Rotolando verso Sur

Viaggio nell’Oman classico in mezzo a deserto e ospitalità
Scritto da: medea77
rotolando verso sur
Partenza il: 28/11/2015
Ritorno il: 08/12/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Non fa mai male una pausa dal freddo inverno, e quest’anno abbiamo scelto l’Oman. Dicendolo agli amici le reazioni si sono divise in due categorie: i perplessi, quelli che ti guardano con finta aria compiaciuta facendo finta di sapere dov’è l’Oman, e gli apprensivi, che ti dicono che sei matto e credono che andrai a suicidarti a casa di un autodetonatore. Ma l’Oman è un paese splendido e ospitale abitato da musulmani aperti, anche se solo per alcuni versi e accoglienti.

Volo Turkish Airlines 480 a testa a/r con scalo ad Istanbul.

Andata: Partenza 28 novembre ore 14.15-Istanbul ore 17.45 (2.30 minuti); partenza da Istanbul ore 19.10, arrivo a Muscat ore 1.55 (4,45).

Ritorno: Partenza 8 dicembre ore 2.55- Istanbul ore 6.30 (5,35 minuti); partenza da Istanbul ore 7.45 arrivo a venezia ore 9.20 ( minuti) .

Il cibo era molto buono, sembrava persino cucinato al momento, voto 10 soprattutto se confrontato con quello di tutte le altre compagnie con cui ho viaggiato finora. I sedili sono un po’ strettini ma il viaggio non è molto lungo perciò la scarsa comodità è tollerabile. C’è un lieve ritardo parzialmente recuperato che comunque non ci fa perdere la breve coincidenza.

Noleggio macchina Avevamo prenotato in Italia con Interrent (https://www.interrent.com) che però in Oman passa la prenotazione a Europcar, per il costo di 198 OMR, la metà di quello che chiedevano le altre compagnie. Noi abbiamo rischiato nonostante le pessime recensioni, ed è andato tutto bene! L’auto era un’Outlander 4×4 nuova di zecca. Navigatore portato da casa con mappe scaricate. Mappe puntuali a parte qualche lieve problema nel deserto e in altre strade sterrate. Gli indirizzi dell’Oman sono un po’ difficili da capire a causa di diversi numeri, non si capisce quale sia il civico, perciò a volte è meglio mettere direttamente le coordinate GPS.

In mezzora arriviamo al nostro albergo. Di notte ci sono luci con colori omaniti ovunque, sfiora quasi il pacchiano, scopriamo di essere arrivati proprio nei giorni della festa nazionale (legata all’incoronazione del sultano).

Nuzha Hotel Apartments-Al Mujamma Stress, Darsait-Muscat. P.O. Box 121, 113. 86 euro due notti, senza colazioni.

Il Check-in si può fare per tutta la note, ma nel dubbio chiamiamo mentre attendiamo la nostra macchina a noleggio per avvisarli del ritardo. L’albergo è molto bello e in posizione comoda al centro, considerato che Muscat è grande, le attrazioni sparse e ci vorrebbe comunque una macchina o un taxi per spostarsi. Si tratta di appartamenti, abbiamo un monolocale con grandi spazi composto da camera ben arredata (2 comodini, una poltrona, un armadio, tavolo con specchio, un altro tavolino e la tv), aria condizionata, cucina a parte e bagno grande. Abbastanza pulito; uniche pecche: gli è parsa una buona idea chiamarci alle 8 del mattino per chiederci se volevamo che passassero a pulire la camera dopo che eravamo andati a letto alle 5. Inoltre, il giorno dopo abbiamo dovuto chiedere più volte la carta igienica. Il parcheggio è proprio davanti all’albergo ed è gratuito. C’è un buon set di cortesia con prodotti da bagno ma ci danno un solo asciugamano per due giorni (da dividere in due..) e non c’era acqua calda.

29/11/2015

Purtroppo, causa troppa stanchezza, non suona la sveglia e ci alziamo alle 12.30. In fretta e furia ci prepariamo. Avremmo voluto visitare prima la città vecchia ma a causa di un contrattempo col navigatore ci accorgiamo dopo un po’ di essere sul lungomare di Mutrah appena finiti davanti all’ingresso del suq che a quest’ora è chiuso, e decidiamo comunque di continuare la passeggiata lungo l’incantevole corniche ammirando il forte, la torre a forma di porta incenso e il parco giochi di Ruwi che aprirà alle 16. Siamo ben oltre l’ora di pranzo, perciò ci fermiamo in un ristorante poco turistico in una viuzza laterale e ordiniamo pesce, ottimo per un totale di 7 OMR, ci offrono il the (forse perché se l’erano dimenticati). Torneremo nel suq dopo le 16 (orari di apertura 16.00-21.00)

Andiamo subito alla città vecchia, ve ne accorgerete perché si passa sotto a un arco fatto a muraglia, si tratta proprio della porta d’accesso. Si parcheggia facilmente (in Oman, vicino alle attrazioni, esistono dei parcheggi gratuiti adibiti ai turisti!) vicino al palazzo del sultano da cui possiamo vedere anche i due forti. Il palazzo ha dei colori smaglianti e tutto intorno è lucidato, lustro e splendente. Ci sono bambini che giocano a calcio nei portici circostanti.

