Mare, trekking e cultura… la magia di Creta

Secondo fantastico viaggio alla scoperta della parte centro-occidentale dell'isola
Scritto da: vale1605
mare, trekking e cultura… la magia di creta
Partenza il: 07/09/2015
Ritorno il: 18/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Il nostro è un viaggio di nozze fai-da-te organizzato un po’ all’ultimo… tra le varie tappe propongo Creta, che ho visitato l’anno prima con mia sorella, e Maurizio mi chiede se non mi dispiacerà vedere certi posti per la seconda volta. “Non ti preoccupare” rispondo io “Quando li vedrai anche tu capirai che tornare non è affatto un problema. Creta è magica”.

Detto, fatto. Creta 10 giorni, poi Istanbul e Cappadocia (di cui scriverò in un altro diario).

Nelle sezioni “VARIANTE” troverete delle opzioni altrettanto valide esplorate nel primo viaggio con mia sorella, di cui purtroppo non ho mai scritto un diario.

7-12 settembre BALOS – FALASARNA – ELAFONISSI – CHANIA- RETHYMON – MONASTERO ARKADI

Volo Ryanair da Bergamo a Chania, è molto presto la mattina e rischiamo pure di perderlo, nonostante il pernottamento all’HOTEL NH ORIO AL SERIO, che sta proprio di fronte (l’hotel è bello e dotato di ogni comfort, ma che prezzi! Ottimo per chi arriva all’aeroporto in auto, la puoi lasciare da loro per tutta la durata del viaggio).

Atterriamo a Chania intorno alle 11, ritiriamo l’auto da EUROPEO CARS, un’agenzia locale a cui mi ero affidata anche la volta prima. Costano molto molto meno delle agenzie internazionali, l’auto si prenota via mail, ti danno il prezzo comprensivo di assicurazione, assistenza 24h e tutto e non richiedono garanzia con carta di credito; certo, sono un po’ meno organizzati e le auto…be’ diciamo che si può avere fortuna come no. A noi danno una Kia Rio seminuova, wow.

Visto che abbiamo tempo prima di andare in hotel esploriamo la penisola di Akrotiri, è una decisione presa sul momento, quindi consulto rapidamente la Lonely Planet e decidiamo di andare a Marathi. Ci attendono due piccole baiette sabbiose con una bella acqua turchese, non è niente di spettacolare ma si sta benissimo. Facciamo qualche bagno e quando la fame si fa sentire pranziamo in riva al mare nella taverna di pesce sulla spiaggia, PETRELANTONIS, consigliatissima! Il primo approccio di Maurizio con la cucina cretese non poteva essere migliore, insalate con ingredienti genuini e freschissimi, pesce ottimo e prezzi onestissimi. Come in tutti i ristoranti cretesi, il dessert e il raki a fine pasto sono inclusi nel prezzo.

Decidiamo di andare a vedere anche la spiaggia di Stavros, consigliataci da un amico. Forse sbagliamo posto o arriviamo troppo tardi, fatto sta che la spiaggia è sporca e non ha niente di speciale, secondo me. Ma ho ricontrollato su Internet, tutti ne sono entusiasti…deduco che siamo andati nell’angolo meno bello del luogo.

Ci dirigiamo verso l’hotel, il SILVER BEACH HOTEL nei pressi di Platanias, scelta come posto strategico sia per le spiagge a ovest che per Chania. Il posto non è male, ha una bella posizione sul mare e i servizi di all inclusive offerti sono di buona qualità, peccato per la spiaggia davvero modesta e i dintorni, che sono un po’ desolati. Costa un po’ troppo per quello che offre, secondo noi. Con il senno di poi rimarrei proprio a Platanias, che almeno la sera permette di fare una passeggiatina.

VARIANTE: per essere più vicino alle spiagge potete anche alloggiare a Kissamos/Kastelli, ma siete avvisati: il paesino non offre niente. Se vi capitano due giorni di nuvole, come successe a me e a mia sorella, dovete ogni volta farvi la strada fino a Chania o Platanias per trovare un po’ di vita.

