Primo maggio ad Antibes
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Sperando nel bel tempo, anche se consapevoli che il viaggio sarà un po’ un’odissea, scegliamo la Costa Azzurra, destinazione Antibes!
1 Maggio 2015
Partiamo alle 4 del mattino da Milano, per evitare il traffico, ma anche per goderci tutta la giornata, visto che il week end è breve.
Non troviamo affatto traffico e, pur fermandoci per colazione, arriviamo ad Antibes alle 8:30 del mattino.
E’ ancora troppo presto per il check-in in hotel, così troviamo (miracolosamente) parcheggio al porto, e ci avviamo verso il mercato coperto.
Considerazione: il centro storico di Antibes è molto piccolo. Quando abbiamo parcheggiato al porto, temevo di dover camminare per chilometri prima di arrivare al mercato, invece dopo cinque minuti eravamo arrivati!
Seconda considerazione: il parcheggio sulle strisce blu è gratuito il week end e festivi. Non me ne sono accorta, ho pagato 1€, e mi è uscito il biglietto valido fino al lunedì successivo!
Il mercato coperto è piccolo ma molto carino, pieno di specialità provenzali. Dalla classica lavanda agli oli essenziali, ma anche tanto cibo: salumi, formaggi, frutta candita, spezie… la cosa che ho notato è che anche in locali fanno la spesa qui, pensavo che fosse più un mercatino di souvenir per turisti.
Ci informiamo sul costo degli oli essenziali per mia suocera, poi inizio a guardarmi intorno per decidere cosa portarmi a casa.
Terminato il giro al mercato, facciamo un tentativo con l’hotel: Ibis Styles Antibes. E’ fuori città, ma ha inclusi colazione, internet e soprattutto parcheggio, cosa impossibile da queste parti. Siamo fortunati, la nostra camera è pronta, così possiamo riposarci un po’ dal viaggio e darci una rinfrescata. Purtroppo, le mie speranze sul bel tempo sono disattese, il cielo è nuvoloso e biancastro, di andare in spiaggia proprio non se ne parla. Decidiamo, allora, di ripiegare su una gita fuori porta a Grasse, la capitale dei profumi, non molto distante. Vogliamo visitare una delle profumerie più rinomate, la Parfumerie Fragonard. Imposto il navigatore in base alle indicazioni sulla guida, ma poi, in strada, vedo che i cartelli puntano in un’altra direzione. Seguiamo la segnaletica stradale ed arriviamo, in effetti, da Fragonard, fuori dalla città. Chiedo se possibile visitare la fabbrica, mi rispondono che sì, posso, ma non c’è nessuno perché oggi è festa. Strano, sulla guida c’era scritto che si poteva fare la visita guidata gratuita… Tutti i macchinari e gli strumenti per fabbricare il profumo e i saponi sono dietro un vetro, osserviamo tutto e giochiamo ad indovinare le fragranze esposte (cocco, caffè, fragola etc, tutte fragranze di base).
La fabbrica è veramente piccola e siamo un po’ delusi.
Al piano sotto, c’è invece il negozio, molto grande e ben fornito, dove si trova di tutto: acqua di profumo, acqua di colonia per uomo e donna, profumi per la casa, candele, e piccole confezioni regalo già pronte.
Vi consiglio questa profumeria se amate le fragranze dolci e fiorite.
Usciamo un po’ perplessi e ci spostiamo in centro a Grasse. Imposto il parcheggio del centro visitatori (a pagamento), per arrivarci bisogna praticamente attraversare il centro storico. Ed ecco che ci appare, così come diceva la guida, la sede principale di Fragonard, con tanto di scritta in bella vista “tour guidati e gratuiti della fabbrica”! Allora la guida non aveva mentito!