Al suq acquistiamo regalini vari: 3 pashmine per 5 OMR, 2 scatole di osso di cammello per 4 OMR, un paio di orecchini con la pietra occhio di tigre per 7 OMR (i gioielli costano e vanno a peso). In generale il suq è molto carino e i venditori sono meno insistenti che in tanti altri posti.

Mangiamo a un baracchino e spendiamo 1,5 OMR per 6 samosa (3 di carne, 2 vegetariani) e poi ci sediamo sul lungomare al Cafè Chefà sperando in una birra che non c’era (occorre andare negli alberghi turistici) e spendiamo 3 OMR per un gustoso milkshake, un the e una buonissima torta al cioccolato. Tornando verso la macchina passiamo di fianco al parco giochi ma non c’è nessuno. La prima sensazione è quella di un paese molto ospitale ma che non sappiano divertirsi…

30/11/2015

Questa mattina ce la facciamo, sveglia alle 8.30 e subito diretti alla Moschea del Sultano Qoboos, aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 11.00 tranne il venerdì per i visitatori non mussulmani. Occorre coprirsi la testa, le braccia e le gambe e si può entrare liberamente lasciando le scarpe all’esterno negli spazi appositi. La moschea colpisce fin da subito anche dall’esterno per la sua maestosità, al sultano piace fare le cose in grande, e, come avevamo potuto constatare arrivando dall’aeroporto, anche la sera splende di luci. All’interno della moschea c’è un meraviglioso tappeto persiano, dicono sia il più grande del mondo e non stento a crederlo, inoltre risplende grazie ad un luminescente set di lampadari enormi che rendono le persone semplici formichine. Nessuna foto può veramente rendere l’idea di quanto sia grande quello centrale vedendolo dal basso: al centro, contorniato dalle decorazioni colorate della cupola, sembra un enorme caleidoscopio.

Prima di affrontare il viaggio verso Nizwa cerchiamo la spiaggia di Al Qurm, attenzione che il navigatore l’ha elencata nei punti di interesse ma vi porterà ad una spiaggia con gente locale in cui non è possibile mettersi in bikini, al contrario occorre inserire le coordinate per l’Hotel Plaza, vicino a Starbacks, prima di salire verso l’albergo, che ha una sua spiaggia privata, ci si può fermare lungo la strada e si trovano degli angoli abbastanza coperti dove è possibile mettersi in costume. Il mare è bello, siamo nel mar d’arabia, prolungamento dell’oceano indiano, ma le spiagge purtroppo sono poco curate, spesso abbiamo trovato bottiglie di plastica e sporcizie varie lungo la riva.

Dopo aver mangiato a poco prezzo in un ristorantino sul lungomare, partiamo per Nizwa.

Muscat-Nizwa 160 km, 1 h e 32 minuti – Albergo di Nizwa Firq Round About To Nizwa, 611 Nizwa, Oman. – 144 euro due notti, colazione inclusa.

Anche questo albergo ha un ampio spazio, sembra che manchino gli alberghi di fascia bassa dove siamo abituati ad alloggiare di solito, in questo paese. Se di cortesia con bagnoschiuma, saponette, cuffia per capelli, rasoio e spazzolini, un asciugamano a testa, personale cortese. Il prezzo di booking era comprensivo di tasse e wi-fi, nonostante fosse scritto che il wi-fi era a pagamento non ce lo fanno pagare. Difetti: lo scarico dell’acqua era rotto e non sono riusciti a ripararlo mentre eravamo lì, e la tenda della doccia si staccava in continuazione. Colazione compresa nel prezzo, discreta con succhi freschi. Parcheggio gratuito all’esterno, anche se tende a riempirsi abbastanza in fretta.

Tardo pomeriggio andiamo diretti verso il suq dove mangiamo un kebab (1 OMR per due) in un baracchino all’esterno e completiamo la cena con uno scarso ma molto economico panino da un indiano all’ingresso delle mura, con cui scambiamo due chiacchiere e ci racconta un po’ della sua immigrazione e di come sia riuscito a mantenere la sua numerosa famiglia grazie ai contratti lungimiranti che il governo omanita rilascia agli indiani e ai bengalesi. (2,6 OMR).

Al suq acquistiamo 1 anello per 12 OMR, un portalibro 5 OMR e due scatoline di osso di cammello per 4 OMR.

