Due volte in India
Come ho già avuto modo di leggere in altre esperienze di viaggio vi segnalo due cose importanti. I giorni intorno a ferragosto costituiscono la festa nazionale dell’indipendenza e tutto è bloccato. Molti monumenti sono chiusi e i treni per gli spostamenti sono spesso pieni ed è difficilissimo trovare un posto. Anche per i turisti che pagano per le classi maggiori. Inoltre sappiate che è quasi impossibile riuscire ad entrare in stazione per acquistare i biglietti dei treni. C’è una “organizzazione” che cercherà in ogni modo di vietarvi l’ingresso alla stessa, anche con modi molto scortesi. Il loro obbiettivo è caricarvi su un tuc-tuc e portarvi in una agenzia esterna per procacciarsi una provvigione. Ci sono poliziotti seduti all’ombra, vedono tutto ma fanno finta di niente. Non è il caso di impuntarsi, meglio lasciare correre e adeguarsi. Infondo in India la capacità di adattamento è fondamentale. Per la mia esperienza di viaggio, il fai da te in India è talmente dispendioso in termini di tempo e il paese è talmente economico, che è da masochisti incaponirsi. Tanto vale farsi accompagnare a costi che definirei assolutamente onesti senza preoccuparsi di altro. In questo modo potrete godervi le bellezze di questo pianeta, opsss scusate, paese,senza perdere tempo inutile in litigi e code magari sotto il sole a 42 °C di temperatura. Su consiglio di un nostro conoscente che ci era stato prima di noi, una volta toccata con mano la dura realtà che attende il viaggiatore fai da te in India, abbiamo deciso di contattare questa persona che gestisce una agenzia locale di cui riporto il sito: www.liberatoursindia.com in cui potete trovare tutti i recapiti se siete interessati. Con il gestore dell’agenzia, che vive a Dehli, ci siamo trovati benissimo fin dal primo momento. E’ necessario conoscere un poco di inglese, altrimenti la vedo dura. Ho deciso solo oggi di scrivere questo diario relativo al viaggio che ho fatto la scorsa estate perché sono appena rientrato da un’altra fantastica settimana in India. Questa volta abbiamo volato con la Emirates via Dubai. Il biglietto è costato circa 485 euro a testa. Abbiamo avuto la fortuna di assistere ad un vero matrimonio indiano secondo il rito Indù. Si è sposata infatti la figlia del gestore dell’agenzia di viaggio locale ed essendosi creato un legame molto forte in occasione del viaggio estivo, ha pensato di invitarci. Inizialmente sembrava un pazzia, ma pensandoci, col tempo, abbiamo deciso di accettare. Oltre al matrimonio che è durato una giornata intera, fino a notte fonda, e di cui tralascio i particolari perché sarebbe veramente difficile descrivere tutto, abbiamo approfittato e sfruttato la settimana per visitare ulteriormente l’india del Nord. Innanzitutto abbiamo avuto l’occasione di visitare i monumenti di Delhi che erano chiusi la scorsa estate per via della festa dell’Indipendenza. In particolar modo la grande moschea Jama Mashjid e il Red Fort. Quest’ultimo molto bello ma nulla a che vedere con quello di Agra. Abbiamo vagato per i bazar di Old Dehli in lungo e in largo. Si tratta di una realtà ferma al medioevo. Sempre grazie all’organizzazione della stessa agenzia, abbiamo intrapreso un piccolo tour verso Nord. Con il treno alla mattina presto, siamo partiti alla volta di Amritsar (circa 7 ore), la città capitale dei Sikh, gli indiani col turbante e che praticano una religione diversa, il sikhismo. E’ molto affascinante leggere e notare le differenze rispetto alla religione Indù. Qui potrete visitare il Tempio d’Oro, al centro di un lago artificiale e di una struttura imponente in marmo bianco e rimarrete a bocca aperta. Credo sia uno dei luoghi più belli in assoluto insieme al Taj Mahal e a Varanasi. In città ci sono altri monumenti ma senz’altro una delle cose migliori da fare è percorrere la manciata di chilometri che separano Amritsar dal Waga Border. Qui c’è il confine tra India e Pakistan e potrete assistere alla bellissima cerimonia di chiusura del confine che avviene tutte le sere intorno alle 17. Qui i due stati hanno costruito addirittura le tribune per permettere al pubblico di vedere la marcia marziale che i soldati, da una parte all’altra, mettono in pratica con lo scopo di sfidare i loro nemici storici dall’altra parte del cancello. Quelli indiani col pennacchio rosso e quelli pachistani completamente in nero. E’ un tripudio di cori di sfida, balli sfrenati tra il pubblico modello bollywood e patriottismo. Per raggiungere il confine è necessario procedere a piedi per un chilometro abbondante in una zona “postatomica” con diverse minuziose perquisizioni da parte dei soldati. Dovrete portare il passaporto. Sembra incredibile pensare all’astio tra questi due paesi ma che evidentemente non gli ha impedito di organizzare una manifestazione come questa. In Amritsar abbiamo avuto un autista a nostra disposizione che ci ha portato dove volevamo. L’albergo era buono per gli standard indiani e vi abbiamo pernottato per due notti. Si trattava dell’Hongkong Hotel che prepara colazioni servite solo in camera. Siamo tornati con il treno della sera a Dehli verso le 23. E’ bastata una settimana per rientrare a capofitto in questo fantastico paese. Penso che per un viaggiatore l’India sia uno dei must assoluto. Vi rimarrà nel sangue e lo ricorderete sempre con grande amore. Soprattutto noi, che ormai siamo parte di una famiglia indiana grazie alla loro ospitalità e generosità.
Grazie India per tutto quello che ci hai dato.