Parcheggiamo e facciamo una sosta al centro visitatori. Raccolgo qualche coupon di sconto (mannaggia c’è anche quello di Fragonard 10%), e poi andiamo a pranzo. Ho selezionato una piccola creperia bretone, Le Malouine, dove assaggiamo due ottime crepe di grano saraceno, al prezzo abbordabile di 24€ bevande incluse.
Dopo pranzo, ci incamminiamo verso il Musée de la Parfumerie, accanto alla sede principale di Fragonard.
Purtroppo scopriamo che è chiuso, essendo oggi l’1 Maggio. In compenso, Fragonard è aperto, ed offre la visita della fabbrica, gratuita e in diverse lingue. Attendiamo la nostra guida italiana, Alessia (penso fosse una ragazza italo-francese), che ci tiene impegnati in tutto un’oretta, tra visita della fabbrica e presentazione dei prodotti nel negozio. La visita è interessante, spiegano tutte le tappe della realizzazione delle loro fragranze, ed infine c’è la tappa obbligata al negozio. Avendo a disposizione lo sconto del 10%, ne approfitto per fare ancora un po’ di shopping, prendendo qualche regalo per i prossimi compleanni. Terminato il giro, visitiamo il piccolo giardino esterno, molto piacevole e profumato, e poi ci concediamo un peccato di gola alla pasticceria Un Parfum di Macaron, che avevo già adocchiato stamattina. Io prendo una mousse al triplo cioccolato, e mio marito un più “leggero” macaron gigante con panna e lamponi.
Continuiamo la nostra esplorazione del piccolo centro storico di Grasse, anche se il tempo non è dei migliori e ci costringe a tirar fuori l’ombrello. E’ un vero peccato, perché la cittadina è molto colorata, e con il sole farebbe sicuramente un altro effetto. Passeggiamo senza una meta precisa, attraverso le tante piazzette e le viuzze acciottolate, passando anche dalla cattedrale e dalla place Aux Herbes, una delle principali. E’ ormai pomeriggio inoltrato quando riprendiamo la strada per Antibes. Una rapida rinfrescata in hotel e siamo pronti per la cena. Facciamo un giorno in auto alla ricerca di un parcheggio gratuito ma, ahimè, alla fine siamo obbligati a parcheggiare al porto alla modica cifra di quasi 3€/h. Avevo segnato diversi posti per cena, guardando le recensioni su internet, ma i posti che avevo segnato sono chiusi, o perché aperti solo a pranzo, o perché è il 1 Maggio. Dopo lungo vagare, intorno alle 20 finiamo al New Pecheur, a ridosso delle mura, dove mangiamo discretamente usufruendo del menù di tre portate a 21,90€ bevande escluse.
Dopo cena, facciamo ancora una passeggiata digestiva nel centro storico, e poi torniamo alla base, la giornata è stata lunga.
2 Maggio 2015
Oggi dedicheremo la giornata, o almeno la mattinata, alla visita di Antibes. L’idea è di passare il pomeriggio in spiaggia, ma dipenderà dal clima.
Dopo una bella colazione in hotel ci avviamo verso il centro, in auto. Stavolta riusciamo a parcheggiare gratuitamente, nei pressi del Musée d’Archeologie. Se capitate ad Antibes nel week end, fate attenzione ai parcheggi in strada: le strisce sono blu, ma il parcheggio è gratuito. Il parchimetro può trarre in inganno perché accetterà i vostri soldi, ma vi restituirà un biglietto con ora e data del lunedì! Controllate bene prima di pagare.
Saltiamo il museo archeologico ed andiamo direttamente al Museo Picasso.
Il celeberrimo artista passò qui alcuni anni della sua vita, in età avanzata, e lasciò detto che “chi vuole vedere i dipinti di Antibes, deve venire ad Antibes”, infatti i dipinti non sono mai stati spostati in nessuna altra location. Il museo si trova presso il castello precedentemente occupato dalla famiglia Grimaldi, usato poi da Picasso come atelier. All’ultimo piano si possono ammirare delle fotografie che ritraggono l’artista all’opera in queste sale, dove ha dipinto dei quadri a diversi temi: nature morte, satiri, figure mitologiche. Rimaniamo al museo più di un’ora, poi continuiamo il nostro giro: le mura, la Cattedrale, il municipio, e di nuovo una capatina al mercato.