Ora però abbiamo proprio voglia di una birra! Perciò dopo un’attenta e selezionata ricerca su Tripadvisor riusciamo ad individuare e trovare il posto che fa per noi: Hotel Falaji Daris P.O.Boxx 112, sullo stradone prima di entrare nel centro storico. Si può parcheggiare fuori tranquillamente, si entra baldanzosi alla reception e si tira dritto salutando (è tutto approvato, lo dico solo per evitare la figuraccia di essere quelli che vanno lì solo per bere…). Si arriva ad una prima piscina con tavoli e buffet a cui possono accedere solo i clienti dell’albergo, si tiene la sinistra sotto i portici fino ad arrivare ad una seconda piscina dove si affaccia un bar al chiuso che serve anche alcolici ai forestieri. Il vino è molto costoso, anche la birra non scherza ma pazienza (2,5 OMR).

Oggi facciamo anche il pieno di benzina per 7 OMR

01/12/2015

Oggi sveglia moderatamente presto alle 8.00. Colazione e partenza per il Gran Canyon. D’Arabia- Jabel Shams e Wadi Ghul. Nizwa- Jabal Shams 85,2 km 1 h 23 min

La strada è impervia con grandi pendenze perciò capiamo l’importanza di avere un 4×4, l’ultimo pezzo è di strada sterrata, poi ritorna l’asfalto e di nuovo sterrato. Ci impieghiamo quasi 2 ore per arrivare ma con diverse soste fotografiche. Procedendo fino alla fine della strada, dove c’è una casetta di pastori che hanno il loro banchetto di braccialetti di lana e altri gingilli da vendere ai turisti, lì si può parcheggiare e proseguire a piedi per un bellissimo trekking circondato da caprette e viste a picco sul canyon. Ci hanno detto che durava due ore, ma noi ne abbiamo fatto circa la metà, faceva abbastanza impressione guardare verso il basso, e ovviamente non c’era nulla a cui aggrapparsi. Se volete pranzare al sacco durante la passeggiata potete portarvi l’occorrente nello zaino, all’inizio del sentiero c’è una panchina con vista sul Canyon. Il pranzo ha incluso 3 invadenti ma simpatiche caprette disposte a tutto (ad esempio lanciarsi sul tavolo dalla rupe…) e ghiotte di hummus! Il Canyon è meraviglioso e impressionante allo stesso tempo.

Dopo il Canyon arriviamo a Misfat, arrivati alla prima insegna occorre seguire la strada sulla sinistra per arrivare al paese vecchio, il primo parcheggio con la toilette pubblica è ingannevole, da lì si accede solo alla parte nuova della cittadina. Invece procedete lungo la strada a sinistra e troverete lì un parcheggio, non si può accedere con la macchina. E’ molto suggestivo camminare attraverso queste casette abbarbicate sulla roccia e si può fare il breve trekking che costeggia le case e il falaj e le piante di dattteri, il tutto sembra immerso in un’atmosfera da fiaba. Salutate quando incrociate qualcuno e cercate di non disturbare la quiete del posto.

Jebel Shams- Misfat 37 km, 23 min

Torniamo a Nizwa e dopo un po’ di riposo andiamo in centro. Non c’è un granché da fare la sera e soprattutto non ci sono donne in giro. L’Oman non è assolutamente un paese pericoloso e sentitevi liberi di girare a qualsiasi ora dove volete, ma devo ammettere che essere l’unica donna, ance se accompagnata, mi ha fatto sentire un po’ a disagio e molto osservata! Quindi dopo aver cenato in un ristorante indiamo decidiamo di tornare a bere una birra nell’albergo turistico.

02/12/2015

Questa giornata la dedichiamo ai forti. La notte dormiremo a Ibra, che era in programma per vedere il mercato delle donne, ma dopo aver scoperto che è aperto solo il mattino e gli uomini non sono ammessi, e che non c’è assolutamente nulla da vedere nei dintorni, abbiamo deciso di limitarci alla notte come punto d’appoggio e d’ingresso al deserto.

Il primo forte è Jabrin. Fate attenzione al navigatore! Il nostro ci ha fatto uscire su una strada sterrata (evidentemente secondo lui doveva essere una scorciatoia) che lentamente ci ha portato verso il nulla, probabilmente segnalando una strada che non hanno mai finito di costruire. Decidiamo di tornare indietro e questo ci fa perdere quasi un’ora!

Arriviamo al forte di Jabrin alle 11.30 e la visita prende un’ora. Il forte sulle guide è giustamente segnalato come una main attraction omanita, non è molto grande ma curato e allestito negli interni con tappeti, cuscini, tant’è che riporta ad atmosfere antiche. L’ingresso costa 1 OMR comprensivo di audioguida e mappa.

Dal forte di Jabrin in 10 minuti si arriva a Bahla, molto più grande del precedente anche se dentro non è arredato. Anche qui vi potete fermare un’oretta se siete interessati a scoprirne tutti i meandri. Ingresso: 1 OMR comprensivo di audioguida. Consigliamo di salire sulla torretta più alta per una piacevole vista panoramica.

