Tutti i colori di Fuerteventura
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Abbiamo viaggiato in tre, io, mio marito e nostra figlia Giada di 7 anni.
La scelta per il pernottamento è stata per la località di Caleta de Fuste, presso il residence “Castillo Playa” (€ 280 per 7 notti), che mi sento di consigliare per coloro che, come noi, non hanno troppe pretese, semplice ma pulito e con personale cordiale.
Caleta de Fuste inoltre è in una posizione abbastanza strategica: un quarto d’ora di auto dall’aeroporto e al centro dell’isola, quindi non troppo lontana dalle varie località che abbiamo visitato. E’ un piccolo centro abbastanza carino, con localini, ristoranti e centri commerciali in cui è possibile trovare di tutto. Anche la spiaggia, sebbene artificiale, è bella e adattissima alle famiglie con bambini.
La nostra è stata una vacanza itinerante, ogni giorno abbiamo visitato una località diversa, proprio per questo abbiamo noleggiato un’auto, prenotandola da casa in modo rapido e semplice sul sito della società Cicar (€ 120 per una settimana).
Arrivati in aeroporto abbiamo quindi ritirato la nostra auto… ed eccoci pronti ad iniziare l’avventura!
Fin da subito abbiamo assaporato il clima mite, siamo a metà novembre e la temperatura media è sui 25°. Questo tepore ci accompagnerà per tutta la settimana, come pure il vento, caratteristica principale di questo luogo ma comunque mai eccessivo da essere un fastidio insopportabile.
Il primo giorno lo dedichiamo alla località di Corralejo, uno dei luoghi che ci è piaciuto di più. Il Parco Naturale di Corralejo è meraviglioso, spiagge dorate con un’acqua turchese che invita a tuffarsi nonostante non sia proprio caldissima. E poi le dune, sembra di essere in pieno deserto. Per ripararsi dal vento ci sono delle strutture fatte con i sassi, in questo modo è possibile sdraiarsi al sole e godere in pieno del suo tepore. Passiamo l’intera mattinata in spiaggia per poi recarci presso il centro di Corralejo, dove pranziamo. E’ un centro vivace, pieno di negozi, quindi è piacevole farci una bella passeggiata, anche le spiagge sono carine. Rientriamo a Caleta de Fuste soddisfatti… quest’isola promette bene!
secondo giorno
Rimaniamo a Caleta, vogliamo vedere com’è la spiaggia che dal nostro bungalow raggiungiamo a piedi in dieci minuti. Passiamo così la mattinata al mare, con la sua acqua trasparente e piena di pesciolini per l’entusiasmo di mia figlia che si diverte a dargli pezzettini di biscotto.
Dopo pranzo saliamo in auto e in cinque minuti arriviamo alle Saline del Carmen. Oltre alla visita esterna delle saline entriamo anche nel Museo del sale che racconta la storia di quello che veniva considerato l’”oro bianco”. Terminata la visita proseguiamo verso sud, direzione Las Playitas.
Si tratta di un piccolo paesino che merita di essere visitato, casette bianche che si affacciano su una spiaggia nerissima e abbastanza protetta dal vento.
Terzo giorno
Andiamo di nuovo verso sud, questa volta ci dirigiamo in Costa Calma. La località in sé non è niente di particolare, semplicemente una serie di alberghi e residence. Ma, superato il centro e percorso qualche chilometro arriva la meraviglia… un litorale di circa 11 Km di spiagge di sabbia dorata che ancora mantiene un aspetto naturale e selvaggio.
Ci fermiamo prima a Playa Barca e poi a Risco del Paso, spiagge immense tutte libere dove si possono fare lunghe passeggiate. Quello che caratterizza questi luoghi sono le maree che formano tutta una serie di lagune azzurre e piene di pesciolini. Un paesaggio particolarissimo, mi è rimasto nel cuore, questo è il mare che piace a me, qui ho respirato un vero senso di libertà.
Trascorriamo in questo luogo l’intera giornata pranzando al sacco, a malincuore poi bisogna rientrare.
Il giorno successivo andiamo verso l’interno dell’isola: Antigua e Betancuria.
Antigua è un piccolo centro di casette bianche che spiccano nel colore rossiccio della terra. Qui ammiriamo la Chiesa Nuestra Senora de la Antigua, ma, soprattutto, i mulini a vento.
Appena fuori dal centro c’è il Museo Molino de Antigua (ingresso € 2, bambini fino a 12 anni gratis).
E’ un vecchio podere che è stato trasformato in museo, è possibile visitare il mulino all’interno e poi entrare nella casa padronale con la sua balconata al piano superiore.
Nelle varie sale è stato allestito un museo molto adatto ai bambini che racconta, anche con l’ausilio di pannelli interattivi, la storia e le caratteristiche dell’isola. C’è anche il Museo del Queso, il tipico formaggio locale, qui vengono spiegate le varie fasi della lavorazione e i metodi usati dai tempi più antichi fino ad oggi.
Alle spalle dell’edificio c’è un bel giardino di piante grasse che merita di essere visitato..alcune sono enormi, mai viste di così grandi!
