazione, quindi ci dirigiamo là x partire. C’è da dire che ci saranno di sicuro delle tratte più comode/dirette per arrivare da un punto all’altro, ma non avendo internet sempre a disposizione, abbiamo usato la Yamanote line per evitare di perdere mezzore in giro a cercare linee di metro strane.

Comperiamo quindi la Suica card: ve la straconsiglio. È una carta verde/argento con un pinguino disegnato (ve n’è anche un’altra simile, la Pasmo, ma non sono certo sia la stessa cosa), la prendete alle biglietterie automatiche, lasciando un deposito di 500 yen (che poi vi danno indietro quando la riconsegnate, più anche il resto rimasto di credito, meno una fee di 220 yen per il processo) e la usate come una tessera ricaricabile.

Il sistema dei treni/metro di Tokyo è piuttosto complesso, per 2 motivi: ci sono molte linee di compagnie diverse; vi è un sistema di pagamento che va a tratte, e se il biglietto non è quello giusto, dovrete eseguire un “fare adjustment”, cioè pagare la differenza di quello che vi manca per il tratto fatto.

La Suica vi risolve entrambe le cose: la ricaricate (io ci ho messo tipo 3000 yen, sufficienti per 5 giorni di spostamenti) e quindi siete a posto per il pagamento delle tratte (scala lei in automatico) e potete prendere qualunque linea (anche per andare all’aeroporto Narita, come ho fatto io al ritorno).

Inoltre la potete usare per pagare anche ai distributori automatici (il Giappone è il paese dei distributori automatici…) e in alcuni negozi e market. Comodo per pagare tipo l’acqua da 100 yen e robette così.

La metro e i treni sono ovviamente pulitissimi e in orario: sarà una battuta fatta un milione di volte, ma “proprio come trenitalia” rende esattamente l’idea… Un altro mondo.

Primo quartiere di oggi, dedicato a Tokyo ovest, è Harajuku (Yamanote in verso orario da Hamamatsucho). Dal treno si è subito vicini all’ingresso del parco Yoyogi, all’interno del quale vi è il Meiji Jingu, un tempio splendido immerso nel verde, con i suoi torii (i portali di ingresso) a scandire il percorso. Tokyo è una città stracolma di gente (15 milioni di persone, e si sentono tutte…), ma sa regalare anche spazi verdi rilassanti come questo parco.

Non mi dilungherò nelle descrizioni (vi sono miriadi di foto in internet), ma mi soffermerò più sui consigli per alcune cose che a me sono piaciute molto.

Usciti dal parco, abbiamo percorso la Takeshita Dori, una stradina pedonale piena di negozi colorati e gente che strilla per vendere. Questa strada si incrocia con Meiji Dori, che abbiamo percorso verso sud, per arrivare a Shibuya.

Prima però ci siamo fermati a pranzo da Gyoza Lou, che vi consiglio: abbiamo speso una stupidaggine (tipo 800 yen a testa) e assaggiato i 4 tipi di ravioli (bolliti o alla piastra, con o senza aglio) che servono in questo posto. C’è spesso fila davanti, ma si mangia in fretta e quindi si fa presto a trovare posto. Abbiamo mangiato al bancone, davanti al tizio che saltava e bolliva i ravioli.

A piedi abbiamo quindi raggiunto Shibuya: statua di Hachiko, incrocio pedonale più pagliaccio del mondo, e letteralmente migliaia di persone ovunque. Abbiamo un po’ girato x i negozi, ma credo renda meglio la sera questo quartiere.

Da Shibuya, abbiamo preso la metro verso nord per Shinjuku. La stazione è enorme, per cui decidete prima (e questo vale in generale a Tokyo) dove volete andare, e beccare le uscite giuste (così da evitarvi chilometri x nulla…). Siamo andati al Tokyo Metropolitan Govt Bldg (uscita ovest), in cui ci sono due osservatori gratuiti per guardare la città dall’alto. Noi siamo stati a quello sud.

Scesi, siamo tornati verso est, e siamo passati per Omoide Yokocho, una strada di ristorantini molto particolare, per dirigerci verso Kabukicho, il quartiere a luci rosse. Dopo aver declinato giusto un paio di offerte di sex sex, siamo capitati davanti al Robot Restaurant, ma mi è parso così kitsch che ho ben evitato. Oltretutto mi par di aver letto volessero 8000 yen per lo spettacolo.