Nei giorni successivi ci dedichiamo con decisione alla vita da spiaggia, complice anche il tempo meraviglioso, con temperature oltre i 30 gradi (e comunque non avremo una sola goccia di pioggia per tutti i 10 giorni). Il matrimonio è una bellissima esperienza, ma ti lascia in una situazione di stanchezza e “ubriacatura” da emozioni che richiede relax e calma. Consiglio generale: le spiagge che seguono, soprattutto Balos e Elafonissi, sono così belle che meritano una visita di tutta una giornata, cercate di andarci presto e di rimanere fino al tramonto per godervele come si deve. Non andateci se il tempo è nuvoloso, non ne vale la pena perché non apprezzereste i colori della sabbia e dell’acqua.

Visitiamo per due giorni Falasarna, è molto bella, attrezzata e comoda da raggiungere. La parte migliore della spiaggia si raggiunge girando a sinistra alla stradina appena prima del minimarket Falasarna. C’è un parcheggio gratuito dove lasciare l’auto e due taverne offrono l’ombrellone con due lettini a 6 euro al giorno…ah, i prezzi greci. La spiaggia è molto lunga, si possono fare delle belle passeggiate sulla spiaggia sia seguendo l’arenile andando a sinistra che a destra. Teoricamente andando a destra a un certo punto si dovrebbe arrivare alle rovine di Falasarna ma non ce l’abbiamo fatta, chissà dove sono? In alcune calette incrociamo vari naturisti, e li capisco, la spiaggia è così bella e selvaggia che il richiamo alla natura si sente davvero.

Ammiriamo il tramonto bevendoci una birra al SUN SET, che ha una magnifica posizione panoramica sulla spiaggia.

Un altro giorno affrontiamo lo sterrato in auto per arrivare a Balos. Tutti i locali vi sconsiglieranno la gita in nave, costosa e troppo breve. Concordo, lo sterrato è lungo ma non terribile, l’ho fatto anche l’altra volta con mia sorella.

Il comune di Kissamos incassa un euro per passeggero che percorre la strada. Una volta lasciata l’auto si cammina per una ventina di minuti, raggiungendo la magnifica spiaggia dall’alto. Che spettacolo avvistare la laguna turchese e poi scendere piano piano fino a raggiungerla. Le foto si sprecano. Per affrontare il sentiero, che non è nulla di terribile, bastano un paio di scarpe da tennis o un sandalo da trekking. Con le infradito è fattibile ma noioso.

Affittiamo un ombrellone ai soliti 6 euro e ci apprestiamo a godere una giornata in paradiso. La spiaggia è isolata ma ha tutto quello che serve: doccia, servizi, una taverna e un bar (noi comunque abbiamo il pranzo al sacco dell’hotel). Gli ombrelloni sono sistemati in modo molto intelligente, alcuni in angoli proprio strategici e bellissimi, con i piedi quasi in acqua…wow, Balos, ti ricordavo bella ma rivederti è un’emozione.

L’arrivo di ben due navi stracolme di turisti rende la spiaggia abbastanza invivibile, ma è giusto qualche ora di affollamento e poi torna la calma. Se volete sfuggire loro, si può fare una passeggiata: basta andare sul versante opposto da quello in cui si scende, alzando lo sguardo si vede una chiesetta. Da lì parte un bel sentiero un po’ in salita ma che porta in cima alla collina, permettendovi di avere una bellissima visuale sulla laguna. Il sentiero è segnato da ometti di pietra, a cui abbiamo contribuito anche noi aggiungendo una pietra qua e lì, anche qui meglio indossare le scarpe da tennis.

Al rientro ci sistemiamo un po’ e ci fermiamo a mangiare in uno dei ristoranti tradizionali migliori dell’isola, il GRAMBOUSSA, nel villaggio di Kaliviani, che è proprio a un minuto dalla fine dello sterrato. Non ve lo perdete e andateci con fame: specialità tradizionali di carne, ottimi antipasti, ambiente unico con una bella terrazza panoramica. Il servizio è lento e non precisissimo, ma siamo in vacanza e basta prendere la vita con calma.

Altra spiaggia imperdibile è quella di Elafonissi, che si raggiunge con un lungo viaggio in auto, ma molto panoramico. Questa spiaggia è quella che più soffre il vento, quando ci sono stata la prima volta soffiava così forte che nonostante il sole splendente avevamo freddo! Quindi se vi svegliate che c’è già tanto vento dove siete, lasciate proprio perdere, perché a Elafonissi ce ne sarà il doppio.

