Sri Lanka, un viaggio nel tempo e nello spazio
Detto questo veniamo al nostro viaggio. Premetto che siamo una coppia di una certa età per cui abbiamo scelto di fare un viaggio appoggiandoci al tour operator Evaneos che ci ha fornito l’assistenza dell’ottimo agente locale, ma italiana Stefania con cui abbiamo concordato le tappe e scelto gli alberghi. Abbiamo deciso di avere un auto con autista (guidare da soli in Sri Lanka è praticamente impossibile visto lo stile di guida locale che ti fa temere incidenti a ogni sorpasso, ma è solo un impressione!e il notevolissimo traffico). La scelta si è rivelata ottima: il nostro autista si è veramente preso cura di noi. Lo Sri Lanka pur conservando la sua cultura e civiltà è un paese molto aperto al turismo con strutture alberghiere e ristoranti di tutti i tipi. Le comunicazioni telefoniche sono facili(noi abbiamo comprato una scheda telefonica locale con cui è stato possibile telefonare spendendo molto poco), lo Wifi gratuito è diffusissimo.
Il cibo è molto buono stando attenti ai piatti molto piccanti, ma in genere i camerieri ti avvertono. Si possono fare delle belle scoperte gastronomiche ad esempio lo yogurt di bufala servito con il miele. Non è vero che si mangia solo riso e pollo, questo va bene per chi non ha il coraggio di provare piatti nuovi, la cucina è invece molto varia con tante verdure a noi sconosciute, pesci e crostacei squisiti. Il nostro autista ci ha portato in un paio di ristoranti per “locali” che si sono rivelati una scoperta: certo non tutto va bene per i nostri gusti , ad esempio per me alcuni pesciolini secchi si sono rivelati immangiabili. I prezzi in quei ristoranti sono veramente bassi, ma in generale anche quelli per turisti non sono cari.
Adesso una breve descrizione del viaggio
Abbiamo volato da Malpensa con Oman Air con sosta a Muscat. Si è rivelata una buona scelta, nel primo tratto l’aereo era nuovissimo con parecchio spazio fra un sedile e l’ altro. Quello dello spazio per me è un problema che rende i voli low cost stancanti (per fortuna in genere sono corti!).
Siamo arrivati a Colombo nel primo pomeriggio, ma per arrivare all’ albergo c’è voluta più di un’ ora causa traffico. Noi abbiamo cambiato i soldi subito in aeroporto perchè le carte di credito non sono accettate dappertutto per cui abbiamo spesso usato i contanti. Lì abbiamo anche preso la scheda telefonica locale. Siamo scesi all’ hotel Cinnamon Red che si trova in posizione centrale: un ottimo hotel con una scenografica piscina al 26esimo piano, un ottimo ristorante con diversi piatti a buffet e altri cotti al momento su richiesta e una colazione molto ricca.
Il giorno dopo siamo partiti alla volta della penisola di Kalpitiya,una zona un po’ meno turistica con belle spiagge semideserte, abbiamo dormito all’ hotel Wellé Wadiya praticamente in riva al mare. I pescatori locali hanno portato diversi pesci fra cui abbiamo scelto quello per cena. Delizioso! La colazione del mattino invece non è stata niente di speciale.
Il giorno seguente è cominciato il giro classico con la visita di Anuradhapura, molto interessante anche perchè il santuario è molto frequentato dai fedeli locali, ma per me il caldo era eccessivo; alle 13 in giro c’eravamo solo noi e qualche mucca tutti gli altri erano a mangiare all’ ombra degli alberi
Abbiamo pernottato per due notti all’ hotel The Hideout Sigirya in posizione strategica non lontano dalla famosa Rocca. L’albergo ha una bella piscina è ha da una parte le risaie e dall’altra la foresta. Un soggiorno piacevole.
La salita alla Rocca di Sigiriya si è rivelata meno impegnativa di quel che temevo i 1200 gradini si percorrono facilmente anche perchè ci son diverse cose da vedere lungo il percorso. Comunque è consigliabile farlo al mattino presto. Il pomeriggio visita al sito di Polonnaruwa e infine un rilassante massaggio ayurvedico che però per mi ha costretto tornata in albergo a lavarmi la testa per togliermi l’olio del massaggio.