Nizwa- Bahla 40 km, 30 min

Nizwa- Birkat al Mouz (oasi) 21 km, 21 min Visto che, nonostante i disguidi col navigatore, abbiamo ancora un po’ di tempo e non molta fame, ci fermiamo a Birkat al Mauz, a vedere il forte dall’esterno e la vista dall’alto seguendo l’itinerario verso l’ingresso del Jabel Akdar, dove non ci addentriamo perché avremmo veramente poco tempo.

Invece, dopo un minikebab lungo la strada, andiamo a vedere il Wadi Muyadin, che già ci sembra incantevole, in realtà perderà parecchi punti dopo avere visto gli altri wadi. Sembra un’oasi di pace ma non riusciamo a capire da che parte si entra e quindi torniamo indietro, fotografiamo un gruppo di capre in fila indiana e un simpatico pastore si avvicina per mostrarci il capretto che ha in braccio. Il Wadi Muyadin non è un posto molto turistico, c’erano alcune famiglie omanite che godevano dell’ombra per fare pic-nic.

Ritorniamo alla civiltà, cerchiamo la passeggiata indicata dalle guide intorno al falaj senza trovarla, così ci accontentiamo di osservare i bambini che si fanno il bagno lasciandosi trascinare dalle acque come se fossero all’acquafun.

Ora ci aspettano 2 ore per raggiungere Ibra.

Nizwa- Ibra 151 km 1 h 42 min

Ibra Motel-Al Sharquiya, Main Street. 53 euro a notte senza colazione. Conviene mettere le coordinate gps per raggiungerlo. Colazione non inclusa. Camera spaziosa con armadio e arrendamento necessario. 2 asciugamani, di cui uno sporco di macchie. Scarso set di cortesia (1 shampoo e due saponi per 2). The e bollitore offerti dalla casa e frigorifero in camera.

A cena mangiamo al ristorante Rawasani: una zuppa ai funghi, assolutamente da evitare, sembra che abbiano ficcato i funghi in scatola dentro una brodaglia e troppo limone, evidentemente per coprire il saporaccio. Inoltre ho trovato dentro un pezzo di plastica di dubbia origine, cosa che non è mai successa nemmeno nei baracchini in strada. La grigliata mista era buona (con pollo, manzo, agnello, serviti con hummus e altre salse) 8.00 OMR. Ci fermiamo anche nella panetteria di fianco all’albergo per comprare il pranzo di domani, per circa 2 OMR ci danno tanti samosa da sfamare un esercito!

03/12/2015

Dopo la colazione al coffee shop di fianco all’albergo partiamo verso il Wadi Bhani Khalid.

Ibra- Wadi Bani Khali 85 km, 1 h 17 min

La strada è ben segnalata, le coordinate gps del navigatore corrispondono all’arrivo in paese poi occorre seguire le indicazioni per water Pools e Mukai Cave, lasciare le prime pozze a sinistra e proseguire fino a fine strada. Oggi è festa nazionale, perciò il wadi si rivela tutt’altro che un paradiso sperduto: non abbiamo problemi a trovare il posto seguendo il flusso di macchine, ma l’oasi è davvero molto affollata. Si rivelerà una scelta azzeccata parcheggiare a 500 metri dall’ingresso, le macchine sono veramente tante e avremmo rischiato di non riuscire più ad uscire dall’intasamento. All’ingresso ci sono dei bambini con carriole che si offrono, in cambio di una mancia, di trasportare i bagagli (ci sono molti che portano barbecue e borse termiche per il pic nic) ma i cartelli chiedono gentilmente di evitare di dare loro soldi per limitare lo sfruttamento minorile.

Il wadi è molto bello, c’è una grande piscina naturale, dove alcuni fanno il bagno, attorniata da palme. Oggi ci sono anche diversi turisti e alcuni azzardano bikini e petto nudo, ma a mio parere è sempre meglio rispettare le usanze locali. Oggi ci sono anche gruppi etnici diversi, alcuni con bonghi e canti tradizionali coloriscono l’atmosfera. Dopo esserci fermati un po’ alle prime pozze proseguiamo l’itinerario verso la Mukai Cave, di circa 1 km, ma su tutte le rocce sembra molto di più. Ci vuole circa un’ora a/r per i meno esperti con scarpe attrezzate, sconsiglio vivamente infradito, anche se gli omaniti sembrano poter camminare con quelli ovunque. Non solo in alcuni punti occorre arrampicarsi ma anche guadare piccoli torrenti, il tutto è comunque fattibile anche per i meno esperti. L’itinerario è comunque spettacolare e oltre ad altre piscine potrete incontrare delle meravigliose libellule rosse.

L’unica cosa negativa di questo wadi è che un bar turistico rovina nettamente l’atmosfera, ma per fortuna i bagni rendono possibile la riduzione della sporcizia.