Per pranzo scegliamo la cioccolateria Jean-Luc Pélé, nella zona dei ristoranti e dello shopping, dove a circa 10€ prendiamo panino, bibita e un decadente dessert al cioccolato. Mangiamo in una minuscola saletta con le pareti interamente ricoperte di cioccolato, nella quale, per ovvie ragioni, fa abbastanza freddo.
La tentazione di comprare altro cioccolato da portare a casa è forte, ma i prezzi sono notevoli e comunque è meglio resistere alla tentazione! Il tempo non è migliorato, anzi, così dobbiamo abbandonare l’idea della spiaggia. Prendiamo l’auto ed andiamo al Fort le Carrè, poco fuori città. A forma di stella, il fortino risale al sedicesimo secolo, quando il fiume Var segnava il confine con la Liguria, e Nizza era una città italiana. E’ visitabile, a 3€, solamente con visita guidata. Noi arriviamo giusto in tempo per la visita guidata in inglese, della durata di circa mezz’ora, il fortino non è grande.
Visto che il tempo è sempre nuvoloso, decidiamo per una visita veloce di Biot, il paese delle vetrerie, a 15 minuti di strada da Antibes. Per prima cosa visitiamo la Verrerie de Biot, dove è possibile vedere i mastri vetrai all’opera. E’ incredibile il caldo all’interno della vetreria, con tutti i forni accesi. Restiamo incantati ad osservare la produzione di alcuni bicchieri di vetro, come la materia viene estratta dal forno, lavorata a soffio e poi con altri attrezzi, fino a raggiungere la forma desiderata, ed infine raffreddata e messa a riposare. C’è anche un negozio di articoli da regalo, dove però non acquistiamo niente. Biot è un delizioso e minuscolo villaggio arroccato su una collina. Parcheggiamo l’auto sotto al villaggio e saliamo a piedi, una salita breve ma impegnativa. La strada principale è costellata di negozi di articoli in vetro, anche molto costosi, ristoranti e sculture, ovviamente in vetro. E poi i soliti negozi di souvenir, più o meno tipici, più o meno prodotti in loco. Uscendo dalla strada principale ci si addentra in un dedalo di vicoli stretti e inerpicati sulla collina, don dei bellissimi scorci sul mare e sul panorama circostante. Molto particolare la chiesa, che non è sullo stesso piano della facciata: dal portone, infatti, per accedere alla navata bisogna scendere le scale. Anche la Place des Arcades, caratterizzata da un porticato ad archi, è carina. Per cena torniamo ad Antibes, sempre lasciando l’auto nel carissimo posteggio del porto. Stavolta andiamo a colpo sicuro, vogliamo provare qualcosa di originale. Il ristorante la Taille de Guèpe propone diversi menù fissi, da due o tre portate, tutti con la caratteristica che vengono utilizzati fiori edibili. Il ristorante è carinissimo, arredato con toni tenui e molto romantico. Pur non avendo prenotato, ci trovano un tavolo e così comincia la nostra esperienza gastronomica con i fiori. A noi è piaciuto molto, sicuramente un’esperienza particolare. Dopo cena, visitiamo il porto di Antibes, con la famosa scultura in acciaio “ il Nomade”, rappresentante un uomo seduto che osserva l’orizzonte. E poi ci addentriamo nella zona dove sono attraccati gli yacht di lusso. Una rapida ricerca su internet ci permette di constatare che sono di proprietà di svariati magnati russi. Questi yacht sono veramente delle case galleggianti – ovviamente visitabili solo ed esclusivamente da fuori! Con questo si conclude il nostro week end ad Antibes. Ma domani, prima di rientrare a casa, abbiamo ancora un villaggio da visitare
3/5/2015
Le mie reminiscenze di storia dell’arte delle superiori mi hanno portata ad immaginare St Paul de Vence come un luogo di grande bellezza ed ispirazione artistica, così è qui che siamo diretti prima del rientro in Italia. Rispetto ad Antibes, si trova già in direzione Italia, quindi non dovremo allungare la strada. Siamo anche un po’ preoccupati di trovare traffico al rientro. Arriviamo a St Paul de Vence intorno alle 10, e di primo acchito parcheggiamo al silos poco fuori dal paese. Solo per scoprire che costa tantissimo!