Arriviamo e il vento c’è, ma è piacevole. La spiaggia è pazzesca, meglio di come la ricordavo…anche la sabbia mi sembra più rosa. Attraversando la laguna si raggiunge un’isola riparata dal vento grazie alle dune. Qui non ci sono ombrelloni e fa quasi troppo caldo. Torniamo indietro e affittiamo un ombrellone, qui sono 7 euro e sono molto più vicini tra loro, quindi prendiamo l’ultima fila che ci permette di indietreggiare con i lettini e avere un po’ di privacy. La spiaggia è comunque così grande che non c’è nessun tipo di affollamento. Adoro la bassa stagione! Creta è proprio un posto da visitare nei mesi di giugno e settembre.

Teoricamente siamo stanchi e dovremmo solo riposare, ma anche qui non ci facciamo mancare una bella passeggiata: riattraversiamo la laguna, raggiungiamo l’isola e percorriamo tutto l’arenile nella sua lunghezza. Torniamo indietro seguendo un sentiero più interno, tra le dune. Ragazzi, che spiaggia. Avremo fatto mille foto.

Un giorno lo dedichiamo a Rethymnon, bella cittadina con una fortezza veneziana che consigliamo di visitare, e al monastero di Arkadì, uno dei luoghi simbolo della resistenza cretese, che è un posto dal fascino molto particolare. Rientrando ci fermiamo in una spiaggia a caso lungo l’autostrada litoranea, ci sono dei cavalloni stupendi e io e Maurizio giochiamo per ore con le onde.

L’ultimo pomeriggio esploriamo Chania con il suo porto veneziano, i suoi bei monumenti e i suoi vicoletti, la sera è così vivace e piena di gente che mi chiedo se forse non avrebbe avuto senso fare base qui. Certo poi le distanze con le spiagge sarebbero state più importanti…il dubbio mi rimane.

Ceniamo al ristorante PORTES, che consiglio caldamente perché non è una trappola per turisti e offre cibo davvero buono (soprattutto gli antipasti) in un ambiente davvero suggestivo, ovvero un vicoletto che hanno arredato con molte porte appese al muro (in onore del nome del ristorante)

Dormiamo al THEJOY HOTEL, una struttura recente e senza troppe pretese, ma pulitissima e in posizione strategica per la stazione degli autobus. Siamo infatti in partenza per due giorni di trekking nel sud dell’isola. Lasciamo l’auto a Chania con dentro le valige e ci carichiamo in spalla i nostri megazaini (soprattutto il mio, quello di Mau ha una dimensione più umana)… costa sud, arriviamo!

13-14-15 settembre: GOLE DI SAMARIA – AGIA ROUMELI – SOUGIA- PALEOCHORA

Partenza con il bus delle ore 7:20 per Omalos, oggi ci aspetta la lunga camminata nelle gole di Samaria; volendo dormire il più possibile abbiamo acquistato il biglietto la sera prima, la biglietteria è aperta fino a tardi. Consiglio l’autobus delle 7 per non dover correre dopo con l’ansia di perdere la nave, sarebbe un peccato.

Il panorama a Omalos è bellissimo, con i versanti nudi della montagna che splendono al sole. Compriamo il biglietto (4 eur a testa, mi pare) e ci accingiamo a scendere, cerchiamo di fare poche pause all’inizio di modo da lasciarci indietro un po’ di gente. Va comunque detto che le gole sono così popolari che gente ce ne sarà sempre. Il sentiero è in discesa, questo è vero, ma è pur sempre alta montagna e sono tanti chilometri: vediamo gente con espadrillas, sandalini e scarpe assolutamente inadatte, sono necessarie almeno delle robuste scarpe da ginnastica.

Le gole sono imperdibili, e soprattutto la seconda parte (dal villaggio abbandonato di Samaria, dove ci fermiamo per mangiare i nostri panini, in poi) è davvero spettacolare. Trattandosi di un parco naturale è vietato abbandonare i sentieri segnati, in molti punti abbiamo trovato dei ranger che a forza di urla riconducevano gli escursionisti sulla retta via. L’arrivo al piccolo villaggio di Agia Roumeli, con il mare blu che luccica al sole, è una cosa che non si scorda facilmente. Noi siamo arrivati intorno alle 14:00, poi ognuno ha il suo passo. Mangiamo una macedonia in una taverna, compriamo i biglietti per la nave nell’ufficetto in “centro” e poi via in spiaggia.