Alle 14.00 riusciamo ad uscire dal parcheggio dopo 20 minuti di coda ad incastri e in 50 minuti arriviamo al campo del deserto dopo varie disavventure.

Wadi Bani Khali – Sand Delight Camp 48 km, 50 min

All’autonoleggio ci avevano detto di non sgonfiare le gomme perché non ce ne sarebbe stato bisogno stando sulla strada sterrata principale e, in caso di danni al fuoristrada, se fossimo usciti dalla principale i danni non sarebbero stati coperti dall’assicurazione. Quindi, seguiamo le indicazioni del navigatore che ci portano quasi nel mezzo del nulla. Ad un certo punto davanti a noi si profila una irta salita sabbiosa ma impavidi e grazie ad una buona rincorsa e urla a casaccio arriviamo in cima! Il gps lì si ferma e davanti a noi c’è un allevamento di cammelli. Chiediamo al proprietario che chiama il cugino che sa l’inglese dell’allevamento a 100 metri che ci viene incontro. Appena gli mostriamo la prenotazione di booking del Sand Delight Camp dice “Questo è il numero di mio cugino!” e lo chiama per farci venire a prendere dicendoci di spostarci sulla strada principale. Nel ritornare sulla strada, caricati dai precedenti successi tentiamo la scorciatoia impatanandoci su una piccola duna. Per fortuna questi piccoli incidenti sono all’ordine del giorno e quando arriva il proprietario del campo, dopo essersi fatto una grassa risata, chiama un altro con un gippone enorme e nel giro di 10 minuti ci tirano fuori a traino. Ci sgonfiano un po’ le gomme in modo da poterli seguire agevolmente al campo a 200 metri, appena dietro a una duna.

San Delight Camp. Asharqia,Al-Wasel,Wahiba Sands, 421 Al Wāşil, Oman. 119 euro mezza pensione. Un po’ spartano con tende spaziose e accoglienti e una tendona comune per i pasti con the, caffè e datteri e altra frutta sempre a disposizione. Probabilmente gli altri campi sono più attrezzati ma questo compensa in atmosfera, che senso avrebbe un albergo di lusso con tutte le comodità in mezzo al deserto? I bagni sono attrezzati con scarico e acqua, abbastanza puliti considerato che ad ogni folata di vento si alza la sabbia ed entra anche lì. Le tende sono fornite di asciugamani puliti. Ottima cena a buffet con pollo, riso, hummus e verdure. E’ sicuramente un ottimo spazio dove fare amicizia anche con gli altri ospiti, soprattutto dopo cena quando il proprietario accende il falò.

Il campo offre anche la possibilità di fare attività varie e noi le facciamo tutte. Appena arrivati alle 16 ci prepariamo per il dune bashing (15 OMR a testa, 30 OMR la jeep). Lo consigliamo anche soltanto per addentrarsi un po’ di più nel deserto e godere del cambio di luci all’ora del tramonto. Non è adrenalinico come il dune buggy che avevamo fatto in Perù, ma il proprietario è un ottimo pilota che vi porterà su e giù dolcemente anche dalle dune più alte.

Dopo cena le due coppie irlandese e austriaca abitanti a Dubai conosciute sotto il tendone ci invitano nella loro tenda, non per scambi di coppia, ma per condividere una preziosa bottiglia di vino rosso, alleluja!

04/12/2015

Alle 7.00 ho l’appuntamento col cammello, ne hanno solo uno perché l’altro si è fatto male a una zampa ma dicono che guarirà entro una settimana. Il costo è di 7 OMR per un breve giro di 15 minuti, ma sia la brevità del giro, sia l’esiguo numero di cammelli per allevamento dà dignità a questi poveri animali che non vengono sfruttati e malmenati per il turismo. Inoltre anche se il costo è alto per soli 15 minuti, è un modo per vivere le luci dell’alba del deserto.

Tornata faccio colazione (discreta con uova, dolce e salato) e poi prendiamo due slittini per fare qualche discesa, si chiama sand-skating e si fa su uno slittino tenuto per una corda preferibilmente da seduti, al contrario del sand-boardind in cui la tavola somiglia molto di più a quella dello snowboard e si fa rigorosamente in piedi. La discesa è semplice e divertente anche se non si prendono grandi velocità, il trucco è portare il peso più indietro possibile senza però sdraiarsi.

Alle 10.00 facciamo il check-out e partiamo diretti verso Rass Al Hadd, ma non prima di esserci fermati da un gommista appena fuori dalla strada sterrata per farci rigonfiare le gomme per 0,500 OMR. Ci sono ben tre gommisti sulla strada, ben riconoscibili, perciò non avrete problemi.

Sand Delight camp- Turtle beach resort 167 km 2 h 2 min

Il viaggio dura circa 2 ore, di cui l’ultimo tratto passando verso Sur, dove torneremo domani.