Il giorno dopo abbiamo continuato la visita del triangolo culturale. Al mattino abbiamo visitato le grotte di Dambulla: un tempio scavato nella roccia con 5 grotte splendidamente affrescate. Per la visita ai templi buddisti è necessario essere vestiti con abiti o pantaloni che coprono le ginocchia avere il capo scoperto e le braccia coperte e togliersi le scarpe mentre si possono tenere le calze. I fedeli vestono preferibilmente di bianco e portano offerte di fiori o frutta. Poi abbiamo visitato un interessante giardino delle spezie con tutte le piante che danno le spezie che siamo abituati a trovare in polvere in vasetti sugli scaffali dei supermercati. Un’ esperienza interessante anche se poi si passa dal negozio annesso dove i prezzi sono abbastanza alti. Infine siamo arrivati a Kandy antica città che affaccia sul lago. E’ piacevole fare una passeggiata lungo il percorso che si snoda intorno al lago. A Kandy abbiamo mangiato in un”ristorante” tipico . Si tratta di una zona all’ aperto vicino al lago con tavolini, coperta da una tettoia ; ci sono dei banchi dove diverse donne preparano cibi locali, in genere fritti: da loro si può comprare, a prezzi modestissimi, quello che più ci attira e provare le diverse specialità. Nel pomeriggio siamo andati a teatro ad assistere ad uno spettacolo di danze locali. Tutto molto bello, coreografico e pieno di energia, con i tamburi che suonavano a ritmo indiavolato. Alla fine due ballerini hanno camminato sulle braci ardenti; noi l’abbiamo visto da vicinissimo e ci è sembrato inconcepibile che non si bruciassero, ma abbiamo visto i loro piedi dopo un po’ affumicati ma indenni! Il nostro albergo: Villa 49 si trova in collina poco sopra la città e ha una bellissima vista sulle montagne circostanti. Buona la colazione, bella la camera.
Il giorno seguente abbiamo visitato il Giardino Botanico, grandissimo pieno di alberi enormi e piante sconosciute, fiori per non parlare dei pipistrelli della frutta che volano a stormi (niente paura, volano in alto intorno ad alcune piante!). Uno dei più bei giardini che io abbia visto e poichè mi piacciono molto ne ho visti tanti! Dopo il giardino botanico abbiamo iniziato il viaggio verso Nuwara-Eliya (pronuncia Nurelia così fate bella figura!) Si sale in montagna; i fianchi della montagna sono coperti di piantagioni di té introdotto dagli inglesi dopo che quelle di caffè erano state attaccate e distrutte da una malattia. Le piantagioni appartenevano tutte ai coloni inglesi che utilizzavano manodopera tamil, ora buona parte delle piantagioni sono cingalesi, ma la manodopera tamil è rimasta e costoro sono fra le popolazioni più povere dell’isola. Abbiamo fatto visita ad una piantagione e visto il processo che porta dalla foglia al té abbiamo mangiato lì, niente di speciale , non abbiamo comprato il té perché era caro e in confezioni troppo grosse per i nostri bagagli (cerchiamo sempre di avere bagagli abbastanza ridotti per comodità, non mi piace tornare a e disfare bagagli di roba non usata!) lo abbiamo invece comprato al supermercato, molto fornito (hanno anche i biscotti senza zucchero)a Nuwara-Eliya. Immaginatevi un pezzo di Inghilterra anzi di Scozia trapiantato in Sri Lanka: nebbia e pioggia comprese, abitato per da popolazione di pelle scura infagottati in giacconi e berretti di lana: è un effetto straniante!
Il giorno dopo abbiamo preso il treno per Ella. Avevamo una carrozza panoramica , con solo una ventina di posti, riservata ai turisti, peccato che siamo rimasti avvolti dalla nebbia per quasi tutto il tempo per cui abbiamo goduto ben poco del panorama!
Ripresa la nostra auto siamo scesi dai monti e abbiamo visto diverse scenografiche cascate(effettivamente quella è una zona dove piove molto). Siamo arrivati in albergo il Magampura Eco Village dove abbiamo fatto una nuotata ristoratrice in piscina prima di cena poi dopo cena subito a dormire perchè il mattino seguente era prevista una levataccia per visitare il parco di Yala al mattino presto quando gli animali sono più attivi. Il mio consiglio è di non andare aYala se avete già visto un parco africano. Forse siamo stati sfortunati: abbiamo visto lepri, pavoni, cinghiali, niente di diverso da quello che si può vedere da noi inoltre qualche mangusta , diversi cervi, qualche bufalo in lontananza, un solo elefante, eppure ce ne sono tanti, e un leopardo da lontano su un albero; tutto questo in 5 ore di sobbalzi su una pista disastrata.