Le taverne sulla spiaggia offrono l’ombrellone gratuito con una consumazione, ma oggi c’è qualche nuvoletta bianca nel cielo che ogni tanto copre il sole, per cui decidiamo che a noi non serve. Ci buttiamo nell’acqua blu del mar Libico, guardando le montagne che si ergono maestose intorno al piccolo villaggio e rilassando i muscoli indolenziti dalla camminata. Se non è questa la felicità…

Intorno alle 17:20 arrivano le navi che portano via gli escursionisti: chi vuole rientrare a Chania con il bus prende quella per Hora Sfakion, noi invece prendiamo quella che va verso Paleochora e si ferma a Sougia.

La costa sud di Creta è percorsa dal sentiero europeo E4, e noi domani faremo il tratto che da Sougia va a Paleochora (a quanto pare il tratto Agia Roumeli-Sougia è molto molto impervio e non lo fa quasi nessuno). La nave procede placida permettendo di ammirare la meravigliosa e impervia linea costiera, e fa anche una fermata extra per un abitante dell’isola che scende in una caletta isolata dove tiene le arnie. Sulla spiaggia si è accampato un naturista arrivato qui con la canoa. Vedendo arrivare una nave con centinaia di persone a bordo, non si scompone e rimane sdraiato al sole con… tutto al vento, diciamo! Che risate!

Attracchiamo nel minuscolo villaggio di Sougia, due strade e una lunga spiaggia di ciottoli con il mare limpido limpido. Ha un’aria sonnacchiosa e vagamente hippy che ci conquista subito e la maggior parte dei turisti è costituita da escursionisti. Pernottiamo presso la PENSIONE IRENE, scelta perché tutte le altre strutture che avevo contattato per prenotare erano piene. E’ modesta come me l’aspettavo, ma ha tutto quello che serve per una notte. Mangiamo molto bene in un buon ristorante di cui non ricordo il nome, è l’ultimo risalendo la strada in cui c’è la fermata dell’autobus. Si riconosce perché il cortile dove sono sistemati i tavoli è circondato da un muretto di pietra.

Cotti dal sole e dalla stanchezza, facciamo una passeggiata sulla spiaggia ammirando le stelle, che qui sembrano più luminose del solito, e andiamo a nanna.

Complice la stanchezza accumulata, oggi partiamo con molta, anzi, troppa calma per fare le 5-6 ore a piedi che ci separano da Paleochora. Il sentiero parte proprio dietro il porto del villaggio e si inerpica in una piccola gola. La folla di ieri è completamente scomparsa, siamo solo noi con il nostro respiro e gli uccellini che cantano. Arriviamo su un altopiano e continuando a seguire il sentiero, molto ben segnato con paletti e frecce, scendiamo di nuovo per raggiungere il sito archeologico dell’antico insediamento di Lissos, con la sua piccola spiaggia. Dopo una breve pausa doverosa, in cui in verità cerchiamo di capire con poco successo a cosa corrispondono i resti che vediamo dentro le recinzioni, proseguiamo e risaliamo di nuovo per poi mantenerci alti in costa. Oggi fa parecchio caldo, di fatto stiamo camminando quasi in costume e il peso dello zaino si fa un po’ sentire, ma la vista è spettacolare. Maurizio mi dice che le spiagge del nord ovest sono giustamente imperdibili, ma la costa sud ha il sapore di un segreto ben custodito. Concordo in pieno e con noi i pochi escursionisti che incrociamo, tutti con gli occhi pieni di meraviglia.