A cena siamo stati al ristorante Tsunahachi, famoso per la tempura. Spesa di circa 4500 a testa yen per 2 tempura (vi sono vari menu tra cui scegliere), 2 birre ed una ciotola di sashimi di tonno: ottimi entrambi, la qualità del posto non si discute. Anche qui eravamo al bancone. La tempura (di pesce e di verdure) viene fritta davanti ai vostri occhi e servita insieme alla sua salsa, in cui va sciolta una non ben specificata poltiglia bianca. Come fare per mangiarla correttamente viene spiegato dai camerieri. Vi sono anche la ciotola di riso (immancabile!) e la zuppa di miso. Ottimo ristorante.

Metro e ritorno a Hamamatsucho verso le 23.00.

26 marzo

Questa mattina andiamo verso nord (JR Yamanote in senso antiorario) e scendiamo a Ueno, dove c’è un parco enorme. Parte dei ciliegi è in fiore, ed è pieno di gente che se ne sta sotto i ciliegi a mangiare. In pieno stile giapponese, le aree picnic sono state appositamente allestite con dei teli su cui stare sopra a mangiare, e altre zone apposite per la spazzatura. Il parco anche qui è incredibilmente curato e pulito.

Abbiamo girato il parco e visitato il museo nazionale giapponese con i suoi giardini.

Per pranzo siamo stati a Sushi Zanmai a Ueno, a sud del parco. È una catena (il ristorante principale è a Tsukiji), e ho mangiato dell’ottimo sushi. Soprattutto il tonno più grasso, che io in Italia non ho mai mangiato… un gusto strepitoso. Bello anche come i camerieri ed i mastri susharoli (o come li volete chiamare) salutino e ringrazino i clienti quando se ne vanno, urlando tutti insieme. Caratteristico! Comunque il sushi era ottimo, e la spesa contenuta. Un pezzo di salmone costa 98 yen ad esempio (e il pezzo di pesce è molto gruosso). Con una spesa di 2000 yen si assaggiano un sacco di tipi di pesce diverso.

Da Ueno ci siamo mossi a piedi verso Asakusa. Vi consiglio di arrivare fino a Kaminarimon, il portale con gli dei del vento e del fulmine sul frontone (Fuijin e Raijin), e l’enorme lanterna rossa sotto cui si passa. Dal portale si imbocca la Nakamise Dori, una strada pedonale ricolma di gente e di negozietti di souvenir e cibo, fino ad arrivare al Senso-ji, il tempio rosso, con la pagoda vicina. Più bello come tempio in sè, ma l’atmosfera del Meiji Jingu rimane inarrivabile.

Dopo ci siamo diretti alla Tokyo Sky Tree, superando il fiume Sumida. La torre è piuttosto cara (2800 yen) per salire a 350 metri, ma la città è splendida vista dall’alto. Siamo saliti all’imbrunire, quindi la città si stava accendendo.

Discorso biglietti: il costo per salire ai 350 metri dovrebbe essere di 2000 yen, ma quando siamo arrivati là ci hanno detto che l’attesa per il biglietto normale era di 3 ore. Per quello più caro (express, per gli stranieri in visita) costa di più, ma l’attesa era di mezzora. Vi consiglio questo ovviamente.

C’è poi la possibilità di salire anche a 450 metri (se non ricordo male) ad un secondo osservatorio, ma va pagato un ulteriore biglietto da più di 1000 yen, che si compra solo al piano 350. Non l’abbiamo fatto.

Scesi dalla torre, siamo tornati ad Asakusa (con la Asakusa line, da Oshiage station: ci si accede direttamente senza uscire dalla torre, comodissima) e andati a cena da Sometaro, ristorante specializzato negli okonomiyaki, le frittatone miste alla piastra. Abbiamo speso poco (tipo 1500 yen a testa) per 2 okonomiyaki e una porzione di spaghetti alla piastra. Il ristorante è carino, ci si toglie le scarpe all’ingresso, si mangia seduti a terra, e ci si cucina gli okonomiyaki sulla propria piastra a centro tavolo. Ve lo consiglio!

27 marzo

Oggi giornata relax: da Shinbashi (stazione a nord rispetto il nostro hotel) si prende la linea Yurikamome (Shinbashi ne è il capolinea, non potete sbagliare) e si va verso Odaiba, il quartiere isola verso sud-est. Scendiamo a Telecom centre e andiamo all’Oedo Onsen Monogatari, un parco a tema onsen che mi è piaciuto. Non sono ammessi i tatuaggi dentro.