Terminata la visita proseguiamo per Betancuria, il capoluogo storico di Fuerteventura.
Durante il tragitto merita un sosta il Mirador de Betancuria, un punto panoramico dominato dalle enormi statue di Guise e Ayose, gli antichi guardiani delle Canarie.
Betancuria è un minuscolo centro posto in una vallata riparata dal vento, la mia guida lo definisce come un luogo dove regna la pace e il tempo sembra essersi fermato, è proprio così! Facciamo una piacevole passeggiata, nella piazzetta principale c’è la Chiesa di Santa Maria, vi si affacciano anche vari palazzi signorili, uno dei quali, la Casa Santa Maria, si può visitare (€ 6 per gli adulti).
La casa è stata trasformata in museo dove si possono ammirare foto ed oggetti antichi, ricamatrici e tessitori al lavoro. La cosa curiosa è la presenza di una sala dove fanno delle proiezioni 3D… non ce lo saremmo mai aspettati in un luogo del genere!
Terminata la visita riprendiamo la strada verso Caleta de Fuste facendo una piccola deviazione verso Pozo Negro. E’ un piccolissimo paesino che si affaccia su un’ampia spiaggia nera ma dall’acqua limpida. In tutta la spiaggia ci sono, oltre a noi, quattro persone… bellissimo!
Sulla strada del ritorno vediamo l’indicazione turistica del villaggio preistorico di La Atalayita, anche la mia guida ne parla, così decidiamo di andare.
Si tratta di un insediamento restaurato degli antichi abitanti dell’isola, un sito archeologico. Arrivati dopo un tratto di strada sterrato, scopriamo che il centro visitatori è chiuso e intorno a noi non c’è assolutamente nessuno. Facciamo un breve giro a piedi nel sito archeologico, è strano, siamo in questo luogo deserto, completamente soli ad eccezione delle caprette, il simbolo dell’isola, che gironzolano fra le rocce.
Rimaniamo un po’ perplessi, sembra tutto abbandonato, così rientriamo al nostro residence.
Il giorno successivo la destinazione è La Pared. E’ un luogo straordinario, siamo sulla cima di una scogliera da cui ammiriamo un paesaggio mozzafiato. Tante calette di sabbia dove si infrange l’oceano con le sue onde spumose. Il vento è abbastanza forte ma sopportabile.
Decidiamo di scendere in spiaggia, così percorso un breve sentiero a piedi siamo già in costume a prendere il sole.
Il bagno in queste zone è sconsigliato a causa delle correnti per cui ci accontentiamo di bagnarci i piedi con un’acqua limpidissima anche se abbastanza freschina!
Avevo letto che in questa zona ci sono molti scoiattoli, ed è vero, mia figlia si è divertita tantissimo a dal loro le arachidi che avevamo comprato proprio nella speranza di incontrarli.
Abbiamo passato l’intera giornata in spiaggia, pranzando al sacco, la soluzione per noi migliore che ci ha permesso durante l’intera vacanza di fermarci dove più ci piaceva senza dover pensare a dove mangiare.
Siamo ormai quasi al termine della vacanza, per la nostra ultima escursione andiamo di nuovo verso sud, Morro Jable e Cofete.
Morro Jable è una cittadina residenziale, il lungomare è piuttosto carino e la spiaggia ampia e lunghissima. La giornata tuttavia non è bellissima, le nubi coprono il sole per cui non ci è stato possibile stare in spiaggia, qui è stata l’unica volta in cui il vento era veramente forte al punto da alzare la sabbia, ci dava la sensazione di prendere delle vere e proprie frustate!
Procediamo quindi verso Cofete. Avevo letto impressioni veramente entusiaste di questo luogo, anche la mia guida ne parlava come di un luogo da non perdere..per noi però non è stato così.
Forse il tempo brutto ha contribuito, infatti comincia a cadere una pioggerellina, fatto sta che ci sono da percorrere ben 16 Km di sterrato per arrivare alla spiaggia, effettivamente selvaggia e incontaminata, ma non siamo neanche potuti scendere dall’auto a causa della pioggia e del vento.
Probabilmente con il sole sarebbe stata tutta un’altra storia.
Visitiamo poi Villa Winter, che si trova a circa 2 Km da Cofete, una villa dalla storia misteriosa, forse fatta costruire da Hitler come possibile luogo di esilio. Questa visita tuttavia è piuttosto deludente, il proprietario chiede un’offerta libera per entrare, ma gli interni sono veramente trasandati, niente di interessante, solo vecchie foto e qualche mobile qua e là.
Decidiamo quindi di rientrare, fermandoci di nuovo a Morro Jable per una passeggiata tra i vari negozi.
La settimana è trascorsa veloce, siamo giunti al giorno della partenza. Dato che il volo è nel pomeriggio passiamo la mattinata a Puerto del Rosario, il capoluogo dell’isola. Facciamo una passeggiata sul lungomare e poi ci infiliamo nel centro commerciale Las Rotondas per qualche acquisto dell’ultimo momento. E’ giunta così l’ora di recarsi in aeroporto, finisce quindi questa avventura che ci ha lasciato nel cuore bellissimi ricordi.