Dopo circa 5 ore di cammino, inframmezzate da pause e, non appena il sentiero scende sulla costa, da un bagno in mare in una caletta da cui Maurizio si diletta a fare tuffi mentre io faccio un po’ di snorkeling, arriviamo alla spiaggia di Gianiskari, a circa 3 chilometri da Paleochora. Festeggiamo con una birra nella taverna della baia sabbiosa, poi ci spostiamo su quella successiva, in ciottoli, e lì ci riposiamo per un’oretta. Arriviamo a Paleochora seguendo la tranquilla strada in ghiaia (niente a che vedere con lo sterrato di Balos) che porta alla cittadina. Troviamo il nostro affittacamere, STUDIOS YIORGIOS e ci facciamo una meritata doccia. Consiglio questa struttura: è nuova, gli studi sono grandi, pulitissimi e con una terrazza molto spaziosa; ha persino una piccola piscina. La vista non è granché ma il mare è a pochi minuti. Una volta sistemati andiamo a vedere la spiaggia cittadina di Paleochora, in cui aspettiamo il tramonto, e poi giriamo per le sue stradine vivaci e piene di gente. Paleochora ci è piaciuta, ma ha un’atmosfera diversa dai villaggi di Agia Roumeli e Sougia, che forse preferiamo. Dopo aver mangiato in un ristorante che non ci piace granché (il THIRD EYE, ristorante vegetariano) ce ne torniamo in hotel per una meritata dormita.

VARIANTE:

Ecco in breve altri sentieri della costa sud che ho percorso con mia sorella:

Hora Sfakion – Loutro – spiaggia di Màrmara: bello, bellissimo e facile, tutto percorso a pelo dell’acqua a parte alcuni passaggi. Solo la parte iniziale che scende alla Sweet Water Beach è rocciosa e un po’ esposta, basta fare un po’ di attenzione. Loutro carinissima, ci si arriva solo in nave o a piedi. Vale la pena proseguire, se siete ancora in forze, fino alla spiaggetta di Màrmara, molto molto carina e con una taverna che è la fine del mondo, buonissima. Si torna indietro fino a Loutro e da lì si prende la nave (o se siete due matte come noi, rifate a piedi tutto il percorso a ritroso).

Gole di Agia Irini: ottima alternativa alle gole di Samaria (che noi avevamo dovuto rimandare al giorno successivo causa vento). Partenza da Chania in bus e rientro da Sougia a Chania sempre in bus. Le gole sono più brevi ma molto belle e piene di vegetazione e erbe aromatiche. Con quel vento pazzesco l’aria sapeva di salvia e rosmarino…. ci pareva di essere dentro un arrosto. Peccato per l’arrivo a Sougia, tutto su asfalto. Se ne avete ancora, da Sougia potete fare un pezzettino di sentiero descritto sopra e arrivare fino a Lissos.

15-16 settembre: FESTO E MATALA

Dopo un’ottima prima colazione presso il WATER EDGE CAFE, gestito dalla stessa proprietaria degli Studios Yiorgios, prendiamo il bus che in circa 2 ore ci riporta a Chania. Oggi è una giornata di lungo trasferimento, infatti a Chania recuperiamo la macchina e facciamo altre 2 ore di auto per arrivare al sito archeologico di Festo. E’ il nostro primo contatto con i resti della straordinaria civiltà minoica: il sito è in una posizione molto suggestiva e panoramica, peccato che le didascalie esplicative siano un po’ scarne e i resti… be’ sono molto “resti”. Per fortuna abbiamo la nostra fidata Lonely Planet con noi, che dedica un bel capitolo a Festo.

Secondo noi vale la pena fermarsi qui, dove la scuola archeologica italiana ha adottato un approccio più rigoroso dal punto di vista scientifico, per avere poi un termine di paragone con il sito di Cnosso, in cui invece sir Arthur Evans si è preso delle libertà e ha ricostruito alcune parti, spesso oggetto di polemiche.

Dopo aver dedicato circa due ore a Festo, proseguiamo per Matala, villaggio famoso per la sua spiaggia con le grotte e per il suo passato hippy. Joni Mitchell la cita nella sua canzone “Carey”.

Alloggiamo presso ANTONIOS STUDIOS, gestito dal simpatico Manuel, che la sera ci offrirà anche la cena a casa sua e ci permetterà di provare in prima persona la squisita ospitalità greca. Il costo della stanza è molto contenuto, la stanza è carina, peccato per la pulizia che è un po’ carente.

Ammiriamo il più bel tramonto della vacanza sulla spiaggia, guardando le grotte e la roccia che si tuffa in acqua e facendo delle foto spettacolari, autoscatti in controluce saltando nel cielo rosso e rosa… una meraviglia.