Il nostro alloggio è il Turtle Beach Resort, finalmente un posto dove bere e mettersi in bikini liberamente!

Ras AlHadd.PO Box 303, postal code 411, 411 Al Ḩadd, Oman 107 euro mezza pensione. Il check-in è dalle 14 ma essendo arrivati molto prima sono comunque molto gentili a darci le chiavi della camera già pronta. I bungalow sono piccoli con arredamento essenziale, ma più che sufficiente per una notte. Bagni in comune. Un asciugamano a testa. Non presente set di cortesia ma saponette per tutti nei bagni comuni. C’è animazione con un duo indiano che fa musica pop discutibile per tutto il giorno e soprattutto la sera. I resort sono sempre una zona franca dove riprendere le vecchie e poco sane abitudini occidentali. Fino alle 18.30 è praticamente impossibile connettersi al wifi delle zone comuni, poi improvvisamente la situazione si sblocca.

Ottima cena a buffet a cui poter accedere tramite buoni pasto consegnati alla reception al momento del check-in. Si inizia alle 19 e alle 20 molti vanno via, probabilmente per partecipare alla gita serale alla riserva di tartarughe, noi dovremo aspettare l’alba di domani perché era tutto esaurito per stasera a causa della feste nazionali. Stasera spendiamo un po’ troppo in alcolici, se ne vanno 50 euro in bottiglia di vino australiano, birra e crema al whisky.

In prospettiva della sveglia alle 3.45 andiamo a dormire presto senza grossi problemi!

05/12/2015

Le tartarughe ci aspettano. E’ consigliata una prenotazione. In mezzora arriviamo alla riserva di Ras Al Jinz nonostante troviamo chiuso il parcheggio del nostro albergo, io e la ragazza di un’altra coppia cerchiamo di tirare su l’asta in modo da poter passare. Non c’è nessuno alla reception, nemmeno la guardia al parcheggio e rischiamo di arrivare in ritardo nonostante la sveglia precoce a causa di questo inconveniente.

Turtle Beach Resort- Ras Al Jinz 22 km, 29 min Una volta arrivati alla riserva mostriamo la prenotazione e paghiamo al momento, il costo dell’ingresso è di 3.00 OMR. Dopo mezzora di attesa partiamo suddivisi in piccoli gruppi con un pulmino che toglie un po’ la poesia della passeggiata notturna, ma ci ripara dal freddo (c’è abbastanza escursione termica essendo inverno). All’arrivo sulla spiaggia la guida ci spiega alcune regole: stare sempre dietro alle tartarughe e mai davanti per non impedire loro il passaggio di ritorno al mare, non fare rumore per non spaventarle; nella gita all’alba è possibile usare le macchine fotografiche ma senza flash. Inoltre ci spiegano che mentre nella visita serale c’è possibilità di vedere le uova dischiudersi, in quella all’alba si vedono le tartarughe deporre uova, però ora è bassa stagione e ci sono poche possibilità di vederle. Noi siamo mediamente fortunati visto che nonostante tutto riusciamo a vedere una tartaruga enorme che sta uscendo dalla buca per dirigersi verso il mare. Facciamo silenzio e cerchiamo di non disturbarla, purtroppo non ne vedremo altre ma è già stato bello così e restiamo un poco a vedere l’alba. La visita dura un’oretta e poi camminando ritorniamo verso l’uscita.

Tornati al Turtle Beach Resort dormiamo fino alle 9.00, ci godiamo un’ottima colazione e le ultime due ore di spiaggia in bikini approfittando del check-out alle 12.00. Poi ripartiamo alla volta di Sur.

Turtle Beach resort- Sur 51 km, 48 min. Albergo: Falaj Apartments Suites. Rusaq, 411 Sur, Oman. 54 euro senza colazione. Ottimo appartamento grande con camera matrimoniale, zona soggiorno, bagno, cucina e ampio ingresso con tavolo. Peccato avere un appartamento così grande e non avere il tempo per poterlo sfruttare. Il set di cortesia è scarso, almeno ci sono due asciugamani a testa, e in alcuni punti del divano ci sono delle macchie. Il personale è cordiale e disponibile, ci sono alcuni problemi iniziali pagando con carta di credito ma vengono risolti in poche ore!

A Sur non c’è nulla da fare così decidiamo di dirigerci verso nord, anche se ci torneremo domani, per rilassarci sulla White Sand Beach, difficile da trovare e non un granché. Il mare è un po’ mosso, ma ha dei bei colori. Occorre proseguire oltre l’uscita di Tiwi, uscire a Fins, proseguire per pochi km e girare a destra prima di entrare nel paese facendo la strada sterrata. Proseguire dritto per circa 3 km. Ci sono un paio di famiglie che fanno pic-nic perciò per rispetto non ci mettiamo in costume.

Consiglio per gli automobilisti: prima di un viaggio verso il nord fare il pieno a Sur perché in questo tratto di strada non abbiamo incontrato distributori.