Poichè una parte del parco è, giustamente, riserva integrale e quindi non visitabile, può darsi che mi sbagli,ma io penso che che la maggior parte degli animali, stanchi della confusione provocata dai numerosi fuoristrada che percorrono le piste del parco, se ne stiano lì.
I due giorni seguenti sono stati dedicati al relax al mare. Prima però di arrivare a Hikkaduwa , siamo passati da Galle, antica colonia prima olandese e poi portoghese che conserva ancora gli edifici e le chiese di quel periodo. La città è circondata sul lato aperto al mare da possenti bastioni che consentono una affascinante passeggiata, con vista della città da una parte e del mare dall’ altra.
Galle è l’unico posto dove ho trovato dell’ artigianato bello e originale: si tratta di pizzi fatti al tombolo inseriti in tovaglie, abiti ecc. Per il resto l’artigianato normalmente lascia molto a desiderare :si trovano abiti, parei di tessuti sintetici, magliette, statuette di elefanti e maschere in tutte le salse e poco d’altro.
Almeno questo è quello che abbiamo visto. Un’ eccezione è stato un modellino di canoa a bilanciere di legno e paglia, originale e facilmente trasportabile poiché l’albero si poteva abbattere.
Abbiamo soggiornato al Coral Sand Hotel di fronte al mare con anche due belle e ampie piscine. Camere ampie, e, come spesso abbiamo trovato il letto coperto da una zanzariera che a me dà sempre l’ impressione di una intima casetta; ottima la cena, come in molti posti a buffet e anche la colazione.
Molto bella la spiaggia orlata di palme forse risparmiate dallo tsunami del 2004 che ha devastato le coste dello Sri Lanka. La ricostruzione è stata rapida e sono rimaste poche tracce di quel evento ricordato in un piccolo museo che vale la pena di visitare per non dimenticare.
La spiaggia è frequentata molto anche dalla gente del posto forse per la vicinanza della barriera a un centinaio di metri dalla costa che rende possibile fare il bagno in acque con onde smorzate e contemporaneamente di vedere la ricca fauna marina. Si possono fare escursioni in mare, ma basta portarsi dietro una maschera sub e lo spettacolo è assicurato. Per chi è poco acquatico ci sono anche barche col fondo di vetro da cui vedere la barriera. Poco più avanti dove la barriera corallina è interrotta si può fare surf.
Noi abbiamo trovato molto caldo, ma con una crema ad alta protezione un cappello e stando all’ ombra nelle ore più calde della giornata ci siamo abbronzati senza problemi.Abbiamo visitato un piccolo tempio buddista ,dove un monaco mormorando una preghiera, almeno spero, ci ha legato al polso uno spago bianco poi ci ha fatto vedere la scuola che stanno ricostruendo e ci ha chiesto una piccola donazione.
L’ultimo giorno sulla strada del ritorno verso Colombo abbiamo fatto un bel giro in barca sul fiume Madu con visita ad un tempio buddista e a una “piantagione” di cannella, poi di nuovo all’ hotel Cinnamon Red: bagno in piscina prima di assistere ad una fantastica processione affollata di ballerini, suonatori di tamburi e elefanti bardati con gualdrappe luccicanti, perchè abbiamo avuto la fortuna di essere a Colombo il giorno della luna piena di febbraio quando vi è la Navam poya: più importante dell’ anno celebrata con una imponente perahera( lunga processione ) al tempio di Gangaramaya.
Abbiamo lasciato in Sri Lanka un po’ del nostro cuore come sempre succede per i viaggi ben riusciti. Ricorderemo sempre la gentile accoglienza della gente, l’aspetto sempre sorridente dei bambini, la cura affettuosa del nostro autista che ,cattolico, ci salutato con un God bless you che ci ha fatto molto piacere, e poi i resti archeologici di antiche civiltà, i bianchi templi immersi in foreste lussureggianti o che punteggiano una campagna sempre molto curata.
Viaggiare fa bene al corpo alla mente e all’ anima.