Il giorno successivo lo dedichiamo alla Red Beach, che si raggiunge con una breve, ma impervia camminata dal centro della cittadina. La spiaggia è bella, ma oggi non c’è vento e noi ci siamo dimenticati l’ombrellone che Manuel ci aveva prestato, e i pochi offerti dalla taverna sulla spiaggia sono già tutti presi. Fa troppo caldo, e dopo un paio di bagni torniamo indietro, prendiamo la macchina e andiamo sulla lunga spiaggia di Komos, a un paio di chilometri. Non è niente di che rispetto alle altre spiagge che abbiamo avuto la fortuna di vedere, ma ci sono degli invitanti lettini sotto gli ombrelloni che ci permettono di sonnecchiare beatamente un po’ al sole e un po’ all’ombra. E’ il nostro ultimo giorno di spiaggia e ce lo godiamo fino all’ultimo, sorseggiando una birra presa dal furgoncino posizionato appena sopra la spiaggia e ammirando un altro tramonto incredibile, con il sole che si tuffa nel mare.

Dopo esserci sistemati ceniamo nella trattoria GIANNI’S. Dobbiamo attendere per sederci ma ne vale la pena, perché mangiamo benissimo (qui vale la pena optare per il pesce, a parere di chi ce lo ha consigliato). Molti localini della cittadina offrono musica dal vivo, c’è un gruppo che suona una dolce musica brasiliana in un vicoletto, la gente balla a piedi nudi in mezzo alla strada. Balliamo anche noi, e ci sentiamo un po’ in un film.

Matala ci è piaciuta molto, più per l’atmosfera che per le spiagge in quanto tale. Va detto che è molto piccola e schiacciata contro il mare, quindi in agosto il sovraffollamento penso si senta…ma così in media stagione ha un che di incantato, capisco perché Bob Dylan & co. amassero tanto questa località.

17-18 settembre: CNOSSO e HERAKLION

Lasciamo Matala e andiamo a Cnosso a visitare il sito archeologico. Anche qui la Lonely Planet si rivela preziosa, ci fa fare un bel giro e spiega molte cose (i pannelli informativi qui sono ancora più scarni che a Festo). Volendo si può prendere parte con 10EUR supplementari a una visita guidata, anche in italiano.

Devo dire che capisco le perplessità degli archeologi sul lavoro di Evans, ma per dei non esperti come noi il lavoro di ricostruzione permette di avere un’idea di quanto fossero imponenti questi palazzi (delle vere e proprie cittadelle, a dire la verità) e dello straordinario grado di sviluppo raggiunto da questa antichissima civiltà.

Non abbiamo fame e saltiamo il pranzo, ci sistemiamo velocemente al LATO BOUTIQUE HOTEL (caro ma molto bello, pagate il sovrapprezzo per la vista mare, ne vale la pena) e poi visitiamo il museo archeologico recentemente e ottimamente ristrutturato. E’ piuttosto grande, noi ci siamo concentrati soprattutto sulla sezione minoica e poi abbiamo dato un veloce sguardo ai resti degli affreschi (di cui vi sono delle copie a Cnosso). A nostro parere ne vale assolutamente la pena.

Finiamo la giornata con un giro per le vie di Iraklio, che non ha il fascino di Chania o Rethymnon ma è molto vivace e autentica. Avvistiamo Tsipras, che tiene un comizio proprio a Heraklion in vista delle imminenti elezioni. La piazza è gremita di gente e ci fa piacere vedere che, nonostante le delusioni degli ultimi anni, il popolo greco non si è disaffezionato alla politica…sembra quasi un miracolo.

Il 18 settembre ci alziamo con il solito sole splendente, lasciamo l’auto all’aeroporto di Heraklion e, siccome siamo recidivi, siamo in terribile ritardo e rischiamo nuovamente di perdere il volo che questa volta ci porta a Istanbul.

Concitati, sudati e anche un po’ incavolati riusciamo a imbarcarci. Sorridiamo pensiamo che Creta abbia fatto di tutto per cercare di tenerci con lei…ma non deve temere, perché siamo certi che questo è solo un arrivederci.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche