Un sogno chiamato Route 66
30 luglio 2015 Venezia-Chicago
Ci siamo: il giorno che sognavo da una vita è arrivato. La inseguo da sempre e ancora non ci credo che a breve la tocchero’ con mano: la Route 66! Mi sto documentando e organizzando da quasi un anno e utilissime si riveleranno le azzeccate guide comprate online: Here It Is, the map series e EZ66 guide for travelers, perché la Route purtroppo non viene captata completamente e queste cartine si riveleranno preziosissime! Oltre ovviamente al fidato amico GPS senza il quale probabilmente staremmo ancora girando per Chicago!! Col mio ragazzo e un nostro amico partiamo dall’aeroporto di Venezia direzione Philadelphia per poi volare su Chicago: let’s go! Dopo 1 ora e 30 di ritardo ed estenuanti controlli atterriamo su una Chicago illuminatissima. È tardi, quasi mezzanotte quindi decidiamo di prendere un taxi per il nostro hotel, il Travelodge e paghiamo 60$ mancia compresa. L’hotel è carino e in una posizione molto comoda per girare la città. Una doccia calda ci toglie il freddo dovuto all’aria condizionata dell’aereo ma vuoi per l’adrenalina, vuoi per il jet lag alle 5 di mattina siamo già belli svegli e carichi come molle!
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31 luglio 2015: Chicago
Iniziamo a conoscere la città ma prima ci facciamo la tipica colazione americana nella vicina Brasserie by LM dove spendiamo 40$in 3! Andiamo sullo Skydeck dove si ha una visuale a 360° di Chicago e dove facciamo la classica foto di rito sul balcone trasparente sospeso nel vuoto! Sosta da Subway che si rivelerà un ottimo posto dove fare rifornimento spendendo poco e mangiando discretamente. Passeggiamo per il Magnificent Mile, il Millennium Park, facciamo le foto davanti al fagiolone simbolo di Chicago e dopo aver girato tutto il giorno rientriamo in albergo distrutti ma io sono ancora emozionata per aver visto Quel cartello: all’incrocio tra la Michigan e la Adams eccolo la…il cartello che segna l’inizio del mio sogno: tutto inizia da qui!
1 agosto 2015: Chicago- Springfield
Sveglia prestissimo, alle 4! Facciamo il checkout ( 158$ a testa ) e dopo aver chiamato un taxi ci dirigiamo verso l’aeroporto O’Hare dove abbiamo noleggiato una macchina all’Alamo. Questo forse è l’unico punto negativo del viaggio; il noleggio si rivelerà davvero dispendioso e nonostante avessimo optato per una compact ci danno una berlina, una Volkswagen Jetta nuova di pacca con copertura totale con un’aggiunta abbastanza economica ma nonostante questo l’intero noleggio ci costerà 2500$! Parto io con un po’ di ansia non avendo mai guidato col cambio automatico ma appena parto tutto mi viene naturale e allora via alla conquista della Mother Road! Prendiamo la I-294 e poi la I-55, pian piano la campagna dell’Illinois si srotola sotto i nostri occhi, distese di granoturco annunciano lei: la 66! Piango dall’emozione per averla dritta e sotto i miei piedi! La prima tappa è al Reach&Creamy di Joliet dove le statue dei Blues Brothers accolgono i viaggiatori sul tetto. Proseguiamo per Wilmington facendo colazione coi Donuts e poi via a scattare foto davanti al Gemini Giant e al Launching Pad sfortunatamente chiuso. A Braidwood vediamo il tipico drive-in Polk-a-dot con le statue di Elvis, Marylin, James Dean e Betty Boop. Proseguiamo verso Dwight e Pontiac dove ci fermiamo per fotografare il famoso murales e il camper di Bob Waldmire che negli anni 60-70 lo trasformò nella sua casa girando la Route un’infinità di volte. Passiamo per Normal, Bloomington e a Shirley, nonostante la strada sia interrotta per lavori, riusciamo ad arrivare a Funks Grove dove compro il famoso sciroppo d’acero confezionato naturalmente. Per pranzo ci fermiamo a McLean da Dixie, sosta tipica per i camionisti, dove al prezzo di 4$ ho assaggiato una fantastica zuppa di broccoli. L’acqua è gratis! Proseguiamo per Lincoln e vediamo il carro gigante, uno dei tanti oggetti kitch della Route, e alle porte di Springfield visitiamo la tomba di Abramo Lincoln. Arriviamo al Microtel Inn e ci tuffiamo subito in piscina prima di sprofondare in un sonno profondo: è stata una giornata ricca di emozioni per tutti.
2 agosto 2015: Springfield-Springfield
Partiamo alla volta di St.Louis intrufolandoci nella campagna del Missouri e percorriamo un tratto dell’Old Chain of Rock Bridge il cui fiume, il Mississippi, divide l’Illinois dal Missouri. A St. Louis facciamo la foto davanti al Gataway Arch e poi via di corsa visto il sole cocente e il poco tempo che abbiamo per visitare tutto quello che ci eravamo prefissati. Alla prima pompa di benzina chiediamo aiuto per non fare brutte figure: una signora gentilissima ci fa vedere come si fa e ci racconta di quante volte da piccola percorreva la Route coi genitori, meravigliandosi cosa porta 3 italiani a visitare una semplice strada. Capiamo che per fare benzina bisogna prepagare con la carta di credito dicendo l’importo e noi facciamo sempre 20-30$ al colpo così non sprechiamo soldi e ci basta fino al mattino dopo. Conosciamo 2 coppie di contadini che sono in giro con le loro Harley, ci fanno salire e ovviamente non potevano mancare le foto! Tra saluti che non finiscono mai proseguiamo verso Fanning osservando come il paesaggio cambi in Missouri: ci sono molti boschi e la strada va su e giù. Troviamo la sedia a dondolo gigante davanti al Fanning 66 Outpost e osservo meravigliata come tutto parli della Route 66, dai cartelli al frigo della Coca Cola con cavatappi incorporato. Saltiamo le Meramec Caverns, presunto nascondiglio segreto del bandito Jesse James, e deviamo per Devils Elbow dove troviamo il vecchio ponte e una taverna tipica americana popolata dai Rednecks ma molto cordiali e ospitali: tutti ci chiedono dove andiamo, di dove siamo e ci danno la loro benedizione! Oh come mi sento a casa! Proseguiamo per il nostro hotel, l’America’s Best Value Inn a Springfield dove paghiamo 28$ con colazione inclusa e ci rilassiamo in piscina. Da Walmart compriamo acqua, insalata e panini e ce li gustiamo a bordo piscina. Stremati ci addormentiamo quasi subito.
3 agosto 2015: Springfield – Oklahoma City
Ci alziamo presto: l’Oklahoma ci aspetta! Ci dirigiamo verso Carthage per fare la foto davanti all’ancora funzionante 66- Drive-In ma prima tappa ad Avilla, tipica cittadina della Route che porto ancora nel cuore. Arriviamo poi a Catoosa e vediamo la Blue Whale, la famosa balena blu e poi via verso il Kansas, precisamente a Galena dove per un po’ torno bambina: qui infatti troviamo le auto che hanno ispirato gli autori di Cars tra cui il mio amico Cricchetto! Tutti ci salutano come fossimo amici, un motociclista ci sorride sollevando una nuvola di polvere: osservo la scena e davvero mi sembra di essere parte di un film! Compriamo alcune cianfrusaglie e bypassando Tulsa ci fermiamo a Stroud al Rock Cafè dove mangiamo un ottimo hamburger con le patatine tagliate a mano per 8$. Facciamo 2 passi e notiamo come il paese sia davvero da film! Entriamo in un negozio vintage dove io compro un cappellino militare e facciamo amicizia col proprietario, un simpatico omone della California. Proseguiamo per Davenport e ci fermiamo in un negozio dove 2 sorelle simpatiche vendono tantissima paccottiglia, ma come resistere a non comprare qualcosa? Infatti compriamo una cornice ricordo per 3$. Arrivati a Chandler troviamo la casa di Jerry McCanahan, l’autore delle nostre preziose guide, gran conoscitore della Mother Road e sostenitore della fondazione per la preservazione della strada, così tristemente ignorata per far posto al nuovo sistema delle highway dal 1985, ma per fortuna ancora in vita grazie soprattutto ai viaggiatori come noi. Jerry è molto alla mano e ci illustra i suoi meravigliosi dipinti ovviamente targati Route 66. Dopo aver acquistato alcuni souvenirs ci dirigiamo verso Oklahoma City al Meridian Inn: prendiamo cibo da Taco, bagno in piscina e poi a nanna! Questo viaggio è stancante ma ci sta riempiendo l’anima.
4 agosto 2015: Oklahoma City – Amarillo
Ci svegliamo con la pioggia che batte forte sulla finestra e dopo aver consumato una scarsa colazione, ci mettiamo in marcia verso Elk City per visitare il National Route 66 Museum. Ce ne sono parecchi lungo la strada ma noi scegliamo questo, basandoci su recensioni, blog e diari dei TPC. L’Oklahoma ha campagna a perdita d’occhio e mentre ci inoltriamo in Texas la pioggia lascia il posto al sole. Proseguiamo verso Texola, la Route 66 è la nostra fedele compagna di viaggio. Questa è la tipica ghost town e consiglio vivamente di non scendere dalla macchina visti i molti cani randagi che la popolano e il loro ringhio mentre arriviamo non è per nulla rassicurante. Riprendiamo la I-40 per accelerare un po’ i tempi ed ecco davanti a noi il Texas coi suoi spazi infiniti e l’orizzonte che non ha mai fine. A Groom pranziamo al The Grill, tipico ristorante texano dove mangiamo un favoloso hamburger e un’insalata gigante ad un prezzo irrisorio. Facciamo la foto alla croce gigante e poco dopo arriviamo al nostro motel il Big Texan Ranch: la nostra stanza è favolosa e sembra di essere in un film western. Sistemati i bagagli decidiamo di fare un giro nei dintorni: tutto è davvero più grande in Texas, come recita il suo motto. Gustiamo un’ottima birra fatta in casa e compriamo un po’ di souvenir compreso il cappello da cowgirls che mi accompagnerà fino alla fine. La sera ceniamo al ristorante che è di per sé già un’attrazione ma la carne è superlativa! Assistiamo anche alla famosa sfida in cui se si finisce in un’ora una bistecca da 2 kg più i contorni non la si paga e il proprio nome viene messo nella bacheca detta WALL OF FAME.
5 agosto 2015: Amarillo-Santa Fe
Sveglia alle 6, l’aria è calda e il ranch vuoto. Assistiamo all’alba texana i cui colori ci tolgono il fiato. Arriviamo al Cadillac Ranch, poi proseguiamo per Adrian e facciamo colazione al Midpoint Cafè: qua siamo a metà Route : 1139 miglia per Chicago e 1139 miglia per Los Angeles. Il caffè ci catapulta negli anni 50 in cui verrebbe voglia di portare tutto a casa. Gustiamo ottimi pancake, una pecan pie e caffè bollente. Nel negozio a fianco compriamo dei souvenirs vintage e proseguiamo fino a Tucumcari, nel New Mexico, sede del famoso Blue Swallow Motel. Il paesaggio qua cambia radicalmente, è brullo con qualche canyon e non ci piace gran che. A Santa Fe pernottiamo all’America Best Value e scopriamo che il fuso orario è di -1 ora rispetto a Chicago. Pranziamo al Blue Moon Cafè, un locale piccolissimo a conduzione famigliare e i proprietari sono molto simpatici, ci danno alcune dritte per andare a Glorieta e Pecos dove si trovano resti indiani e un piccolo canyon. La sera andiamo da Smith’s dove compriamo frutta e pane con guacamole per cena. Stanchi ci addormentiamo quasi subito anche perché non ci sembra un posto molto raccomandabile.
6 agosto 2015: Santa Fe- Gallup
Partiamo un po’ più tardi rispetto al solito perché oggi non c’è molto da vedere. Ad Albuquerque ci fermiamo per fare benzina e compriamo alcuni souvenirs targati Route 66. Oggi decidiamo di fare più Route possibile bypassando la interstate ma in New Mexico è mal segnalata e si interrompe spesso. Il paesaggio è ricco di canyons e mentre ci dirigiamo verso Gallup si comincia a vedere più verde. A Grants visitiamo il Mining Museum dove il signor Jack ci conduce sottoterra in una miniera ricostruita come quella dove lavorava lui e ci spiega come estraevano l’uranio. La cittadina è tipica della Route ma decisamente la descriverei come una ghost town, quindi decidiamo di proseguire verso l’hotel.
7 agosto 2015: Gallup – Bluff
Oggi sveglia prestissimo perché abbiamo molte miglia da macinare! Dopo aver fatto colazione in hotel partiamo alla volta del 4 Corners Monument; i limiti sono bassi quindi ci si mette più tempo per arrivare però almeno riusciamo a godere il panorama: le Red Mountains sono scomparse per lasciare il posto alle pianure brulle tanto che sembra di essere in Balla Coi Lupi… non mi meraviglierei di trovare 2 Calzini che girovaga! Dopo una strada infinita arriviamo al 4 Corners, paghiamo 5$ a testa ed eccoci all’incrocio tra 4 stati: Arizona, Utah, New Mexico e Colorado. Foto di rito anche ai paesaggi intorno che lasciano senza fiato e ripartiamo, destinazione Bluff dove abbiamo prenotato l’hotel. Bluff è davvero carina e sembra lo scenario di un film western. Visto che per il check in è ancora presto, non resistiamo e una volta presa la Mexican Hat eccoci sulla I-163 e… lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi ci commuove e non poco: davanti a noi la tanto sognata Monument Valley. Le foto e le parole non rendono giustizia e credibilità allo spettacolo che madre natura ci sta regalando. È tutto reale? In un silenzio rispettoso ci dirigiamo verso il Visitors Center dove dopo aver pagato 20$ a macchina saliamo sulla terrazza per godere di uno spettacolo maestoso. Le foto non bastano mai e non ce ne vogliamo andare. I monoliti che abbiamo solo visto nei film e in tv sono li davanti a noi. Purtroppo non percorriamo l’intero itinerario perché abbiamo la macchina bassa e non vogliamo rischiare di rompere la coppa dell’ olio o altro. Ma quello che abbiamo visto ci basta e torniamo verso l’hotel con gli occhi pieni di meraviglia.
8 agosto 2015: Bluff- Flagstaff
Anche oggi sveglia presto e dopo aver fatto una colazione che al momento della prenotazione non risultava compresa (i colpi di fortuna succedono si!) eccoci in Arizona e ci dirigiamo verso l’Antelope Canyon ma qui mi rendo conto dell’errore: non abbiamo prenotato l’escursione e avremmo dovuto attendere 2 giorni ma siccome eravamo di passaggio a malincuore abbiamo dovuto rinunciare. Poco male, abbiamo visto comunque paesaggi spettacolari come Kayenta, il Lake Powell e la cittadina di Page, da dove nei vari punti panoramici si hanno visuali bellissime. Dopo 10 miglia arriviamo all’Horseshoe Bend, meraviglia della natura creata dall’erosione nel tempo del fiume Colorado. Gli strapiombi però fanno paura e dopo essermi spinta un po’ troppo, decido di smettere perché al mio ragazzo sta salendo l’ansia e la paura che cada giù. Prendiamo la I-65 e arriviamo a Flagstaff ma qui torniamo indietro sulla I-40 perché vogliamo visitare il Meteor Crater, un buco enorme che un meteorite ha creato moltissimi anni fa. Con piacere torniamo sulla Rote 66 per arrivare a Winslow, dove il tempo sembra essersi fermato agli anni di splendore della 66. Qui si trova il Standing On The Corner con la statua dedicata al protagonista della canzone Take It Easy degli Eagles. Sulla strada c’è il simbolo della Route in formato gigante. Torniamo a Flagstaff e una volta fatto il check in in hotel crolliamo distrutti viste le oltre 300 miglia macinate oggi!
9 agosto 2015: Flagstaff – Seligman
Oggi ci alziamo di buonumore perché c’è il Grand Canyon da vedere yeahhhh! Dopo aver pagato 30$ per entrare nel parco, ci inoltriamo e ci rendiamo conto di quanto ben pulito e curato sia. Per raggiungere i vari view points percorriamo circa 30 miglia (è enorme) e non abbiamo parole di fronte la sua maestosità. Avendolo visto solo in tv non ci aspettavamo un’estensione del genere…non ha mai fine! Dal Desert View poi la vista è mozzafiato. Concluso il giro partiamo per Seligman dove abbiamo prenotato al Stagecoach 66: qui tutto è 66 style! Adoro questo paesino così caratteristico! Al bar vicino il motel, il Pizza Joint, beviamo un paio di birre e facciamo amicizia con alcuni abitanti con cui personalmente mi trovo davvero a mio agio: in fondo uno scopo del viaggio è anche questo: fare molte conoscenze! Tutti anche qua si chiedono cosa abbia portato 3 italiani a visitare quei posti così fuori dal mondo ma la mia risposta è semplice: ci ha condotto lì il Sogno Americano! Impariamo a giocare a Shuffleboard, un gioco simile alle bocce. Ordiniamo una pizza che non è male e la mangiamo in camera. Questo posto ci piace un sacco!
10 agosto 2015: Seligman – Las Vegas
Anche questa volta siamo stati fortunati: la camera non includeva la colazione ma ci è stato comunque offerto del buon caffè e alcuni snacks! Prima di partire ci fermiamo a comprare altri souvenirs e acqua, preziosa alleata di questo viaggio, e partiamo alla volta del Nevada. Oggi consegniamo la macchina ma abbiamo tempo fino le 20. Costeggiamo Kingman, cittadina enorme, e a malincuore salutiamo la Route. Prendiamo la Nevada Highway ed eccoci in Nevada. Tutto è deserto perciò quando arriviamo a Las Vegas è come un pugno in un occhio: una città in mezzo al deserto totale! Bypassiamo il traffico di LV per arrivare, dopo oltre 200 miglia, alla Death Valley, una strada senza uscite e la stanchezza ora si fa sentire ma ormai siamo quasi arrivati. Le temperature sono di oltre 45° quindi dopo alcune foto di rito risaliamo in macchina e torniamo a Las Vegas. Il traffico è impressionante ma con calma arriviamo all’agenzia di noleggio dove riconsegniamo la nostra Jetta, che non ci ha mai deluso e soprattutto ci ha fatto attraversare mezza America! Prendiamo un taxi ed eccoci al nostro super Hotel: il New York New York! Durante la settimana i prezzi sono irrisori anche per hotel di lusso e arrivando di lunedì avevo trovato un’offerta davvero allettante e quindi eccoci qui in una NY in miniatura. Dopo il check in la giriamo per bene, facciamo un giro fuori ma il caldo e la stanchezza ci fa crollare nella nostra spettacolare stanza con vista sulle montagne russe! Eh si questo hotel ha le montagne russe che attraversano gli edifici di questo hotel : il lusso la fa da padrona qua a LV!
11 agosto 2015: Las Vegas
La mattina ci alziamo con calma, colazione in uno dei bar dell’hotel in cui gusto un ottimo caffè e un donut coi biscotti Oreo: divino! E poi iniziamo a giocare al casinò, ma vinciamo ciò che spendiamo quindi in pratica non perdiamo nulla! Usciamo e sotto un sole cocente visitiamo alcuni hotel: il Luxor, l’Excalibur, il Mandala, l’MGM. Arriviamo poi fino all’inizio della Strip dove si trova il famoso cartello di Las Vegas, ma con disappunto ci accorgiamo che la fila per fare la foto è lunghissima, però non potevamo andarcene dopo aver fatto tutta quella strada e soprattutto dopo che io avevo comprato apposta un vestitino vintage da indossare per questa occasione, così attendiamo sotto un sole ustionante il nostro turno. Dopo le foto decidiamo di tornare in hotel per andare in piscina, location favolosa con vasca Jacuzzi, bar e dj! Uno spasso! Dopo la doccia usciamo per la serata e man mano che il sole se ne va LV si illumina a giorno. Tutto è un gioco di luci come le fontane del Bellagio! Entriamo nel Paris, nel Caesar’s Palace e nel Venetian. Las Vegas lascia davvero senza fiato!
12 agosto 2015: Las Vegas – Los Angeles
Sveglia alle 6: abbiamo il pullman per Los Angeles! Alle 7.45 il bus della Megabus (30$ a testa) parte puntuale e arriviamo a LA alle 13. Il modo per uscire da Union Station non è facilissimo e dopo aver chiesto aiuto ad alcuni impiegati sollevo il telefono che è collocato nel corridoio e una signora molto cordiale mi spiega quale linea della metro prendere, dove fermarmi e in che direzione andare. Prendiamo la Red Line e ci fermiamo a Hollywood Highlands in piena Walk of Fame e con l’aiuto del nostro migliore amico, ovvero il gps, troviamo l’hotel, l’Hollywood Guest Inn ma ci delude in tutti i campi: d’altronde in agosto a Los Angeles è stato l’hotel più economico che abbiamo scovato. Il segnale wifi non prende per niente ma per fortuna c’è un distributore di merendine e caffè così le colazioni sono aposto! La sera ceniamo da Quazno’s con panini buonissimi e zuppe divine ad un prezzo irrisorio.
13 agosto 2015: Los Angeles
Oggi dobbiamo pensare come girare Los Angeles: il centro lo evitiamo anche perché non c’è nulla di nostro interesse. La nostra meta è Santa Monica ma come arrivare se non abbiamo la macchina e se per prendere un bus ci si mette un’eternità? Beh l’opportunità si presenta davanti il Chinese Theatre dove ci sono le impronte delle mani di attori famosi: il City Sightseeing! Facciamo il biglietto per 2 giorni così vediamo un po’ di tutto e ci fermiamo dove vogliamo. Passiamo per Beverly Hills e Rodeo Drive dove hanno girato uno dei miei film preferiti, Pretty Woman! L’audioguida ci descrive i vari locali e posti dove le star iniziarono la loro gavetta. Arriviamo a Santa Monica e scendiamo. Come Forrest Gump arriviamo in fondo al molo non prima di esserci emozionati davanti al cartello che indica la fine della Route: mentalmente mi isolo e ripercorro il viaggio lungo la strada e una strana malinconia mi assale. Riprendiamo il bus fino al Fishermans Village, posto molto caratteristico e variopinto. Tornati a Hollywood visitiamo il Madame Tussaud e ci facciamo un altro panino da Quazno’s, i cui proprietari cinesi sono ormai nostri amici!
14 agosto 2015: Los Angeles
Continua il nostro tour sul bus : destinazione Universal Studios ma non entriamo visto il costo esorbitante del biglietto e la lunga fila di gente in attesa di entrare! Facciamo un paio di foto e noto un palco con alcune guardie del corpo : sicuramente è un vip penso! Mi avvicino e….sì è proprio lui, Mario Lopez il Slater di Bayside school, telefilm americano che guardavo da adolescente! Almeno ho visto qualcuno di famoso! Decidiamo di andare a Venice Beach, molto California Style anche se alquanto sporca. Torniamo in hotel verso sera; sembra che abbiamo visto poco ma le distanze sono davvero grandi tra Hollywood e la costa. Torniamo da Quezno’s per salutarli e consumare l’ultima cena hollywoodiana.
15 agosto 2015: Los Angeles – San Francisco
Dopo esserci svegliati prestissimo, prendiamo la metro per l’aeroporto: destinazione San Francisco dove conosciamo 2 ragazze italiane che sono state la nostra fortuna: scoprono infatti che la linea per l’aeroporto è appena stata eliminata e ce lo dicono. Andiamo quindi a Union Center e prendiamo lo shuttle per l’aeroporto per 8$. Sull’aereo l’aria condizionata mi ha ghiacciato: che mania che hanno!! Arrivati a San Francisco (mentalmente ho sempre cantato: if you’re going to San Francisco… d’altronde chi non lo ha mai fatto?) prendiamo la metro fino a Civic Center e poi un taxi fino all’hotel, il Beck’s Motor Lodge nell’amichevole e tranquillo quartiere gay Castro. Dopo esserci sistemati ci facciamo una birra nel bar messicano di fronte. Forse per la stanchezza non riesco bene ad orientarmi ma capisco che senza macchina non si può fare molto, allora chiedo a mia cugina che ha vissuto qui molti anni alcuni consigli e mi dice di prendere un bus panoramico così possiamo vedere parecchie cose.
16 agosto 2015: San Francisco
Mi alzo prima degli altri e mi documento in Internet: vedo che dal Pier 39 parte il Sightseeing ma per arrivare al porto dobbiamo prendere il tram, la cui fermata è proprio davanti il motel: caratteristico di San Francisco, i biglietti si fanno a bordo però bisogna avere spiccioli e non carta. Scendiamo al Pier 39 e l’atmosfera ci piace un sacco! Facciamo il biglietto per 2 giorni col Sightseeing e col primo tour, quello rosso, andiamo downtown dove vediamo la casa di Mrs Doubtfire e Lombard Street. San Francisco è posta su colli ed è molto pittoresca. Torniamo al Pier 39, lo visitiamo e osserviamo i leoni marini nella baia che prendono il sole e giocano tra di loro. Proseguiamo a piedi verso il Fisherman’s Warf, dove artisti di strada si alternano a turisti. Pranziamo in un baracchino chiamato The Cod dove mangiamo un ottimo Fish&Chips. Prendiamo poi la linea blu che ci porta al Golden Gate dove facciamo le classiche foto. Nonostante siamo in piena estate l’aria è molto fresca tanto che mi devo comprare una felpa. Sfortunatamente non visitiamo Alcatraz perché è sold out per un mese (anche qua abbiamo sbagliato a non prenotare da casa! )
17 agosto 2015: San Francisco
La nostra sveglia è una bella scossa di terremoto ,normale qua visto che gli abitanti non fanno una piega! Arrivano anche i pompieri così facciamo finta di essere nel set di un film… italiani proprio! Andiamo ancora verso il porto e facciamo un giro in barca che ci porta sotto il Golden Gate ed attorno ad Alcatraz: sembra una città abbandonata. Facciamo un po’ di shopping non prima di aver provato un super rockeggiante giro sulla Rocket Boat, una barca che sfreccia a 60 miglia all’ora nella baia, facendoci sobbalzare ad ogni onda…ma avevamo la cintura di sicurezza allacciata! Ultimo cocktail all’Hard Rock Cafè e poi a nanna!
18 agosto 2015: San Francisco – Venezia
Ci svegliamo presto per preparare le valigie: si torna a casa! Sull’aereo mentre decolliamo saluto questo paese meraviglioso chiamato America e lo ringrazio per tutto quello che ci ha offerto. Col senno di poi forse avrei preferito fare solo Route bypassando le grandi città, perché il vero senso del viaggio è stato percorrere la Mother Road. Ancora adesso quando guardo i video, con gli Alabama e la sua Born Country come colonna sonora, non riesco a trattenere le lacrime. Questa strada mi ha emozionato tantissimo e continua a farlo ogni volta che mi rigiro tra le mani quel pezzetto di cemento che il mio ragazzo ha bonariamente ‘’rubato’’ lungo la strada e che troneggia nella mia bacheca dei ricordi. Esiste anche il mal d’America e io ne soffro terribilmente. Ma chi lo sa, magari un giorno nel futuro chi leggerà questo mio diario e intraprenderà lo stesso viaggio che ho intrapreso io, potrà vedermi percorrere ancora quella strada, con qualche ruga in più e i capelli argentati ma con la stessa energia ed emozione della prima volta!