Non fatevi ingannare dalle tabelle poste fuori dal parcheggio. Vedendo 0,90€, ci siamo fidati e (anche un po’ stupiti di che il prezzo fosse così basso) siamo entrati. Per fortuna, prima di uscire, abbiamo controllato più da vicino il tariffario, e abbiamo scoperto l’inghippo: 0,90€ per ogni 15 minuti, quindi all’ora ben 3,60€!
Questo prezzo è inammissibile, prevediamo di stare qui fino a pranzo, quindi dovremmo sborsare almeno 12€. Usciamo da questo parcheggio e, poco più avanti, giriamo a destra, per trovare dei comodissimi parcheggi pubblici lungo la strada che costano 1,5€/h.
Come mi era successo a Les Baux de Provence, purtroppo anche St Paul mi fa una pessima prima impressione. Il paesino è bellino, certo, ma troppo, troppo commerciale.
Le strette stradine a ciottoli cono praticamente invase da negozi di arte e souvenir, mentre fuori arrivano interi pullman che continuano a riversare orde di turisti nel minuscolo villaggio.
C’è così tanta gente che si fa fatica a muoversi, per non parlare dei negozi. Arriviamo fino in fondo al paese, dove c’è una tappa che non voglio perdere: la tomba di Marc Chagall, artista bielorusso/francese di origine ebraica. Il cimitero ha una splendida vista sulla vallata e sul mare, è un posto molto suggestivo.
Torniamo all’ingresso del paese costeggiando le mura esterne, così da ammirare il panorama, ed anche alcune sculture in ferro battuto, tra cui l’Envol, che rappresenta un uomo nell’atto di lanciarsi dai bastioni. In effetti, tutto a St Paul rimanda al mondo dell’arte, anche i nomi dei ristoranti e dei piatti sui menù.
Torniamo all’interno, per esplorare le stradine laterali. Dalla piazza della fontana saliamo fino alla chiesa e al municipio, per ridiscendere dall’altra parte e scoprire, ad ogni curva, nuovi stupendi scorci, che sembrano fatti apposta per essere fotografati.
Per intenderci, il paesino è meraviglioso, solo non mi piace l’assembramento di troppi negozi, bar e ristoranti, che gli fanno perdere autenticità. Devo ammettere che, comunque, tutti i negozi mi sono sembrati di qualità, per quanto poco io ne capisca d’arte.
Pranziamo presto al The Artiste, piccolo locale che serve crepe bretoni con nomi di film famosi (io prendo “a qualcuno piace caldo”).
Dopo pranzo, ci attardiamo un po’ ancora per il paesino, cercando qualche nuovo angolo da fotografare. Infine, arriva il momento di rimettersi in viaggio per tornare a casa. Facciamo un’ultima sosta in una panetteria per gustare un piccolo dessert, e poi imbocchiamo l’autostrada, direzione Milano. Fino ad Albenga ce la caviamo tutto sommato bene, dopodiché ci ritroviamo imbottigliati fino a Genova, quando prendiamo la deviazione per Alessandria e riusciamo, finalmente, ad arrivare a casa.
Ci aspettavamo di trovare traffico al ritorno, ed il tempo non ha certo giocato a nostro favore. Questo non ha fatto che confermare la mia propensione a viaggiare fuori stagione!