In totale si spende circa 3500 yen a testa, per l’ingresso ed una ciotola di ramen per pranzo (ma vi sono molti ristoranti tra cui scegliere). Compreso nel biglietto c’è lo yukata (abito tipico giapponese) che si indossa (con sotto solo l’intimo) per accedere alla zona interna del parco (tutto al chiuso), dove ci sono ristoranti, negozietti e giochi. All’esterno c’è il percorso per i piedi in acqua calda. Al piano di sopra c’è una zona di poltrone per rilassarsi dopo le terme. Si gira scalzi, e qualunque cosa compriate, vi viene caricata su un braccialetto con codice a barre che avrete sempre con voi, per pagare poi all’uscita.

La parte forte sono appunto le vasche di acqua termale, divise tra uomini e donne.

Vi si accede dopo un ulteriore zona spogliatoio (seconda chiave per secondo armadietto) in cui lasciare tutto: alle terme si accede nudi. Prima cosa da fare è farvi una bella doccia, in quelle docce da manga, con lo sgabello seduti davanti un rubinetto (fornito di tutto punto, dallo shampo all’occorrente per lavarvi i denti). Una volta lavati, si può accedere alle vasche: ce ne sono sia all’interno che all’esterno. Bello e rilassante. Ovviamente non dovete essere dei timidoni: io dopo anni di calcio non è che mi faccio problemi a girare nudo tra altri uomini.

Dopo le vasche (c’è anche una sauna a secco), doccia e si torna alla zona mista, dove abbiamo pranzato appunto con del ramen. Non mi ha fatto impazzire (ma forse il ristorante del parco non era un granchè).

A metà pomeriggio siamo usciti: esperienza intessante questi bagni termali.

Abbiamo ripreso la Yurikamome fino al capolinea di Shinbashi, e da lì la JR Yamanote fino a Akihabara (uscita Electric Town dal treno), il quartiere dell’elettronica e degli otaku. È un quartiere allucinante. Luci, colori, suoni, gente. Abbiamo girato un po’ di negozi di elettronica, di videogiochi e di manga. Ed anche il Don Quijote, un posto a più piani che vendeva praticamente di tutto. Che confusione.

Per cena siamo rimasti in zona, e cenato da Marugo, ristorante specializzato nel tonkatsu, la cotoletta di maiale. Viene servita sempre con la zuppa di miso e la ciotola di riso, oltre alle salse per accompagnarla. Abbiamo speso circa 2800 yen a testa, ma il tonkatsu era ottimo (in giro si trova anche a molto meno comunque nei vari ristoranti).

28 marzo

Questa mattina visita allo Tsukiji Market: decidiamo che l’asta del tonno è troppo presto (comincia alle 5, ma bisogna essere là ben prima per avere uno dei posti che vengono riservati agli spettatori), per cui andiamo con calma dopo colazione. Ci andiamo a piedi, non è più di mezzora dal nostro hotel, in direzione nord.

Il mercato è un vero casino! Gente che passa coi muletti elettrici, gente che urla, bancarelle ovunque, sushi strepitoso, e vagonate di persone! Dopo un paio d’ore immersi in questa fiumana di gente decidiamo che ne abbiamo abbastanza (non proviamo nemmeno ad entrare nei locali per colazione di sushi, perché c’è veramente il mondo; ci accontentiamo di mangiarne ai banchi dove è preparato ed esposto: provatelo!)… a piedi quindi ci dirigiamo verso il quartiere Ginza, passando davanti al Kabuki-za, il teatro bianco degli spettacoli kabuki.

Purtroppo quel giorno non c’erano spettacoli organizzati, per cui l’abbiamo solo visto da fuori. Un consiglio se però volete vedere uno spettacolo (mi ero informato dall’Italia). Gli spettacoli ci sono circa 25 giorni al mese su 30. I biglietti sul loro sito (rigorosamente in giapponese…!) sono solo i biglietti per la rappresentazione intera, che prende luogo o alla mattina, o a pomeriggio, e dura svariate ore (è formata da più atti). Sono molto cari, e non credo che nessuno abbia intenzione di fare 6 ore di teatro kabuki…

Se però voleste vedere solo un atto (come avrei fatto io), vi sono dei biglietti ad hoc (circa 100-150, non ricordo), che vengono venduti il giorno stesso nelle biglietterie del teatro. Quindi, voleste vedere una parte di rappresentazione, dovreste andare al kabuki-za e chiedere per i biglietti del giorno per un atto della rappresentazione.

Proseguiamo quindi per Ginza, un quartiere molto bello e curato (come ogni cosa a Tokyo), pieno di negozi di grandi firme. La strada principale (Chuo Dori) immaginatela un po’ come la 5th Avenue di New York come idea. Girovaghiamo un po’ a caso tra i negozi, e per un caffè da Starbucks (a proposito: di Starbucks a Tokyo ce ne sono ogni 100 metri. Pare vada a bomba, e ce ne sono veramente ad ogni angolo!).

Raggiungiamo la Tokyo station, la aggiriamo per andare verso i giardini imperiali, che sono aperti, e ci facciamo un giro a piedi dentro, dopo essere stati perquisiti all’ingresso. Niente di che sinceramente, sono più belli gli altri parchi.

Prendiamo la metro e torniamo a Shinjuku a pomeriggio per visitare il parco di Shinjuku: costa 200 yen per entrare, vi controllano all’ingresso (credo sia vietato introdurre alcolici). Il parco è curatissimo e molto bello. Ci mangiamo un panino al vapore x pranzo (molto in ritardo come pranzo…) e stiamo fino alla chiusura nel parco.

Serata a Shibuya (riprendiamo la Yamanote), in cui visitiamo il negozio ufficiale del manga One Piece, e altri negozi ancora.

Ceniamo da Genki Sushi, un ristorante in cui si ordina da un tablet appeso sopra la propria testa, e il cibo arriva su dei carrellini automatici: un cinema! 2500 yen con cui ho assaggiato un po’ di tutto. Non al livello dell’altro sushi che ho mangiato, ma non è stato male. Finiamo la serata bevendo sake caldo!

29 marzo

È già l’ultimo giorno: è volata purtroppo. Oggi non abbiamo in programma nulla di particolare, x cui torniamo a fare spese ad Asakusa, nella Nakamise Dori, a comperare tutti i vari souvenir che non abbiamo comprato nei giorni precedenti.

Sulla via da Asakusa verso Ueno trovo un’enoteca in cui una millenaria signora mi fa assaggiare 3 sake diversi, ed è stata così carina che alla fine ho dovuto acquistarne una bottiglia: fortunatamente non si è rotta in valigia…

Torniamo quindi al parco di Ueno, per passeggiare ancora un po’, ma prima pranziamo di buovo a sushi Zanmai, vicino al parco: ultimo tonno per questa vacanza… investo gli ultimi yen in un pranzo coi fiocchi!

Verso le 17.00 torniamo in hotel per prendere la valigia.

Andare all’aeroporto di Narita è molto semplice: da Daimon station, si prende la Asakusa line in direzione aeroporto (è segnata), e ci va diretto. Prende circa un’ora e mezza. Occhio solo però a prendere quello giusto. In ogni caso c’era lì una signorina che mi ha indicato di prendere quello delle 17.30 (puntualissimo), al binario 1, spendendo circa 1200 yen. Più facile di così…

Anche qui pagamento con Suica all’arrivo a Narita.

All’aeroporto mi hanno rimborsato la Suica (allo sportello del Narita Express, N’Ex, sui toni del rosso: unica volta che le cose non erano chiare su come andassero fatte…), ed ho cambiato gli yen rimasti.

L’aeroporto è piuttosto grande, ma si inganna l’attesa a guardare cosa vendono in giro.

All’imbarco mi rendo conto che l’aereo è praticamente vuoto, tripla di posti e buonanotte! Mi guardo un film le prima 2 orette con la cena, e poi mi ricordo solo che mi hanno svegliato le hostess per la colazione… quasi 7 ore filate di sonno, un record in aereo!

EPILOGO

Il viaggio è andato ottimamente.

Unico rammarico è che è durato poco. Purtroppo cause di forza maggiore mi hanno impedito di prendere i famosi 10 giorni per il tipico viaggio in Giappone, ma è andata bene così (per ora!).

La prossima volta (perché ci tornerò) credo volerò su Osaka, in modo da vedere la zona di Osaka-Kyoto-Nara-Hiroshima.

Però come primo assaggio Tokyo è stata una splendida scelta, che rifarei tranquillamente.

Come costi quindi contate:

– Volo: 550€ a testa

– Hotel: 730€ (5 notti, doppia, con colazione)

– Cibo, metropolitana, souvenir: 600€ (in 2)

– Assicurazione viaggio: 80€

Totale: circa 2500€ in due.

Ciao!

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