La sera mangiamo al ristorante Sahari, un po’ pi§ caro degli altri, 16 OMR in due. 10 OMR il consigliatissimo misto di pesce, più focaccina turca e un misto di antipasti della casa e succhi da bere. Tutto ottimo…salvo che forse abbiamo esagerato anche questa volta e torniamo a casa pieni zeppi!! Al contrario di quanto letto in altre recensioni, troviamo un personale gentile e un servizio per nulla lento. Inoltre, il ristorante ha una bella vista sul mare, perciò se potete scegliete il terrazzo!

06/12/2015

Oggi sveglia alle 8.00, colazione nel coffee shop di fianco all’albergo con caffè e ottimo succo di frutta fresca, alle 9.00 si parte verso il Wadi Shab, tanto decantato. Arriviamo in 40 minuti. Da Sur percorrere la strada principale, saltare la prima uscita per Wadi Shab e Wadi Tiwi e arrivare alla terza uscita che indica il Wadi ad 1 km. L’ingresso è ben segnalato e ci sono bagni e un piccolo bar dove rifocillarsi.

Sur- Wadi Tiwi-Wadi Shab 50 km 51, 42 min

Non è possibile arrivare da soli all’altra sponda ma in due minuti con 1 OMR a testa vi porteranno i giovani Caronti. Da lì è un avventura. La camminata dura finché volete ma i punti più belli sono a circa 45 minuti per i meno allenati come noi e occorre arrivare alla terza pozza d’acqua cristallina dove si può anche nuotare. Io sto lì a prendere il sole ma Luca si addentra per altri 10 minuti verso la famosa grotta che si può raggiungere tra nuotate e brevi camminate. Tutta la camminata nel Wadi è molto suggestiva e più selvaggia di quello che abbiamo visto finora, si cammina in mezzo a gole e pozze d’acqua perciò sono consigliate comode scarpe da trekking. L’acqua non è caldissima ma ci si può mettere in costume per una nuotata.

Ci fermiamo a Tiwi per il pranzo. Dopo il Wadi occorre andare sempre dritti fino ad un incrocio dove ci sono ben tre ristoranti circondati da caprette, ne abbiamo scelto uno a caso e abbiamo ordinato il famigerato chicken tikka e due succhi per una cifra irrisoria. Qui possiamo fare due chiacchiere con altri turisti e alcuni indiani del luogo. Chiediamo informazioni su un eventuale posto dove dormire perché questa sera siamo senza albergo, l’unico lungo la strada tra Sur e Muscat trovato su internet costa 170 euro a notte, quindi abbiamo preferito rischiare, sperando in qualche bettola meno turistica…invece ci rispondono sorridendo “Sulla spiaggia dove volete! Chiunque dorme sulla spiaggia qui è il benvenuto”!

Dopo pranzo proseguiamo per l’impervia stradina che ci porta verso il Wadi Tiwi a 1 km dal paese. Questo Wadi è molto diverso dagli altri, innanzitutto c’è una strada che lo attraversa ed è assolutamente necessario avere un 4×4; è molto più grande e richiede buone prestazioni alla guida visto che occorre passare tra stradine molto strette. Adrenalinico e suggestivo allo stesso tempo. Questo Wadi, appunto, è abitato, ci sono due paesi, noi arriviamo oltre il primo poi siamo un po’ stanchi, la giornata è stata faticosa e facciamo un piccolo tratto a piedi. Al ritorno vediamo 4 indiani appostati di fianco alla nostra auto, ci fanno cenno che devono scendere in paese e ce li carichiamo tutti in macchina, purtroppo non è possibile fare due chiacchiere perché nessuno parla inglese.

Siccome sono solo le 16 e non possiamo andare ora in spiaggia aspettando che arrivi l’ora di dormire, decidiamo di anticipare la visita del Bimmah Sinkhole che era in programma per domani. Visto che non sappiamo ancora dove andremo a dormire, questa decisione, come scopriremo dopo, capita proprio come una manna dal cielo!

Wadi Shab – Bimma Sickhole 53 km, 41 min Il posto non è molto segnalato ed è conosciuto come Dibba Al Bay Ah. Non troverete molte indicazioni fino all’uscita dalla superstrada, quindi…contate i chilomtetri! L’ingresso al parco è gratuito ed è aperto dalle 9.00 alle 22.00.

Il custode è molto gentile e fin da subito ci chiede da dove veniamo e dove dormiremo la notte invitandoci a dormire dentro il parco e a usufruire dei bagni. Ringraziamo tantissimo e intanto andiamo ad immergere le gambe nel sinkhole. Questa buca enorme e piena d’acqua, una leggenda vuole sia nata dalla collisione di un meteorite sulla terra ma gli scienziati hanno poi scoperto che si è formata dall’erosione e dal crollo di alcune rocce. I colori sono bellissimi e alle 18 siamo gli unici turisti rimasti. L’acqua è piena di pesciolini che iniziano subito a mangiucchiarci i piedi… facciamo gratis anche la famosa fish-pedicure!.

Tornati all’ingresso Khalif, il custode ci offre un caffè, rifiutiamo cortesemente l’invito per l’alloggio notturno perché la spiaggia è più morbida ma restiamo volentieri per la cena, tra chiacchiere con lui e i suoi amici, scoprendo cose interessanti dell’Oman e della tradizione locale (ad esempio nessuno sa se il sultano ha figli). Scopriamo che ha imparato in 4 anni l’inglese semplicemente facendo questo lavoro e ospitando i turisti. E’ così gentile che ci permette anche di usare la doccia. La cena viene cucinata con il metodo tradizionale omanita: pollo e patate al cartoccio con delle braci nella terra in un buco nel terreno. Il tutto viene servito in un unico grande piatto raccogliendolo con le mani nude e il pane arabo.

Dopo cena uno dei loro amici ci fa strada con la sua macchina ad un punto accessibile della spiaggia. Non abbiamo la tenda ma per una notte ci accampiamo all’avventura sotto le stelle, con i nostri sacchi a pelo e alcune candele, cullati dalle onde del mare e dall’avvistamento di qualche stella cadente. Dopo aver spento le candele stiamo già quasi per addormentarci quando sentiamo il rumore di passi, apriamo gli occhi un po’ intimoriti e vediamo una famiglia di asinelli (mamma, papà e cucciolo) che ci scruta nel buio, un po’ incuriositi e un po’ indagatori della nostra presenza sulla loro spiaggia. Dopo esserci fissati a lungo reciprocamente con una certa perplessità, decidiamo tutti di non essere pericolosi gli uni per gli altri, loro continuano il loro spuntino notturno e noi a dormire.

07/12/2015

Nonostante l’alba, riusciamo a dormire fino alle 8 e dopo aver sistemato la valigia ci dirigiamo verso il poco segnalato Wadi Mayh.

Dopo 1 h e 30 minuti chiediamo indicazioni all’uscita della strada statale (o autostrada, chi lo sa…) e ci dicono che inizia dopo 5 minuti. La strada è facile e il paesaggio non è un granché dopo quelli visti finora, c’è qualche paese, qualche oasi di palme ma niente acqua. Sono segnalate un paio di increspature nelle montagne rocciose ma nulla più. Così decidiamo di partire subito verso Muscat e le insenature di Bandar al Khayran per un ultima sosta in spiaggia. Probabilmente sono state fatte delle nuove strade perché il navigatore non capisce molto dove andare, così arriviamo a Mutrah per cercare indicazioni.

Bimma- Muscat 137 km 1 h, 24 min

La strada è più lunga del previsto e le insenature sono nascoste dietro le montagne. Un guidatore indiano di scuola bus si offre insistentemente per portarci alla spiaggia dove partono le barche che fanno il giro sull’isola e lo seguiamo mentre scarica la scolaresca; nel mentre un taxista omanita si ferma a litigare con lui in mezzo alla strada cercando di fregargli i clienti, questo ci chiede 5 OMR, quindi crediamo che l’indiano ci offra il pacchetto a prezzo inferiore e diciano di no al taxista omanita, invece quando arriviamo in spiaggia ci spara 15 OMR! Non abbiamo voglia di contrattare, inoltre, questo non parla inglese, alla domanda “quanto dura la gita? Avremmo un aereo che ci aspetta..” ci dice che la gita dura un quarto d’ora, mezzora, due ore…quanto vogliamo noi…non abbiamo intenzione di rischiare di perdere l’aereo e rinunciamo. Ci rilassiamo sulla spiaggia facendo un pic-nic con i samosa acquistati poco prima al suq di Muscat (0.800 per 10 pezzi). Verso le 15 non c’è più sole, si alza un venticello fresco e torniamo a Mutrah girando ancora per il suq alla ricerca degli ultimi regali prima ella partenza.

Ritorniamo al caffè Chefà a mangiare qualcosa e poi via verso l’aeroporto e il freddo italiano! L’Oman è un paese ancora poco visitato ma tutto da scoprire! Andateci!

Consigli pratici

1-Meglio pagare con carta di credito dove si può o cambiare i soldi ma non in aeroporto dove i cambi non sono convenienti. Vicino al suq di Muscat ci sono dei cambi, nel resto del paese è più difficile trovarli. Non fare troppo affidamento sui bancomat.

2. Bevete succhi di frutta fresca più che potete, sono buonissimi!

3- I parcheggi sono gratuiti vicino alle attrazioni turistiche.

4- Servono scarpe di gomma per nuotare nei wadi, ci sono rocce e si scivola.

5-Sorridete sempre, gli omaniti vi sorridono e non vogliono niente in cambio! Non siate diffidenti, il più delle volte vogliono solo aiutarvi.

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